Arianna Chines - Provincia di Lucca

Applicazione di metodi di
dissuasione per gli ittiofagi in
Provincia di Lucca
Arianna Chines - consulente della Provincia di Lucca
chinesarianna@tiscali.it
Borgo a Mozzano 23 Ottobre 2004

INTRODUZIONE
Il conflitto fra uccelli ittiofagi e fauna ittica è una realtà che da decenni
riguarda molti paesi europei. A riguardo sono in corso progetti che agiscono
su scala internazionale per ridurre tale conflitto (Volponi 2005).
La fauna ittica rappresenta per la Provincia di Lucca una risorsa importante
legata soprattutto all’attività alieutica. Inoltre nel territorio provinciale sono
presenti molti allevamenti ittici e laghetti a conduzione privata per la pesca
sportiva.
Per far fronte al problema legato alla presenza di uccelli ittiofagi nel territorio
provinciale, l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ha espresso parere
favorevole all’iniziativa di individuare tecniche e metodi dissuasivi per
allontanare specie ittiofaghe tuttora tutelate dalla normativa comunitaria
(direttiva 79/409), nazionale (L. 157/92) e regionale (L.R. 3/94).
La conoscenza della biologia delle specie ittiofaghe e delle abitudini della
popolazione di cormorani svernanti nel bacino del Serchio, monitorata a
partire dall’inverno 1996, ha facilitato lo svolgimento di un lavoro che ha
riguardato una vasta area di intervento.

OBIETTIVI
L’obiettivo di questo lavoro è stato :
ridurre il conflitto esistente tra la conservazione di uccelli ittiofagi e
le attività economiche legate alla fauna ittica a livello locale.
A tal fine sono state condotte le seguenti operazioni:
- monitoraggio dell’andamento delle presenze di ittiofagi nel bacino del
Serchio, operando confronti con le situazioni preesistenti;
- valutazione dello status della fauna ittica lungo l’asta del Serchio sia da un
punto di vista qualitativo che quantitativo in relazione alle varie situazioni
dell’habitat fluviale;
- verifica della fattibilità e dell’efficacia dell’applicazione di sistemi di
dissuasione al fine di stilare un protocollo d’intervento ottimizzato;
- avvio di un dialogo tra i principali gruppi interessati al problema
(stakehoders) principalmente rappresentati da: allevatori, pescatori,
ambientalisti, ittiologi, ornitologi, ecologi.

AREA DI INTERVENTO
L’area di intervento ha riguardato la porzione del bacino idrografico del
Serchio compresa nella Provincia di Lucca e interessata dalla presenza delle
principali specie di ittiofagi ed in particolare del cormorano:
- il Fiume Serchio e i suoi affluenti
- i bacini artificiali della Garfagnana e della Media Valle
- i principali laghetti di pesca sportiva della Provincia
Il bacino del Serchio è solitamente suddiviso in tre zone in base a
caratteristiche morfologiche del territorio e a considerazioni di carattere
storico: la Garfagnana, la Media Valle e la Piana di Lucca.

FAUNA ITTICA
In base all’analisi dei dati dei più recenti dei campionamenti ittici, il Serchio si
può considerare a ciprinidi reofili per quasi tutto il suo corso all’interno del
territorio provinciale, ad eccezione di alcuni tratti del basso corso a valle di
Ponte S. Pietro dove si può considerare a ciprinidi limnofili.
Vi è una netta distinzione tra il popolamento ittico del fiume Serchio, basato
quasi esclusivamente su specie ciprinicole, del torrente Lima, colonizzato
prevalentemente da trote in quasi tutto il suo corso ed interessato da forte
risalita di ciprinidi nel tratto immediatamente a ridosso della confluenza con il
Serchio e dei torrenti tributari in cui, anche nel tratto terminale, le trote
costituiscono la componente caratterizzante l’ittiofauna (Pascale 1999).
La pesca dei cormorani in acque libere si svolge quasi esclusivamente in
acque ciprinicole.

