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Periodico ROC - La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - MP/GENOVA NO/51/2011 - n. 04 anno 118 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Taxe perçue - Tassa riscossa - CMP GE Aeroporto<br />
5/<strong>maggio</strong> <strong>2013</strong><br />
Ciao.<br />
Il dolore di una città,<br />
nel cuore <strong>della</strong><br />
Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>.<br />
Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />
osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />
... e c’era la Madre di Gesù<br />
Gv. 2,1
il Sommario<br />
7 le fonti del credere<br />
“p” come poveri, pace, progresso. e paolo VI. gianfranco parodi<br />
8 i luoghi <strong>della</strong> fede in genova<br />
santa maria delle vigne enrico quaglia<br />
9 editoriale<br />
la fecondità e il protagonismo dei “piccoli”!<br />
è il momento! marco granara<br />
10 osservatorio<br />
liberare la speranza. il mio impegno. chiara volpato<br />
l’incredibile potenza di chi spera.<br />
la ‘casa do menor’. padre renato chiera<br />
15 dal 30 giugno al 7 luglio<br />
vacanza davvero “speciale” per le famiglie...<br />
20 le ragioni del credere<br />
se il don si chiama michael gianfranco parodi<br />
dalla romania, una sola famiglia alma severino<br />
27 cronache<br />
29 momenti di vita<br />
30 il ricordo e la preghiera<br />
3 pagIne CentralI<br />
Anno <strong>della</strong> Fede.<br />
Il nostro Credo, in 9 puntate.<br />
4 scrivere e rispondere<br />
marco granara<br />
19 succede in chiesa<br />
alma severino<br />
24 due minuti per pensare<br />
nucci scipilliti, laura siccardi<br />
25 nota bene!<br />
Associato all’U.S.P.I.<br />
Unione Stampa<br />
Periodica Italiana<br />
Stampa B.N. MArCONI s.r.l.<br />
Passo ruscarolo, 71 - 16153 Genova<br />
Tel. 010.651.59.14<br />
laguardia dei piccoli 14<br />
anna gatti, nucci scipilliti<br />
pregare con i salmi... 19<br />
enrico quaglia<br />
proposte “guardiane” 25<br />
marcello monticone<br />
la fede è sempre... giovane 26<br />
ilaria giusto<br />
La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Anno 118 o n. 05<br />
Autorizzazione n. 2/84 del 17.1.1984<br />
del Tribunale di Genova
fernando primerano<br />
a proposito<br />
l’8 <strong>maggio</strong> <strong>2013</strong> Genova ha visto crollare la Torre Piloti del Porto, urtata da una<br />
nave portacontainer. Sono morte nove persone, il lutto delle famiglie è stato raccolto da tutto<br />
il Paese e da una città attonita che forse ha dato la più nobile prova di sé nel silenzio di migliaia<br />
di persone, raccolte dentro e attorno la cattedrale di San Lorenzo, per i funerali di Stato. Alla<br />
Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> si è pregato ogni giorno per le vittime e le loro famiglie: in particolare,<br />
all’indomani dei fatti, riuniti in <strong>Santuario</strong> per la Giornata di Santificazione Sacerdotale, hanno<br />
pregato insieme, con profonda intensità e comunione, l’Arcivescovo Card. Bagnasco e tutti i<br />
sacerdoti <strong>della</strong> Diocesi.<br />
Con questa pagina e con la copertina, anche la<strong>Guardia</strong> deve fare memoria, deve assumere il<br />
dolore <strong>della</strong> città e portarlo a Maria: il Card. Siri ebbe a dire che tutte le tragedie finiscono e si<br />
risolvono alla <strong>Guardia</strong>. Perché lì c’è una Madre che ha saputo soffrire e credere.<br />
Nel vangelo secondo Luca, Gesù cita un fatto di cronaca che oggi salta alla mente. “O quei<br />
diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti<br />
gli abitanti di Gerusalemme?”. Quando la morte si fa impensabile e più cieca, ci chiediamo<br />
istintivamente: perché loro? Com’è possibile andare a lavorare e non rientrare più? Trovare la<br />
fine nelle nostre stesse certezze, nel lavoro - così prezioso oggi - e nell’età del vigore? Dopo secoli<br />
di cristianesimo, ci sorprendiamo ancora a chiederci: che male hanno fatto per essere stati<br />
castigati così? Che male ho fatto? Gesù risponde che la morte non è una punizione divina ma<br />
che, se non conosceremo davvero il Padre, il castello delle nostre risposte sbagliate ci crollerà<br />
addosso allo stesso modo e sciagure come queste resteranno solo vite spezzate.<br />
Maria, la Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, ci insegni a soffrire e credere come lei, con la sua capacità<br />
di ‘meditare tutte queste cose nel silenzio’, capendo che Dio abita il luogo che nessuno vuole<br />
abitare – la desolazione dell’orfano e <strong>della</strong> vedova – perché da lì risorga la vita dei suoi figli.<br />
Anche per Francesco, Michele, Maurizio, Daniele, Davide, Marco, Giuseppe, Sergio e Gianni ci<br />
sarà un posto, preparato nell’alto, da cui continueranno a vegliare sulle rotte <strong>della</strong> vita.<br />
Don Fernando<br />
3
scrivere e rispondere<br />
Papa Francesco vincerà con l’esempio...<br />
e la pazienza!<br />
Sono bastate poche settimane di pontificato di Francesco per aumentare sensibilmente la<br />
frequenza dei fedeli ai sacramenti e per modificare in positivo l’atteggiamento, di praticanti<br />
e non, nei confronti <strong>della</strong> chiesa. Gli “ingredienti” che hanno causato questo piccolo/grande<br />
miracolo sono sostanzialmente due: la sobrietà del Papa (nel vestire, nei comportamenti quotidiani,<br />
ma anche nelle celebrazioni liturgiche) e il suo parlare senza enfasi, come un padre<br />
di famiglia. Mi sarei aspettato che - non fosse altro per un calcolo di opportunità “politica”<br />
- anche cardinali e vescovi si adeguassero a questo stile. Invece vedo che l’attrazione dei paludamenti<br />
barocchi e di atteggiamenti caratterizzati da sussiego e formalismo è ancora molto<br />
forte. Ma è possibile che i nostri pastori che, se son stati messi in quelle posizioni, saranno<br />
anche persone intelligenti, non si rendano conto che la stragrande <strong>maggio</strong>ranza dei fedeli<br />
non ne può più del loro sfarzo e del loro formalismo e vorrebbe che si comportassero come<br />
dei padri e non come personaggi da venerare?<br />
Giovanni Maria B. - Roma<br />
Anch’io considero Papa Francesco un dono di Dio per il nostro tempo e una “persona/testimone”.<br />
La constatazione che lei porta è vera, diagnosi e conclusioni rischiano di sembrare, in verità, un po’<br />
semplicistiche. Per i cambiamenti in profondità ci vuole ben altro da parte del Papa e di tutti. E comunque<br />
siamo alle solite. Giovanni Battista ha fatto scelte di vita molto radicali con un forte seguito<br />
popolare, scelte di vita meno radicali quelle di Gesù – pur sempre in linea con una forte essenzialità<br />
– con alterne vicende in senso di imitazione e di seguito. Gesù stesso ha dato l’esempio e poi... non ha<br />
imposto stili e regimi di vita, né ai singoli, né ai gruppi. Ha detto chi è “beato” e chi “essendo ricco,<br />
molto difficilmente entrerà nel Regno”; ha detto anche “guai a voi” a gente che sembrava avere già<br />
la sua “ricompensa” nell’adeguamento ad un certo stile di vita. Che doveva dire e fare di più, nel<br />
rispetto <strong>della</strong> libertà dei figli di Dio? Tutti, da sempre, abbiamo avuto di più dalle testimonianze<br />
che dalle “regole”. E così sarà sempre. Anche Papa Francesco non demorderà da questa linea.<br />
Sta davvero a noi non bearci di un portabandiera così affascinante, ma di seguirlo tutti a<br />
ruota. Se lo stimiamo davvero e se vogliamo bene alla verità delle cose e alla Chiesa.<br />
Liberi tutti – e per questo tutti più responsabili – di imitarlo o solo di ammirarlo. Se<br />
poi i nostri pastori fossero i primi a disattendere... Ahi! Ahi! Il giudizio sarà nei<br />
fatti stessi conseguenti, nel riconoscimento di Dio e <strong>della</strong> sua gente e non nelle<br />
critiche di nuovi “puri” e magari incoerenti.<br />
4
Dalla cronaca...<br />
ai principi. Chi<br />
sa se impareremo<br />
a vivere?<br />
E così siamo tornati a Napolitano.<br />
Carissimo don Marco,<br />
dove andremo a finire? Non<br />
è questione di Napolitano sì<br />
o Napolitano no, sento gente<br />
che fa discorsi di complotti,<br />
dietrologie in libertà che<br />
tanto nessuno può provare.<br />
Però la debolezza del nostro<br />
Parlamento, i veti incrociati,<br />
lo squasso di un certo partito<br />
che solo sei mesi fa si vantava<br />
di essere il più trasparente<br />
e democratico, ecco...<br />
comunque la si pensi, tutto<br />
questo mi fa cadere le braccia.<br />
E la soluzione ‘rivoluzionaria’<br />
offerta da Grillo, mi fa<br />
solo una gran paura. Sarà che<br />
sono vecchio. Grazie per la<br />
risposta.<br />
Germano V. – San Remo (IM)<br />
La sua domanda e la mia risposta<br />
legate all’attualità... sono<br />
già vecchie. Questi “assoluti da<br />
primissima pagina” svaniscono<br />
in poche ore, provvisori e fragili.<br />
Chi ricorda più – a un mese<br />
solo dalle elezioni – di certi<br />
personaggi che hanno tenuto le<br />
prime pagine per decenni? Che<br />
rimane? Le sue braccia penzoloni?<br />
Serve farsi cadere le braccia<br />
e indignarsi? Non è meglio<br />
riflettere con qualche punto di<br />
riferimento più forte e più stabile<br />
e, dopo giusta riflessione,<br />
disporsi a “cambiare registro” a<br />
tutti i livelli, in alto e in basso?<br />
La Politica (noti la P maiuscola!)<br />
è fatta da persone ragione-<br />
risponde mons. marco granara, rettore del santuario<br />
rettore@santuarioguardia.it<br />
voli, motivate e oneste. Oppure<br />
è “disfatta” da altri milioni di<br />
“quaqquaraquà”. A noi la scelta<br />
di campo, senza una parola<br />
in più. Io vorrei dire – presuntuosissimamente<br />
– che fanno<br />
Politica sempre (365 giorni<br />
all’anno e 24 ore su 24) coloro<br />
che abitualmente annunciano<br />
il Vangelo, con opere e parole.<br />
Credo che se tutti gli indignati<br />
onesti tornassero ad azzerare<br />
tutto e ripartissero tutti da qui...<br />
vedremmo i “cieli nuovi e le terre<br />
nuove” promessi da Gesù.<br />
Gesù non si è lasciato “ridurre”<br />
a nessun regime – gli apostoli<br />
per tre anni lo tirarono per la<br />
tunica in questo senso – a costo<br />
di rimanere solo e morire in croce<br />
tradito anche dai fedelissimi.<br />
Ma poi... Questo è il nostro “riferimento<br />
stabile” cui accennavo<br />
sopra. I Thomas Moore del<br />
passato, gli Alcide De Gasperi,<br />
i Giorgio La Pira, i Konrad<br />
Adenauer, le Tine Anselmi... e<br />
decine di altri, hanno ragionato<br />
e fatto Politica così. E hanno lasciato<br />
segni indelebili e apprezzati<br />
da tutti. I “quaqquaraquà”<br />
svaniscono come neve al sole e<br />
lasciano solo danni...<br />
Sofferenze inflitte<br />
e/o sofferenze<br />
portate?<br />
Reverendo Rettore, forse<br />
perché ho un’anima troppo<br />
sensibile, ogni giorno faccio<br />
il conto delle notizie terribili,<br />
tra guerre e violenze private.<br />
Alcuni fatti mi colpiscono<br />
particolarmente, sofferenze<br />
fuori misura inflitte anche ai<br />
bambini, come avviene per<br />
esempio in Siria. Ogni volta<br />
mi scandalizzo e mi sembra<br />
proprio che Dio non esiste<br />
o se esiste non risponde.<br />
Lei mi dirà sicuramente che<br />
sono come quelli che dissero<br />
a Gesù: venga Dio a salvarti,<br />
se sei suo figlio. Allo stesso<br />
modo io dico: fai qualcosa,<br />
Dio, se esisti. Il tuo silenzio<br />
su fatti tanto assurdi sta indebolendo<br />
la mia fede.<br />
Rachele D.M. - Genova<br />
Il cosiddetto “silenzio di Dio”!<br />
Credo che la migliore risposta<br />
l’abbia data Papa Francesco la<br />
sera <strong>della</strong> Via Crucis <strong>2013</strong> al<br />
Colosseo. Senta se può bastare.<br />
“In questa notte deve rimanere<br />
solo una parola, che è la Croce<br />
stessa. La croce di Gesù è la<br />
Parola con cui Dio ha risposto<br />
al male del mondo. A volte ci<br />
sembra che Dio non risponda<br />
al male, che rimanga in silenzio.<br />
