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IL LIBRO D'AMORE (.pdf) - Voglio Vivere ONLUS

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Ben presto emersero dalla foresta dei volti impauriti, poi dei corpi<br />

scheletrici.<br />

Gridai loro di avvicinarsi, alcuni fuggirono; gli altri, senza dubbio più<br />

coraggiosi, rimasero immobili, senza smettere di guardarmi, con gli<br />

occhi fissi e doloranti.<br />

Chiesi alla nostra guida:<br />

- Chi sono questi uomini?<br />

- Lebbrosi, mi rispose.<br />

- Perché sono là?<br />

- Sono lebbrosi.<br />

- Ho capito, ma non starebbero meglio al villaggio? Cosa hanno<br />

fatto per esserne esclusi?<br />

- Sono lebbrosi, mi rispose l’uomo taciturno e testardo.<br />

- Vengono curati, almeno?<br />

Allora il mio interlocutore alzò le spalle e se ne andò senza dire<br />

più niente.<br />

Quel giorno, ho capito che esisteva un crimine imperdonabile,<br />

degno di qualsiasi castigo, un crimine senza appelli e senza<br />

amnistia: “la lebbra. ”<br />

Ma in Europa gli avvenimenti precipitano. Hitler rioccupa la<br />

Renania. Raoul Follereau intuisce il pericolo. Scrive un libretto<br />

“Hitler, volto dell’Anticristo”.<br />

E’ anche inquieto per due paesi amici della Francia, che si<br />

preparano a schierarsi dalla parte di Hitler. Nel 1936, scrive la sua<br />

famosa conferenza “Ciò che il mondo deve alla Francia” e parte per<br />

l’Italia e la Romania. All’epoca, l’intellighenzia italiana e rumena -<br />

come quella di numerosi paesi - parla correntemente il francese.<br />

In Italia, l’incontro con Mussolini è breve.<br />

Il Duce esamina Raoul Follereau e la sua cravatta a fiocco e gli<br />

domanda che cos’è quella strana cravatta: “Per prima cosa è il<br />

segno di una differenza, poi è l’ultimo baluardo della libertà<br />

individuale” gli risponde senza esitare Raoul Follereau.<br />

Riportando questo dialogo, quarant’anni dopo, nel suo libro “La sola<br />

verità”, Raoul Follereau scriverà: “L’uomo restò senza fiato e si<br />

limitò a sorridere.”<br />

In Romania, ottiene un successo temporaneo: il Capo del Governo<br />

gli promette di non criticare più la Francia senza prima sottoporgli il<br />

suo testo.<br />

Mantiene la parola per un anno. Raoul Follereau, a quel tempo, non<br />

era che un giovane oratore di 33 anni!<br />

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