(Nozzano - Piana di Lucca)
Le immagini mostrano due aree lungo
il Serchio utilizzate dai cormorani in
pesca.
(Borgo a Mozzano – Media Valle )

MONITORAGGIO DELLA POPOLAZIONE DI CORMORANO
Il monitoraggio della popolazione svernante di cormorano, è stato compiuto
mediante censimento diretto degli uccelli presenti al dormitorio notturno
(roost). Questa tecnica, raccomandata dall'Istituto Nazionale per la Fauna
Selvatica rappresenta il metodo più preciso ed accurato per censire la
popolazione in aree molto estese, sfruttando il comportamento gregario dei
cormorani.
Il conteggio dei cormorani è stato fatto anche durante le ore diurne, in
concomitanza al monitoraggio degli altri ittiofagi. Il dato complessivo ottenuto
in questo modo è risultato sempre minore, anche se di poco, rispetto al
conteggio ai dormitori perché le aree di alimentazione non sono sempre
accessibili agli osservatori.
A cadenza da quindicinale a mensile sono state compiute osservazioni all’alba e
al tramonto per valutare la consistenza numerica degli individui provenienti dai
dormitori non situati nell'area di studio, che raggiungono il Serchio al solo
scopo di alimentarsi.

CENNI STORICI
La Toscana ha ospitato una cospicua popolazione nidificante e sedentaria in
almeno due zone umide della Maremma (Laguna di Orbetello e Padule di
Castiglione della Pescaia) fino all'inizio del '900. La scomparsa di queste colonie
non è facilmente databile: si suppone che le opere di bonifica realizzate intorno
all'ultima guerra si siano ripercosse sulle caratteristiche dell'ornitofauna della
zona (Baccetti, 1988).
Inoltre, la presenza di una popolazione abbondante di individui è documentata
sul Lago di Massaciuccoli (Giglioli, 1889, 1890).
Dalla metà del XX secolo i nuclei svernanti in Toscana sono andati incontro ad
una graduale diminuzione, con presenze saltuarie alle foci di Serchio ed Arno,
ma già dagli anni '70 si è assistito, sulle coste, ad un incremento numerico
degli individui svernanti, regolarmente osservabili lungo il litorale tra Viareggio
e Bocca d'Arno, sul Lago di Massaciuccoli, sull'ultimo tratto del fiume Serchio e
nel dormitorio situato all'interno della Tenuta di San Rossore (Baccetti, 1988).

Cenni storici
Secondo un studio condotto a carattere nazionale (Baccetti & Giunti 2005), la
Toscana è risultata una delle realtà italiane meglio conosciute per questa
specie, nonché una delle più importanti per lo svernamento, con presenze che
variano (anni 1998-2001) dalle 4.644 alle 6.728 unità (pari a circa il 10% della
popolazione nazionale).
Solo dall’inverno 1996 i cormorani utilizzano le acque interne del bacino
idrografico del fiume Serchio come sito di svernamento essendosi stabiliti
regolarmente in tre dormitori separati e con aree di alimentazione
corrispondenti: la popolazione della Piana, la popolazione della Media Valle, la
popolazione della Garfagnana. Da quell’anno la popolazione è monitorata in
modo costante mostrando nel periodo 1996 - 2003 un continuo incremento
numerico. Durante la stagione invernale 2003 - 2004 si è assistito ad un forte
decremento della popolazione, pari al 42% rispetto alla stagione precedente.

DINAMICA DI POPOLAZIONE
L’andamento della popolazione del Serchio dal ’96 ad oggi fa supporre che i
primi cormorani, di provenienza dai dormitori della costa (in particolare San
Rossore), abbiano raggiunto il fiume nel territorio della provincia di Lucca in un
primo momento per alimentarsi e solo successivamente per stabilirsi in
dormitori. Le osservazioni compiute nei diversi anni e lo studio della
dinamica della popolazione del bacino del Serchio e di quella di S. Rossore
fanno ritenere che tuttora esista una relazione stretta tra le due popolazioni.
Roost di San Rossore

