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05 Musica profana - Fabiosartorelli.Net

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Canto profano<br />

canto profano<br />

IN LINGUA LATINA<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

1


profano<br />

IX secolo<br />

nascita repertorio gregoriano<br />

nascita notazione musicale<br />

tropi, sequenze e drammi liturgici<br />

canto profano<br />

primi esempi di polifonia<br />

pro-fanum – davanti al tempio<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

2


In latino<br />

in latino in volgare<br />

- planctus (canto funebre)<br />

- invocazione agli amici<br />

- invito al pianto<br />

- lode del defunto<br />

- invito alla preghiera<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

3


Il Planctus de obitu Karoli (per la morte di Carlo Magno) in versi, alterna<br />

con il ritornello Heu mihi misero! distici non privi di rude solennità che<br />

invitano tutte le regioni a piangere la morte del grande imperatore.<br />

In Mecum timavi saxa, novem flumina... Paolino patriarca di Aquileia (m.<br />

802) esprime il suo lamento per Enrico duca del Friuli morto in<br />

combattimento contro gli Avari. Se il carme fu composto nel 799, anche la<br />

melodia è indubitabilmente uno dei cimeli musicali più vetusti, se non<br />

altro perché ci è trasmessa identica in un codice di Berna del secolo X:<br />

indice che già quell'epoca essa aveva conosciuto una cospicua notorietà.<br />

Pur richiamandosi a vicende profane, il componimento ebbe destinazione<br />

liturgica essendovi palese la solenne gravità della preghiera.<br />

Si ricorda infine il Planctus Hugonisabbatis (Hug dulce nomen...), forse un<br />

