miracoli Eucaristici - Rinnovarsi nello Spirito Santo
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MILANO<br />
EDITRICE “ ANCORA “<br />
1935<br />
Fascicolo con alcuni racconti<br />
di<br />
<strong>miracoli</strong> <strong>Eucaristici</strong> avvenuti<br />
nella storia cristiana.<br />
Testi tratti dal libro di preghiera<br />
“ VICINO A GESU’ “<br />
( 2° Parte )<br />
MEDITAZIONI ESEMPI E PRATICHE EUCARISTICHE<br />
PER OGNI GIORNO DELL’ANNO.<br />
1
Una parolina del cuore<br />
ai devoti di Gesù in Sacramento<br />
* * *<br />
Sono anni ed anni che sospiro di poter offrire alle anime<br />
che vanno in cerca di Gesù un libro che, come la benefica<br />
ed amica Stella condusse i santi Re- Magi vicino alla culla di Gesù,<br />
Egli pure conduca vicino al tabernacolo quelle anime, che a questo<br />
libro ricorreranno come ad un amico, ad una guida fedele nel faticoso<br />
loro viaggio di quaggiù verso la bella patria del Cielo.<br />
Mi piacque intitolare questo libro VICINO A GESU’<br />
perché mi sono unicamente proposto di avvicinare a Gesù, di condurre<br />
vicino al tabernacolo, di far gustare da vicino le dolcezze del S. Cuore<br />
di Gesù a tutte quelle anime, che sotto il peso del dolore, oppresse da<br />
tribolazioni e croci, sentono tanto tanto il bisogno di aiuto e di conforto,<br />
di lume e di pace.<br />
A chi è debole e sofferente il medico raccomanda di sostentarsi,<br />
di nutrirsi con cibi sostanziosi e presi di frequente. Anche noi, o cari,<br />
battuti da ogni parte dalle tempeste morali, feriti ben spesso nella lotta<br />
delle passioni, angustiati, indeboliti e stanchi per la incessante guerra<br />
che sosteniamo in questo doloroso pellegrinaggio della vita, per salvare<br />
quest’UNICA ANIMA nostra, sentiamo vivo il bisogno di ANDARE e<br />
STARE vicino a Gesù per avere da Lui quel conforto, quell’aiuto,<br />
quella gioia, quella pace che Egli, Egli solo, può dare a noi, suoi figli.<br />
E non è forse Egli che ci sussurra dolcemente: VENITE A ME, O VOI TUTTI<br />
CHE SIETE AGGRAVATI E STANCHI, ED IO VI RISTORERO’?<br />
Con questo libro mi lusingo io pure, quale medico spirituale,<br />
di somministrare alle anime deboli e stanche un cibo quotidiano<br />
nutriente un cibo facile a tutti, un cibo gradevole e caro.<br />
Ho raccolto, nei vasti giardini della pietà cristiana, tutto ciò che ho<br />
trovato di meglio per condurvi VICINO A GESU’, e se vi riuscirò, come spero,<br />
mi chiamerò felice, perché l’essere vicino a Gesù qui in terra vuol dire<br />
essere vicino a Gesù sempre in cielo.<br />
Che Gesù ci faccia tutti buoni e santi.<br />
Milano, S. Natale 1902<br />
2<br />
P. GERARDO BECCARO C S.
VI. secolo. – Sarlat nel Pèrigord.<br />
Un morto risuscitato<br />
per ricevere il <strong>Santo</strong> Viatico.<br />
Un giorno che S. Sacerdos, abate del monastero di Sarlat, nel Pèrigord, pregava coi suoi religiosi, un<br />
messaggero venne ad annunciargli la morte di suo padre. Il pio abate andò subito dalla madre sua per<br />
addolcirgli la tristezza; ma mentre si sforzava di consolarla, gli si disse che il defunto era morto senza<br />
aver potuto ricevere il pegno dell’eterna vita, il Corpo di Nostro Signore.<br />
Grande fu allora la desolazione del <strong>Santo</strong>. Si getta in ginocchio presso il corpo inanimato del padre suo,<br />
e resta lungo tempo in orazione; poi animato da una fede viva prende la mano fredda del defunto e lo<br />
chiama due volte per nome. Al suono della voce commossa e tremante di suo figlio, il padre si alza, e<br />
volgendo lentamente lo sguardo sugli astanti: >.<br />
Alle grida di spavento e di stupore che avevano procurato il miracolo, successero allora i canti di lode e<br />
di ringraziamento. Senza tardare, Sacerdos amministrò a suo padre la santa Eucarestia.<br />
Al contatto del Viatico sacro il corpo del vecchio trasalì di gioia e una felicità celeste si dipinse sui suoi<br />
lineamenti. Poi, siccome il servo di Dio si gettò ai suoi piedi per domandargli la benedizione paterna,<br />
esso stese la mano verso suo figlio, gli espresse la sua riconoscenza con parole piene di tenerezza e di<br />
amore, e rese in pace l’ultimo respiro.<br />
S. Tommaso d’Aquino.<br />
Un giorno che S. Tommaso d’Aquino pregava davanti al Crocefisso, entrò in una dolce estasi e fu<br />
sollevato da terra all’altezza di un cubito.<br />
Domenico di Caserta, che lo vide in quello stato, fu meno colpito dal rapimento che si sapeva essergli<br />
solito, che dalla voce miracolosa uscita dalla bocca del Crocefisso.<br />
Era Gesù che gli diceva >.<br />
– E il <strong>Santo</strong> rispose: >.<br />
---<br />
S. Tommaso d’Aquino era raccolto un giorno in orazione. Gli apparve una delle sue sorelle, morta, già<br />
badessa di Santa Maria di Capua, per avvertirlo che essa era in Purgatorio e chiedergli un certo numero<br />
di Messe. Il <strong>Santo</strong> si arrese a questa preghiera, fece dire delle Messe e molte ne celebrò egli stesso per<br />
la defunta. Qualche tempo dopo, essa gli riapparve di nuovo per ringraziarlo del soccorso che aveva<br />
ricevuto per mezzo delle sue preghiere e delle Messe che erano state dette, secondo la sua intenzione,<br />
affrettandole la gloria di cui godeva già in cielo.<br />
3
S. Tommaso lodato da N. S.<br />
per ciò che ha scritto sull’Eucarestia.<br />
Era ai piedi degli altari, che l’angelico dottore S. Tommaso attingeva i suoi preziosi insegnamenti<br />
sull’adorabile mistero dell’Eucarestia. Là egli raccoglieva le ispirazioni soavi che ci ha lasciate<br />
nell’ufficio del SS. Sacramento.<br />
Un giorno, dopo avere scritto sul miracolo per il quale Dio conserva nella Eucarestia le sante Specie del<br />
pane e del vino private della loro sostanza, depose ciò che aveva scritto sull’altare davanti al<br />
divin Maestro, e alzando gli occhi verso l’immagine di Gesù Crocifisso, gli rivolse questa preghiera:<br />
>. Nostro Signore gli apparve, e<br />
mostrandosi a lui sopra l’altare, gli disse queste dolci parole: >. S. Tommaso, continuando a pregare, fu elevato di terra<br />
all’altezza di un cubito, in presenza del priore del monastero e di molti religiosi che accorsero per<br />
essere testimoni del miracolo, con il quale Gesù glorificava il dottore dell’Eucarestia.<br />
Beato Giovanni d’Avila.<br />
Il beato Giovanni d’Avila ebbe la felicità di ispirare ai suoi discepoli l’ardente devozione che esso<br />
aveva per l’Augusto Sacramento, e Dio lo ricompensò con <strong>miracoli</strong>.<br />
Il P. Centenares, per esempio, che lo aveva condotto nei quartieri più poveri della Lerra Mornia, fu<br />
svegliato nella notte e pregato di portare il S. Viatico a un ammalato.<br />
Esso esitò dapprima a causa del cattivo tempo ed ignorando le strade che doveva prendere, ma infine si<br />
mise in cammino. All’uscire della Cappella, due giovani di aspetto celeste si mettono ai suoi lati e<br />
l’accompagnano con bei ceri accesi.<br />
Al ritorno i due sconosciuti lo seguivano ancora, e quando il SS. Sacramento fu rimesso nel<br />
tabernacolo, essi disparvero ad un tratto. Il Centenares, impressionato del fatto, come lo si può pensare,<br />
non credette far di meglio che scriverne al beato. Ma nel momento in cui stava per mandare la sua<br />
lettera, ne ricevette una di Giovanni d’Avila. >.<br />
4
Il cieco e l’Eucarestia.<br />
La Controversia, giornale di Madrid, riportava nel 1888 il fatto seguente:<br />
<br />
>.<br />
Questo meraviglioso miracolo rianimi la nostra fede nella presenza reale di Gesù nel SS. Sacramento<br />
dei nostri altari; e ci ecciti a comunicarci con grande fervore ed a visitare ogni giorno l’Ospite divino<br />
che si è costituito prigioniero di amore nei nostri santi tabernacoli.<br />
Nel 1381 alcuni briganti spezzarono un giorno il tabernacolo e si impadronirono dell’Ostensorio che<br />
racchiudeva le Ostie miracolose trovate intatte, poco tempo prima, in fondo a un pozzo della città di<br />
Deggendorf in Baviera, gettate là da alcuni profanatori; ma si ebbe la gioia, constatando il sacrilegio, di<br />
trovare intatto, in un cantuccio del tabernacolo, il cilindro di cristallo che racchiudeva le preziose Ostie.<br />
Oggi ancora Deggendorf è mèta di pellegrinaggio rinomatissima; vi si vede sempre una folla<br />
innumerevole di persone, specialmente nell’epoca che si chiama il tempo di grazia, cioè da S. Michele<br />
fino al 4 Ottobre. Le dieci Ostie, ingiallite un po’ dal tempo, ma intatte, sono state esaminate<br />
recentemente da Mons. Vescovo di Ratisbona che ha confermata l’autorizzazione di esporle alla<br />
venerazione pubblica.<br />
S. Gregorio.<br />
Un giorno mentre il Papa S. Gregorio I stava per dare la santa Comunione, durante la sua Messa, ad<br />
una matrona romana, ecco che l’Ostia gli si cambiò in carne viva alla vista di tutti, riempiendo gli<br />
animi di timore e di amor di Dio!<br />
Un altro giorno mentre S. Gregorio VII celebrava la S. Messa, lo <strong>Spirito</strong> <strong>Santo</strong> sotto forma di<br />
colomba scese dal cielo adombrandogli il capo con le ali spiegate.<br />
Se Dio operò il primo dei due suddetti <strong>miracoli</strong> per confermare gli animi nella fede di questo grande<br />
mistero, fece il secondo certamente per provare l’assistenza dello <strong>Spirito</strong> <strong>Santo</strong>; il quale, sebbene non<br />
sempre visibilmente, pure non manca mai al Vicario di Gesù Cristo.<br />
5
La SS. Eucarestia e le api.<br />
Due ladroni avevano rubato un ciborio d’argento, e traversando una selva, gettarono le sante Particole<br />
ai piedi di un alveare selvatico. Questa profanazione fu per lungo tempo ignorata. Finalmente un<br />
giardiniere, passando di là sull’albeggiare, udì un mormorio melodioso, che pareva uscire da un denso<br />
sciame di api, e non si fermo molto senza badare alla ragione di quel fenomeno. Ma fu ben maggiore la<br />
meraviglia quando il giorno seguente e altri ancora, ripassando di là prima del giorno, vide sopra<br />
all’alveare una luce straordinaria con uno sciame di api , le quali si agitavano festose quasi brillasse il<br />
più bel raggio di sole.<br />
Questo fatto parve soprannaturale al buon giardiniere, che ne parlò ad un sacerdote amico, e questi al<br />
vescovo, il quale, esaminata di persona la novità, constatò e riconobbe anche egli il prodigio, e<br />
convocato il popolo, ritornò con esso in devota processione sul luogo. Attorniato l’alveare, vi fanno<br />
un’apertura che basti a vedere quello che fosse all’interno; ed oh stupore! Vi scorgono una specie di<br />
altare in cera lavorato a meraviglia con un ciborio in cera pur esso, contenente le sacre Ostie.<br />
Non è difficile immaginare le lacrime, le lodi, lo slancio di fede con cui fu recato alla chiesa vicina quel<br />
prezioso ciborio, il quale, collocato nel tabernacolo, restò per lunghi anni a testimonianza del miracolo.<br />
1381. Miracolo di Nordlingen.<br />
Nel 1381 un abitante di Nordlingen, trovandosi gravemente ammalato, si fece portare il <strong>Santo</strong> Viatico.<br />
La camera dove riposava il moribondo era al primo piano della casa. Sotto il peso di una turba di<br />
persone che assistevano, la vòlta crollò nel tempo stesso in cui il sacerdote, tenendo in mano la santa<br />
Ostia, stava per comunicare il malato. Il ciborio sfuggi dalle sue mani e le sante Ostie si sparpagliarono<br />
tra le rovine.<br />
Passato il primo momento di spavento, sacerdote e laici cercarono con la maggior cura le sante<br />
specie, e il loro zelo fu ricompensato. Le preziose Particole furono ritrovate intatte. Mancava ancora<br />
un’Ostia, ma tutte le ricerche furono vane.<br />
Si prese quindi la decisione di ridurre in cenere i rottami ammonticchiati. Ma quando il fuoco ebbe<br />
tutto consumato, quale non fu l’ammirazione generale, scorgendo l’Ostia tanto desiderata, intera,<br />
bianca e pulita come se il sacerdote l’avesse in quel momento tolta dal ciborio!<br />
Più tardi, nel luogo dove si compì il prodigio, venne innalzata una cappella, poi una chiesa con un<br />
monastero di Carmelitani.<br />
6
Un protestante davanti all’Eucarestia.<br />
Fra i soldati dell’armata francese di occupazione a Roma, nel 1853, si trovava un giovane protestante di<br />
Alsazia, che aveva ricevuto una distinta educazione, ma che ignorava profondamente le cose più<br />
elementari di religione.<br />
Esso cadde malato. Trasportato a S. Andrea del Noviziato, il cappellano, uomo pieno di zelo, si prese<br />
a cuore la salute di quell’anima cieca ma pur retta ed amica delle cose intellettuali.<br />