Dinamica di popolazione
I cormorani del Serchio sono
suddivisi in 3 gruppi principali
con dormitori separati:
Monte S. Quirico
popolazione della Piana di
Lucca (max 150 individui)
Turrite Cava
popolazione della Media Valle
(max 300 individui)
Vagli
popolazione della Garfagnana
(max 150 individui)
Inoltre, è presente un quarto
dormitorio utilizzato in modo
discontinuo nei pressi di Borgo
a Mozzano

La Provincia di Lucca ha affrontato il problema del conflitto tra ittiofagi e fauna
ittica nel bacino del Serchio attraverso 2 fasi successive:
Fase 1 Affidando un incarico per lo studio di valutazione d’impatto dal
quale è emerso:
“i cormorani, pur non predando specie ittiche di particolare pregio, prelevano
dalle acque libere rappresentate dal Fiume Serchio, dagli affluenti e dagli invasi
idroelettrici, ingenti quantitativi di pesce, rappresentato prevalentemente da
ciprinidi. I cormorani si alimentano inoltre negli allevamenti ittici e nei laghetti
sportivi (la stima della pressione di predazione nella stagione 99/00 è risultata
22,7 t) (Cima & Chines 2000)“
Fase 2 Affidando un incarico per la realizzazione di un piano
sperimentale di applicazione di mezzi di dissuasione ecologica nei confronti
dell’avifauna ittiofaga.
Nell’ambito di questo incarico è stata svolta anche un’indagine sulle condizioni
della comunità ittica del Serchio (Chines 2004).
(hanno collaborato al progetto: Dr.ssa Patrizia Giusti e Dr. Massimo Pascale)

GLI ALLEVAMENTI ITTICI
In Media Valle e in Garfagnana sono presenti numerosi allevamenti ittici. Si
tratta di allevamenti intensivi all’interno dei quali il pesce viene allevato e
stoccato in vasche di cemento della lunghezza variabile di 15-25 m e della
larghezza di circa 2 m.
Gli allevamenti usufruiscono dell’acqua che captano dai torrenti presenti in
Media Valle e Garfagnana (Fegana, Turrite Cava, Turrite di Gallicano, Turrite
Secca) la cui concentrazione di ossigeno e la cui e temperatura sono idonee
all’allevamento di salmonidi.
Sillano Allevamento Frola coop
La produzione è costituita
prevalentemente da trota iridea (circa
il 90%), da trota fario e da salmerino,
venduti a scopo alimentare o di
ripopolamento.
Come si vede nella tabella successiva
molti allevatori hanno utilizzato mezzi
artigianali o specialistici per difendersi
dagli ittiofagi.

Mezzi di protezione e/o dissuasione
Spari a salve
Reti artigianali
Reti artigianali + spari a salve
Reti specialistiche
Sagome umane
Niente
Esempi di misure di difesa adottate negli allevamenti ittici
2
1
1
4
1
1
N. allevamenti
Gli allevamenti ittici

I MEZZI DI DISSUASIONE
I metodi di dissuasione incruenta comunemente utilizzati per prevenire il
danno da ittiofagi possono essere suddivisi in due categorie:
- uso di barriere fisiche che impediscono l’accesso dei predatori ai siti di
pesca (reti, fili, rifugi per i pesci): essi presentano costi elevati in termini di
materiali e di manutenzione ma risultano molto efficaci per la protezione di
aree poco estese (vasche per itticoltura, piccoli invasi);
- uso di deterrenti visivi ed acustici che agiscono provocando un'azione
di disturbo tale da rendere superfici più estese inospitali per gli uccelli.
In generale l’efficacia dei mezzi visivi si è rivelata temporanea a causa della
rapida assuefazione che gli uccelli sono in grado di sviluppare; la durata
dell’efficacia è estremamente variabile (da poche ore ad alcune settimane) e
dipende dai fattori ambientali legati alle diverse realtà locali, ma è associata
soprattutto alla possibilità, da parte degli uccelli, di trovare risorse trofiche
alternative.
Uno dei mezzi visivi attualmente più validi è rappresentato dall’emissione di
raggi laser (Volponi 2001).

