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Carnet_di_Marcia_2010_2 - Gruppo Roma 65

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Cadendo da Cavallo... infuocando il mondo<br />

don Fabio Gollinucci ..................................................................................... che è possibile un incontro forte e autentico con fare silenzio e creare uno spazio suffi ciente per<br />

Coraggio,<br />

non abbiate paura,<br />

sono IO.<br />

Luca, cap. 8, 19 - 25<br />

E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma<br />

non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli<br />

fecero sapere: “Tua madre e i tuoi fratelli stanno<br />

fuori e desiderano vederti”. Ma egli rispose loro:<br />

“Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro<br />

che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la mettono in<br />

pratica”. E avvenne che, uno <strong>di</strong> quei giorni, Gesù<br />

salì su una barca con i suoi <strong>di</strong>scepoli e <strong>di</strong>sse loro:<br />

“Passiamo all’altra riva del lago”. E presero il largo.<br />

Ora, mentre navigavano, egli si addormentò.<br />

Una tempesta <strong>di</strong> vento si abbatté sul lago, imbarcavano<br />

acqua ed erano in pericolo. Si accostarono<br />

a lui e lo svegliarono <strong>di</strong>cendo: “Maestro,<br />

maestro, siamo perduti!”. Ed egli, destatosi, minacciò<br />

il vento e le acque in tempesta: si calmarono<br />

e ci fu bonaccia. Allora <strong>di</strong>sse loro: “Dov’è la<br />

vostra fede?”. Essi, impauriti e stupiti, <strong>di</strong>cevano<br />

l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che comanda<br />

anche ai venti e all’acqua, e gli obbe<strong>di</strong>scono?”.<br />

Lo stile comunicativo <strong>di</strong> Gesù rivela la sua<br />

volontà <strong>di</strong> non indottrinare gli ascoltatori<br />

ma <strong>di</strong> portarli alla conoscenza profonda e<br />

all’adesione libera. Il Vangelo è come un amico<br />

che vuole con<strong>di</strong>videre con me qualcosa <strong>di</strong> bello<br />

che gli è capitato: il suo racconto risveglia in<br />

me sentimenti e desideri, mentre nascono domande<br />

dal profondo del cuore che mi mettono<br />

in atteggiamento <strong>di</strong> ricerca e anche in crisi. Per<br />

rispondere alla domanda più importante del Vangelo,<br />

“Chi è costui?”, è necessario un gesto <strong>di</strong><br />

grande coraggio. Infatti non è possibile conoscere<br />

Gesù senza prima liberarsi delle false immagini<br />

<strong>di</strong> Dio, che si sono accumulate nel corso<br />

della vita e senza rinunciare a dare per scontato<br />

che l’idea <strong>di</strong> Dio che è al momento presente in<br />

me, sia quella giusta. L’evangelista Luca ci offre<br />

la testimonianza personale e della sua comunità<br />

il Cristo vivo. Nel racconto evangelico è contenuta<br />

la via nuova per passare dalla paura paralizzante<br />

al coraggio liberante, frutto dello Spirito<br />

nell’uomo che si decide a “provare”. Il primo<br />

gesto coraggioso richiesto è quello <strong>di</strong> ascoltare<br />

veramente chi sta parlando. Se questa è la<br />

con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile per la verità <strong>di</strong> qualunque<br />

relazione umana, lo è ancora <strong>di</strong> più per<br />

la Parola <strong>di</strong> Dio. Ascoltare veramente signifi ca<br />

obbe<strong>di</strong>re, cioè lasciar entrare dentro al proprio<br />

cuore quello che l’altro mi sta donando; sintonizzarsi<br />

sul cuore dell’altro e sulle sue intenzioni per<br />

accogliere e con<strong>di</strong>videre quella parte-<strong>di</strong>-sè che<br />

vuole comunicare. Il coraggio consiste allora nel<br />

permettere l’incontro. Per Gesù la vera e nuova<br />

relazione materna e fraterna nasce dall’ascolto<br />

profondo, attraverso il quale viene trasmessa la<br />

forza <strong>di</strong> vivere (mettere in pratica) quanto l’altro<br />

ha comunicato. Nel cammino con Cristo, il passo<br />

successivo all’ascolto/obbe<strong>di</strong>enza richiede<br />

ancora più coraggio: una volta accolto Gesù (sulla<br />

propria barca) è necessario rimanervi e continuare<br />

a credere anche se lui sembra assente<br />

perché dorme. La sua fi ducia lo rende tranquillo<br />

ed affi dato al Padre anche nel mezzo della tempesta.<br />

La nostra poca fede, invece, ci fa entrare<br />

nella paura e angoscia; non siamo ancora pronti<br />

ad affrontare la fatica della vita e della morte<br />

con Lui che ha detto <strong>di</strong> voler rimanere sempre<br />

con noi. Il coraggio <strong>di</strong> credere è dunque l’unica<br />

possibilità che ci viene data per un vero incontro<br />

che non si limiti alla conoscenza superfi ciale o<br />

allo scambio <strong>di</strong> idee. Il rischio della fede richiede<br />

non tanto un coraggio eroico, fatto <strong>di</strong> gesti<br />

eccezionali, quanto la fedeltà <strong>di</strong> ogni giorno e <strong>di</strong><br />

ogni gesto alla Parola <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a del Padre,<br />

alla sua volontà assoluta <strong>di</strong> rimanere comunque<br />

con noi e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre la gioia <strong>di</strong> educare altri<br />

ad affi darsi a Dio senza riserve.<br />

don Fabio Gollinucci<br />

QUESTO VANGELO PER NOI OGGI<br />

• Io come reagisco dopo aver ascoltato il racconto <strong>di</strong> Gesù che calma/vince la tempesta sul lago?<br />

• Io come reagisco alle “ tempeste”? perchè?<br />

• Nelle “ tempeste” riesco a cogliere la “presenza” del Padre che proprio in esse interviene?<br />

• E allora: quale risposta io posso dare alla domanda “Ma chi è costui?” , anche quando sono nella “ tempesta”?<br />

• Noi, come comunità, siamo “nella tempesta”? perchè?<br />

• Qual è la Mia/Nostra risposta <strong>di</strong> vita?<br />

14 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

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