I primi abboccamenti ebbero poco risultato; solamente, il giovane sottufficiale chiese al prete qualche<br />
libro per passare il tempo. Gli si dettero i racconti del canonico Schmidt. >.<br />
Lesse tuttavia quel libro, che conviene a tutte le età, lo rilesse e vi rivide un’immagine della sua<br />
tranquilla infanzia; esso uscì dall’ospedale perfettamente disgustato dei grossolani piaceri che seducono<br />
tanti disgraziati. Questo era un primo passo.<br />
Un giorno che egli sorvegliava una squadra, il soldato in sentinella gridò: >. Tutti<br />
corsero a ordinarsi nella via, a capo il sottufficiale protestante, per piegare il ginocchio e presentare le<br />
armi davanti al Santissimo Sacramento che passava. Il prete secondo l’uso li benedisse.<br />
Che succedette in quel momento? Fu il segreto della misericordia divina.<br />
>.<br />
Una seconda malattia lo riportò all’ospedale. Egli lesse questa volta le apologie più solide, cominciò a<br />
fare qualche preghiera, ascoltò la voce del cappellano, aprì l’orecchio alla voce interna che lo<br />
sollecitava, volle assistere alla santa Messa.<br />
Tre anni dopo, un predicatore novizio saliva la cattedra di S. Luigi dei Francesi a Roma stessa, e<br />
diceva ai soldati riuniti intorno a lui: >.<br />
Il protestante era diventato prete cattolico.<br />
Santa Geltrude.<br />
Un giorno santa Geltrude stava per avvicinarsi al celeste banchetto ed era estremamente afflitta di non<br />
essere preparata come desiderava: essa pregò Maria e gli eletti del cielo d’offrire a Dio tutto ciò che<br />
essi avevano fatto di più meritorio per disporvisi. Allora il Salvatore le apparve e le indirizzò alcune<br />
parole che le fecero conoscere che il suo desiderio gli era stato molto gradito.<br />
E’ dunque un’eccellente maniera di prepararsi alla Comunione quella di desiderare di riceverla con<br />
tutto il fervore che ebbero i più grandi santi quando essi stessi la ricevevano.<br />
7
Nel mese di Maggio 1869, dice Mgr. Di Sègur, una pia giovinetta fu assolutamente condannata dai<br />
medici. Essa era colpita da un male interno talmente grave, che il medico dell’ospedale, dove l’avevano<br />
portata, fece avvertire altri due medici per constatare, diceva, un caso del quale non aveva incontrato<br />
che un solo esempio nella sua carriera medica. La povera Maria, così si chiamava la giovinetta, soffriva<br />
atroci dolori, e le si erano fatte senza successo operazioni dolorosissime. Il medico la dichiarò perduta,<br />
senza speranza. Un bel giorno essa si sentì come ispirata di votarsi al Sacro Cuore di Gesù, e di fare in<br />
suo onore due voti se il buon Dio si degnava guarirla: voto di castità perpetua e voto di farsi suora di<br />
carità. Essa me ne parlò, io le dissi di seguire la sua ispirazione, e di fare il suo doppio voto<br />
comunicandosi il domani.<br />
Ritornai a vederla qualche ora dopo che si era comunicata. >.<br />
E infatti, cinque o sei giorni più tardi la buona Maria cominciava ad alzarsi, ed al termine di un mese<br />
potè ritornare presso sua madre e preparare con essa il suo piccolo corredo di novizia. Essa si è fatta<br />
suora e attualmente cura i malati con una abnegazione uguale alla sua salute.<br />
1859. Arabghir in America.<br />
Beato Ladislao di Gielniow.<br />
Nacque in Gielniow, paesino della diocesi di Gnesen, nel regno di Polonia.<br />
Gesù l’amante purissimo delle anime, accarezzò coi zefiri delle ispirazioni divine l’adolescenza di<br />
Ladislao, il quale corrispose subito ai carismi della grazia, abbracciando in Varsavia, l’Ordine dei<br />
Minori. Una profonda umiltà, un’obbedienza impareggiabile, una purezza virginea meravigliosa, un<br />
ardentissimo zelo per l’osservanza accurata della regola francescana e un intenso amore alla Croce,<br />
erano i fiori olezzanti di quell’anima privilegiata. E Dio, che non si lascia vincere in gentilezza dalle<br />
sue creature, chiamò ben presto l’anima di Ladislao al meritato premio.<br />
Era un Venerdì <strong>Santo</strong> dell’anno 1505. Mentre il <strong>Santo</strong> narra al popolo di Varsavia la Passione di Gesù<br />
Cristo, si trasfigura repentemente in viso, è rapito in estasi luminosa e sale in aria al di sopra del<br />
pulpito, in vista dell’immensa moltitudine. Ma che? Tornato in cella è colto dai brividi della febbre e si<br />
è addormentato nel Signore.<br />
Egli è uno dei Patroni principali della Polonia, e la sua tomba, venerata nella Chiesa dei Frati Minori<br />
di Varsavia, rifulge per <strong>miracoli</strong> strepitosi.<br />
8
Una donna di età avanzata, aveva volontariamente mangiata della carne offerta agli idoli.<br />
Dopo quest’atto di idolatria, essa riuscì ad unirsi ai fedeli e partecipò furtivamente ai santi misteri.<br />
Essa aveva ingannati gli uomini e credeva di ingannare Dio; ma la vendetta divina non lasciò lungo<br />
tempo impunito il sacrilegio. L’alimento sacro che aveva preso alla sacra Mensa si cambiò ad un tratto<br />
in una spada di fuoco che ne straziava le visceri. Dopo essersi torta fra convulsioni violente, entrò in<br />
furore, si morse la lingua per punirla di avere profanato il Corpo divino, e cercando di uccidersi da sè<br />
stessa, spirò in mezzo agli eccessi della rabbia e della disperazione.<br />
Quarto Secolo.<br />
Donatisti profanatori divorati dai cani.<br />
<strong>Santo</strong> Optato, vescovo di Milève in Numidia, fu uno dei più illustri difensori della fede nel IV secolo:<br />
esso scrisse contro i donatisti che desolavano particolarmente la Chiesa di Cartagine.<br />
Ecco com’egli si volge a quei settari che si abbandonavano nelle chiese ad ogni sorta di eccessi:<br />
.<br />
1790. Vinz – la -Chièsaz.<br />
Al principio della rivoluzione, un parrocchiano di Vinz-la –Chièsaz domandò al suo curato un biglietto<br />
per andare a confessarsi ad Annecy, e ritornato nella chiesa della sua parrocchia, nel momento in cui il<br />
suo curato diceva la Messa, gettò per disprezzo il biglietto sulle sante Ostie quando il curato distribuiva<br />
la santa Comunione.<br />
All’istante stesso, il suo braccio si ritira e resta nell’attitudine nella quale aveva gettato il biglietto.<br />
Portò sempre il braccio steso, con crudeli dolori, senza poter mai dargli altra direzione e l’anno<br />
seguente, lo stesso giorno, alla stessa ora, morì nell’empietà come aveva vissuto.<br />
9
1380 e 1652. Boxtel e hoogstraten.<br />
Corporale e tovaglie insanguinate.<br />
Boxtel è una piccola città situata a due leghe da Bois-le-Duc, in Olanda. Essa fu nel 1380 teatro di un<br />
miracolo meraviglioso.<br />
Un prete, chiamato Aacker, rettore della chiesa dello <strong>Spirito</strong> <strong>Santo</strong> a Tenche, offriva il santo Sacrificio<br />
nella chiesa di S. Pietro di Boxtel, all’altare dei Re Magi, quand’ebbe la disgrazia di versare il calice,<br />
dopo la consacrazione. Nel momento stesso in cui il prezioso sangue si spandeva, il colore del vino, che<br />
era bianco e chiarissimo, si cambiò in macchie di sangue rosso che tinse il corporale e le tovaglie<br />
dell’altare. Il celebrante fu atterrito a tanto prodigio, operato sotto i suoi occhi. Risoluto di tenere la<br />
cosa segreta, portò a casa sua il corporale e le tovaglie, con l’intenzione di lavarle e di riportarle<br />
quando le macchie di sangue fossero sparite. Purificò dunque le biancherie sacre; ma con un’emozione<br />
facile a comprendersi, si accorse presto che l’acqua non aveva nessun effetto sulle tracce misteriose;<br />
andò allora nel ruscello vicino che si getta nella Dummel, sperando che lavandole in quell’acqua<br />
corrente riuscirebbe meglio; fu pena inutile, le macchie di sangue restavano visibili come nel primo<br />
momento. Si decise allora a rendere le biancherie sacre alla chiesa di Boxtel ed a confessare il<br />
miracolo.<br />
Il miracolo, divulgandosi, fece una profonda impressione sui fedeli ed eccitò la loro devozione verso<br />
quegli arredi sacri. L’affluenza dei pellegrini che andarono a venerare il santo Sangue di Boxtel,<br />
divenne sempre maggiore. Essi andavano a bere nel ruscello nel quale il prete aveva lavato il corporale<br />
e le tovaglie insanguinate, e molti ottennero per questo mezzo la guarigione delle loro malattie, e altri<br />
furono liberati dagli spiriti maligni.<br />
Gesù amore! Gesù! Gesù!<br />
A Viluena, in Spagna, nel 1601, il <strong>Santo</strong> ciborio uscì dal tabernacolo che si era incendiato, e andò a<br />
porsi su una lastra a quindici piedi dall’altare; lo si trovò ancora ricoperto della stoffa cremisi che il<br />
fuoco aveva lasciata intatta: tre scintille solamente erano sulla stoffa e vi brillavano come pietre<br />
preziose senza consumarla.<br />
O morire, o amare!<br />
S. Francesco di Sales.<br />
10
1592. L’Escuriale in Spagna.<br />
Il discepolo di Zwingle e l’Ostia di Gorkum.<br />
Si conserva nel monastero reale di S. Lorenzo nell’Escuriale in Spagna una S. Ostia miracolosa, che è<br />
restata per molti secoli senza corrompersi. Ecco ciò che dice la storia del monastero, scritta da<br />
Giuseppe Quevedo.<br />
Mentre i Paesi Bassi erano desolati da guerre sanguinose, gli eretici zwingliensi entrarono per<br />
violenza a Gorkum, città di Olanda, e seguendo la loro barbara e sacrilega abitudine, profanarono i<br />
templi, rovesciarono le statue, e nella chiesa cattedrale portarono il loro furore sino a rubare il ciborio;<br />
gettate poi le particole consacrate sul suolo, si misero a pestarle coi piedi.<br />
Quella che si conserva nell’Escuriale porta ancora le tracce dei chiodi in tre punti dove il sangue<br />
cominciava ad uscire quando si commise un così orribile sacrilegio. Uno dei zwingliensi, che notò una<br />
così grande meraviglia, si sentì pieno di rispetto e di venerazione e <strong>nello</strong> stesso tempo di terrore alla<br />
vista dell’orribile profanazione che aveva commesso. Un tremito nervoso paralizzò i suoi movimenti,<br />
voleva avvicinarsi all’Ostia miracolosa per prenderla, ma una forza sovrumana glielo impediva;<br />
infine, tutto fuori di sé, riuscì ad uscire di chiesa e raccontò l’avvenimento al sacerdote Giovanni<br />
Wander Delpht. Il prelato, accompagnato dall’eretico già convertito, andò al santuario, prese l’Ostia, e<br />
con grandi precauzioni uscirono da Gorkum scansando gli eretici, ed andarono a Malines dove<br />
deposero il loro tesoro in un convento di religiosi Francescani. Il discepolo di Zwingle non volle<br />
separarsi dal Sacramento miracoloso. Abiurò i suoi errori e si fece religioso in quel convento, per così<br />
espiare meglio il suo sacrilegio.<br />
L’Ostia fu per qualche tempo venerata in quel convento, ma temendo che gli eretici andassero anche a<br />
Malines, fu trasportata a Vienna, poi a Praga e infine in Spagna.<br />
Un vecchio contadino cinese si presentò un dì al missionario che era nel suo villaggio,<br />
manifestandogli un vivo desiderio che in quel paese venisse fabbricata una chiesa. >.<br />
>. Il missionario, che da più anni l’aveva veduto<br />
menare una vita assai povera e stentata, lo credette impotente a fare quanto prometteva, e gli faceva<br />
notare che il villaggio, essendo un po’ grosso, richiedeva una chiesa alquanto grande, e che occorreva<br />
per lo meno una somma di 2000 scudi. >. Il missionario volle sapere in quale maniera egli si fosse<br />
procurata una così grossa somma, ed ebbe ben motivo di stupore all’intendere, che quel fervente<br />
cristiano già da quarant’anni aveva concepito il progetto di fabbricare la chiesa, e prima di morire<br />
voleva avere la consolazione di effettuarlo. A tale scopo, per accumulare il danaro occorrente, si era<br />
volontariamente condannato ad una vita stentatissima, risparmiando quanto sopravvanzava a quello che<br />
eragli strettamente necessario al cibo e al vestito più triviale. Giovi questo esempio ad incuorare ogni<br />
cristiano a concorrere con zelo secondo le proprie forze alla fabbrica, alla riparazione, all’ornamento<br />
delle chiese, che sono la casa di Dio in terra.<br />
11
1567. Napoli. La peste e il SS. Sacramento.<br />
Il monte illuminato.<br />
Nell’anno 1567 la peste infieriva nel regno di Napoli e specialmente nel territorio di Cava: il crudele<br />
flagello fece molte vittime nei villaggi situati ai piedi di Monte Castello, e alcuni paesi furono quasi<br />
interamente distrutti. Un vecchio prete, per paura, si era isolato e rinchiuso nella sua casa; ma un<br />
giorno, essendo morti tutti i preti appartenenti alla parrocchia, non sentì più suonare la Messa e<br />
malgrado il terrore che sentiva a questa nuova, il giorno dopo andò alla chiesa per celebrarvi i santi<br />
