Eni in Basilicata, Local Report 2012

Eni in Basilicata, Local Report 2012 Eni in Basilicata, Local Report 2012

04.06.2013 Views

62 63 eni in Basilicata Il sistema di monitoraggio e controllo ambientale all’esterno del COVA Il Progetto di Monitoraggio Ambientale del COVA è unico in Italia e all’avanguardia in Europa per complessità, numero e modernità delle tecnologie impiegate e colloca la Val d’Agri al massimo livello di eccellenza per tecnologie e standard impiegati, qualità ed efficacia del monitoraggio integrato delle matrici ambientali. Esso ha l’obiettivo di monitorare, in continuo e con approccio previsionale, i parametri ambientali connessi alle attività di trattamento degli idrocarburi effettuate all’interno del COVA, è stato approvato dalla Regione Basilicata e dall’ARPAB nell’ambito dei procedimenti autorizzativi di legge e si avvale del continuo supporto di università e specialisti di prestigio. Il sistema di monitoraggio comprende: • 5 centraline per la qualità dell’aria, dotate di analizzatori e sensori in grado di misurare fino a 18 sostanze e miscele inquinanti; • 4 centraline per il rumore, in corrispondenza dei recettori sensibili e dei centri abitati di Viggiano e Grumento Nova; • 15 stazioni di rilevamento dell’attività microsismica (area di indagine: 1.500 kmq), interfacciate con la rete sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; • 1 rete per il monitoraggio di acque superficiali (7 punti di campionamento); • 1 rete per il monitoraggio delle acque sotterranee (4 piezometri in essere, ulteriori 16 piezometri in fase di realizzazione); • 1 rete per il monitoraggio del suolo e sottosuolo (8 punti di rilevamento attuali ai quali si aggiungono altri 20 previsti). In corso di sviluppo, insieme ad ARPA Basilicata, sono le reti di monitoraggio delle emissioni odorigene mediante tecnologia dell’olfattometria dinamica e l’utilizzo di “nasi elettronici”, degli ecosistemi (flora e fauna) e per il biomonitoraggio (bioindicatori e biosensori). Il sistema di monitoraggio permette di adottare in modo preventivo e tempestivo le eventuali misure di mitigazione che risultino necessarie. La rete di acquisizione di dati di microsismicità naturale e/o indotta della Val D’Agri, è attiva dal 2001 ed è costituita da 15 stazioni distribuite su un’area di 1500 km 2 . Ciascuna stazione consente di acquisire in continuo i dati di microsismicità. Qualità dell’aria La rete di monitoraggio è stata definita sulla base di un modello di dispersione degli inquinanti, per la stima delle ricadute all’esterno del COVA e la definizione dell’ubicazione delle centraline di misura. La rete consente il monitoraggio in continuo dei principali parametri per la misura della qualità dell’aria, anche attraverso campionatori innovativi in Remote Sensing, quali: • monossido di carbonio (CO); • composti dello zolfo (H 2 S, SO 2 ) e composti odorigeni solforati; • ossidi di azoto (NO, NO 2 , NO X ); • ozono (O3); • composti aromatici (Benzene, Toluene, Xileni, IPA); • metano, composti nonmetanici; • polveri sottili (PM10, PM2.5) e metalli. Il valore limite dell’SO 2 (anidride solforosa) sulle 24 ore (da non superare più di 3 volte l’anno) è 125 μg/m 3 . Da quando sono in funzione le centraline è rispettato il limite posto ai livelli di superamento. Dalla fine del 2011 è entrata in funzione la rete di monitoraggio della qualità dell’aria costituita da cinque centraline fisse. Come stabilito dalla DGR 627/2011 le 4 centraline ubicate a Viggiano (2), Montemurro e Grumento Nova sono state trasferite, nel settembre 2012, ad ARPAB, che ora ne è proprietaria e responsabile della gestione. La centralina fissa ubicata in località puzzolente è rimasta di proprietà eni. Le misurazioni delle centraline sono mensilmente integrate con campionamenti ad hoc in punti specifici. I dati del monitoraggio continuo dell’aria realizzato attraverso le centraline ubicate nei pressi del COVA sono trasmessi alla Regione Basilicata, all’ARPAB, al Comune di Viggiano e all’Osservatorio Ambientale, insieme alle misure di alcuni parametri meteorologici (temperatura, pressione, umidità relativa, precipitazione, radiazione globale, velocità e direzione del vento). I dati delle centraline di proprietà ARPAB sono acquisiti in remoto direttamente dall’ente. I dati delle centraline confermano un buono stato della qualità dell’aria, non solo perché non è mai stato evidenziato il superamento dei limiti fissati dalla legge per le sostanze considerate inquinanti, ma anche perché le misurazioni rilevano concentrazioni di vari ordini di grandezza inferiori ai limiti. Per esempio le polveri sottili (PM10 e PM2.5) in Val d’Agri hanno livelli molto più bassi rispetto a qualsiasi centro urbano di media grandezza: per un limite fissato a 50 ppm in Val d’Agri si registrano valori inferiori a 5, mentre in alcuni centri abitati si possono registrare valori di 500 ppm o più.

