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4. - Comites Ginevra - Comites Genève

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Anno XXXI · Gennaio-Febbraio 2008<br />

Periodico della Missione Cattolica Italiana di <strong>Ginevra</strong><br />

Quaresima = deserto<br />

Deserto = silenzio<br />

Silenzio = voce del verbo ascoltare


FOTO: Stefano CAVAPOZZI<br />

la vostra città,<br />

la vostra missione<br />

Missione cattolica italiana<br />

• 15, rue de la Mairie · 1207 GENEVE<br />

tel. 022 736 83 82 · mci.geneve@bluewin.ch<br />

• 34, rue Jacques Dalphin · 1227 CAROUGE<br />

tel. 022 736 83 82<br />

Missionari: P. Luciano COCCO, P. Silvano GUGLIELMI,<br />

P. Gabriele BELTRAMI<br />

Segreteria: da lunedì a venerdì: dalle ore 9.00 alle<br />

ore 12.00 e dalle ore 1<strong>4.</strong>00 alle ore 18.00.<br />

Chiuso: sabato<br />

SS. Messe:<br />

· a <strong>Ginevra</strong>, sabato e prefestivi: ore 18.00;<br />

domenica: ore 10.00, ore 11.30 e ore 16.00;<br />

giorni feriali: ore 18.30 (rosario: ore 18.00)<br />

· a Carouge, domenica: ore 10.00 e ore 18.00;<br />

da lunedi a venerdi ore 19.00, sabato ore 18.00<br />

Battesimi:<br />

· 3ª domenica del mese: ore 12.30,<br />

con preparazione il 1 o martedi del mese, ore 20.00<br />

Matrimoni: presentarsi almeno tre mesi prima.<br />

Istituto italiano<br />

Ch. J. Attenville 20, 1218 Grand-Saconnex,<br />

tel. 022 798 17 20.<br />

Direttrice: sig.ra Sandra Olivet<br />

Opera per bambini in età scolastica da 4 a 12 anni.<br />

Comunità Suore Orsoline:<br />

Ch. J. Attenville 20, tel. 022 788 01 30.<br />

Casa di riposo “La Provvidenza”<br />

34, rue Jacques-Dalphin, 1227 Carouge<br />

tel. 022 304 41 41, fax 022 304 41 04,<br />

ccp nr. 12-12928-7.<br />

Direttrice: sig.ra Luciana Mühle<br />

Casa di riposo per anziani.<br />

Comunità Suore Francescane<br />

36, rue Jacques-Dalphin, tel. 022 301 70 30<br />

EMS “Les Pins“<br />

Direttore: M. Eric Marti,<br />

ch. de l‘Erse 2, 1218 Grand-Saconnex<br />

Sommario<br />

4<br />

7<br />

12 Taizé a <strong>Ginevra</strong><br />

18<br />

La nuova<br />

enciclica di<br />

Benedetto XVI<br />

La traite<br />

de femmes -<br />

Un businnes<br />

mondial<br />

Macaronì!<br />

Uì mossiè<br />

Foto copertina di Egidio Todeschini<br />

Periodico della Missione Cattolica Italiana di <strong>Ginevra</strong><br />

Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all‘Estero)<br />

e alla FSS (Federazione Stampa Scalabriniana)<br />

Direttore responsabile: Luciano Cocco<br />

Direttore: Silvano Guglielmi<br />

Redazione: Gabriele Beltrami<br />

Leandro Di Siena<br />

Massimo Giovannozzi<br />

Enrico Norelli<br />

Enza Squillaci<br />

Abbonamenti / Pubblicità: Maria Alice Cantale<br />

Tipografia: “La Buona Stampa“,<br />

Via Fola, 6963 Pregassona<br />

Tel. 091 973 31 71<br />

Tiratura: 7.500 copie<br />

Direzione e Amministrazione: Missione Cattolica Italiana<br />

Rue de la Mairie 15 · 1207 <strong>Ginevra</strong><br />

Tel. 022 736 83 82 · Fax 022 786 71 09<br />

Internet: http://www.cath-ge.ch/shared/pdf/<br />

Presenza_Italiana.pdf<br />

www.mciginevra.scalabrini.net/<br />

E-mail: mci.geneve@bluewin.ch<br />

Conto postale Société de la Chapelle italienne 1207 <strong>Genève</strong><br />

conto Nr. 12-6242-0 con causale: abbonamento Presenza Italiana<br />

parla<br />

il silenzio<br />

editoriale<br />

Abbazia di Sylvanès<br />

La Quaresima è alle porte e uno dei temi obbligati, che la Parola di Dio ci propone, è il<br />

deserto, che è solitudine, rinuncia, preghiera, ascolto. E silenzio. Non ci siamo più abituati.<br />

La colonna sonora della nostra vita è il rumore. È questa la ninna nanna dei nostri<br />

giorni e delle notti. Ma il silenzio ha ancora qualcosa da dirci: ascoltiamolo.<br />

Per favore. Lasciatemi, una volta tanto, prendere la parola.<br />

Lo so che è paradossale che il silenzio parli.<br />

È contrario al mio carattere schivo e riservato.<br />

Però sento il dovere di parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza.<br />

Ecco, quindi, qualcosa di me.<br />

Intanto le mie origini sono assolutamente nobili.<br />

Prima che il mondo fosse, tutto era silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante.<br />

Così traboccante che una parola sola detta dentro di me ha fatto tutto!<br />

Poi, però, ho dovuto fare i conti con una lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore!<br />

Ebbene lasciate che ve lo dica subito: non immaginate cosa perdete ferendomi!<br />

Il baccano non vi dà mai una mano! Io, invece, sì.<br />

Io sono un’officina nella quale si fabbricano le idee più profonde,<br />

dove si costruiscono le parole che fanno succedere qualcosa.<br />

Io sono come l’uovo del cardellino: la custodia del cantare e del volare.<br />

Io segno i momenti più belli della vita:<br />

quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo degli innamorati ...<br />

Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della sofferenza, della morte.<br />

No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità.<br />

Io mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile.<br />

Io scendo negli abissi degli oceani. Io vado a contare le stelle ...<br />

Io vi regalo momenti di pace, di stupore, di meraviglia.<br />

Io sono il sentiero che conduce al paese dell’anima.<br />

Sono il trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio!<br />

Ecco qualcosa di me.<br />

Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre chiacchiere.<br />

Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole quattro parole:<br />

Custoditemi e sarete custoditi!<br />

Proteggetemi e sarete protetti!<br />

Dal vostro primo alleato, il Silenzio<br />

RR-Grafik-Studio<br />

2 Presenza tel. 022 Italiana 595 41 Gennaio-Febbraio 00<br />

Roberto Ronca · Zollikofen-Bern · Tel. 031 914 04 65<br />

2008<br />

E-mail: ronca.roberto@bluewin.ch<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 3


vita della chiesa<br />

LA SPERANZA<br />

di bENEdEtto xvi<br />

A fiANco dELL’uomo<br />

oLtRE L’oRiZZoNtE<br />

dELLE tEcNoSciENZE<br />

Un diffuso stereotipo di alcuni<br />

predica tori della emancipazione<br />

‘laica’ della società moderna da<br />

ogni retaggio di storia e di vita<br />

religiosa vorrebbe leggere la vicen<br />

da del rapporto tra Chiesa,<br />

scienze e tec nologie attraverso la<br />

sola chiave etico-po litica: la prima<br />

è inquadrata come “conser vatrice<br />

per natura” e “moralistica<br />

per mis sione”, mentre le seconde<br />

sono presentate come “progressiste<br />

per statuto” e “libere e liberanti<br />

per vocazione”. Così, mentre<br />

la Chiesa, con le sue distinzioni<br />

normative tra il bene e il male, il<br />

lecito e l’illecito, conti nuerebbe a<br />

frenare il cammino dell’uma nità<br />

verso un futuro migliore per qualità<br />

e durata della vita e aperto a<br />

nuove e impre vedibili opzioni individuali<br />

e sociali, le tec noscienze<br />

consegnerebbero finalmente nelle<br />

mani dell’uomo il suo destino,<br />

ren dendo la sua ragione e la sua<br />

libertà misu ra di tutte le cose e<br />

artefice di un “corag gioso mondo<br />

nuovo”, la civiltà della scien za e<br />

delle sue macchine.<br />

Benedetto XVI ha affrontato questa<br />

critica in un testo incisivo e<br />

persuasivo per la ra gionevolezza<br />

delle sue argomentazioni - l’enciclica<br />

Spe salvi -, confrontandosi<br />

con essa attraverso l’evidenza<br />

della fede e l’e sperienza della vita<br />

cristiana che non pos sono venire<br />

ridotte a un codice morale di restaurazione<br />

dei costumi o a regole<br />

di ordi namento della vita sociale e<br />

politica. Il cri stianesimo ha ben altro<br />

respiro. L’avveni mento di Cristo<br />

contiene in sé una certez za per il<br />

futuro (così definiva San Tomma so<br />

la speranza), a partire dalla quale,<br />

“e sem plicemente perché essa c’è,<br />

noi siamo re denti” (§ 1), condotti<br />

verso una meta certa e grande,<br />

capace non solo di corrisponde re<br />

alle evidenze e alle esigenze del<br />

cuore dell’uomo, ma anche, inverandole,<br />

di su perare ogni prevedibile<br />

desiderio o attesa.<br />

I ‘no’ del Papa alla egemonia culturale<br />

e sociale delle scienze e delle<br />

tecnologie, che vorrebbe imprigionare<br />

la speranza dell’uo mo<br />

entro il vicolo cieco della ragione<br />

illu ministica (questa ‘speranza è<br />

fallace’, § 25), nascono da un ‘sì’<br />

all’orizzonte dell’eter nità, il solo<br />

degno della sete di vita dell’uomo,<br />

cui lo spalanca una ragione<br />

aperta al la realtà tutta, fino a<br />

sfiorare i lembi del Mi stero buono<br />

da cui tutto proviene e che tut to<br />

sostiene.<br />

“La scienza può contribuire molto<br />

all’u manizzazione del mondo e<br />

dell’umanità. Essa però può anche<br />

distruggere l’uomo e il mondo”<br />

(§ 25) perché, da sola, non “risponde<br />

alla domanda più importante<br />

per noi: che dobbiamo fare?<br />

Come dobbia mo vivere? - scriveva<br />

Max Weber -. E il fat to che non<br />

vi risponda è assolutamente incontestabile”.<br />

Nelle parole di Benedetto<br />

X VI riecheggia la ragione<br />

che fu già di Hus serl, quando ricordava<br />

che “nella miseria della<br />

nostra vita [...] questa scienza non<br />

ha niente da dirci. Essa esclude di<br />

princi pio proprio quei problemi<br />

che sono i più scottanti per l’uomo,<br />

il quale, nei nostri tempi tormentati,<br />

si sente in balia del destino;<br />

i problemi del senso e del<br />

non sen so dell’esistenza umana<br />

nel suo com plesso”. Una speranza<br />

senza soggetto è u na povera speranza,<br />

un dramma anoni mo, senza<br />

protagonista.<br />

Il Papa ha teso la mano agli uomini<br />

di scien za, ha spalancato loro<br />

la porta del suo cuo re di padre,<br />

pensoso e attento per il destino<br />

di tutti gli uomini, capace di ascoltare<br />

le lo ro domande e le loro<br />

attese. Raccogliendo la sfida che<br />

fu già di Wittgenstein (“noi sentiamo<br />

che se pure tutte le possibili<br />

doman de della scienza ricevessero<br />

una risposta, i problemi della<br />

nostra vita non sarebbero nemmeno<br />

sfiorati”), Benedetto XVI ricorda<br />

che “nella gran parte degli<br />

uomini - così possiamo supporre -<br />

rimane presente nel più profondo<br />

della loro essenza un’ultima apertura<br />

interiore per la verità, per<br />

l’amo re, per Dio” (§ 46). In virtù di<br />

quest’ultima apertura “noi possiamo<br />

affrontare il nostro presente:<br />

il presente, anche un presente faticoso”<br />

(§ 1), gravati dalla responsabilità<br />

che il potere tecnoscientifico<br />

ci consegna, ma lietamente<br />

certi che “non è la scienza che redime<br />

l’uomo. L’uomo viene redento<br />

me diante l’amore” (§ 25).<br />

Lo aveva già intuito un secolo fa<br />

Giuseppe Moscati, illustre me dico<br />

e santo napoletano, quando ripeteva<br />

ai suoi allievi: “Non la scienza,<br />

ma la carità ha trasformato il<br />

mondo”.<br />

RIsPosta DEL PaPa aLLa<br />

LETTERA APERTA DI 138 LEaDER<br />

RELIGIosI MusuLMaNI<br />

Pubblichiamo il testo della risposta di Benedetto XVI ai 138 leader religiosi<br />