misteri. Solo una quindicina di donne si riunirono al suono della campana. Al momento della<br />
consacrazione restò lungo tempo in preghiera, e terminata la Messa disse alle donne di seguirlo in<br />
sagrestia. Poi distribuì loro l’ombrellino, il turibolo, i ceri accesi, e, seguendo un’ispirazione che<br />
credeva venire dal cielo, portò il SS. Sacramento sulla cima della montagna per benedire di lassù i<br />
paesi così duramente provati.<br />
Il devoto corteo si mise dunque in cammino, e giunto alla vetta, il prete tracciò da diverse parti sulle<br />
campagne circostanti il segno di croce con l’Ostia di salute. Da quel giorno il flagello cessò non<br />
solamente nel territorio di Cava, ma in tutto il regno di Napoli.<br />
Ogni anno, in memoria di questo avvenimento, si rinnova solennemente la benedizione data dal<br />
vecchio sacerdote in un giorno di così grande tristezza. La processione che parte dalla chiesa<br />
dell’Annunziata, ai piedi del monte, non si compone che di uomini. Niente eguaglia la bellezza dello<br />
spettacolo che presenta questa cerimonia nel momento in cui il monte s’illumina di mille fuochi, per<br />
annunziare a tutti i popoli circostanti che il SS. Sacramento è salito sino alla sommità; l’Ostia santa vi<br />
resta esposta per un’ora che i fedeli passano nella preghiera e nel raccoglimento più profondo. Data poi<br />
la benedizione, il corteo ridiscende lentamente la montagna.<br />
I Riti <strong>Eucaristici</strong><br />
giudicati da un protestante.<br />
Il protestante Isidorus nell’opera sua capitale scrive: >.<br />
12
S. Francesco di Paola.<br />
Una mattina S. Francesco di Paola stava pregando davanti all’altare maggiore, considerando l’infinita<br />
bontà del Redentore, il quale lasciasi immolare ogni giorno all’Eterno suo Padre per sviscerato amore<br />
che porta al genere umano; e i suoi religiosi lo videro elevarsi sei cubiti da terra, con le ginocchia<br />
piegate, le mani giunte, e con gli occhi rivolti al cielo. Celesti encomiatori lo circondavano; il suo viso<br />
splendeva come un astro e il suo corpo sembrava trasparente e diafano quasi di cristallo; sul capo aveva<br />
tre corone di pietre preziose, simbolo delle ricompense dovute alle sue grandi virtù: la purità, la carità e<br />
la devozione al SS. Sacramento.<br />
Era per certo una sorprendente meraviglia codesta trasformazione, ma eccone un’altra non meno<br />
sorprendente.<br />
Ferdinando I re di Napoli, ingannato da false relazioni di alcuni calunniatori, mandò un distaccamento<br />
di soldati a prendere Francesco e condurlo a Napoli in prigione. Egli era nella chiesa prostrato davanti<br />
al SS. Sacramento: i soldati entrarono, lo cercano per ogni parte, passano davanti e dietro di lui e così<br />
vicino da toccarne il lembo dell’abito, ma non lo vedono e sarebbero partiti senza rinvenirlo, se<br />
Francesco stesso non si fosse alzato e avesse detto loro: >.<br />
Attoniti di questa improvvisa apparizione, quegli uomini riconobbero il miracolo, e gettatisi in<br />
ginocchio ai piedi del <strong>Santo</strong> lo supplicarono che volesse lor perdonare. Il racconto che essi ne fecero al<br />
re, ritornando a Napoli, cangiò in benevolenza le cattive disposizioni che aveva a suo riguardo.<br />
* * *<br />
S. Francesco di Paola, glorioso taumaturgo, di cui l’Italia giustamente mena vanto, che santificò<br />
eziandio la Francia, fondatore dell'Ordine dei Minimi, fu tra i più favoriti di grazie straordinarie,<br />
relativamente al S. Sacrificio.<br />
Ancor fanciullo, egli, secondo l’uso di quei tempi, essendo stato offerto per un anno, dai suoi genitori,<br />
ad un convento di Minori, fu vestito dell’abito religioso, e da quel momento cominciarono le<br />
meraviglie di quest’anima prediletta.<br />
Alle volte fu visto in due luoghi al tempo stesso, ed altre volte era rapito in estasi per ore e ore.<br />
Si stava per celebrare una Messa solenne, il sacrestano gli comandò di recarsi a prendere il fuoco per il<br />
turibolo. Egli vi si recò subito, e non avendo recipiente dove mettere i carboni accesi,, se li portò sulla<br />
mano, come se fossero freddi ciottoli, e postili nell’incensiere si cambiarono in belle rose sotto gli<br />
occhi di tutti i religiosi.<br />
Allorquando fu fondato da lui l’Ordine dei Minimi il suo zelo per la SS. Eucarestia s’accrebbe ancora.<br />
Spesso, durante l’adorazione, egli era veduto cinto di fiamme celesti, ed è tradizione fra i suoi religiosi,<br />
che il suo soffio più volte bastasse ad accendere le lampade, compiacendosi Iddio di mostrare con tal<br />
modo quanto quel cuore fosse acceso d’amor divino.<br />
Un giorno con la sua cordicella accese le lampade spente; un’altra volta durante una festa, essendo già<br />
sacerdote all’altare, il chierico si accorse non esservi lume per accendere le candele e corse a cercarne<br />
in cucina, che era di là molto lontana; sopravvenne intanto Francesco tenendo in mano un cero acceso:<br />
egli si reca al suo posto ed adora Nostro Signore, indi accortosi dei lumi che mancavano, inclinando<br />
leggermente il suo cero, sembrò far segno a quelli dell’altare, i quali subito si accesero. Per questo gli<br />
spettatori non si poterono contenere dall’esclamare: Miracolo! Miracolo!<br />
13
Sant’ Isidoro.<br />
Sant’ Isidoro era un povero contadino spagnolo delle campagne di Madrid, e tutto il suo amore lo<br />
riponeva in Gesù Sacramentato.<br />
Si alzava al mattino presto, visitava le chiese di Madrid, e ascoltava quante più Messe poteva.<br />
Ora, sebbene arrivasse molto tardi al lavoro, trovava sempre alla sera d’aver fatto moltissimo, perché<br />
gli Angeli aravano con lui e per lui, e lo aiutavano. Una volta il suo padrone venne per coglierlo sul<br />
fatto e sgridarlo, che per star tanto in chiesa trascurasse i lavori campestri; ma, giunto sul luogo, vide da<br />
lontano un secondo aratro con due buoi, bianchi come la neve, che aravano insieme con lui.<br />
Ora, avvicinandosi ad Isidoro, lo trovò solo, e gli chiese chi fossero quelli che avevano arato con lui, ed<br />
il <strong>Santo</strong> rispose: >.<br />
In tal modo il padrone restò persuaso che gli Angeli aiutassero Isidoro, supplendo per lui nel tempo che<br />
esso impiegava in udire parecchie Messe. Una volta, in giorno di lavoro, non avendo potuto il servo di<br />
Dio udire le Messe che voleva, ne fu afflitto; e nel dopopranzo andò alla chiesa di Sant’ Andrea: ma,<br />
trovatala chiusa, s’inginocchio alla porta. Qui fu rapito in estasi meravigliosa, in cui si aprirono le porte<br />
del cielo, e vide i Beati che celebravano una Messa con immensa solennità: egli l’ascoltò con maggior<br />
fervore possibile, e poi ritornò ai sensi pieno di giubilo e di gaudio dello <strong>Spirito</strong> <strong>Santo</strong>.<br />
Gli Angeli e il <strong>Santo</strong> Viatico.<br />
S. Vincenzo in Spagna.<br />
Presso S. Vincenzo della Roquette, sulla grande strada, si eleva un modesto oratorio, eretto per<br />
perpetuare la memoria di un miracolo che la tradizione racconta così: Il curato di S. Martino portava il<br />
santo Viatico a un malato in una fattoria di sua giurisdizione, senza aver preso cura di esaminare, prima<br />
di partire, il ciborio, che per caso non conteneva che una sola Ostia consacrata.<br />
Il corteo si avanzava con una lentezza rispettosa, quando, passando vicino al ponte dove ora si vede<br />
l’oratorio, si scorse un giovane di una bellezza straordinaria, che si mise in ginocchio in adorazione<br />
all’avvicinarsi del Signore: la sua attitudine era così ammirabile, che attirò l’attenzione generale.<br />
Giunto presso il malato, il prete gli dette l’Ostia intera senza conservarne almeno un frammento per il<br />
ritorno. Ora, quando il corteo ripasso presso il luogo dove si era veduto quello sconosciuto, si notò che<br />
questi, lungi dal prostrarsi come la prima volta, non si scoprì nemmeno il capo.<br />
Gli astanti sorpresi e offesi di questa mancanza di rispetto, lo biasimarono vivamente. Ma il giovane<br />
avvicinatosi ai preti che portavano il baldacchino: >.<br />
Si riportarono queste parole al curato, che restò stupefatto di vedere la sua colpa scoperta: >.<br />
A queste parole si voltò per vedere il giovane che aveva potuto penetrare questo segreto, ma era<br />
scomparso. Si riconobbe allora che quello era un Angelo mandato dal Signore per scongiurare in<br />
avvenire tali negligenze. Fu per questo che si fabbricò un oratorio presso S. Vincenzo della Roquette.<br />
14
Un sacerdote<br />
meravigliosamente assistito da Maria.<br />
Se è cosa meravigliosa vedere gli Angeli rendere omaggio al <strong>Santo</strong> sacrificio della Messa, quali<br />
sarebbero i nostri sentimenti se ci fosse dato vedere la stessa Regina degli Angeli, testimoniare a questo<br />
augusto Mistero una riverenza ammirabile?<br />
Maria spesso ha assistito alla Messa: ecco un fatto conosciuto:<br />
un venerabile sacerdote celebrava un giorno la santa Messa ed il chierico che lo serviva, dopo avergli<br />
presentato l’acqua e il vino all’Offertorio, rientrò in sacrestia, credendo di poter tornare a tempo per<br />
rispondere al Prefazio. Ma non arrivò così presto. Il sacerdote, che non si era accorto della sua assenza,<br />
cominciò il Prefazio e con grande meraviglia degli astanti la statua della Vergine, posta sopra al<br />
tabernacolo, rispose con voce chiara e sonora: Amen – Et cum spiritu tuo – Habemus ad – Dominum –<br />
e il resto. Il buon sacerdote fu talmente sorpreso di sentire queste risposte che penò molto a continuare<br />
il Sacrificio.<br />
Si può trovare in cielo o sulla terra un servente della Messa la cui santità avvicini Colei che volle<br />
dimostrare così il suo rispetto e la sua venerazione per il sublime Mistero dell’altare?<br />
1668. Miracolo degli Uhnes.<br />
Il sabato 2 Giugno 1668 nell’Ottava del Corpus Domini, alla vista di più di cento persone per più di un<br />
quarto d’ora, Gesù Cristo si mostrò in forma umana, Si formò come una piccola nube bianca sul<br />
cristallo dell’ostensorio al principio come alla fine dell’apparizione. Si vide la figura del Salvatore che<br />
copriva tutta l’Ostia; teneva le mani una sopra l’altra come legate ed era vestito di bianco.<br />
Il Salvatore aveva i capelli di un bruno chiaro sciolti sulle spalle, divisi sulla fronte. Apparve come un<br />
giovane di circa venticinque anni, con gli occhi scintillanti che guardavano il popolo, la testa un po’<br />
china sulla spalla destra, la barba divisa in due parti.<br />
Il miracolo si operò quando si cantarono le parole del Pange lingua: Verbum caro, panem verum.<br />
Il curato se ne accorse per primo, e dubitando che i suoi occhi lo ingannassero, domandò al vicario se<br />
vedeva niente nell’Ostia, Il vicario rispose che vi vedeva la forma di un giovane e <strong>nello</strong> stesso tempo<br />
s’alzo ed ebbe l’ardire di prendere l’ostensorio e di porlo sull’altare di dove gli assistenti poterono<br />
contemplare l’apparizione.<br />
Il curato si voltò e disse a voce alta: Se vi è tra voi qualche incredulo, che dubiti della presenza reale di<br />
Nostro Signore nel SS. Sacramento, si avvicini: ecco Nostro Signore.<br />
A queste parole molte persone si avvicinarono e videro distintamente la figura di Nostro Signore. Un<br />
prodigio così straordinario commosse tutti i presenti.<br />
Il vescovo d’Angers fece fare un serio esame del miracolo e infine ordinò che si conservasse l’Ostia<br />
nella Chiesa. Si conservò infatti fino ai giorni nefasti della Rivoluzione.<br />
15
XIII Secolo. – Ettiswyll, in Svizzera.<br />
Il <strong>Santo</strong> Sacramento ritrovato in un fiore.<br />
Il curato di Ettiswyll, nel cantone di Lucerna ( Svizzera ), doveva portare il santo Viatico ad un<br />
malato della campagna, un giorno che le piogge avevano reso le strade impraticabili. Eppure egli si<br />
mise in cammino, ma dopo una marcia penosa, giunse in un luogo dove il sentiero riempito di fango<br />
formava una vera fossa. Non avendo più la libertà dei movimenti, fece un passo falso e cadde.<br />
Nella caduta il ciborio si aprì e l’Ostia Santa cadde nella melma, dove disparve senza che fosse<br />
possibile ritrovarne la traccia. Profondamente afflitto di questa perdita di cui si credeva responsabile, il<br />
prete s’inginocchia in mezzo al fango e ripete piangendo: >. E Dio non potè<br />
resistere a questa umile preghiera dettata da una fede così ardente.<br />
Dal fango esce tutto ad un tratto una piccola pianta che porta alla sua cima un bottone: ingrandisce<br />