Emissioni odorigene (disturbo olfattivo) Il monitoraggio delle emissioni odorigene costituisce un elemento di novità a livello nazionale, sia per la sensibilità in termini di impatto sociale, sia per la mancanza di adeguata normativa di riferimento. La difficoltà nell’identificare la portata odorigena di una sostanza spesso deriva dalla complessità della miscela delle essenze coinvolte, molte delle quali sono presenti con concentrazioni così basse da non essere identificabili con le più avanzate tecnologie di misura (in questi casi si dice che la soglia di percezione è inferiore ai limiti di rilevabilità analitica). Le emissioni odorigene derivanti dal processo produttivo degli idrocarburi sono dovute ai composti solforati. Si tratta di sostanze che si liberano dal processo di separazione di gas e acqua dal petrolio. Questi composti sono fastidiosi dal punto di vista olfattivo perché avvertibili immediatamente anche in concentrazioni molto piccole, ma non comportano effetti per la salute se in basse concentrazioni. Il potere odorigeno di queste sostanze è talmente elevato che la loro concentrazione è comunque inferiore al limite di rilevabilità degli strumenti. Al fine di progettare la rete di monitoraggio di queste sostanze, è stato costituito con gli Enti di controllo un gruppo di lavoro avente l’obiettivo di sviluppare, con il supporto delle Università più qualificate in materia, uno studio per: • l’individuazione e caratterizzazione delle fonti di emissione; • l’individuazione dei punti di immissione sensibili; • lo studio di dispersione; • la realizzazione di campagne preliminari di misura; • l’acquisizione in continuo dei valori di impatto olfattivo sia mediante misure analitiche sia mediante installazione di nasi elettronici. Anche l’idrogeno solforato (H 2 S), che è un solfuro ma non un mercaptano, ha questo tipo di odore. A differenza dei mercaptani, l’H 2 S è pericoloso al di sopra di determinate concentrazioni ed è possibile rilevarne l’odore anche in basse concentrazioni. Dall’inizio dell’attività sono state adottate le massime misure di sicurezza e di costante monitoraggio che permettono un immediato intervento al superamento di soglie di allarme. I livelli di H 2 S sono continuamente monitorati attraverso 256 sensori distribuiti lungo tutto l’impianto. I sensori sono settati a due livelli di allarme: un primo allarme a 5 ppm e uno a 10 ppm. Gli allarmi, nel caso di superamento di queste concentrazioni, sono di tipo sonoro e visivo. Le persone che lavorano nel COVA sono dotate di sensori settati a 5 ppm che, arrivati a questa soglia, iniziano a vibrare, suonare e lampeggiare. Nell’eventualità che ciò dovesse accadere, il Piano prevede che i lavoratori si allontanino, l’area sia evacuata e intervenga una squadra di emergenza munita di autorespiratori e sensori che misuri l’esatta quantità di concentrazione di H 2 S e non solo le soglie. Solo dopo aver accertato la causa dello stato di attenzione e il ripristino delle normali condizioni, viene consentito nuovamente l’accesso dei lavoratori all’interno dell’impianto o di parte di esso. Dall’inizio delle attività di produzione in Val d’Agri, non è mai stato registrato alcun incidente causato da fughe di H 2 S. Anche se qualche frazione di ppm viene accidentalmente dispersa in aria, essa non va all’esterno del COVA poiché si disperde molto prima. Le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria, installate nei punti cardinali in funzione degli studi di ricaduta, affinché possano rilevare i dati con tutte le condizioni di vento possibili, registrano valori di H 2 S quasi sempre prossimi allo zero in normali condizioni di esercizio e comunque ampiamente al di sotto dei limiti normativi. Rumore Nel corso del 2011 il rilevamento del rumore e dei parametri meteo è stato effettuato con 4 centraline mobili. Dal 2012 sono state installate e attivate 4 centraline fisse definitive, che hanno sostituito le centraline provvisorie, ubicate nei pressi del COVA e nei pressi dei centri abitati più vicini all’impianto (Viggiano e Grumento Nova). Tutte le 4 centraline sono state trasferite ad ARPAB nel luglio 2012. Per le attività del COVA, poiché nel Comune di Viggiano non è stata definita la zonizzazione acustica, i limiti attualmente in vigore sono quelli nazionali per le aree industriali pari a 70 dBA, sia nel periodo diurno, sia notturno. Nel 2011 è stato avviato uno studio per la definizione del modello acustico del COVA e per l’identificazione delle misure mitigative implementabili. Questo ha comportato 740 misurazioni per la maggior parte interne all’impianto volte a identificare le caratteristiche emissive delle apparecchiature e delle diverse isole di processo. Le 66 misurazioni esterne sono state acquisite da 11 postazioni situate nelle immediate vicinanze dell’impianto, scelte in posizioni in cui il rumore dell’impianto fosse ben distinguibile e le altre sorgenti di rumorosità fossero identificabili e il loro contributo rimovibile. 256 sensori di monitoraggio continuo dei livelli di H 2 S presso il COVA monitoraggio H 2S

