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Esercizio 2 - Nettuno

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Idraulica<br />

Prof Guelfo Pulci Doria<br />

ESERCIZIO 2 – Funzionamento di un partitore<br />

Network per l’Università Ovunque NETTUNO<br />

1. Ad un pozzetto di partizione può essere convogliata una portata variabile fra 15 e 40 l/s.<br />

Imponendo che per Qin=15 l/s il livello di acqua nel pozzetto raggiunga quota 26,75 m sul<br />

livello del mare, si vuole ripartire tale portata fra una bocca a battente a spigolo vivo di sezione<br />

circolare ed uno stramazzo Thomson, in modo che attraverso la prima effluiscano 5 l/s; si noti<br />

che il baricentro della luce a battente deve trovarsi a quota 26 m sul livello del mare, per cui il<br />

carico sulla luce hB è pari a 0,75 m. Si ricordi che il coefficiente di efflusso per una luce a<br />

battente è pari a µ=0,6. Progettare, poi, uno stramazzo rettangolare a larga soglia che fissi al<br />

10% l’incremento di portata effluente complessiva dalle due luci precedenti, quando nel<br />

pozzetto entra la massima portata prevista, pari a Qin-max=40 l/s.<br />

Si consideri dunque il pozzetto partitore contenete tre diversi fori: luce a battente, stramazzo a larga<br />

soglia e stramazzo Thomson. Avendo imposto i valori delle portate si proceda al relativo<br />

proporzionamento dei fori.<br />

Stramazzo<br />

larga soglia<br />

26,75m<br />

L<br />

0,75m<br />

Foro a<br />

battente<br />

Stramazzo<br />

Thomson<br />

a=90°<br />

Dati Incognite<br />

hB = 0,75m D = ?<br />

HL = 26,75m hT = ?<br />

L = ?<br />

Prima ripartizione:<br />

Q = 0,015 m 3 /s = 15 l/s<br />

QT = 0,010 m 3 /s = 10 l/s


Idraulica<br />

Prof Guelfo Pulci Doria<br />

QB = 0,005 m 3 /s = 5 l/s<br />

Network per l’Università Ovunque NETTUNO<br />

Ipotizziamo ovviamente che il livello dell’acqua nel serbatoio, che corrisponde a quel valore della<br />

portata, sia di 26,75m, in modo che lo stramazzo a larga soglia non intervenga ancora nei calcoli.<br />

Cominciamo con lo stramazzo Thomson, che deve erogare 0,010 m 3 ente che il livello dell’acqua nel serbatoio, che corrisponde a quel valore della<br />

portata, sia di 26,75m, in modo che lo stramazzo a larga soglia non intervenga ancora nei calcoli.<br />

3<br />

Cominciamo con lo stramazzo Thomson, che deve erogare 0,010 m /s. La formula di<br />

funzionamento di tale stramazzo è la seguente:<br />

Q<br />

T<br />

Ovvero, inserendo i numeri:<br />

A questo punto, tenendo anche presente che nello stramazzo Thomson l’angolo α vale 90°, si può<br />

facilmente ricavare il valore di hT: hT:<br />

hT= hT=<br />

0,1378 m<br />

Passiamo ora allo stramazzo Bazin, che deve erogare 0,005 m 3<br />

Passiamo ora allo stramazzo Bazin, che deve erogare 0,005 m /s. Con gli stessi passaggi del caso<br />