rapidamente, e a misura che lo stelo si eleva, agli occhi del sacerdote meravigliato il bottone<br />
ingrandisce, poi, aprendosi a poco a poco, si trasforma in un largo fiore i cui ricchi colori e il profumo<br />
soave erano sconosciuti in quella contrada: e la Santa Ostia, di una bianchezza immacolata, brillava nel<br />
calice di questo fiore, che senza dubbio gli Angeli avevano fatto sbocciare per onorare quello che la<br />
Scrittura chiama >.<br />
S’immagini con che gioia il curato raccolse il Sacramento, così miracolosamente preservato, e continuò<br />
la sua via verso la dimora del moribondo, che doveva consolare! Il ricordo di questo miracolo,<br />
raccontato da molti autori antichi, è stato conservato in uno dei magnifici quadri che sono esposti nella<br />
chiesa di S. Lorenzo in Milano.<br />
Santa Matilde.<br />
Spesso, forse non sentiremo in noi quella devozione ardente e quei desideri che vorremmo possedere<br />
per ricevere un padrone così eccellente. Applichiamoci allora a desiderarli; con questo suppliremo a ciò<br />
che ci manca, poiché Dio che guarda l’intenzione ci terrà conto della nostra buona volontà.<br />
Ecco ciò che Gesù rivelò un giorno a Santa Matilde: >.<br />
16
Narra il Verme, e lo riferisce S. Alfonso de’ Liguori, che in una chiesa, perché lì si commettevano<br />
irriverenze, quando il sacerdote elevò la sacra Ostia, si sentì una voce terribile che disse: Popolo, io mi<br />
parto. Poi si vide l’Ostia alzarsi in aria in mezzo alla chiesa, e si udì di nuovo la voce: Popolo, io mi<br />
parto. E la sacra Ostia più non si vide e subito rovinò la chiesa sopra quel popolo infelice.<br />
Il <strong>Santo</strong> Viatico<br />
procurato ed accompagnato da Maria SS.<br />
Una pia fanciulla, molto devota di Maria, povera dei beni di questo mondo e solo ricca della sua fede,<br />
stava per morire senza potere, con suo grande rammarico, ricevere il sacratissimo Corpo del suo<br />
Salvatore. La Madre d’ogni grazia venne in suo soccorso, e apparendo circondata da numeroso<br />
corteggio di Angeli al beato Olderico di Port-Mahon, che da solo attraversava una foresta, gli disse:<br />
-- Poco lontano da qui io ho una mia serva fedele che sta per morire e che desidera ardentemente di<br />
ricevere il santo Viatico. Il sacerdote della sua parrocchia è assente, ed io voglio che tu ne faccia le<br />
veci. Ti condurrò io stessa alla chiesa e dunque dall’ammalata, perché voglio essere presente alla sua<br />
Comunione. – Il beato obbedisce e prende il SS. Sacramento con tutta devozione.<br />
Maria l’accompagnava col volto luminoso e spirante una dolce maestà.<br />
Non è facile il dire quali fossero gli affetti di quella serva di Maria per tanta grazia e da quale<br />
consolazione venisse inondata l’anima sua!<br />
S. Caterina da Siena.<br />
Santa Caterina da Siena aveva una grande devozione al SS. Sacramento dell’altare, e nel giorno che lo<br />
vedeva, che lo riceveva, o parlava a un sacerdote che avesse detta la Messa, non poteva prendere cibo.<br />
Ella vedeva spesso, tra le mani del sacerdote, all’elevazione dell’Ostia, un bel fanciullo, oppure un<br />
fuoco ardente, o sentiva un soave profumo.<br />
Qualche volta Gesù la comunicava con le proprie mani. Un giorno le fece applicare le labbra sulla<br />
piaga aperta del suo costato. Dopo di questa grazia, così straordinaria, Caterina non visse che della<br />
S. Comunione: il suo stomaco non riceveva più il nutrimento materiale. Caterina dalla Quaresima<br />
all’Ascensione, si nutriva solo del pane eucaristico. Qualche giorno mangiava, ma poi tornava alla<br />
solita astinenza totale.<br />
In questo tempo di penitenza, Caterina, per non dar luogo alle critiche, andava ogni giorno con le<br />
altre compagne a tavola e si sforzava di mangiare qualche cosa; ma ogni volta, il suo stomaco rigettava<br />
ciò che aveva preso, e faceva compassione a coloro che ne erano testimoni.<br />
Il pane degli angeli solo poteva nutrire quel corpo, nel quale abitava un’anima angelica.<br />
17
Maria incoraggia a comunicarci.<br />
La santa Vergine è così desiderosa che noi riceviamo spesso il suo divin Figlio, che volle Ella stessa<br />
esortare a comunicarsi un buon religioso che un timore esagerato della sua bassezza allontanava dalla<br />
Mensa eucaristica. Questo buon frate si preparava a ricevere il Sacramento di vita, assistendo<br />
devotamente alla santa Messa, quando nelle mani del sacerdote, in luogo dell’Ostia, apparve come<br />
Gesù confitto in croce, spandendo dalla piaga dei piedi una grande abbondanza di sangue.<br />
Egli ne fu così spaventato che non osò avvicinarsi alla sacra Mensa. Terminata la Messa, la Vergine<br />
santa gli apparve e gli domandò perché non aveva ricevuto il Corpo del suo SS. Figlio. Il buon frate<br />
rispose che se n’era giudicato indegno. – Ma quando mai, riprese la Madre di Dio, sarai degno di<br />
ricevere un tal Sacramento? Prega mio figlio di renderti Egli stesso come ti vuole, e in avvenire non<br />
astenerti mai più dal comunicarti secondo i tuoi sentimenti.<br />
Racconta S. Anastasio che alcuni giovinastri, entrati un giorno in una chiesa di Alessandria, si posero<br />
a profanarla con mille irriverenze.<br />
Uno più ardito montò sulla cattedra vescovile, gesticolando indecentemente per far ridere i compagni.<br />
Poi discese e si pose intorno a quella cattedra per muoverla dal suo posto; ma lo colpì sul fatto la<br />
collera celeste: perché, non si sa come, si stacco dalla cattedra un pezzo di legno acuminato, che a<br />
forma di freccia si piantò nel ventre di quell’infelice, e foratigli gli intestini, lo distese morto sul<br />
pavimento.<br />
Il 10 Maggio 1718 D. Giovanni Scotti celebrava la sua decima Messa nella pia Opera Migliavacca.<br />
Giunto all’elevazione, fu avvertito dal procuratore Alessandro Scipione Ambrosio che l’Ostia era<br />
divisa; e mentre questi, mosso da erronea opinione dell’avvertita frattura, era corso a prendere un’altra<br />
Ostia da consacrare, il sacerdote si accorse non solo che l’Ostia era nettamente divisa per mezzo, ma<br />
che inoltre le estremità spezzate erano tutte di un colore sanguigno, e che alcune gocce di vivo sangue<br />
erano cadute sul labbro della coppa e sul piede del calice.<br />
Esterefatto si prostrò dinanzi all’Ostia miracolosa, e, sciolto in lacrime, invitò il suddetto procuratore e<br />
le figlie dell’Opera a contemplare il prodigio.<br />
Si corse ad avvisare i RR. Canonici della vicina cattedrale, e dinanzi al Vicario del S. U.<br />
dell’Inquisizione, al Provicario generale Imardi e ad altri insigni ecclesiastici, otto valentissimi medici<br />
giurarono sui santi Evangeli che quello era sangue vero e puro, e che quindi si trattava di un miracolo.<br />
Un protestante convertito.<br />
Era in un ospedale d’Italia un viaggiatore svizzero protestante, assai aggravato, il quale, vedendo gli<br />
altri comunicarsi, e sé escluso, si sentì mosso a detestazione della sua sètta, e, per desiderio di poter<br />
ricevere Gesù Sacramentato, si fece cattolico.<br />
18
Ciò che vale una Messa<br />
detta in onore di Maria.<br />
Una grande peccatrice aveva conservato in mezzo ai suoi disordini l’uso di recitare ogni giorno<br />
un ’Ave Maria, e un sabato fece dire una Messa in onore di Maria per ottenerne la protezione nell’ora<br />
della morte. Quando arrivò questo momento il demonio si presentò ad un tratto, e gettando gridi di<br />
rabbia chiese la sua anima. Ma Maria, ricordandosi della Messa offerta in suo onore dalla povera<br />
infelice, strappo dargli artigli del demonio l’anima ch’egli si disponeva a portare con sé all’inferno.<br />
>-- > -- >.<br />
- Il demonio, fulminato da questa risposta, fuggì gettando gridi furiosi, e Maria, raggiante di gioia,<br />
portò in Paradiso quest'’anima, sua gloriosa conquista.<br />
1382. Il Cavaliere del SS. Sacramento.<br />
19<br />
Laghi, c. LXXXIX.<br />
Nel giorno in cui il Concilio di Londra, sotto la presidenza di Guglielmo Courtenay, condannò le<br />
proposte dell’eresiarca Wiclef, si fece una solenne processione di penitenza e di riparazione.<br />
Il vescovo, a piedi nudi, vi assisteva col suo clero e tutti si sforzavano di riparare, con le preghiere e le<br />
lacrime, l’oltraggio fatto alla Maestà divina ed ottenere la conversione degli eretici.<br />
Il giorno dopo un cavaliere conosciuto, chiamato Cornelio Glovius, caldo partigiano di Wiclef,<br />
assisteva alla Messa nel convento dei frati Predicatori. Al momento dell’elevazione, non vide altra cosa<br />
che le specie del pane; ma quando il prete si mise a dividere l’Ostia, il cavaliere scorse distintamente<br />
tre pezzetti di carne, che non avevano alcuna apparenza di pane, poi l’ultimo pezzetto di Ostia, che il<br />
celebrante teneva al disopra del calice, riprendeva subito l’aspetto di pane e portava scritto in lettere di<br />
sangue il nome di Gesù.<br />
Solo il cavaliere fu favorito da questa visione, perché i suoi servi, interrogati, assicurarono non aver<br />
veduto nulla di straordinario.<br />
Il domani, giorno della SS. Trinità, un predicatore valente doveva parlare al popolo nella chiesa di<br />
S. Paolo. Cornelio Glovius, lo pregò di raccontare il prodigio e, alzandosi davanti a tutto il popolo, non<br />
si contentò di affermare la verità del racconto, ma disse ancora che Dio gli aveva toccato il cuore<br />
indurito. La folla era nell’ammirazione, udendo proclamare la sua fede alla presenza reale del Corpo di<br />
Gesù Cristo nell’Eucarestia, lui che pochi giorni avanti sosteneva con Wiclef, che non vi era che pane<br />
sull’altare cattolico. E nella vivacità della sua convinzione, l’ardente convertito provocava in campo<br />
chiuso chiunque osasse negare il dogma della presenza reale. Dopo essere stato fino allora nemico<br />
giurato di Cristo Sacramentato, era divenuto, per un colpo della grazia che l’aveva illuminato, il<br />
difensore e il cavaliere dell’Eucarestia.
Grandi furono le grazie che la ven. Caterina di Gesù, Carmelitana, ottenne non appena si fu chiusa nel<br />
chiostro. Una notte, levatasi di letto per recarsi in coro a fare adorazione al divin Sacramento, fu presa<br />
da una profonda tristezza, pensando alla insensibilità degli uomini, che freddi alla infinita bontà di Dio,<br />
non si ricordano d’andare a visitarlo e trattenersi alquanto con Lui, che per loro sta notte e giorno<br />
nell’augustissimo Sacramento dell’altare. Stando in questi pensieri le si fa udire come un rumore<br />
misterioso: porge attento l’orecchio e sente una soave melodia, degli Angeli che cantavano all’Ag<strong>nello</strong><br />
divino le parole dell’Apocalisse: Benedictio, claritas, sapientia, gratiarum actio, honor, virtus,et<br />
fortitudo Deo nostro in saecula saeculorum.<br />
E nel tempo stesso, illuminatisi la chiesa di celesti splendori, si udivano ancora altre preghiere, con le<br />
quali gli Spiriti celesti supplivano alla assenza degli uomini; e distribuendosi intorno all’altare<br />
porgevano i loro omaggi e moltiplicavano le benedizioni al Dio dell’Eucarestia.<br />
Maria ama Gesù in noi.<br />
E’ sopra tutto quando possediamo Gesù nel nostro cuore che Maria ci circonda della sua più materna<br />
tenerezza, perché allora vede in noi il suo carissimo Figlio.<br />
Santa Opportuna, abbadessa, essendo sul punto di morire, chiese la santa Comunione, e fu tale la sua<br />
devozione nel riceverla, che non solo Gesù le testimoniò il suo amore, ma vide anche Maria avvicinarsi<br />
al suo letto, consolarla e sostenerla nell’ultimo combattimento.<br />
La buona abbadessa raccomandò con istanza a Gesù le sue figlie e gl’interessi del monastero; mettendo<br />
poi le braccia fuori dal letto e stendendole verso Maria, come per abbracciarla, rimise la sua anima tra<br />
le sue mani, insieme al suo ultimo respiro.<br />
I divini sponsali.<br />
20<br />
Niccolao Raghi, tratt. II, c, XLVII.<br />
Maria non ha desiderio che di vederci legati al suo divin Figlio, nel Sacramento, con legami indissolubili.<br />
Un giorno, che la venerabile Maria Caterina di Gesù, Carmelitana spagnola, aveva ricevuto la Comunione,<br />
Maria le apparve tenendo Gesù bambino tra le braccia. Prendendo allora la mano di Caterina, la mise in quella<br />
del suo divin Figlio, come per sposarla a Lui. Subito dopo, la Santa entrò in sentimenti degni di questa divina<br />
alleanza, chiedendo a Gesù di essere messa a parte dei suoi dolori: e il Salvatore le dette una corona di spine di<br />
cui ella si cinse la fronte e che non lasciò più durante i ventitrè anni che visse ancora, più orgogliosa di questo<br />
diadema che le regine delle loro corone di diamanti.
