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miracoli Eucaristici - Rinnovarsi nello Spirito Santo

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Il minatore sepolto vivo.<br />

Il venerabile Pietro Cluniacense racconta nell’opera sua De miraculis il seguente prodigio:<br />

in un villaggio della diocesi di Grenoble, chiamato La ferrière, un operaio minatore, spinto dalla foga<br />

del lavoro, separatosi, inosservato, dai suoi compagni, si avventurò in una galleria, allora abbandonata.<br />

I suoi colpi vigorosi e replicati nella roccia fecero sì che un enorme ammasso di pietre cadde dietro a<br />

lui e, senza punto ferirlo, gli chiuse ogni via di uscita.<br />

Sepolto vivo in quell’oscurità, per quanto il misero gridasse disperatamente e facesse grandissimi<br />

sforzi, tutto fu inutile ed egli, tormentato dalla fame, capì che non doveva aspettarsi altro che la morte.<br />

La moglie intanto, dopo aver fatto le più minute ricerche, riuscite tutte infruttuose, si persuase che<br />

egli fosse miseramente perito per qualche sinistro occorsogli e non pensò più che a confortare il suo<br />

immenso dolore apportando all’anima del suo caro morto il migliore sollievo con ogni opera buona.<br />

Ricorse in special modo alla divina Eucarestia facendo celebrare ogni settimana una Messa per lui,<br />

aggiungendo l’offerta di un cero e di un pane per i poveri.<br />

Una volta distolta da urgenti ed impreviste occupazioni, tralasciò la donna il suo consueto suffragio.<br />

Trascorso un anno circa dalla sparizione misteriosa del minatore, altri operai penetrarono in quella<br />

galleria abbandonata ed avevano spinto i loro lavori fino al punto dove era avvenuto il franamento,<br />

quando dal fondo del sotterraneo una voce cupa grida al soccorso.<br />

Rimessisi dal primo spavento, si mettono di buona lena per aprire un varco…. Ed oh quale stupore!<br />

Ritrovano sano e pieno di vita l’infelice loro compagno, già pianto come morto.<br />

Lo circondano, lo tempestano di mille domande; ed egli, ristoratosi, prese a narrare:<br />

Da più giorni io ero sepolto dietro un enorme ammasso di roccia che, franatami alle spalle, mi bloccò<br />

assolutamente ogni via di uscita. Ero tormentato dalla fame e dalla sete e le tenebre raddoppiavano le<br />

mie sofferenze ed ogni istante io aspettavo la morte.<br />

In questa angosciosa congiuntura io vidi venire a me un giovane d’aspetto risplendente e di una<br />

bellezza celeste. Egli portava una fiaccola accesa che fissò alla roccia e un grosso pane, e mi disse di<br />

nutrirmi e di avere fiducia e speranza, poi disparve.<br />

Otto giorni dopo, per quanto poteva arguire, quando stava per ripiombare nell’oscurità ed essere<br />

nuovamente privo di cibo, ritornò il mio prodigioso e caritatevole visitatore con gli stessi soccorsi di<br />

prima. E continuò così regolarmente per ogni settimana, incoraggiandomi con le più amorevoli parole.<br />

Una volta sola egli parve dimenticarsi di me e mi lasciò per otto eterni giorni senza luce e senza cibo,<br />

in preda a indicibili tormenti ed ansietà finchè ritornò a rendermi le forze ed il coraggio.<br />

La moglie e quanti sapevano dei pietosi suffragi fatti da lei per l’anima del supposto defunto, non<br />

stentarono a verificare che le visite del misterioso visitatore all’infelice sepolto vivo corrispondevano<br />

perfettamente ai giorni nei quali veniva celebrato per lui il <strong>Santo</strong> Sacrificio ed offerto il cero e il pane<br />

per i poveri; come ne corrispondeva l’assenza di otto giorni alla dimenticanza della buona donna.<br />

Un angelo del Signore trasmetteva dunque al povero prigioniero il necessario per nutrirlo e rischiarargli<br />

le tenebre.<br />

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