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“Qatna, un antico regno ritrovato”. Archeo 299

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SPECIALE<br />

QATNA<br />

QATNA<br />

UN ANTICO<br />

REGNO<br />

RITROVATO<br />

A <strong>un</strong> decennio dall'inizio degli<br />

scavi, la Missione siroitalo-tedesca<br />

che indaga<br />

Tell Mishrifeh fa il p<strong>un</strong>to<br />

delle sue ricerche. E racconta<br />

la straordinaria storia di<br />

<strong>un</strong>a città-stato dell’età del<br />

Bronzo in Siria<br />

testi di Michel al-Maqdissi,<br />

Peter Pfälzner e Daniele Morandi Bonacossi;<br />

a cura di Andreas M. Steiner<br />

Le due statue, scolpite in pietra basaltica e<br />

verosimilmente raffiguranti gli antenati dei sovrani<br />

def<strong>un</strong>ti di Qatna, erano collocate nella cella<br />

precedente l’accesso alla camera f<strong>un</strong>eraria rinvenuta<br />

sotto il Palazzo Reale. Realizzate intorno<br />

al XVIII/XVII sec. a.C., erano venerate quando,<br />

nel 1340 a.C., la città venne conquistata dagli Ittiti e il<br />

palazzo dato alle fiamme. Homs, Museo Nazionale.<br />

Nella pagina accanto: <strong>un</strong> momento degli scavi di<br />

Qatna.<br />

I reperti illustrati nell’articolo sono esposti nella<br />

mostra «Tesori dell’antica Siria. La scoperta del <strong>regno</strong><br />

di Qatna» in corso al Landesmuseum Württemberg<br />

di Stoccarda (Germania).<br />

52 ARCHEO


L<br />

antica città-stato di Qatna sembrava scomparsa<br />

’ per sempre. Il suo nome, se confrontato con i<br />

grandi centri del Vicino Oriente – pensiamo ad<br />

Assur, a Ur, a Babilonia, alla stessa Ebla – rappresentava,<br />

solo fino a poco tempo fa, <strong>un</strong>’entità sconosciuta al<br />

grande pubblico. Fu il francese Robert, Comte du Mesnil<br />

du Buisson che, nel 1924, iniziò a esplorare l’interno della<br />

vasta collina artificiale chiamata Tell Mishrifeh, situata<br />

circa 18 km a nord-est della città siriana di Homs. Il<br />

conte rinvenne tavolette c<strong>un</strong>eiformi (che attestarono il nome<br />

della città) e scoprí i resti del grande Palazzo Reale.<br />

Ma poi, nel 1929, gli scavi francesi finirono e Qatna<br />

piombò nuovamente nell’oblio. Su quasi l’intera superficie<br />

dei resti antichi sorsero gli edifici di <strong>un</strong> nuovo villaggio<br />

che, molti decenni dopo, nel 1982, vennero rimossi per<br />

consentire la continuazione degli scavi. Ma solo nel 1994<br />

– con la fondazione, da parte di Michel Al-Maqdissi, della<br />

missione archeologica siriana a Qatna – per l’antica<br />

città iniziò <strong>un</strong>a nuova era. Infine, le scoperte effettuate negli<br />

ultimi dieci anni (vedi «<strong>Archeo</strong>» n. 256, giugno 2006),<br />

a opera della Missione archeologica congi<strong>un</strong>ta siro-italotedesca,<br />

hanno restituito a Qatna la sua giusta collocazione<br />

nel novero dei grandi centri culturali del Vicino<br />

Oriente <strong>antico</strong>. Rinvenimenti sensazionali, come quello<br />

della sala f<strong>un</strong>eraria nascosta sotto il Palazzo Reale, ma<br />

anche la ricostruzione della millenaria storia di Qatna,<br />

dagli inizi nella prima età del Bronzo fino al suo abbandono<br />

definitivo, sono gli argomenti di <strong>un</strong>a mostra in<br />

corso in Germania (al Landesmuseum Württemberg di<br />

Stoccarda), curata dai protagonisti delle ricerche, gli archeologi<br />

Michel Al-Maqdissi, Peter Pfälzner e Daniele<br />

Morandi Bonacossi. I quali, nelle pagine che seguono, presentano<br />

<strong>un</strong>a prima, esauriente sintesi delle conoscenze su<br />

questo <strong>regno</strong> ritrovato del Vicino Oriente.<br />

ARCHEO 53


SPECIALE<br />

QATNA<br />

LE ORIGINI. L’UOMO E L’AMBIENTE<br />

Uno degli obiettivi della ricerca<br />

archeologica condotta a Mishrifeh<br />

è stato quello di ricostruire<br />

le strategie attraverso le quali l’uomo<br />

ha interagito con l’ambiente a<br />

scopo produttivo e quanto queste<br />

abbiano contribuito all’evoluzione<br />

dell’insediamento e al cambiamento<br />

del paesaggio naturale, determinando<br />

la sua progressiva trasformazione<br />

in <strong>un</strong> paesaggio rurale di origine<br />

antropica.<br />

La decisione di ubicare <strong>un</strong> primo<br />

insediamento proprio nell’area di<br />

Mishrifeh non fu certo casuale. Le<br />

motivazioni di tale scelta,infatti,furono<br />

senza dubbio legate alla presenza<br />

di <strong>un</strong>a sicura disponibilità<br />

d’acqua garantita dalla presenza di<br />

numerosi wadi, corsi d’acqua a carattere<br />

stagionale, e risorgive carsiche<br />

che assicuravano al territorio<br />

rifornimenti integrativi dell’apporto<br />

pluviale medio annuo (400-600<br />

mm). La prima occupazione dell’uomo<br />

a Mishrifeh risale alla fase<br />

finale del IV millennio a.C., ma è<br />

dall’età del Bronzo Antico III<br />

(2800-2500 a.C. circa) e IV (2500-<br />

2000 a.C.) che la presenza umana<br />

diventa stabile,prima sotto forma di<br />

<strong>un</strong> villaggio, poi di <strong>un</strong>a città, edificata<br />

alla confluenza di due wadi sulla<br />

sommità di <strong>un</strong>a terrazza calcarea<br />

di modesta altezza.<br />

Un lago artificiale?<br />

Un risultato di grande importanza<br />

delle indagini geoarcheologiche<br />

condotte è quello ottenuto dai numerosi<br />

carotaggi eseguiti attorno a<br />

Mishrifeh, che, attraverso lo studio<br />

dei sedimenti rinvenuti,hanno permesso<br />

di dimostrare l’esistenza di<br />

<strong>un</strong> piccolo lago,<strong>un</strong>a riserva d’acqua<br />

l<strong>un</strong>go la cui riva orientale fu costruito<br />

l’abitato. La formazione di<br />

questo invaso, oggi prosciugato, ma<br />

allora esteso per <strong>un</strong>a settantina di<br />

ettari, è, forse, almeno in parte, artificiale<br />

e coincide con l’epoca dello<br />

sviluppo del primo centro urbano<br />

nel corso del Bronzo Antico IV.<br />

Una simile evidenza suggerisce l’e-<br />

54 ARCHEO<br />

PORTA<br />

OVEST<br />

CITTÀ BASSA<br />

NORD<br />

TOMBE I-II<br />

TOMBA III<br />

PALAZZO<br />

MINORE<br />

PORTA NORD<br />

PALAZZO DELLA<br />

CITTÀ BASSA<br />

IPOGEO REALE<br />

PORTA<br />

SUD<br />

PALAZZO REALE<br />

TOMBA IV<br />

ACROPOLI<br />

CITTÀ OVEST GRANDE EDIFICIO<br />

DELL’ETÀ DEL<br />

FERRO<br />

CITTÀ SUD<br />

CITTÀ EST<br />

di Daniele Morandi<br />

Bonacossi<br />

COLLINA DI LOTH<br />

PORTA<br />

NORD-EST<br />

PORTA EST<br />

Una città di quattromila anni fa<br />

Qual aspetto aveva Qatna nell’età del Bronzo Medio? La pianta degli scavi di<br />

Qatna/Tell Mishrife (in alto) e la fotografia aerea dell’area (in basso; ripresa<br />

da sud-est) ci restituiscono l’immagine di <strong>un</strong> vasto rettangolo, di circa 1 km<br />

per lato, cinto da mura imponenti, alte 20 m. Nelle mura si aprivano cinque<br />

porte d’accesso fortificate, di cui le quattro principali in corrispondenza dei<br />

p<strong>un</strong>ti cardinali, ancora ben visibili nella foto aerea (sullo sfondo a sinistra,<br />

in corrispondenza della Porta Ovest, l’insediamento moderno di Mishrifeh).