714. Marsiglia.<br />
Apparizione nella chiesa dei Cordiglieri.<br />
In una lettera del 22 Dicembre 1714, Monsignor di Belsunce, vescovo di Marsiglia, fa il seguente<br />
racconto: .<br />
Monsignore conclude che, dopo un esame esatto e fatto senza precipitazione, non poteva esservi<br />
niente di naturale in ciò che si vedeva, e che bisognava procedere nell’interrogazione dei testimoni.<br />
Questa apparizione durò più di mezz’ora.<br />
Un’altissima ed antica quercia piega la sua cima fino a terra,<br />
ad attestare la verità della presenza reale di Gesù Cristo in Sacramento<br />
( Orlèans, 1575 )<br />
Il P. Pacifico da S. Gervasio, Cappuccino, fu un giorno visitato da un discepolo di Calvino, il quale<br />
negava recisamente che Nostro Signore fosse presente sotto le specie del pane e del vino dopo la<br />
consacrazione, poiché, diceva egli, le parole ><br />
furono pronunciate in un senso mistico ed allegorico; e concluse il suo discorso dicendo: >. Il Padre, senza turbarsi, gli rispose: >. L’eretico, a tale proposizione, diede<br />
in uno scoppio di risa, e con tono beffardo, non stimando possibile la cosa, assicurò che egli<br />
ammetterebbe senza esitare ogni cosa che a tal segno fosse comprovata.<br />
Il santo sacerdote allora ordina alla quercia, in nome di Gesù Cristo presente sull’altare, di comprovare<br />
questo divino Mistero inchinandosi sino a terra. Subitamente – oh potenza adorabile del Signore! –<br />
quell’albero grandioso sembra aver compreso l’ordine; abbassa i suoi rami più elevati, li piega fino al<br />
suolo e li fa strisciare sull’erba. A quella vista l’eretico, atterrito, fa il segno della croce, e confessando<br />
ad alta voce di essere convinto, detesta il suo errore, e presta fermo assenso al Mistero che egli poco<br />
prima bestemmiava.<br />
21<br />
Zac. Boverius: Ann. Cappucc.
Una conversione, frutto dell’adorazione.<br />
Un membro dell’Adorazione notturna si recava, verso la sera del Giovedì santo, alla chiesa di<br />
S. Stefano del Monte, ove doveva passare la notte, allorchè incontrò uno dei suoi amici, che aveva<br />
abbandonato ogni esercizio religioso e che da qualche anno non entrava nemmeno più in chiesa, perché<br />
nutriva un odio ostinato verso qualcuno, e voleva assolutamente vendicarsi di un insulto che aveva<br />
ricevuto. – Tu dovresti venire con me, gli disse l’adoratore. – E dove vai tu? – Vado a S. Stefano del<br />
Monte a fare un’ora di adorazione, -- Oh! Tu sai bene che io non vado più in chiesa.—E perché? – Ah!<br />
non parlare di questo.<br />
E si allontanava dall’amico, come ne avesse avuto paura. – E come? Tu non verrai con me a fare la<br />
tua visita alla chiesa, oggi, giovedì santo? Ma non sei tu dunque più cristiano? – Io non voglio venir<br />
con te, perché tu mi parli di confessione, ed io ti dico che non posso, né voglio perdonare. Lasciami<br />
tranquillo. – Ti prometto di non parlarti di confessione, né di confessore; ma, mio buon amico, oggi fa<br />
almeno questo atto di cristiano, fallo per farmi piacere; vieni.<br />
Ed in così dire lo prende sotto il braccio e lo trascina alla chiesa; poi dà ordine al capo sezione di<br />
metterlo alla prima ora. – Vedi, gli disse, tu farai con me la prima ora di adorazione, e se ti annoierai<br />
farai solo una mezz’ora, come vorrai. – Viene l’ora della riunione, si fa la preghiera, si fissano le ore di<br />
adorazione. Quegli si mette al suo genuflessorio. Da principio sembra come qualcuno che non sa<br />
possedersi, si gira e si rigira, riguarda; poi riviene la calma, mette la testa fra le mani, resta immobile,<br />
prende il fazzoletto, si asciuga due grosse lacrime, e dopo un quarto d’ora si alza risolutamente, si<br />
appressa all’amico e gli dice: -- Io non so più contenermi, sento qualche cosa che mi schiaccia, mi<br />
abbatte, mi attira: voglio subito confessarmi.<br />
Il suo amico lo riguarda stupefatto, sorpreso, esitante: -- Ma è vero quello che tu mi dici? – gli<br />
risponde. Parli seriamente? – Oh, sì, quando mi sono trovato dinanzi al SS. Sacramento mi è sembrato<br />
che qualcuno mi dicesse: perdona e vieni a me, che anch’io ti perdonerò. Da allora mille sentimenti,<br />
mille pensieri contrastano in me; bisogna ch’io mi confessi. – Piangendo di gioia, l’amico lo conduce al<br />
sacerdote.<br />
Lanciano VII secolo.<br />
Il convento di S. Francesco, nella città di Lanciano, fu segnalato da un prodigio eucaristico nel<br />
VII secolo. Un religioso era tormentato da dubbi riguardo alla consacrazione. Essendosi un giorno<br />
arrestato, durante la Messa, dopo aver pronunciate le parole della consacrazione, vide subito il pane<br />
cambiarsi in carne, il vino prendere l’aspetto di sangue.<br />
Dapprima spaventato, il monaco, che sentiva tutti i suoi dubbi dissipati, volle far conoscere ad altri<br />
questo prodigio di cui esso era stato l’occasione; invitò quindi tutti gli astanti ad avvicinarsi all’altare e<br />
mostrò loro l’Ostia prodigiosa, che fu poi conservata, per esporla ogni anno agli omaggi dei fedeli nel<br />
giorno di Pasqua.<br />
Si dette una parte di queste specie miracolose al vescovo. L’Ostia era stata divisa in cinque parti<br />
differenti; e spinto da un’ispirazione divina, il prelato pesò i diversi frammenti, e si trovò come i più<br />
grandi, il medesimo peso. Era una conferma della verità così bene cantata dal dottore angelico:<br />
>.<br />
22
L’arciduca Massimiliano.<br />
Il giovane arciduca Massimiliano, andando alla caccia del camoscio sulle montagne al nord del<br />
Tirolo, si arrampicò sugli scogli della marlinsvand, ma sdrucciolatogli il piede, cadde in un punto<br />
donde non potè più discendere, e per tre giorni rimase fra lo scoglio ed il precipizio, senza che nessuno<br />
potesse arrivare in suo soccorso. Dopo due giorni, non potendone più dalla fame e dalla sete, capì che<br />
gli sarebbe venuta meno la vita.<br />
Allora alzò la voce e supplicò che gli portassero ai piedi dello scoglio il SS. Sacramento, per finir la<br />
vita in presenza di Gesù.<br />
Tutto fu fatto con grande devozione. Il giovane Massimiliano, da quella cima inaccessibile,<br />
raccomanda la sua anima al Creatore fra le lacrime dei cortigiani, e mentre tranquillo, con le mani<br />
giunte e con gli occhi rivolti al cielo, raccomanda la sua anima a Dio, sente presso di sé una voce, e<br />
pochi momenti dopo vede un giovanetto che, accostandosi a lui, lo prende per mano e gli dice:<br />
1399. Posen.<br />
Il SS. Sacramento rispettato dai buoi.<br />
Tommaso Treta, uomo d’insigne pietà, che fu segretario del cardinale Stanislao Osio, poi canonico<br />
della chiesa di Vanni, ha fatto il racconto seguente:<br />
L’anno di grazia 1399, a Posen, nella grande Polonia, alcuni giudei si fecero portare da una donna tre<br />
Particole che essa aveva rubate in una chiesa di Domenicani. I giudei convocarono i principali dei loro<br />
correligionari, gettarono le sante Specie su d’una tavola, e le trapassarono con i loro coltelli.<br />
Il sangue sprizzò su quello che colpì per primo, e restò incancellabilmente impresso sul suo viso.<br />
Il rumore di questo fatto si sparse fra gli altri ebrei; e una donna cieca, inspirata gridò: >.<br />
Subito essa ricuperò la vista e lo proclamò pubblicamente.<br />
I colpevoli, temendo il castigo del loro delitto, gettarono le tre Ostie, prima nel fuoco, poi nel fango,<br />
infine in un pozzo, ma esse ne uscirono sempre intatte. Decisero infine di portarle in una palude vicina,<br />
e di seppellirvele; ma nella strada uno zoppo ed un infermo guarirono, e riconobbero così il passaggio<br />
di Cristo. Infine i giudei fecero un buco nella palude e vi deposero il Corpo di Nostro Signore.<br />
Quel giorno due pastori, padre e figlio avevano condotto i loro buoi nelle pasture circostanti, e<br />
siccome era l’ottava dell’Assunzione, il padre andò alla chiesa per ascoltare la Messa.<br />
Il giovane vide tutto ad un tratto uscire dalla palude ed elevarsi nell’aria tre oggetti luminosi: erano<br />
le tre Ostie consacrate. Nello stesso tempo tutti i buoi si volsero verso di esse, piegarono le ginocchia e<br />
curvarono la testa in segno di rispetto.<br />
Il giovane raccontò il fatto a suo padre, poi andò in fretta alla città, dove lo presero per un matto e lo<br />
misero in prigione. Ma Gesù stesso lo liberò facendo aprire miracolosamente la porta del carcere.<br />
Questo fatto strano decise il magistrato a consultare il vescovo. Il prelato andò alla palude con preti e<br />
fedeli. Le sante Ostie, fino allora sospese nell’aria vennero a posarsi nelle mani di un prete conosciuto<br />
per la sua pietà, e vennero portate in città fra un entusiasmo indescrivibile.<br />
Guglielmo di Gand, nella sua opera > riporta questo fatto che ebbe<br />
luogo qualche anno prima del 1584 in Colonia.<br />
Un nobile luterano, vedendo portare il SS. Sacramento in processione il giorno del Corpus Domini,<br />
se ne beffò, gridando nel momento in cui il prete passava:<br />
>. Nel medesimo istante cadde colpito d’apoplessia, e,<br />
senza aver voluto riconoscere e accusare la sua colpa, spirò, pochi momenti dopo, in preda ad un furore<br />
che niente potè calmare.<br />
24
1649. Quito.<br />
L’Ostensorio di grani di sabbia<br />
fatto dalle formiche.<br />
Il 19 Gennaio 1649, vigilia della festa dei glorioso martire S. Sebastiano, alcuni miserabili Indiani,<br />
non ancora istruiti nella fede cattolica e spinti dalla cupidità, commisero un orribile sacrilegio nella<br />
chiesa di S. Chiara a Quito, capitale dell’Equatore: essi vi penetrarono durante la notte, e sforzando il<br />
tabernacolo, rubarono la custodia e la pisside, con le Ostie consacrate che contenevano.<br />
E’ facile immaginarsi la costernazione cagionata nella città da un tale attentato. Il dolore raddoppiò<br />
ancora, perché non si poterono scoprire i ladri, né sapere dove erano state nascoste le sante Particole.<br />
Una tradizione popolare assicura che il luogo dov’erano le sante Ostie fu rivelato dalle bestie da soma<br />
e da altri animali, che entravano nella città o ne uscivano per la via reale che fiancheggia il ruscello<br />
detto Quebrada de Gerusalem. Tutti, in un luogo determinato, s’inchinavano fino a terra, come se,<br />
dotati subitamente di ragione, avessero voluto, prostrandosi, venerare qualche oggetto misterioso.<br />
Grazie a questa indicazione e alle ricerche che non si cessarono di fare, si trovarono le sante Ostie<br />
nascoste sotto terra, in un campo situato dietro il monastero di S. Chiara. O meraviglia! L’augusto<br />
Sacramento, così abbandonato dai ladri, non era stato calpestato né insudiciato dalla polvere, ma era<br />
rinchiuso in un caro e curiosissimo ciborio o tabernacolo; uno sciame di formiche aveva elevato tutto<br />
intorno un cerchio di grani di sabbia in forma di custodia, e serrate le une contro le altre attorno a<br />
questo fragile riparo, esse servivano di guardia d’onore al loro Dio e Creatore, difendendo le Specie<br />
sacramentali contro una nuova profanazione.<br />
Questo prodigio ravvivò la pietà dei fedeli. Il vescovo di Quito, Don Agostino de Ugartey Sabia,<br />
ordinò pubbliche preghiere in espiazione del sacrilegio, cui il popolo rispose con ardore.<br />
Il clero tutto, accompagnato dal popolo, andò in processione a prendere le SS. Ostie.<br />
Devozione di Anna Maria Taigi<br />
all’Eucarestia.<br />
Qualche volta Nostro Signore favorì Anna Maria Taigi della sua presenza sensibile. Si racconta che<br />
nella chiesa del Bambino Gesù, il Divin Salvatore le apparve nella santa Ostia. Essa vide un bel giglio,<br />
il cui stelo terminava con un fiore magnificamente sbocciato: su questo fiore, come sul trono della<br />
purità, Gesù si mostrava alla sua umile serva in tutto lo splendore della sua bellezza divina.<br />
Mentre essa lo contemplava nella gioia dell’estasi, udì una voce dirle: >.<br />
25
Beata Maria degli Angeli, Carmelitana.<br />
La beata Maria degli Angeli, carmelitana si preparava alla S. Comunione in modo singolare e<br />
commovente. Dalla mezzanotte in poi non chiudeva più occhio al sonno, avesse pure dovuto starsene a<br />
letto per obbedienza o per ragione di malattia; il pensiero che presto avrebbe avuto nel suo petto il Dio<br />
della Maestà e della gloria, velato sotto l’ostia consacrata, sì la occupava che era necessario sfogasse<br />
tutta la piena dei suoi affetti.<br />
Una volta tra le altre, essendo ella ammalata, le due religiose che l’assistevano le dissero che dovesse<br />
un po’ prendere sonno, giacchè sino allora, ed era la mezzanotte, non aveva fatto altro che favellare di<br />
Dio e dar loro savi consigli e santi ammaestramenti. Ma la beata, accendendosi in volto, rispose: --Oh!<br />
