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1 Genn-Febb-Mar 2013 - Santuario della Madonna del Frassino ...

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Anno 90 - N. 1 - gennaio-febbraio-marzo <strong>2013</strong> - Pubb. trimestrale - Poste Itliane spa - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. comma 2, DCB VERONA<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

SANTUARIO MADONNA DEL FRASSINO - Peschiera <strong>del</strong> Garda (Verona)<br />

www.santuario<strong>del</strong>frassino.it


SOMMARIO<br />

• Lettera <strong>del</strong> padre Rettore 3<br />

• Segni per la vita 4<br />

• Un pensiero per la Quaresima 5<br />

• La luce <strong><strong>del</strong>la</strong> fede 6-7<br />

• Il concetto biblico di penitenza 8-9<br />

• Il Crocifi sso 10<br />

• Il Risorto 11<br />

• <strong>Mar</strong>ia ai piedi <strong><strong>del</strong>la</strong> Croce 12-13<br />

• La vita di S. Francesco 14-15<br />

• L’icona <strong><strong>del</strong>la</strong> Crocifi ssione 16-17<br />

• La voce <strong>del</strong> cronista 18-19<br />

• Pellegrinaggi • Cori • Matrimoni 20-21<br />

• Grazie Santo Padre 22<br />

• Orari 23<br />

Anno 90 - N. 1 - gennaio-febbraio-marzo <strong>2013</strong> - Pubb. trimestrale - Poste Itliane spa - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. comma 2, DCB VERONA<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

SANTUARIO MADONNA DEL FRASSINO - Peschiera <strong>del</strong> Garda (Verona)<br />

www.santuario<strong>del</strong>frassino.it<br />

Il Crocifi sso nella cappella <strong>del</strong>le Confessioni<br />

2 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

CELEBRAZIONI DELLA LITURGIA<br />

Liturgia Feriale<br />

Lodi: ore 7.00<br />

SS. Messe: ore 7.30 - 9. 00 - 18.30<br />

Vespro: ore 19.00<br />

S. Messa <strong>del</strong> Sabato sera<br />

e Vigilia <strong>del</strong>le Feste: ore 18.00<br />

Liturgia Festiva<br />

Ore 7. 00 - 8.30 - 10.00 - 11.30<br />

(orario legale) 17.30 - 19.00<br />

(orario solare) 17.00 - 18.30<br />

Canto <strong>del</strong> Vespro ore 16.30 (legale)<br />

ore 16.00 (solare)<br />

Sacramento <strong><strong>del</strong>la</strong> Riconciliazione:<br />

tutti i giorni: ore 18.00 - 11.45<br />

15.00 - 19.00<br />

Ogni primo sabato <strong>del</strong> mese:<br />

S. Messa per anziani e ammalati<br />

Ore 16.00 (orario legale)<br />

Ore 15.30 (orario solare)<br />

<br />

Orari apertura <strong>Santuario</strong><br />

Solare: 6.30 - 12.00; 14.30 - 19.30<br />

Legale: 6.30 - 12.00; 15.00 - 19,30<br />

Periodo estivo<br />

Maggio - Settembre - Chiusura ore 22,00<br />

LA REGINA DEL GARDA<br />

Pubblicazione Trimestrale<br />

Editore<br />

SANTUARIO DELLA<br />

MADONNA DEL FRASSINO<br />

(Prov. Veneta di S. Antono O.F.M.)<br />

www.santuario<strong>del</strong>frassino.it<br />

e-mail: santuario<strong>del</strong>frassino@virgilio.it<br />

37019 PESCHIERA DEL GARDA (VR)<br />

TEL. 045 7550500 - 045 7550352<br />

FAX 045 7552063<br />

C.C.P. n. 14238372<br />

Tribunale di Verona R. S. n. 297 <strong>del</strong> 11973<br />

Direttore responsabile:<br />

P. Dino Buso, ofm<br />

Redattore<br />

Frà Gianbattista Casonato ofm<br />

SOSTEGNO BOLLETTINO<br />

Annuo € 10,00<br />

Sostenire € 20,00<br />

Stampa: Arti Grafi che Casagrande snc - Colognola ai Colli (VR)<br />

Confezione-Spedizione: Nuova Zai s.n.c. (VR)<br />

Tel. 045 584 644<br />

Ai sensi <strong>del</strong> Codice in materia di protezione dei dati personali<br />

(D.Lsl. 196/2003, “La Regina <strong>del</strong> Garda” garantisce che i dati<br />

personali relativi agli abbonati sono custoditi nell’archivio, anche<br />

elettronico, con le prescritte misure di sicurezza e sono utilizzati<br />

esclusivamente per l’invio <strong>del</strong> periodico.


Lett era <strong>del</strong> padre Rett ore<br />

Carissimi amici e devoti <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Madonna</strong> <strong>del</strong> <strong>Frassino</strong>, il Signore vi dia pace.<br />

È questo il primo numero de La Regina <strong>del</strong> Garda <strong>del</strong> nuovo anno. Ogni tre mesi<br />

entriamo nelle vostre case per ravvivare in tutti la devozione alla <strong>Madonna</strong> e per<br />

mantenere una fraterna relazione con i devoti <strong>del</strong> santuario <strong>del</strong> <strong>Frassino</strong>.<br />

Sono novanta anni che La Regina <strong>del</strong> Garda, nata con tanta semplicità, continua<br />

ad essere organo di collegamento con i tanti devoti <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Madonna</strong> che si onora<br />

in questo luogo. Nel prossimo numero daremo spazio a questo novantesimo anno<br />

di storia e di vita.<br />

Come vedete non abbiamo tante pretese. Ci sono riviste mariane molto qualifi cate,<br />

noi vogliamo solo tener viva la devozione alla <strong>Madonna</strong> che notiamo, per fortuna,<br />

ancora molto forte nella nostra gente.<br />

Sono certo che tutti viviamo il tempo di Quaresima, e ci stiamo preparando intensamente<br />

alla Pasqua <strong>del</strong> Signore, centro <strong><strong>del</strong>la</strong> vita cristiana. Tutto per noi credenti<br />

parte dalla morte e risurrezione di Gesù. In questo numero troverete qualche pagina,<br />

oltre alle solite rubriche, che focalizza l’attenzione sul senso di quella morte e<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> vita nuova che il Risorto comunica a chi crede e vive in Lui.<br />

Questa Pasqua è la Pasqua <strong>del</strong>l’Anno <strong><strong>del</strong>la</strong> Fede, voluto per tutta la Chiesa dal<br />

Papa, padre e pastore attento, perché i cristiani vivano in pienezza il loro battesimo.<br />

La Pasqua si è fatta evento concreto in noi con il battesimo. Questo sacramento<br />

ci è stato donato per la fede di chi ci ha portati al Fonte, ora noi tutti, maturando<br />

nella fede, sviluppiamo e portiamo a compimento ciò che ci è stato donato.<br />

Alla veglia pasquale saremo presenti per rinnovare le nostre promesse battesimali<br />

e ravvivare quella fede che ci fa gustare la ricchezza <strong><strong>del</strong>la</strong> vita di Dio in noi.<br />

Per la fede, Dio dimora nei nostri cuori e ci spinge a compiere le opere <strong><strong>del</strong>la</strong> fede<br />

che sono il bene che cerchiamo di fare.<br />

L’Anno <strong><strong>del</strong>la</strong> fede deve incidere in noi per tradursi in un credere più forte e coerente,<br />

anche se questo comporterà andare contro corrente.<br />

<strong>Mar</strong>ia che ha goduto per la risurrezione di Gesù, <strong>Mar</strong>ia che ha atteso in preghiera<br />

il dono <strong>del</strong>lo Spirito a Pentecoste, sia madre, maestra e mo<strong>del</strong>lo a ciascuno di noi.<br />

Per tutti imploro la benedizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, con la protezione<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Madonna</strong>.<br />