In realtà Dio ha parlato,<br />
ha risposto e la sua Parola è la<br />
Croce di Cristo: una parola che<br />
è amore, misericordia, perdono.<br />
È anche giudizio: Dio ci giudica<br />
amandoci. Cari fratelli, la parola<br />
<strong>della</strong> Croce è anche la risposta<br />
dei cristiani al male che<br />
continua ad agire in noi e intorno<br />
a noi. Rispondere al male<br />
col bene, prendendo su di sé la<br />
Croce, come Gesù.” Il fatto che<br />
poi “quella croce così portata”<br />
(si ricordino i martiri, seme di<br />
nuovi cristiani, di passione, di<br />
eroismi e d’amore) sia fiorita<br />
di fatti di portata colossale e<br />
incontrovertibile è la risposta<br />
fattuale al presunto silenzio di<br />
Dio e dei cristiani. Tutto questo<br />
la convince? A me sì. E molto!<br />
5
scrivere e rispondere<br />
Una figlia<br />
che non sorride<br />
“mai”...<br />
Egr. Rettore, ho una figlia di<br />
25 anni, una brava ragazza,<br />
ha ideali e sensibilità, è fidanzata,<br />
ha un sacco di amici, è<br />
quasi alla fine degli studi ed è<br />
pure attiva in parrocchia. Però,<br />
non ha quasi mai il sorriso sulle<br />
labbra. Sempre seria se non<br />
scura in volto. È così da diversi<br />
anni. Prima solo con noi di<br />
casa, ultimamente anche con<br />
il suo ragazzo. Anche altri, nel<br />
quartiere, ci hanno riportato<br />
questa cosa, che ci addolora.<br />
La nostra impressione è che va<br />
avanti ma non sa dove né perché.<br />
Vive alla giornata. Ogni<br />
tanto provo a chiederle perché<br />
non sorride o che progetti<br />
ha e lei risponde che non sa.<br />
Discorso finito. Ho letto il suo<br />
scritto sull’essenziale, di qualche<br />
numero fa. Come si fa a<br />
suscitare questa riflessione in<br />
una persona che sembra non<br />
avere il coraggio o la voglia di<br />
riflettere?<br />
Vittoria D.P. - Genova<br />
Certo che quanto mi dice fa<br />
pensare... Quando la “normalità”<br />
è caratterizzata da costanti<br />
anomalie come queste, si può<br />
legittimamente pensare ad altri<br />
elementi, più prossimi alla<br />
patologia. A quel punto il cuore<br />
non basta, forse – con estrema<br />
prudenza e con la garanzia di<br />
mettersi in buone mani – vale la<br />
pena ascoltare anche specialisti<br />
garantiti da sapienza ed esperienza,<br />
senza fare <strong>della</strong> propria<br />
figlia un “caso”. Pedagogica-<br />
6<br />
mente, senza forzare, ma con<br />
pazienza e fermezza insieme,<br />
la strada maestra è aiutarla gradualmente<br />
a “uscire da se stessa”<br />
con gesti di apertura e solidarietà<br />
verso altri. La nostra “macchina<br />
interiore” è stata pensata<br />
per amare nel concreto: ogni atto<br />
d’amore verso altri è un atto di<br />
vita. Ogni forma di egocentrismo<br />
è premessa alla frustrazione<br />
dell’implosione distruttiva. Aiutatela<br />
(fatelo con lei voi stessi) ad<br />
uscire dalla logica <strong>della</strong> “voglia”<br />
e fatele gradualmente gustare la<br />
gioia del “sacrificio per amore”.<br />
Incoraggiatela sempre. Gioite<br />
delle sue piccole conquiste in<br />
merito. Tornerà a sorridere. Prego<br />
per voi e per lei. Coraggio!<br />
Fede e preghiere<br />
“corrette”...<br />
Caro Don Marco, durante le<br />
preghiere serali o dopo l’esame<br />
di coscienza, recito l’atto di<br />
dolore che mi sembra proprio<br />
un dolore di per sé il recitarlo.<br />
Vorrei esprimerti la mia perplessità<br />
sulle parole: “...e molto<br />
più perché ho meritato i tuoi castighi...”.<br />
Dio... il Dio che nella<br />
parabola del “figliol prodigo”<br />
ci annichilisce per come ama<br />
entrambi i suoi figli... Ho recitato<br />
per anni questa preghiera<br />
senza capire cosa dicevo veramente.<br />
Non porto la tua attenzione<br />
su altre preghiere di<br />
cui tu certo hai già compreso<br />
le inadeguatezze; mi sembrava<br />
però opportuno, dopo lunga<br />
riflessione, rimarcare questo<br />
passaggio sull’Atto di Dolore<br />
che dovrebbe essere il timbro<br />
sulla confessione nella quale<br />
ci siamo rivolti al Padre per<br />
dirgli: “Ho creduto di poter<br />
fare e disfare a mio piacimento<br />
e invece... eccomi qui con<br />
le ossa rotte, aiutami ad essere<br />
come Tu mi hai pensato.” Spero<br />
di averti posto il problema<br />
nei giusti termini.<br />
Giulio e Rosanna M. - Savona<br />
Il male che a noi viene, frutto<br />
delle nostre trasgressioni – che<br />
spesso facciamo come furbesche<br />
scappatelle libertarie – è solo responsabilità<br />
nostra. Non è quindi<br />
Dio che ci “castiga”, ma siamo<br />
noi stessi che “ci facciamo<br />
del male”. Anche l’idea del “castigo<br />
di Dio per correzione dei figli<br />
peccatori” non combacia col<br />
“Dio di Gesù Cristo”. Questo è<br />
venuto per guarire, salvare e non<br />
per punire e condannare. Parlare<br />
in una formula di preghiera di<br />
“castighi” in questo senso, come<br />
“derivanti da noi” e non “da<br />
Dio”, può essere giusto. Nella<br />
formulazione classica cui tu ti<br />
riferisci, non è così. La formulazione<br />
induce a un’idea sbagliata<br />
di Dio. È per questo che<br />
noi, al <strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>,<br />
pur lasciando che ognuno faccia<br />
l’espressione di pentimento che<br />
più ricorda o preferisce, consigliamo<br />
una nuova espressione<br />
che tutti apprezzano, di chiara<br />
provenienza biblica (dal salmo<br />
50) e senza l’equivoco riscontrato.<br />
Molti la richiedono per<br />
portarsela a casa. Eccola: “Pietà<br />
di me o Signore secondo la tua<br />
misericordia - non guardare ai<br />
miei peccati e cancella tutte le<br />
mie colpe – crea in me un cuore<br />
puro e rinnova in me uno spirito<br />
di fortezza e di santità”.
le Fonti del Credere<br />
gianfranco parodi<br />
“P”come<br />
poveri, pace, progresso.<br />
e paolo VI.<br />
nel precedente articolo abbiamo parlato<br />
degli inizi del pontificato di Paolo<br />
VI. Vorremmo completare il quadro ricordando<br />
come il suo non sia stato un compito facile.<br />
La popolarità del suo predecessore, Giovanni<br />
XXIII, costituiva un pesante condizionamento<br />
per una persona schiva e riservata<br />
come Papa Montini. Alcuni suoi gesti lo fecero<br />
però subito apprezzare dalla gente. Molti<br />
ricorderanno la rinuncia alla Tiara (la triplice<br />
corona fino ad allora utilizzata dai papi).<br />
Ebbene, Paolo VI decise di metterla da parte<br />
e di venderla: il ricavato sarebbe stato<br />
destinato ai poveri. Con altrettanta determinazione<br />
proseguì nel cammino di apertura<br />
ecumenica iniziato dal suo predecessore.<br />
Una tappa fondamentale di questo percorso<br />
fu l’incontro con il Patriarca Atenagora<br />
seguito dalla “dichiarazione comune cattolico-ortodossa”<br />
del 1965. Nel 1966 eliminò<br />
l’ormai anacronistico “Indice dei libri<br />
proibiti”. Portò a compimento il Concilio<br />
Ecumenico Vaticano II aperto da Giovanni<br />
XXIII, con grande capacità di mediazione,<br />
garantendo la solidità dottrinale cattolica<br />
in un periodo di rivolgimenti ideologici<br />
ed aprendo fortemente verso i temi del Terzo<br />
mondo e <strong>della</strong> pace. Da una parte appoggiò<br />
l’”aggiornamento” e la modernizzazione<br />
<strong>della</strong> Chiesa ma, dall’altra, volle precisare,<br />
poco prima <strong>della</strong> morte, che la sua azione<br />
pontificale aveva tenuto quali punti fermi<br />
la “tutela <strong>della</strong> fede” e la “difesa <strong>della</strong><br />
vita umana”. Ecco, proprio su un aspetto<br />
di quest’ultimo punto, cioè sul controllo<br />
delle nascite, si ebbero forse le <strong>maggio</strong>ri<br />
contestazioni verso le decisioni papali. Già<br />
Giovanni XXIII aveva istituito una commissione<br />
con l’incarico di approfondire il tema.<br />
Paolo VI la confermò e ne ampliò il numero<br />
dei componenti. Pare che la <strong>maggio</strong>ranza di<br />
loro fosse favorevole ad una cauta apertura su<br />
un tema tanto sentito dalle coppie cristiane.<br />
Il Papa però, alla conclusione dei lavori <strong>della</strong><br />
commissione, avocò a sé la materia e dopo<br />
lunghe e tormentate riflessioni confermò la<br />
dottrina tradizionale. Anche il tema <strong>della</strong><br />
collegialità tra il papa e i vescovi fu fonte<br />
di dissenso. Alla vigilia <strong>della</strong> convocazione<br />
del Concistoro del 1965 tenne a precisare che<br />
tale assemblea aveva solo funzioni consultive,<br />
escludendo la competenza di tale organismo<br />
per la trattazione di temi espressamente riservati<br />
al Papa. Invece fu universalmente riconosciuta<br />
come pietra miliare nei documenti<br />
emessi durante il suo pontificato l’enciclica<br />
Populorum Progressio, nella quale con<br />
molto vigore prese posizione a favore dei<br />
popoli dei paesi emergenti nella loro contrapposizione<br />
con quelli dell’opulenza. Un<br />
grande dolore causò all’anziano Papa la vicenda<br />
del suo amico Aldo Moro e il tragico<br />
epilogo del suo sequestro da parte delle Brigate<br />
Rosse (9 <strong>maggio</strong> 1978). Al rito funebre, da lui<br />
officiato in San Giovanni in Laterano, tenne<br />
una appassionata e commossa omelia, densa<br />
di riflessioni sul significato <strong>della</strong> morte. Quasi<br />
un presagio, perché tre mesi dopo, il 6 Agosto,<br />
all’età di 81 anni, anche lui terminò il<br />
suo viaggio terreno. Per la prima volta nella<br />
storia millenaria del pontificato volle che i<br />
suoi funerali fossero molto sobri e che la<br />
sepoltura avvenisse sotto una semplice lastra<br />
di pietra.<br />
7
I luoghi <strong>della</strong> Fede in genova<br />
8<br />
enrico quaglia<br />
Santa Maria delle Vigne<br />
Èil primo santuario mariano a Genova.<br />
La forte devozione alla Mamma<br />
di Gesù da parte dei genovesi ha visto, nel<br />
corso del tempo, il passaggio in questa chiesa<br />
di personaggi importanti per la fede. Fra<br />
questi possiamo citare: S. Caterina Fieschi<br />
Adorno, S. Virginia Centurione Bracelli,<br />
S. Francesco Maria da Camporosso,<br />
S. Luigi Orione, S. Paola Frassinetti,<br />
Rosa Gattorno ed Eugenia Ravasco. In<br />
questo santuario infine maturò la sua vocazione<br />
al sacerdozio Giacomo <strong>della</strong> Chiesa,<br />
futuro papa Benedetto XV. Il nome ‘Vigne’<br />
deriva dal fatto che nella zona del santuario<br />
vi erano dei vigneti.<br />
Foto: Stefano Perfumo
editoriale<br />
marco granara<br />
la fecondità e il protagonismo<br />
dei “piccoli”! È il momento!<br />
Èdi nuovo tempo di<br />
protagonismo dei “poveri”!<br />
Sì, dappertutto e sempre,<br />
ma soprattutto nell’evangelizzazione.<br />
È Gesù<br />
a consegnarci questo<br />
insegnamento, mai superato<br />
e anzi molte volte confermato<br />
nei fatti <strong>della</strong> storia<br />
<strong>della</strong> Chiesa e del mondo.<br />
“Ti ringrazio, o Padre, perché<br />
hai tenuto nascoste queste cose<br />
ai sapienti e ai dotti e le hai<br />
rivelate ai piccoli. Sì, o Padre,<br />
perché così hai deciso nella<br />
tua benevolenza!” (Lc.10,21).<br />
Una lezione mai imparata<br />
del tutto e anzi spesso<br />
disattesa? È vero, purtroppo.<br />
Ma ogni tanto – quando<br />
l’evidenza del fallimento<br />
delle nostre sicurezze e delle<br />
umane metodologie si fa<br />
più evidente – ritorna l’iniziativa<br />
di Gesù che manda<br />
i più piccoli ad evangelizzare<br />
e a ricostruire<br />
quanto i “sapienti e i dotti”<br />
avevano distrutto.<br />
È una storia che ritorna e si<br />
ripete ad ogni strettoia <strong>della</strong><br />
storia <strong>della</strong> Chiesa. “Perché<br />
mai vengono tutti da te, che<br />
non sei colto, sei piccolo, bruttino,<br />
insignificante?”, avevano<br />
chiesto i suoi frati a Francesco<br />
d’Assisi, stupiti <strong>della</strong><br />
riuscita di un uomo così senza<br />