figlio naturale di Carlo Magno perito mentre si prodigava a sedare le<br />

contese tra i successori di Ludovico.<br />

Limiti di spazio impediscono di ricordare altri<br />

componimenti conservati in fonti diverse; ma non<br />

possiamo ignorare il notissimo saluto del maestro a un suo<br />

scolaro partente (O admirabile Veneris idolum), composto<br />

forse a Verona nel secolo X e testimoniato in altre fonti con<br />

le parole dei pellegrini in cammino verso Roma: O Roma<br />

nobilis, orbis et domina.<br />

Si tratta d'un contrafactum, cioè del prestito d'una melodia<br />

a parole differenti: questo procedimento è antichissimo e<br />

documenta innumerevoli e reciproci scambi tra le sfere del<br />

sacro e del profano.<br />

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4


I Carmina Burana<br />

Sempre in latino sono le liriche<br />

a) dei clerici vagantes<br />

b) delle sororibus vanis<br />

c) dei goliardi (da gula)<br />

L'ultimo significativo episodio della melica mediolatina (pur<br />

esso coinvolto nella problematica dell'interpretazione<br />

ritmica) ci presenta i canti dei goliardi o scholares. Sono in<br />

tutto una cinquantina, conservati nel canzoniere di<br />

Benediktbeuren (complesso monastico in Baviera, donde il<br />

nome di Carmina Burana) e in altre fonti minori. Benché<br />

redatto verso la fine del secolo XIII, il codice dell'abbazia di<br />

Benediktbeuren attualmente a Monaco, Staatsbibl., Clm.<br />

4660, reca una notazione neumatica intraducibile<br />

direttamente.<br />

Per buona sorte, alcune canzoni si leggono in altri codici<br />

che aiutano a ricostruirne la melodia.<br />

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5


in latino<br />

Carmina Burana XIII secolo<br />

Carmina moralia (1-55), argomento satirico e<br />

morale;<br />

Carmina veris et amoris (56-186), argomento<br />

amoroso;<br />

Carmina lusorum et potatorum (187-228),<br />

canti bacchici e conviviali;<br />

Carmina divina, argomento moralistico<br />

sacrale (questa parte fu probabilmente<br />

aggiunta all'inizio del secolo XIV).<br />

Codex Buranus:<br />

la ruota della Fortuna.<br />

« O Fortuna,<br />

velut Luna<br />

statu variabilis,<br />

semper crescis<br />

aut decrescis »<br />

« O Sorte,<br />

come la Luna<br />

mutevole,<br />

sempre cresci<br />

o decresci »<br />

(Introduzione a O Fortuna)<br />

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6


Audio<br />

salmodia<br />

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7


Audio<br />

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8


canto profano<br />

NELLE LINGUE NAZIONALI<br />

In volgare<br />

Trovadori (sud della Francia, lingua<br />

d’Oc)<br />

Trovieri (nord della Francia– lingua<br />

d’Oil)<br />

Minnesänger (Germania – tedesco)<br />

Cantigas de Sancta Maria (Spagna –<br />

spagnolo)<br />

Laudesi (Italia – volgare)<br />

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9


Cause della diffusione della lirica Trovadorica dal Sud al Nord della<br />

Francia:<br />

matrimonio di Eleonora d’Aquitania con Luigi VII<br />

Cause della diffusione della lirica Trovierica in Germania<br />

(Minnesänger):<br />

matrimonio di Beatrice di Burgundia con Federico<br />

Barbarossa (XII secolo)<br />

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Ipotesi sulla nascita della lirica Trovadorica:<br />

a) affermazione della società feudale<br />

a) influsso arabo<br />

b) spontaneamente<br />

c) influsso cataro (eresia che propugnava ideali di purezza di vita)<br />

Ipotesi sulle cause della fine della lirica Trovadorica:<br />

a) per esaurimento<br />

b) crociata contro gli Albigesi (setta religiosa, diffusa dalla metà<br />

del XII sec. nel Mezzogiorno della Francia, e specialmente ad Albi e nell'Albigeois da cui il nome).<br />

I trovatori<br />

Il primo dei trovatori conosciuti fu<br />

Guglielmo IX duca di Aquitania (1071-<br />

1126), del quale peraltro ci è pervenuto<br />

solo un frammento musicato. Di circa<br />

cento trovatori dei quali abbiamo le vidas,<br />

sette almeno sono donne e una buona<br />

metà appartiene a famiglie nobili; in ogni<br />

caso l'origine aristocratica non è, neppure<br />

per le vidas, un requisito necessario per la<br />

fama del trovatore. Quanto all'esecuzione,<br />

secondo le stesse vidas circa un terzo dei<br />

trovatori erano anche jongleurs, e quindi<br />

esecutori; di alcuni invece si afferma<br />

l'inabilità nel comporre i suoni o<br />

nell'esecuzione.<br />

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Esempio di vidas<br />

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L’amor cortese<br />

L’amor cortese è un termine creato dal critico francese Gaston Paris nel 1883 per indicare<br />

la concezione filosofica, letteraria e sentimentale del concetto dell’amore. Si basa sul<br />

concetto che solo chi ama possiede un cuore nobile. Il concetto di amor cortese appare per<br />

la prima volta nel corso del XII secolo nella poesia dei lirici provenzali che scrivono in lingua<br />

d'oc, tuttavia avrà fortuna anche nella letteratura del nord della Francia e sopravvivrà nel<br />

tempo tramite il "dolce stil novo" dantesco.<br />

L’amor cortese del trobador è un sentimento capace di nobilitare e affinare l’uomo. Nasce<br />

come un’esperienza ambivalente fondata sulla compresenza di desiderio erotico e tensione<br />

spirituale. Tale "ambivalenza" è detta mezura, cioè la "misura", la giusta distanza<br />

tra sofferenza e piacere, tra angoscia ed esaltazione.<br />

Per questa ragione, anche, esso non può realizzarsi dentro il matrimonio, e l’amor cortese è<br />

quindi adultero per definizione. Esso è desiderio fisico, ma soprattutto motivo di elevazione<br />

spirituale nell’uomo: serve a nobilitarne l’animo e non può esistere in un<br />

animo volgare (del popolo contadino), ma solo in un animo cortese (della corte), dando<br />

modo così all’amante vassallo (cioè senza feudo) di tener testa ai propri signori, almeno<br />

spiritualmente. Si instaura, quindi, fra la dama e l’amante un rapporto d’amore esclusivo,<br />

così come il poeta deve rivolgersi ad una sola dama, essa deve accettare al suo servizio non<br />

più di un amante. Nel caso in cui una delle due parti trasgredisse, allora il rapporto può<br />

cessare.<br />

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Elementi caratterizzanti l'amor cortese<br />