SISTEMI DI DISSUASIONE NEL BACINO DEL SERCHIO
Dopo un’accurata ricerca bibliografica e dopo i sopralluoghi effettuati presso
siti dove è in atto l’applicazione della dissuasione, sono stati selezionati
sistemi che apparivano idonei alle condizioni ambientali del bacino del
Serchio e alle caratteristiche ecologiche delle popolazioni presenti.
Sono stati utilizzati i seguenti deterrenti:
VISIVI - raggi laser, palloni colorati, nastri riflettenti
ACUSTICI - scoppi da cannoncino, spari a salve

Pur a conoscenza dell’efficacia limitata di mezzi di dissuasione come palloni
colorati, nastri riflettenti e spari a salve, si è scelto di utilizzarli in quanto i
gestori, in accordo con l’adozione del sistema si sono offerti di collaborare nel
raccogliere regolarmente informazioni riguardanti il comportamento degli
ittiofagi. Questi metodi sono stati adottati in due corpi idrici per la pesca
sportiva dove la predazione da ittiofagi, e in particolare da cormorano, era
particolarmente sentita.
- Laghi di Isola Bassa - Piana (3 corpi ognuno di circa 2ha di superficie)
- Lago la Pania - Media Valle (1 corpo di circa 1 ha di superficie )
Lago La Pania - Gallicano
Sistemi di dissuasione nel
Bacino del Serchio

Laghi di Isola Bassa - Lammari
Area di
alimentazione
N. max
cormorani
prima della
dissuasione
Periodo di
efficacia
(giorni)
N. cormorani
dopo la
dissuasione
Lago La
Pania 40 20-25 5-20
Laghi Isola
Bassa 50 10-15 15-25
Sistemi di dissuasione nel
Bacino del Serchio
I risultati della dissuasione svolta presso i
laghetti sportivi sono riassunti nella tabella
sottostante.
Tipo di sistema
Palloni, nastri
riflettenti
palloni, nastri
riflettenti, spari a
salve
Tali sistemi in aree circoscritte hanno mostrato una certa efficacia se gestiti in
maniera randomizzata.

DISSUASIONE VISIVA - RAGGI LASER
Il sistema di dissuasione notturna attraverso fasci luminosi diretti ai dormitorio
rappresenta un sistema valido da un punto di vista ecologico perché, alla
distanza a cui viene utilizzato (maggiore di 50 m), risulta innocuo (Troillet
1993). E’ inoltre silenzioso e selettivo, disturbando solo gli individui a cui viene
rivolto. Il disturbo avviene al dormitorio e non all’area di alimentazione.
Questo può risultare uno svantaggio perché gli uccelli possono tornare
nell’area di dissuasione per pescare.
Il disturbo visivo è dovuto alla percezione da parte degli uccelli di un forte
contrasto tra la scarsa luminosità ambientale e la forte luce del raggio
emesso.
Esistono attualmente due sistemi di emissione di raggi laser che vengono
utilizzati come disturbo agli uccelli: il fucile laser (Troillet 1993) e il puntatore
laser (Volponi, Costato com. pers.).
Nel Bacino del Serchio è stato utilizzato il puntatore laser.

Caratteristiche tecniche del
puntatore laser
Lunghezza d’onda 532 nm (verde)
Portata massima circa un chilometro
Dimensioni puntatore 23,6 mm x 100 mm
Peso 110 g
Alimentazione pila al litio 3V
Autonomia 4 ore per uso continuo
Divergenza dal punto 3 - 50 cm
Range termico -20/+35 °C
Dissuasione visiva - raggi laser

Il puntatore emette un raggio di luce verde che può essere direzionato verso il
punto interessato (nel nostro caso i dormitori di cormorano).
La sua funzionalità inizia in situazioni di penombra, quando il raggio emesso è
leggermente visibile e raggiunge la massima intensità e la massima efficacia in
situazioni di buio.
L’intensità del raggio è risultata minore:
Dissuasione visiva - raggi laser
1. in situazioni di freddo (temperature inferiori a 0° C). In tal caso è
sufficiente riscaldare tra le mani lo strumento per qualche minuto per ottenere
un’intensità soddisfacente;
2. in caso di pioggia o nebbia. In queste situazioni le particelle d’acqua
riflettono e rifrangono la luce disperdendo il raggio. E’ quindi sconsigliabile il
suo utilizzo in tali condizioni atmosferiche.