Buona Pasqua.<br />

Fr. Giambattista Casonato ofm<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

3


La Pasqua è per i cristiani la festa<br />

<strong>del</strong>le feste, è il giorno che ha fatto<br />

il Signore. È il giorno in cui Cristo<br />

muore e risorge.<br />

Da questo evento nasce la Chiesa<br />

e in forza di questo evento vive la<br />

Chiesa. Partendo dalla Pasqua i cristiani<br />

hanno sentito il bisogno di<br />

prepararsi con quaranta giorni di<br />

preghiera e di penitenza e di prolungare<br />

quella festa con cinquanta giorni<br />

di gioia fi no al compimento nella<br />

Pentecoste.<br />

La Quaresima inizia con la benedizione<br />

dei penitenti e con il segno<br />

di questa penitenza posta sul capo<br />

di chi si impegna. Se non facciamo<br />

opere di penitenza la cenere non serve<br />

a niente.<br />

Mons. Tonino Bello, un vescovo<br />

che ha lasciato un segno nella Chiesa<br />

diceva: La cenere che ricevi sulla<br />

tua testa deve trasformarsi in acqua<br />

che lava i piedi <strong>del</strong> fratello. È il gesto<br />

<strong>del</strong> giovedì santo, ultimo giorno<br />

di quaresima e inizio <strong>del</strong> triduo<br />

pasquale: Gesù esorta i discepoli a<br />

lavarsi i piedi a vicenda, e lui, il maestro,<br />

ne dà l’esempio. La cenerepenitenza<br />

è in funzione <strong>del</strong>l’acquacarità.<br />

Se nel cammino quaresimale<br />

siamo riusciti a vivere la carità nelle sue<br />

varie espressioni, la cenere è stata uno<br />

stimolo che ha portato frutto. Non è che<br />

con la Pasqua è terminato questo impegno:<br />

anzi, dalla Pasqua parte la vita cristiana,<br />

che è vita vissuta nell’amore. Vi conosceranno<br />

dai vostri frutti se vi amerete gli uni<br />

gli altri, sarete miei discepoli. Tutto ciò<br />

che avete fatto a un fratello mio più picco-<br />

4 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

Segni per la vita<br />

Crocifi sso, cenere, acqua santa segni <strong><strong>del</strong>la</strong> Quaresima<br />

lo, l’avete fatto a me.<br />

Questo è il programma per la vita cristiana<br />

di sempre. Il risorto che tanta consolazione<br />

ha portato nel nostro cuore, lo Spirito Santo<br />

che a Pentecoste rinnoverà la sua effusione<br />

in noi, ci aiuti a vivere l’amore. Dio<br />

è amore e chi sta nell’amore sta in Dio.


Un pensiero per la Quaresima<br />

Gli atteggiamenti interiori <strong>del</strong> cristiano per<br />

la quaresima sono sintetizzati molto bene<br />

nel testo <strong>del</strong> Vangelo che viene letto nel<br />

giorno <strong>del</strong>le ceneri: Mt 6,1-6. 16-18.<br />

Riportiamo per i nostri lettori una signifi cativa<br />

rifl essione sul testo <strong>del</strong> Vangelo citato.<br />

Dai “Discorsi” di san Pietro Crisologo,<br />

vescovo<br />

Tre sono le cose tre, o fratelli, per cui<br />

sta salda la fede, perdura la devozione,<br />

resta la virtù: la preghiera, il digiuno,<br />

la misericordia. Ciò per cui la preghiera<br />

bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la<br />

misericordia. Queste tre cose, preghiera,<br />

digiuno, misericordia, sono una sola cosa,<br />

e ricevono vita l’una dall’altra.<br />

Il digiuno è l’anima <strong><strong>del</strong>la</strong> preghiera e la<br />

misericordia la vita <strong>del</strong> digiuno. Nessuno<br />

le divida, perché non riescono a stare<br />

separate. Colui che ne ha solamente una o<br />

non le ha tutte e tre insieme, non ha niente.<br />

Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia<br />

misericordia. Chi nel domandare desidera<br />

di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge<br />

domanda. Chi vuol trovare aperto verso di<br />

sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo<br />

supplica.<br />

Chi digiuna comprenda bene cosa signifi ca<br />

per gli altri non aver da mangiare. Ascolti<br />

chi ha fame, se vuole che Dio gradisca<br />

il suo digiuno. Abbia compassione, chi<br />

spera compassione. Chi domanda pietà, la<br />

eserciti. Chi vuol che gli sia concesso un<br />

dono, apra la sua mano agli altri. E’ un<br />

cattivo richiedente colui che nega agli altri<br />

quello che domanda per sé.<br />

O uomo, sii tu stesso per te la regola <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

misericordia. Il modo con cui vuoi che si<br />

usi misericordia a te, usalo tu con gli altri.<br />

La larghezza di misericordia che vuoi per<br />

te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella<br />

stessa pronta misericordia, che desideri per<br />

te.<br />

Perciò preghiera, digiuno, misericordia<br />

siano per noi un’unica forza mediatrice<br />

presso Dio, siano per noi un’unica forza<br />

mediatrice presso Dio, siano per noi<br />

un’unica difesa, un’unica preghiera sotto<br />

tre aspetti.<br />

Quanto col disprezzo abbiamo perduto,<br />

conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo<br />

le nostre anime col digiuno perché non c’e’<br />

nulla di più gradito che possiamo offrire a<br />

Dio, come dimostra il profeta quando dice:<br />

Sacrifi cio a Dio è uno spirito contrito; un<br />

cuore contrito e umiliato tu, o Dio, non<br />

disprezzi! (Sal 50,19).<br />

O uomo, offri a Dio la tua anima ed offri<br />

l’oblazione <strong>del</strong> digiuno, perché sia pura<br />

l’ostia, santo il sacrifi cio, vivente la<br />

vittima, che a te rimanga e a Dio sia data.<br />

Chi non dà questo a Dio non sarà scusato,<br />

perché non può non avere se stesso da<br />

offrire. Ma perché tutto ciò sia accetto,<br />

sia accompagnato dalla misericordia. Il<br />

digiuno non germoglia se non è innaffi ato<br />

dalla misericordia. Il digiuno inaridisce,<br />

se inaridisce la misericordia. Ciò che è la<br />

pioggia per la terra, è la misericordia per il<br />

digiuno. Quantunque ingentilisca il cuore,<br />

purifi chi la carne, sradichi i vizi, semini le<br />

virtù, il digiunatore non coglie frutti se non<br />

farà scorrere fi umi di misericordia. O tu<br />

che digiuni, sappi che il tuo campo resterà<br />

digiuno se resterà digiuna la misericordia.<br />

Quello invece che tu avrai donato nella<br />

misericordia, ritornerà abbondantemente<br />

nel tuo granaio. Pertanto, o uomo, perché<br />

tu non abbia a perdere col voler tenere per<br />

te, elargisci agli altri e allora raccoglierai.<br />

Dà a te stesso, dando al povero, perché ciò<br />

che avrai lasciato in eredità ad un altro, tu<br />

non lo avrai.<br />

La L Regina Reg eg e in ina <strong>del</strong> de <strong>del</strong> Garda Ga G rd rda 5