numeri? “Perché Gesù non<br />
ha trovato altro più misero di<br />
me”... Come mai Maria, nella<br />
nostra storia <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>,<br />
per ovviare alla situazione ecclesiastica<br />
e civile disastrosa<br />
<strong>della</strong> fine del ‘400, va a cercare<br />
un contadino analfabeta<br />
e, con lui, un gruppo di<br />
compaesani mette in moto,<br />
forse senza rendersene conto,<br />
una grande riforma<br />
religiosa popolare? Cosa<br />
vorrà dire che Jorge Mario,<br />
diventato Francesco,<br />
sta mettendo in movimento<br />
non solo la Chiesa di oggi,<br />
ma tanta gente che cominciava<br />
a non credere<br />
più in niente e nessuno?<br />
Un vecchio figlio di modesti<br />
emigranti, da sempre<br />
forgiato dalla consuetudine<br />
di vita tra i poveri e “povero”<br />
egli stesso, venuto dalla<br />
fine del mondo un po’ claudicante...<br />
come può passare<br />
un fascino evidentemente<br />
non suo e risultare finalmente<br />
convincente? Come mai,<br />
Francesco? Questa “svolta”<br />
non è partita già dall’atto di<br />
umiltà e di verità di un pic-<br />
colo grande Papa Benedetto<br />
XVI? E siamo solo agli<br />
inizi...<br />
Non possiamo, anche noi<br />
come Gesù, imparare finalmente<br />
la lezione e incamminarci<br />
dietro questi “piccoli”<br />
diventati “primi”? Non<br />
sarà che un bagno di povertà,<br />
non paventata ma accolta<br />
come una “Grazia”, potrà<br />
essere l’inizio <strong>della</strong> soluzione<br />
di tutte le nostre<br />
crisi? Non saranno ancora i<br />
“nuovi poveri” - i giovani<br />
tenuti da sempre ai margini<br />
delle responsabilità, le masse<br />
dei paesi più deprivati, i<br />
“senza voce” di ogni genere<br />
- i “protagonisti” di<br />
un nuovo ordine di ritrovate<br />
giustizia e pace? E noi,<br />
demanderemo a chi sa chi<br />
l’assunzione di una “nostra<br />
parte”? Ne parleremo alla<br />
Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />
nella “Settimana delle<br />
Famiglie” (vedi pag 15),<br />
vacanza speciale e campo<br />
scuola <strong>della</strong> prossima<br />
prima settimana di luglio:<br />
parleremo di “fedeltà<br />
e fecondità” per un futuro<br />
davvero diverso. Ti aspettiamo!<br />
9
Si può ancora avere fiducia in un domani migliore?<br />
l’esempio di ‘libera’ a favore <strong>della</strong> legalità.<br />
Ogni giorno ci confrontiamo con episodi di corruzione, disprezzo degli altri, illegalità,<br />
ingiustizia sia nei rapporti privati che nella conduzione <strong>della</strong> cosa pubblica. La fiducia<br />
nelle varie istituzioni, soprattutto da parte dei giovani alle prese con un futuro incerto, rischia<br />
di venire meno. Sempre più ci stiamo accorgendo che mancano le figure di riferimento<br />
positive, i famosi “padri fondatori” d’ideali e progetti cui guardare per inventare un<br />
futuro. Finirà la riserva di speranza? È possibile ancora sperare senza cadere nell’illusione?<br />
Abbiamo chiesto una riflessione a Chiara Volpato, referente di Libera - Genova, sede locale<br />
dell’associazione di “associazioni, numeri e nomi contro le mafie” di don Luigi Ciotti.<br />
liberare la speranz<br />
chiara volpato*<br />
la forza profetica di<br />
Libera sta, per dirla<br />
con un’espressione di Tonino<br />
Bello, nella “convivialità<br />
delle differenze”: Libera<br />
non è un’associazione, ma<br />
un’associazione di associazioni,<br />
di scuole, di persone.<br />
È un coordinamento di oltre<br />
1500 associazioni, gruppi,<br />
scuole, realtà di base,<br />
che è diventato <strong>maggio</strong>renne<br />
proprio questo anno. Un<br />
viaggio lungo e faticoso, che<br />
è stato costellato da numerose<br />
vittorie, spesso non<br />
scontate: la legge sull’uso<br />
sociale dei beni confiscati<br />
alle mafie, l’educazione alla<br />
legalità democratica, l’impegno<br />
contro la corruzione,<br />
i campi di formazione antimafia,<br />
i progetti sul lavoro<br />
10<br />
e lo sviluppo, le attività antiusura.<br />
Libera ha permesso<br />
ad un numero crescente di<br />
persone, associazioni, gruppi<br />
di sentirsi corresponsabili,<br />
coinvolti in un impegno<br />
mai solo ‘contro’ la peste<br />
mafiosa e i suoi tanti agenti,<br />
ma profondamente<br />
‘per’: per la giustizia sociale,<br />
per la ricerca di verità, per<br />
la tutela dei diritti, per una<br />
politica trasparente, per una<br />
legalità fondata sull’uguaglianza,<br />
per una cittadinanza<br />
all’altezza dello spirito e<br />
delle speranze <strong>della</strong> Costituzione.<br />
Il fatto che Libera organizzi<br />
la sua azione puntando<br />
su alcuni particolari settori,<br />
molto concreti, manifesta<br />
una ferma volontà di voler<br />
profondamente coinvolgere<br />
tutti coloro che credono<br />
nell’impegno in una cittadinanza<br />
attiva, ma nello stesso<br />
tempo anche coloro che<br />
hanno perso ogni fiducia,<br />
ogni speranza nella possibilità<br />
di poter incidere sulle<br />
istituzioni pubbliche e sul<br />
nostro futuro. Tra i segni di<br />
speranza, citerei almeno questi:<br />
il riutilizzo a fini sociali<br />
dei beni confiscati<br />
ai mafiosi, con la valorizzazione<br />
e l’informazione sulla<br />
legge 109/96, per la quale<br />
Libera ha raccolto 1 milione<br />
di firme; l’educazione alla<br />
legalità nelle scuole, per<br />
far maturare, soprattutto tra<br />
i più giovani, coscienza civile<br />
e partecipazione democra
tica; la promozione dell’attività<br />
sportiva per recuperare<br />
l’enorme potenzialità educativa<br />
dello sport e contrastare<br />
l’uso del doping e la politica<br />
<strong>della</strong> vittoria ad ogni costo; il<br />
sostegno diretto a realtà<br />
dove è molto forte la penetrazione<br />
mafiosa, con<br />
progetti tesi a sviluppare risorse<br />
di legalità umane, sociali<br />
ed economiche presenti<br />
sul territorio; la formazione<br />
e l’aggiornamento sul<br />
mutare del fenomeno<br />
mafioso e sulle soluzioni di<br />
contrasto ad esso, attraverso<br />
campi di formazione, convegni<br />
e seminari; l’informazione<br />
sul variegato fronte<br />
antimafia, attraverso<br />
strumenti di diffusione delle<br />
notizie e di approfondimen-<br />
Domani è un altro giorno?<br />
a. Il mio impegno.<br />
to tematico sia a stampa che<br />
elettronici. In Liguria, per<br />
l’anno scolastico 2012/<strong>2013</strong>,<br />
ci siamo dati l’obiettivo di<br />
raggiungere su tutta la regione<br />
16 scuole, 47 classi,<br />
1000 alunni, per 376 ore di<br />
interventi... e tutto questo<br />
avendo a disposizione solo<br />
un responsabile per la formazione!<br />
Libera diventa così un laboratorio<br />
di partecipazione<br />
responsabile, una palestra<br />
creativa per quanti vogliono<br />
provare ad offrire tempo,<br />
energie, sensibilità e competenze<br />
per far crescere la<br />
qualità <strong>della</strong> vita nelle città<br />
e oltre i confini, un luogo<br />
di incontro e di confronto,<br />
di elaborazione politica nel<br />
osservatorio<br />
Con la sua storia di impegno, infatti, Libera è un simbolo<br />
di speranza riconquistata e di bene per il nostro<br />
paese. La sua azione, che è poi l’azione coordinata di<br />
migliaia di cittadini attivi, ha dato fiducia a molti altri<br />
che hanno vissuto e vivono nell’illusione e nella schiavitù,<br />
alle vittime e ai perdenti <strong>della</strong> società, impegnandosi in<br />
prima persona per un futuro “all’altezza <strong>della</strong> nostra<br />
Costituzione”.<br />
senso pieno del termine, partendo<br />
dalla vita <strong>della</strong> gente<br />
che troppe volte è condizionata<br />
dalla presenza <strong>della</strong> criminalità<br />
in tanti settori <strong>della</strong><br />
vita sociale, economica e politica.<br />
Lo scrigno dei valori<br />
di Libera trasuda vita donata,<br />
sofferta, vissuta nel segno<br />
di un altro mondo possibile.<br />
Il messaggio di Libera così<br />
esorta: continuare sempre<br />
ad impegnarsi, facendo rete,<br />
imparando da ciò che è successo<br />
affinché non succeda<br />
più. Perché è vero che ognuno<br />
vale uno, ma nella vita,<br />
così come nel contrasto alle<br />
mafie, è importante essere<br />
in tanti per raggiungere un<br />
obiettivo comune.<br />
*referente di LIBERA GENOVA<br />
11
100mila bambini salvati dalla strada in Brasile.<br />
e tutto iniziando in un garage.<br />
l’incredibile poten<br />
padre renato chiera*<br />
Sono un prete di strada,<br />
proprio un prete di<br />
strada: la mia parrocchia è la<br />
strada e le strade del mondo<br />
e la mia evangelizzazione è<br />
nelle strade. Percorro le strade<br />
ed entro in tante famiglie<br />
che comunicano gioie, dolori<br />
e aspettano conforto e amore.<br />
Mi pare che Gesù facesse<br />
così. Dio ha a cuore da sempre<br />
la vita dei più piccoli e<br />
indifesi. E 27 anni fa ha scelto<br />
alcuni frutti fragili e deboli<br />
come strumenti per dare una<br />
risposta alla tragedia dei ragazzi<br />
e degli adolescenti del<br />
Brasile e del mondo. La ‘Casa<br />
do Menor’, nata su un camioncino<br />
e in un garage,<br />
adesso è presente in cinque<br />
Stati del Brasile ed ha avuto<br />
una presenza efficace, anche<br />
se breve, in Africa. Sono passati<br />
per le nostre case, nei nostri<br />
centri circa 100 mila<br />
bambini, ragazzi e giovani;<br />
sono stati professionalizzati<br />
32.500 giovani. Sono risultati<br />
confortanti, ma non possiamo<br />
mollare, costi quel che<br />
costi. Anche se oggi è diven-<br />
12<br />
tato una potenza economica<br />
a livello mondiale, secondo<br />
dati recenti dell’ONU il Brasile<br />
è la terza nazione con il<br />
peggior indice di diseguaglianza<br />
al mondo, è il paese<br />
con il <strong>maggio</strong>re indice di violenza<br />
contro ragazzi e giovani.<br />
Aumenta la ricchezza per<br />
pochi, ma aumentano i poveri<br />
e la distanza tra poveri e<br />
ricchi: qui sta una delle cause<br />
dell’aumento <strong>della</strong> violenza.<br />
Noi staremo con chi nessuno<br />
vuole. Percorro il mondo perché<br />
tutti si sentano figli amati<br />
da Dio e da me, come<br />
mendicante di amore e di<br />
aiuto per poter salvare bambini<br />
e adolescenti, non solo<br />
in Brasile. Non chiedo per<br />
me, ma per i miei figli, i nostri<br />
figli. Tanti bambini hanno<br />
bisogno, la droga e il crack<br />
ne stanno uccidendo molti,<br />
tutti i giorni. È orribile vedere<br />
mamme che disperate incatenano<br />
i figli in casa per<br />
non vederli cadere nella droga<br />
e nel narcotraffico. Noi<br />
vogliamo essere presenza,<br />
portare amore, prospettive di<br />
vita alternative e ci spendiamo<br />
per salvare vite, ma diminuiscono<br />
gli aiuti.<br />
Soffro perché non posso aiutare<br />
come vorrei. Ma Dio non<br />
toglie il dolore, lo trasforma.<br />
Gesù ha trasformato il dolore<br />
in amore e vita. Il chicco di<br />
grano che non muore non<br />
porta frutto. Alla Casa do<br />
Menor faccio questa esperienza<br />
da molti anni: non<br />
nasce vita senza i dolori del<br />
parto. Dobbiamo crederci<br />
insieme e vivere questo insieme.<br />
Quanto <strong>maggio</strong>re è il<br />
dolore, tanta più vita nascerà.<br />
Questo è Pasqua. Passiamo<br />
da morte a vita, se amiamo,<br />
se non ci chiudiamo, se<br />
doniamo. Non chiudiamoci<br />
nel sepolcro dell’egoismo,<br />
ma proviamo a vivere la solidarietà<br />
sempre e dovunque,<br />
in un incontro, in un sorriso,<br />
nell’ascolto in famiglia,<br />
nell’aiuto in casa. Così siamo<br />
contenti e facciamo un<br />
mondo migliore.<br />
*fondatore <strong>della</strong> Casa do Menor
Domani è un altro giorno?<br />
osservatorio<br />
za di chi spera.<br />
la ‘Casa do Menor’.<br />
Per saperne di più<br />
P adre Renato Chiera è nativo di Villanova Mondovì. Vive e opera in Brasile<br />
