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L'Anima e il suo Destino di Vito Mancuso - panasur

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colui che, ancora prima <strong>di</strong> compierlo, vive nel bene. Il bene non è qualcosa da fare, ma è una modalità <strong>di</strong><br />

essere. E’ or<strong>di</strong>ne, in quanto adeguazione <strong>di</strong> sé alla verità.<br />

Ciò che salva è la coscienza pura e la vita buona che ne consegue, è l’adesione incon<strong>di</strong>zionata dell’anima al<br />

bene, alla verità, alla giustizia.<br />

Il vero scontro fu, anzi è, tra due spiritualità: tra quella che lega la salvezza all’osservanza religiosa e quella<br />

che invece la lega alla vita concreta.<br />

L’equazione teologica fondamentale è la seguente: creazione = redenzione, nel senso che già la creazione<br />

dell’uomo contiene la possib<strong>il</strong>ità che la sua anima <strong>di</strong>venga immortale se aderisce all’or<strong>di</strong>ne fondamentale<br />

del mondo che è simmetria e giustizia.<br />

Il bene non viene creato dal nulla da chi lo pone; ma, trovandosi già iscritto nella logica dell’essere, consiste<br />

nell’adeguazione del soggetto alla logica oggettiva dell’essere. Si compie un atto <strong>di</strong> bene nella misura in cui<br />

serve la logica oggettiva dell’essere. Il bene per una pianta è la luce e l’acqua, e se io voglio farle del bene<br />

devo esporla alla luce e versarle dell’acqua esattamente nella misura da essa richiesta, né <strong>di</strong> più né <strong>di</strong><br />

meno. Non devo inventare nulla, devo capire e obbe<strong>di</strong>re. Lo stesso vale con gli animali. Lo stesso vale con<br />

gli esseri umani con cui vengo a contatto. Lo stesso vale con la mia famiglia. Lo stesso vale con Dio. C’è una<br />

logica delle cose che a me compete solo capire e servire. Attenzione e um<strong>il</strong>tà: due concetti dal valore<br />

spirituale immenso.<br />

L’amore è autentico solo se serve l’essere, altrimenti è un’<strong>il</strong>lusione soggettiva, un capriccio, una forma <strong>di</strong><br />

egoismo, come l’amore <strong>di</strong> certi genitori che proiettano se stessi nella vita dei figli.<br />

Io penso che la resurrezione della carne del corpo umano <strong>di</strong> Gesù possa essere vista, in quanto perfezione<br />

del microcosmo, come simbolo reale <strong>di</strong> un destino <strong>di</strong> eternità che riguarda anche <strong>il</strong> mondo. E’ come una<br />

prefigurazione della salvezza del mondo materiale, non nella sua materia spaziale che nell’eternità senza<br />

tempo e senza spazio non potrà sussistere, ma nelle sue idee. In che modo, Dio solo lo sa.<br />

Lo spirito è fuori del tempo e dello spazio.<br />

Per la mentalità comune le idee sono invenzioni della mente. Se però si riflette adeguatamente sul concetto<br />

<strong>di</strong> eternità, si comprende che l’Idea è l’unico vero essere. L’Idea non è da nessuna parte nel nostro mondo<br />

materiale, ma senza <strong>di</strong> essa <strong>il</strong> mondo materiale non sarebbe mai sorto. L’Idea è l’or<strong>di</strong>ne che ha portato<br />

all’esistenza, e ancora mantiene all’esistenza, <strong>il</strong> mondo materiale. Se <strong>il</strong> mondo materiale è energia, l’Idea la<br />

si deve pensare come ciò che dà forma a tale energia, secondo una pre<strong>di</strong>sposizione sempre più or<strong>di</strong>nata.<br />

Tale forma è la logica (è <strong>il</strong> Logos) che lega insieme le onde particelle subnucleari e le fa <strong>di</strong>ventare atomi: che<br />

lega insieme gli atomi e li fa <strong>di</strong>ventare molecole, e così via, sempre più su, verso livelli sempre più or<strong>di</strong>nati<br />

<strong>di</strong> essere, fino allo splendore della mente e ancor più dello spirito, <strong>il</strong> quale, in quanto energia attualizzata<br />

come forma sussistente a prescindere dalla materia, costituisce <strong>il</strong> vertice del cammino dell’essere.<br />

L’Idea è l’essere più concreto e reale che esiste, ciò che ci ha condotto all’esistenza e che ci mantiene in<br />

essa. Ed è in questa <strong>di</strong>mensione ontologica fondamentale, origine e fine dell’energia, che in questo<br />

momento, un momento che dura sempre, c’è <strong>il</strong> Cristo risorto, cioè l’Idea sussistente <strong>di</strong> Uomo in cui <strong>il</strong> Primo<br />

Principio ci ha pensati e ci penserà sempre.<br />

6 – Morte e Giu<strong>di</strong>zio<br />

La fine della vita rimane un evento naturale, conforme alla logica dell’essere del mondo che si esprime<br />

come <strong>di</strong>venire. Di questa logica la morte non è una corruzione o un tra<strong>di</strong>mento, ma una normale<br />

espressione. Della fine della vita naturale non si può parlare come male.<br />

La morte terrena gioca un ruolo tanto essenziale nello sv<strong>il</strong>uppo della vita che non può non provenire<br />

necessariamente dall’or<strong>di</strong>ne dell’essere, cioè da Dio, e quin<strong>di</strong> risultare funzionale al bene.<br />

Oggi è noto che la vita nell’Universo è arrivata ben prima della comparsa dell’uomo, esiste da circa 4.000<br />

m<strong>il</strong>ioni mentre l’inizio della specie Homo sapiens, alla quale presumib<strong>il</strong>mente Adamo apparteneva, risale a<br />

160.000 anni fa. Da 4.000 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> anni c’è la vita, ma non c’è mai stata senza morte, essendo fin dall’inizio<br />

la morte <strong>di</strong> alcuni la con<strong>di</strong>zione per la vita <strong>di</strong> altri (la catena alimentare). La morte, quin<strong>di</strong>, c’è ben prima <strong>di</strong><br />

Adamo e del <strong>suo</strong> presunto peccato. La morte ha iniziato a esistere nel momento stesso in cui è esistita la<br />

vita. Accettare la vita significa, perciò, accettare che sia intrinsecamente mortale.

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