musulmani che il 13 ottobre scorso, in occasione della fine del<br />

Ramadan, hanno indirizzato una lettera aperta al Papa e ai responsabili<br />

delle altre Chiese e confessioni cristiane.<br />

Sua Altezza Reale<br />

Principe Ghazi bin Muhammad bin Talal<br />

Palazzo Reale - Amman - Giordania<br />

Dal Vaticano, 19 novembre 2007<br />

Sua Altezza Reale,<br />

Il 13 ottobre 2007, 138 leader religiosi musulmani, tra cui Sua Altezza Reale,<br />

hanno firmato una lettera aperta indirizzata a Sua Santità Papa Benedetto XVI<br />

e ad altri responsabili cristiani. Lei è stato così gentile da presentarla al Vescovo<br />

Salim Sayegh, Vicario del Patriarca Latino di Gerusalemme in Giordania, con la<br />

richiesta che fosse trasmessa a Sua Santità.<br />

Il Papa mi ha chiesto di esprimere la sua gratitudine a Sua Altezza Reale e a<br />

tutti i firmatari della lettera. Desidera anche trasmettere il suo profondo apprezzamento<br />

per questo gesto, per lo spirito positivo che ha ispirato il testo e<br />

per l’appello a un impegno comune a promuovere la pace nel mondo. Senza<br />

ignorare o sminuire le nostre differenze in quanto cristiani e musulmani, possiamo<br />

e quindi dovremmo guardare a ciò che ci unisce, nella fattispecie al fatto<br />

di credere nell’unico Dio, il provvido Creatore e Giudice universale che alla fine<br />

dei tempi valuterà ciascuno secondo le sue azioni. Siamo tutti chiamati a dedicarci<br />

totalmente a lui e ad obbedire alla sua santa volontà.<br />

Memore del contenuto della sua Lettera Enciclica “Deus Caritas Est” (“Dio è<br />

Amore”), Sua Santità è rimasto particolarmente colpito dall’attenzione data<br />

nella lettera al duplice comandamento che invita ad amare Dio e il prossimo.<br />

Come sa, all’inizio del suo Pontificato Papa Benedetto XVI ha affermato: “Sono<br />

profondamente convinto che dobbiamo affermare, senza cedimenti alle pressioni<br />

negative dell’ambiente, i valori del rispetto reciproco, della solidarietà e<br />

della pace. La vita di ogni essere umano è sacra sia per i cristiani che per i musulmani.<br />

Abbiamo un grande spazio di azione in cui sentirci uniti al servizio dei<br />

fondamentali valori morali” (Incontro con i Rappresentanti di alcune Comunità<br />

Musulmane, Colonia, 20 agosto 2005).<br />

Questo terreno comune ci permette di fondare il dialogo sull’effettivo rispetto<br />

della dignità di ogni persona umana, sulla conoscenza obiettiva della religione<br />

dell’altro, sulla condivisione dell’esperienza religiosa e infine sull’impegno comune<br />

nella promozione del rispetto e dell’accettazione reciproci tra i più giovani.<br />

Il Papa confida nel fatto che, una volta raggiunto questo obiettivo, sarà<br />

possibile cooperare in modo produttivo nei campi della cultura e della società,<br />

e per la promozione della giustizia e della pace nella società e nel mondo.<br />

Per incoraggiare la vostra lodevole iniziativa, sono lieto di comunicare che Sua<br />

Santità avrebbe molto piacere di ricevere Sua Altezza Reale e un ristretto gruppo<br />

di firmatari della lettera aperta, scelto da Lei. Allo stesso tempo, potrebbe<br />

essere organizzato un incontro di lavoro tra la Sua delegazione e il Pontificio<br />

Consiglio per il Dialogo Interreligioso, con la cooperazione di alcuni Istituti<br />

Pontifici specializzati (come il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica e<br />

la Pontificia Università Gregoriana). I dettagli precisi di questa riunione potrebbero<br />

essere stabiliti in seguito, se Lei considerasse ammissibile la proposta.<br />

Approfitto dell’occasione per ribadire a Sua Altezza Reale la mia più alta considerazione.<br />

Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato<br />

Traduzione a cura di ZENIT realizzata da Roberta Sciamplicotti<br />

Roberto Colombo - Avvenire<br />

4 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 5


emigrazione<br />

sECoNDa EDIzIoNE DEL RaPPoRto<br />

“ITALIAnI nEL MonDo”<br />

sono oltre 3,5 milioni gli emigrati italiani, con un incremento di<br />

oltre 400 mila unità rispetto all’anno precedente dovuto in gran<br />

parte a regolarizzazioni di registrazioni pregresse, ma anche a nuove<br />

nascite e a nuove acquisizioni di cittadinanza.<br />

Sono oltre 3,5 milioni (3.568.532)<br />

gli italiani che risiedono all’estero,<br />

un numero superiore ai cittadini<br />

stranieri che risiedono in<br />

Italia. Un’emigrazione che non<br />

è solo frutto di espatri avvenuti<br />

in passato, ma che continua ai<br />

giorni nostri interessando giovani<br />

manager, lavoratori altamente<br />

qualificati, studenti e ricercatori,<br />

che aiutano l’Italia a essere al<br />

passo con le esigenze della globalizzazione.<br />

Ad aprile 2007 i cittadini italiani<br />

residenti all’estero sono risultati<br />

quasi mezzo milione in più rispetto<br />

a un anno prima.<br />

Questo forte incremento è dovuto<br />

in gran parte ad un perfezionamento<br />

dell’Anagrafe degli<br />

italiani residenti all’estero (Aire),<br />

che ha inserito, in collaborazione<br />

con i Consolati, molte posizioni<br />

di connazionali prima sotto verifica,<br />

ma anche a nuovi espatriati,<br />

nuove nascite e nuove acquisizioni<br />

di cittadinanza. Un’emigrazione<br />

prevalentemente concentrata<br />

in Europa (2.043.998 presenze,<br />

57,3% del totale) ed in America<br />

(1.330.148, 34,3%), conta grandi<br />

Paesi con mezzo milione di pre-<br />

senze: Germania, Svizzera e Argentina.<br />

Si può dire che i Paesi<br />

ricchi di ieri, quando l’Italia aveva<br />

uno sviluppo carente e una gran<br />

fame di posti di lavoro, abbiano<br />

accolto consistenti collettività<br />

di italiani, dall’Alaska alla Terra<br />

del Fuoco, dall’America Latina<br />

all’Australia, dall’Europa dell’Est<br />

al Sud Africa. Su ciascuno di essi<br />

il Rapporto Migrantes presenta<br />

focus mirati con riferimenti storici<br />

dati, notizie sugli interventi di<br />

parte italiana, i casi di affermazione<br />

più eclatanti.<br />

Il 18% dei connazionali agli esteri<br />

è costituito da ultrasessantacinquenni,<br />

mentre è poco conosciuto<br />

che un altro 18% è costituito<br />

da minori, quasi ad attestare che<br />

si tratta di una presenza, che ha<br />

le radici nel passato, ma è protesa<br />

verso il futuro.<br />

Sono poi 100 mila quanti nel<br />

tempo hanno acquisito la cittadinanza<br />

italiana e diventeranno<br />

molto più numerosi perché sono<br />

centinaia le nuove domande.<br />

L’area degli oriundi è poi immensa,<br />

tra i 60 e i 70 milioni secondo<br />

stime, e questo spiega anche<br />

perché annualmente nel mondo<br />

vi siano 600 mila persone che<br />

frequentano corsi di italiano, la<br />

quarta lingua più studiata del<br />

mondo.<br />

Nell’insieme si tratta di una rete<br />

preziosa, specialmente se imparerà<br />

ad utilizzarla con accortezza,<br />

per sostenere l’Italia nella difficile<br />

sfida della competizione internazionale,<br />

tenuto anche conto<br />

che il valore delle nostre esportazioni<br />

ammonta a 327 miliardi di<br />

euro, e all’incirca dello stesso valore<br />

è il fatturato delle imprese<br />

partecipate all’estero.<br />

Sono questi alcuni dei dati che<br />

emergono dal secondo “Rapporto<br />

Italiani nel mondo 2007” (464<br />

pagine, edizioni Idos) presentato<br />

dalla Fondazione Migrantes in<br />

collaborazione con Acli (Roberto<br />

Volpini), Inas-Cisl (Gianluca Lodetti),<br />

Mcl (Tonino Inchingoli) e<br />

Missionari Scalabriniani (Lorenzo<br />

Prencipe).<br />

I cinquanta autori, che hanno<br />

curato i diversi capitoli, sono esperti<br />

dell’emigrazione italiana,<br />

prescelti tra studiosi, ricercatori,<br />

sindacalisti, missionari e rappresentanti<br />

delle comunità di italiani<br />

nel mondo.<br />

Partendo da una panoramica aggiornata<br />

sui flussi e sulle presenze<br />

all’estero, il Rapporto della<br />

Fondazione Migrantes tratta sia<br />

gli aspetti socio-culturali e religiosi<br />

che quelli socio-economici,<br />

per soffermarsi nell’ultima parte<br />

su diversi approfondimenti<br />

tematici.<br />

“Il Rapporto 2007 - ha detto don<br />

Domenico Locatelli, direttore dell’Ufficio<br />

Nazionale per la Pastorale<br />

degli Italiani nel Mondo della<br />

Fondazione Migrantes -, pur spirando<br />

nelle sue pagine un grande<br />

affetto per la materia trattata,<br />

è caratterizzato dall’analisi critica<br />

dei dati e dalle considerazioni<br />

sulle dimensioni attuali e future<br />

del fenomeno, andando al di là<br />

delle percezioni emotive per favorire<br />

nel lettore, sia in Italia che<br />

all’estero, un confronto obiettivo<br />

con la realtà”.<br />

Raffaele Iaria,<br />

Fondazione Migrantes / Inform<br />

LA TRAITE DE FEMMES -<br />

UN BusINNEs MoNDIaL<br />

Plus de 2.5 millions de personnes sont chaque année victimes du<br />

trafic d’êtres humains - 80 pour cent d’entre elles sont des femmes<br />

et des filles. La plupart sont forcées à se prostituer, exploitées<br />

sexuellement ou comme domestiques.<br />

Le commerce de femmes, d’enfants<br />

et d’hommes est en train<br />

d’exploser au niveau mondial.<br />

Selon les estimations, près de<br />

deux millions de femmes et de<br />

fillettes sont chaque année victimes<br />

de la traite des êtres humains.<br />

La plupart d’entre elles<br />

viennent de pays pauvres ou de<br />

régions en crise. A la recherche<br />

d’un travail ou d’une vie meilleure,<br />

beaucoup tombent dans les<br />

mains de trafiquants d’êtres humains<br />

sans scrupules qui leur font<br />

miroiter une place de travail, une<br />

formation ou un possible mariage<br />

à l’étranger. Souvent ce sont<br />

des membres de la famille, de<br />

la parenté ou des connaissances<br />

qui les vendent. Comme depuis<br />

deux décennies les Pays industrialisés<br />

ferment de plus en plus<br />

leurs frontières, les passeurs représentent<br />

généralement le seul<br />

moyen pour les femmes d’arriver<br />

dans un pays étranger. En tant<br />

que forces de travail “non qualifiées”,<br />

elles n’ont aucun accès<br />

légal aux Pays occidentaux.<br />

Ce commerce ignoble est alimenté<br />

par une demande croissante pour<br />

des forces de travail bon marché,<br />

en particulier dans l’industrie du<br />

sexe et dans la domesticité. On<br />

estime que rien qu’en Europe de<br />

l’Ouest, 120’000 personnes arrivent<br />

chaque année en étant achetées<br />

et vendues. En Suisse, ce sont<br />

1500 à 3000 femmes par an qui<br />

entrent dans notre Pays, victimes<br />

de trafiquants d’êtres humains.<br />

Sans droits et sans voix<br />

Comme les femmes ne connaissent<br />

souvent pas la langue du<br />

pays ”d’accueil“ et qu’elles sont<br />

complètement isolées, elles dépendent<br />

totalement de leur intermédiaire<br />

ou de leur ”propriétaire“.<br />

Elles peuvent ainsi facilement<br />

être exploitées. Elles sont<br />

mises sous pression et littéralement<br />

enchaînées avec des promesses,<br />

des menaces et des dettes<br />

fictives. Il n’est pas rare qu’elles<br />

soient aussi frappées ou maltraitées.<br />

Souvent, on leur prend<br />

leur passeport pour qu’elles ne<br />

puissent pas fuir. ”Pour eux, nous<br />

étions moins que des animaux.<br />

Vendues, achetées, séquestrées,<br />

tout ça sous la contrainte. C’est<br />

la peur qui te fait danser, c’est<br />

la peur qui te fait coucher avec<br />

n’importe qui, c’est la peur qui te<br />

fait faire n’importe quoi“, explique<br />

Viola, de Moldavie, 20 ans,<br />

forcée à se prostituer.<br />

Le commerce des femmes rapporte<br />

autant d’argent aujourd’hui<br />

que le trafic de drogue ou d’armes.<br />

Et il est nettement moins<br />

dangereux car les victimes ont<br />

souvent trop peur d’aller à la<br />

police pour dénoncer leurs bourreaux.<br />

D’une part parce qu’elles<br />

ont peur de la vengeance des<br />

trafiquantes et d’autre part parce<br />

qu’elles craignent d’être renvoyées<br />

dans leur Pays, n’ayant<br />

pas d’autorisation de séjour ou<br />

de travail. En Suisse et dans la<br />

plupart des pays européens, les<br />

femmes ne sont protégées par la<br />

police que si elles dénoncent les<br />

trafiquants. Mais même si elles<br />

coopèrent avec les autorités, le<br />

risque est grand qu’elles soient<br />

expulsées à la fin du procès et<br />

qu’une fois de retour dans leur<br />

pays, elles soient punies pour<br />

leur collaboration avec la police,<br />

voire même assassinées.<br />

Afin de mieux protéger les victimes<br />

du trafic d’êtres humains, le<br />

Conseil de l’Europe a adopté une<br />

Convention contre la traite des<br />

êtres humains. Mais comme elle<br />

n’a pas encore été ratifiée par<br />

suffisamment d’Etats, elle n’est<br />

pas encore entrée en vigueur.<br />

Pascale Schnyder<br />

6 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 7


calendario parrocchiale<br />

messe delle famiglie<br />

<strong>Ginevra</strong>: sabato 2 febbraio, 1° marzo, 5 aprile<br />

ore 18.00<br />

Carouge: sabato 9 febbraio, 15 marzo, 12 aprile<br />

ore 18.30<br />

6 febbraio: mercoledì delle ceneri<br />

<strong>Ginevra</strong>: S. Messa, ore 18.30<br />

Carouge: S. Messa, ore 19.00<br />

via crucis<br />

<strong>Ginevra</strong>: ogni venerdi di quaresima ore 18.00<br />

(al posto del rosario)<br />

Carouge: ogni venerdi di quaresima ore 18.30<br />

cresima adulti<br />

Inizio del corso: dal 24 gennaio<br />

(Cresima 24 maggio).<br />

gruppo biblico con Enrico Norelli<br />

Martedì 15 gennaio. Informarsi presso la segreteria<br />

riguardo alle date ulteriori.<br />

conferenze ecumeniche<br />

Il tema generale è “Marie, mère divine ou sœur en<br />

humanité?“.<br />

21 janvier: Film: Mon père est ingénieur<br />

de Robert Guédigian;<br />

introduction par Claire Widmer;<br />

4 février: Marie dans les Evangiles canoniques<br />

et apocryphes: Ion Karakash et<br />

Enrico Norelli;<br />

18 février: Images de Marie dans l’art figuratif:<br />

Sylvia Tami et Enrico Norelli;<br />

3 mars: Evolution de la figure de Marie<br />

en Eglise, de la Renaissance<br />

au 20 ème siècle: Michel Grandjean.<br />

matrimoni<br />

Martedì 5, 12, 19 febbraio, domenica 24 febbraio.<br />

gruppo insieme<br />

Ogni 3° giovedi del mese alle ore 15.00 a <strong>Ginevra</strong>.<br />

donne di azione cattolica<br />

Ogni 2 a domenica del mese alle ore 17.00 a <strong>Ginevra</strong>.<br />

Statistiche 2007<br />

· Battesimi 49<br />

· Prime comunioni 21<br />

· Cresime adolescenti 29<br />

· Cresime adulti 18<br />

· Preparazioni al matrimonio 37 coppie<br />

· Matrimoni celebrati a <strong>Ginevra</strong> 5<br />

· Funerali 69<br />

battesimi<br />

Ilenia Agrippina Garofalo, Chiara Alicia offreda,<br />

Elisa Favale, Rebecca Russo, Vittorio Leone Ponti.<br />

lutti<br />

Afro Severi (73), Marie-<br />

Louise Baud (97), Mary<br />

Brigit Killoran Ruggiero<br />

(61), Antonia Rosa Lo<br />

Monaco (93), Gerardo<br />

Benito Casarella (70),<br />

Angelo Raffaele Pagliuca<br />

(66), Emanuela Merlini<br />

(61), Maria Giuseppa<br />

Monaco (83), Maddalena<br />

Sturchio (53), Anna Maria<br />

Marioni (68), Michele<br />

Gentile (68), Salvatore<br />

Messina (78), Margherita<br />

Stroscio (98), Angelo<br />

Raffaele Gradone (55),<br />

Luigi Campi (86).<br />

anniversario di matrimonio<br />

Caterina De Solda<br />

nata il 5 gennaio 1948<br />

† il 19 novembre 2007<br />

50 mo di matrimonio di Alfio e Agatina Santangelo<br />

Tempera il 29 settembre 2007 con tutta la famiglia<br />

riunita.<br />

Kermesse della M.C.I. (13-14 ottobre 2007)<br />

Gli organizzatori e collaboratori della festa di beneficenza<br />

si sono incontrati il 12 dicembre per conoscerne<br />

il risultato economico (il beneficio netto<br />

è stato di 11.719,70 Frs.), per procedere alla verifica<br />

della stessa, e per formulare già qualche proposta<br />

per la prossima edizione.<br />

A tutti loro, singolarmente, e a tutte le Associazioni<br />

che si sono impegnate a rendere bello questo<br />

incontro tradizionale degli italiani di <strong>Ginevra</strong> va<br />

tutta la riconoscenza da parte dei padri e del Consiglio<br />

amministrativo della Missione.<br />

il biglietto<br />

È venuta per un certificato:<br />

sarà la madrina di battesimo<br />

di un bambino. “Non è la prima<br />

volta che me lo chiedono.<br />

Ho detto subito di sì. Ho tanta<br />

riconoscenza verso le persone<br />

che mi hanno aiutato nella<br />

vita”.<br />

Michela ha energia da vendere.<br />

A chi la incontra regala<br />

sempre un lampo di sorriso.<br />

Eppure non è fortunata. Così<br />

vien da dire, quando ti mette<br />

in fila tutti i malanni di salute<br />

che si porta dalla nascita.<br />

Stiamo entrando in Quaresima.<br />

Sappiamo che, a parte<br />

qualche preghiera frettolosa<br />

e qualche sacrificio che non si<br />

sa se metterlo nell’elenco dei<br />

consigli dei medici o tra i buoni<br />

propositi tante volte elusi, non<br />

riusciremo a cambiare granché<br />

una vita insipida, con tante<br />

contraddizioni. Siamo bloccati<br />

da speranze e promesse mancate.<br />

Il deserto è lungo da attraversare,<br />

se manca la guida,<br />

il Creatore.<br />

Lui è sempre lì, purché lo cerchiamo<br />

nel posto giusto. Fa<br />

irruzione nella vita, attraverso<br />

sguardi, gesti e parole, forse<br />

piccolissimi. Se ci lasciamo sorprendere,<br />

capiremo che vi siamo<br />

già immersi. Se rallentiamo<br />

il passo. “Gli uomini della nostra<br />

epoca sono sempre più rapidi,<br />

inquieti, e infelici. Perché<br />

la loro anima è rimasta indietro,<br />

e non riesce più a raggiungerli”<br />

(B. Ferrero). Ma per questo<br />

dobbiamo ritrovare il cuore<br />

di fanciullo, e trovare il tempo<br />

per ricuperare un tesoro perduto:<br />

il silenzio, la preghiera.<br />

Grazie, Michela, per la tua testimonianza,<br />

e, se puoi, non<br />

perdere il tuo sorriso, anche<br />

quando dei giorni non riesci a<br />

stare in piedi. Pasqua, ne siamo<br />

tutti coscienti, verrà solo dopo<br />

la traversata del deserto.<br />

P. Luciano<br />

vita di comunità<br />

È Nata L’ASSOCIAZIONE<br />

DELLa MIssIoNE<br />

Eravamo una quarantina la sera del 12 novembre 2007 a dare inizio<br />

alla prima Assemblea generale della comunità, come richiesto dal<br />

nuovo Statuto delle parrocchie di <strong>Ginevra</strong>.<br />

Si trattava di creare con valenza giuridica l’Associazione della Missione<br />

cattolica italiana ed eleggere il Consiglio di Parrocchia che<br />

curerà il settore amministrativo che dovrà anche formalizzare la<br />

Convenzione con la Société de la Chapelle Italienne.<br />

Dopo una riflessione proposta da P. Silvano, Enrico Norelli, presidente<br />

del Consiglio pastorale, ha ricordato alcune attività condotte<br />

dalla Missione negli ultimi anni.<br />

- La carità. Riguarda le varie iniziative volte all’aiuto umano e spirituale<br />

di persone bisognose, malati, anziani, ecc.<br />

In questo campo si distinguono le suore, le volontarie vincenziane e<br />

altre persone a titolo personale.<br />

- L’attività liturgica. Tempo fa si<br />

era costituito un comitato ad hoc, ma ultimamente ha sospeso gli<br />

incontri; ora è chiamato a riprendere il cammino.<br />

- La formazione. Anzitutto la catechesi ai ragazzi, con le due formule<br />

portate avanti a <strong>Ginevra</strong> e a Carouge. Le giornate di ritiro<br />

spirituale e di formazione registrano una buona accoglienza e si<br />

rivelano di grande efficacia. E poi gli incontri biblici su temi o libri<br />

della Bibbia. Qualcuno chiede di riprendere la formula di una giornata<br />

intera dedicata a un testo biblico.<br />

- La collaborazione con le Missioni di lingua spagnola e portoghese<br />

si rivela sempre più urgente, essendo ora ufficiale l’Unità pastorale<br />

delle tre missioni servite dai missionari scalabriniani.<br />

- Le conferenze ecumeniche organizzate con le parrocchie protestanti<br />

e cattoliche del quartiere Eaux-Vives arrivano alla quarta edizione,<br />

e rappresentano una esperienza riuscita nel campo ecumenico<br />

e nella collaborazione con le comunità vicine.<br />

- Si ricordano inoltre altre iniziative, quali: la formazione dei chierichetti,<br />

i corsi di preparazione dei fidanzati, il gruppo dei giovani<br />

sposi. Si chiede di celebrare qualche volta un battesimo durante la S.<br />

Messa e si propongono momenti di riflessione e di dibattito su temi<br />

di grande interesse.<br />

- P. Gabriele parla dell’attività che porta avanti con Sr. Cleonice a livello<br />

giovanile con gli adolescenti (dopocresima) e con il gruppo dei<br />

giovani-adulti. Di grande importanza si rivela a questo proposito la<br />

visita alle loro famiglie.<br />

Statuto delle parrocchie di <strong>Ginevra</strong>. Jacopo Rivara, presidente del<br />