Disegni<br />

ricostruttivi del<br />

paesaggio e<br />

dell’insediamento di<br />

Qatna/Tell Mishrifeh nell’età<br />

del Bronzo Antico (fine del III<br />

mill. a.C.), nell’età del Bronzo<br />

Medio e Tardo (inizi del II mill.<br />

a.C.) e nell’età del Ferro (I mill.<br />

a.C.). La diversa estensione,<br />

nelle varie epoche, dei terreni<br />

coltivati suggerisce <strong>un</strong>a<br />

relativa variazione del<br />

numero degli<br />

abitanti del sito.<br />

sistenza di <strong>un</strong>a sorta di governance<br />

della «risorsa» acqua,proveniente da<br />

alc<strong>un</strong>e risorgive carsiche e da <strong>un</strong><br />

corso d’acqua perenne, concretizzatasi<br />

nella creazione di <strong>un</strong> bacino<br />

per la raccolta dell’acqua allo scopo<br />

di disporre di <strong>un</strong>a riserva idrica<br />

permanente.Ciò garantiva la possibilità<br />

di avviare e mantenere <strong>un</strong>’agricoltura<br />

e <strong>un</strong> allevamento di bestiame<br />

piú efficienti e produttivi. È<br />

questo <strong>un</strong> passaggio molto importante<br />

che accompagna l’evoluzione<br />

del villaggio di Mishrifeh in <strong>un</strong>a<br />

città di medie dimensioni e pone<br />

BRONZO MEDIO<br />

E TARDO<br />

ETÀ DEL FERRO<br />

anche le basi per quella che, nel II<br />

millennio a.C., diverrà <strong>un</strong>a realtà<br />

sociale, economica e politica piú<br />

complessa.<br />

L’inizio del II millennio a.C. rappresenta<br />

<strong>un</strong>a svolta cruciale per il<br />

destino di Mishrifeh. La fiorente<br />

economia agricola e quella basata<br />

sull’allevamento,l’aumento del numero<br />

di abitanti del centro urbano,<br />

ma anche la localizzazione geografica<br />

stessa del sito l<strong>un</strong>go gli itinerari<br />

commerciali che collegavano da<br />

est a ovest la Mesopotamia e il<br />

Golfo Persico con il Mediterraneo<br />

BRONZO ANTICO<br />

e,da sud a nord,la regione del Delta<br />

del Nilo e la costa levantina con<br />

l’Anatolia, furono condizioni che<br />

dovettero stimolare fortemente la<br />

trasformazione e ulteriore evoluzione<br />

della città.<br />

Da <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to di vista archeologico,<br />

il piú evidente cambiamento nell’organizzazione<br />

urbana della città<br />

riguarda la costruzione, avvenuta<br />

verosimilmente durante le prime<br />

fasi del Bronzo Medio (2000-1600<br />

a.C.circa),di quattro enormi terrapieni<br />

di fortificazione, che delimitano<br />

<strong>un</strong>’area di 110 ettari e raggi<strong>un</strong>gono<br />

<strong>un</strong>’altezza di 20 m. La<br />

costruzione dei terrapieni modifica<br />

in modo vistoso non solo il paesaggio<br />

urbano di Qatna, ma anche il<br />

suo paesaggio naturale, dominato<br />

dal piccolo lago nei pressi dell’abitato.<br />

L’invaso, infatti, fu suddiviso<br />

dal terrapieno occidentale e meridionale<br />

in <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go e stretto fossato,<br />

che circondò i lati nord, sud e<br />

ovest dei terrapieni.All’interno del-<br />

ARCHEO 55


SPECIALE<br />

QATNA<br />

l’area delimitata dai terrapieni si<br />

creò invece <strong>un</strong> piccolo acquitrino,<br />

la cui esistenza è documentata a<br />

partire dalla fase tarda dell’età del<br />

Bronzo.<br />

Attorno alla metà del XIV secolo<br />

a.C. Qatna inizia la sua fase di decadenza<br />

e la città subisce <strong>un</strong> ridimensionamento<br />

nella sua struttura<br />

urbana, politica ed economica nel<br />

corso della successiva età del Ferro<br />

(1200-550 a.C.circa).I risultati dello<br />

studio geomorfologico, tuttavia,<br />

evidenziano <strong>un</strong>a progressiva erosione<br />

dei suoli e <strong>un</strong> decremento della<br />

disponibilità d’acqua,segnali questi<br />

che suggeriscono <strong>un</strong> periodo di<br />

progressivo inaridimento climatico<br />

e di crescente impaludamento del<br />

lago, che, assieme ad altri fattori di<br />

carattere politico, economico e sociale,<br />

potrebbero aver contribuito a<br />

56 ARCHEO<br />

Immagine PostScript<br />

cartina_qatna1CS2.eps<br />

La città di Qatna conobbe la sua<br />

massima fioritura nei primi secoli<br />

del II millennio<br />

determinare l’abbandono del sito<br />

attorno alla metà del VI secolo a.C.<br />

La prima frequentazione del plateau<br />

roccioso sul quale piú tardi si sarebbe<br />

progressivamente formata<br />

l’acropoli di Mishrifeh iniziò alla<br />

fine del IV millennio a.C. Dopo<br />

<strong>un</strong>’apparente cesura nell’insediamento<br />

dell’area, attorno al 2700<br />

a.C.circa,nell’età del Bronzo Antico<br />

III,ebbe luogo la fondazione vera<br />

e propria del sito di Mishrifeh.<br />

Le prime case<br />

Al centro del plateau,infatti, furono<br />

costruite delle abitazioni appartenenti<br />

a <strong>un</strong> insediamento la cui natura,<br />

estensione e f<strong>un</strong>zione ancora<br />

ci sfuggono.Si trattava di case di dimensioni<br />

piuttosto grandi e planimetria<br />

articolata, dotate di piú vani<br />

attrezzati con installazioni di tipo<br />

In alto: al tempo della fioritura di Qatna,<br />

l’antica Siria era suddivisa in tre grandi regni:<br />

quello di Qatna, app<strong>un</strong>to, di Mari e di Yamkhad.<br />

Nella pagina accanto: le campagne militari<br />

degli Ittiti insidiano i piccoli regni vassalli di<br />

Mitanni, tra cui Qatna.<br />

domestico e provviste all’esterno di<br />

fosse destinate allo stoccaggio delle<br />

derrate alimentari.Altre evidenze<br />

di occupazione dell’area in questo<br />

cruciale periodo formativo della<br />

successiva cultura urbana dell’età<br />

del Bronzo Antico del sito sono costituite<br />

dalle numerose fosse di<br />

stoccaggio rinvenute nella parte<br />

settentrionale del plateau roccioso,<br />

nell’area che, alla metà del II millennio<br />

a.C., sarà poi occupata dal<br />

Palazzo Reale. Molto probabilmente<br />

questa vasta area del sito fu<br />

dedicata allo stoccaggio intensivo<br />

della produzione agricola.<br />

Intorno al 2500 a.C., con l’inizio<br />

dell’età del Bronzo Antico IV, sulle<br />

rovine rasate fino alle fondamenta e<br />

spianate di questo <strong>antico</strong> nucleo<br />

abitativo, furono costruiti granai e<br />

silos di diversa grandezza, utilizzati


QATNA, DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA ITTITA<br />

Bronzo Antico Le prime tracce di insediamento risalgono alla fine del IV millennio a.C. In seguito<br />

IV-III MILLENNIO A.C. il sito viene abbandonato. Verso la fine del Bronzo Antico (2700-2600 a.C.), nel sito<br />

sorge <strong>un</strong> nuovo insediamento, disposto a forma circolare ed esteso per circa 25<br />

ettari. Le abitazioni sono m<strong>un</strong>ite di focolari, forni e recipienti per derrate.<br />

La costruzione, verso la fine del III millennio, di <strong>un</strong> ampio edificio per lo stoccaggio<br />

del grano suggerisce l’esistenza di <strong>un</strong>’amministrazione centralizzata.<br />

Bronzo Medio Con l’avvento del II millennio inizia l’espansione dell’insediamento:<br />

II MILLENNIO A.C. vengono costruite le imponenti mura di fortificazione, della l<strong>un</strong>ghezza di 1 km per<br />

lato e <strong>un</strong>’altezza di 20 metri. Cinque porte fortificate garantiscono l’accesso alla<br />

città, che ora misura piú di 100 ettari. Nelle fonti scritte appare, per la prima volta,<br />

il nome della città: Qatna. Intorno al 1700 a.C. viene costruito, al centro di quella<br />

che ormai è <strong>un</strong>a vera e propria città-stato, l’imponente Palazzo Reale, composto<br />

da piú di 90 ambienti. Intorno a <strong>un</strong>’ampia sala quadrata, di 1300 metri quadrati,<br />

il cui tetto è sorretto da quattro colonne in legno di cedro, sono disposti la sala<br />

del trono e il salone cerimoniale. Da qui, <strong>un</strong> corridoio l<strong>un</strong>go 40 metri conduce<br />

a <strong>un</strong> ambiente f<strong>un</strong>erario sotterraneo.<br />

Bronzo Tardo Gli anni 1550-1340 segnano la fioritura del <strong>regno</strong> di Qatna.<br />