La luce<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong><br />

fede<br />

È abbastanza diff uso un manifesto per l’AN-<br />

NO DELLA FEDE che riproduce il VOLTO DI<br />

CRISTO, mosaico che si trova nel cati no<br />

<strong>del</strong>l’abside <strong>del</strong> duomo di Cefalù. Accanto a<br />

questo volto è riportato il CREDO che troviamo<br />

nella celebrazione <strong>del</strong>l’ Eucaristi a<br />

domenicale e che conosciamo bene. Anche<br />

il nostro <strong>Santuario</strong> <strong>del</strong> <strong>Frassino</strong> ha scelto<br />

questo Volto e questo Credo. Vicino arde<br />

una fi amma che illumina e rende viva l’immagine.<br />

È bene ricordare che la fede è dett a anche<br />

“luce <strong><strong>del</strong>la</strong> fede”. La persona di Gesù si presenta<br />

a noi come la “Luce vera che illumina<br />

ogni uomo che viene in questo mondo”(Gv<br />

1,9). Sappiamo anche che la Storia Sacra<br />

descrive l’att esa <strong>del</strong> Salvatore così: “Il popolo<br />

che camminava nelle tenebre vide una<br />

Grande Luce” (Is 9,1). Succede anche a noi:<br />

talvolta, sentendo parlare una persona, diciamo:<br />

“mi si è come accesa una luce”, oppure:<br />

“ mi ha come aperto una porta su un<br />

panorama straordinario”. Così è la fede:<br />

6 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

una Luce che si accende nella mia vita, un<br />

panorama che mi si apre dinanzi.<br />

Possiamo veramente dire che la FEDE è la<br />

“risposta” che diamo ad una Persona che<br />

abbiamo incontrato, che ci è venuta incontro;<br />

e noi ne siamo rimasti pieni di stupore.<br />

Così accade al cristi ano.<br />

Certamente quest’anno vivremo una Quaresima<br />

e una Pasqua straordinaria, arricchita<br />

dall’Avvenimento <strong>del</strong> nostro Papa Benedett<br />

o che dà le dimissioni da Vescovo di<br />

Roma e dichiara vacante la Sede di Pietro,<br />

invitando chi di dovere a indire il conclave<br />

per la scelta e l’elezione <strong>del</strong> nuovo Papa.<br />

Vogliamo senti rci cordialmente uniti a lui,<br />

accogliendo il Messaggio che Egli scrive a<br />

tutt a la Chiesa per preparare la Pasqua.<br />

Lo facciamo, mett endo in evidenza alcune<br />

espressioni che mi sembrano luminose:<br />

• Il comandamento “Ama Dio con tutt o il<br />

cuore e ama il prossimo tuo come te stesso”<br />

non è un comandamento, ma è la risposta<br />

al dono <strong>del</strong>l’ Amore che già abita dentro di


noi: “Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore<br />

che Dio ha in noi. Dio è Amore, chi<br />

rimane nell’Amore rimane in Dio e Dio rimane<br />

in Lui” (1 Gv 4,16).<br />

• All’inizio <strong>del</strong> nostro essere cristi ani<br />

non c’è una decisione eti ca moti vata dalle<br />

norme morali o da una grande idea.<br />

C’è l’incontro con un Avvenimento, con<br />

una Persona, con Gesù Cristo, Parola di<br />

Dio venuta ad abitare in mezzo a noi.<br />

• La prima risposta all’Amore di Dio che<br />

abita in noi, è la FEDE, l’accoglienza di questa<br />

inaudita iniziati va di Dio che ci precede<br />

, che crea stupore, perché rende l’Uomo<br />

“capace di Dio”.<br />

• Inizia così una luminosa storia di Amicizia<br />

con il Signore. La nostra Storia è illuminata<br />

dalla Storia <strong>del</strong> Signore e diventa Storia Sacra,<br />

Storia <strong>del</strong>l’Uomo abitata da Dio, abitata<br />

dall’Amore di Dio.<br />

• Così non possiamo mai separare la fede,<br />

accoglienza di ciò che Dio ha fatt o e fa per<br />

noi, dalla carità, risposta <strong>del</strong>l’Uomo a Dio<br />

che ci incontra e ci ama. C’è un intreccio<br />

reciproco tra fede e carità, una cresce e si<br />

costruisce sull’altra … È limitante l’att eggiamento<br />

di chi pone l’accento sulla priorità<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> fede fi no a sott ovalutare la carità. Altrett<br />

anto limitante è una esagerata supremazia<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> carità.<br />

• Possiamo dire che la massima opera di carità<br />

è l’ “evangelizzazione”. Non vi è azione<br />

più caritatevole verso il prossimo che spezzare<br />

il Pane <strong><strong>del</strong>la</strong> Parola. Il sapersi amati da<br />

Dio deve giungere alla carità che testi monia<br />

l’amore di Dio in noi.<br />

Questo messaggio di papa Benedett o XVI°<br />

potrebbe essere come la cenere che, sparsa<br />

nel campo o nel giardino, dona quel calore<br />

suffi ciente per far germogliare , crescere<br />

e fi orire il seme che c’è nel terreno. È così<br />

che noi immaginiamo la PASQUA: passaggio<br />

dalla morte alla Vita, dall’Inverno alla<br />

Primavera, dal buio alla LUCE.<br />

Buona Pasqua di Risurrezione.<br />

Fr. Angelo Visenti n<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

7


Nel nostro testo sacro, la Bibbia, c’è un<br />

invito alla penitenza inteso come riconoscere<br />

il proprio errore e procedere a una specie di<br />

umiliazione: strapparsi le vesti, vestire di<br />

sacco, cospargersi di cenere (Ger 4,8; 6,26).<br />

C’è pure una liturgia penitenziale che viene<br />

riportata soprattutto in certi salmi recitati per<br />

l’occasione (Sal 6; 38; 51; 102; 130; 143),<br />

oppure una confessione pubblica <strong>del</strong>le colpe<br />

<strong>del</strong> popolo (Bar 1,15 – 2,10; Dan 9,4-19;<br />

Neh 9,1-3). Le forme erano tante: l’uso <strong>del</strong><br />

cilicio, il digiuno, umiliarsi davanti a Dio,<br />

vestire di sacco, camminare scalzo, emettere<br />

grida di lamento, offrire un sacrifi cio,<br />

pronunciare <strong>del</strong>le preghiere… (2 R 22,19; 2<br />

Cron 7,14; Is 22,12)tutte forme penitenziali<br />

che erano comuni ai popoli circonvicini.<br />

I profeti cercarono d’interiorizzare la pratica,<br />

insistendo che quelle forme erano qual-<br />

8 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

cosa di rappresentativo che doveva<br />

accadere al cuore <strong><strong>del</strong>la</strong> persona<br />

umana, cioè un cambio radicale che<br />

doveva iniziare dalla radice: il cuore;<br />

così laceratevi il cuore e non le vesti<br />

(Gioele 2,13), ritornate al Signore<br />

vostro Dio (1 R 8,33-52; 2 Cron 30,6;<br />

Sir 17,20-27; Is 45,22; Gioele 2,12-<br />

17); il profeta Geremia invitava gli<br />

ebrei a circoncidere il cuore (Ger 4,4).<br />

Forse il passo più signifi cativo è Is<br />

1,10-20.<br />

L’insistenza dei profeti consisteva<br />

nell’educare il popolo pio a non<br />

fermarsi alle espressioni esterne,<br />

consci che l’uomo, fatto di carne,<br />

ossa e spirito, ha bisogno di toccare e<br />

vedere, le forme esterne hanno il loro<br />

posto, recita un proverbio popolare<br />

L’occhio ha bisogno <strong><strong>del</strong>la</strong> sua parte; le<br />

forme sono mezzi per educare l’anima<br />

che deve abituarsi a operare secondo<br />

la giustizia e l’amore.<br />

La predicazione <strong>del</strong> Nuovo Testamento<br />

insiste nell’interiorità <strong><strong>del</strong>la</strong> penitenza.<br />