Dissuasione visiva - raggi laser
Il puntatore laser verde, viste le sue dimensioni, è facilmente manovrabile e
permette di direzionare e ruotare il raggio di azione con estrema velocità e
contemporaneamente fare osservazioni sugli spostamenti degli uccelli.
Lo svantaggio è rappresentato dalla necessità di avere condizioni di visibilità
circostante che permettano di capire se il disturbo è avvenuto e gli uccelli si
sono allontanati.
Nella maggior parte dei casi la luminosità attribuibile alla luna e/o agli
insediamenti urbani è sufficiente a permettere di compiere osservazioni sugli
spostamenti.
In condizioni di buio completo l’azione del puntatore laser è stata
accompagnata dal visore notturno, che agendo a raggi infrarossi, permette di
vedere chiaramente il momento in cui gli uccelli partono e la direzione di verso
cui si dirigono.

Raggio laser al crepuscolo
Foto G. Bertolucci
Dissuasione visiva - raggi laser

Interventi laser
Dissuasione visiva - raggi laser
Il sistema è stato utilizzato
dapprima nei roost principali della
Piana e della Media Valle.
E’ interessante notare che la
risposta delle due popolazioni al
disturbo è risultata simile nei modi e
nei tempi di abbandono del roost
(vedi grafici seguenti).

Subdormitori
Interventi laser
Dissuasione visiva - raggi laser
In seguito all’abbandono dei roost
principali una parte di cormorani h
colonizzato due siti temporanei e
una parte ha raggiunto il dormitori
situato nei pressi di Borgo a
Mozzano, già utilizzato
saltuariamente negli anni
precedenti.
Di conseguenza si è proceduto con
interventi laser presso questi
subdormitori.
I dormitori temporanei sono stati
svuotati dopo massimo due
interventi e non sono più stati
utilizzati.
Questo fatto dimostra la scarsa
fedeltà dei cormorani ai nuovi
roost, utilizzati “in condizioni di
emergenza”.

RISULTATI DELL’EMISSIONE DI RAGGI LASER
ROOST DELLA PIANA DI LUCCA
Principale Monte S.Quirico
Temporaneo S.Cassiano di Moriano
Come si può osservare nel grafico successivo sono stati necessari 9 interventi
effettuati a cadenza media di due giorni per svuotare il dormitorio.
Il roost, controllato ogni due giorni, non è stato utilizzato per i successivi 37
giorni. A fine dicembre circa 40 individui sono tornati al dormitorio. Un solo
intervento laser ha condotto al suo definitivo svuotamento.
Ai primi di febbraio si è assistito alla colonizzazione di un secondo roost
(S.Cassiano di Moriano) situato 2900 m a monte del primo e abbandonato con
soli due interventi.

N. cormorani
160
140
120
100
80
60
40
20
0
04-nov
06-nov
10-nov
15-nov
Dissuasione laser Roost della Piana
21-nov
25-nov
09-dic
16-dic
27-dic
03-gen
19-gen
27-gen
04-feb
07-feb
10-feb
Risultati raggi laser
M.S.Quirico
S.Cassiano di M.
Intervento laser
25-feb
08-mar
10-mar

RISULTATI DELL’EMISSIONE DI RAGGI LASER PRESSO I ROOST
DELLA MEDIA VALLE
Roost principale Turrite Cava
Roost temporaneo Turrite di Gallicano
Come si può osservare nel grafico successivo, anche in questo caso sono stati
necessari due cicli di interventi. Dopo 8 interventi effettuati a cadenza media
di sei giorni il dormitorio è stato abbandonato.
Il roost, controllato ogni 3-4 giorni, è stato utilizzato nuovamente da circa 20
individui dopo 25 giorni.
Un solo intervento laser ha condotto allo svuotamento del roost che non è
stato più utilizzato.
Dal 20 gennaio si è assistito alla colonizzazione da parte di circa 45 individui di
un secondo dormitorio situato sulla Turrite di Gallicano (Trombacco). Questo
roost secondario è stato abbandonato con un solo intervento laser.