METÀ DEL II MILLENNIO A.C. La città-stato assume <strong>un</strong> ruolo importante a fianco delle altre potenze regionali,<br />

segnato da scontri e alleanze. Qatna avvia rapporti commerciali con l’Egitto,<br />

l’Oriente e l’Egeo. Verso la metà del II millennio cade vittima del conflitto tra<br />

le due grandi potenze dell’epoca, l’Egitto, a sud, e il <strong>regno</strong> degli Ittiti e di Mitanni,<br />

a nord. Verso il 1340, gli Ittiti distruggono Qatna. Il Palazzo Reale viene dato<br />

alle fiamme e non risorgerà piú.<br />

Età del Ferro Dopo la distruzione subita dagli Ittiti, Qatna viene abbandonata. L’area verrà<br />

I MILLENNIO A.C. nuovamente abitata solo a partire dal I millennio, ma il nuovo insediamento,<br />

il cui nome non è conosciuto, non supera le dimensioni di <strong>un</strong> piccolo centro<br />

locale. La città-stato che domina la zona ora è Hama, 50 km circa a nord<br />

dell’antica Qatna.<br />

Immagine PostScript<br />

cartina_qatna2CS2.eps


SPECIALE<br />

QATNA<br />

IL PALAZZO DELLA CITTÀ BASSA<br />

Durante l’età del Bronzo<br />

Tardo l’acropoli di Qatna<br />

era dominata dal<br />

monumentale complesso<br />

del Palazzo Reale, che,<br />

come hanno dimostrato le<br />

ricerche condotte dalle<br />

Missioni italiana e siriana,<br />

era circondato da <strong>un</strong><br />

sistema di edifici pubblici<br />

periferici con<br />

caratteristiche palatine.<br />

Questi complessi<br />

architettonici di<br />

dimensioni e<br />

verosimilmente anche<br />

f<strong>un</strong>zione diversa<br />

cingevano il Palazzo Reale<br />

formando <strong>un</strong>a cintura di<br />

palazzi ausiliari, nei quali<br />

venivano probabilmente<br />

dislocate attività<br />

cerimoniali,<br />

amministrative, produttive<br />

e residenziali dei membri<br />

Sigilli cilindrici in lapislazzuli,<br />

ematite e pietra calcarea, dalla cripta<br />

f<strong>un</strong>eraria del Palazzo Reale.<br />

Seconda metà del II mill. a.C.<br />

Damasco, Museo Nazionale.<br />

della famiglia reale o dei<br />

grandi dignitari di corte.<br />

Il meglio conservato di<br />

questi edifici palatini<br />

periferici è il Palazzo della<br />

Città Bassa, costruito su<br />

<strong>un</strong> piccolo rilievo<br />

marginale dell’acropoli<br />

che si estende fin nella<br />

città bassa settentrionale.<br />

L’edificio, il cui scavo non<br />

è ancora terminato, era<br />

ubicato circa a metà<br />

strada fra il Palazzo Reale<br />

e la porta settentrionale<br />

della città. I suoi limiti<br />

sono ancora sconosciuti,<br />

eccezion fatta per il lato<br />

meridionale, nel quale si<br />

aprivano due ingressi.<br />

Sulla base dei materiali<br />

archeologici in esso<br />

rinvenuti, l’utilizzo<br />

dell’edificio, del quale<br />

sono stati per ora portati<br />

alla luce 65 ambienti, può<br />

essere datato fra il XVI e il<br />

XIV secolo a.C., quando,<br />

probabilmente<br />

contestualmente alla<br />

distruzione del Palazzo<br />

Reale, esso fu<br />

abbandonato.<br />

Il Palazzo della Città<br />

Bassa è <strong>un</strong> esempio<br />

caratteristico<br />

dell’architettura palatina<br />

della Siria interna della<br />

tarda età del Bronzo, come<br />

indicano gli elementi<br />

distintivi della sua<br />

planimetria e della sua<br />

tecnica costruttiva, quali<br />

la presenza di almeno tre<br />

probabili grandi corti, che<br />

servivano a collegare fra<br />

loro i diversi quartieri del<br />

palazzo e come fonti di<br />

luce e aria per i vani<br />

circostanti, l’esistenza di<br />

per l’immagazzinamento intensivo<br />

e su l<strong>un</strong>ga durata del surplus<br />

della produzione agricola. Le installazioni<br />

per lo stoccaggio erano<br />

collegate a <strong>un</strong>a serie di vaste<br />

strutture destinate alla pulitura<br />

(setacciatura) dei cereali e alla<br />

loro lavorazione e trasformazione<br />

in cibo. Le dimensioni delle<br />

<strong>un</strong> quartiere cerimoniale e<br />

rappresentativo dotato<br />

verosimilmente di <strong>un</strong>a sala<br />

del trono, di magazzini per<br />

materiali preziosi, l’utilizzo<br />

di ortostati di basalto per<br />

decorare gli stipiti dei<br />

passaggi fra numerosi<br />

ambienti, gli spessi<br />

pavimenti di malta<br />

cementizia rinvenuti nel<br />

quartiere cerimoniale e<br />

identici a quelli presenti<br />

nel Palazzo Reale, gli<br />

intonaci di calce dipinti, in<br />

alc<strong>un</strong>i casi nello stesso<br />

stile minoizzante cosí ben<br />

documentato in tutto il<br />

palazzo principale,<br />

l’utilizzo di legname per<br />

rinforzare le murature in<br />

mattoni crudi, la presenza<br />

di bagni con installazioni<br />

sanitarie e magazzini, di<br />

cucine e di <strong>un</strong>a cantina, le<br />

installazioni, la vastità dell’area<br />

da esse coperta e la loro articolazione<br />

e complessità sono tutti<br />

elementi che inducono a ipotizzare,<br />

fin da questo periodo, l’esistenza<br />

nel sito di <strong>un</strong> sistema di<br />

accumulo e redistribuzione dell’eccedenza<br />

della produzione<br />

agricola controllato da <strong>un</strong> appa-


dimensioni stesse<br />

dell’edificio e, infine,<br />

i materiali di pregio<br />

in esso rinvenuti<br />

(intarsi in avorio,<br />

ceramiche dipinte<br />

importate da Cipro e<br />

dall’Argolide micenea,<br />

tavolette c<strong>un</strong>eiformi di<br />

contenuto amministrativo e<br />

numerose sigillature<br />

d’argilla di porte e giare).<br />

I testi c<strong>un</strong>eiformi rinvenuti<br />

nel Palazzo della Città<br />

Bassa non hanno ancora<br />

fornito informazioni<br />

sull’identità di coloro che<br />

risiedevano in questa<br />

fabbrica palatina, anche se<br />

appare assi probabile che<br />

si tratti di qualche membro<br />

della famiglia reale o di <strong>un</strong><br />

alto f<strong>un</strong>zionario della corte<br />

qatnita. La sua vicinanza<br />

alla Porta Nord della città<br />

rato di potere centrale, al quale<br />

erano affidate le f<strong>un</strong>zioni di controllo<br />

e di interfaccia del sistema<br />

economico.<br />

Il sito che, durante la seconda<br />

metà del III millennio a.C., aveva<br />

con ogni probabilità ass<strong>un</strong>to la<br />

caratteristica forma circolare tipica<br />

delle nuove fondazioni urbane<br />

di questo periodo, si estendeva<br />

su <strong>un</strong>a superficie di circa<br />

20-25 ettari ed era costituito, per<br />

quanto di esso conosciamo oggi,<br />

oltre che dall’area di stoccaggio<br />

dei prodotti agricoli, anche da <strong>un</strong><br />

vasto quartiere abitativo ubicato<br />

nella parte settentrionale del tavolato<br />

calcareo dell’acropoli (dove,<br />

successivamente, nel II millennio,<br />

sorgerà il Palazzo Reale<br />

di Qatna) e da almeno <strong>un</strong>a tomba<br />

ipogeica multipla ubicata a<br />

sud dell’area residenziale. All’interno<br />

di quest’ultima, aveva verosimilmente<br />

trovato sepoltura<br />

<strong>un</strong> gruppo familiare di almeno<br />

40 individui di elevato rango sociale,<br />

come dimostrano i piú di<br />

potrebbe<br />

suggerire che<br />

l’edificio svolgesse <strong>un</strong><br />

ruolo nel controllo<br />

delle merci e delle persone<br />

in entrata e uscita<br />

dalla città.<br />

cento oggetti di corredo in bronzo,<br />

fra cui armi, e i quasi 300 vasi,<br />

rinvenuti assieme a ornamenti<br />

personali in materiali esotici<br />

importati anche da regioni molto<br />

lontane, come, per esempio,<br />

vaghi di collana di corniola. Ciò<br />

indica che con ogni probabilità a<br />

Mishrifeh esisteva <strong>un</strong>’élite sociale<br />

dominante, che controllava e<br />

gestiva la vita politica, sociale ed<br />

economica di questo centro urbano<br />

di medie dimensioni.<br />

I pochi, ma non trascurabili, elementi<br />

a nostra disposizione, d<strong>un</strong>que,<br />

portano a supporre che il sito,<br />

di cui, per il III millennio,<br />

ignoriamo ancora il nome, svolgesse<br />

le f<strong>un</strong>zioni di centro urbano<br />

e nodo di com<strong>un</strong>icazione di<br />

<strong>un</strong>a certa importanza nella regione<br />

che f<strong>un</strong>geva da cerniera<br />

fra la verde valle irrigata dall’Oronte<br />

a ovest e la steppa semiarida<br />

della Shamiyah a est. I numerosi<br />

siti archeologici rinvenuti<br />

nella ricognizione condotta<br />

dalle Missioni siriana e siro-ita-<br />

Piccolo volto in avorio (7<br />

cm di larghezza) rinvenuto<br />

nel Palazzo della Città<br />

Bassa di Qatna.<br />

XV-XIC sec. a.C.<br />

liana nella regione immediatamente<br />

circostante Mishrifeh<br />

hanno, inoltre, dimostrato come,<br />

mentre il territorio di Mishrifeh<br />

nella prima metà del III millennio<br />

a.C. era assai poco insediato,<br />

nella seconda metà del millennio,<br />

invece, si assista all’improvvisa<br />

colonizzazione di questa regione,<br />

segnata dalla fondazione<br />

di ben 17 insediamenti e di <strong>un</strong><br />

sistema insediativo articolato su<br />

due livelli gerarchici, con <strong>un</strong>a<br />

corona di villaggi rurali satellite<br />

al cui centro geografico sorgeva<br />

l’insediamento urbano di Mishrifeh.<br />

Questa «conquista» della<br />

regione attraverso la fondazione<br />

di <strong>un</strong>a rete di villaggi rurali distribuiti<br />

a intervalli regolari l<strong>un</strong>go<br />

il sistema di corsi d’acqua di<br />

Mishrifeh diede <strong>un</strong> forte impulso<br />