Innanzitutto nel riconoscere i propri peccati.<br />

Giovanni Battista predicava un battesimo<br />

di penitenza in cui, ci dice il Vangelo, chi<br />

ascoltava confessava i suoi peccati (Lc 3,3;<br />

Mt 3,6; Mc 1,5). Ma l’elemento centrale<br />

era la conversione intesa come un cambio<br />

radicale <strong><strong>del</strong>la</strong> persona richiedendo l’atto di<br />

fede e l’esercizio <strong><strong>del</strong>la</strong> carità.<br />

I testi <strong>del</strong> NT scritti in greco usano la parola<br />

conversione (μετανοια) che ha il signifi cato<br />

di cambiare mentalità, nel senso di un cambio<br />

radicale, di un cambio di rotta. Subito dopo<br />

il battesimo Gesù proclama: «Convertitevi<br />

e credete al Vangelo, il tempo è compiuto e<br />

il Regno di Dio è già all’opera» (Mc 1,15;<br />

Mt 4,17; 3,2). Secondo l’insegnamento<br />

<strong>del</strong> Vangelo bisogna fare frutti degni di


penitenza (Lc 3,8), l’appartenenza a un<br />

determinato popolo non è affatto suffi ciente<br />

(«Non dite dentro di voi “siamo fi gli di<br />

Abramo” perché Dio può suscitare fi gli di<br />

Abramo da queste pietre»).<br />

Il battesimo cristiano è segno <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

conversione (At 2,37-38) che richiede<br />

la fede e la carità, due virtù strettamente<br />

connesse nel pensiero teologico <strong>del</strong> NT: una<br />

fede operosa nella carità (Gal 5,6), perché<br />

la fede senza le opere è nulla (Giac 2,24.26).<br />

Per la salvezza viene richiesta la professione<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> fede: Se con la bocca proclamerai<br />

che «Gesù è il Signore», e con il tuo cuore<br />

crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti,<br />

sarai salvo (Rm 10,9; 1 Cor 12,2-3) a cui<br />

devono seguire le opere degne <strong><strong>del</strong>la</strong> fede.<br />

Nei testi <strong>del</strong> NT non si chiede mai di usare<br />

il cilicio, ma ogni forma ha valore soltanto<br />

se educa l’anima: il digiuno se sottomette<br />

il corpo allo spirito, la preghiera se ci<br />

permette di conoscere la volontà di Dio,<br />

l’elemosina è qualifi cata come un servizio<br />

verso il prossimo in cui doniamo tutto noi<br />

stessi (Lc 11,41; 21,2-4). L’ostentazione è<br />

disapprovata (Mt 6,1-18; 23,1-36).<br />

Il passo in avanti compiuto dal NT è<br />

l’interiorizzazione dei valori presentati<br />

nell’AT: digiunare dai peccati, ascoltare la<br />

Parola di Dio, cambiare condotta, rendersi<br />

più capaci di amare nel servizio, favorire<br />

che gli altri ci amino, santifi care la vita e la<br />

giornata offrendo a Dio Padre i sacrifi ci e<br />

i disagi <strong>del</strong> lavoro e <strong>del</strong> retto compimento<br />

dei nostri doveri. Quando si coltivano questi<br />

valori allora sentiremo dentro di noi la<br />

soddisfazione, nonostante tutte le diffi coltà<br />

e contraddizioni, ci sentiremo veramente<br />

liberi (Gal 5).<br />

Fr. Claudio Bratti ofm<br />

La Regina Reg eg egin in ina <strong>del</strong> de <strong>del</strong> Garda Ga Gard rd rda<br />

9


Eccomi, o mio amato e buon Gesù,<br />

che alla santissima tua presenza<br />

prostrato,<br />

Ti prego con il fervore più vivo<br />

di stampare nel mio cuore<br />

sentimenti di fede, di speranza<br />

e di carità,<br />

di dolore dei miei peccati<br />

e di proponimento di non<br />

più offenderti;<br />

mentre io con tutto l’amore<br />

e con tutta la compassione<br />

vado considerando le tue cinque<br />

Piaghe,<br />

cominciando da ciò che disse di Te,<br />

o mio Gesù,<br />

il santo profeta Davide:<br />

«Hanno forato le mie mani<br />

e i miei piedi,<br />

posso contare tutte le mie ossa».<br />

10 La Regina <strong>del</strong> Garda


Alla vittima pasquale,<br />

s’innalzi oggi il sacrifi cio di lode.<br />

L’Agnello ha redento il suo gregge,<br />

l’Innocente ha riconciliato<br />

noi peccatori col Padre.<br />

Morte e Vita si sono affrontate<br />

in un prodigioso duello.<br />

Il Signore <strong><strong>del</strong>la</strong> vita era morto;<br />

ma ora, vivo, trionfa.<br />

«Raccontaci, <strong>Mar</strong>ia:<br />

chi hai visto sulla via?»<br />

«La tomba <strong>del</strong> Cristo vivente,<br />

la gloria <strong>del</strong> Cristo risorto,<br />

e gli angeli suoi testimoni,<br />

il sudario e le sue vesti.<br />

Cristo, mia speranza, è risorto:<br />

e vi precede in Galilea».<br />

Sì, ne siamo certi:<br />

Cristo è davvero risorto.<br />

Tu, Re vittorioso,<br />

abbi pietà di noi.<br />

Buona Pasqua a tutti<br />

lo augurano di cuore i frati <strong>del</strong> <strong>Santuario</strong><br />

Ringraziamo quanti hanno rinnovato l’abbonamento,<br />

e quanti lo faranno, alla “Regina <strong>del</strong> Garda” dimostrando<br />

di apprezzare quanto in semplicità cerchiamo di fare.<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

11


“Stavano presso la croce di Gesù sua<br />

madre, la sorella di sua madre, <strong>Mar</strong>ia<br />

di Cleofa e <strong>Mar</strong>ia di Magdala. Gesù<br />

allora, vedendo la madre e lì accanto<br />

a lei il discepolo che egli amava,<br />

disse alla madre: Donna ecco il tuo<br />

fi glio!” Poi disse al discepolo: “Ecco<br />

la tua madre!”. E da quel momento<br />

il discepolo la prese nella sua casa”.<br />

(Gv 19,25-27)<br />

Presenza grande, parole stupende che<br />

indicano il ruolo di <strong>Mar</strong>ia nella Chiesa,<br />

e nel rapporto con ogni credente.<br />

Sul Calvario, dunque, Gesù – come a<br />

titolo di testamento – svela la posizione<br />

di <strong>Mar</strong>ia in rapporto a noi.<br />

Infatti, in quel momento in cui stava<br />

morendo l’uomo, non Dio; quando<br />

cioè, moriva l’infermità di cui <strong>Mar</strong>ia<br />

è Madre, Cristo manifesta a <strong>Mar</strong>ia e<br />

a noi una nuova maternità, superiore<br />

a quella maternità fi sica, che stava<br />

tramontando in croce: una maternità<br />

spirituale, che non conosce tramonto.<br />

La maternità spirituale richiede disposizione;<br />

uno per nascere spiritualmente<br />

dev’esser disposto ad<br />

accettare la grazia. Non per nulla Gesù<br />

ha scelto come simbolo <strong><strong>del</strong>la</strong> fi liazione<br />

spirituale quel “discepolo che egli<br />

amava”; come per dire che tutti coloro<br />

che vorranno salvarsi, dovranno esser<br />

disposti, come Giovanni, ad accettare<br />

<strong>Mar</strong>ia per propria Madre.<br />

Gesù, in quell’estremo momento<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> sua vita, vedendo dalla croce<br />