Emissioni odorigene<br />

(disturbo olfattivo)<br />

Il monitoraggio delle<br />

emissioni odorigene<br />

costituisce un elemento di<br />

novità a livello nazionale, sia<br />

per la sensibilità <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

di impatto sociale, sia per<br />

la mancanza di adeguata<br />

normativa di riferimento.<br />

La difficoltà nell’identificare<br />

la portata odorigena di una<br />

sostanza spesso deriva<br />

dalla complessità della<br />

miscela delle essenze<br />

co<strong>in</strong>volte, molte delle<br />

quali sono presenti con<br />

concentrazioni così basse da<br />

non essere identificabili con<br />

le più avanzate tecnologie di<br />

misura (<strong>in</strong> questi casi si dice<br />

che la soglia di percezione è<br />

<strong>in</strong>feriore ai limiti di rilevabilità<br />

analitica). Le emissioni<br />

odorigene derivanti dal<br />

processo produttivo degli<br />

idrocarburi sono dovute ai<br />

composti solforati. Si tratta<br />

di sostanze che si liberano<br />

dal processo di separazione<br />

di gas e acqua dal petrolio.<br />

Questi composti sono<br />

fastidiosi dal punto di vista<br />

olfattivo perché avvertibili<br />

immediatamente anche<br />

<strong>in</strong> concentrazioni molto<br />

piccole, ma non comportano<br />

effetti per la salute se <strong>in</strong><br />

basse concentrazioni. Il<br />

potere odorigeno di queste<br />

sostanze è talmente elevato<br />

che la loro concentrazione è<br />

comunque <strong>in</strong>feriore al limite<br />

di rilevabilità degli strumenti.<br />

Al f<strong>in</strong>e di progettare la rete<br />

di monitoraggio di queste<br />

sostanze, è stato costituito<br />

con gli Enti di controllo un<br />

gruppo di lavoro avente<br />

l’obiettivo di sviluppare, con<br />

il supporto delle Università<br />

più qualificate <strong>in</strong> materia, uno<br />

studio per:<br />

• l’<strong>in</strong>dividuazione e<br />

caratterizzazione delle<br />

fonti di emissione;<br />

• l’<strong>in</strong>dividuazione dei punti di<br />

immissione sensibili;<br />

• lo studio di dispersione;<br />

• la realizzazione di<br />

campagne prelim<strong>in</strong>ari di<br />

misura;<br />

• l’acquisizione <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo<br />

dei valori di impatto<br />

olfattivo sia mediante<br />

misure analitiche sia<br />

mediante <strong>in</strong>stallazione di<br />

nasi elettronici.<br />

Anche l’idrogeno solforato<br />

(H 2 S), che è un solfuro<br />

ma non un mercaptano,<br />

ha questo tipo di odore. A<br />

differenza dei mercaptani,<br />

l’H 2 S è pericoloso al di<br />

sopra di determ<strong>in</strong>ate<br />

concentrazioni ed è possibile<br />

rilevarne l’odore anche<br />

<strong>in</strong> basse concentrazioni.<br />

Dall’<strong>in</strong>izio dell’attività sono<br />

state adottate le massime<br />

misure di sicurezza e di<br />

costante monitoraggio che<br />

permettono un immediato<br />

<strong>in</strong>tervento al superamento<br />

di soglie di allarme. I livelli<br />

di H 2 S sono cont<strong>in</strong>uamente<br />

monitorati attraverso 256<br />

sensori distribuiti lungo tutto<br />

l’impianto. I sensori sono<br />

settati a due livelli di allarme:<br />

un primo allarme a 5 ppm<br />

e uno a 10 ppm. Gli allarmi,<br />

nel caso di superamento<br />

di queste concentrazioni,<br />

sono di tipo sonoro e visivo.<br />

Le persone che lavorano<br />

nel COVA sono dotate di<br />

sensori settati a 5 ppm che,<br />

arrivati a questa soglia,<br />

<strong>in</strong>iziano a vibrare, suonare e<br />