allo sviluppo demografico regionale<br />

e fu accompagnata da<br />

<strong>un</strong>a intensa colonizzazione agricola<br />

del territorio.<br />

I risultati delle ricerche archeologiche<br />

rivelano d<strong>un</strong>que come,<br />

ARCHEO 59


SPECIALE<br />

QATNA<br />

durante il Bronzo Antico IV, nella<br />

regione circostante Mishrifeh sia<br />

stato creato ex novo <strong>un</strong> paesaggio<br />

insediativo densamente occupato e<br />

ben strutturato dal p<strong>un</strong>to di vista<br />

produttivo,che nelle epoche precedenti<br />

non esisteva.<br />

Le botteghe del II millennio<br />

Durante il II millennio a.C., Qatna<br />

fu <strong>un</strong> grande centro urbano,capitale<br />

di <strong>un</strong>o Stato territoriale prima<br />

(età del Bronzo Medio) e di <strong>un</strong> piú<br />

piccolo Stato cantonale poi (età del<br />

Bronzo Tardo).Per tutto questo periodo<br />

Qatna fu anche <strong>un</strong> importante<br />

centro economico e <strong>un</strong>a<br />

grande città carovaniera, sorta all’incrocio<br />

di due tra i principali assi<br />

viari e commerciali del Vicino<br />

Oriente <strong>antico</strong>, quello Nord-Sud,<br />

che collegava l’Anatolia alla Siria,<br />

alla Palestina e al Delta del Nilo, e<br />

quello Est-Ovest, che, dalla Mesopotamia<br />

e dal Golfo Persico, conduceva<br />

a Mari,Palmira e,da qui,attraverso<br />

Qatna, alla sponda<br />

orientale del Mediterraneo.<br />

Una tavoletta c<strong>un</strong>eiforme<br />

della prima metà<br />

del XVIII secolo a.C. rinvenuta<br />

negli archivi reali del palazzo<br />

di Mari ci informa, inoltre, che a<br />

Qatna esisteva <strong>un</strong> karum, <strong>un</strong> quartiere<br />

commerciale al cui interno si<br />

trovavano le abitazioni e i magazzini<br />

dei mercanti e degli artigiani.<br />

Qatna era d<strong>un</strong>que <strong>un</strong> centro commerciale<br />

e manifatturiero di grande<br />

importanza nella Siria centrooccidentale<br />

del II millennio a.C.,<br />

dove venivano prodotte e vendute<br />

le merci piú disparate.<br />

Delle attività produttive svolte a<br />

Qatna è rimasta poca traccia nella<br />

documentazione archeologica, anche<br />

se alc<strong>un</strong>e evidenze portate alla<br />

luce dimostrano come la città fosse<br />

<strong>un</strong> importante centro di produzione<br />

di vasi di ceramica, d’intarsi d’avorio,<br />

e, probabilmente, di oggetti<br />

di pasta di vetro.Sulla sommità dell’acropoli<br />

di Qatna, all’inizio del II<br />

millennio,fu eretto <strong>un</strong> edificio monumentale<br />

– gi<strong>un</strong>to fino a noi in <strong>un</strong><br />

pessimo stato di conservazione – al<br />

quale dovevano essere collegate al-<br />

60 ARCHEO<br />

Statuetta femminile in terracotta.<br />

Questo tipo di scultura, molto<br />

frequente in ambito siriano,<br />

rappresentava forse <strong>un</strong> portafort<strong>un</strong>a.<br />

Inizi del II mill. a.C.<br />

Homs, Museo Nazionale.<br />

meno due statue di basalto di sovrani<br />

di Qatna seduti in trono, raffiguranti<br />

probabilmente antenati<br />

reali def<strong>un</strong>ti e divinizzati.Accanto a<br />

questo grande edificio,che aveva sicuramente<br />

<strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione pubblica –<br />

era forse <strong>un</strong>o dei templi cittadini –<br />

fu creata <strong>un</strong>’estesa e articolata area<br />

di produzione intensiva di ceramica<br />

da esso dipendente.<br />

Si tratta della piú completa e vasta<br />

fabbrica per la produzione in massa<br />

di ceramica nota nella Siria del II<br />

millennio a.C. Al suo interno, in<br />

settori separati e f<strong>un</strong>zionalmente<br />

specializzati, sono documentate<br />

tutte le diverse fasi del processo di<br />

produzione dei vasi: dalla preparazione<br />

dell’argilla in grandi vasche di<br />

decantazione, alla sua lavorazione<br />

in bacini di piú piccole dimensioni,<br />

che venivano riforniti di acqua<br />

attraverso <strong>un</strong>a fitta e articolata rete<br />

di canali sotterranei,alla manifattura<br />

dei vasi al tornio,fino alla loro essiccazione<br />

e alla loro cottura in fornaci.<br />

Nell’area di produzione di<br />

ceramica di Qatna sono state<br />

rinvenute soprattutto giare<br />

da conservazione delle derrate alimentari<br />

di medie dimensioni. Ciò<br />

sembra suggerire che qui venisse<br />

prodotta la ceramica da conservazione<br />

necessaria per l’immagazzinamento<br />

dei prodotti agricoli di<br />

sua proprietà.<br />

Nella parte settentrionale della manifattura<br />

ceramica, è stata fatta<br />

<strong>un</strong>’eccezionale scoperta: sulla superficie<br />

di <strong>un</strong>a serie di piani di lavoro<br />

di terra battuta, collocati tra<br />

due piattaforme equipaggiate con<br />

installazioni produttive e fornaci<br />

per la cottura della ceramica,si erano<br />

conservate dozzine di impronte<br />

di piedi umani – adulti (maschi e<br />

femmine) e bambini –, di basi di<br />

giare e di zoccoli di cavallo. Quest’evidenza<br />

suggerisce che,nella catena<br />

operativa della manifattura ceramica,<br />

fossero utilizzati cavalli per<br />

il trasporto della ceramica prodotta.<br />

Il rinvenimento di impronte di<br />

zoccoli di cavallo è particolarmente<br />

interessante, poiché rappresenta<br />

<strong>un</strong>a delle piú antiche attestazioni


archeologiche dell’uso di questo<br />

animale in Siria. Significativo appare,<br />

inoltre, il fatto che il cavallo,<br />

generalmente usato in guerra come<br />

animale di prestigio dalle aristocrazie<br />

guerriere delle città del Bronzo<br />

Medio e Tardo, fosse impiegato,<br />

nella Qatna del II millennio, anche<br />

come bestia da soma.<br />

L’analisi delle impronte di piedi lasciate<br />

sulla superficie fangosa dal<br />

personale che lavorava nell’area di<br />

produzione ceramica permette di<br />

comprendere come gli artigiani<br />

non fossero scalzi, ma indossassero<br />

semplici sandali, costituiti da <strong>un</strong>a<br />

suola fissata al piede da fasce di<br />

cuoio o tessuto. Questo «tappeto»<br />

di impronte, inoltre, rappresenta<br />

<strong>un</strong>’eccezionale banca dati contenente<br />

informazioni sulle caratteristiche<br />

fisiche della popolazione di<br />

Qatna di questo periodo. Una seconda<br />

area di manifattura artigianale<br />

o, piú verosimilmente, <strong>un</strong>’area<br />

di lavorazione secondaria, è stata<br />

rinvenuta in alc<strong>un</strong>i vani del Palazzo<br />

della Città Bassa,<strong>un</strong> grande edificio<br />

palatino dell’età del Bronzo<br />

Tardo edificato a nord del Palazzo<br />

Reale. In questi ambienti sono stati<br />

rinvenuti 500 intarsi d’avorio,<br />

palco di cervo e osso, assieme a semi-lavorati<br />

d’osso e di corno, grumi<br />

di bitume, vaghi di pasta vitrea,<br />

intarsi di pietra e scorie di bronzo.<br />

Costruito intorno al 1700 a.C.,<br />

il Palazzo Reale di Qatna era il<br />

fulcro politico e visivo della città e<br />

costituiva il centro del potere del<br />

<strong>regno</strong>. Non stupisce, d<strong>un</strong>que, che<br />

fosse <strong>un</strong>o dei palazzi piú imponenti<br />

e ricchi del Vicino Oriente durante<br />

dell’età del Bronzo. Il palazzo<br />

assolveva varie f<strong>un</strong>zioni:era sede di<br />

rappresentanza del sovrano e serviva<br />

come sede per le occasioni ufficiali,<br />

quali cerimonie, udienze e ricevimenti.<br />

Il centro del <strong>regno</strong><br />

Per i f<strong>un</strong>zionari amministrativi piú<br />

importanti e per gli scribi era il luogo<br />

delle attività burocratiche e amministrative<br />

e, inoltre, verso l’esterno,<br />

rappresentava il potere e il prestigio<br />

del <strong>regno</strong>. Al suo interno,<br />

inoltre,si trovava la cripta f<strong>un</strong>eraria<br />

Anatre in oro con, al<br />

centro, la maschera di<br />

Hathor. Si tratta, forse,<br />

della maniglia di <strong>un</strong>a<br />

scatoletta per cosmesi.<br />

Rinvenuto nella cripta<br />

f<strong>un</strong>eraria reale,<br />

l’oggetto<br />

rappresenta<br />

<strong>un</strong> capolavoro<br />

dell’oreficeria<br />

siriana del Bronzo Tardo.<br />

XV-XIV sec. a.C.<br />

Damasco, Museo<br />

Nazionale.<br />

LA SCOPERTA<br />

DEL PALAZZO REALE di Peter Pfälzner<br />

con le tombe della dinastia regnante;<br />

era, d<strong>un</strong>que, il luogo per il culto<br />

f<strong>un</strong>erario dedicato agli antenati regali.Un<br />

edificio mastodontico,«polif<strong>un</strong>zionale»,che<br />

però,da solo,non<br />

poteva ospitare tutte le f<strong>un</strong>zioni di<br />

<strong>un</strong>o Stato complesso come quello<br />

di Qatna.Troppe erano le istituzioni<br />

che dipendevano dal <strong>regno</strong>,troppi<br />

i compiti amministrativi da svolgere<br />

per i f<strong>un</strong>zionari statali perché<br />

<strong>un</strong> <strong>un</strong>ico edificio potesse essere sufficiente<br />

ad accogliere tutti gli impiegati<br />

e le rispettive attività. Il Palazzo<br />

Reale era perciò circondato<br />

da <strong>un</strong>a rete di palazzi «minori», come<br />

quelli nella parte meridionale e<br />

occidentale della città.<br />

Il Palazzo Reale si trovava in posizione<br />

centrale, adatta alla sua f<strong>un</strong>zione,<br />

sebbene non esattamente al<br />

centro della città. Per la sua costru-<br />

Il terrazzamento su cui sorgono in resti del Palazzo Reale di Qatna.