N. cormorani
160
140
120
100
80
60
40
20
0
03-nov
05-nov
Dissuasione laser Roost della Media Valle
09-nov
12-nov
19-nov
23-nov
06-dic
12-dic
26-dic
30-dic
13-gen
21-gen
03-feb
05-feb
Intervento laser
08-feb
12-feb
Risultati raggi laser
Turrite d i Gallicano
Turrite cava
03-mar
09-mar

Risultati raggi laser
Un’importante considerazione da fare riguarda il dormitorio di Vagli
(Garfagnana): vista la sua lontananza dagli altri roost e la sua inaccessibilità,
se non attraverso un mezzo natante, questo dormitorio non è stato soggetto
ad alcun tipo di dissuasione.
Come si può osservare nel grafico successivo, l’andamento della popolazione
di Vagli mostra un incremento da metà dicembre che permane fino all’inizio
della migrazione primaverile. Confrontando questo andamento con quello
della popolazione di Turrite Cava si osserva che l’incremento di Vagli è
parallelo al decremento registrato a Turrite Cava, avvenuto a seguito
dell’applicazione del disturbo. Questo fa supporre che almeno una parte dei
cormorani disturbati in Media Valle si sia spostata in Garfagnana.

N. cormorani
160
140
120
100
80
60
40
20
0
ottobre
ottobre
ottobre
Confronto dormitori Turrite Cava - Vagli
novembre
novembre
novembre
dicembre
dicembre
dicembre
Inizio interventi laser
gennaio
gennaio
febbraio
febbraio
febbraio
Risultati raggi laser
marzo
marzo
T.cava
Vagli
aprile
aprile

DISCUSSIONE
Il numero complessivo di individui che hanno frequentato il bacino del Serchio
nella stagione 2003-2004 è risultato minore determinando una flessione
rispetto all’andamento registrato dal 1997 al 2004.
Operando un confronto tra la stagione invernale 2003 - 2004 e la stagione
precedente si nota che:
nel bacino del Serchio si è assistito ad un decremento della popolazione di
cormorani del 42%.
N. cormorani
600
500
400
300
200
100
0
Andamento nel Bacino del Serchio
Dissuasione
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Discussione
Lo stesso decremento non si è verificato a S. Rossore la cui popolazione
sembra essere in stretta associazione con quella del bacino del Serchio (Chines
& Cima 2000). Piuttosto si osserva che la situazione della popolazione di S.
Rossore negli ultimi anni è pressochè stazionaria con un calo nel 2004 pari al
5,5% rispetto alla stagione precedente.
N. Cormorani
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
Andamento S. Rossore - Bacino del Serchio
96 97 98 99 00 01 02 03 04
S. Rossore
Bacino del Serchio

N. cormorani
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
Andamento della popolazione toscana
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
L’andamento per la Regione Toscana dal 1998 al 2003 è visualizzato in figura.
Dopo il calo registrato dal 2000 al 2003 si è registrato un nuovo aumento,
seppur leggero nel 2004 (dati C.O.T.).