da molti anni, dove si è stabilito su incarico <strong>della</strong> Diocesi di Mondovì in<br />
un’area povera e molto violenta alla periferia di Rio de Janeiro. L’obiettivo<br />
generale <strong>della</strong> ‘Casa do Menor’ da lui fondata è offrire accoglienza ai<br />
bambini e ai ragazzi, alla luce del Vangelo, <strong>della</strong> coscienza critica e dello<br />
Statuto del Bambino e dell’Adolescente, per assicurare loro l’effettivo esercizio<br />
del proprio diritto alla vita, coinvolgendo le famiglie, le comunità, le forze<br />
sociali, culturali e politiche.<br />
Per approfondire: www.casadomenor.org<br />
13
laguardia<br />
dei<br />
piccoli<br />
Gli scribi erano persone<br />
molto importanti: erano<br />
i “maestri <strong>della</strong> legge”,<br />
erano considerati coloro<br />
che conoscevano la volontà<br />
divina e per questo godevano<br />
di grande autorità e<br />
prestigio presso il popolo,<br />
di cui erano la guida morale.<br />
Conoscevano tutte<br />
le prescrizioni e le norme<br />
che un buon ebreo doveva<br />
osservare e decidevano<br />
in che modo applicare la<br />
Legge nelle situazioni più<br />
varie. Accanto alla legge<br />
scritta data da Mosè, la<br />
Torah, si era venuta costituendo<br />
una legge orale<br />
formata da innumerevoli<br />
precetti, comandi e divieti,<br />
una “tradizione” che regolava<br />
tutta la vita, sia dei<br />
singoli che <strong>della</strong> comunità,<br />
14<br />
La vita ai tempi di Gesù<br />
anna gatti, nucci scipilliti<br />
Scribi, farisei e...<br />
la critica di Gesù<br />
anche nelle minime azioni.<br />
Si andava dalle norme per<br />
i sacrifici del culto al modo<br />
di lavare le stoviglie, da<br />
come macellare gli animali<br />
alla lavanda di mani e piedi<br />
prima dei pasti... Oltre 600<br />
erano i precetti da osservare<br />
e molti riguardavano il<br />
riposo del sabato: in quel<br />
giorno nessuno - persona o<br />
animale - poteva lavorare.<br />
Anche il cibo doveva essere<br />
preparato il giorno prima e<br />
39 erano i lavori espressamente<br />
vietati tra cui<br />
scrivere, cucire, cogliere<br />
una mela caduta dall’albero<br />
o accendere il fuoco.<br />
Probabilmente la gente<br />
comune non sempre riusciva<br />
ad osservare tutte queste<br />
norme, invece lo facevano<br />
i farisei e per questo si<br />
consideravano superiori<br />
agli altri ed evitavano<br />
contatti<br />
con chi non era<br />
così osservante<br />
come<br />
loro per<br />
non contaminarsi.<br />
Agli oc-<br />
chi del popolo scribi<br />
e farisei rappresentavano<br />
per così dire<br />
la perfezione e la<br />
santità, eppure nel<br />
Vangelo troviamo<br />
che Gesù usa parole<br />
molto severe verso<br />
di loro. Non esita a<br />
rimproverarli duramente,<br />
li definisce<br />
serpenti, razza di<br />
vipere, gente falsa e<br />
ipocrita, guide cieche,<br />
sepolcri imbiancati,<br />
belli fuori ma dentro<br />
pieni di putridume... perché<br />
Gesù vede che “tutte le<br />
loro opere le fanno per essere<br />
ammirati dagli uomini,<br />
amano i posti d’onore, i<br />
primi seggi nelle sinagoghe,<br />
i saluti nelle piazze e sentirsi<br />
chiamare rabbì dalla<br />
gente” (Mt.23,5). Trascurano<br />
però le prescrizioni<br />
vere e più importanti <strong>della</strong><br />
Legge e cioè la giustizia, la<br />
misericordia e la fedeltà.<br />
Queste sono le cose veramente<br />
gradite a Dio; invece<br />
voi, dice Gesù, “filtrate<br />
il moscerino e ingoiate il<br />
cammello”! (Mt.23,24)
Dal 30 giugno al 7 luglio<br />
VACANZA<br />
davvero “SPECIALE”<br />
per le FAMIGLIE...<br />
7 indimenticabili giorni alla <strong>Guardia</strong>.<br />
Domenica 30 giugno pomeriggio:<br />
arrivi e sistemazioni<br />
Lunedì 1 luglio: incontriamo Paolo Ramonda (successore di Don Oreste Benzi alla guida<br />
dell’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”) e le sue famiglie “allargate”.<br />
Un grosso calibro per confrontarci.<br />
Martedì 2: gita al mare in battello nella Riviera di Levante.<br />
Mercoledì 3: al <strong>Santuario</strong>, si “lavora insieme” intorno al Tema del Campo/Vacanza:<br />
“Famiglia, fedeltà, fecondità, futuro”.<br />
Giovedì 4: incontriamo Ernesto Olivero dell’Arsenale <strong>della</strong> Pace di Torino, fondatore/<br />
animatore del SERMIG. Altro grosso calibro per confrontarci.<br />
Venerdì 5: gita in montagna/collina ai Piani di Praglia e ai Laghi del Gorzente.<br />
Sabato 6: incontro col Cardinale A. Bagnasco. Segue il lavoro di condivisione.<br />
Domenica 7: conclusioni, consegne elaborati e ritorno a casa.<br />
Non si potrà dimenticare una VACANZA così SPECIALE! È aperta a tutte le Famiglie - con<br />
precedenza a chi la farà tutta intera - e senza discriminazioni di sorta! Gruppi di famiglie amiche<br />
o anche singole famiglie che troveranno amici proprio alla <strong>Guardia</strong>. Esperienza in parte<br />
autogestita in semplicità anche per garantire la possibilità di partecipazione anche a famiglie<br />
con problemi.<br />
Iscrizioni fino ad esaurimento posti (non oltre il 20 giugno).<br />
Ora tocca anche a te fare un convincente paSSaparOla ad altri!<br />
non c’è tempo da perdere. arrIVeDerCI per una VaCanZa BOMBa!<br />
15
isponde don marco granara<br />
1<br />
Sento dire spesso che Gesù ha dato<br />
un volto nuovo a Dio. Quali sono i<br />
lineamenti di questo volto? In che<br />
cosa sono ‘nuovi’ rispetto a prima <strong>della</strong><br />
predicazione di Gesù o rispetto ad<br />
altre idee di Dio?<br />
È Gesù stesso che ha prospettato molte cose “nuove”.<br />
Una vita “nuova” (Rom. 6,4), un comandamento<br />
“nuovo” (Gio. 13,34), un’alleanza “nuova”(Eb.<br />
8,8), un uomo “nuovo” (Ef. 2,15). Evidentemente si<br />
fa riferimento a un “vecchio” modo di credere, di vedere<br />
Dio, di rapportarsi con lui. A Nicodemo, che gli<br />
chiedeva spiegazioni come lei sta chiedendo a me,<br />
Gesù ebbe a dire che avrebbe dovuto “nascere di nuovo”<br />
per “entrare nel suo regno”. Evidentemente la<br />
“novità” comporta una radicale “conversione” da un<br />
vecchio modo di essere e di pensare a un nuovo modo,<br />
quello proprio di Gesù. La “novità” è Gesù. La conversione<br />
è “rinnegare se stessi e seguirlo così com’è”<br />
a tutti i costi. Lei mi chiede in che consista questa<br />
novità. Segua le risposte alle prossime domande.<br />
2<br />
Se Gesù ripetesse oggi la sua esperienza<br />
‘umana’, forse io sarei tra quelli<br />
che non gli crederebbero. E forse non<br />
gli crederei proprio in ragione del<br />
mio ‘sentire’ religioso e del sospetto<br />
che mi fanno venire tutti i fondatori<br />
di nuove religioni, oggi. E allora<br />
le chiedo: cosa vuol dire credere in<br />
Gesù? Perché fidarsi di lui? Cosa serve<br />
per credere a lui? Come evitare di non<br />
riconoscere Gesù, quando egli verrà?<br />
Il sospetto iniziale, il “non bere” tutto quanto mi<br />
si presenta anche in veste eclatante non è un peccato,<br />
anzi può essere virtù, prudenza, buon uso <strong>della</strong><br />
propria intelligenza. Anche la Madonna non ha<br />
“abboccato” senza chiedere spiegazioni. Lei stessa<br />
ha fatto fatica a capire. Ha avuto bisogno di tempo,<br />
di riflessione, di confronti, di verifiche, di comprove<br />
I<br />
Il nostro Credo,<br />
in 9 puntate<br />
L’incredulità<br />
di S. Tommaso,<br />
Caravaggio<br />
(1600-1601).<br />
dei fatti. Papa Benedetto XVI ha auspicato per tutti<br />
“una fede più pensata, amica dell’intelligenza”. Ciò<br />
premesso, anche lei si metta in cammino con fiducia,<br />
cercando Gesù la dove oggi può trovarlo. Dove? Nella<br />
Chiesa che ha come unico compito quello di “farlo<br />
presente e ordinariamente trovabile e abbordabile”.<br />
Sì, ma dove? Almeno cinque sono le “presenze” di un<br />
Gesù abbordabile e concreto, lo stesso che si presentò<br />
in Palestina e che, ora, oltre che “alla destra del<br />
Padre” è anche “vivo in mezzo a noi”. Con quelle<br />
celebri parole “in verità, in verità vi dico” che sono<br />
quasi un giuramento solenne, egli stesso garantì che<br />
lo avremmo trovato “presente” ...a) nel Vangelo ...b)<br />
nella comunità di almeno due persone “riunite nel<br />
mio nome” ...c) nei poveri di ogni tipo ...d) negli apostoli<br />
di ieri e di oggi ...e) nell’Eucarestia celebrata e<br />
vissuta nella Chiesa. Non cerchi Gesù solo sui libri o<br />
su mille libretti devozionali ma, se mai, su “un solo<br />
libro, il Vangelo”. Non cerchi nelle manifestazioni<br />
miracolistiche che ci emozionano fino a non farci più<br />
pensare. Non cerchi in una “religione statica, autoreferenziale,<br />
scontata”, fatta e governata da gente che<br />
“sa già tutto” ed ha da insegnare anche allo Spirito<br />
Santo come dovrebbe fare. Certa “religione” non provoca<br />
la Fede, ma piuttosto la soffoca.<br />
3<br />
Gesù è “vero uomo e vero Dio”. Vuol<br />
dire che, in quanto vero Dio, egli già sapeva<br />
tutto su di sé e sul mondo? O che,<br />
in quanto vero uomo, ha fatto anche<br />
lui un percorso di conoscenza di se stesso,<br />
scoprendo la sua figliolanza divina?<br />
Esegeti e teologi hanno scandagliato bene il Vangelo<br />
per capire cosa sapeva Gesù di se stesso. Le domande<br />
che lei si pone, molti se le sono poste. È interessante e<br />
doveroso sapere se Gesù era un invasato, un prodotto<br />
di euforia, fantasia e potere, in funzione di se stesso o<br />
di un qualche disegno umano... Stupore e meraviglia,<br />
graduale comprensione del senso del suo “mistero”<br />
c’è da parte degli altri – compresa sua madre – ma
4° tema<br />
domande e risposte<br />
Credo in gesù Cristo<br />
i dati evangelici ci mostrano un Gesù, sì, in crescita<br />
“in sapienza, età e grazia” e tuttavia da sempre cosciente<br />
<strong>della</strong> sua identità profonda che lo faceva dire,<br />
alla fine: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Come<br />
potrebbe un bambino di 12 anni circa contestare<br />
l’apprensione di sua madre per essere rimasto a Gerusalemme<br />
senza avvertire nessuno, contrapponendo<br />
quell’altrimenti inspiegabile: “Perché mi cercavate?<br />
Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose di<br />
mio Padre?”. Che dire <strong>della</strong> meraviglia successiva dei<br />
discepoli, che avrebbero voluto che Gesù mostrasse<br />
loro visibilmente il Padre e ciò sarebbe bastato? “Filippo<br />
- rispose lui - perché mi dici di mostrarti il Padre?<br />
Chi vede me vede il Padre”. Inoltre, l’autorevolezza<br />
delle sue posizioni religiose e morali - “Finora è<br />
stato detto... Ma io vi dico...” - fanno dire a tutti che<br />
“qui c’è uno che parla con autorità”. E tuttavia la<br />
sua “divinità” è come mediata e celata attraverso la<br />
debolezza <strong>della</strong> sua umanità. È la via per raggiungere<br />
l’identità ultima, da Dio concepita anche per noi, ma<br />
a ritroso rispetto al percorso di Gesù: egli, dalla Divinità<br />
all’Umanità, noi dall’umanità, all’Umanità<br />
divinizzata voluta dal Creatore.<br />
4<br />
Gesù è sacerdote, profeta e re e ha regalato<br />
anche a noi, credenti in lui,<br />
queste tre dimensioni. Come viverle<br />
davvero nella quotidianità?<br />
Nella celebrazione del Battesimo, il rito subito successivo<br />
all’acqua lustrale, è quello dell’unzione crismale.<br />
In antico si ungevano solennemente sul capo<br />
i tre grandi “ruoli sociali” riconosciuti importanti da<br />
tutto il popolo: quello del Sommo Sacerdote (chi doveva<br />
ri-offrire a Dio tutto il bene compiuto dall’uomo<br />
come “sacrificio riconoscente a lui gradito”), quello<br />
del Profeta (che doveva essere portavoce autorevole di<br />
Dio per l’uomo e dell’uomo per Dio, un “segnavia”<br />
sicuro ...) e quello del Re, Pastore/Conduttore del suo<br />
popolo. Tutti coloro che nel passato avevano esercitato<br />
questi compiti sociali, avevano solo anticipato<br />
il “massimo” di tutto questo, attuato in seguito da<br />