SPECIALE<br />

QATNA<br />

IL PALAZZO REALE<br />

1<br />

62 ARCHEO<br />

2<br />

1<br />

3<br />

Immagine PostScript<br />

prospetto_QATNACS2.eps<br />

In alto: disegno ricostruttivo del Palazzo<br />

Reale di Qatna, con i principali ambienti<br />

messi in luce.<br />

A sinistra: gli scavi del corridoio che per<br />

circa 40 m, partendo dalla cosiddetta<br />

Sala delle Cerimonie del Palazzo Reale<br />

di Qatna, conduce alla camera ipogea,<br />

situata a 13 m di profondità e che<br />

ospitava la cripta f<strong>un</strong>eraria reale.<br />

A destra: l’interno della cripta reale con,<br />

allineati su <strong>un</strong> piano rialzato, numerosi<br />

recipienti contenenti il cibo per i<br />

banchetti rituali. Qui sono state ritrovate<br />

due piccole tavolette con, iscritta,<br />

la parola «latte», verosimilmente<br />

l’etichetta di <strong>un</strong>o dei recipienti.<br />

2<br />

4


4<br />

3<br />

In alto: ricostruzione<br />

tridimensionale della cosiddetta<br />

Sala delle Udienze. Di pianta<br />

quadrata, era il piú vasto<br />

ambiente del palazzo.<br />

In basso: la scalinata attraverso<br />

la quale si accede al corridoio<br />

che conduce alla cripta<br />

f<strong>un</strong>eraria sotterranea.<br />

Immagine PostScript<br />

piantina_qatnaokCS2.eps<br />

La scoperta del 2009<br />

In alto: negli scavi del 2009<br />

è stato rinvenuto, sotto a <strong>un</strong><br />

ambiente nell’angolo<br />

nord-occidentale del<br />

Palazzo Reale, <strong>un</strong> secondo<br />

ipogeo, nel quale sono stati<br />

ritrovati numerosi reperti<br />

tra cui (dall’alto in basso)<br />

gioielli in oro all’interno di<br />

<strong>un</strong> recipiente, numerosi<br />

vasi in alabastro, la piccola<br />

scultura raffigurante <strong>un</strong>a<br />

scimmia che regge <strong>un</strong><br />

recipiente per <strong>un</strong>guenti.<br />

A sinistra: la piantina del<br />

Palazzo Reale.<br />

ARCHEO 63


SPECIALE<br />

QATNA<br />

64 ARCHEO


Il Palazzo Reale venne<br />

costruito utilizzando<br />

migliaia di lavoratori<br />

Nella pagina accanto: veduta<br />

zenitale degli scavi di Qatna,<br />

tra i resti del villaggio moderno<br />

eretto sopra l’area archeologica.<br />

zione venne scelto <strong>un</strong> vasto plateau<br />

di roccia che si ergeva, simile a<br />

<strong>un</strong>’acropoli, a nord della città bassa.<br />

Su di esso fu edificato il palazzo,<br />

cosí da occupare <strong>un</strong>a posizione di<br />

grande impatto visivo per chi, in<br />

particolare, vi si avvicinava provenendo<br />

dalla Porta Nord della città:<br />

visto da qui, il palazzo troneggiava<br />

da <strong>un</strong>a terrazza alta 8 metri, in maniera<br />

simile ai grandi templi terrazzati<br />

della Mesopotamia.<br />

I vani del palazzo erano costruiti su<br />

fondamenta che gi<strong>un</strong>gevano a <strong>un</strong>a<br />

profondità di 5/6 metri e che, per<br />

tutta l’area del palazzo,attraversavano<br />

strati di insediamenti precedenti<br />

spingendosi fino alla roccia affio-<br />

In basso, a destra, è ben<br />

riconoscibile il Palazzo Reale<br />

con la Sala delle Udienze<br />

(a pianta quadrata).<br />

rante. Pertanto, i pavimenti del palazzo,in<br />

conglomerato di malta calcarea,spessi<br />

e molto duri,risultavano<br />

rialzati di 14 metri rispetto alla<br />

base della terrazza del palazzo. All’interno<br />

le mura di fondazione<br />

erano separati mediante canali di<br />

drenaggio,ricolmi di materiale pietroso,<br />

per impedire il propagarsi<br />

dell’umidità proveniente dal suolo.<br />

Un cantiere enorme<br />

Già le sole mura di sostruzione, alte<br />

5 m, realizzate in mattoni crudi,<br />

rappresentano <strong>un</strong> esempio notevole<br />

di costruzione complessa, frutto<br />

dell’attività di migliaia di lavoratori.<br />

Per il Palazzo Reale furono pro-<br />

In alto:<br />

particolare della<br />

collana d’oro e di<br />

pietre preziose<br />

rinvenuta nella<br />

cripta reale.<br />

XV-XIV sec. a.C.<br />

A sinistra: lo<br />

scavo di <strong>un</strong><br />

grande recipiente<br />

in terracotta.<br />

dotti milioni di mattoni, ottenuti<br />

da <strong>un</strong> impasto d’argilla,acqua e paglia,<br />

fatti essiccare e messi in posa.<br />

L<strong>un</strong>go circa 150 metri e largo circa<br />

110, il palazzo di Qatna è considerato<br />

il piú imponente della sua<br />

epoca. Stupisce, cosí, il fatto che<br />

questo progetto sia stato realizzato<br />

in tempi relativamente brevi e senza<br />

grandi interruzioni, come risulta<br />

dalla disposizione <strong>un</strong>iforme delle<br />

strutture murarie. I lavori terminarono<br />

presumibilmente in meno<br />

di cinquant’anni,il che significa che<br />

i sovrani di Qatna dovevano essere<br />

in grado di mobilitare, in tempi<br />

brevi, <strong>un</strong>a numerosissima forza lavoro<br />

nonché <strong>un</strong>’ingente quantità di<br />

ARCHEO 65


SPECIALE<br />

QATNA<br />

A destra e in basso: le dita di <strong>un</strong>a<br />

mano realizzata in lamina d’oro, in<br />

origine forse applicata a <strong>un</strong> sostegno<br />

ligneo e, verosimilmente, utilizzata per<br />

versare le libagioni rituali. Il prezioso<br />

reperto, databile alla seconda metà<br />

del II mill. a.C., è stato trovato<br />

all’interno della Cripta Reale.<br />

66 ARCHEO<br />

Nella cripta reale è stata<br />

trovata anche <strong>un</strong>a curiosa<br />

«mano d’oro»<br />

materiali da impiegare nel cantiere.<br />

Mentre i mattoni erano prodotti in<br />

situ, le coperture erano realizzate<br />

con travi di prezioso legno di cedro<br />

proveniente dalle montagne del Libano,<br />

a circa 50 km a sud-ovest di<br />

Qatna. L<strong>un</strong>ghe fino a 12 metri,<br />

queste travi maestre venivano trasportate,<br />

<strong>un</strong>a alla volta, mediante<br />

carri e animali da soma. Le pesanti<br />

basi di colonna in basalto, invece,<br />

arrivavano presumibilmente da zone<br />

distanti 30 km a ovest o a nord<br />

di Qatna.<br />

La Sala delle Colonne<br />

L’ingresso principale al palazzo,<br />

non ancora localizzato con certezza,<br />

va ricercato sul lato occidentale.<br />

Da qui, attraversando<br />

numerosi ambienti di passaggio,<br />

il visitatore raggi<strong>un</strong>geva<br />

la cosiddetta «sala C», il piú<br />

vasto e il piú imponente<br />