Consiglio di Parrocchia di Confignon, spiega l’iter che ha portato<br />

alla stesura di questo documento, soffermandosi sui rapporti tra<br />

Chiesa e Stato nel Cantone di <strong>Ginevra</strong>. Alessandro Giuliano legge e<br />

commenta i passi principali dello Statuto, che viene poi approvato<br />

dall’Assemblea.<br />

Infine si passa al capitolo “Consiglio di parrocchia”. Domenico Campi<br />

spiega, a grandi linee, l’andamento finanziario della missione e<br />

delle tematiche relative al rapporto tra la Missione e la Société de la<br />

Chapelle Italienne. Segue l’elezione dei membri del nuovo Consiglio<br />

che risulta formato da Alessandro Giuliano, Laura Zottarelli, Fabio<br />

Formenti, Mirco Moretti, padre Luciano, Enza Squillaci, Giuseppe<br />

Fusco.<br />

A questi sono stati aggiunti da parte del Consiglio pastorale Enrico<br />

Bisogno e Domenico Campi. Alessandro Giuliano e padre Luciano<br />

sono stati poi eletti rispettivamente presidente e vicepresidente.<br />

Il nuovo Consiglio di Parrocchia diventa effettivo dal 1° gennaio<br />

2008.<br />

8 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 9


vita di missione parola e vita<br />

PRoPoRRE<br />

La FEDE<br />

Dopo un lungo percorso, che aveva preso avvio<br />

nel 2003, siamo ora alle battute finali della “Pianificazione<br />

pastorale” della nostra diocesi, anche<br />

se ci vorrà ancora del tempo perché la nuova<br />

struttura che ha comportato la nascita delle<br />

unità pastorali, possa essere recepita e attuata.<br />

stralciamo dall’opuscolo, che porta il titolo “Pianificazione<br />

pastorale - proporre la fede”, una sintesi<br />

offerta dall’autorità diocesana.<br />

Il vescovo, Mons. Bernard Genoud,<br />

esordisce così: “Dal 2003 abbiamo<br />

fatto un bel cammino insieme proponendo<br />

ad ogni battezzato di vivere<br />

e proporre la fede.<br />

Non fermiamoci davanti alle lamentele<br />

sulla perdita dei valori e<br />

sulla mancanza di riferimenti sicuri<br />

nella nostra società, e non lasciamoci<br />

scoraggiare dalla diminuzione<br />

della pratica religiosa e delle<br />

vocazioni.<br />

Il grande cantiere pastorale che<br />

abbiamo intrapreso è la realizzazione<br />

di un imperativo missionario,<br />

quello di annunciare risolutamente<br />

e gioiosamente la nostra fede agli uomini e<br />

alle donne di questo tempo.<br />

La testimonianza che siamo chiamati a dare non è<br />

“Vedete come sono ben organizzati”, ma “Vedete<br />

come si amano”.<br />

Il terreno pastorale non si ferma alla vita delle<br />

nostre parrocchie. È ben più vasto! Dalle missioni<br />

linguistiche alla pastorale categoriale (il mondo<br />

ospedaliero, la catechesi, la diaconia ...), passando<br />

per la pastorale carismatica (i monasteri, le Congregazioni,<br />

i gruppi di preghiera ...), ogni colorazione<br />

pastorale porta un grande contributo alla realizzazione<br />

dell’annuncio del Vangelo”.<br />

Proporre la fede nella società attuale<br />

“Non possiamo più accontentarci - è il vicario generale<br />

Rémi Berchier che prende ora la parola - di<br />

quello che abbiamo ereditato, anche se non si può<br />

negarne il valore e l’importanza.<br />

Noi dobbiamo accogliere il dono di Dio in condizioni<br />

nuove, e riprendere l’evangelizzazione con la<br />

proposta semplice e risoluta del vangelo di Cristo,<br />

passando dall’eredità alla proposta, dalla trasmissione<br />

al’annuncio. Si tratta di cogliere la vita e il<br />

vissuto delle persone e invitarle a un cammino di<br />

fede.<br />

Proporre non vuol dire solo accogliere l’altro, è soprattutto<br />

prendere l’iniziativa, essere convinto che<br />

si ha qualcosa da offrire all’altro, una Bella Notizia<br />

da regalargli. La pastorale della proposta della fede<br />

raggiunge tutti i credenti, sia quelli che chiedono i<br />

sacramenti come anche gli indifferenti.<br />

Si tratta di suscitare una vita carica di amore: è questo<br />

che deve caratterizzare la comunità cristiana”.<br />

L’unità pastorale,<br />

insieme di comunità parrocchiali<br />

In passato, ogni parrocchia, anche la più piccola,<br />

aveva il suo parroco residente.<br />

Poi i preti sono diventati responsabili di più parrocchie,<br />

aiutati nei loro compiti pastorali da assistenti<br />

laici.<br />

Questa struttura oggi risulta deficitaria. ci sono<br />

preti e agenti pastorali laici che si esauriscono. Ecco<br />

il motivo della riorganizzazione della diocesi per<br />

proporre in modo adeguato l’annuncio di Gesù Cristo.<br />

La creazione di Unità pastorali risponde a questa<br />

sfida. L’Unità pastorale è un insieme di parrocchie<br />

vicine che si riuniscono per compiere con maggiore<br />

efficacia il servizio pastorale di una regione. La vita<br />

delle singole comunità non deve essere soffocata<br />

da quella che potrebbe diventare una super-parrocchia.<br />

Esse sono invece chiamate a “fare chiesa” allargando<br />

la propria visuale ad una famiglia più larga,<br />

quella che ormai chiamiamo con il nome nuovo di<br />

Unità Pastorale.<br />

Nel prossimo numero il documento in questione<br />

offrirà uno sguardo sulle missioni linguistiche e<br />

sulle altre realtà del tessuto ecclesiale della nostra<br />

diocesi.<br />

uNa RELIGIosItÀ<br />

“SELVAGGIA?”<br />

Nell’ultimo numero di questo giornale avevamo accennato ad alcune<br />

riflessioni del Card. Godfried Danneels sulla religiosità legata<br />

alla cultura dilagante nella regione europea.<br />

Proponiamo ora altre note desunte da un suo recente intervento.<br />

Nella nostra Europa occidentale, egli dice, viviamo come in un<br />

giardino, dove crescono diverse piante buone e cattive.<br />

Ma anche ogni pianta velenosa contiene il suo antidoto. Non tutto<br />

è negativo.<br />

1. L’uomo europeo contemporaneo<br />

ha sete di felicità: di une felicità<br />

basata sui beni materiali, tanti<br />

e immediati. Ma questa sete rappresenta<br />

per la Chiesa un appello<br />

pressante ad annunciare e cantare<br />

il Vangelo.<br />

Le sette l’hanno ben compreso. Se<br />

la risposta deII’uomo contemporaneo<br />

è spesso falsa, la domanda è<br />

giusta: il messaggio di Cristo è terapeutico<br />

e deve rendere felici.<br />

2. Il nostro continente ha rigettato<br />

il tabù della sofferenza e della<br />

morte. Mai gli uomini hanno soffocato<br />

con tanta ostinazione questo<br />

grido silenzioso a voler vivere<br />

e vivere eternamente. La Chiesa vi<br />

troverà un punto d’appoggio per<br />

une forte predicazione sulla vita<br />

eterna e la risurrezione.<br />

3. Per i nostri contemporanei tutte<br />

le religioni si equivalgono, e Cristo<br />

è solo uno fra i grandi profeti.<br />

Ovviamente ciò non è sufficiente<br />

per esprimere la Sua vera natura.<br />

Ma nel corso della storia della teologia<br />

la questione dell’unicità di<br />

Cristo è stata espressa con tanta<br />

acuttezza. Ci costringerà a pensare<br />

e ad affermare più profondamente<br />

la nostra fede nell’Uomo Dio.<br />

<strong>4.</strong> La religiosità selvaggia che<br />

contraddistingue i nostri tempi<br />

per la sua sete di interiorità e meditazione,<br />

è solo positiva. Spesso<br />

trasforma la preghiera e il culto in<br />

auto-cultura. Ma rappresenta anche<br />

il trampolino di lancio per salire<br />

più in alto: verso la vera mistica<br />

che non si chiude in se stessa, ma si<br />

sposta per aprirsi a Dio.<br />

5. L’islam è sempre più presente<br />

in Europa. Un certo Islam con il suo<br />

monolitismo di fede, lingua, cultura,<br />

forze economiche e politiche,<br />

è un interlocutore difficile, quasi<br />

impraticabile.<br />

L’altro Islam ci ri-insegna il senso<br />

della trascendenza di Dio, della<br />

preghiera e del digiuno, dell’impatto<br />

della religione sulla vita sociale.<br />

6. In molti Paesi, la Chiesa diventa<br />

minoritaria e povera di personale,<br />

di mezzi finanziari, di potere e<br />

di prestigio.<br />

Forse Dio ci conduce verso una sorta<br />

di nuovo “esilio babilonese” per<br />

insegnarci a diventare più umili e a<br />

vivere della dottrina della onnipotenza<br />

della grazia.<br />

Non tutto è negativo nella situazione<br />

di quelli “che sono seduti<br />

sulle rive dei fiumi di Babilonia”.<br />

Se è vero che forse sull’Europa sta<br />

calando una notte spirituale, imitiamo<br />

le vergini sagge, mettiamoci<br />

in uno stato di veglia: lo Sposo sta<br />

arrivando.<br />

Ma vegliare non significa aver paura<br />

e fuggire. Prendiamo le nostre<br />

lucerne e l’olio. Cristo ci fornirà<br />

l’olio (il Vangelo). Benediciamolo.<br />

Ma le lucerne (l’inculturazione)<br />

sono gli uomini di tutte le epoche<br />

che ce le porgono, giorno dopo<br />

giorno. Ringraziamo dunque anche<br />

la nostra epoca: non tutto è<br />

poi così negativo.<br />

10 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 11


Taizé<br />

Qualche notizia su Taizé<br />

Taizé, nel sud della Borgogna, in Francia, è la sede di una<br />

comunità ecumenica internazionale, fondata da frère Roger<br />

nel 1940. I fratelli sono impegnati, per la loro intera vita, in<br />

una condivisione materiale e spirituale, nel celibato ed in una<br />

grande semplicità di vita. Oggi la comunità è formata da fratelli,<br />

cattolici e di varie origini protestanti, provenienti da più<br />

di venticinque nazioni.<br />

La preghiera comune, tre volte al giorno, è al cuore della vita<br />

quotidiana a Taizé. I fratelli vivono del loro lavoro e alcuni<br />

vivono in piccoli gruppi - “fraternità” - tra i più poveri.<br />

Sin dalla fine degli anni 50, molte migliaia di giovani da numerose<br />

nazioni hanno iniziato a venire a Taizé per prendere<br />

parte agli incontri settimanali di preghiera e riflessione. Inoltre<br />

alcuni fratelli di Taizé fanno visite e guidano incontri, piccoli<br />

e grandi, in Africa, in Nord e Sud America, in Asia e in Europa,<br />

come parte del “pellegrinaggio di fiducia sulla terra”.<br />

Taizé a <strong>Ginevra</strong><br />

Dal 28 dicembre 2007 al 1° gennaio 2008, decine di migliaia<br />

di giovani da tutta l’Europa ed anche da altri continenti sono<br />

state accolte nelle parrocchie e famiglie, non soltanto a <strong>Ginevra</strong><br />