Gesù. La preziosità <strong>della</strong> nostra vita è così riconosciuta.<br />
Come dire: “In Gesù hai il Modello perfetto,<br />
tu sei chiamato ad esprimere COME Lui questi stessi<br />
compiti d’amore”. Non è solo questione di accontentarci<br />
di essere “buona gente”, l’obiettivo qualitativo<br />
è – per TUTTI – molto più alto.<br />
5<br />
Gesù ha avuto bisogno di entrare nei<br />
nostri panni per salvarci. Avrebbe<br />
potuto il Messia essere tale agendo<br />
dall’alto, senza soffrire?<br />
Lei si chiede se è vero che Gesù ha avuto “bisogno”<br />
di fare quello che ha fatto, fino all’incomprensibile<br />
“soffrire”. È Egli stesso che ha detto: “BISOGNA che<br />
il mondo sappia che io amo il Padre!” (Gio. 14,31).<br />
Questa l’ultima “ragione”, da lui stesso esplicitata,<br />
<strong>della</strong> “necessità” <strong>della</strong> Croce. “Bisogna che si sappia,<br />
quanto Dio ama il mondo, quanto io credo in lui e<br />
amo tutti come ama Lui”. Anche noi dobbiamo incamminarci<br />
sulla stessa strada.<br />
6<br />
In Gesù noi siamo stati pensati fin<br />
dall’inizio, prima <strong>della</strong> creazione del<br />
mondo, come ci insegna S. Paolo. Mi<br />
spiega meglio il senso di questa affermazione?<br />
Io ho conosciuto un grande artista <strong>della</strong> pittura che<br />
quando gli veniva commissionato un Cristo o una<br />
Madonna per il culto, inesorabilmente prendeva come<br />
“modelli” i suoi due figli, Luca e Marina. Erano davvero<br />
due “bei ragazzi”, ma, per lui artista, erano il<br />
“meglio del meglio”. Nella concezione del mondo,<br />
Dio non poteva avere altro modello se non Colui che<br />
- “tutt’uno con Lui” – avrebbe espresso la divinità in<br />
forme visibili. Il “progetto di Dio” (il “Verbo”) s’incarnò<br />
e si chiamò Gesù. “In Lui e sul modello di Lui, tutto<br />
è stato pensato”. Lontani da Cristo, siamo dei poveri<br />
sgorbi... Avvicinandoci a Cristo, prende consistenza –<br />
con nostra gioia e pace – la nostra vera identità.<br />
II
a misura di gesù.<br />
educarsi ad essere figli.<br />
giovanni ricci<br />
all’interno <strong>della</strong> comunità dei credenti<br />
bisogna puntare, oggi più che mai, ad<br />
un modello educativo volto a riconoscere la<br />
misura <strong>della</strong> nostra umanità nell’umanità<br />
del figlio di Dio! Abbiamo senz’altro<br />
bisogno <strong>della</strong> grazia, <strong>della</strong> presenza dello<br />
Spirito Santo per comprendere, anche oggi,<br />
questa impegnativa ma rasserenante verità:<br />
siamo figli di Dio e non possiamo esserlo<br />
a tempo (quando ci torna comodo, durante le<br />
feste comandate); siamo figli sempre e abbiamo<br />
il dovere, direi il diritto, di essere tali e di<br />
poter essere considerati tali. Pensiamo ad un<br />
bambino di fronte al papà quando s’accorge<br />
che per camminare, per crescere, per costruire<br />
il proprio futuro ha bisogno del suo aiuto, del<br />
suo incoraggiamento e succede che non sempre<br />
sia su questa lunghezza d’onda ed allora il<br />
padre paziente aspetta, sollecita, accompagna,<br />
prende per mano: così il nostro atteggiamento<br />
nei confronti del Padre. Quale difficoltà<br />
a riconoscere la propria insufficienza,<br />
i propri errori, a chiedere perdono, a cominciare<br />
e ricominciare con fedeltà a percorrere il<br />
proprio piano inclinato verso il Padre! È lui,<br />
Gesù, il Figlio incarnato, che ci indica<br />
la strada <strong>della</strong> fedeltà assoluta quando,<br />
dinnanzi alla prova estrema, si affida al Padre<br />
perché non la propria, ma la Sua volontà sia<br />
fatta. Capisco questo se riesco a guadagnare la<br />
virtù dell’infanzia spirituale, se riesco a<br />
farmi bambino non con un filtro od una pozione<br />
magica ringiovanente, ma con lo spirito<br />
di San Giovanni Crisostomo, secondo cui<br />
“si chiamano bambini non per la loro età, ma<br />
per la semplicità del loro cuore”; di rimando<br />
III<br />
San Girolamo ci invita all’innocenza dell’infanzia:<br />
“Se non avrete questa innocenza e purezza<br />
di intenzione non potrete entrare nel<br />
regno dei cieli”. Innocenza, purezza sono<br />
ingredienti indispensabili per avviarci a<br />
compiere tutte le tappe del nostro piano ascetico,<br />
per avere e dare la luce del Padre a se stessi<br />
ed agli altri, per illuminare e rendere chiari i<br />
cammini divini <strong>della</strong> terra attraverso la nostra<br />
testimonianza. Riscopriamo con coraggio le<br />
virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza,<br />
temperanza per essere sensibilmente<br />
filii Dei – figli di Dio, per cogliere sempre più<br />
nella nostra quotidianità la virtù dell’unità<br />
di vita. Nel 2010, l’allora card. Jorge Bergoglio,<br />
rispondendo ad una domanda incentrata<br />
sul divario che il cattolico si trova ad affrontare<br />
tra precetti <strong>della</strong> Chiesa e il modus operandi<br />
di tanti, troppi fedeli, fece notare il rischio<br />
<strong>della</strong> doppia vita, cioè dello stravolgimento<br />
dell’unità di vita di cui dicevamo. Per doppia<br />
vita, male sociale che caratterizza ed accomuna<br />
tanti credenti a mezzo servizio, “s’intende<br />
tutto ciò che va contro il giusto modo di vivere,<br />
contro i principi etici che stanno dentro di<br />
noi... la sfida etica passa attraverso la coerenza<br />
tra principi e condotta”. Sarebbe già consolante<br />
ed un buon inizio prendere consapevolezza<br />
che “andare in chiesa non fa di te un<br />
cristiano così come andare in garage non fa<br />
di te un’auto” (Laurence J. Peter): i lettori mi<br />
scusino per l’ardito accostamento, non me ne<br />
vogliano, sappiano soltanto che un paragone<br />
forte, scioccante ci può anche scandalizzare,<br />
ma a volte ‘è inevitabile che avvengano scandali’<br />
(Mt. 18,7).
succede in Chiesa<br />
alma severino<br />
• Si avvia verso una ripresa la causa di beatificazione di Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo<br />
di San Salvador ucciso sull’altare il 24 marzo 1980. Lo ha riferito il postulatore, l’arcivescovo<br />
Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, all’indomani di<br />
un incontro con Papa Francesco. Altre due significative cause di beatificazione sono quelle<br />
di Mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi morto del 1993, e<br />
don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio a Palermo, ucciso sempre nel 1993 dalla mafia,<br />
che sarà elevato agli altari il prossimo 25 <strong>maggio</strong>.<br />
• Papa Francesco ha superato 6 milioni di followers, cioè persone interessate a seguire<br />
i suoi interventi, sul sociale network Twitter, in 9 lingue diverse (tra cui il latino). A dire il<br />
vero, già Benedetto XVI, il ‘primo’ papa dell’era Twitter, contabilizzava 3.300.000 mila<br />
‘iscritti’ e Francesco, annotando i suoi pensieri su questo strumento fin dai primi giorni<br />
del suo pontificato, ha confermato l’efficacia dell’esperienza. Del resto, è solo uno dei tanti<br />
segnali <strong>della</strong> buona accoglienza che la gente ha riservato al nuovo pontefice, dalla spiccata<br />
propensione per una comunicazione semplice ed efficace, alla quale Twitter si adatta molto<br />
bene, con la sua regola di scrivere frasi non più lunghe di 140 caratteri. L’account italiano del<br />
papa su Twitter è @pontifex_it.<br />
• 13 Maggio – Il cardinale José Policarpo, Patriarca di Lisbona, ha consacrato il<br />
pontificato di Papa Francesco alla Madonna di Fatima, nel giorno <strong>della</strong> festa, davanti<br />
a migliaia di fedeli, come richiesto dal papa stesso. Per il Papa, il cardinale ha chiesto a Maria<br />
“il dono del discernimento per sapere individuare le vie per il rinnovamento <strong>della</strong> Chiesa, il<br />
coraggio per non dubitare nel proseguire le vie suggerite dallo Spirito Santo”, sottolineando<br />
che il rinnovamento <strong>della</strong> Chiesa porta a “riscoprire l’attualità” del messaggio di Fatima<br />
e “l’esigenza <strong>della</strong> conversione a Dio”. L’umanità, ha osservato Policarpo, ha bisogno di<br />
sentirsi amata, da Dio e dalla Chiesa: “Se si sente amata vincerà la tentazione <strong>della</strong> violenza,<br />
del materialismo, dell’allontanamento da Dio, dello smarrimento e potrà avanzare verso un<br />
mondo nuovo nel quale regnerà l’amore”.<br />
Pregare con i Salmi, pregare con la vita<br />
a cura di Enrico Quaglia<br />
IL SIGNORE È MIA LUCE E MIA SALVEZZA,<br />
DI CHI AVRò PAURA?<br />
IL SIGNORE È DIFESA DELLA MIA VITA, DI CHI AVRò TIMORE?<br />
UNA COSA SOLA IO CERCO:<br />
ABITARE NELLA CASA DEL SIGNORE<br />
TUTTI I GIORNI DELLA MIA VITA. (Salmo 27, 1 e 4)<br />
NON AVERE PAURA, SONO IO!<br />
Di cosa, di chi ho paura? La mia paura mi blocca?<br />
Mi sento abbandonato? Ho mai fatto l’esperienza di affidarmi a Dio?<br />
Ho mai sperimentato ’la pace <strong>della</strong> sua casa’?<br />
19
Vengono da paesi lontani, studiano a roma e d’estate<br />
dicono messa in tutta Italia. I preti stranieri.<br />
Se il don si chiama<br />
gianfranco parodi<br />
Da un po’ di anni ci<br />
siamo abituati a vedere<br />
nelle nostre parrocchie,<br />
specie nei mesi estivi, sacerdoti<br />
di nazionalità straniera<br />
che celebrano le Messe<br />
in sostituzione dei parroci,<br />
assenti perché impegnati nelle<br />
attività estive dei gruppi<br />
giovanili, in ritiri e convegni.<br />
Abbiamo voluto capire<br />
un po’ meglio il fenomeno e<br />
ci siamo rivolti ad un sacerdote<br />
genovese, Mons. Carlo<br />
Canepa che, in maniera<br />
del tutto casuale, si è trovato<br />
coinvolto nella sua gestione.<br />
Ci racconta Don Carlo che la<br />
cosa è cominciata così: una<br />
quindicina di anni fa prese<br />
contatto con un giovane<br />
sacerdote straniero che studiava<br />
a Roma, nel Collegio<br />
San Paolo di cui conosceva<br />
l’allora direttore spirituale,<br />
padre Luigi Bruno, perché<br />
aveva una necessità di sostituzione<br />
nella sua precedente<br />
parrocchia. L’esperimento<br />
20<br />
andò bene e si creò un “passaparola”<br />
informale sia tra i<br />
giovani studenti romani che<br />
offrivano la loro disponibilità,<br />
sia tra i parroci genovesi<br />
via via interessati alla cosa.<br />
In breve don Carlo diventò<br />
quindi un punto di riferimento<br />
in questo scambio<br />
reciproco. Attualmente sono<br />
una quindicina i parroci<br />
genovesi che ogni anno<br />
chiedono il suo aiuto. Ma si<br />
rivolgono a lui anche parroci<br />
di diocesi vicine.<br />
Chi sono i giovani che si<br />
offrono per questo ministero?<br />
Normalmente studenti<br />
africani, indiani e cinesi<br />
provenienti dai collegi romani<br />
di San Pietro e San Paolo.<br />
Questi giovani si mettono a<br />
disposizione nel tempo libero<br />
da impegni di studio per<br />
arricchire la loro esperienza<br />
pastorale. Quanto viene<br />
loro riconosciuto economicamente<br />
li aiuta, inoltre, a<br />
sostenersi. Molti dei giovani<br />
sacerdoti conosciuti da Don<br />
Carlo sono tornati nei loro<br />
paesi e sono diventati insegnanti<br />
nei loro seminari,<br />
alcuni sono già vescovi.<br />
Alcuni hanno mantenuto<br />
preziosi contatti con le<br />
parrocchie che li hanno ospitati.<br />
È anche vero che gli studenti<br />
romani rappresentano<br />
uno spaccato di umanità abbastanza<br />
composito per cui si<br />
sono dati casi in cui il giovane<br />
prete veniva nelle parrocchie<br />
e stabiliva subito un contatto<br />
molto positivo con la popolazione<br />
locale, mentre in<br />
altri casi il “sostituto” non si<br />
preoccupava molto di entrare<br />
in sintonia con le comunità,<br />
limitandosi ad un’asettica<br />
celebrazione delle liturgie. È<br />
quindi evidente come solo<br />
nella prima ipotesi questo<br />
“interscambio spirituale” si<br />
sia trasformato in fattore<br />
di arricchimento, utile per<br />
tutte due le parti.