ambiente del palazzo. Si<br />

tratta di <strong>un</strong>o spazio quadrato<br />

di 36 x 36 metri,con,al<br />

centro, quattro basi di colonna in<br />

basalto,pesanti e di forma tonda,su<br />

cui verosimilmente poggiavano


quattro colonne lignee,alte almeno<br />

10-12 metri, che sorreggevano il<br />

tetto della sala. È particolarmente<br />

significativo che le basi delle colonne<br />

fossero posate su fondamenta<br />

profonde 5 metri, ricolme di<br />

ghiaia. In apparenza esageratamente<br />

massicce,le fondamenta suggeriscono<br />

che le basi dovevano proprio<br />

sorreggere questo peso notevole<br />

senza rischiare alc<strong>un</strong> cedimento: il<br />

tetto della sala, grande, piatto e realizzato<br />

con travi di legno, ampio<br />

1300 metri quadrati, poggiava infatti<br />

solo sul muro esterno e sui<br />

quattro sostegni interni.<br />

La sala C è la piú grande sala coperta<br />

a oggi nota per l’età del Bronzo<br />

nel Vicino Oriente (superando<br />

per dimensioni perfino la grande<br />

sala nella cittadella reale di Hattusa,<br />

capitale degli Ittiti).Al centro<br />

della sala,inserita nel pavimento,<br />

era <strong>un</strong>a superficie in basalto leggermente<br />

concava, che f<strong>un</strong>geva<br />

da fonte di riscaldamento e illuminazione.<br />

Nell’angolo nordorientale,<br />

invece, <strong>un</strong> minuscolo<br />

ambiente ricavato ospitava il sacello<br />

di Belet-Ekallim, la divinità<br />

femminile palatina di Qatna.<br />

Al suo interno erano state custodite<br />

<strong>un</strong>a preziosa sfinge egizia<br />

e numerose tavolette c<strong>un</strong>eiformi<br />

che elencavano, minuziosamente,<br />

gli oggetti facenti parte<br />

del tesoro del tempio dedicati<br />

alla dea. La sala C rappresentava,<br />

d<strong>un</strong>que, il fulcro politico e religioso<br />

del palazzo.<br />

Il confronto con Mari<br />

Attraverso <strong>un</strong> ampio portale, largo<br />

6 metri e inserito l<strong>un</strong>go l’asse centrale<br />

della Sala delle Udienze,si raggi<strong>un</strong>geva<br />

la Sala del Trono del palazzo<br />

(sala B). Di questo ambiente,<br />

anch’esso enorme, si sono conservati<br />

solamente pochi resti che possano<br />

renderne possibile la ricostruzione.Ortostati<br />

(lastre di pietra calcarea)<br />

decoravano la parte inferiore<br />

delle pareti, ma non è stato possibile<br />

stabilire se erano presenti anche<br />

nella parte superiore.Tuttavia,<br />

le preziose pitture che, <strong>un</strong> tempo,<br />

ornavano <strong>un</strong>a piccola sala nell’ala<br />

A destra: elemento di gioiello in<br />

oro, lapislazzuli e corniole, dalla<br />

Cripta Reale di Qatna. Forse<br />

parte di <strong>un</strong> bracciale o di <strong>un</strong>a<br />

corona, il reperto, realizzato in<br />

<strong>un</strong>a bottega della corte di Qatna,<br />

mostra l’influenza dell’arte orafa<br />

egizia. Seconda metà<br />

del II mill. a.C. Damasco, Museo<br />

Nazionale.<br />

In basso: statuetta in basalto.<br />

Seconda metà del II mill. a.C.<br />

Homs, Museo Nazionale.<br />

Il culto degli antenati<br />

Nel Vicino Oriente <strong>antico</strong>, la<br />

consuetudine di seppellire i propri<br />

def<strong>un</strong>ti sotto le abitazioni era parte<br />

del culto tributato agli antenati.<br />

Due volte al mese, nei giorni di<br />

plenil<strong>un</strong>io e di novil<strong>un</strong>io, in questi<br />

ambienti si svolgeva, sotto la guida<br />

del figlio primogenito (o, nel caso<br />

della famiglia reale, dell’erede al<br />

trono), <strong>un</strong> rito propiziatorio,<br />

denominato kispu, incentrato<br />

attorno a <strong>un</strong> banchetto rituale in cui<br />

agli antenati venivano offerti birra,<br />

farina, latte, burro e carne.<br />

nord-occidentale del palazzo fanno<br />

pensare che lo fossero.<br />

Sul margine meridionale della sala<br />

sono stati ritrovati i resti di <strong>un</strong> podio<br />

sul quale, verosimilmente, era<br />

posto il trono del sovrano.Un’idea<br />

di come questa sala apparisse in<br />

passato può essere resa chiamando<br />

a confronto la assai meglio conservata<br />

Sala del Trono del palazzo<br />

di Mari, sulla sponda siriana dell’Eufrate.Qui<br />

fu rinvenuto <strong>un</strong> podio<br />

per il trono decorato insieme<br />

a <strong>un</strong>a statua in pietra.Aveva <strong>un</strong>a<br />

pianta di 26 x 7,7 m, mentre<br />

quella di Qatna misura 45 x 14<br />

m, tre volte quella di Mari.<br />

Se si confrontano le planimetrie<br />

dei palazzi di Mari e di Qatna<br />

salta all’occhio la similitudine<br />

della disposizione interna delle<br />

sale di rappresentanza. Il palazzo<br />

di Qatna, infatti, riproduce la concezione<br />

architettonica di quello di<br />

Mari.Come a Mari,anche qui,dietro<br />

la Sala del Trono, si trovava<br />

<strong>un</strong>’altra sala,ancora piú ampia:il salone<br />

cerimoniale del palazzo,in cui<br />

si svolgevano le feste e i riti in onore<br />

dei regnanti def<strong>un</strong>ti, gli antenati<br />

della dinastia di Qatna.<br />

Non c’è da meravigliarsi se proprio<br />

da questa enorme sala delle<br />

feste si accedeva all’ipogeo f<strong>un</strong>erario<br />

del palazzo. Una porta nell’ala<br />

nord-occidentale della sala si apriva<br />

su <strong>un</strong> corridoio l<strong>un</strong>go 40 m,che<br />

ARCHEO 67


La cripta reale<br />

La scoperta, nel 2002, di <strong>un</strong> ambiente<br />

f<strong>un</strong>erario situato a 13 m sotto il<br />

Palazzo Reale, ha rappresentato <strong>un</strong>o<br />

degli episodi piú sensazionali degli<br />

scavi di Qatna. Rimasta inviolata per<br />

millenni, la cripta ospitava le<br />

sepolture della famiglia reale di<br />

Qatna. Al suo interno sono stati<br />

rinvenuti due sarcofagi di pietra e<br />

<strong>un</strong>a grande quantità di oggetti<br />

di inestimabile valore, tra cui<br />

gioielli in oro e argento, armi,<br />

recipienti, sigilli e altro.


Sulle due pagine: ricostruzione tridimensionale<br />

della Cripta Reale di Qatna.<br />

Nella foto della pagina accanto: l’anticamera da<br />

cui si accedeva agli ambienti f<strong>un</strong>erari. Qui furono<br />

ritrovate le due statue in basalto (alte 85 cm)<br />

raffiguranti gli antenati dei signori di Qatna.<br />

In basso: le statue degli antenati, al momento del<br />

ritrovamento. XV-XIV sec. a.C.