ma in tutta la regione del Lago Lemano e nella Francia<br />

vicina. A loro varie personalità, rappresentanti le diverse confessioni<br />

cristiane hanno rivolto il loro saluto e incoraggiamento.<br />

Tra le tante riportiamo quella di papa Benedetto XVI che<br />

ha rivolto ai giovani un invito alla speranza, che è in grado di<br />

“cambiare il mondo”, al perdono, divenendo artefici di pace.<br />

A tutti i giovani, che da tutta Europa si sono messi in viaggio<br />

per <strong>Ginevra</strong>, il pontefice ha ribadito che “solo il Cristo ci offre<br />

la chiave di una vera speranza, di una speranza che sorpassa<br />

ogni piccola speranza che possiamo avere, perché ci fa voltare<br />

verso l’avvenire e verso la felicità eterna verso la quale<br />

camminiamo ogni giorno, personalmente e come Chiesa”.<br />

Nel messaggio finale dell’incontro, frère Alois, priore della<br />

Comunità, ha chiesto ai presenti e a chi era collegato, grazie<br />

alle tante trasmissioni televisive in diretta, di ritrovare vie di<br />

unità in nome del Vangelo. “Come essere credibili parlando<br />

di un Dio d’amore se rimaniamo separati?”, ha chiesto ancora<br />

ai giovani. “Non sprechiamo più tante energie nelle opposizioni,<br />

talvolta anche in seno alle nostre Chiese”.<br />

La riconciliazione, ha poi aggiunto, non è una delle tante dimensioni<br />

del Vangelo, ne è lo stesso cuore. È la fiducia tra<br />

Dio e l’uomo che viene come ritrovata, trasformando le stesse<br />

relazioni tra gli uomini. Ai 10.000 ragazzi e ragazze svizzeri ai<br />

quali si sono uniti in questo fine anno coetanei di tutta Europa,<br />

tra i quali i più numerosi sono stati i polacchi (9.000), frère<br />

Alois ha chiesto di continuare lo stile delle veglie di preghiera<br />

che sono un “anticipo dell’unità”. “È lasciare che lo Spirito<br />

Santo ci unisca già”, ha sottolineato, proponendo infine di<br />

organizzarne in luoghi significativi: lungo le frontiere tra due<br />

Paesi, nelle carceri, nei quartieri dove la violenza è all’ordine<br />

del giorno, tra i bambini abbandonati. È questo a suo avviso<br />

il modo di “contribuire a una civilizzazione segnata dalla<br />

fiducia piuttosto che dalla diffidenza”. Il priore ha concluso<br />

ricordando che nel 2008 i prossimi passi del “pellegrinaggio<br />

di fiducia sulla terra” si svolgeranno con un incontro di preghiera<br />

per i giovani del Kenya (novembre 2008) e nel prossimo<br />

incontro europeo che avrà luogo dal 29 dicembre 2008 al<br />

2 gennaio 2009 a Bruxelles, in Belgio. Buon cammino!<br />

Com’è bello che gli amici stiano insieme!<br />

Cosa sono venuti a cercare nella “materialista” <strong>Ginevra</strong> migliaia<br />

di giovani provenienti da vari paesi d’Europa, perfino dal lontano<br />

Est?<br />

Questi giovani sono diversi per lingua, cultura ed esperienze,<br />

eppure guardandosi negli occhi si accorgono di essere tutti sostanzialmente<br />

simili.<br />

Senza conoscersi, avvertono d’avere qualcosa di molto importante<br />

in comune ... quel “di più” che a volte è difficile trovare<br />

con alcuni degli amici rimasti a casa e che ha fatto loro saltare<br />

i consueti festeggiamenti di capodanno. Chi è venuto qui a <strong>Ginevra</strong>,<br />

lo ha fatto semplicemente per fare spazio al Cristo, nella<br />

preghiera.<br />

nei canoni meditativi, caratteristica della comunità di Taizé, le<br />

diverse lingue si succedono giocosamente, come in un ideale pellegrinaggio<br />

tra vari paesi ed epoche. Quello che dunque unisce<br />

tutti sembra proprio la speranza in Cristo Via, Verità e Vita, e la<br />

volontà di edificare la propria esistenza su di lui, Roccia eterna.<br />

Un programma così non è privo di ostacoli, lo sappiamo. Per questo<br />

ci è sempre di conforto constatare che non siamo soli, che ci<br />

sono tanti altri come compagni di viaggio.<br />

Anche oggi, all’iinizio del 2008, possiamo dunque ripetere con S.<br />

Paolo: “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte<br />

... per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato<br />

a noi per mezzo del Figlio”. (Eb 1,1) Isabella Masina<br />

12 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 Foto: P. Gabriele<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 13