Sacerdoti... dalla fine del mondo<br />
Michael<br />
È quindi molto importante<br />
che ci sia qualcuno che abbia<br />
maturato un po’ di esperienza<br />
nel settore e sappia orientare<br />
al meglio le esigenze di chi<br />
chiede aiuto e di chi questo<br />
aiuto lo offre. Don Carlo segnala<br />
però una cosa fondamentale.<br />
Dietro tutte le storie<br />
di esperienze positive ci<br />
sono sempre due fattori determinanti:<br />
che il sacerdote<br />
“ospitante” sia capace<br />
di stabilire lui per primo un<br />
rapporto paritario di fraterna<br />
amicizia col giovane<br />
prete e poi, specialmente, che<br />
ci sia un gruppetto di parrocchiani,<br />
meglio una coppia<br />
di sposi, che si incarichi<br />
di “adottare” il sacerdote aiutandolo<br />
a risolvere i problemi<br />
che una situazione simile inevitabilmente<br />
può creare.<br />
Accanto a queste situazioni<br />
“temporanee” si stanno<br />
però verificando con sempre<br />
<strong>maggio</strong>re frequenza casi di<br />
le ragioni del credere<br />
parroci o curati stranieri<br />
stabilmente inseriti nelle<br />
parrocchie delle nostre<br />
diocesi. Di primo acchito verrebbe<br />
da domandarsi perché<br />
questi sacerdoti, per lo più<br />
provenienti da paesi emergenti,<br />
non svolgano la loro<br />
opera a favore delle popolazioni<br />
dei loro paesi di origine<br />
che tanto bisogno avrebbero<br />
<strong>della</strong> loro attività. Don Carlo<br />
però mi ricorda l’opera di tanti<br />
missionari occidentali<br />
che hanno lasciato i loro paesi<br />
per andare a portare il Vangelo<br />
in terre lontane. Tra questi<br />
ama ricordare la figura del<br />
genovese Padre Leoncini,<br />
del Pime, che ha formato oltre<br />
130 sacerdoti indiani,<br />
tra cui tre diventati vescovi.<br />
Ebbene, la presenza presso di<br />
noi di sacerdoti che provengono<br />
da quei paesi è un bell’esempio<br />
di reciprocità ed è<br />
la dimostrazione più evidente<br />
e tangibile <strong>della</strong> universalità<br />
<strong>della</strong> Chiesa.<br />
21
L’esperienza<br />
Dalla romania, un<br />
alma severino<br />
la parrocchia di S. Antonio di<br />
Boccadasse, a Genova, da tre anni<br />
ha nel suo organigramma un Frate Minore<br />
Conventuale nato e cresciuto in Romania,<br />
nella regione di Moldavia, nella<br />
città di Roman. Si chiama Padre Adrian<br />
Mihalcut e ormai è integrato perfettamente<br />
nella comunità francescana in cui vive. Le<br />
prime omelie erano “sudate” e quasi sempre<br />
preparate e lette; ora tranquillamente scende<br />
dall’ambone, soprattutto quando celebra<br />
la Messa dove sono presenti i bambini che si<br />
preparano a ricevere la Prima Comunione e i<br />
cresimandi, si avvicina loro per porre quesiti<br />
sul Vangelo letto o sulla vita di Gesù, riesce a<br />
fare catechesi durante lo svolgersi dell’Eucarestia.<br />
Per capire meglio cosa significhi per un<br />
sacerdote straniero vivere in una comunità<br />
italiana gli abbiamo posto alcune domande.<br />
Come definiresti la tua esperienza in<br />
questa parrocchia genovese?<br />
La direi un’esperienza normale. Come succede<br />
in tutte le comunità, per un sacerdote nuovo<br />
i primi mesi sono mesi di conoscenza. Nel<br />
mio caso, penso che la diffidenza <strong>della</strong> comunità<br />
nei miei confronti sia stata <strong>maggio</strong>re sia<br />
perché provenivo dall’Europa dell’Est, sia per<br />
la mia giovane età (30 anni).<br />
Le difficoltà <strong>maggio</strong>ri sono derivate<br />
dalla poca conoscenza <strong>della</strong> lingua o<br />
sapevi già l’italiano?<br />
Sapevo già l’italiano ma un italiano scolastico<br />
22<br />
di padre adrian, francescano,<br />
da tre anni in una parrocchia genovese.<br />
imparato negli anni di seminario in Romania.<br />
Mi mancava l’esercizio pratico <strong>della</strong> lingua<br />
nel parlare. Avevo difficoltà con le doppie<br />
e con l’uso del congiuntivo.<br />
Hai trovato difficoltà nei rapporti con<br />
i genovesi, gente dal carattere abbastanza<br />
chiuso?<br />
Come ho già detto, c’è stata un po’ di diffidenza,<br />
ma dopo un breve tempo, eliminando<br />
i pregiudizi, mi hanno accolto bene. Dopo tre<br />
anni in questa comunità posso dire che mi<br />
trovo abbastanza bene.<br />
Hai potuto portare a Genova qualche<br />
esperienza <strong>della</strong> comunità <strong>della</strong> tua terra<br />
o le due realtà sono troppo diverse?<br />
Non potrei dire che ho portato qualche esperienza<br />
<strong>della</strong> mia terra, perché nelle parrocchie<br />
italiane ci sono molte cose positive. Mi sono<br />
dato da fare soltanto per valorizzare le cose<br />
positive che già c’erano.<br />
Hai trovato problemi pastorali e spirituali<br />
a svolgere il tuo compito a Genova?<br />
Mi piace molto l’idea di una comunità cristiana<br />
come una famiglia, in cui le persone<br />
si sentono coinvolte. Nella nostra parrocchia<br />
c’è ancora da lavorare per questo. Mi dispiace<br />
che le persone non “approfittino” del fatto<br />
che a Boccadasse siamo una comunità di frati<br />
giovani, a disposizione per le confessioni e<br />
per diverse altre iniziative pastorali che cerchiamo<br />
di proporre.
Sacerdoti... dalla fine del mondo<br />
a sola famiglia<br />
I problemi di cui parli sono simili a<br />
quelli <strong>della</strong> Romania o si diversificano?<br />
In Romania, più esattamente in Moldavia,<br />
ci sono stati molti missionari italiani (frati<br />
francescani conventuali). La loro impronta<br />
pastorale si riconosce ancora. Per questo<br />
non siamo molto diversi dal punto<br />
di vista pastorale. La differenza<br />
è prima di tutto sui numeri e<br />
sul fatto che viviamo in<br />
un paese a <strong>maggio</strong>ranza<br />
ortodossa da cui abbiamo<br />
preso molte<br />
cose positive ma<br />
anche negative.<br />
In Romania poi,<br />
per fortuna, le<br />
chiese sono<br />
ancora piene.<br />
La parrocchia è<br />
ancora un centro<br />
di attrazione per i<br />
ragazzi, per i giovani<br />
(per darvi un’idea, come era<br />
in Italia trent’anni fa). Le attività<br />
parrocchiali si svolgono con<br />
uno spirito più giovanile. Certamente ci<br />
sono anche differenze di cultura ma queste<br />
possono arricchire una persona che sa<br />
raccogliere le cose positive. L’insegnamento<br />
di Gesù che tutti siamo fratelli ci aiuta<br />
ad eliminare i pregiudizi e a sentire la comunità<br />
in cui viviamo come la nostra<br />
famiglia.<br />
le ragioni del credere<br />
23
2 minuti per pensare<br />
24<br />
nucci scipilliti, laura siccardi<br />
NON ABBANDONARE<br />
IL TUO SOGNO<br />
Il proprietario di una grande tenuta in California metteva<br />
spesso la sua casa a disposizione per eventi in cui si raccolgono<br />
fondi per programmi destinati ad aiutare ragazzi a<br />
rischio. Un giorno permise a uno di questi di montare il suo cavallo<br />
preferito e questo gli diede lo spunto per raccontare una<br />
storia vera. Raccontò che un ragazzo, figlio di un<br />
addestratore itinerante di cavalli, andava di<br />
stalla in stalla, di pista in pista, di fattoria<br />
in fattoria, addestrando cavalli. Di conseguenza<br />
la sua frequenza scolastica era continuamente<br />
interrotta. L’ultimo anno <strong>della</strong><br />
scuola superiore gli fu chiesto di scrivere un<br />
tema su ciò che gli sarebbe piaciuto fare da grande.<br />
Quella notte scrisse sette pagine descrivendo<br />
che il suo obiettivo era quello di possedere una<br />
grande fattoria di cavalli. Con dovizia di particolari,<br />
disegnò addirittura la pianta in scala di una fattoria<br />
di 800.000 mq, mostrando la collocazione di tutti gli edifici,<br />
le stalle e la pista. Disegnò anche la pianta dettagliata<br />
di una casa di un’enormità inaudita che sarebbe dovuta sorgere nella fattoria dei suoi sogni.<br />
Aveva messo tutto il suo cuore nel descrivere quel progetto e il giorno dopo lo consegnò al<br />
professore. Due giorni dopo gli fu restituito con un bel insufficiente sopra. Quando chiese il<br />
motivo di quel giudizio, il professore gli rispose che ciò che aveva scritto era assolutamente<br />
non realistico per un ragazzo come lui, che non aveva denaro e proveniva da una famiglia<br />
girovaga e senza risorse, mentre per avere una fattoria di quel genere erano necessari moltissimi<br />
soldi, sia per l’acquisto <strong>della</strong> terra, sia per la costruzione degli edifici e l’allevamento dei<br />
cavalli, sia per le forti tasse che si sarebbero dovute pagare. In nessun modo avrebbe avuto<br />
la possibilità di farcela. Quindi il professore gli disse di rifare il tema e, se questa volta avesse<br />
parlato di un obiettivo più realistico, avrebbe considerato la possibilità di cambiargli il voto. A<br />
casa il ragazzo pensò a lungo. Il padre, a cui aveva chiesto consiglio, gli rispose che era molto<br />
importante che decidesse da solo. Infine, dopo una settimana di riflessione, il ragazzo riconsegnò<br />
lo stesso lavoro, senza fare alcun cambiamento. Disse al professore: “Lei mantenga pure il<br />
voto che mi ha dato, io manterrò il mio sogno.” Il proprietario finì il suo racconto dicendo: “Voi<br />
vi trovate adesso in quella enorme casa che tanti anni fa io avevo disegnato, al centro di quella<br />
immensa fattoria, esattamente quella che avevo disegnato. Ho ancora il mio tema incorniciato<br />
sopra il caminetto. Ma la parte migliore <strong>della</strong> storia è che due estati fa quello stesso professore<br />
ha portato trenta ragazzi a campeggiare nel mio ranch per una settimana. Prima di ripartire<br />
mi ha detto di essersi reso conto di essere stato una sorta di ladro di sogni e di aver purtroppo<br />
continuato negli anni a rubare i sogni di tanti ragazzi. Con me non era riuscito, perché avevo<br />
avuto tanta intraprendenza e determinazione da non rinunciare al mio sogno. Ragazzi, non<br />
permettete a nessuno di derubarvi dei vostri sogni. Seguite sempre il vostro cuore!”