SPECIALE<br />

QATNA<br />

70 ARCHEO<br />

L’oro di Qatna<br />

Sono piú di duemila i singoli reperti rinvenuti<br />

all’interno dell’ambiente f<strong>un</strong>erario ipogeo<br />

localizzato sotto il Palazzo Reale.<br />

Di essi fanno parte numerosi manufatti in oro,<br />

di particolare pregio, tra i quali, oltre alle già<br />

citate «anatre» (vedi foto a p. 61) e alla «mano<br />

d’oro» (vedi foto a p. 68), figurano quelli<br />

illustrati in queste pagine.<br />

Da sinistra in alto, in senso orario: decorazione<br />

di <strong>un</strong>a faretra, con raffigurazione di due grifi,<br />

seconda metà del II mill. a.C.; collana con<br />

perle in lamina d’oro<br />

lavorate «a melone»,<br />

seconda metà del II mill. a.C.;<br />

lamina decorata a sbalzo con<br />

rosetta e fiori di loto, seconda metà del II mill.<br />

a.C.; elemento decorativo con raffigurazione di<br />

due capre intorno a <strong>un</strong> albero, seconda metà<br />

del II mill. a.C.; lamina con raffigurazione di<br />

grifi e simboli egiziani, tra cui il segno «ankh»,<br />

ripetuto quattro volte, XV-XIV sec. a.C.<br />

Damasco, Museo Nazionale.


conduceva attraverso <strong>un</strong>a scalinata<br />

alle camere f<strong>un</strong>erarie situate<br />

in profondità sotto le sale del<br />

palazzo.<br />

L<strong>un</strong>go questo passaggio furono<br />

ritrovate 73 tavolette d’argilla inscritte<br />

con segni c<strong>un</strong>eiformi e altri<br />

frammenti di tavolette, in grado<br />

di fornire importanti informazioni<br />

relative alla vita del palazzo<br />

e agli eventi politici nella<br />

Siria del XIV secolo a.C. Dal<br />

contesto del ritrovamento emerge<br />

che, prima della definitiva distruzione<br />

del palazzo, al di sopra<br />

del corridoio si trovava l’archivio,<br />

verosimilmente annesso agli<br />

uffici degli scribi, che potrebbero<br />

essere localizzati negli ambienti<br />

adiacenti.<br />

L<strong>un</strong>go la facciata nord del palazzo<br />

vi era <strong>un</strong>a serie di ambienti<br />

piú piccoli, ma com<strong>un</strong>que «di<br />

rappresentanza». Uno di essi era<br />

riccamente decorato con pitture<br />

murali in stile egeo. In esse compaiono<br />

elementi simbolici chiaramente<br />

riferiti all’ambito acquatico,<br />

suggerendo che la stanzetta<br />

avesse <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione cultuale,<br />

forse legata al vicino pozzo.<br />

Un’ipotesi avvalorata anche<br />

dal ritrovamento, proprio in questo<br />

ambiente, di <strong>un</strong>a statuetta in<br />

bronzo raffigurante <strong>un</strong>a divinità<br />

femminile in posizione seduta.<br />

ARCHEO 71


SPECIALE<br />

QATNA<br />

L’ETÀ DEL FERRO<br />

L ’ultima pagina della storia del<br />

sito di Mishrifeh, nella prima<br />

metà del I millennio a.C., è forse<br />

meno spettacolare delle precedenti,<br />

ma non per questo priva d’interesse,<br />

soprattutto in quanto essa rivela<br />

come questa città della Siria<br />

centrale seppe trasformare il proprio<br />

ruolo, adattandosi con grande<br />

flessibilità ai profondi mutamenti<br />

avvenuti nell’assetto politico, economico,<br />

e sociale dell’intero Levante<br />

tra la fine del II e l’inizio del<br />

I millennio a.C.<br />

Dopo la distruzione del Palazzo<br />

Reale, avvenuta attorno alla metà<br />

del XIV secolo a.C. come conseguenza<br />

delle campagne militari del<br />

grande re ittita Shuppiluliuma I in<br />

Siria settentrionale e centrale, e a<br />

seguito del contemporaneo abbandono<br />

dei tre edifici che avevano<br />

formato la cintura di palazzi satellite<br />

attorno a quest’ultimo,Qatna<br />

dovette entrare in <strong>un</strong>a fase di<br />

crisi politica ed economica e di so-<br />

72 ARCHEO<br />

di Daniele Morandi Bonaccorsi<br />

e Michel Al-Maqdissi<br />

stanziale impoverimento della vita<br />

urbana.<br />

La vita a Qatna, com<strong>un</strong>que, continuò<br />

anche dopo la parziale distruzione<br />

e l’abbandono della cittadella<br />

reale, anche se ignoriamo in che<br />

forma e su che scala. Ciò che appare<br />

invece ormai sufficientemente<br />

chiaro sulla base degli scavi archeologici<br />

condotti è che, fra il 1200 e<br />

il 900 a.C. circa, durante l’età del<br />

Ferro I, la città – come del resto<br />

numerosi altri insediamenti della<br />

Siria – sembra addirittura essere stata<br />

sostanzialmente disabitata.La decadenza<br />

politica e culturale di Mishrifeh<br />

rispetto al II millennio a.C.<br />

è indicata anche dal fatto che la<br />

città non viene citata nelle fonti del<br />

I millennio a.C. finora note.<br />

Un piccolo principato<br />

Dal 900 a.C. circa, nell’età del Ferro<br />

II, il sito di Mishrifeh si avvia<br />

verso <strong>un</strong>a nuova fase di sviluppo<br />

economico e urbano, anche se non<br />

In alto: p<strong>un</strong>te di lancia in bronzo. Seconda metà del II mill. a.C.<br />

A sinistra: protome di leone (l<strong>un</strong>ghezza 6 cm), intagliata in<br />

ambra del Baltico, dalla Cripta Reale di Qatna.<br />

XV-XIV sec. a.C. Damasco, Museo Nazionale.<br />

piú come capitale di <strong>un</strong> <strong>regno</strong> autonomo,<br />

ma, probabilmente, come<br />

centro amministrativo di <strong>un</strong>a di<br />

quelle piccole formazioni statali di<br />

dimensione cantonale note come<br />

principati luvio-aramaici o neo-ittiti,nate<br />

a cavallo fra l’Anatolia sudorientale<br />

e la Siria centro-settentrionale<br />

a seguito del collasso dell’impero<br />

ittita.<br />

A questo periodo piú <strong>antico</strong> dell’occupazione<br />

della Mishrifeh di<br />

età aramaica appartengono alc<strong>un</strong>e<br />

opere di scultura di <strong>un</strong> certo pregio.Si<br />

tratta di due teste maschili di<br />

basalto, <strong>un</strong>a piuttosto piccola e<br />

scolpita in <strong>un</strong>o stile assai schematico,<br />

ma estremamente vigoroso ed<br />

espressivo, mentre la seconda appartiene<br />

a <strong>un</strong>a statua di dimensioni<br />

maggiori e mostra <strong>un</strong>a caratteristica<br />

capigliatura a boccoli.


È tuttavia a partire dall’VIII secolo<br />

a.C. che Mishrifeh divenne, con<br />

ogni probabilità, <strong>un</strong> centro politico-amministrativo<br />

e produttivo di<br />

rilievo all’interno della regione meridionale<br />

del <strong>regno</strong> di Hamath.Ciò<br />

viene indicato dalle grandi dimensioni<br />

che l’insediamento raggi<strong>un</strong>se<br />

in questo periodo (almeno 70 ettari<br />

rispetto ai 110 delle precedenti<br />

età del Bronzo Medio e Tardo), e<br />

dalla presenza nella parte centrale<br />

dell’acropoli di <strong>un</strong> grande complesso<br />

a carattere amministrativo. Il<br />

quartiere produttivo-artigianale<br />

scavato dalla Missione siro-italiana,<br />

Il mistero delle tavolette<br />

L<strong>un</strong>go il passaggio che conduceva alla cripta f<strong>un</strong>eraria<br />