Discussione
Per quanto riguarda i conteggi presso le aree di alimentazione, essi risultano
sempre inferiori ai conteggi presso i dormitori escludendo l’ipotesi di un utilizzo
massiccio a scopo alimentare del bacino del Serchio da parte dei cormorani
allontanati dai roost notturni in seguito a dissuasione.
Avvalorano questa ipotesi le osservazioni compiute all’alba sui cormorani
provenienti da roost esterni al bacino che raggiungono il Serchio per alimentarsi.
Come si può osservare dalla tabella sottostante nella stagione 2003-2004 il
numero massimo di cormorani provenienti da altri roost si è registrato nel mese
di gennaio (53 individui) in presenza di dissuasione notturna, ma questo dato
non va colmare il vuoto di cormorani registrato rispetto agli anni precedenti.
N. cormorani
da altri roost
1999/2000
2003/2004
Ottobre
23
Novembre
42
10
Dicembre
28
37
Gennaio
26
53
Febbraio
24
8
Marzo
11
24

RESOCONTO DELLA COLLABORAZIONE CON I DIVERSI GRUPPI
INTERESSATI
Durante le fasi iniziali del lavoro si è svolto un incontro con allevatori,
conduttori di laghetti per la pesca sportiva, pescatori e locali dove è stato
illustrato il contenuto del piano sperimentale in corso di esecuzione.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di avviare un dialogo che permettesse
loro di venire a conoscenza dell’impegno da parte della Provincia di monitorare
le popolazioni di uccelli ittiofagi del bacino del Serchio e di cercare delle
soluzioni ai problemi che tali specie possono provocare.
Il rapporto di collaborazione con i vari gruppi interessati al problema è risultato
importante anche se poteva dare risultati migliori.
Non tutti gli allevatori sono intervenuti all’incontro, ma molti si sono dimostrati
disponibili a dare informazioni permettendo di frequentare l’allevamento allo
scopo di monitorare gli uccelli presenti e sperimentare i mezzi di dissuasione.

Resoconto collaborazione
Per quanto riguarda i conduttori di corpi idrici per la pesca a pagamento essi
sono risultati disponibili a sperimentare tecniche di dissuasione e ad informare
sull’evoluzione del fenomeno degli ittiofagi in relazione ai mezzi di dissuasione.
Non hanno però partecipato attivamente alla gestione dei diversi sistemi come
proposto.
Inoltre, hanno dimostrato diffidenza nei confronti della sperimentazione di
rifugi artificiali per pesci da mettere all’interno dei corpi idrici. Il timore
principale era che potessero provocare malcontento tra i pescatori per
l’eventualità che le lenze da pesca rimanessero imbrigliate nelle strutture
artificiali adibite a rifugio per pesci.
Degna di nota la partecipazione attiva di volontari, appartenenti sia ad
associazioni ambientaliste che ad associazioni di pesca sportiva, che hanno
fornito informazioni utili sulla colonizzazione dei nuovi dormitori in seguito
all’abbandono dei roost oggetto di disturbo.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
La forte riduzione del numero di cormorani nella stagione di svernamento
2003-2004
• non riflette un andamento generalizzato delle popolazioni toscane indagate
• non è da mettere in relazione a mancanza di risorsa trofica, come dimostrano
i risultati dell’indagine ittica (Pascale 2005)
Si può supporre, quindi, che essa sia associata al disturbo provocato
dai mezzi di dissuasione applicati durante la stagione di svernamento
2003-2004.

Considerazioni conclusive
L’incremento del numero di cormorani della Garfagnana (dove non sono stati
applicati metodi di dissuasione) quando era in atto una dissuasione attiva nel
restante territorio provinciale, fa supporre che quest’ultimo sia servito da roost
sostitutivo per una parte degli uccelli scacciati. La parte restante di cormorani
potrebbe essersi spostata in altre zone idonee, esterne al territorio di
intervento, come S.Rossore.
ll successo potrebbe essere stato favorito anche dalle caratteristiche
geomorfologiche della valle del Serchio che, stretta da elevate catene
montuose, avrebbe limitato gli spostamenti interni degli uccelli e costituito un
corridoio naturale verso la costa.