Non è certamente la casa<br />
descritta dalla indimenticabile<br />
canzone di Sergio Endrigo,<br />
e non è neanche in Via<br />
dei Matti n. zero… Si tratta<br />
<strong>della</strong> Casa per le Famiglie<br />
<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, una casa<br />
davvero “tanto carina” che si<br />
trova proprio a fianco del<br />
<strong>Santuario</strong>, scendendo di<br />
poche decine di metri sul<br />
versante-valle, e che gode<br />
di una vista meravigliosa<br />
sull’Alta Valpolcevera<br />
fino al mare, in un angolino<br />
intimo e tranquillo,<br />
immerso nel verde. La casetta<br />
è nata da un’idea del<br />
Rettore che ha visto in questa<br />
piccola struttura un vero e<br />
proprio piccolo nido di accoglienza.<br />
Finemente ristrutturata<br />
e messa a norma alcuni<br />
anni or sono, la casetta ha<br />
proposte “guardiane”<br />
marcello monticone<br />
C’era una casa tanto carina...<br />
La Casa per le Famiglie alla <strong>Guardia</strong><br />
una dozzina di posti letto<br />
suddivisi in camere perfettamente<br />
arredate e riscaldate,<br />
comodi servizi e una cucina<br />
attrezzata per comitive, utilizzabile<br />
in qualsiasi stagione.<br />
Ma attenzione: in occasione<br />
di gruppi più numerosi, si<br />
possono montare anche tende<br />
da campeggio fuori, oppure<br />
c’è la possibilità di andare a<br />
dormire nelle stanze del <strong>Santuario</strong>.<br />
È raggiungibile in<br />
auto, mette a disposizione un<br />
buon parcheggio per gli<br />
ospiti ed è godibilissima anche<br />
all’aperto, con un piccolo<br />
prato adatto a tavolate,<br />
giochi, incontri, ecc. La casetta<br />
ha già ospitato gruppi di vario<br />
genere e famiglie che si sono<br />
riunite per un giorno, un fine<br />
settimana e più, con svariati<br />
obiettivi (ritiri, incontri di<br />
condivisione, bivacchi di<br />
gruppi parrocchiali e non, riunioni,<br />
relax, ecc.)<br />
Avendola felicemente collaudata<br />
l’estate scorsa, anche<br />
quest’anno La Casa per le<br />
famiglie viene riproposta<br />
con questi intenti. Perché<br />
non pensare per esempio ad<br />
una “settimana verde”?<br />
Una settimana tra famiglie,<br />
coppie, ecc. articolata tra<br />
momenti di relax, un paio di<br />
gite e qualche momento comunitario<br />
a tema? Il progetto<br />
ci piace molto e a realizzarlo<br />
mancate solo voi. Vi<br />
aspettiamo!!<br />
Per <strong>maggio</strong>ri informazioni<br />
e prenotazioni contattare il<br />
punto di accoglienza del <strong>Santuario</strong>.<br />
Nota bene!!!<br />
Dov’è finita la speranza?<br />
È svanita, soffocata dalla sfiducia e dallo scoraggiamento<br />
che in questi tempi duri dilagano?<br />
Ma per bocca del profeta Isaia il Signore ci dice:<br />
“Ecco, faccio una cosa nuova;<br />
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is.43,19).<br />
E non è forse un segno di speranza quello<br />
che è germogliato nella Chiesa? Un nuovo papa<br />
che con i suoi gesti ci ha già indicato la via da seguire.<br />
“Il vero potere è il servizio”, ha detto e,<br />
se questo vale soprattutto per chi ha responsabilità<br />
in campo civile o religioso, vale però per ognuno di noi<br />
nel nostro relazionarci quotidiano.<br />
25
la fede è sempre... giovane<br />
Francesco gnecco<br />
Abbiamo chiesto ad un giovane educatore de Il Sentiero del Movimento Ragazzi di raccontarci<br />
la sua esperienza di crescita nella fede e nella passione educativa, maturata anche grazie all’esperienza<br />
di Monteleco, storico luogo per campi estivi a servizio <strong>della</strong> Diocesi di Genova. Per avere notizie di<br />
Monteleco: www.movimentoragazzi.org<br />
Fiducia e responsabilità ai<br />
giovani. Crescere nella Chiesa.<br />
Ciao a tutti! Sono Francesco, ho 30 anni<br />
e sono un educatore del Movimento<br />
Ragazzi. Ho conosciuto questo gruppo grazie<br />
ai campi estivi di Monteleco, quando a 16<br />
anni il mio parroco di S. Ilario mi ha proposto<br />
di dare una mano come capogruppo. Grazie<br />
alle esperienze estive è iniziata la scoperta di un<br />
mondo più grande <strong>della</strong> parrocchia, capace di<br />
coinvolgere ragazzi provenienti da diversi quartieri<br />
di Genova. È stata per me un’occasione di<br />
confrontarmi con ragazzi coetanei che vivevano<br />
in situazioni familiari difficili, fino ad allora<br />
a me sconosciute. Frequentare il Movimento<br />
Ragazzi mi ha portato a conoscere Don “Fully”<br />
Doragrossa, divenuto nel tempo figura di<br />
riferimento non solo <strong>della</strong> mia crescita umana<br />
ma anche spirituale. Il carisma cardine del<br />
Movimento Ragazzi è la formazione di educatori<br />
e la capacità di dare responsabilità<br />
a giovani ragazzi. E così è stato con me:<br />
ho incontrato persone che hanno avuto fiducia<br />
in me, che hanno investito su di me,<br />
scommettendo su quelli che potevano essere i<br />
miei “talenti” spingendomi a farli fiorire, a<br />
metterli a servizio dei ragazzi. Così a 16<br />
anni sono stato capogruppo, poi educatore volontario,<br />
quindi, a 22 anni, ‘governatore’, ovvero<br />
responsabile del campo estivo, e infine sono<br />
diventato educatore professionale nel centro<br />
doposcuola aperto tutto l’anno. L’esperienza di<br />
Monteleco e del gruppo a cui facevo da educatore<br />
durante l’anno, infatti, mi aveva convinto<br />
26<br />
a far diventare lavoro una mia grande passione.<br />
Per questo, terminata la maturità, nella difficile<br />
scelta di quale università intraprendere, mi<br />
sono chiesto cosa mi piaceva fare, dove mi sentivo<br />
a mio agio. La risposta è stata semplice e<br />
immediata: stare a Monteleco! Infatti dai 16<br />
anni in poi non era trascorsa un’estate senza<br />
una o due settimane di servizio con i ragazzi.<br />
Per questo motivo l’iscrizione alla Facoltà di<br />
Scienze <strong>della</strong> Formazione è stata una scelta<br />
felice. Attualmente il Movimento Ragazzi rappresenta<br />
una casa dove sono cresciuto e continuo<br />
a crescere umanamente e professionalmente.<br />
La Cooperativa Sociale “Il Sentiero del<br />
Movimento Ragazzi” è sia uno strumento di<br />
lavoro sia uno strumento al servizio <strong>della</strong> diocesi.<br />
Ogni giorno nella nostra sede di Oregina ci<br />
sono circa 50 ragazzi tra doposcuola medie,<br />
doposcuola superiori e comunità diurna, ai<br />
quali offriamo un sostegno scolastico, educativo<br />
e umano grazie a finanziamenti del<br />
Comune, a donazioni private e al sostegno di<br />
alcuni volontari. Per il periodo estivo organizziamo,<br />
come tutti gli anni, le 4 settimane di<br />
agosto a Monteleco con i nostri 4 turni<br />
aperti a tutti i ragazzi <strong>della</strong> diocesi. E già<br />
da ora noi educatori ci stiamo preparando<br />
per l’estate con incontri di formazione.<br />
Perché “essere” educatori vuol dire investire<br />
in prima persona su noi stessi, sui<br />
nostri pensieri, i nostri stili di vita, le nostre<br />
scelte quotidiane.
pioggia, pioggia e...<br />
ordinaria amministrazione<br />
Questa primavera così strana, questo inverno<br />
che sembra riaffacciarsi continuamente<br />
e che tiene lontana, con le sue nebbie<br />
persistenti, quella parte di pellegrini <strong>della</strong><br />
città e non solo che, normalmente, a questo<br />
punto dell’anno si affrettano a salire... Tutto<br />
questo, non disgiunto dagli effetti economici<br />
di una crisi che obbliga molti a far dei conti<br />
anche col “necessario”... purtroppo rallenta<br />
l’afflusso in massa <strong>della</strong> nostra gente.<br />
Ma non è solo questo... Si sente aria di una<br />
crisi non solo economica, di uno sconcerto<br />
esistenziale in parte inqualificabile.<br />
In questo senso, per la <strong>Guardia</strong>, non si può<br />
parlare mai di “ordinaria amministrazione”.<br />
Perché, a sentire i nostri preti confessori,<br />
alla <strong>Guardia</strong> appare in modo “straordinario”<br />
quello che avviene nel profondo delle coscienze<br />
e in situazioni che si direbbero scontate.<br />
Sì, alla <strong>Guardia</strong>, tutto è sempre e comunque<br />
“bello”, “importante”, un po’ “straordinario”,<br />
appunto. Certo, il sole pieno fa sorridere<br />
anche il panorama incantevole, ma tutti<br />
trovano anche nella nebbia bassa e fitta, una<br />
struggente poesia. Poi sono arrivati i giorni di<br />
50° di ORDINAZIONE SACERDOTALE<br />
PER MONS. MARCO GRANARA<br />
RETTORE DEL SANTUARIO<br />
DELLA GUARDIA<br />
D omenica<br />
cronaca<br />
sole pieno - pochi<br />
per la verità in quest’anno - e allora<br />
è tornata la convinzione anche visiva che...<br />
dietro le nuvole c’è sempre il Sole! Dice<br />
così il nostro Rettore - quasi a giustificarsi di<br />
fronte a qualche delusione degli organizzatori<br />
dei pellegrinaggi che scendono dal nord<br />
in riviera per trovare il sole e non lo trovano<br />
– che “alla <strong>Guardia</strong> c’è sempre comunque il<br />
Sole”! Se non è fuori, visibile nel cielo, è comunque<br />
qui... in braccio a Sua madre.<br />
Davvero, dalla <strong>Guardia</strong> si può tornare<br />
sempre illuminati e riscaldati.<br />
30 giugno, durante la S. Messa delle<br />
ore 11, al <strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />
Mons. Marco Granara, ricorderà il 50° anniversario<br />
<strong>della</strong> sua ordinazione sacerdotale. Tutti coloro,<br />
singoli e gruppi, che in questi anni hanno collaborato<br />
a diverso titolo con lui sono invitati a partecipare alla<br />
celebrazione. Don Marco ci ha fatto sapere che per l’occasione, piuttosto<br />
che doni personali, gradirebbe un contributo per la costituzione di un<br />
“fondo assistenza alle famiglie” in difficoltà che sempre più spesso<br />
si rivolgono al <strong>Santuario</strong>.<br />
Il Vice Rettore, Don Piero Parodi (tel. 010 7235809 - cell. 335 1346766) è a<br />
disposizione per finalizzare iniziative in questo senso.<br />
27
cronaca<br />
Un boom di “nozze d’oro” al <strong>Santuario</strong><br />
A pagina 30, nelle “Notizie in poche righe”<br />
si possono trovare anche dei nomi. Forse<br />
non tutti perché molti ci sono sfuggiti e molti,<br />
anzi, ci tengono a “fare una cosa proprio<br />
intima, solo per noi due”... Chi sono? Sono<br />
le numerose coppie di sposi che salgono<br />
al <strong>Santuario</strong> per “dire grazie” dopo 50<br />
anni di Matrimonio. Ci sono anche i 55,<br />
i 60 e oltre. Ci sono moltissimi che, ormai da<br />
sempre, ogni anno vengono a passare qui un<br />
giorno insieme, proprio il giorno anniversario.<br />
Ho sentito alcuni dire, anche in freddolosi<br />
giorni di maltempo: “Non fa niente, è bello lo<br />
stesso!” Una carissima signora è arrivata da sola<br />
(“perché mio marito non ce l’ho più accanto,<br />
è morto da due anni, ma ho sentito il bisogno<br />
di venire a ricordare quel giorno lo stesso”) e<br />
si è unita agli altri, con qualche lacrima forse<br />
rimandata in gola, ma con una convinzione<br />
Una guardia più “vicina” con le nuove tecnologie<br />
è chi crede di poter sostituire il rappor-<br />
C’ to diretto tra le persone con l’utilizzo di<br />
nuovi strumenti di comunicazione. Non lo si<br />
crede alla <strong>Guardia</strong>! Un <strong>Santuario</strong> è il luogo<br />
dell’accoglienza e <strong>della</strong> comunicazione diretta,<br />
filiale tra la Madonna e i suoi figli, fraterna<br />
tra i pellegrini che si scoprono membri in<br />
cammino nella stessa avventura. No, nessun<br />
Internet potrà mai sostituire il “cuore<br />
a cuore” di certi incontri. E tuttavia<br />
il nostro <strong>Santuario</strong> crede – e per questo si<br />
attrezza – nell’utilità di nuovi strumenti<br />
di comunicazione, anche a distanza.<br />
Mille possibilità si stanno così aprendo<br />
per chi ama la Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>,<br />
tra chi trova nelle proposte del suo <strong>Santuario</strong><br />
qualche aiuto alla sua crescita interiore. Sempre<br />
di semplici “strumenti” si tratta, ma c’è<br />
spesso bisogno anche di questi. Si ha così la<br />
possibilità di aprire il sito www.santuarioguardia.it<br />
e di trovarci tante cose. Il canto<br />
tradizionale <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> mette già<br />
28<br />
profonda di grande valore. Una vera grazia,<br />
che si rinnova e si ripete. Si ripete, anche in<br />
un contesto dove le statistiche segnano un<br />
calo impressionante <strong>della</strong> celebrazione<br />
dei matrimoni (non solo in Chiesa, ma anche<br />
tra quelli solo civili) e mentre nelle piazze<br />
francesi si contrappongono due cortei, pro e<br />
contro il riconoscimento del “matrimonio”<br />
anche per le coppie omosessuali. Che strane<br />
cose succedono... Sembrano e forse sono<br />
profondamente contrastanti. Chi celebra, con<br />
commozione e gratitudine, e chi paventa il<br />
matrimonio come un rischio da evitare. Chi<br />
lo lascia e lo contesta e chi lo rivendica come<br />
un “diritto” comunque e per tutti. La discrezione<br />
<strong>della</strong> gioia dei nostri pluriennali “anniversari<br />
di nozze” non può essere comunque<br />
soffocata e rimane una nota di riflessione<br />
per tutti. Evviva gli sposi!!!<br />
nel clima chiunque si accosta. Cliccando su<br />
“<strong>Santuario</strong> in video” si apre la prospettiva<br />
dell’altare <strong>maggio</strong>re e <strong>della</strong> grande<br />
nicchia sovrastante con Maria. Già ora<br />
si possono seguire le celebrazioni <strong>della</strong><br />
<strong>Guardia</strong> (c’è ancora, a volte, qualche problema<br />
per l’audio, ma i competenti stanno<br />
seguendo l’inconveniente). Molte altre cose<br />
sono in preparazione, come la Catechesi, le<br />
tracce di una “Missione Permanente” e altro<br />
ancora... Un’obiezione: e i nostri anziani,<br />
che spesso non sono attrezzati e tagliati<br />
per ‘sta roba? Intanto noi crediamo che chi<br />
è più avanti negli anni e vuole raggiungere<br />
obiettivi ha una caparbietà incredibile che<br />
meraviglia tutti e poi... chi l’ha detto che i<br />
nostri anziani non si stiano attrezzando sempre<br />
più in merito a questo tipo di comunicazione?<br />
Sarà una bella sfida? Noi crediamo<br />
di sì. Chi, in merito, avendo visitato<br />
il sito <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, ha qualcosa da dire ci<br />
faccia avere le sue impressioni.