-Il culto della donna, vista dall'amante come un essere sublime, irraggiungibile.<br />

-L'inferiorità dell'uomo rispetto alla donna amata, l'amante si sottomette completamente e<br />

obbedisce alle volontà della donna. Tale rapporto fra i due sessi è definito "servizio d'amore".<br />

L'amante presenta il suo omaggio alla donna e resta in umile adorazione di fronte a lei.<br />

-La gioia e il tormento, o meglio una forma di ebbrezza ed esaltazione, di pienezza vitale, formata<br />

dall'amore impossibile, che però genera insieme anche sofferenza, tormento.<br />

-L'amore ingentilisce, la devozione alla donna ingentilisce l'animo, lo nobilita, lo purifica dalla<br />

rozzezza. L'amare è un esercizio di perfezionamento interiore. Questo avviene perché la tensione del<br />

desiderio è perpetuamente inappagata, se il fine fosse raggiunto, la tensione cadrebbe. Per questo<br />

spesso i poeti s’innamorano di donne irraggiungibili, o perché distanti geograficamente, o perché<br />

sposate col signore della corte, o perché appartenenti a certi sociali troppo elevati per il trovatore.<br />

-L'amore adultero, che si svolge al di fuori del vincolo coniugale: addirittura, si teorizza che nel<br />

matrimonio non possa esistere veramente "amor fino". Il matrimonio, infatti, spesso era un contratto<br />

stipulato per ragioni dinastiche o economiche. Il carattere adultero dell'amore esige il segreto, che<br />

tuteli l'onore della donna: per questo il suo nome non viene mai pronunciato dai poeti.<br />

-Il conflitto tra amore e religione, scaturito dal culto per la donna divinizzata con il culto per Dio;<br />

inoltre la Chiesa condanna notoriamente il peccato dell'adulterio.<br />

Trovatori<br />

I personaggi della vicenda trobadorica sono quasi mezzo migliaio, alcuni<br />

noti soltanto per qualche strofa di cansó. I più celebri nella prima<br />

generazione del secolo XII furono Jaufre Rudel, Marcabru e Bernard de<br />

Ventadorn.<br />

Nella seconda metà del secolo le ricerche formali presero il sopravvento<br />

sull'ispirazione e si diramarono in due direzioni: il trobar ric, una tendenza<br />