pagina della bibbia un libro per voi<br />

uNa FACCENDA<br />

CoMPLICata di Enrico Norelli<br />

È successo ieri mattina. Ero a Gerusalemme,<br />

non lontano dal Tempio. Il mio amico Elia è<br />

passato di corsa.<br />

“Vieni, presto!” mi ha gridato. “Hanno sorpreso<br />

una donna in adulterio. Ora si deve<br />

eseguire la sentenza, come vuole la Legge.<br />

C’è bisogno di qualcuno che dia una<br />

mano”.<br />

Sorpreso, mi sono lasciato trascinare. La prima<br />

idea è stata che era giusto così. Fin da<br />

ragazzi, Elia ed io ci siamo convinti che Dio<br />

ha dato la Legge a Israele perché potesse<br />

vivere in pace con lui e salvarsi nel giudizio.<br />

Ma proprio per questo, non si può tollerare<br />

chi la infrange. Perché il popolo sia puro,<br />

bisogna eliminare chi pecca. E nella sua giustizia,<br />

Dio stesso ha indicato come fare.<br />

Dunque, se questa donna ha commesso<br />

un adulterio, si deve applicare il comandamento<br />

di metterla a morte per lapidazione.<br />

Anzi, è una fortuna per noi essere chiamati<br />

a questo compito di purificazione. È lo zelo<br />

per la Legge: il più bell’atteggiamento che<br />

ci possa essere, perché significa avere sempre<br />

la mente rivolta alla volontà di Dio.<br />

Certo, ancora prima di aver raggiunto il<br />

gruppo, altri pensieri mi attraversavano la<br />

testa. L’amico della donna sembrava fosse<br />

riuscito a scappare. Peccato, ma pazienza.<br />

Ma poi, per condannare, occorrono testimoni.<br />

Almeno due uomini adulti. “Ci sono,<br />

ci sono” mi ha gridato Elia “sono là, insieme<br />

col gruppo”.<br />

Proprio questo era strano. I testimoni di un<br />

adulterio devono aver osservato dall’inizio<br />

alla fine, e saper riferire i particolari. Tutti<br />

sappiamo come il profeta Daniele smascherò<br />

i due vecchi che volevano far morire<br />

Susanna accusandola falsamente di adulterio:<br />

li interrogò separatamente e mostrò<br />

che non si accordavano sulla pianta sotto<br />

la quale i fatti si sarebbero svolti. Però, la<br />

legge dice anche che bisogna avvertire il<br />

fratello o la sorella che sta per commettere<br />

un peccato. Insomma: se due testimoni se<br />

ne stanno lì, nascosti, a guardar consumare<br />

il peccato, quando basterebbe fare un rumore<br />

per impedirlo, qualcosa non quadra.<br />

Ed era mai possibile che non avessero riconosciuto<br />

l’amico?<br />

Abbiamo raggiunto il gruppo. La donna si<br />

divincolava, urlava. Non era una bella sorte<br />

quella che l’attendeva. L’avremmo messa<br />

in una buca fino alla cintola e avremmo cominciato<br />

a tirarle pietre, mirando alla testa.<br />

La tenevano due o tre giovanotti, nei quali<br />

riconobbi i migliori allievi di due rabbi famosi<br />

in città, anch’essi presenti. C’erano due<br />

uomini maturi, che dovevano essere i testimoni.<br />

Un paio di scribi molto rispettati completavano<br />

il quadro. Tutta gente sul cui zelo<br />

per la Legge non c’era nulla da dire.<br />

La situazione non mi era chiara. Ma in simili<br />

casi ci si eccita a vicenda; poi, se quei maestri<br />

erano lì, l’affare doveva essere giusto. Dimenticai<br />

le mie esitazioni e anzi aiutai a trascinare<br />

la donna verso uno spiazzo adatto.<br />

E siamo passati davanti a un crocchio di<br />

persone che ci voltavano le spalle, attenti<br />

a qualcuno o qualcosa. Sentendoci, si<br />

sono girati e, spontaneamente, il gruppo<br />

si è aperto, lasciandoci vedere chi li occupava:<br />

un uomo giovane, seduto su di una<br />

pietra, che evidentemente stava parlando<br />

con loro.<br />

Io non sapevo chi fosse, ma i due rabbi e gli<br />

scribi che erano con noi si sono fermati di<br />

botto e si sono guardati. “È Gesù di Nazaret!”<br />

ha detto uno.<br />

Che giornata! La testa mi girava. L’adultera,<br />

la lapidazione, e ora quell’uomo di Galilea<br />

di cui avevo tanto sentito parlare, sul quale<br />

le opinioni della gente erano così divise!<br />

Comunque, era certo che avesse guarito<br />

tante persone. E non la si spuntava in discussione<br />

con lui.<br />

I nostri rabbi avevano visto al volo la possibilità<br />

di metterlo in difficoltà. Si sapeva che<br />

parlava sempre del perdono di Dio. Bene:<br />

ora si sarebbe visto come metteva d’accordo<br />

questo perdono con il comandamento<br />

così chiaro della legge di Dio.<br />

Infatti, al cenno di uno dei rabbi i discepoli<br />

spinsero brutalmente verso di lui la donna,<br />

che venne a cadergli davanti in ginocchio e<br />

restò immobile.<br />

“Maestro” cominciò il rabbi, calcando ironicamente<br />

su questa parola “questa donna<br />

è stata colta in flagranza di adulterio. Ora,<br />

nella Legge Mosè ci ha ordinato di lapidare<br />

simili donne”. Tagliente, il rabbi suggeriva<br />

che probabilmente non era inutile istruire<br />

sul comandamento quel galileo non abilitato<br />

a insegnare. “Tu dunque che cosa dici?”<br />

L’accento sul “tu” portava al culmine il sarcasmo:<br />

certo, dopo che Mosè aveva parlato,<br />

e Dio attraverso di lui, era importante ascoltare<br />

il parere del ciarlatano di Nazaret!<br />

Ma sembrava che Gesù non avesse sentito.<br />

Restava seduto, la testa bassa, e col dito<br />

tracciava lettere nella polvere per terra.<br />

Evidentemente, era abbastanza intelligente<br />

da aver capito che lo prendevano in giro<br />

o, peggio, volevano metterlo in una situazione<br />

pericolosa, e prendeva tempo per<br />

trovare una via d’uscita.<br />

Ma quelli ormai si vedevano in vantaggio, e<br />

ripetevano la domanda. Fu allora che Gesù<br />

alzò solo la testa. E disse, piano, una frase<br />

sola: “Chi tra voi è senza peccato scagli la<br />

prima pietra”. Poi chinò di nuovo la testa e<br />

si rimise a scrivere.<br />

Non capivo. Quelle parole non avevano<br />

senso! Se chi è chiamato a giudicare, e chi<br />

esegue le sentenze, dovesse essere senza<br />

peccati, non si potrebbe esercitare la giustizia,<br />

perché nessuno è senza peccati! Forse<br />

la chiave era in quello che Gesù stava scrivendo?<br />

Mi alzai in punta di piedi, ma non<br />

riuscivo a leggere. Smarrito, mi volsi verso il<br />

rabbi che aveva discusso con lui, per cercare<br />

nel suo volto quella sicurezza che a me<br />

mancava.<br />

E lo vidi livido. Rimase un attimo sospeso,<br />

poi si girò di scatto e se ne andò senza aggiungere<br />

nulla. L’altro lo seguì immediatamente.<br />

Gli scribi si guardarono in faccia,<br />

interdetti, poi, come fingendo d’inseguire<br />

i rabbi, se la squagliarono pure loro. I loro<br />

discepoli non sapevano più che fare. Smisero<br />

quel controllo ostentato della donna,<br />

con il quale si erano dati un contegno fino<br />

ad allora, e dopo un minuto se ne andarono<br />

come se niente fosse. Mi resi conto in<br />

quel momento che i testimoni erano spariti.<br />

Eravamo rimasti Elia ed io, senza dubbio<br />

i più giovani. Lo guardai. Fece un gesto<br />

rabbioso, mormorò tra i denti “ma vadano<br />

a far perdere tempo a qualcun altro” e girò<br />

i tacchi.<br />

Io non sapevo risolvermi ad andarmene.<br />

Guardavo la donna sempre immobile, assente.<br />

Guardavo Gesù con la testa sempre<br />

china. E d’improvviso, tutto mi diventò<br />

chiaro.<br />

“Senza peccato” significava: senza peccato<br />

in questa faccenda! Probabilmente, era tutta<br />

una montatura. Il marito voleva liberarsi<br />

di lei: era lui che aveva messo su l’adultero<br />

e preparato i testimoni, i quali si erano ben<br />

guardati dall’impedire l’adulterio! E i rabbi<br />

dovevano ben averlo capito! Insomma,<br />

tutti noi che ci preparavamo a giustiziarla<br />

eravamo in colpa, positivamente o per<br />

omissione. Però facevamo la bella figura<br />

d’intemerati difensori della Legge e della<br />

purezza d’Israele, e solo quella donna ci andava<br />

di mezzo. Sì, si era lasciata indurre in<br />

adulterio, ma inchiodarla alla sua responsabilità<br />

era forse un modo per non interrogarci<br />

davvero sulla nostra responsabilità<br />

verso di lei. Non si deve accettare il male,<br />

ma distruggere chi lo compie significa farsi<br />

sconfiggere dal male. E noi stavamo per distruggere<br />

quella donna.<br />

E compresi anche l’atteggiamento di Gesù.<br />

Due cose aveva fatto: era rimasto seduto,<br />

e aveva scritto. Non importava cosa avesse<br />

scritto, ma che lo avesse fatto. I nostri padri,<br />

i profeti, hanno trasmesso il messaggio<br />

di Dio con la parola, ma anche con delle<br />

azioni, qualche volta strane. Gesù stava facendo<br />

la stessa cosa.<br />

C’è una circostanza particolare in cui uno si<br />

alza: per pronunziare una sentenza. Nella<br />

situazione in cui ci trovavamo, quello doveva<br />

essere il significato. Gesù non si è alzato<br />

perché non ha voluto pronunziare una<br />

sentenza. Ha indicato che non stava a lui<br />

giudicare, come non stava a noi, che invece<br />

ci arrogavamo quel diritto.<br />

E il fatto di scrivere mi ha ricordato una<br />

cosa che ci hanno insegnato a scuola: che<br />

le nostre azioni sono scritte in cielo. Gesù<br />

ci stava facendo capire che ciò che stavamo<br />

compiendo sarebbe stato “scritto” davanti<br />

a Dio: che la nostra responsabilità non<br />

sarebbe stata ignorata né cancellata. Ci<br />

avrebbe accompagnato per sempre.<br />

Come in un sogno lo sentii chiedere alla<br />

donna: “Donna, dove sono quelli? Nessuno<br />

ti ha condannata?”, e lei d’un tratto riscuotersi,<br />

ma ancora incredula, e rispondere:<br />

“Nessuno, Signore”. Poi le ultime parole di<br />

lui: “Nemmeno io ti condanno. Va’, e d’ora<br />

in poi non peccare più”.<br />

Non so se ho veramente capito. Quel che<br />

ora mi sembra certo, è che ieri è stato forse<br />

il giorno più importante della mia vita. Credevo<br />

di sapere bene qual è la volontà di Dio:<br />

tutto è scritto, basta eseguire. Senza porsi<br />

tanti problemi. Ora so che le cose sono più<br />

complicate. In ogni circostanza, sono io che<br />

devo decidere, assumendo le mie responsabilità.<br />

E alla fine, il solo modo di sconfiggere<br />

il male è non farne, a nessuno. Solo<br />

così posso davvero rispondere all’amore e<br />

alla sollecitudine di Dio per quell’Israele al<br />

quale mi ha donato di appartenere. E posso<br />

contribuire a salvare la vita, come è stata<br />

salvata la vita di quella donna.<br />

Buoni propositi<br />

Cattolici e società sono i protagonisti dell’opera<br />

di uno dei volti più noti del giornalismo televisivo<br />

in Italia: Francesco Giorgino. Francesco<br />

Giorgino è alla Rai dal 1991, è attualmente conduttore<br />

del Tg1 e vice redattore della testata<br />

Rai Uno. Dal 2001 è docente presso la Facoltà<br />

di Scienza della Comunicazione dell’Università<br />

“La Sapienza” di Roma. In “Buoni propositi.<br />

I cattolici nella società contemporanea” edito<br />

dalle Edizioni Messaggero - Padova, Francesco<br />

Giorgino consegna al pubblico il suo settimo<br />

libro che raccoglie una serie di articoli pubblicati<br />

sulla rivista “San Francesco patrono d’Italia”<br />

edita dai frati del Sacro Convento di Assisi.<br />

I buoni propositi (attività importante in questo<br />

periodo dell’anno) sono essenzialmente la necessità<br />

di affrontare i temi di grande attualità<br />

con rigore logico e senso del confronto, ma con<br />

coerenza alla propria fede. non sono richieste<br />

azioni straordinarie, ma atti di coraggio e di coerenza,<br />

prove di risolutezza nella ricerca di interlocuzioni<br />

ad ampio raggio, senza chiusure,<br />

senza preconcetti, senza pregiudizi.<br />

Tra i compiti di un cattolico c’è anche quello di<br />

porsi domande e di fare dei buoni propositi, attraverso<br />

i quali, riflettendo su alcune strutture<br />

fondanti della società - famiglia, matrimonio,<br />

diritto alla vita e alla formazione, rapporto tra<br />

scienza e fede, dialogo interreligioso - si può<br />

tentare di operare anche cambiamenti concreti.<br />