del Palazzo Reale furono rinvenute 73 tavolette incise<br />

con segni c<strong>un</strong>eiformi (nell’immagine a destra), insieme a<br />

diversi frammenti. I documenti appartenevano<br />

all’archivio di Idanda, il sovrano che regnò a Qatna<br />

intorno al 1400 a.C., ed erano redatti in <strong>un</strong>a lingua<br />

mista, accadico e hurrita. Tra di essi vi sono<br />

alc<strong>un</strong>e lettere che descrivono la situazione<br />

militare della Siria all’epoca<br />

dell’invasione del re ittita<br />

Shuppiluliuma I.<br />

costruito sopra alle rovine della fabbrica<br />

palatina della precedente età<br />

del Bronzo e ubicato immediatamente<br />

a nord del complesso amministrativo<br />

del cantiere C, mostra<br />

<strong>un</strong>a pianta semi-circolare caratteristica<br />

dell’architettura luvio-aramaica<br />

in Siria e Anatolia sud-orientale<br />

durante l’età del Ferro II.<br />

Tessitura e tintura<br />

Esso era costituito, nella sua parte<br />

meridionale, da <strong>un</strong>a serie di edifici<br />

di piccole dimensioni adibiti alla<br />

lavorazione delle derrate alimentari,<br />

alla loro trasformazione<br />

in cibo e allo stoccaggio di cereali<br />

e uva in grandi silos circolari.<br />

Immediatamente a nord, si trovava<br />

invece <strong>un</strong> vasto edificio a piú vani<br />

utilizzato per la tessitura e tintura<br />

delle stoffe.Vasche a forma di pozzetto<br />

utilizzate con ogni verosimiglianza<br />

per tingere le stoffe sono<br />

state rinvenute anche nella regione<br />

dell’acropoli ubicata immediatamente<br />

a est e ovest dell’edificio<br />

specializzato nella produzione di<br />

tessuti colorati.<br />

Già gli scavi condotti dagli archeologi<br />

francesi negli anni Venti del secolo<br />

scorso avevano eviden-


SPECIALE<br />

QATNA<br />

Un tocco di Occidente<br />

Un vano dell’area nord-occidentale<br />

del Palazzo Reale era ornato con<br />

pitture parietali che, per motivi<br />

decorativi, scelta dei colori e<br />

tecnica di esecuzione, risultano<br />

molto affini allo stile delle pitture<br />

di ambito egeo-minoico: fregi a<br />

spirale, palme di colore blu,<br />

paesaggi con rocce, tartarughe e<br />

pesci. La scoperta delle pitture,<br />

d<strong>un</strong>que, testimonia la forte<br />

influenza dell’arte minoica nel<br />

palazzo e non è da escludere che<br />

maestranze cretesi fossero state<br />

chiamate per prestare la loro opera<br />

alla corte di Qatna.<br />

ziato l’esistenza nella città bassa meridionale,<br />

nei pressi della Porta Sud<br />

della città, di vari edifici, anche di<br />

vaste dimensioni, specializzati nella<br />

lavorazione di stoffe colorate, contenenti<br />

al loro interno installazioni<br />

per il lavaggio e la tintura dei tessuti<br />

analoghe a quelle sopra descritte.<br />

Le evidenze archeologiche suggeriscono<br />

quindi che,durante l’età del<br />

Ferro II,Mishrifeh fosse <strong>un</strong> importante<br />

centro specializzato nella lavorazione<br />

della lana e nella produzione<br />

di tessuti colorati.<br />

Durante questo stesso periodo, la<br />

sommità dell’acropoli, invece, fu<br />

74 ARCHEO<br />

utilizzata come area per lo stoccaggio<br />

intensivo di cereali, uva e altri<br />

prodotti agricoli, che venivano<br />

conservati in piú di <strong>un</strong> centinaio di<br />

fosse e in granai,anche di grandi dimensioni.<br />

Infine, <strong>un</strong> grande edificio polif<strong>un</strong>zionale<br />

con grandi magazzini per i<br />

prodotti agricoli,<strong>un</strong>a pressa per l’uva<br />

e installazioni per la produzione<br />

di ceramica e di tessuti è stato recentemente<br />

scoperto dalla Missione<br />

siriana alla base del pendio nordorientale<br />

dell’acropoli. La presenza<br />

sull’acropoli di <strong>un</strong> edificio amministrativo<br />

che controllava diretta-<br />

DOVE E QUANDO<br />

«Tesori dell’antica Siria.<br />

La scoperta del <strong>regno</strong> di Qatna»<br />

Stoccarda, Landesmuseum<br />

Württemberg<br />

fino al 24 marzo<br />

Orario ma-do, 10,00-18,00;<br />

chiuso l<strong>un</strong>edí non festivi<br />

Info tel. +49 711 89535445;<br />

e-mail: info@landesmuseumstuttgart.dewww.schaetzesyrien.de,www.landesmuseumstuttgart.de<br />

In basso: i protagonisti delle scoperte<br />

di Qatna. Da sinistra: Michel<br />

Al-Maqdissi (Direzione Generale delle<br />

Antichità e dei Musei di Siria),<br />

Daniele Morandi Bonacossi<br />

(Università di Udine) e Peter Pfälzner<br />

(Università di Tubinga).<br />

mente settori della città specializzati<br />

nella produzione di tessuti colorati,nell’immagazzinamento<br />

di derrate<br />

agricole e nella loro trasformazione<br />

in alimenti, la vastità dell’insediamento<br />

e la sua ubicazione al<br />

centro di <strong>un</strong> sistema insediativo locale,<br />

costituito da <strong>un</strong>a fitta rete di<br />

<strong>un</strong>a ventina di villaggi rurali dispersi<br />

a intervalli regolari nella<br />

campagna circostante, sono tutti<br />

elementi che indicano come, durante<br />

l’VIII secolo a.C., il sito di<br />

Mishrifeh fosse presumibilmente il<br />

centro amministrativo e politico regionale<br />

principale nel territorio a


sud-est di Hama, oltre che <strong>un</strong> importante<br />

centro agricolo di immagazzinamento<br />

e trasformazione<br />

della produzione agricola, nonché<br />

di lavorazione della lana e produzione<br />

di tessuti.<br />

La conquista di Sargon II<br />

La fine dell’VIII e l’inizio del VII<br />

secolo a.C. a Mishrifeh furono accompagnati<br />

da <strong>un</strong> radicale cambiamento<br />

nell’impianto urbano e nella<br />

f<strong>un</strong>zione del sito, verosimilmente<br />

in seguito alla generale riorganizzazione<br />

del territorio, all’indomani<br />

della sua conquista, nel 720<br />

a.C., da parte degli eserciti del sovrano<br />

assiro Sargon II (722-705<br />

a.C.). Le dimensioni dell’insediamento<br />

sembrano infatti diminuire<br />

in maniera drastica.<br />

Le informazioni disponibili sull’insediamento<br />

di Mishrifeh nell’ultima<br />

fase della sua storia (VII-metà<br />

del VI secolo a.C.), per quanto certamente<br />

ancora non complete suggeriscono<br />

che, dopo l’assorbimento<br />

della regione nel nuovo impero<br />

territoriale assiro, il grande centro<br />

produttivo e amministrativo del periodo<br />

precedente fu sostituito da<br />

<strong>un</strong> insediamento agricolo aperto di<br />

dimensioni molto piú ridotte e caratterizzato<br />

dalla presenza di abitazioni<br />

o cascine sparse, divise da vaste<br />

aree non insediate, ma utilizzate<br />

soprattutto per lo svolgimento di<br />

attività produttive legate alla trasformazione<br />

della produzione agricola<br />

in cibo in <strong>un</strong> contesto di tipo<br />

domestico.<br />

Dopo i profondi rivolgimenti che<br />

marcarono il crollo del <strong>regno</strong> di<br />

Hamath e la distruzione da parte<br />

delle truppe di Sargon della sua cit-<br />

Recipienti in terracotta, dalla Cripta<br />

Reale. Seconda metà del II mill. a.C.<br />

Homs, Museo Nazionale.<br />

tadella reale, Mishrifeh continuò<br />

d<strong>un</strong>que a essere occupata, senza<br />

evidenti cesure nella sua continuità<br />

insediativa e culturale, per alc<strong>un</strong>i<br />

decenni. Un periodo di crisi sembra<br />

invece sopraggi<strong>un</strong>gere all’inizio<br />

del VII secolo, quando i dati archeologici<br />

suggeriscono che il sito<br />

abbia perso il suo carattere urbano<br />

e il ruolo di grande centro politicoamministrativo<br />

ed economico-produttivo<br />

ricoperto nel secolo precedente,<br />

per diventare <strong>un</strong> insediamento<br />

rurale non piú centrale nel<br />

Elementi decorativi in avorio,<br />

dalla Cripta Reale. Seconda metà<br />

del II mill. a.C.<br />

nuovo assetto che l’impero assiro<br />

diede a questa regione della Siria<br />

centrale.<br />

Sulle cause che determinarono<br />

l’abbandono della città e di molti<br />

dei villaggi rurali della campagna<br />

circostante alla fine dell’età del Ferro<br />

non sono disponibili informazioni<br />

precise. Non del tutto estranea<br />

all’abbandono dell’insediamento<br />

oramai ridotto in dimensioni e<br />

importanza di Mishrifeh, forse, dovette<br />

anche essere <strong>un</strong>a fase di inaridimento<br />

del clima (vedi anche a p.<br />

56) che attraversò l’età del Ferro,<br />

determinando <strong>un</strong>a diminuzione<br />

della portata dei corsi d’acqua di<br />

superficie e delle risorgive carsiche<br />

e <strong>un</strong> progressivo prosciugamento<br />

del lago di Mishrifeh,causando,insieme<br />

ai già ricordati fattori politici,sociali,economici<br />

e militari,l’insorgere<br />

di <strong>un</strong>a situazione ambientale<br />

non piú adatta alla presenza di<br />

<strong>un</strong> insediamento sul sito.<br />

ARCHEO 75

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