è già suonata la mezzanotte e debbo disporre l’abitazione dell’anima mia alla venuta del celeste mio<br />
sposo Sacramentato.<br />
Pareva impossibile alla beata che vi fossero uomini che non amassero Gesù in Sacramento; ed era un<br />
crudele e tormentoso martirio al suo cuore l’udire le offese che gli uomini arrecano alla sua divina<br />
Maestà. Si studiava pertanto a riparare a così nera ingratitudine umana, con l’amare maggiormente il<br />
suo Amore Sacramentato.<br />
Iddio stesso, piacendosi in questo ossequio, la invitò un dì ad amarlo per coloro che vivono<br />
dimenticandosi di Lui. Mentre una mattina, fatta la SS. Comunione, era in grande ansia di amarlo<br />
sempre più con tutto il cuore:
976. Miracolo di Cantorbèry.<br />
Un deplorevole errore si era manifestato nel paese di Kent (Inghilterra). Spinti da un dubbio, che<br />
avrebbero dovuto soffocare sulla parola di Gesù Cristo >, alcuni sacerdoti<br />
combattevano la verità del Sacramento dell’altare. >.<br />
Sant’Oddone, vescovo di Cantorbèry, non potè, senza gemere, veder diffondersi questo errore:<br />
>. Le sue preghiere e le sue lacrime salirono fino a Dio; e un<br />
giorno, mentre celebrava la santa Messa alla presenza di tutto il popolo, dividendo l’Ostia, s’accorse<br />
che le sue dita erano insanguinate e che <strong>nello</strong> stesso tempo da ogni frammento d’Ostia colavano gocce<br />
di sangue. Oddone comprese che era stato esaudito. Commosso e turbato disse ai ministri di chiamare<br />
gli increduli che mettevano la divisione fra il suo popolo. Il loro orgoglio e le loro obbiezioni furono<br />
subito vinti; ed essi, pieni di timore, esclamarono: >. Sant’Oddone pregò un istante con essi e guardò sull’altare: al posto del Sangue<br />
miracoloso non vi era più che il vino consacrato.<br />
* * *<br />
L’amore comincia tutto quaggiù; la gloria in cielo tutto corona. S. Francesco di Sales.<br />
* * *<br />
1273. Miracolo di Lanciano.<br />
Una donna di Lanciano, chiamata Ricciarella soffriva molto per i cattivi trattamenti del marito. Alla<br />
fine andò a trovare una maga, che le promise un filtro potente per cambiare il suo sposo. Però disse<br />
esserle necessaria un’Ostia consacrata. La disgraziata donna andò a comunicarsi, e la divina Ostia fu<br />
riposta fra le mani della maga, che si preparò alle sue pratiche sacrileghe. Essa fece scaldare una tela e<br />
vi rinchiuse l’Ostia per bruciarla e ridurla in polvere. Ma questo pane consacrato si cambiò subito in<br />
carne, e il sangue scaturiva con abbondanza e spandendosi sui carboni, ne spense il fuoco.<br />
Le due donne si guardarono costernate. Allora presero una grossa tela, e Ricciarella, rinchiusavi la<br />
carne miracolosa e il lino insanguinato, corse a nasconderla in un canto della stalla.<br />
Quando la sera tornò il marito con la sua bestia, non fu possibile farla entrar nella stalla, anzi si dovette<br />
abbandonare quel luogo, ritenuto d’allora come maledetto, poiché ogni volta che vi si voleva introdurre<br />
qualche bestia, aveva luogo la stessa scena.<br />
Il delitto restò nascosto per sette anni. Infine, straziata dai rimorsi, Ricciarella andò a confessarsi dal<br />
priore degli Agostiniani a Lanciano.<br />
Egli andò al luogo designato, scavò in terra, e trovò imbevuta di sangue l’Ostia ancora intatta: una<br />
parte aveva l’aspetto di carne insanguinata, l’altra conservava l’apparenza di pane. La preziosa reliquia<br />
si conserva ancora a Offida, nelle Marche d’Ancona.<br />
27
1192. Erfurt in Germania.<br />
La santa Particola<br />
e l’acqua cambiata in sangue.<br />
In un villaggio dei dintorni di Erfurt, una giovanetta, sul letto di morte, si era fatta portare il santo<br />
Viatico. Il prete dopo averla comunicata, si purificò le dita in un vaso di cristallo e lasciò l’acqua,<br />
perché si facesse bere più tardi all’ammalata. Qualche momento dopo la sua partenza, la morente, che<br />
godeva ancora perfettamente della sua ragione, fece cenno alle persone che la servivano: >. Per non contrariarla in ciò che si credeva un suo<br />
capriccio, fu obbedita; ma uno degli astanti ne prese occasione per gridare allo scrupolo: era possibile<br />
che in quel piccolo frammento di Ostia vi fosse ancora presente il Corpo di Cristo? Ma quando la<br />
domestica volle toccare il bicchiere, indietreggiò spaventata; l’acqua aveva cambiato colore ed aveva<br />
preso l’aspetto di sangue, e, in luogo dell’Ostia, si vedeva nel liquido un pezzetto di carne insanguinata.<br />
Al grido della donna molti accorrono e restano colpiti da stupore. Il prete, chiamato all’istante, giunge<br />
inquieto, temendo di aver commesso negligenza nell’amministrazione del Viatico.<br />
Per timore di essere interdetto, vuol far sparire ogni traccia dell’avvenimento, ma impossibile.<br />
La curiosità delle donne presenti era vivamente destata ed esigeva la spiegazione di un fatto così strano.<br />
La notizia del prodigio fu dunque prontamente conosciuta, e ne fu ancora avvertito l’arcivescovo di<br />
Magonza. Il Corpo del Signore e l’acqua colorata di sangue furono trasportati al villaggio vicino.<br />
Un’assemblea numerosa si trovava nella chiesa; il vaso misterioso fu deposto sull’altare.<br />
Allora con gran meraviglia degli astanti una colomba, venendo non si sa da dove, si posò<br />
tranquillamente sull’orlo della coppa, che avrebbe dovuto rovesciarsi sotto il peso dell’uccello, e restò<br />
lungamente attenta a vegliare sul prezioso tesoro; poi riprese il suo volo e disparve; >.<br />
* * *<br />
Quando i demoni vedono nel nostro petto il Corpo di Cristo si dànno alla fuga e gli Angeli ne<br />
circondano.<br />
S. Giovanni Crisostomo.<br />
28
Il Ciborio salvato dalle fiamme.<br />
Durante la terribile disgrazia che distrusse una parte della città di Chicago, accadde un incidente<br />
degno d’interesse. E’ raccontato da un giovane in una lettera ai suoi parenti:<br />
Miracolo nel 1595.<br />
Nella chiesa di S. Ambrogio in Firenze ebbe luogo una manifestazione della potenza di Dio<br />
nell’Eucarestia. Il 24 Marzo 1595, giorno del venerdì santo, il fuoco attaccò tutto ad un tratto i drappi<br />
del sepolcro e non restò del monumento che un pugno di macerie. Si credeva che molte Ostie<br />
consacrate, conservate per gli infermi, fossero state consumate. Ma quando il fuoco fu spento,si<br />
trovarono riunite insieme e intatte in mezzo alle rovine e alle ceneri fumanti.<br />
Trentatrè anni dopo questo incendio, l’arcivescovo di Firenze, Alessandro Marzi-Medici, fece<br />
esaminare con cura le sante Ostie: un processo autentico constatò che esse erano rimaste in uno stato di<br />
conservazione straordinario: e d'allora in poi furono esposte all’adorazione dei fedeli.<br />
Ogni anno, il 30 Dicembre, è una grande festa alla chiesa di S. Ambrogio, dove si venera<br />
solennemente il prezioso testimonio di questo miracolo.<br />
1899. Il Corpus Domini,,<br />
ed i bestemmiatori d’Aubeny.<br />
Tra l’osanna delle campane, la processione di Aubeny in Linguadocasi svolgeva per le vie festanti,<br />
coperte di fiori, in una primaverile gaiezza della terra e del cielo.<br />
Tre uomini, fra l’universale spettacolo di quella fede e di quella pietà, rimanevano seduti dinanzi a una<br />
osteria, scetticamente ridendo. Un devoto, precorrendo lo svolgersi della processione, era accorso ad<br />
essi invitandoli ad inginocchiarsi e a rispettare il Dio della terra che si degnava ammetterli alla sua<br />
presenza. I tre sciagurati risposero con uno scoppio di risa. – Ma se Dio vi maledicesse? – interruppe<br />
l’altro. – Noi non temiamo i suoi fulmini! – gli risposero gli infelici. La processione passò; passò Iddio<br />
dinanzi ai tre infelici. La sera, dai monti orientali della Linguadoca, nere nubi ingombrarono il cielo, e<br />
avanzò minaccioso l’uragano. – Partiamo prima della tempesta, disse uno dei tre, e arrivederci<br />
domenica a questo stesso luogo. – Arrivati all’Ardèche, questi salutò i suoi compagni e attraversò il<br />
fiume. Gli altri due proseguirono un tratto, ma la pioggia precipitava così tempestosa che dovettero<br />
rifugiarsi sotto un grosso albero. Ad un tratto uno schianto fragoroso ritronò sul capo dei<br />
bestemmiatori; la folgore era scoppiata sulle loro teste. – Noi siamo maledetti, gridò uno di essi appena<br />
riaperti gli occhi. Fuggiamo! – E scuoteva il compagno caduto, ma il caduto non rispose; era fulminato.<br />
– Siamo maledetti! Ripetè allora con accento più disperato e si gettò, sotto l’acqua diluviante,<br />
attraverso la campagna, verso la sua fattoria non molto lontana. Ma dopo pochi passi egli gettò un<br />
gemito d’angoscia: una colonna densa di fumo si levava dalla fattoria, una folgore l’aveva incendiata.<br />
Perdono, mio Dio, gridò allora, perdono! Ma la sua ragione non resistette al colpo terribile, ed<br />
impazzì. Possa quest’ultimo grido di terrore essere stato udito dalla misericordia infinita.<br />
Il domani la cronaca narrava che un uomo era stato trovato fulminato, e che non molto lontano,<br />
trasportato dalla corrente dell' Ardèche, si era rinvenuto il cadavere di un altro sconosciuto.<br />
30
Il miracolo eucaristico di S. Antonio.<br />
Mentre S. Antonio di Padova si trovava a Bourges inteso alla conversione dei peccatori, uno per<br />
nome Guillard si fece innanzi ad impugnare la presenza reale di Gesù Cristo nella SS. Eucarestia.<br />
><br />
><br />
> rispose l’Apostolo. -- >.<br />
S. Antonio accettò e si preparò con il digiuno e con la preghiera. Il giorno convenuto Guillard<br />
comparve sulla piazza pubblica, tenendo per mano la sua mula. Dalla parte opposta arrivò il beato,<br />
portando nelle sue mani l’Ostensorio d’oro e l’Ag<strong>nello</strong> trionfatore; dietro a lui veniva la folla dei fedeli,<br />
cantando inni all’Eucarestia. Si arresta in mezzo alla piazza, e voltandosi alla mula così le parla: -- In<br />
nome del tuo e mio Creatore, che io, benchè indegno, porto nelle mie mani, ti comando di venire<br />
immediatamente a prostrarti davanti a Lui! – Nel medesimo momento viene presentata dell’avena alla<br />
mula affamata, la quale – oh prodigio! – docile alla voce del taumaturgo, senza toccare l’avena, si<br />
avanza e piega le ginocchia davanti all’Ostensorio, in attitudine di adorazione.<br />
I cattolici, rapiti, applaudiscono. L’ebreo si convertì e così la religione ottenne uno splendido trionfo.<br />
Miracolo eucaristico in Avignone.<br />
Nel Settembre 1226 le acque del Rodano inondarono la città di Avignone e giunsero ad una altezza da<br />
far temere che allagassero anche il tabernacolo con il SS. Sacramento nella cappella dei penitenti bigi.<br />
Le inquietudini della Confraternita erano al colmo: ma – oh prodigio! – quando giunsero alla cappella<br />
videro che le acque si elevavano a destra ed a sinistra, lasciando libero il passaggio che andava al<br />
tabernacolo, così i lati dell’altare erano asciutti, e le acque sostenendosi lungo il muro si mante-nevano<br />
nel vuoto a grande altezza.<br />
Da quell’anno, e propriamente il giorno 14 Settembre in cui Gesù Sacramentato venne adorato in<br />
sentimento di riparazione dal re Luigi VIII di Francia e da tutta Avignone penitente, la SS. Eucarestia è<br />
continuamente esposta in detta cappella all’adorazione dei fedeli.<br />
31
1491. Niedermorschwihr in Lorena.<br />
Il miracolo delle tre spighe.<br />
Nel 1491, un fabbro, incamminandosi verso Niedermorschwihr, si era fermato a pregare davanti a<br />
una statuetta di Nostra Signora dei Sette Dolori, posta su di una quercia presso la via che conduceva al<br />
villaggio. La santa Vergine gli apparve allora tenendo un ghiacciuolo in una mano, nell’altra tre spighe<br />
di grano, e a quell’uomo disse che per la strada esortasse tutti a fare penitenza, per allontanare dal paese<br />
i mali che avevano meritato gli abitanti con i loro disordini, ed aggiunse che se ritornassero ad una vita<br />
migliore, Dio accorderebbe loro una mèsse abbondante significata dalle tre spighe.<br />
Il buon uomo eseguì la sua missione; gli abitanti si convertirono, e Dio accordò una grande fertilità a<br />
quella terra.<br />
Eretta in riconoscenza, nel luogo stesso dell’apparizione, una cappella in onore di Nostra Signora<br />
delle tre Spighe, un fatto prodigioso sanzionò poco dopo il nome dato alla chiesa.<br />
Un infelice si era impadronito, nella chiesa di Niedermorschwihr, di un’Ostia consacrata con la quale<br />
voleva celebrare abbominevoli misteri.<br />
Ma passando dalla cappella delle Tre Spighe fu subito preso da tale spavento, che gettò via la santa<br />
Ostia. Ora alcuni grani di frumento avevano prodotto accanto alla porta della cappella tre belle spighe,<br />