tesa a sperimentare le varietà della versificazione rappresentata da<br />

Raimbaut d'Orange e Arnaut Daniel;<br />

il trobar clus, caratterizzato dalle sottigliezze del pensiero, che ebbe<br />

protagonisti Peire D'Auvergne, Bernard Marti e Guiraut de Borneill.<br />

Esiste anche il trobar plan o trobar leu dallo stile facile e immediato<br />

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Trovieri<br />

Il più antico troviere conosciuto è uno dei più illustri<br />

autori di romanzi versificati, Chrétien de Troyes, autore<br />

del Perceval le Gallois, cui Wagner ispirò il suo Parsifal.<br />

Verso la fine del secolo XII Conon de Béthune e Blondel<br />

de Nesle. Nel secolo XIII la vita musicale della Francia<br />

settentrionale, con il rinnovamento del patrimonio<br />

paraliturgico e i primi monumenti polifonici della scuola<br />

di Notre-Dame, fu profondamente trasformata e la<br />

stessa monodia oscillò tra l'antica fonte d'ispirazione<br />

(troubadours) e i nuovi modelli.<br />

Tra il 1219 e il 1236 Gautier de Coinci scrisse chansons alla<br />

Vergine attingendo indifferentemente per le melodie alle<br />

sequenze, ai lais e ai conducti polifonici: indice d'una<br />

coesistenza di forme e di gusti a prima vista inconciliabili.<br />

Dagli inizi del secolo XIII si fece più consistente l'influsso delle<br />

forme musicali fisse di origine popolareggiante: ne risentirono<br />

le musiche di Thibaut de Champagne (1201-53) e,<br />

soprattutto, le composizioni del più alto talento trovierico:<br />

Adam de la Hale (1230 ca.-88 ca. ), autore del celebre Li Geus<br />

de Robin et de Marion, azione scenica composta forse per la<br />

corte di Napoli, alle cui sezioni cantate e danzate egli adattò<br />

refrains e chansons. Furono gli estremi bagliori di un'arte che,<br />

esportata fuori dal territorio francese insieme con quella dei<br />

troubadours, aveva già suscitato imitatori ed epigoni in quasi<br />

tutti i paesi d'Europa.<br />

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STRUMENTI La diffusa opinione che i canti trobadorici fossero accompagnati da<br />

strumenti va ridimensionata; si deve tuttavia ammettere – e varie figurazioni<br />

miniate lo starebbero a dimostrare – che in certi casi la viella o altri strumenti<br />

abbiano doppiato la voce del cantante o abbiano interludiato tra una stanza e<br />

l'altra del testo.<br />

trovatore: manoscritto del XIII secolo<br />

L’amore cortese<br />

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Gli chansonnieres:<br />

Sono i volumi contenenti le liriche dei Trovatori e dei Trovieri,<br />

testi e musiche.<br />

Le musiche sono scritte su tetragramma e in notazione<br />

quadrata. Probabilmente tale notazione indicava anche il ritmo dei canti,<br />

ma la mancanza di una trattatistica sull’argomento ha spinto gli studiosi a<br />

formulare diverse ipotesi sulla loro trascrizione in notazione moderna.<br />

Grande è la sproporzione fra il numero dei testi riprodotti<br />

negli chansonnieres e il numero delle melodie:<br />

Trovatori: 2542 testi contro 264 melodie<br />

rapporto di 1:10<br />

Trovieri:2100 testi ca. contro ca. 1400 melodie<br />

le melodie riportate sono pari ai 2/3 dei testi<br />

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Mancando informazioni relative al ritmo, per trascrivere le canços<br />

trobadoriche si sono adottate di volta in volta ipotesi diverse.<br />

Ecco le soluzioni proposte il secolo scorso per Kalenda maia di Raimbaut de<br />

Vaqueiras da:<br />

a) Hugo Riemann [19<strong>05</strong>]<br />

b) Pierre Aubry [1910]<br />

c) Friedrich Gennrich [1932]<br />

d) Raffaello Monterosso [1964]<br />

e) Hendrick van der Werf [1984]<br />

La disputa circa le soluzioni ritmiche preferibili assunse accenti anche molto violenti (Aubry e Baptist<br />

Beck si sfidarono a duello e Aubry mori allenandosi alla sfida), nel caso specifico oltre a ipotizzare<br />

l'applicazione di poco praticabili teorie derivate dalle notazione modale, va osservato che, in questo<br />

caso, essendo il modello musicale strumentale, gli ictus della melodia devono necessariamente essere<br />

regolari. Ogni strofa, malgrado l'apparente irregolarità del verso si rivela in effetti composta da otto<br />

frasi caratterizzate ciascuna da quattro accenti che senza difficoltà possono considerarsi equidistanti:<br />

Audio<br />

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Kalenda maia<br />

Delle 35 poesie attribuitegli rimane la musica di solo sette. La più celebre è Kalenda maia<br />

che, come detto nell'ultimo verso, è una «estampida», fino a quel momento solo un<br />

genere strumentale. La razo riferisce che Raimbaut compose il brano dopo aver sentito la<br />

melodia suonata su una viola da due jongleurs francesi. La si considera quindi il primo<br />

esempio di estampie vocale.<br />

I generi musicali e poetici<br />

Possono essere classificati in base al<br />

contenuto<br />

forma<br />

chanson (canzone)<br />

Alba<br />

Pastorella<br />

Sirventese<br />

ecc.<br />

per lo più sono forme di danza caratterizzate<br />

dall’alternanza/ripetizione fra due melodie. Si dicono forme fisse e sono<br />

Rondeau, Ballata, Virelai<br />

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GENERI IN BASE AL CONTENUTO<br />