momenti di vita<br />
Maria Poggio e Giovanni Fraguglia<br />
festeggiano il loro<br />
50° anniversario di matrimonio<br />
con il nipote Davide Fraguglia<br />
(11/05/1963-11/05/<strong>2013</strong>).<br />
50° anniversario di matrimonio<br />
di Bartolomeo Bozzo e Teresa Sacco<br />
con i figli,<br />
Genova Prà, 17/06/1962-17/06/2012).<br />
29
il ricordo e la preghiera<br />
Emilia Parodi 82 anni<br />
Serra riccò (GE)<br />
Mafalda Pellerano v. Colombo 102 anni<br />
Genova<br />
notizie<br />
in<br />
poche<br />
righe<br />
30<br />
Giuseppina Garrè 87 anni<br />
Casella (GE)<br />
Giuseppina Pescini 76 anni<br />
S. Cipriano (GE)<br />
Luigia Parodi 87 anni<br />
Genova<br />
Giacomo Cavo 84 anni<br />
Voltaggio (AL)<br />
■ Sabato 20 aprile - Gruppo dei cresimandi<br />
di Casella (GE) per il ritiro spirituale;<br />
Equipe Notre Dame (25 persone)<br />
per incontro di due giorni; Tommagnini<br />
Norberto e Trucco Armida ringraziano la<br />
Madonna per i loro 50° di Matrimonio.<br />
■ Lunedì 22 aprile - 50° di Matrimonio<br />
di Giacomo e Anna Mazzoni da Pietranera<br />
(Val Trebbia).<br />
■ Giovedì 25 aprile - Parrocchia S.<br />
Concordia in Contrada (LU) con don<br />
Luca Bassetti; 60° di Matrimonio dei coniugi<br />
Soffientini Luigi e Maria.<br />
■ Domenica 28 aprile - Celebrano 20<br />
anni di Matrimonio i coniugi Alessio e<br />
rosy; 50° di Matrimonio Bozzo GB e<br />
Maria da Teriasca (Sori) e Ausini Emmanuele<br />
e Sandra; 55 anni di Matrimonio<br />
i coniugi Barbieri Domenico e Silvia.<br />
■ Mercoledì 1 <strong>maggio</strong> - Parrocchia S.<br />
Antonio Abate con i bambini <strong>della</strong> prima<br />
Comunione; Parrocchia S. Cipriano con<br />
don Andrea Cosma e Mons. Anselmo<br />
Gioia.<br />
■ Giovedì 2 <strong>maggio</strong> - Parrocchia del<br />
SS.mo Sacramento con i bambini <strong>della</strong><br />
prima Comunione e con il parroco don<br />
Luciano Torre.<br />
■ Venerdì 3 <strong>maggio</strong> - Parrocchia di<br />
Edoardo Cambiaso 82 anni<br />
Serra riccò (GE)<br />
Maria Albina fossati 85 anni<br />
Busalla (GE)<br />
Antonio Parodi 90 anni<br />
Ceranesi-Balletti (GE)<br />
Emilio Dellepiane 78 anni<br />
Genova-Bolzaneto<br />
Langasco (GE).<br />
■ Sabato 4 <strong>maggio</strong> - Pellegrinaggio<br />
diocesano mensile con il Card. Arcivescovo;<br />
Pellegrinaggio dei taxisti; Pellegrinaggio<br />
“del Cuore”, con il dott. Domenicucci<br />
i cardiopatici in convalescenza e<br />
riabilitazione.<br />
■ Domenica 5 <strong>maggio</strong> - Vicariato di<br />
Campomorone, presiede la S. Messa<br />
don Giuseppe Misiti; Gara podistica<br />
Cambiaso risso; Parrocchia di Borgosesia.<br />
■ Giovedì 9 <strong>maggio</strong> - Giornata di santificazione<br />
sacerdotale con il Cardinale<br />
Arcivescovo e 150 sacerdoti: festeggiati<br />
i 60-50-25 anni di consacrazione<br />
sacerdotale.<br />
■ Sabato 11 <strong>maggio</strong> - Matrimonio di<br />
Pattarino Omar e Vitti Monica; Gruppa<br />
parrocchiale di S. Martino di Argine<br />
(BO); Parrocchia N.S. <strong>della</strong> Neve con i<br />
bambini.<br />
■ Domenica 12 <strong>maggio</strong> - Giornata diocesana<br />
dell’Amicizia.<br />
■ Giovedì 16 <strong>maggio</strong> - Gruppo di Anziani<br />
con don Gabriele.<br />
■ Sabato 18 <strong>maggio</strong> - Veglia di Pentecoste<br />
con i giovani <strong>della</strong> Diocesi e il<br />
Cardinale Arcivescovo.
informazioni utili<br />
abbonamenti a “laguardia” <strong>2013</strong><br />
Italia: Ordinario 20,00 Sostenitore 30,00<br />
Estero: Ordinario 30,00 Sostenitore 37,00<br />
$ 35 $ 50<br />
Gli abbonamenti a “la<strong>Guardia</strong>”, si possono fare, oltre<br />
che al <strong>Santuario</strong>, anche presso:<br />
- Ufficio Amm.vo, Via Serra 6/A (solo mattino) tel. 010 561033<br />
fax 010 2924108 e-mail: amministr.guardia@libero.it;<br />
- Ufficio Pastorale <strong>della</strong> Curia, P.zza Matteotti 4;<br />
- Libreria San Paolo, P.zza Matteotti 31/R;<br />
- Libreria L.D.C., Via Rolando 63/R.<br />
Conto Corrente Postale n. 387167<br />
IBAN: IT30 I 07601 01400 000000387167<br />
intestato a: <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />
via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />
Orari<br />
Il <strong>Santuario</strong> è aperto tutti i giorni dalle ore 7,30 alle 12 e<br />
dalle 14 alle 19,00. Nei giorni festivi dalle ore 7 alle 19,00<br />
ininterrottamente (nell’ora solare la chiusura è alle 18,30).<br />
Sante Messe<br />
Ora Solare festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 16.<br />
feriali: ore 10 - 16.<br />
sabato: ore 10 - 11 - 16.<br />
vigilia dei festivi: ore 16.<br />
Ora Legale festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 17.<br />
feriali: ore 10 - 17.<br />
sabato: ore 10 - 11 - 17.<br />
vigilia dei festivi: ore 17.<br />
Rosario<br />
domenica e festivi ore 10 e ore 16 alla Cappella dell’Apparizione.<br />
Tutti i giorni feriali in Basilica ore 15,30 (ora<br />
solare), ore 16,30 (ora legale).<br />
Indirizzo <strong>Santuario</strong> N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />
piazza <strong>Santuario</strong>, 4 - 16014 Ceranesi (GE)<br />
Amministrazione<br />
Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />
Tel. 010 561033 - fax 010 2924108<br />
e-mail: amministr.guardia@libero.it<br />
Con approvazione ecclesiastica<br />
L’ufficio abbonamenti, offerte<br />
e Sante Messe del <strong>Santuario</strong> è<br />
aperto dalle ore 8,30 alle 12,00<br />
e dalle ore 14,00 alle 17,00.<br />
Foto defunti:<br />
formato tessera 25,00.<br />
Foto dei Gruppi:<br />
formato grande 50,00.<br />
Foto dei Bambini: pubblicazione <strong>della</strong><br />
foto gratuita per i bambini nuovi abbonati.<br />
Le quote di abbonamento non sono ritoccate per i meno abbienti. Per chi può - soprattutto ora che<br />
un nuovo provvedimento di legge ha aumentato a dismisura le spese di spedizione - chiediamo di<br />
aderire in libertà a rinnovare l’abbonamento con le quote sopra indicate.<br />
C/C Bancario n. 59722/80 Banca Carige - Sede<br />
di Genova - IBAN: IT79 Q 06175 01400 000005972280<br />
intestato a: Amministrazione <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />
via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />
Telefoni<br />
Prefisso da tutta Italia Genova compresa: 010;<br />
prefisso internazionale dall’estero: +39 010.<br />
Segreteria 010 72351<br />
Centralino 010 7235810<br />
fax segr. 010 7235805<br />
Suore 010 7235833<br />
rettore 010 7235811 (solo ore pasti)<br />
Vice rettore 010 7235809<br />
E-mail <strong>Santuario</strong>: segreteria@santuarioguardia.it<br />
E-mail rettore: rettore@santuarioguardia.it<br />
sito internet: www.santuarioguardia.it<br />
Per soggiornare al <strong>Santuario</strong><br />
• Il <strong>Santuario</strong> è attrezzato per accogliere persone<br />
singole, famiglie e gruppi anche numerosi.<br />
La gestione dell’accoglienza è stata da tempo<br />
affidata a Cooperative di servizi e a trattorie private.<br />
Le condizioni e le prenotazioni si possono<br />
trovare al numero <strong>della</strong> segreteria del <strong>Santuario</strong>.<br />
Per arrivare al <strong>Santuario</strong> con il servizio A.T.P.<br />
Bolzaneto FF.SS. - <strong>Santuario</strong> (dal 17 settembre 2012 a giugno <strong>2013</strong>)<br />
FeStivi da Bolzaneto: 08.30 - 10.40 - 13.35 - 16.20<br />
dal <strong>Santuario</strong>: 09.50 - 12.10 - 14.25 - 17.45<br />
Feriali da Bolzaneto: 08.30 - 15.15<br />
dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />
Per informazioni: Tel. 010 7177210 oppure www.atp-spa.it<br />
Redazione<br />
Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />
Anna Gatti, Ilaria Giusto,<br />
renata Montaldo, Marcello Monticone,<br />
Gianfranco Parodi,<br />
Enrico Quaglia, Nucci Scipilliti,<br />
Alma Severino, Laura Siccardi,<br />
Ivana Zanobelli.<br />
... e c’era la Madre di Gesù<br />
Direttore Responsabile<br />
fernando Primerano<br />
Responsabile di redazione<br />
Mirco Mazzoli<br />
Fotografie<br />
archivio fotografico<br />
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La testata “La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.<br />
Periodico ROC - La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - MP/GENOVA NO/51/2011 - n. 01 anno 118 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Taxe perçue - Tassa riscossa - CMP GE Aeroporto<br />
1/gennaio <strong>2013</strong><br />
Ti trasmetto<br />
quel che ho ricevuto<br />
Il ‘nuovo’ catechismo<br />
compie gli anni.<br />
Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />
osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />
Gv. 2,1
La “GUARDIA” di ALASSIO<br />
Molto antica è la storia di una presenza<br />
di Maria sul monte<br />
Tirasso, come “vedetta” a protezione<br />
<strong>della</strong> città di Alassio nel ponente ligure.<br />
Si parla di una Cappella in epoca<br />
medievale, preceduta comunque<br />
da un punto di difesa ancora antecedente.<br />
Stessa funzione di “vedetta e<br />
difesa” delle popolazioni dell’entroterra<br />
genovese era stata data al nostro<br />
monte Figogna... In linea con l’incarnazione<br />
di Gesù, accanto al concetto<br />
di “guardia/vedetta/difesa” <strong>della</strong> sua<br />
gente, la Madre di Dio non disdegnò<br />
mai, con la sua speciale presenza, di<br />
esprimere la stessa funzione di protettrice<br />
in senso pieno dei figli che Dio le<br />
volle affidare. Avviene così alla <strong>Guardia</strong><br />
del Figogna (Genova), alla<br />
“Garde” di Marsiglia, alla “<strong>Guardia</strong>”<br />
<strong>della</strong> Madonna di San Luca<br />
a Bologna, alla “<strong>Guardia</strong>” di San<br />
Giovanni Incarico di Frosinone,<br />
alla “<strong>Guardia</strong>” di Catania... e chi<br />
sa in quanti altri Santuari/Baluardi/<br />
Vedette/Guardie di Maria. Tutta la popolazione<br />
di Alassio ci tenne, da sempre,<br />
a questa presenza dall’alto in sua<br />
protezione e curò gli sviluppi graduali<br />
del <strong>Santuario</strong> nella storia. La devozione<br />
e lo splendore di quel magnifico punto di vedetta portarono lassù moltissima gente<br />
da tutta la riviera di ponente e non solo dalla città di Alassio. Nel secolo scorso intorno agli<br />
anni ‘50, il Parroco alassino Mons. Innocente De Ferrari promosse un riferimento più<br />
costante e preciso al <strong>Santuario</strong> “principe <strong>della</strong> ligure terra” - come lo aveva chiamato Papa Benedetto<br />
XV, che alla nostra “<strong>Guardia</strong> del Figogna” aveva pregato e predicato. Una bella statua<br />
lignea dello “scultore <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>” Antonio Canepa è venerata sul monte Tirasso e<br />
portata in processione. E comunque, tutti i liguri, di ponente e di levante, sanno che quando<br />
arrivano alla <strong>Guardia</strong> del Figogna sono di casa. Ai piedi <strong>della</strong> nicchia centrale, lo ricorda<br />
una scritta molto significativa che qualifica quel sacello come “cor ligurum”, cuore dei<br />
liguri. Sì, la Madonna contadina del Figogna diventa Madonna marinara: una Madre<br />
che continua a “guardare dall’alto” i suoi figli e a chiamarli a ricostruire nuovi “pezzi<br />
di storia” sacra dovunque si trovino a vivere.<br />
Genova Aeroporto<br />
la<strong>Guardia</strong><br />
Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />
16122 GENOVA - ANNO 118 - N. 05 MAGGIO <strong>2013</strong><br />
PErIODICO rOC - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003<br />
(CONVErTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46) ArT. 1, COMMA 1 - MP/GENOVA NO/51/2011<br />
POSTE ITALIANE S.P.A. TAxE PErçUE - TASSA rISCOSSA - CMP GE AErOPOrTO