sua Madre, vede in quella Donna,<br />

oltre la propria maternità, radicata,<br />

come conseguenza, anche quella <strong>del</strong><br />

12 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

“discepolo”, cioè la maternità nostra.<br />

Anzi, data la circostanza, in cui tutto<br />

sta per compiersi, sembra che Gesù<br />

voglia dirci che quella Donna è più<br />

Madre nostra che sua. E ciò per due<br />

motivi: sia perché il dono di vita<br />

spirituale da noi ricevuto da quella<br />

Donna, è superiore al suo dono,<br />

puramente fi sico, ricevuto dalla<br />

stessa; e sia perché quella Donna è<br />

per noi doppiamente Madre: una, per<br />

averci donato la vita, comunicandoci<br />

con l’incarnazione la prima la grazia:<br />

l’altra per avercela ridonata, mediante<br />

i suoi meriti, uniti a quelli <strong>del</strong> Figlio ai<br />

piedi <strong><strong>del</strong>la</strong> croce.<br />

In breve, Gesù morente, indicandoci<br />

la “comune” Madre – sua e nostra<br />

– ci ha fatto capire che lui e noi le<br />

siamo veri fi gli, anche se differenti:<br />

lui naturale, noi adottivi. Poi come<br />

logica conseguenza, lo stesso Gesù,<br />

risorto, ci riconoscerà come suoi veri<br />

fratelli: “và, dai miei fratelli …” dirà<br />

alla Maddalena (Gv 20.17).<br />

È naturale che la parola “fratelli”, in<br />

bocca di Gesù, va presa in senso – non<br />

vuoto, equivoco, improprio – bensì in<br />

un senso pieno, proprio e vero.<br />

Del resto, se Gesù, nascendo, ha voluto<br />

darci la vita per mezzo <strong><strong>del</strong>la</strong> propria<br />

Madre, certissimamente, morendo<br />

in croce per noi, ha voluto ridonarci<br />

quella perduta vita per mezzo <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

medesima “Donna”.<br />

Ecco, allora, la nostra Madre! Essa ci è<br />

tale a doppio titolo.<br />

Ammesso che <strong>Mar</strong>ia ci sia Madre in<br />

senso metaforico, in quanto, cioè, ci<br />

tratta come suoi fi gli, sebbene in realtà


Altare <strong>del</strong> Crocifi sso in <strong>Santuario</strong><br />

non lo siamo, oppure Madre in senso<br />

giuridico, in quanto, cioè, dopo le<br />

parole di Gesù in croce (Gv.19,27), essa<br />

ci avrebbe adottati per fi gli; inoltre,<br />

ancor peggio, se la sua Maternità viene<br />

stimata come un semplice titolo<br />

ornamentale, a Lei attribuito dalla<br />

Chiesa; ammesse, dunque, queste<br />

opi-nioni, e di esse magari una sola,<br />

allora tutto l’insegnamento <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

Chiesa, circa la maternità di <strong>Mar</strong>ia<br />

(Tradizione, Magistero, Liturgia …),<br />

perfi no le parole di Gesù dalla croce,<br />

si ridurrebbero ad una parola vuota,<br />

senza alcuna verità.<br />

Il che certamente non è ammissibile.<br />

Preferiamo, perciò attenerci a questa<br />

dichiarazione di Paolo VI: “A gloria<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> Vergine e a nostro conforto, noi<br />

proclamiamo <strong>Mar</strong>ia Santissima MA-<br />

DRE <strong><strong>del</strong>la</strong> CHIESA, e cioè di tutto il<br />

popolo di Dio”.<br />

Là sulla croce <strong>Mar</strong>ia ha generato la<br />

vita <strong>del</strong>lo spirito tutti i rinati dal Sangue<br />

di Cristo e lei è diventata Madre<br />

dei credenti con un Sì grande come<br />

fu grande quello dato all’Angelo <strong>del</strong>l’Annunciazione.<br />

<strong>Mar</strong>ia è veramente<br />

nostra Madre. Se la nostra devozione<br />

a <strong>Mar</strong>ia si fonda su questa certezza<br />

allora è sicura, allora è vera devozione.<br />

Fr. Giambattista Casonato<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

13


LA VITA DEL SANTUARIO<br />

La VITA di s. FRANCESCO<br />

negli affreschi <strong>del</strong> chiostro (4)<br />

Nella sesta lunetta affrescata da B. Muttoni<br />

l’artista mette in luce due episodi: il<br />

contrasto di Francesco con il padre Pietro<br />

di Bernardone e il fatto più importante <strong>del</strong><br />

suo spogliarsi di tutto per servire il Signore.<br />

Il giovane Francesco toccato dalla grazia,<br />

stava cambiando interiormente e anche gli<br />

interessi non erano più quelli di un tempo.<br />

Qui nasce il contrasto padre-fi glio.<br />

Da una parte le ambizioni mortifi cate di Pietro<br />

di Bernardone; dall’altra i sogni di santità <strong>del</strong><br />

giovane Francesco. Il litigio in famiglia deve<br />

essere stato brusco se il padre, dovendo<br />

assentarsi per affari, arriva a carcerare il<br />

giovanotto scapestrato. E la cosa dovette<br />

essere di effetto se ancor oggi, in quella<br />

che fu la casa di Pietro di Bernardone ora<br />

trasformata in chiesa col nome di Chiesa<br />

Nuova, si venera un angusto sottoscala che<br />

si dice fosse quella prigione da cui la madre<br />

Pica affettuosamente poi, quando il padre<br />

era lontano, lo liberò.<br />

14 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

Quando Pietro di Bernardone tornò dal<br />

viaggio di affari, si riaccese lo scontro tra<br />

padre e fi glio. Lo scontro dovette essere<br />

talmente forte che si giunse ad adire le vie<br />

legali. Pietro di Bernardone citò Francesco<br />

davanti al tribunale ecclesiastico. Davanti al<br />

vescovo cioè, poiché egli era o si sentiva<br />

persona consacrata al servizio di Dio.<br />

Francesco si spogliò <strong>del</strong>le vesti e rese<br />

ogni suo avere al padre dicendo che da<br />

quel momento voleva dire più liberamente:<br />

”Padre nostro che sei nei cieli”. E rimase<br />

nudo fi nchè il vescovo, emozionato, lo coprì<br />

caritatevolmente con il proprio manto.<br />

Poi, ricevuta in dono dal vescovo una povera<br />

tunica, il giovane Francesco, ormai uomo<br />

penitente, uscì di città verso l’avventura<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> sua nuova vita.<br />

Da qui parte l’avventura di vivere “senza<br />

nulla di proprio” pronto sempre ad ascoltare<br />

la voce <strong>del</strong> Signore che per lui è Padre.<br />

Questo senso <strong><strong>del</strong>la</strong> paternità divina lo


porterà ad esperienze forti a colloqui intimi<br />

con Dio Padre.<br />

Sotto la settima lunetta c’e’ la scritta:<br />

“Ripara col suo dorso e vita pia San Pietro,<br />

S. Damiano, Santa <strong>Mar</strong>ia”.<br />

Il Crocifi sso gli aveva comandato di riparare<br />

la Chiesa che minacciava rovina. Così<br />

l’uomo nuovo restaura tre chiese. È una<br />

caratteristica di Francesco chiedere perché?<br />

come? cosa intende? Gesù ha detto così e<br />

si fa così.<br />

Questo lavoro di muratore lo fa volentieri,<br />

con la gioia nel cuore, lo fa cantando. A<br />

quanti forse lo deridono lui risponde con il<br />

sorriso che parte dalla gioia <strong>del</strong> cuore.<br />

Lì a San Damiano Francesco che ancora<br />

non conosce il suo futuro fa una profezia.<br />

Accanto a quella chiesa sorgerà un luogo<br />

che accoglierà <strong>del</strong>le sante Vergini che<br />

in povertà serviranno la chiesa con la<br />

preghiera e la contemplazione.<br />

Sarà veramente così. Qui S. Chiara d’Assisi<br />

vivrà i suoi giorni in povertà, affl itta dalla<br />

sofferenza ma piena di gioia interiore<br />

attorniata da uno stuolo di donne tutte<br />

dedite al Signore.<br />

Riguardo la Chiesa di S. <strong>Mar</strong>ia degli<br />

Angeli così si esprime S. Bonaventura nella<br />

Leggenda Maggiore: “Francesco andò<br />

fi nalmente in un luogo chiamato Porziuncola,<br />

nel quale vi era una chiesa dedicata alla<br />

beatissima Vergine: una fabbrica antica,<br />

ma allora assolutamente trascurata e<br />

abbandonata. Quando l’uomo di Dio la vide<br />

così abbandonata, spinto dalla sua fervente<br />

devozione per la Regina <strong>del</strong> mondo, vi fi ssò<br />

la sua dimora, con l’intento di ripararla. Là<br />

egli godeva spesso <strong><strong>del</strong>la</strong> visita degli Angeli,<br />

come sembrava indicare il nome <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

chiesa stessa, chiamata fi n dall’antichità<br />

Santa <strong>Mar</strong>ia degli Angeli. Perciò la scelse<br />

come sua residenza, a causa <strong><strong>del</strong>la</strong> sua<br />

venerazione per gli Angeli e <strong>del</strong> suo speciale<br />

amore per la Madre di Cristo.<br />

Il Santo amò questo luogo più di tutti gli<br />

altri luoghi <strong>del</strong> mondo. Qui, infatti, conobbe<br />

l’umiltà degli inizi; qui progredì nelle virtù;<br />

qui raggiunse felicemente la meta. Questo<br />

luogo, al momento <strong><strong>del</strong>la</strong> morte, raccomandò<br />

ai frati come il luogo più caro alla Vergine.<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