così riunite insieme che parevano uscire da un stesso stelo. L’Ostia vi restò incrociata, e subito uno<br />
sciame di api circondò le spighe di un elegante ostensorio di cera, quasi a proteggere il Corpo di Cristo<br />
e rendergli omaggio. Nello stesso tempo si fece udire un’armonia celeste, e tutti i fiori dei campi<br />
curvarono le corolle sui loro steli e inviarono al Signore i loro profumi.<br />
Alcuni passanti, testimoni di questa meraviglia, caddero in ginocchio davanti al santa Ostia, e fatta<br />
adorazione, andarono a raccontare al curato di Niedermorschwihr ciò che accadeva.<br />
Il curato si affrettò ad accorrere col suo popolo sopra il luogo del prodigio e, dopo aver adorato il<br />
SS. Sacramento, lo portò trionfalmente nella sua chiesa.<br />
Devozione di Anna Maria Taigi<br />
all’Eucarestia<br />
Qualche volta Nostro Signore favorì Anna Maria Taigi della sua presenza sensibile.<br />
Si racconta che nella chiesa del Bambino Gesù, il Divin Salvatore le apparve nella santa Ostia.<br />
Essa vide un bel giglio, il cui stelo terminava con un fiore magnificamente sbocciato: su questo fiore,<br />
come sul trono della purità, Gesù si mostrava alla sua umile serva in tutto lo splendore della sua<br />
bellezza divina. Mentre essa lo contemplava nella gioia dell’estasi, udì una voce dirle:<br />
>.<br />
32
Istruzione di Maria sulla disgrazia<br />
di coloro che si comunicano male.<br />
Maria rivelò un giorno alla serva di Dio Maria di Gesù, ciò che segue: >.<br />
Città Mistica, p. III, 1. VII, c, VII.<br />
1605. Dulaca ( Isole Filippine ).<br />
Castigo di una Comunione sacrilega.<br />
Le lettere annuali della Compagnia di Gesù del XVII secolo riportano un fatto che ebbe luogo nel<br />
1605 in una città delle isole Filippine chiamata Dulaca.<br />
Un giovane, ritenuto da deplorevole vergogna, non osò confessare i suoi peccati al santo tribunale, e<br />
preferì esporsi ai castighi di una Comunione indegna, piuttosto che riconciliarsi con Dio.<br />
Andò dunque a ricevere la santa Eucarestia in peccato mortale. Ma la punizione del suo sacrilegio non<br />
si fece aspettare; e all’istante fu preso in tutto il corpo da dolori acuti, che non gli lasciavano respiro.<br />
Riconoscendo in questi atroci dolori la vendetta del Cielo, fece tutti gli sforzi per rigettare l’adorabile<br />
Ostia, che aveva ricevuta indegnamente. Non appena l’Ostia santa fu uscita dalla sua bocca, il male<br />
cessò, quasi Nostro Signore volesse dare a conoscere che preferiva vedere il suo Corpo prezioso e<br />
infinitamente santo in un luogo infetto che in un corpo macchiato di delitti.<br />
33
Guarigione ottenuta dall’Eucarestia.<br />
Mgr. De Sègur racconta il fatto seguente.<br />
Nel 1860, un mio amico, fervente cristiano e distinto magistrato, mi pregò di visitare uno dei suoi<br />
bimbi, dodicenne, che una malattia lo teneva in letto da parecchie settimane, con una febbre ardente.<br />
> mi diceva il buon padre: > Io andai subito presso il caro malato. Esso era molto istruito nelle<br />
cose religiose e in tre o quattro giorni fu sufficientemente preparato. Potei quindi dare la S. Comunione<br />
in Viatico a questo pio fanciullo. Tutta la famiglia era inginocchiata intorno al suo letto: esso ricevette<br />
Nostro Signore con una semplicità e un fervore angelico.<br />
Cosa ammirabile e assolutamente inesprimibile! La febbre fuggì davanti all’Eucarestia.<br />
Il domani venne il medico, molto affezionato alla famiglia, ma non cristiano. Constatò che il bimbo<br />
non aveva più febbre, ma non capì niente.<br />
Ritornò il giorno dopo, ma niente febbre e dolori. >. La madre si oppose. >. Ma il dottore insiste; il padre non osa prendere la responsabilità della resistenza, e la<br />
pozione prescritta è data. Appena essa è inghiottita, la febbre rimonta con tutta la sua intensità: la<br />
madre si desola. > dice al marito.<br />
Questi venne a raccontarmi il suo dolore. >.<br />
E il domani, dopo la Comunione, la febbre lo lasciò come la prima volta. Da quel giorno la<br />
convalescenza cominciò, per non più interrompersi; essa fu lunga, ma consolata ogni settimana dalla<br />
visita Eucaristica del Buon Dio. Oggi il buon fanciullo è divenuto un bravo e degno giovane di una<br />
salute robusta, di una pietà fervente e di un incantevole candore.<br />
Casi che non sono casi.<br />
Nella chiesa parrocchiale di S. Dalmazio, a breve distanza da Siena, un giorno di Luglio,<br />
nell’infuriare della tempesta, un fulmine, forata la muraglia della chiesa, scoppiava nel tempio e finiva<br />
sopra l’altare maggiore, lasciando intatto il tabernacolo, completamente dorato, dove era il<br />
SS. Sacramento.<br />
Fu grande la meraviglia di tutti nel vedere spegnersi il fulmine senza produrre il minimo danno; ma si<br />
accrebbe ancora di più, quando fu osservato che la corrente, penetrata sotto le tovaglie dell’altare, non<br />
si sa come, aveva fatto saltare la tavoletta che cinge la pietra sacra, lasciando intatto il sepolcreto delle<br />
ossa dei santi e non bruciando neppure le tovaglie, che si conservano ancora intatte.<br />
Alla gente che dopo il temporale visitava la chiesa, cadevano lacrime di commozione nell’osservare<br />
questo fatto meraviglioso!<br />
34
Una messa in cielo con Maria.<br />
L’imperatore sant’ Enrico, che per imitare il casto matrimonio di Maria e Giuseppe serbò con la sua<br />
sposa, santa Cunegonda, una inviolabile castità, ebbe da Maria un segnalato favore.<br />
Una notte, in cui egli si era ritirato in chiesa, il Salvatore del mondo si degnò apparirgli con la sua<br />
gloriosa Madre e un numeroso corteggio di Angeli.<br />
Gesù Cristo, rivestito dei sacri ornamenti, celebrò Egli stesso, avendo per diacono S. Lorenzo e per<br />
suddiacono S. Vincenzo, martire di Saragozza. Gli spiriti beati cominciarono con ammirabile concerto<br />
l’Introito della santa Messa: Suscepimus Deus, poi continuando dissero: Justitia plena est dextera tua:<br />
>. A queste parole, Gesù, Maria e i santi volsero verso il pio<br />
monarca, come per fargli notare che la giustizia deve essere la virtù principale dei sovrani.<br />
Dopo il Vangelo il suddiacono fece baciare il messale a Gesù, a Maria e poi all’imperatore, secondo<br />
l’ordine di Maria, che disse: >.<br />
Dopo questa cerimonia la visione sparì, lasciando sant’ Enrico penetrato da una indicibile<br />
consolazione ed animato da ancor più vivo desiderio di corrispondere con opere sante ad un tale favore.<br />
595. Miracolo di Roma.<br />
35<br />
Rossignoli.<br />
Una Domenica, mentre S. Gregorio distribuiva il pane agli assistenti, una donna romana si avvicinò<br />
con gli altri, e quando il Pontefice pronunziò le solite parole: >, la sciagurata donna si mise a ridere<br />
con incredulità. Gregorio rese il pane eucaristico al diacono, perché lo riportasse all’altare, e quando la<br />
Comunione fu terminata, chiese alla donna la causa del suo riso.<br />
>.<br />
Il santo Pontefice, volgendosi allora verso il popolo, lo pregò di unire le sue preghiere a quelle del<br />
clero, perché Dio volesse dissipare l’incredulità della donna.<br />
In quell’istante il pane che era sull’altare cambiò aspetto, e in suo luogo apparve la Carne sanguinante<br />
di Gesù Cristo. Appena l’incredula riconobbe nel pane consacrato la presenza del Corpo di Gesù Cristo,<br />
l’Ostia ritorno al suo primo stato; ma una piccola parte restò insanguinata, come si può vedere a<br />
Audechs, villaggio di Baviera, dove si conserva ancora l’Ostia miracolosa, che non fu data in<br />
Comunione alla matrona convertita.
Un martire dell’Eucarestia.<br />
Verso il tempo pasquale, P. Arturo S., della Compagnia di Gesù, fu mandato dai suoi superiori, in<br />
qualità di ausiliario ad un vecchio curato, in una parrocchia delle montagne della Sabina.<br />
Una sera il buon curato dovette recarsi presso un infermo; e il P. S., volendo aspettarne il ritorno,<br />
contemplava dalla finestra il magnifico cielo stellato, e si volgeva verso la chiesa per adorare il divin<br />
Prigioniero. Improvvisamente crede vedere un’ombra muoversi nella chiesa, e subito vi accorre; due<br />
ladri sono là davanti al tabernacolo aperto e si dispongono ad impadronirsi della sacra pisside,<br />
contenente le sacre Specie.<br />
Che fare? Egli sa che in fondo alla chiesa vi sono delle zappe a sua disposizione….>.<br />
Si avanza dolcemente, e prima che i malfattori si siano accorti della sua presenza esso è dietro a loro e<br />
con sveltezza prende la sacra pisside.<br />
Spaventati, i ladri cercano di fuggire ma poi, vedendosi alle prese con un uomo solo, si gettano su lui<br />
per strappargli il deposito sacro. Appoggiato contro l’altare, con la pisside stretta al petto, il religioso<br />
non si scoraggia. Essi gli tirano allora una revolverata alla testa, e il generoso prete cade ferito a morte,<br />
ma con uno sforzo supremo le sue mani stringono sempre il tesoro divino:<br />
>. In quel momento rientrano nella chiesa il curato,<br />
il sacrestano e altri due uomini. I ladri fuggono, ma quale spettacolo si presenta agli occhi del vecchio<br />
prete e dei suoi compagni!…Ai piedi dell’altare il coraggioso padre è steso morente, e le sue deboli<br />
mani stringono ancora contro il cuore la sacra pisside, che è inondata del suo sangue.<br />
Un sorriso celeste sfiorò le sue labbra, quando la consegnò al curato, e: >.<br />
I soccorsi apprestatigli furono inutili; ai piedi dello stesso altare ricevette il Viatico, e avanti l’alba<br />
adorava in cielo Colui che aveva tanto amato sulla terra.<br />
36
1564. Luchent in Spagna.<br />
I concerti angelici.<br />
Nella città di Luchent, nel 1564, il giorno del Corpus Domini, si fece, più solenne del solito, una<br />
processione fino al monastero del Corpus Christi, lontano dalla città forse due miglia; e per aumentare<br />
la solennità della processione, si fece venire dalla città di Xativa un concerto di suonatori.<br />
Ma nel momento in cui doveva cominciare a sfilare il corteo, i musicisti mancavano e dopo un’ora di<br />
attesa, fra un malcontento generale, fu deciso di mettersi in cammino.<br />
Il corteo aveva appena passate le porte della città, che si fece udire una musica armoniosa.<br />
Il suono degli strumenti portò la gioia in tutti i cuori; si credette che fossero infine i suonatori di Xativa<br />
che giungevano. Ma siccome nessuno compariva e il concerto continuava a farsi sentire più<br />
ammirabile, tutti restarono colpiti da meraviglia.<br />
Alcuni giovani si staccarono dalla processione per sapere ciò che impediva ai suonatori di raggiungere<br />
il corteo. Ma non trovarono nessuno; anzi quando uscirono dalle file non udirono più nulla, e appena<br />
ritornati al loro posto la soave armonia colpì di nuovo i loro orecchi.<br />
Era chiaro, e nessuno ne dubitava: Dio aveva permesso ai suoi Angeli di sostituire con i loro canti e i<br />
loro strumenti invisibili il concorso che i suonatori infedeli non avevano voluto prestare al trionfo<br />
del Dio dell’Eucarestia.<br />
1631. Samur.<br />
I giovani profanatori.<br />
37<br />
CANINI D’ANGIARI: Miracoli del SS. Sacramento.<br />
La notte di Natale dell’anno 1631, due giovani studenti di Samur, dopo aver passato la sera nei<br />
disordini, si recarono a Nostra Signora degli Ardillieri, mentre si celebrava solennemente la Messa di<br />
Mezzanotte. Al momento della Comunione essi ebbero l’audacia sacrilega di presentarsi al banchetto<br />
degli eletti più fedeli, dimenticando che le cose sante sono per i santi.<br />
Ritornati alla casa, dove si erano abbandonati all’orgia, vollero proferire delle bestemmie contro<br />
l’Eucarestia che avevano ricevuto così indegnamente, quando tutto ad un tratto essi sono colpiti dalla<br />
mano di Dio: cadono a terra, si contorcono nelle spaventose convulsioni e mandano grida orribili; e<br />
subito essi confessano, il sacrilegio di cui si sono resi colpevoli.<br />
Questi infelici passarono tre giorni e tre notti in questi orribili tormenti senza poter prendere alcun<br />
rimedio umano. Infine, passati i tre giorni, la santa Ostia, senza alcuna alterazione, dopo aver dimorato<br />
tanto nella bocca di quei miserabili, uscì da sé stessa e si posò sopra un vassoio d’argento che un<br />
sacerdote teneva nelle sue mani.<br />
La Corte di giustizia punì severamente i due studenti, condannandoli ad un esilio perpetuo dalla città<br />
di Samur e ad una forte ammenda. Il fatto dal Parlamento di Parigi fu stampato su una placca di rame,<br />
che si mise nel luogo dove il sacrilegio era stato commesso, e fu appesa una lampada d’argento in<br />
riparazione dell’oltraggio fatto nel tempio.
