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Carnet_di_Marcia_2010_2 - Gruppo Roma 65

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Michela Bertoni ............................................................................................<br />

Cor aggio:<br />

temerarietà o virtù?<br />

Quando pensiamo alla parola coraggio<br />

ci viene semplice pensare agli eroi, alle<br />

persone che hanno fatto cose straor<strong>di</strong>narie,<br />

gesti al limite delle loro forze. Forse per<br />

questo la parola coraggio ten<strong>di</strong>amo talvolta a<br />

relegarla ad un’altra epoca storica, o ad un’altra<br />

parte del mondo, costruendoci un alibi incrollabile.<br />

La parola coraggio invece può essere più<br />

<strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> quanto non cre<strong>di</strong>amo, ed appartenerci<br />

più <strong>di</strong> quanto non immaginiamo, se proviamo a<br />

valutare criticamente il percorso che stiamo vi-<br />

Treppie<strong>di</strong>... una proposta<br />

vendo in Fuoco o in Clan. Una cosa che mi viene<br />

da <strong>di</strong>re spontaneamente è che al coraggio ci si<br />

deve auto-educare con progressione: ad ogni<br />

età ciascuno si deve abituare al confronto con le<br />

proprie paure: il bambino quelle dei bambini, gli<br />

adolescenti con le proprie, Scolte e Rover con le<br />

loro. Anche gli adulti ne hanno. Piano piano, un<br />

passo alla volta, ma sempre avanti. Ma come si<br />

fa ad essere forti <strong>di</strong> fronte alle paure, ai dubbi,<br />

alle circostanze? Un consiglio che mi permetto<br />

<strong>di</strong> dare è che se il coraggio è frutto della pro-<br />

fon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un animo che sa ascoltare la propria È la consapevolezza <strong>di</strong> avere il <strong>di</strong>ritto, ma anche<br />

coscienza, allora devo imparare a voler vedere il dovere, <strong>di</strong> conservare e promuovere la propria<br />

chiaramente…<br />

<strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> persona umana e <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no, e <strong>di</strong> essere<br />

chiamato a <strong>di</strong>fenderla da chi la nega a te ma<br />

Proviamo a confrontarci con queste frasi: anche ai più deboli. In Fuoco ti senti rispettata,<br />

“Nell’ intimo della coscienza l’uomo scopre una amata per quello che sei, ti senti immersa in una<br />

legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece Comunità che ha a cuore la tua crescita, il tuo<br />

deve obbe<strong>di</strong>re. Questa voce, che lo chiama sem- bene, all’interno <strong>di</strong> regole uguali per tutti, che<br />

pre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, ti spronano a tirare fuori il meglio. E puoi fare il<br />

al momento opportuno risuona nell’ intimità del “salto” per capire che cos’è il bene comune, <strong>di</strong><br />

cuore: fa questo, evita quest’altro.” [*]<br />

cui sarai chiamata ad occuparti sempre: il bene<br />

Quin<strong>di</strong> se tu sei abituata a guardarti dentro, a comune non sono le cose (o meglio non solo),<br />

lasciar parlare Dio almeno nella tua coscienza ma le persone. Se penso a questo tipo <strong>di</strong> co-<br />

riesci ad attingere forza da questi momenti per raggio, non posso non pensare alle Aquile Ran-<br />

fare scelte, adottare comportamenti coraggiosi dagie: a come non hanno ceduto <strong>di</strong> fronte alle<br />

(per qualcuno anche folli).<br />

limitazioni alle attività scout imposte dal fascismo<br />

perché avevano capito che ciò che veniva<br />

C’è un coraggio che lo scout deve coltivare: imposto con le regole era contrario allo svilup-<br />

quello civile, quello connesso non a qualcuno po della persona, ed alla sua <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> fi glio <strong>di</strong><br />

da combattere, ma ad un patrimonio comune <strong>di</strong> Dio. Lo scoutismo ti educa al rispetto degli altri<br />

leggi e norme da conoscere e <strong>di</strong>fendere perché ed alla libertà, e le restrizioni imposte all’epoca<br />

garantiscono la libertà, la giustizia e la possibilità non andavano in questa <strong>di</strong>rezione, anzi, ne erano<br />

<strong>di</strong> vivere la vera fraternità, che consente “a per- all’opposto.<br />

sone che sono eguali nella loro <strong>di</strong>gnità e nei loro La storia è piena <strong>di</strong> esempi <strong>di</strong> persone che non<br />

<strong>di</strong>ritti fondamentali <strong>di</strong> esprimere <strong>di</strong>versamente hanno imbracciato le armi ma, sempre con civil-<br />

il loro carisma ed il loro piano <strong>di</strong> vita”* . [*] tà e mitezza, hanno <strong>di</strong>feso i valori della persona,<br />

ciascuno a proprio modo e nel proprio ambito,<br />

[* Gau<strong>di</strong>um et spes]<br />

pensando non <strong>di</strong> fare qualcosa <strong>di</strong> memorabile<br />

ma solo qualcosa <strong>di</strong> giusto e necessario: Gandhi,<br />

nella lotta politica per l’in<strong>di</strong>pendenza ma<br />

con la non-violenza, Rosario Livatino nella giustizia,<br />

Anna Politkovskaja nel giornalismo. L’elenco<br />

è grande, davvero grande, per fortuna, e tanti,<br />

anche se non sono volti e nomi conosciuti, sono<br />

persone altrettanto preziose, come possiamo<br />

essere anche oggi tutti noi. Invitati ad essere<br />

meno eroe e più “buon citta<strong>di</strong>no”.<br />

16 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

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