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<strong>Press</strong> <strong>Report</strong> <strong>Europe</strong> <strong>WSF</strong> <strong>2009</strong><br />
I membri della delegazione svizzera presente al Forum sociale lo hanno potuto constatare coi loro occhi<br />
nella regione di Ulianopolis, 400 km a sud di Belém. Qui si stima che negli ultimi anni siano andati persi<br />
circa 18 mila chilometri quadrati di foresta primaria, un terzo della superficie della Svizzera!<br />
Scrutare l'orizzonte<br />
A Ulianopolis le segherie della città girano a pieno regime. Dalle centinaia di forni per la produzione di<br />
carbone, che andrà ad alimentare il complesso siderurgico del Rio Doce, a centinaia di chilometri di<br />
distanza, si alza un fumo denso. "Per riempire di legna un forno – ci dice un uomo – impiego una giornata<br />
e guadagno 8 reais (4 franchi, una somma ben al di sotto del salario minimo mensile di 415 reais)".<br />
Dappertutto vi sono allevamenti di bovini, campi di soia, canna da zucchero e eucalipto (utilizzato per la<br />
fabbricazione di cellulosa e che ha la caratteristica di distruggere il suolo e le altre piante). Pesticidi e<br />
fertilizzanti sono utilizzati in abbondanza.<br />
In molti punti, per vedere la foresta bisogna scrutare l'orizzonte. I segni del disboscamento sono ben<br />
visibili. Un campo appena seminato è ricoperto di curiose gobbe. Sradicare gli alberi più grandi è<br />
praticamente impossibile, quindi le radici vengono semplicemente ricoperte di terra.<br />
Impatto sui diritti umani<br />
Erica Hennequin, deputata verde nel parlamento giurassiano, è consapevole<br />
da tempo dei danni provocati dalle monocolture e dall'allevamento estensivo<br />
sull'ambiente : "Ci vogliono troppi pesticidi, troppi fertilizzanti e ad<br />
approfittarne sono solo i grandi proprietari terrieri".<br />
"Quello di cui non mi ero però resa conto era l'impatto che questo tipo di<br />
agricoltura ha sui diritti umani; l'altro giorno una ONG ci ha mostrato una<br />
cartina sulla quale si vedeva molto chiaramente la correlazione tra<br />
disboscamento e violazione dei diritti umani", sottolinea.<br />
Un rappresentante dell'ONG brasiliana Commissione pastorale della terra conferma: "In una regione che<br />
abbiamo analizzato da vicino abbiamo constatato una relazione molto diretta tra violenza rurale e<br />
espansione dell'allevamento". 'Fazendeiros' e grandi imprese non esitano a fabbricare falsi titoli di<br />
proprietà e se necessario usare la violenza per sloggiare i piccoli contadini indesiderabili.<br />
Trasformare l'Amazzonia in una sorta di "riserva indiana" dove non è possibile nessuna attività economica<br />
non è l'obiettivo di nessuno, probabilmente nemmeno dei più radicali partecipanti al Forum.<br />
Piccole aziende economicamente redditizie<br />
"Sono rimasta colpita da come la gente ama la foresta, della volontà che ha di conservare il suo<br />
patrimonio, ad esempio creando delle piccolo banche di sementi", afferma Erica Hennequin. La soluzione<br />
potrebbe essere un'agricoltura famigliare, di tipo intensivo, agroforestale, che ha la sua forza nella<br />
policoltura e nell'ecologia. Esempi in questo senso ve ne sono molti. Inoltre, non per forza questo tipo di<br />
agricoltura è economicamente meno vantaggioso.<br />
Da una ricerca condotta dall'ONG francese GRET (Groupe de recherches et échanges téchnologiques) è<br />
addirittura emerso che le piccole proprietà proporzionalmente rendono di più.<br />
"Le grandi aziende agricole che praticano la monocoltura e l'allevamento estensivo sono chiaramente più<br />
redditizie se si considera la rendita procapite – spiega Philippe Sablayrolles, della GRET. Per contro se si<br />
analizza la ricchezza prodotta per ettaro, le piccole aziende arrivano in testa. In altre parole, l'agricoltura<br />
meccanizzata provoca una concentrazione delle rendite, ma in Amazzonia non è così interessante<br />
economicamente".<br />
swissinfo, Daniele Mariani, Belém<br />
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