15<br />

LA VITA DEL SANTUARIO


LA VITA DEL SANTUARIO<br />

P. Claudio Bratti, un frate impegnato nella<br />

scuola di teologia e nel servizio al <strong>Santuario</strong>,<br />

occupa il suo tempo libero a scrivere icone.<br />

Questa che presentiamo è la sesta di una serie<br />

che ha in programma per arricchire di opere<br />

belle il santuario.<br />

Questa descrizione ci aiuta a capire l’opera.<br />

Gesù Cristo crocifi sso è fuori le mura (Ebr<br />

13,12) di Gerusalemme.<br />

Il legno <strong><strong>del</strong>la</strong> croce sembra continuare anche<br />

sotto terra, piantato nel Golgota, dove si trova<br />

il teschio di Adamo: il sangue di Cristo scende<br />

negli abissi <strong><strong>del</strong>la</strong> terra e tocca il primo uomo<br />

peccatore, Adamo, redimendo così tutto il<br />

genere umano.<br />

Il teschio di Adamo, l’uomo vecchio vinto<br />

dalla morte, viene vivifi cato in Cristo, l’uomo<br />

nuovo che ha vinto la morte.<br />

Il Cristo è vestito di un perizoma bianco che<br />

richiama il colore <strong>del</strong>le vesti <strong>del</strong>l’icona <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

trasfi gurazione e <strong><strong>del</strong>la</strong> risurrezione.<br />

Il volto di Gesù: occhi chiusi, diffondendo<br />

l’impressione di serenità e quasi di vittoria:<br />

Con la morte Egli ha vinto la morte. Io lo vedo<br />

crocefi sso e lo chiamo Re.<br />

Nella tradizione bizantina non si rappresenta il<br />

realismo <strong>del</strong> Cristo dolorante sulla croce con i<br />

segni <strong>del</strong>l’agonia. Si sottolinea il Cristo morto<br />

con una regale nobiltà, perché il sacrifi cio <strong>del</strong><br />

Dio-Uomo offerto al Padre per la redenzione<br />

di tutti è volontario. Sulla croce la vita eterna<br />

si consegna liberamente alla morte e la<br />

sconfi gge.<br />

Il Salvatore in croce resta il Kyrios, il Signore<br />

di tutti e di tutto.<br />

Accanto alla croce sono rappresentati il<br />

sole e la luna, segni per misurare il tempo.<br />

Il sacrifi cio di Gesù ha valore universale e<br />

cosmico, è unico, per tutti i tempi e per tutti<br />

gli uomini (Ebr 9,11-14; 10, 11-14).<br />

Gli angeli assumono un atteggiamento<br />

adorante; sono almeno due che rappresentano<br />

la chiesa e la sinagoga.<br />

16 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

La Vergine-Madre ha un atteggiamento di<br />

dolore, rifl essivo. Rappresenta sempre la<br />

chiesa che rifl ette sul mistero <strong><strong>del</strong>la</strong> redenzione.<br />

Il discepolo Giovanni medita sul grande<br />

mistero <strong><strong>del</strong>la</strong> redenzione, ci invita a rivolgere<br />

lo sguardo verso colui che hanno trafi tto.<br />

Nell’icona fi gurano altri quattro personaggi.<br />

In alto sulla sinistra c’è Abele che offre<br />

sacrifi ci graditi al Signore. Offre un agnello<br />

segno di Cristo l’immacolato che muore per<br />

gli ingiusti, i peccatori.<br />

Sulla destra è rappresentato Giovanni<br />

Battista, colui che indicò Gesù, l’Agnello di<br />

Dio che toglie i peccati <strong>del</strong> mondo.<br />

In basso, in atteggiamento di preghiera adorante,<br />

c’è s. Chiara d’Assisi che contempla il<br />

Crocifi sso e s. Francesco che porta sulle mani,<br />

nei piedi e nel costato i segni <strong>del</strong>le stimmate<br />

ricevute dal serafi no alato sul monte <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

Verna due anni prima di morire. Francesco con<br />

la mano destra alzata verso Gesù incita tutti a<br />

guardare Colui che è stato trafi tto perché solo<br />

in Lui c’è salvezza.<br />

È evidente come attraverso Francesco e Chiara<br />

questa è un’icona con colorazione francescana.<br />

È per noi frati un invito a riscoprire l’Amore<br />

che non è amato. Ma è un richiamo anche per<br />

i fe<strong>del</strong>i <strong>del</strong> santuario che tanto apprezzano il<br />

servizio che noi frati esercitiamo per il bene<br />

<strong>del</strong>le anime.<br />

Preghiere:<br />

Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la<br />

tua eredità; accorda vittoria sui nemici e<br />

proteggi con la tua croce questo popolo che<br />

è tuo.<br />

Inchiodato sulla croce, Cristo Dio, come<br />

uomo ha divinizzato la natura umana<br />

e distrutto il serpente, principio di ogni<br />

male; come misericordioso sei divenuto<br />

maledizione per liberarci dalla maledizione<br />

che ci viene dall’albero e sei venuto per<br />

dare al mondo benedizione e grande<br />

misericordia.<br />

Fr. Claudio Bratti ofm.


La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

15<br />

LA VITA DEL SANTUARIO


LA VITA DEL SANTUARIO<br />

18 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

La voce <strong>del</strong> cronista<br />

Il <strong>Santuario</strong> in questi mesi ha vissuto momenti<br />

intensi e anche tanti giorni feriali ritmati<br />

dalle feste e dalle liturgie che danno il senso<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> vita vissuta nella fede. Così sintetizzo<br />

i momenti particolari di questo tempo:<br />

* Sta diventando tradizione la Processione<br />

aux fl ambeaux che ogni primo sabato<br />

<strong>del</strong> mese stiamo facendo. In questi mesi<br />

ci siamo mossi lungo i chiostri per essere<br />

riparati dalla pioggia o dal freddo.<br />

I lumini accesi hanno creato una certa<br />

suggestione e l’ambiente un forte aiuto<br />

al raccoglimento e alla preghiera. Buo-<br />

F <strong>Mar</strong>iusz First celebra la sua Prima Messa in <strong>Santuario</strong><br />

na la partecipazione nonostante l’inclemenza<br />

<strong>del</strong> tempo. Siamo certi che con la<br />

bella stagione tanti altri fe<strong>del</strong>i saranno<br />

partecipi a questa espressiva forma di<br />

pietà popolare.<br />

* Alcuni frati <strong><strong>del</strong>la</strong> comunità nello scorso<br />