precedente si ottiene:<br />

Q = µ ⋅σ<br />

⋅ 2 g h ⇒<br />

B<br />

0.005 =<br />

σ =<br />

D =<br />

= µ<br />

5 / 2<br />

T hT 0,<br />

010 = 0,<br />

32×<br />

B<br />

0.<br />

60<br />

0.00217 m<br />

0.0526 m<br />

⋅σ<br />

⋅<br />

Cioè, ripetendo:<br />

D = 0,0526m<br />

α<br />

tg<br />

2<br />

5 / 2<br />

hT 2<br />

⇒<br />

B<br />

2g<br />

α<br />

× tg ×<br />

2<br />

2 ⋅ 9.81⋅<br />

0.75<br />

Seconda ripartizione:<br />

Q = 0,040 m 3 /s = 40 l/s<br />

2 × 9,<br />

81<br />

⇒<br />

hT = 0,1378 m<br />

D = 0,0526 m<br />

QTmax + QBmax = (QT + QB) * 1,10 = 0,015 * 1,10 = 0,0165 m 3 /s = 16,5 l/s<br />

QL = 40 – 16,5 = 23,5 l/s = 0,0235 m 3 /s<br />

Ora la formula di funzionamento di uno stramazzo a larga soglia è la seguente:<br />

( L × h ) ghL<br />

Q = µ<br />

2<br />

L L L<br />

In tale formula, si ricorda, µL vale 0,385. Nella suddetta equazione dello stramazzo a larga soglia le<br />

incognite sono due: hL ed L. La prima rappresenta il carico su detto stramazzo e la seconda la sua


Idraulica<br />

Prof Guelfo Pulci Doria<br />

Network per l’Università Ovunque NETTUNO<br />

larghezza. Peraltro la prima delle due può essere ricavata dalla equazione del funzionamento<br />

congiunto della luce a battente e dello stramazzo. Infatti si è già visto che nelle condizioni di<br />

massima portata queste due luci devono erogare complessivamente soltanto 0,0165 m 3 /s, e questo<br />

dato condiziona immediatamente il sovralzo ∆H del pelo libero del serbatoio rispetto alle condizioni<br />

di funzionamento precedente. Inoltre è chiaro che il suddetto sovralzo coincide esattamente con il<br />

carico sullo stramazzo a larga soglia, perché lo sfioro di tale stramazzo è stato posto esattamente a<br />

quota 26,75 m sul livello del mare.<br />

Risulta pertanto in primo luogo:<br />

QB-max + QT-max = µ σ (2 g (hB + ∆H)) 1/2 + µ tg α (2 g) 1/2 (hT + ∆H) 5/2<br />

Inserendo i valori si ha:<br />

0.0165 = 0.6 × 0.00217 × [2 × 9.81 × (0.75 + ∆H)] 1/2 + 0.32 × 1 × (2 × 9.81) 1/2 (0.1378 + ∆H) 5/2<br />

Questa equazione può essere risolta per tentativi, e fornisce la seguente soluzione:<br />

∆H = hL = 0,0078 m<br />

A questo punto, l’espressione della portata dello stramazzo a larga soglia è diventata la seguente:<br />

( × 0,<br />

0078)<br />

2 × 9,<br />

81 0,<br />

0078<br />

0 , 0235 = 0,<br />

385 L<br />

×<br />

Come si vede, a questo punto l’unica incognita residua del problema è rimasta la larghezza L dello<br />

stramazzo, che può essere così calcolata.<br />

L = 20,00 m<br />

L = 20 m<br />

Osservazione: Dal punto di vista costruttivo, potrebbe capitare che le dimensioni dello stramazzo a<br />

larga soglia progettato siano in contrasto con le dimensioni effettive del serbatoio. In questi casi<br />

sarà giocoforza necessario aumentare la tolleranza delle portate massime uscenti complessivamente<br />

dal foro a battente e dello stramazzo Thompson, aumentandole per esempio al 20% di quelle<br />

precedenti invece che del solo 10%. Così facendo si ottiene sia una diminuzione della portata da<br />

scaricarsi da parte dello stramazzo a larga soglia (quindi con una diminuzione del primo termine<br />

dell’ultima equazione), sia anche un aumento del livello del partitore (e quindi del carico agente<br />

sullo stramazzo). Entrambi questi cambiamenti concorrono in una diminuzione della incognita L<br />

dell’ultima equazione.

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