la cansò (il genere più usato): cinque o sei stanze costruite sulle<br />

stesse rime il cui argomento prediletto è l’amor cortese;<br />

i sirventès: sono delle satire politiche e morali o poesie esaltanti le<br />

virtù del signore della corte (sir);<br />

il planh: è un canto funebre, in lode di una donna o più spesso di<br />

sovrano o di una personalità eccellente;<br />

la tenso : spesso in forma di gare poetiche, permettevano a vari<br />

trovatori di dibattere su questioni d'amore, ma anche di politica, di<br />

morale, di sogni;<br />

l' alba: descrive il risveglio dei due amanti;<br />

la pastorella: dialogo fittizio fra il poeta ed una pastorella che ne<br />

respinge o ne accetta le proposte d’amore;<br />

Neppure il tema religioso è assente nella produzione trobadorica,<br />

sebbene parecchi canti di contenuto religioso siano ritenuti dei<br />

contrafacta.<br />

La cansò<br />

La convenzione dell'amor cortese trovò espressione diretta e immediata nella cansó, la cui<br />

struttura più semplice è quella analoga alle composizioni innodiche. I sottotipi interni sono<br />

numerosi, ma il più frequente è dato dall'adozione di frasi iterate; preferita è la ripetizione<br />

melodica delle due prime frasi, con il seguente schema:<br />

AB+AB+CDEF...<br />

Jaufre Rudel, Lanquan li jorn<br />

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Forme fisse:<br />

Rondeau Strofe di 8 versi, alternanza due melodie<br />

Esempio:<br />

testo musica<br />

1. a A<br />

2. b B<br />

3. c A<br />

4. a A<br />

5. d A<br />

6. e B<br />

7. a A<br />

8. b B<br />

Audio<br />

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Forme fisse:<br />

Virelai Strofe di 5 versi, alternanza due melodie<br />

Esempio:<br />

testo musica<br />

1. a A<br />

2. b B<br />

3. c B<br />

4. d A<br />

5. a A<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

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Forme fisse:<br />

Ballata Strofe di 8 versi, alternanza due melodie<br />

Esempio:<br />

testo musica<br />

1. rima baciata A<br />

2. rima baciata B ritornello cad. Ouvert<br />

3. rima baciata A<br />

4. rima baciata B ritornello cad. Clos<br />

5. rima baciata C<br />

6. rima baciata D<br />

7. rima baciata E<br />

8. ritornello F<br />

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Forme di probabile derivazione sacra:<br />

tipo inno<br />

uguale melodia per ogni strofa (esempio la<br />

canso per i trovatori, chanson per i trovieri o il Lied per i<br />

tedeschi)<br />

tipo sequenza<br />

melodie uguali a due a due, es.<br />

A-B(co)B(cc)-C(co)C(cc)-D(co)D(cc)-n ecc. (estampie, o lay,<br />

corrispondente vocale della estampie che è prevalentemente strumentale) –<br />

[co=cadenza ouvert / cc=cadenza clos]<br />

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I MINNESÄNGER E LA MONODIA IN<br />

TEDESCO (XII-XIII SEC.)<br />

Sebbene l'esistenza d'una tradizione musicale autoctona non<br />

possa essere negata ai paesi di lingua tedesca (si ricordino i<br />

canti goliardici), una ricca documentazione a noi giunta<br />

testimonia la nascita d'un movimento ispirato agli ideali e ai<br />

modi della poesia e della musica francese e provenzale. La<br />

presenza del troviere Guiot de Provins tra il seguito di<br />

Beatrice di Borgogna, che nel 1156 andò sposa<br />

all'imperatore Federico Barbarossa, assicura che almeno a<br />

quella data deve farsi risalire l'inaugurazione di più fitti<br />

rapporti tra l'area francese e quella germanica. Tali scambi si<br />

effettuarono sia grazie alla trasmissione di canzonieri, sia per<br />

i viaggi o per il soggiorno di giullari francesi nelle corti<br />

germaniche. E’ noto, del resto, che intorno al 1200 Peire<br />

Vidal giunse fino all'Ungheria.<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