novembre si sono uniti ad altri e sono<br />

andati per una missione popolare a Verona<br />

nelle parrocchie di S. Bernardino e<br />

S. Zeno. Stanno aumentando le richieste<br />

nelle parrocchie di questa tradizionale<br />

evangelizzazione fatta di porta in porta<br />

e nelle comunità con la predicazione.<br />

* La vigilia <strong>del</strong>l’Immacolata era prevista<br />

una veglia di preghiera, ma la neve che<br />

cadeva con abbondanza ha fatto arri-<br />

vare in <strong>Santuario</strong> pochi, ma coraggiosi<br />

fe<strong>del</strong>i. Per fortuna che nel giorno <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

festa pioveva, così il <strong>Santuario</strong> è stato<br />

gremito a tutte le SS. Messe. Particolarmente<br />

sentita la S. Messa <strong>del</strong>le ore<br />

11.30 animata dal “Coro S. Biagio”, di<br />

Rivoltella. Anche al Vespro <strong>del</strong> pomeriggio<br />

il <strong>Santuario</strong> era gremito di fe<strong>del</strong>i<br />

venuti a cantare le glorie di <strong>Mar</strong>ia. In<br />

tutte le feste mariane i fe<strong>del</strong>i vengono<br />

in questa casa di <strong>Mar</strong>ia. Qui la sentono<br />

più vicina alla loro vita e la ringraziano<br />

di aver scelto questo luogo, questa terra<br />

di Peschiera, anche se i più vengono da<br />

lontano.<br />

* La festa <strong>del</strong>l’Immacolata si è conclusa con<br />

un apprezzato concerto di organo (Stefano<br />

Pellini), saxofono (Pietro Tagliaferri)<br />

e il coro femminile dei Musici di Santa<br />

Cecilia di Verona. Il numeroso pubblico<br />

ha lasciato la chiesa soddisfatto <strong>del</strong>l’esecuzione<br />

e con il desiderio di poter gustare<br />

ancora serate come questa.<br />

* L’Avvento, tempo liturgico intenso è volato.<br />

È stato caratterizzato dalla devozione<br />

alla <strong>Madonna</strong>. Il richiamo <strong>del</strong>l’Icona<br />

<strong>del</strong>l’Annunciazione esposta a fi anco<br />

<strong>del</strong>l’altare ha orientato i credenti a vivere<br />

questo tempo mariano con lo spirito<br />

voluto dalla liturgia <strong><strong>del</strong>la</strong> Chiesa.<br />

* Il concerto <strong>del</strong> 23 Dicembre ci ha intro-<br />

Pellegrini al termine <strong><strong>del</strong>la</strong> Processione aux fl ambeaux<br />

davanti alla <strong>Madonna</strong>


Presepio nella Cappella <strong>del</strong>le Benedizioni<br />

dotti cristianamente nel clima <strong>del</strong> Natale.<br />

Il coro <strong>del</strong> Beato Andrea di Peschiera<br />

e il coro Parrocchiale di Monzambano<br />

con le loro cante natalizie hanno lasciato<br />

il messaggio che il Natale è la festa<br />

di Gesù non <strong><strong>del</strong>la</strong> luce, è la festa <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

famiglia dove <strong>Mar</strong>ia e Giuseppe restano<br />

mo<strong>del</strong>li per ogni famiglia cristiana.<br />

* Sembra ovvio il dire che a Natale dalla<br />

Messa nella notte all’ultima Messa<br />

vespertina il <strong>Santuario</strong> è stato gremito<br />

di fe<strong>del</strong>i. È stato anche molto bello nella<br />

settimana precedente vedere tanta<br />

gente venuta per le confessioni. Il Natale<br />

vero è quello di far nascere in noi<br />

Gesù accostandosi a Lui nella confessione.<br />

* In tutte le feste natalizie tanti fe<strong>del</strong>i<br />

sono venuti in chiesa. Questo è un periodo<br />

particolare per tutti e ci auguriamo<br />

resti sempre così anche se il vero<br />

spessore <strong><strong>del</strong>la</strong> fede è dato non dalle occasioni<br />

straordinarie, ma dalla quotidianità<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> vita scandita dalla Domenica.<br />

* Il 14 gennaio si è vista la gente di Peschiera<br />

in <strong>Santuario</strong>, venuti per un<br />

concerto organizzato dal Comune per<br />

raccogliere fondi per la SLA, organo –<br />

fl auto – violoncello – soprano e coro,<br />

sono riusciti a riempire il <strong>Santuario</strong> e<br />

tutti abbiamo gustato <strong><strong>del</strong>la</strong> bella musica.<br />

L’imposizione <strong>del</strong>le ceneri<br />

* Sabato 2 febbraio, festa <strong><strong>del</strong>la</strong> Presentazione<br />

<strong>del</strong> Signore tanti fe<strong>del</strong>i sono venuti<br />

per la benedizione <strong>del</strong>le can<strong>del</strong>e,<br />

la Processione e la S. Messa. Assieme<br />

abbiamo pregato per la Vita Consacrata<br />

in questo giorno voluto dal Papa come<br />

giorno di preghiera e di rifl essione su un<br />

modo particolare di essere cristiani nella<br />

Chiesa. Il giorno seguente, festa di S.<br />

Biagio, invocato per il mal di gola abbiamo<br />

notato quanta devozione c’è verso<br />

questo santo.<br />

Concelebrazione nella Notte di Natale<br />

* Come tutti i cristiani il giorno <strong>del</strong>le Ceneri<br />

abbiamo iniziato la Quaresima. A<br />

tutte le SS. Messe il <strong>Santuario</strong> si è riempito<br />

di fe<strong>del</strong>i desiderosi di partire con il<br />

piede giusto per vivere questo tempo di<br />

grazia.<br />

La Regina Reg eg egin in ina <strong>del</strong> de <strong>del</strong> Garda Ga rd rda 19 1<br />

LA VITA DEL SANTUARIO


LA VITA DEL SANTUARIO<br />

20 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

PELLEGRINAGGI<br />

Non è tanto lungo e nutrito il numero di<br />

pellegrinaggi in questi mesi invernali. Ciò<br />

per ragioni ovvie. Non è mancata però<br />

una continua presenza in tutti i giorni,<br />

di fe<strong>del</strong>i singoli, di famiglie o in piccoli<br />

gruppi che si sono fermati a pregare la<br />

<strong>Madonna</strong>. In tutte le domeniche e feste il<br />

<strong>Santuario</strong> è sempre pieno di fe<strong>del</strong>i <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

zona, e alcuni venuti anche da molto<br />

lontano per quel fascino e suggestione<br />

che questo luogo santo esercita sui<br />

devoti. Qui il pellegrino trova silenzio,<br />

qui trova un luogo accogliente qui tanti<br />

trovano opportunità per riconciliarsi<br />

con se stessi, con gli altri e con Dio<br />

nel sacramento <strong><strong>del</strong>la</strong> confessione.<br />

Tanti dicono grazie ai frati per essere<br />

sempre presenti a donare la Grazia <strong>del</strong><br />

Signore. Questa è la nostra missione che<br />

esercitiamo con senso di responsabilità e<br />

con piena soddisfazione, condividendo<br />

la gioia con chi parte da questo luogo<br />

ricaricato interiormente. Per l’esperienza<br />

e la vita cristiana la Parrocchia è il primo<br />

e più importante luogo. È qui dove il<br />

cristiano nasce alla fede entra e vive<br />

in una comunità dove può ricevere e<br />

donare il meglio di sé. Il santuario non è<br />

mai un luogo alternativo alla Parrocchia,<br />

ma un supporto importante per arricchire<br />

la fede che ordinariamente si trasforma<br />

in azioni concrete là dove ognuno vive.<br />

Il cristiano che è sempre pellegrino,<br />

mendicante di senso da dare alla sua<br />

vita spesso trova nei santuari nuova<br />

spinta per essere se stesso. Così io vedo<br />

i pellegrini, così li accolgo e a loro parlo<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> bellezza di essere cristiani. Questo<br />

servizio molto semplice mi pare incisivo<br />

per la vita dei pellegrini che incontro.<br />

* Nel mese di novembre sono<br />

giunti in <strong>Santuario</strong> 52 pellegrinaggi<br />

organizzati da gruppi<br />

o parrocchie.<br />

* Nel registro dei pellegrinaggi<br />

dove è descritto il nome <strong>del</strong><br />

paese, la presenza <strong>del</strong> parroco<br />

se c’è, ciò che hanno vissuto<br />

in <strong>Santuario</strong>, nel mese di dicembre<br />

sono stati scritti 45 pellegrinaggi.<br />

* Nel mese di gennaio sono giunti<br />

in <strong>Santuario</strong> 2 pellegrinaggi organizzati.