PROSPETTIVE
Visto il decremento della popolazione di cormorani verificatosi in seguito
all’applicazione di sistemi di dissuasione,
visto che il bacino presenta comunque criticità di tipo ambientale,
si ritiene importante portare avanti un piano di gestione che preveda:
• il monitoraggio della popolazione di ittiofagi attraverso censimenti ai
dormitori
• l’applicazione di una dissuasione prevalentemente visiva secondo il
protocollo stilato in seguito alla sperimentazione attuata
• una stretta collaborazione tra i portatori di interesse
• il controllo sullo status della comunità ittica in acque libere associata ad un
monitoraggio delle condizioni ambientali del bacino idrografico
• un approfondimento delle indagini statistiche al fine di ottimizzare i risultati
ottenuti.

Ringrazio
Patrizia Giusti, Antonio Bertolucci, Massimo Pascale, Giovanni Mazzanti,
Sergio Tofanelli, Carlo Chines, Maodo Sylla, Erio Bosi, Daniela Giorgi,
Domenico Verducci, Riccardo Gambogi, Andrea Galardini, Rosita Mantovani,
Stefano Volponi, Nicola Baccetti, Alessandro Costato, COT (Centro Ornitologico
Toscano), Simone Stefani, Giuseppe Bertolucci, Massimo Tramontano,
Raffaello Guidi, Giovanni Santi, Roberta Bandini, Sig. Coltelli, le guardie
provinciali e volontarie e tutti coloro che hanno collaborato a vario titolo alla
realizzazione del progetto.

Letteratura citata
Baccetti N., 1988 - Lo svernamento del Cormorano in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 15: 170 pp.
Baccetti N., Giunti M., 2005 - Italian counts of wintering Great Cormorants (Phalacrocorax carbo) at the turn of the
millenium - Wetlands International Cormorant Research Group Bulletin, 6 : 44-45.
Cima O., Chines A., 2000 - “Valutazione dell’impatto sull’ecosistema della popolazione di cormorani svernanti nel bacino
idrografico del fiume Serchio” Relazione tecnica finale per l’Amministrazione Provinciale di Lucca – Settore Caccia pesca
agricoltura e foreste.
Chines A. e Cima O., 2001 - Dinamica della popolazione svernante di Cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis) nel
bacino idrografico del fiume Serchio. Avocetta, Journal of Ornithology, 25:49.
C.O.T.- Centro Ornitologico Toscano. Banca Dati - Censimenti acquatici 1998-2004
Giglioli E.H., 1889 - Primo resoconto della Inchiesta Ornitologica in Italia. Parte prima. Avifauna Italica. Le Monnier,
Firenze.
Giglioli E.H., 1890 - Primo resoconto della Inchiesta Ornitologica in Italia. Parte seconda. Avifaune Locali. Le Monnier,
Firenze.
Pascale M. 1999a - L'ittiofauna dei corsi d’acqua della media valle Serchio - Bacino del fiume Serchio, sottobacini dei
torrenti Corsonna, Loppora, Ania, Turrite Cava, Segone, Suricchiana. Comune di Barga. 90 pp.
Pascale M. 1999b - L'ittiofauna dei corsi d’acqua della media valle Serchio. 72 pp.
Pascale M. 2005 - Interazione tra avifauna ittiofaga e comunità ittica del fiume Serchio: risultati preliminari e confronto
con analoghe situazioni riscontrate nel bacino del fiume Po. Atti Tavola Rotonda “Cormorani e fauna ittica: esperienze a
confronto” Provincia di Lucca.
Troillet B., 1993 - Un nouveau moyen d'effarouchement: le fucil laser. Bulletin Mensuel Office National Chasse, 178:50-
54.
Volponi S., 2001 - Il piano sperimentale per la riduzione dell'impatto di predazione indotto dal cormorano Phalacrocorax
carbo (Linnaeus, 1758) svernante nel Delta del Po veneto. Atti 3° Convegno faunisti veneti. Associazione Faunisti Veneti,
Boll. Mus. Civ. St. Nat. Venezia, suppl. al Vol. 51:52-61.
Volponi S., 2005 - Progetto REDCAFE: un approccio pan-europeo per la risoluzione del conflitto tra cormorani e
pescatori. Atti Tavola Rotonda “Cormorani e fauna ittica: esperienze a confronto” Provincia di Lucca.