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Minnesängerè il termine con cui furono designati i poeti-musici<br />

tedeschi. Il loro movimento, Minnesang (da Minne = amor cortese<br />

e Sang = canto), prese le mosse, a quanto pare, dalla Baviera e<br />

dall'Austria, ma una seconda corrente, attraverso il basso Reno, lo<br />

introdusse in Renania, Turingia e Svizzera.<br />

I termini cronologici si possono fissare all'incirca tra il 1170 e la<br />

metà del secolo XIV e abbracciano due o tre fasi creative, sulla cui<br />

delimitazione gli specialisti non sono peraltro concordi.<br />

La produzione dei Minnesängerci è conservata in fonti piuttosto<br />

tardive rispetto al loro periodo: le principali sono il canzoniere di<br />

Jena (secolo XIV; 91 melodie) e quello di Colmar (secolo XVI;<br />

contiene 107 melodie, alcune delle quali appartengono già al più<br />

tardo genere dei Meisterlieder).<br />

La dipendenza dai modelli francesi fu pressoché totale<br />

fino alla fine del 1200: per questo periodo si conoscono<br />

soltanto melodie presenti in fonti franco-provenzali le<br />

quali, con ogni probabilità, furono adottate nel momento<br />

in cui si composero i testi tedeschi. Anche in seguito, la<br />

creazione dei testi risentì fortemente del repertorio<br />

francese per il contenuto e le forme, per le immagini<br />

poetiche, la terminologia cortese e la struttura strofica;<br />

analogie molto strette, del resto, si notano nelle melodie.<br />

Per ognuno dei generi si riscontrano denominazioni<br />

corrispondenti: il Lied (dalla cansó); il Tagelied (dall'alba); il<br />

Leich (dal lai); lo Spruch (dal sirventès); ecc.<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

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È usata di preferenza la forma di Bar (poema,<br />

canzone), la cui struttura poetico-musicale consiste<br />

nella ripetizione di due Stollen (corrispondono ai<br />

piedi o mutazioni della nostra ballata), cui si<br />

aggiunge l'Abgesang (ad esempio: AB+AB+CDE...);<br />

assai spesso l'Abgesang utilizza in vari modi il<br />

materiale melodico degli Stollen creando rime<br />

musicali come AB+AB+CDB: in tal caso si ha il tipo di<br />

canzone «a rotundello».<br />

Tra i Minnesängerdella prima generazione i più noti sono: Friedrich von<br />

Hûsen, Hartmann von der Aue (autore anche del poema narrativo Der<br />

arme Heinrich), Reinmar il Vecchio e Rudolf von Fenis.<br />

Uno stile più personale rivelano i rappresentanti del secondo periodo:<br />

Walther von der Vogelweide (autore tra l'altro d'un noto Palästinaliedche<br />

si riferisce alla crociata del 1228 e impronta la sua melodia su Lanquan li<br />

jorns on lonc en may di Jaufre Rudel); Wolfram von Eschenbach<br />

(diventerà il Wolfram nel Tannhäuser wagneriano); Heinrich von Meissen,<br />

denominato il Frauenlob forse perché in una tenzone canora aveva difeso<br />

il termine Frau (signora) invece di Wip (donna); con la sua morte (1318)<br />

cominciò il declino del Minnesang. Per ognuno di questi cantori è possibile<br />

indicare il modello o i modelli franco-provenzali da cui trassero ispirazione<br />

