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Cadendo da Cavallo... infuocando il mondo<br />
don Fabio Gollinucci ..................................................................................... che è possibile un incontro forte e autentico con fare silenzio e creare uno spazio suffi ciente per<br />
Coraggio,<br />
non abbiate paura,<br />
sono IO.<br />
Luca, cap. 8, 19 - 25<br />
E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma<br />
non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli<br />
fecero sapere: “Tua madre e i tuoi fratelli stanno<br />
fuori e desiderano vederti”. Ma egli rispose loro:<br />
“Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro<br />
che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la mettono in<br />
pratica”. E avvenne che, uno <strong>di</strong> quei giorni, Gesù<br />
salì su una barca con i suoi <strong>di</strong>scepoli e <strong>di</strong>sse loro:<br />
“Passiamo all’altra riva del lago”. E presero il largo.<br />
Ora, mentre navigavano, egli si addormentò.<br />
Una tempesta <strong>di</strong> vento si abbatté sul lago, imbarcavano<br />
acqua ed erano in pericolo. Si accostarono<br />
a lui e lo svegliarono <strong>di</strong>cendo: “Maestro,<br />
maestro, siamo perduti!”. Ed egli, destatosi, minacciò<br />
il vento e le acque in tempesta: si calmarono<br />
e ci fu bonaccia. Allora <strong>di</strong>sse loro: “Dov’è la<br />
vostra fede?”. Essi, impauriti e stupiti, <strong>di</strong>cevano<br />
l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che comanda<br />
anche ai venti e all’acqua, e gli obbe<strong>di</strong>scono?”.<br />
Lo stile comunicativo <strong>di</strong> Gesù rivela la sua<br />
volontà <strong>di</strong> non indottrinare gli ascoltatori<br />
ma <strong>di</strong> portarli alla conoscenza profonda e<br />
all’adesione libera. Il Vangelo è come un amico<br />
che vuole con<strong>di</strong>videre con me qualcosa <strong>di</strong> bello<br />
che gli è capitato: il suo racconto risveglia in<br />
me sentimenti e desideri, mentre nascono domande<br />
dal profondo del cuore che mi mettono<br />
in atteggiamento <strong>di</strong> ricerca e anche in crisi. Per<br />
rispondere alla domanda più importante del Vangelo,<br />
“Chi è costui?”, è necessario un gesto <strong>di</strong><br />
grande coraggio. Infatti non è possibile conoscere<br />
Gesù senza prima liberarsi delle false immagini<br />
<strong>di</strong> Dio, che si sono accumulate nel corso<br />
della vita e senza rinunciare a dare per scontato<br />
che l’idea <strong>di</strong> Dio che è al momento presente in<br />
me, sia quella giusta. L’evangelista Luca ci offre<br />
la testimonianza personale e della sua comunità<br />
il Cristo vivo. Nel racconto evangelico è contenuta<br />
la via nuova per passare dalla paura paralizzante<br />
al coraggio liberante, frutto dello Spirito<br />
nell’uomo che si decide a “provare”. Il primo<br />
gesto coraggioso richiesto è quello <strong>di</strong> ascoltare<br />
veramente chi sta parlando. Se questa è la<br />
con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile per la verità <strong>di</strong> qualunque<br />
relazione umana, lo è ancora <strong>di</strong> più per<br />
la Parola <strong>di</strong> Dio. Ascoltare veramente signifi ca<br />
obbe<strong>di</strong>re, cioè lasciar entrare dentro al proprio<br />
cuore quello che l’altro mi sta donando; sintonizzarsi<br />
sul cuore dell’altro e sulle sue intenzioni per<br />
accogliere e con<strong>di</strong>videre quella parte-<strong>di</strong>-sè che<br />
vuole comunicare. Il coraggio consiste allora nel<br />
permettere l’incontro. Per Gesù la vera e nuova<br />
relazione materna e fraterna nasce dall’ascolto<br />
profondo, attraverso il quale viene trasmessa la<br />
forza <strong>di</strong> vivere (mettere in pratica) quanto l’altro<br />
ha comunicato. Nel cammino con Cristo, il passo<br />
successivo all’ascolto/obbe<strong>di</strong>enza richiede<br />
ancora più coraggio: una volta accolto Gesù (sulla<br />
propria barca) è necessario rimanervi e continuare<br />
a credere anche se lui sembra assente<br />
perché dorme. La sua fi ducia lo rende tranquillo<br />
ed affi dato al Padre anche nel mezzo della tempesta.<br />
La nostra poca fede, invece, ci fa entrare<br />
nella paura e angoscia; non siamo ancora pronti<br />
ad affrontare la fatica della vita e della morte<br />
con Lui che ha detto <strong>di</strong> voler rimanere sempre<br />
con noi. Il coraggio <strong>di</strong> credere è dunque l’unica<br />
possibilità che ci viene data per un vero incontro<br />
che non si limiti alla conoscenza superfi ciale o<br />
allo scambio <strong>di</strong> idee. Il rischio della fede richiede<br />
non tanto un coraggio eroico, fatto <strong>di</strong> gesti<br />
eccezionali, quanto la fedeltà <strong>di</strong> ogni giorno e <strong>di</strong><br />
ogni gesto alla Parola <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a del Padre,<br />
alla sua volontà assoluta <strong>di</strong> rimanere comunque<br />
con noi e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre la gioia <strong>di</strong> educare altri<br />
ad affi darsi a Dio senza riserve.<br />
don Fabio Gollinucci<br />
QUESTO VANGELO PER NOI OGGI<br />
• Io come reagisco dopo aver ascoltato il racconto <strong>di</strong> Gesù che calma/vince la tempesta sul lago?<br />
• Io come reagisco alle “ tempeste”? perchè?<br />
• Nelle “ tempeste” riesco a cogliere la “presenza” del Padre che proprio in esse interviene?<br />
• E allora: quale risposta io posso dare alla domanda “Ma chi è costui?” , anche quando sono nella “ tempesta”?<br />
• Noi, come comunità, siamo “nella tempesta”? perchè?<br />
• Qual è la Mia/Nostra risposta <strong>di</strong> vita?<br />
14 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />
B - <strong>2010</strong><br />
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