lampeggiare. Nell’eventualità<br />

che ciò dovesse accadere, il<br />

Piano prevede che i lavoratori<br />

si allontan<strong>in</strong>o, l’area sia<br />

evacuata e <strong>in</strong>tervenga<br />

una squadra di emergenza<br />

munita di autorespiratori e<br />

sensori che misuri l’esatta<br />

quantità di concentrazione di<br />

H 2 S e non solo le soglie. Solo<br />

dopo aver accertato la causa<br />

dello stato di attenzione<br />

e il riprist<strong>in</strong>o delle normali<br />

condizioni, viene consentito<br />

nuovamente l’accesso<br />

dei lavoratori all’<strong>in</strong>terno<br />

dell’impianto o di parte di<br />

esso. Dall’<strong>in</strong>izio delle attività<br />

di produzione <strong>in</strong> Val d’Agri,<br />

non è mai stato registrato<br />

alcun <strong>in</strong>cidente causato<br />

da fughe di H 2 S. Anche se<br />

qualche frazione di ppm viene<br />

accidentalmente dispersa <strong>in</strong><br />

aria, essa non va all’esterno<br />

del COVA poiché si disperde<br />

molto prima. Le central<strong>in</strong>e<br />

di monitoraggio della qualità<br />

dell’aria, <strong>in</strong>stallate nei punti<br />

card<strong>in</strong>ali <strong>in</strong> funzione degli<br />

studi di ricaduta, aff<strong>in</strong>ché<br />

possano rilevare i dati con<br />

tutte le condizioni di vento<br />

possibili, registrano valori di<br />

H 2 S quasi sempre prossimi<br />

allo zero <strong>in</strong> normali condizioni<br />

di esercizio e comunque<br />

ampiamente al di sotto dei<br />

limiti normativi.<br />

Rumore<br />

Nel corso del 2011 il<br />

rilevamento del rumore e<br />

dei parametri meteo è stato<br />

effettuato con 4 central<strong>in</strong>e<br />

mobili. Dal <strong>2012</strong> sono<br />

state <strong>in</strong>stallate e attivate 4<br />

central<strong>in</strong>e fisse def<strong>in</strong>itive,<br />

che hanno sostituito le<br />

central<strong>in</strong>e provvisorie,<br />

ubicate nei pressi del COVA<br />

e nei pressi dei centri<br />

abitati più vic<strong>in</strong>i all’impianto<br />

(Viggiano e Grumento Nova).<br />

Tutte le 4 central<strong>in</strong>e sono<br />

state trasferite ad ARPAB nel<br />

luglio <strong>2012</strong>. Per le attività del<br />

COVA, poiché nel Comune di<br />

Viggiano non è stata def<strong>in</strong>ita<br />

la zonizzazione acustica, i<br />

limiti attualmente <strong>in</strong> vigore<br />

sono quelli nazionali per le<br />

aree <strong>in</strong>dustriali pari a 70<br />

dBA, sia nel periodo diurno,<br />

sia notturno. Nel 2011 è<br />

stato avviato uno studio per<br />

la def<strong>in</strong>izione del modello<br />

acustico del COVA e per<br />

l’identificazione delle misure<br />

mitigative implementabili.<br />

Questo ha comportato 740<br />

misurazioni per la maggior<br />

parte <strong>in</strong>terne all’impianto<br />

volte a identificare le<br />

caratteristiche emissive<br />

delle apparecchiature e delle<br />

diverse isole di processo.<br />

Le 66 misurazioni esterne<br />

sono state acquisite da<br />

11 postazioni situate<br />

nelle immediate vic<strong>in</strong>anze<br />

dell’impianto, scelte <strong>in</strong><br />

posizioni <strong>in</strong> cui il rumore<br />

dell’impianto fosse ben<br />

dist<strong>in</strong>guibile e le altre<br />

sorgenti di rumorosità<br />

fossero identificabili e il loro<br />

contributo rimovibile.<br />

256<br />

sensori di<br />

monitoraggio<br />

cont<strong>in</strong>uo dei livelli<br />

di H 2 S presso il COVA<br />

monitoraggio H 2S

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