per le loro opere.<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

27


SPAGNA: LE CANTIGAS DI ALFONSO X IL<br />

SAVIO (XIII SEC.)<br />

La collocazione geografica favorì un massiccio irradiamento della<br />

lirica provenzale anche in Spagna e Portogallo. Non solo le corti di<br />

Catalogna, Castiglia e Aragona accolsero numerosi trovatori, ma gli<br />

stessi signori catalani si esercitarono nel poetare (la parlata del<br />

Limosino era usata in Catalogna prima che si imponesse il<br />

catalano). L'influsso provenzale si prolungò in certe regioni fino al<br />

secolo XV, ma la collezione più grandiosa della monodia iberica era<br />

già stata raccolta da Alfonso X «el Sabio», re di Castiglia e di León<br />

dal 1252 al 1284: si tratta delle Cantigas de Santa Maria. Le<br />

cantigas celebrano in prevalenza i miracoli della Vergine e si<br />

ispirano ai Miracles de Notre Dame del monaco troviere Gautier de<br />

Coinci; ci sono pervenute in alcune fonti, tre delle quali conservano<br />

anche le melodie; sono anonime, ma non è da escludere che<br />

alcune appartengano allo stesso re Alfonso.<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

28


ITALIA: LA MONODIA NON SCRITTA (XII-<br />

XIII SEC.)<br />

Notissimi passi delle opere dantesche basterebbero a testimoniare la<br />

profonda penetrazione in Italia del pensiero e della poesia trobadorica.<br />

Raimbaut de Vaqueiras, Peire Vidal e Gaucelm Faidit, per accennare solo<br />

ai più noti, vi soggiornarono. I rimatori della «scuola siciliana» ne<br />

subirono l'influsso, per non dire degli italiani (vedi Sordello mantovano)<br />

che poetarono in provenzale. La denominazione delle forme poetiche<br />

(ballata, tenzone, sirventese, ecc. ) è visibilmente imparentata con<br />

quelle francesi. Ma per quanto concerne la musica, non ci sono<br />

pervenute che indirette testimonianze, la cui esiguità induce a supporre<br />

che proprio in Italia si sia consumato quel «divorzio tra musica e poesia»<br />

che nel paese d'origine dell'arte trobadorica dovette essere solo<br />

occasionale ed eccezionale.<br />

Invece una ben più vasta presenza della musica si registra appena si<br />

esce dal dominio delle scuole letterarie e ci si accosta alle occasioni<br />

della vita quotidiana, siano esse legate alle abitudini religiose e<br />

devozionali o soltanto ai momenti gioiosi delle feste di popolo.<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

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Particolarmente ricco e significativo fu lo sviluppo di una poesia<br />

religiosa in volgare, a scopo non liturgico, determinato dal<br />

movimento dei "disciplinati", persone che, riunite in<br />

processione, giravano (dapprima a Perugia, poi nel resto<br />

dell'Italia), cantando laude e recitando preghiere che<br />

invocavano carità e penitenza.<br />

S. Francesco d'Assisi (1182-1226) inaugurò questo tipo di canti<br />

e di preghiere: il suo Cantico delle creature prevedeva infatti<br />

anche una lezione melodica, purtroppo non giunta fino a noi.<br />

Alcune confraternite erano denominate "laudesi" per via del fatto<br />

che in buona parte, le loro riunioni erano destinate al canto delle<br />

laudi. Queste ultime figurano raccolte in libri denominati laudari<br />

(sono oltre 2000) due dei quali riportano anche le melodie: si tratta<br />

del Laudario di Cortona (Laudario 91) del 1297 contenete 96 canti<br />

e del bellissimo Laudario magliabechiano (Firenze) contenente 89<br />

melodie.<br />

Queste ultime sono scritte per lo più su di un sistema a 4 linee<br />

sopra al quale sono collocati i segni della notazione gregoriana<br />

quadrata. Pertanto la loro interpretazione ritmica incontra gli stessi<br />

problemi della lirica trovadorica e trovierica.<br />

Gli schemi melodici sono molteplici; dominano comunque quello<br />

della sequenza (già sfruttato nel lay trovadorico) e quello della<br />

ballata italiana, strettamente imparentato col virelai francese (vedi<br />

dispensa)<br />

Il testo letterario è generalmente di basso profilo artistico.<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

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Lauda – Dal ciel venne<br />

Una pagina del Laudario<br />

Magliabechiano<br />

08/<strong>05</strong>/2011<br />

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