Almeno dal punto di vista culturale.<br />

Per accompagnare il lettore in questo cammino<br />

di riflessione, l’Autore sceglie sostanzialmente<br />

di Massimo Giovannozzi<br />

due chiavi di lettura, o meglio, due punti di vista<br />

privilegiati. Il primo è quello offerto dai pontificati<br />

di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI (un<br />

breve saggio circa l’analisi comparata del primo<br />

anno di pontificato dei due Papi attraverso gli<br />

articoli apparsi in quattro maggiori quotidiani<br />

italiani è riportato alla fine del volumetto). Il<br />

secondo punto di vista proposto è quello del<br />

giornalista-studioso che si deve interrogare a<br />

fondo sul proprio ruolo e sul coinvolgimento<br />

dell’opinione pubblica nei fatti di cronaca, con<br />

l’intento di riuscire a sciogliere i nodi più stretti<br />

del tempo presente che, se è testimone di simultaneità<br />

e di azioni a distanza, è, paradossalmente,<br />

sempre più afflitto da enormi rischi<br />

sociali e da prospettive di isolamento a livello<br />

individuale.<br />

Il libro si legge piacevolmente ed il materiale di<br />

riflessione è molto. Indubbiamente, il panorama<br />

dell’informazione nazionale sembra richiedere<br />

un enorme impegno da parte di tutti gli uomini<br />

di buona volontà (e Cattolici in particolare) per<br />

attuare i buoni propositi suggeriti dall’Autore!<br />

Certi telegiornali nazionali sono offensivi per il<br />

tono delle notizie selezionate, per non parlare<br />

dell’ordine di presentazione che rivela una<br />

dubbia scala di valori che pone in risalto fatti<br />

sportivi e scandalistici su cui sarebbe meglio<br />

mantenere un dignitoso riserbo.<br />

Anche il livello di approfondimento non sempre<br />

va al di là della considerazione banale … confido<br />

che l’Autore non dimentichi di attuare i suoi<br />

buoni propositi nel suo ambito lavorativo!<br />

14 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 15<br />

15


Stretta di mano<br />

tra Chrysostomos<br />

ed il Rabbino capo<br />

di Israele,<br />

Yona Metzger,<br />

a margine dell’Incontro<br />

internazionale per la<br />

Pace, organizzato<br />

dalla Comunità di<br />

Sant’Egidio,<br />

a napoli.<br />

Papa Benedetto XVI<br />

impone la berretta<br />

rossa al Patriarca<br />

di Babilonia dei Caldei<br />

durante la solenne<br />

cerimonia del<br />

Concistoro nella<br />

Basilica di San Pietro.<br />

Una delle ultime foto<br />

di Jole Tassitani,<br />

figlia di un notaio di<br />

Castelfranco Veneto,<br />

sequestrata e uccisa<br />

da un falegname<br />

di Bassano<br />

del Grappa.<br />

Foto ANSA<br />

dall’Italia<br />

Un momento dei funerali degli operai,<br />

morti nell’acciaieria Tyssenkrupp<br />

il 13 dicembre 2007, al Duomo di Torino.<br />

Il Premio nobel per<br />

la medicina 2007<br />

Mario Capecchi,<br />

di origine italiana,<br />

in un’immagine<br />

di repertorio.<br />

Cratere<br />

a calice<br />

del VI secolo a. C.<br />

scoperto a S. Agata<br />

dei Goti,<br />

trafugato<br />

negli Usa,<br />

e ora restituito<br />

all’Italia<br />

insieme<br />

ad altri capolavori.<br />

Un momento<br />

della fiaccolata<br />

di solidarietà<br />

alle vittime della<br />

tratta e della<br />

prostituzione<br />

schiavizzata,<br />

in piazza S. Maria<br />

Maggiore a Roma,<br />

in ricordo di don<br />

oreste Benzi.<br />

Il presidente del<br />

Consiglio Romano Prodi<br />

durante la visita al contingente italiano,<br />

a Kabul.<br />

Ma quanta neve!<br />

È stata la lieta soprpresa<br />

di dicembre.<br />

21 dicembre 2007<br />

Festa al confine tra Italia e Slovenia<br />

per l’ingresso di altre nove nazioni<br />

in Europa.<br />

16 17<br />

16 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 17


prospettive<br />

MaCaRoNÌ! UÌ MOSSIÈ<br />

Il 17 agosto 1893 furono trucidati ad aigues Mortes, in Francia,<br />

circa cento lavoratori stagionali italiani, provenienti per lo più dalle<br />

Langhe e dal Monferrato piemontese. Questa la storia.<br />

A partire dal 1890, le zone viticole<br />

dell’Italia del nord, in particolare<br />

quelle piemontesi del Monferrato,<br />

vivevano una crisi che non si<br />

era mai vista a memoria d’uomo.<br />

Il prezzo del vino era crollato, in<br />

più si erano molto diffuse malattie<br />

come fillossera, iodio, peronospora.<br />

Di conseguenza erano crollati<br />

anche i prezzi di grano, canapa,<br />

bozzoli per la seta. Per l’uva<br />

da vino, in particolare, l’esportazione<br />

verso la Francia era chiusa<br />

a causa della politica antifrancese<br />

del governo di Roma.<br />

La Francia era sempre stata il ricettacolo<br />

dell’offerta di vino dalle<br />

Langhe e del Monferrato; vino<br />

che serviva a tagliare il Bordeaux<br />

locale, altrimenti troppo fiacco.<br />

Essendo chiusa alla esportazione<br />

la frontiera francese, la situazione<br />

della gente diventava sempre<br />

più precaria.<br />

In quegli anni crebbe molto l’emigrazione,<br />

per lo più illegale,<br />

dal Monferrato verso la Francia,<br />

dove la manovalanza di campagna<br />

spuntava prezzi migliori.<br />

Lo testimonia una circolare del<br />

Ministero dell’Interno, Direzione<br />

Generale di Pubblica Sicurezza,<br />

datata settembre 1889. “Si rinnova<br />

l’inconveniente che molti individui<br />

ancora soggetti ad obblighi<br />

militari, muniti di solo passaporto<br />

per l’interno, si recano all’estero,<br />

ed in specie in Francia. Quivi<br />

molte volte accade di non essere<br />

occupati in alcun proficuo lavoro<br />

e, se non sono provvisti di mezzi<br />

propri per campare, non sanno<br />

più come trarre innanzi la vita”.<br />

Le saline dove<br />

lavoravano gli italiani<br />

Le saline di<br />

Perrier et Peccais<br />

Furono proprio operai agricoli<br />

del Monferrato che trovarono lavoro<br />

nelle saline di Perrier e Peccais,<br />

nei pressi di Aigues Mortes,<br />

una cittadina di allora 4000 anime<br />

nella Francia meridionale alle<br />

bocche del Rodano.<br />

L’estrazione del sale, che si svolgeva<br />

in zona paludosa, era stato<br />

fino ad allora un lavoro riservato<br />

ai galeotti<br />

Ma proprio in quell’anno 1893, la<br />

Compagnia delle Saline Perrier et<br />

Peccais aveva deciso di assumere<br />

operai sul libero mercato.<br />

Gli italiani erano preferiti perché<br />

lavoravano ad un salario molto<br />

più basso, non facevano storie<br />

sindacali, erano riverenti verso<br />

l’autorità.<br />

Ne furono assunti circa seicento,<br />

mentre altri 150 furono assunti<br />

tra i residenti francesi (che si presentarono<br />

in circa 800 ai banchi di<br />

assunzione).<br />

Sui difficili rapporti tra italiani e<br />

francesi, riportiamo la testimonianza<br />

dello storico Renato Paris<br />

“Le relazioni non erano mai state<br />

buone. I francesi avevano sempre<br />

qualcosa da rimproverare agli italiani.<br />

Tutti ladri e puttane, fannulloni,<br />

mangiapane a tradimento.<br />

(…). Per la verità gli italiani avevano<br />

altri problemi: il lavoro, la<br />

casa, il mangiare, i familiari rimasti<br />

in Italia. Non si arrabbiavano<br />

quando i francesi cominciavano a<br />

chiamarli ´Ritals´, ´Briseur´, ´Macaronis´;<br />

continuavano a rispondere<br />

”Ui mossié“ e a chinare il capo”.<br />

Aigues Mortes: una via del centro oggi<br />

Il 15 agosto 1893<br />

La situazione si fece tuttavia più<br />

tesa la mattina del 15 agosto.<br />

Riportiamo una testimonianza<br />

dal volume di Guccini e Machiavelli:<br />

“Macaronì, romanzo di santi<br />

e delinquenti”: “Cominciò proprio<br />

dalle saline di Peccais durante<br />

la pausa del mattino: gli operai<br />

francesi e italiani mangiavano in<br />

silenzio la zuppa, sistemati alla<br />

meglio sul bordo delle paludi.<br />

Per gioco, o forse per sfregio, un<br />

francese gettò della sabbia sul<br />

pane di un torinese che mangiava<br />

dinnanzi a lui. Il torinese non<br />

protestò. Pulì il pane con un fazzoletto<br />

che poi andò a lavare alla<br />

bacinella di acqua dolce che la<br />

Compagnia distribuiva esclusivamente<br />

per uso potabile.<br />

L’acqua dolce era preziosa, soprattutto<br />

nei mesi estivi. ‘Eh, Macaronì!<br />

- gli gridò il francese, gli<br />

altri suoi compatrioti ridevano- lo<br />

- sai o no che con quell’acqua ci<br />

dobbiamo arrivare a sera? Se vuoi<br />

lavare il fazzoletto, pisciaci sopra,<br />

che tanto per un italiano come te<br />

è lo stesso!’ A quel punto il torinese<br />

estrasse un coltello e lo agitò<br />

sotto il naso del francese: ‘Merde!<br />

Io me ne fotto di te e di tutti<br />

i francesi!’”.<br />

L’episodio sembrava finito lì. La<br />

giornata seguente del 16 agosto<br />

fu tranquilla, secondo la maggioranza<br />

delle fonti. Solo il Times di<br />

Londra denuncia, per il 16 agosto,<br />

due morti francesi, ma non<br />

ne scrive il nome.<br />

Con ogni probabilità si tratta di<br />

un tentativo di depistaggio messo<br />

in opera dalle autorità comunali<br />

di Aigues Mortes per giustificare<br />

quello che accadde dopo, almeno<br />

così interpreta Renato Paris.<br />

La piazza della cittadina<br />

Il 17 agosto 1893<br />

La mattina del 17 agosto oltre<br />

500 francesi inferociti attaccarono<br />

i capanni che ospitavano un<br />

centinaio di italiani. Cominciò<br />

una colossale caccia all’uomo al<br />

grido di “A morte gli italiani“.<br />

Una folla inferocita, armata di<br />

scalpelli, di martelli, di pietre, di<br />

bastoni e forconi diede l’assalto<br />

agli improvvisati rifugi dei nostri<br />

connazionali, scoperchiando i tetti,<br />

massacrando chi si trovava lì.<br />

Intervenne la forza pubblica (18<br />

gendarmi) che cercò di scortare<br />

gli italiani alla stazione, ma il<br />

gruppo venne circondato, partirono<br />

colpi di arma da fuoco. Alcuni,<br />

una ventina, cercarono di<br />

salvarsi gettandosi nella palude,<br />

ma vennero presi a colpi di pietra<br />

dalla folla, fino a quando morirono<br />

tutti, a parte un certo Antonio<br />

Cappellini, che riuscì a riparare a<br />

Marsiglia.<br />

Otto ospedali della regione (quasi<br />

tutti) rifiutarono di accogliere i<br />

feriti.<br />

Alla fine della giornata, i morti<br />

ammontavano a circa un centinaio.<br />

Alla fine di una inchiesta, fatta<br />

all’acqua di rose, vennero identificati<br />

sei “sobillatori“, che saranno<br />

chiamati a pene fino a sei mesi<br />

di reclusione. Da uno a sei mesi<br />

di reclusione in cambio di cento<br />

morti. Questo il bilancio finale<br />

della cosiddetta “strage delle Acque<br />

Morte”.<br />

Mauro Montanari<br />

(Corriere d’Italia, Novembre 2007)<br />

Diffusi i dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2007<br />

QUASI TRE MILIONI<br />

GLI stRaNIERI IN ItaLIa<br />

Quasi tre milioni gli stranieri residenti<br />

in Italia. In forte aumento<br />

la presenza di rumeni e ucraini.<br />

L’Istat ha diffuso il 2 ottobre scorso<br />

i dati aggiornati al 1° gennaio<br />

2007.<br />

Gli stranieri residenti nel nostro<br />

Paese sono 2.938.922 (1.473.073<br />

maschi e 1.465.849 femmine); rispetto<br />

all’anno precedente gli<br />

iscritti in anagrafe aumentano di<br />

268.408 unità (+ 10,1%).<br />

L’incidenza sulla popolazione italiana<br />

ha raggiunto il 5%, prevalentemente<br />

per le nascite.<br />

L’incremento relativo del 2006 -<br />

precisa l’Istat - è leggermente inferiore<br />

a quello registrato nell’anno<br />

precedente. Va ricordato che<br />

nel periodo 2002-2004 il forte<br />

aumento dei residenti stranieri<br />

era stato determinato in larga<br />

misura dall’ultimo provvedimento<br />

di regolarizzazione (leggi n o 189<br />

del 30 luglio 2002, art. 33, e n o 222<br />

del 9 ottobre 2002).<br />

Grazie ad esso, infatti, numerosi<br />

immigrati già presenti in Italia<br />

avevano potuto regolarizzare la<br />