Matrimonio<br />

50° Pietro Stevanato – <strong>Mar</strong>ia<br />

Forani<br />

15° Alessandro Ermania – Sonia<br />

Ronca<br />

Cori<br />

Coro di Castelnuovo + Campanari<br />

Coro Fiori di Montagna di Monza<br />

Coro S. Biagio di Rivoltella - BS<br />

Coro di Cavaion Veronese<br />

Coro Parrocchiale Beato Andrea di Peschiera<br />

Coro ANA di Peschiera<br />

Coro di Monzambano (MN)<br />

Coro B. Andrea - Peschiera<br />

Coro ANA - Peschiera<br />

Alessandro e Silvia<br />

sposi novelli<br />

Coro Tre Valli - Torri <strong>del</strong> Benaco<br />

La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

21<br />

LA VITA DEL SANTUARIO


GRAZIE SANTO PADRE<br />

Grazie Santità per quanto ha donato<br />

alla Chiesa da Lei amata e servita<br />

con trasparenza e amore. Restano<br />

impresse nel nostro cuore le parole<br />

meditate e forse sofferte ma espresse<br />

con fermezza l’11 <strong>Febb</strong>raio davanti ai<br />

cardinali riuniti in Concistoro:<br />

“Dopo aver ripetutamente esaminato<br />

la mia coscienza davanti a Dio -<br />

prosegue il testo - sono pervenuto<br />

alla certezza che le mie forze, per<br />

l’età avanzata, non sono più adatte<br />

per esercitare in modo adeguato<br />

il ministero petrino. Sono ben<br />

consapevole che questo ministero,<br />

22 La Regina <strong>del</strong> Garda<br />

per la sua essenza spirituale, deve<br />

essere compiuto non solo con le<br />

opere e con le parole, ma non meno<br />

soffrendo e pregando. Tuttavia, nel<br />

mondo di oggi, soggetto a rapidi<br />

mutamenti e agitato da questioni<br />

di grande rilevanza per la vita <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

fede, per governare la barca di San<br />

Pietro e annunciare il Vangelo, è<br />

necessario anche il vigore sia <strong>del</strong><br />

corpo, sia <strong>del</strong>l’animo, vigore che,<br />

negli ultimi mesi, in me è diminuito<br />

in modo tale da dover riconoscere<br />

la mia incapacità di amministrare<br />

bene il ministero a me affi dato.<br />

Per questo, ben consapevole <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

gravità di questo atto, con piena<br />

libertà, dichiaro di rinunciare al<br />

ministero di Vescovo di Roma,<br />

Successore di San Pietro”.<br />

È stato un annuncio inaspettato che<br />

ha colto tutto il mondo di sorpresa.<br />

Tutti abbiamo capito con questo<br />

gesto, quanto Lei ami la Chiesa,<br />

che ha bisogno di guide piene di<br />

fede, ma anche piene di energia.<br />

Abbiamo capito la forza <strong>del</strong> suo<br />

animo, la nobiltà dei suoi sentimenti.<br />

Il Signore che scruta i cuori le<br />

conceda di trascorrere serenamente<br />

i suoi giorni. Tutti già preghiamo<br />

per chi sarà scelto a guidare la<br />

Chiesa. Siamo certi che gli elettori<br />

seguiranno l’azione <strong>del</strong>lo Spirito,<br />

perché la Chiesa sia sempre “Luce<br />

<strong>del</strong>le Genti”, sia Madre e Maestra che<br />

porta il Popolo di Dio sulle vie <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

Santità.<br />

La Chiesa vive il suo cammino nella<br />

storia forte <strong>del</strong>l’azione <strong>del</strong> Signore:<br />

“Sarò con voi fi no alla fi ne dei<br />

tempi”, ma anche per l’azione di<br />

uomini come Benedetto XVI che in<br />

punta di piedi lascia il timone ad un<br />

altro Papa.<br />

La Redazione


24 <strong>Mar</strong>zo: DOMENICA DELLE PALME<br />

Ore 8.15 Benedizione <strong>del</strong>l’olivo, processione e Santa Messa<br />

NB: per le confessioni saremo a disposizione ogni giorno:<br />

dalle ore 8.00 alle ore 12.00 dalle ore 15.00 alle ore 19.00<br />

TRIDUO SACRO<br />

“perché la preghiera possa vivere nell’uomo,<br />

l’uomo deve vivere nella preghiera”<br />

28 <strong>Mar</strong>zo: GIOVEDÌ SANTO<br />

Ore 7.00 Uffi cio <strong>del</strong>le lett ure e Lodi<br />

Ore 19.00 messa “Coena Domini”<br />

29 <strong>Mar</strong>zo: VENERDÌ SANTO<br />

Ore 7.00 Uffi cio <strong>del</strong>le lett ure e Lodi<br />

ore 15.00 Via Crucis<br />

Ore 19.00 Celebrazione <strong><strong>del</strong>la</strong> Passione <strong>del</strong> Signore:<br />

Liturgia <strong><strong>del</strong>la</strong> Parola, adorazione <strong><strong>del</strong>la</strong> S. Croce, Santa Comunione<br />

30 <strong>Mar</strong>zo: SABATO SANTO<br />

ore 7.00 Uffi cio <strong>del</strong>le lett ure e Lodi<br />

Ore 21.00 Veglia Pasquale:<br />

Liturgia <strong><strong>del</strong>la</strong> Luce, <strong><strong>del</strong>la</strong> Parola, <strong>del</strong>l’Acqua e <strong><strong>del</strong>la</strong> Eucaristi a<br />

31 <strong>Mar</strong>zo: PASQUA DI RISURREZIONE<br />

SS. Messe ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 17.30 - 19.00<br />

Ore 16.30 Vespri solenni<br />

1 Aprile: LUNEDÌ DELL’ANGELO<br />

SS. Messe ore 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 17.30 – 19.00


Sì, ne siamo certi:<br />

Cristo è davvero risorto<br />

La tua Pasqua, Signore,<br />

è primizia <strong><strong>del</strong>la</strong> nostra Pasqua<br />

che ci strappa dalla tomba <strong>del</strong> peccato<br />

e ci conduce nella pienezza <strong><strong>del</strong>la</strong> tua grazia.<br />

Fa’, Signore, che abbiano Pasqua anche<br />

tutti i poveri <strong><strong>del</strong>la</strong> terra,<br />

tutti i perseguitati dalla violenza <strong>del</strong> potere,<br />

tutti i profughi di ogni paese.<br />

Fa’ che abbiano Pasqua, Signore, anche<br />

gli uomini senza lavoro,<br />

i malati negli ospedali<br />

ed i barboni che dormono sui marciapiedi.<br />

Fa’ che abbiano Pasqua, Signore, anche<br />

i campi abbandonati,<br />

così che tornino a fi orire di messi<br />

e tutta la terra<br />

così che non sia sfruttata oltre ogni limite<br />

e non sia sporcata dalla nostra indecenza.<br />

Fa’ Signore,<br />

che tutto il creato e tutte le creature<br />

abbiano Pasqua,<br />

così che ci sia nuovamente<br />

per tutto e per tutti<br />

un primo mattino <strong>del</strong> mondo<br />

ove le brutte cose di prima non ci sono più.<br />

Amen

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