miracoli Eucaristici - Rinnovarsi nello Spirito Santo

La Comunione di un padre
invece di un figlio morto.
Era una sera d’inverno e il parroco di Reynès veniva chiamato in gran fretta al letto di un giovane
moribondo, il quale abitava in una masseria lontana, nel territorio di Montalba. In pochi istanti il
sacerdote fu pronto. Giunto alla casa, una fanciulletta si fece incontro al parroco:
>. – Il Signore avrà pietà dell’anima sua, rincuorati,
piccina. > - diceva la fanciulletta al sacerdote. Ma
questi rispondeva: -- Ho con me il Signore, figliuola, e devo riportarlo nel tabernacolo prima
dell’aurora.
-- insisteva la fanciulla – mio padre
prenderà il Signore! – e in così dire, con un gesto invitava il prete ad entrare.
Nella stanza mortuaria l’intera famiglia pregava presso il letto di morte su cui era disteso un giovane
di 22 anni. All’entrare del sacerdote portante il SS. Sacramento, quella devota famiglia si prostrò
devotamente per adorare il Signore.
Il padre di famiglia, avvicinandosi a lui, gli disse all’orecchio alcune parole che il sacerdote accolse
con visibile commozione.
Ad un cenno del buon vecchio tutti si ritirarono, lasciando solo il parroco e il buon campagnuolo.
Prevedendo questi, sin dal mattino, che il figliuolo sarebbe morto prima dell’arrivo di Gesù
Sacramentato, era rimasto a digiuno per fare la S. Comunione invece del morente ed a suo suffragio: e
infatti egli si confessò e ricevette il Signore.
>.
Un contadino dei dintorni d’Altorff nel 1587 portava alla chiesa del suo villaggio una scatola
ripiena di Ostie da consacrare. Egli entrò in un’osteria, per farsi dare da bere, con uno dei suoi amici
che era stato fabbriciere della parrocchia.
Quest’ultimo, nel corso della conversazione, chiese un’Ostia, e avendola ricevuta, si mise a contraffare
il sacerdote alla consacrazione, cominciando a pronunziare le divine parole.
L’ostessa, buona cattolica, lo riprese della sua imprudente canzonatura; ma quegli: >. Essa ritornò qualche istante dopo, ma trovò l’infelice profanatore
steso a terra, che non dava più segni di vita, il miserabile era morto.
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S. Erasmo. Lib. XX.