propria posizione e iscriversi successivamente<br />

in anagrafe.<br />

La crescita della popolazione straniera<br />

residente nel nostro Paese<br />

è dovuta, anche nel 2006, all’aumento<br />

dei nati di cittadinanza<br />

straniera (figli di genitori residenti<br />

in Italia, entrambi stranieri): il<br />

saldo naturale (differenza tra nascite<br />

e decessi) risulta in attivo per<br />

5<strong>4.</strong>318 unità.<br />

Il saldo migratorio con l’estero si<br />

attenua rispetto agli anni precedenti,<br />

ma si mantiene elevato<br />

(+ 237.614 nel 2006 rispetto a +<br />

266.829 nel 2005).<br />

Tra gli stranieri aumentano soprattutto<br />

gli ucraini, passati negli ultimi tre<br />

anni da meno di 58.000 unità a 120<br />

mila, e i romeni, passati da 178.000 a<br />

342.000.<br />

Anche i cittadini dell’Asia orientale<br />

continuano ad aumentare: in particolare<br />

i cinesi, passati da 87 mila a 145<br />

mila. Sono invece ultimamente più<br />

modesti gli aumenti degli stranieri<br />

provenienti dai Paesi africani.<br />

Tra gli stranieri provenienti dall’America<br />

Centro-Meridionale crescono soprattutto<br />

gli ecuadoriani, passati da<br />

3<strong>4.</strong>000 del 2004 a 69.000 del 2007.<br />

Gli stranieri sono localizzati prevalentemente<br />

nelle regioni del Centro e del<br />

Nord; nel Sud risiede soltanto l’11,6<br />

per cento della popolazione straniera.<br />

Nel Nord-Ovest risiede il 36,3 per<br />

cento, nel Nord Est il 27,3 per cento,<br />

nel Centro il 24,8 per cento.<br />

Il 24,8 per cento degli stranieri è in<br />

Lombardia, in particolare nella provincia<br />

di Milano dove si concentra il<br />

10,8 per cento del totale degli stranieri<br />

residenti in Italia.<br />

Gli stranieri vengono nel nostro Paese<br />

soprattutto per motivi di lavoro<br />

e per ricongiungimento familiare<br />

(insieme rappresentano più del 90<br />

per cento dei motivi di presenza).<br />

Al primo posto motivi di lavoro (sono<br />

1.463.058 i permessi), soprattutto<br />

tra gli uomini (circa il 78 per cento),<br />

mentre per le donne la quota è del 44<br />

per cento.<br />

Più di 51.000 i permessi per studio:<br />

interessati soprattutto gli albanesi.<br />

Seguono a distanza nordamericani,<br />

cinesi e rumeni. Più di 3.700 i permessi<br />

per adozione (per lo più per bambini<br />

provenienti da Russia, Ucraina, Etiopia,<br />

Brasile e Colombia).<br />

Inform<br />

18 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008<br />

Presenza Italiana Novembre-Dicembre Gennaio-Febbraio 2008 2007 19


associazioni<br />

sardi al cern<br />

Nella serata del venerdi 7 dicembre all’Anfiteatro è<br />

stato rappresentato uno spettacolo di danza e canti<br />

della tradizione sarda. 20 artisti del gruppo Folk<br />

“Nora” di Pula, accompagnati dalle launeddas del M o<br />

Orlano Mascia, insieme a Nicola, hanno portato sulla<br />

scena lo spettacolo “Attobiu de sapienza e tradizionis”.<br />

Lo spettacolo è iniziato con una presentazione del<br />

contesto in cui vive il Gruppo Folk “Nora”: Pula e le<br />

sue tradizioni, la sagra di Sant’Efisio e il sito archeologico<br />

di Nora.<br />

Sono seguite alcune danze e canti ora di ispirazione<br />

religiosa, ora profana. Fra i canti citiamo Deus ti salvet<br />

Maria (Ave Maria), il canto religioso più antico della<br />

Sardegna, inno di saluto alla Vergine, reso famoso nel<br />

mondo dalla cantante sarda Maria Carta.<br />

Teresa Pasqua<br />

In collaborazione con le altre associazioni italiane presenta<br />

il gruppo teatrale La Nuova Generazione nello<br />

spettacolo “Il sogno di una notte di mezza sbornia”<br />

di Guardi De Filippo sabato 26 gennaio, ore 20.00<br />

all’Ecole de Culture Générale “Henry Dunant”, Rue<br />

Edmond-vaucher 20, 1219 Châtelaine.<br />

bellunesi<br />

Organizzano la Cena di Carnevale, il 2 febbraio presso<br />

l’Ecole de Vernier Place. Ballo con orchestra Il duo di<br />

Casa nostra.<br />

Prenotazioni per la cena presso Capraro Giacobbe<br />

(022 794 25 80) e Casanova Silo (022 782 53 26).<br />

marchigiani<br />

Veglione di Carnevale sabato 2 febbraio 2008 alla sala<br />

Comunale di Petit-Lancy, Av. Louis Bertrand, 7, dalle<br />

ore19.30 alle ore 02.00 del mattino. Cena casalinga,<br />

vini marchigiani e locali. Cotillons offerti dall’Associazione.<br />

Allieterà la serata l’orchestra italiana Liscio<br />

2000. Prenotarsi allo 022 792 46 64 o allo 079 213 98<br />

32. Tombola con ricchi premi. Ampio parcheggio a pagamento<br />

in prossimità della sala.<br />

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domenica 30 marzo con amici franco-svizzeri della<br />

Valbrenta (Bassano del Grappa).<br />

Per ulteriori informazioni, rivolgersi presso il Signor<br />

Nisio Andolfatto (022 796 46 23) e Domenico Marangià<br />

(022 736 00 10).<br />

avis<br />

Rende noto che l’Assemblea annuale si svolgerà il venerdì<br />

14 marzo alle ore 19.00, alla MCI, seguita dalla<br />

tradizionale spaghettata.<br />

All’inizio dell’anno 2008, l’AVIS <strong>Ginevra</strong> auspica a tutti<br />

e ciascuno serenità, pace, salute e tante legittime soddisfazioni.<br />

Tale augurio lo rivolgiamo al Sig. Console<br />

Generale ed ai suoi collaboratori, ai nostri missionari,<br />

ai componenti il <strong>Comites</strong>.<br />

Buon Anno alle Autorità Comunali e Cantonali ed alla<br />

popolazione di questo cantone.<br />

e.i.s.a.<br />

incontro natalizio con gli anziani<br />

Grande partecipazione domenica 2 dicembre 2007 al<br />

Cercle de l’Espérence per il tradizionale “Incontro natalizio”<br />

che l’Ente Italiano Socio Assistenziale dedica<br />

ogni anno ai connazionali della terza età. Oltre 150<br />

persone, venute privatamente o dalle residenze ginevrine<br />

per anziani, hanno condiviso un piacevole pomeriggio<br />

con un rinfresco rallegrato dalla musica di<br />

Franco e con l’omaggio di un panettone, tipico dolce<br />

natalizio offerto dal Consolato italiano.<br />

L’incontro si è svolto in presenza del Console Generale<br />

d’Italia, dott. Domenico Pedata e signora, del Viceconsole<br />

dott. Francesco Cacciatore e signora, dei Padri<br />

della Missione Cattolica, del Presidente del ComItEs<br />

Francesco Celia e di molti rappresentanti dell’associazionismo<br />

italiano, con la collaborazione del Volontariato<br />

Vincenziano. Caloroso il saluto augurale<br />

che il Console dott. Pedata ha rivolto ai presenti, ai<br />

quali ha inoltre assicurato piena disponibilità, sua e<br />

dell’E.I.S.A., ad interventi in loro favore.<br />

Da parte sua la Presidente dell’E.I.S.A. Maria Cristina<br />

Mutti ha sottolineato il riconoscimento che la comunità<br />

italiana deve ai suoi anziani per aver meritato il<br />

rispetto del Paese che ci ospita.<br />

Ha inoltre espresso amicizia e solidarietà agli anziani<br />

che si sentono soli, soprattutto in questo periodo di<br />

festività, interpretando anche i sentimenti di tutti i<br />

volontari che hanno contribuito all’organizzazione di<br />

questa iniziativa, ai quali viene rivolto il più sentito<br />

ringraziamento.<br />

Un momento di una festa per le persone anziane,<br />

celebrata alla Missione<br />

Per gli auguri di fine anno, il Console Generale d’Italia a <strong>Ginevra</strong>,<br />

Domenico Pedata ha invitato il 12 dicembre i dipendenti<br />

del Consolato ed in rappresentanza della Comunità italiana, il<br />

Presidente del Com.It.Es., Francesco Celia.<br />

È stato un momento familiare per ringraziare i collaboratori<br />

per i risultati positivi ottenuti a favore dell’utenza, soprattutto<br />

all’Ufficio passaporti, che aveva un problema di carenza di<br />

personale, e dove in pochi mesi, il neo Responsabile del settore,<br />

dott. Claudio Lentini, con l’ausilio del collaboratore Fabrizio<br />

Cortellessa hanno annullato l’arretrato. In questa occasione, il<br />

Presidente dell’E.I.S.A. (Ente Italiano Socio-Assistenziale), Maria<br />

Cristina Zilioli Reggi Mutti è stata insignita dell’onorificenza<br />

di Cavaliere dell’ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Al neo Cavaliere è stato riconosciuto<br />

il merito delle molteplici attività svolte nel corso degli anni trascorsi all’estero. Laureata in Giurisprudenza<br />

presso l’Università di Parma, dal 1967 al 1972, diviene Funzionaria all’Istituto Italiano di Cultura<br />

al Consolato di new York. nel 1997, Segretario Generale della Fondazione Adelphi e organizzatrice<br />

del “Prix Stendhal”, Premio europeo giornalistico sponsorizzato dall’Unione Europea.<br />

nel 2000 è stata eletta consigliere e successivamente Presidente dell’E.I.S.A.. Al Cavaliere Maria Cristina<br />

Zilioli Reggi Mutti, vanno i nostri più fervidi auguri. Carmelo Vaccaro<br />

20 Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008<br />

Presenza Italiana Gennaio-Febbraio 2008 21


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Orario di apertura al pubblico:<br />

· Martedì: 1<strong>4.</strong>30 - 17.30<br />

· Mercoledì: 9.00 - 12.30 · Giovedì: 1<strong>4.</strong>30 - 17.30<br />

· Venerdì: 9.00 - 12.30 · Sabato: 9.00 - 12.30<br />

Ente italiano Socio-assistenziale<br />

Rue de l’Athénée 26, 1206 <strong>Genève</strong>, tel. 022 346 89 49<br />

Aperto martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 - 11.00.<br />

CoMITES - Comitato per italiani all’estero<br />

Rue de l’Athénée 26, 1206 <strong>Genève</strong>, tel. 022 346 99 13<br />

Patronato ACLI<br />

76 rue de Carouge, 1205 <strong>Ginevra</strong>, tel. 022 781 09 32<br />

Patronato InCA-CGIL<br />

Ch. Surinam 5, case postale 346, 1211 <strong>Genève</strong> 13,<br />

tel. 022 344 71 72<br />

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Il “peso” della preghiera<br />

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Missione Cattolica Italiana<br />

15, rue de la Mairie · 1207 <strong>Genève</strong><br />

Una donna infagottata in abiti fuori misura entrò nel negozio di alimentari.<br />

Si avvicinò al gestore del negozio e umilmente a voce bassa<br />

gli chiese se poteva avere una certa quantità di alimenti a credito.<br />

Gli spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva più lavorare<br />

e i loro quattro figli avevano bisogno di cibo. L’uomo sbuffò.<br />

“Per favore, disse la donna: le porterò il denaro più in fretta che posso!”<br />

II padrone del negozio ribadì duramente che lui non faceva credito<br />

e che lei poteva trovare un altro negozio nel quartiere.<br />

Un cliente che aveva assistito alla scena si avvicinò al padrone<br />

e gli chiese di tentare almeno di accontentare la povera donna.<br />

Il droghiere, con voce riluttante, chiese alla donna: “Ha la lista della spesa?”<br />

Con un filo di speranza nella voce la donna rispose: “Sì, signore”.<br />

“Bene!” disse l’uomo. “Metta la sua lista sulla bilancia. Le darò tanta merce quanto pesa la sua lista”.<br />

La donna esitò un attimo con la testa china, estrasse dalla borsa un pezzo di carta e scarabocchiò<br />

qualcosa in fretta, poi posò il foglietto con cautela su un piatto della bilancia, sempre a testa bassa.<br />

Gli occhi del droghiere e del cliente si dilatarono per la meraviglia quando videro<br />

il piatto della bilancia abbassarsi di colpo e rimanere abbassato.<br />

Il droghiere, fissando la bilancia, brontolò: “È incredibile”.<br />

II cliente sorrise e il droghiere cominciò a mettere sacchetti di alimenti sull’altro piatto della bilancia.<br />

Sbatteva sul piatto scatole e lattine, ma la bilancia non si muoveva.<br />

Così continuò e continuò, con una smorfia di disgusto sempre più marcata.<br />

Alla fine, afferrò il foglietto di carta e lo fissò, livido e confuso.<br />

Non era una lista della spesa. Era una preghiera: “Dio, tu conosci la mia situazione ...”.<br />

II droghiere consegnò alla donna tutto ciò che le serviva, in un silenzio imbarazzato.<br />

La donna ringraziò e lasciò il negozio.<br />

Solo Dio conosce il “peso” della tua preghiera.

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