Il minatore sepolto vivo.<br />
Il venerabile Pietro Cluniacense racconta nell’opera sua De miraculis il seguente prodigio:<br />
in un villaggio della diocesi di Grenoble, chiamato La ferrière, un operaio minatore, spinto dalla foga<br />
del lavoro, separatosi, inosservato, dai suoi compagni, si avventurò in una galleria, allora abbandonata.<br />
I suoi colpi vigorosi e replicati nella roccia fecero sì che un enorme ammasso di pietre cadde dietro a<br />
lui e, senza punto ferirlo, gli chiuse ogni via di uscita.<br />
Sepolto vivo in quell’oscurità, per quanto il misero gridasse disperatamente e facesse grandissimi<br />
sforzi, tutto fu inutile ed egli, tormentato dalla fame, capì che non doveva aspettarsi altro che la morte.<br />
La moglie intanto, dopo aver fatto le più minute ricerche, riuscite tutte infruttuose, si persuase che<br />
egli fosse miseramente perito per qualche sinistro occorsogli e non pensò più che a confortare il suo<br />
immenso dolore apportando all’anima del suo caro morto il migliore sollievo con ogni opera buona.<br />
Ricorse in special modo alla divina Eucarestia facendo celebrare ogni settimana una Messa per lui,<br />
aggiungendo l’offerta di un cero e di un pane per i poveri.<br />
Una volta distolta da urgenti ed impreviste occupazioni, tralasciò la donna il suo consueto suffragio.<br />
Trascorso un anno circa dalla sparizione misteriosa del minatore, altri operai penetrarono in quella<br />
galleria abbandonata ed avevano spinto i loro lavori fino al punto dove era avvenuto il franamento,<br />
quando dal fondo del sotterraneo una voce cupa grida al soccorso.<br />
Rimessisi dal primo spavento, si mettono di buona lena per aprire un varco…. Ed oh quale stupore!<br />
Ritrovano sano e pieno di vita l’infelice loro compagno, già pianto come morto.<br />
Lo circondano, lo tempestano di mille domande; ed egli, ristoratosi, prese a narrare:<br />
Da più giorni io ero sepolto dietro un enorme ammasso di roccia che, franatami alle spalle, mi bloccò<br />
assolutamente ogni via di uscita. Ero tormentato dalla fame e dalla sete e le tenebre raddoppiavano le<br />
mie sofferenze ed ogni istante io aspettavo la morte.<br />
In questa angosciosa congiuntura io vidi venire a me un giovane d’aspetto risplendente e di una<br />
bellezza celeste. Egli portava una fiaccola accesa che fissò alla roccia e un grosso pane, e mi disse di<br />
nutrirmi e di avere fiducia e speranza, poi disparve.<br />
Otto giorni dopo, per quanto poteva arguire, quando stava per ripiombare nell’oscurità ed essere<br />
nuovamente privo di cibo, ritornò il mio prodigioso e caritatevole visitatore con gli stessi soccorsi di<br />
prima. E continuò così regolarmente per ogni settimana, incoraggiandomi con le più amorevoli parole.<br />
Una volta sola egli parve dimenticarsi di me e mi lasciò per otto eterni giorni senza luce e senza cibo,<br />
in preda a indicibili tormenti ed ansietà finchè ritornò a rendermi le forze ed il coraggio.<br />
La moglie e quanti sapevano dei pietosi suffragi fatti da lei per l’anima del supposto defunto, non<br />
stentarono a verificare che le visite del misterioso visitatore all’infelice sepolto vivo corrispondevano<br />
perfettamente ai giorni nei quali veniva celebrato per lui il <strong>Santo</strong> Sacrificio ed offerto il cero e il pane<br />
per i poveri; come ne corrispondeva l’assenza di otto giorni alla dimenticanza della buona donna.<br />
Un angelo del Signore trasmetteva dunque al povero prigioniero il necessario per nutrirlo e rischiarargli<br />
le tenebre.<br />
38
San Bernardo libera un’indemoniata<br />
in virtù del santo sacrificio della Messa.<br />
San Bernardo, trovandosi a Milano per riconciliare questa città con la Santa Sede, vi operò molti<br />
<strong>miracoli</strong>. Gli si condusse un giorno una dama della quale il demonio si era impadronito.<br />
Essa aveva perduto l’udito, la vista, la parola, e il suo corpo era completamente sfigurato che<br />
assomigliava più ad un mostro che ad una creatura umana.<br />
La si condusse per forza dal santo, che diceva la santa Messa nella chiesa di sant’ Ambrogio.<br />
Esso la guardò dolcemente, e capì che sarebbe stato difficile cacciare il demonio.<br />
Volgendosi verso il popolo, disse di pregare con fervore. Dopo la consacrazione, tutti i segni di croce<br />
che faceva sull’Ostia, volgendosi verso l’indemoniata, li faceva su di lei.<br />
Il demonio ne provava un dolore e una rabbia inesprimibile, mandava dei gridi e degli urli.<br />
Dopo il Pater, il <strong>Santo</strong> prese il corpo di Nostro Signore sulla patena, e ponendola sulla testa<br />
dell’indemoniata, parlò al demonio così: >.<br />
Quello spirito infernale e ostinato lasciò quell’infelice, e ognuno lodò il Signore, confessando che il<br />
SS. Sacramento ha un grande potere contro l’inferno, quando se ne usa con la purezza e la fede<br />
convenevoli.<br />
Horimondo di Rèmond, antico magistrato al parlamento di Bordeaux, ha lasciato molte opere di<br />
controversia dove parla dei <strong>miracoli</strong> accaduti al suo tempo.<br />
Da giovane si era riunito con il resto della folla per comunicarsi nella festa della Pasqua, ma quando<br />
il sacerdote gli venne a mettere l’Ostia santa nella bocca, non potè aprirla; e più si sforzava più la bocca<br />
si serrava. Il prete, meravigliato, gli domandò chi l’aveva confessato. Il povero giovane, alzandosi dalla<br />
Sacra Mensa con le lacrime agli occhi, confessò, che senza l’accusa dei suoi peccati, si era presentato<br />
per comunicarsi.<br />
Questo fatto è simile a quello che riporta Gregorio di Tours, di colui che aveva celato il suo peccato al<br />
Tribunale della Penitenza; e accadde alla vista di un popolo infinito, in una città, dove si era ritirato<br />
mentre la peste infuriava, nella capitale della Guyana e la riduceva in solitudine.<br />
39
Il Barone Arturo S…, figlio di un ricco signore protestante, visitava nel 1831 le principali città della<br />
poetica Italia. Egli si trovò a Livorno per la festa del Corpus Domini, che si celebrava con una maestà<br />
senza pari nella bella città di Toscana.<br />
Il sole splendidissimo versava a flotti i suoi raggi, l’aria era rallegrata dal magnifico concerto delle<br />
campane, i palazzi e le case erano rivestiti di arazzi ricchi e vari, splendidi altari erano alzati di tratto in<br />
tratto e le vie sparse di fiori erano piene di una folla silenziosa e raccolta che si inginocchiava al<br />
passaggio del Dio Sacramentato, portato dall’arcivescovo sotto un baldacchino d’oro, e scortato dal<br />
clero e dalla signoria della città.<br />
Solo il barone teneva la testa alta in mezzo a questo popolo inchinato, e rideva cinicamente della<br />
superstizione dei papisti.<br />
Tutto ad un tratto l’ironia dispare dal suo viso, un pallore di morte lo copre, mentre cade in ginocchio e<br />
un torrente di lacrime scorre dai suoi occhi.<br />
Che cosa era accaduto? Il signore protestante stesso ce lo racconta….<br />
>.<br />
Era un novello Saul atterrato sulla strada di Damasco.<br />
Esso riconobbe il suo errore ed entrò nella Compagnia di Gesù.<br />
1553. Miracolo di Braine.<br />
Agnese di Baudiment, contessa di Braine, si sforzava di guadagnare alla vera fede una giovane ebrea<br />
che essa amava; ma tutti i suoi sforzi si urtavano contro l’ostinazione della fanciulla che non voleva<br />
credere alla presenza reale di Gesù Cristo nel SS. Sacramento.<br />
Non sapendo qual mezzo prendere, la contessa chiese a Dio di provare la reale presenza nell’Eucarestia<br />
con qualche miracolo.<br />
Il mercoledì di Pentecoste dell’anno 1553 la collegiata di Sant Yved era piena di gente.<br />
Il vescovo di Beauvais, il vescovo di Soissons, l’abate di Sant Yved, il conte e la contessa di Braine e<br />
un gran numero di personaggi di corte stavano nel Santuario; dietro ad essi una moltitudine di cristiani<br />
e di ebrei avidi di vedere se il prodigio, chiesto con tanta istanza, avrebbe luogo.<br />
Un religioso del monastero di Sant Yved celebrava la messa; tutti gli assistenti seguivano le sante<br />
cerimonie; ad un tratto, nel tempo dell’elevazione, il corpo di nostro Signore apparve tra le mani del<br />
sacerdote sotto forma di un fanciullo in croce.<br />
Tutti gli ebrei e i cristiani videro il meraviglioso miracolo e non vi fu che un grido d’ammirazione in<br />
tutta l’assemblea. Questa manifestazione della presenza reale di Gesù nel SS. Sacramento ebbe per<br />
seguito la conversione della giovane israelita e con lei di tutte le famiglie ebree di Braine.<br />
L’ostia prodigiosa fu conservata poi fino al tempo della rivoluzione.<br />
40
1194. Miracolo d’Augsbourg.<br />
Nel 1194 una donna d’Augsbourg si presentò un mattino alla chiesa del convento di Santa Croce con<br />
l’intenzione di impossessarsi di un’Ostia consacrata. Essa venne a comunicarsi con gli altri fedeli e,<br />
ritiratasi in disparte, si tolse l’Ostia di bocca e la mise in una palla di cera preparata a questo effetto e la<br />
portò a casa sua dove durante cinque anni fece subire a nostro Signore ogni sorta di cattivi trattamenti.<br />
Infine, straziata dai rimorsi, confessò il suo delitto ad un sacerdote.<br />
Questi, avendo aperta la palla di cera, trovò al posto dell’Ostia una materia rossa, simile a carne<br />
insanguinata. Tremante d’emozione, il sacerdote allontanò di più la cera, per vedere se non vi erano<br />
altri vestigi della santa Eucarestia.<br />
Ma il Sacramento aderiva alle pareti e sotto gli sforzi si divise in due parti che restarono unite per dei<br />
piccoli filamenti rossi come sangue.<br />
Nel suo timore andò a trovare il suo vescovo il quale, riconosciuto il miracolo, ordinò una<br />
processione solenne alla chiesa di Santa Croce.<br />
Là, il pio prelato spezzò i sigilli posti dal sacerdote prima di andare dal suo vescovo. Si constatò allora<br />
che non solo l’Ostia aveva conservata la sua apparenza di carne sanguinante, ma che il suo volume era<br />
divenuto quattro volte maggiore di prima.<br />
Di più, da quel giorno fino alla festa di S. Giovanni Battista, continuò a crescere; allora la cera si<br />
staccò da questa carne miracolosa che fu rinchiusa in un reliquiario di cristallo.<br />
L’Ostia miracolosa si è conservata fino ai nostri giorni senza la minima corruzione.<br />
Anast. Voghet. Thaumaturg. Euchar. J. Hauntin. Sacrament. Amoris, pag. 547.<br />
Un angelo riparatore.<br />
Un fanciullo aveva fatto la sua prima Comunione. Gesù aveva parlato a quell’anima, il fanciullo era<br />
addolorato vivamente, perché il babbo suo e la sua mamma non andavano mai alla Messa; egli li aveva<br />
pregati, supplicati, ma invano.<br />
Allora che fa il nostro caro ragazzo? Egli assiste due volte la settimana alla Messa, uno per suo padre,<br />
l’altra per la madre. Questa si accorge subito delle uscite mattutine del ragazzo, e l’osserva e lo segue<br />
fino alla chiesa, dove lo vede in ginocchio, raccolto come un angelo, pregare con fervore.<br />
La madre lo aspettava all’uscire della chiesa, e vedendo il suo viso bagnato ancora di lacrime, ella si<br />
turba e gli domanda, perché piange. Il fanciullo l’abbraccia: >.<br />
Si indovini il resto; i cuori buoni non sono rari nelle classi popolari. La domenica seguente, il nostro<br />
angioletto accompagnava alla Messa il suo babbo e la sua mamma.<br />
41
Le Ostie avvelenate.<br />
Il Rev. Padre Dumas, della Compagnia di Gesù, racconta il fatto seguente:<br />
io ho conosciuto nella mia infanzia, a Parigi, un prete che divenne vescovo e morì da santo.<br />
Casato, fortuna, splendido avvenire, egli tutto aveva immolato a Dio.<br />
Un giorno questo prete terminava la sua Messa, quando una vecchia donna entra in chiesa, si avvicina<br />
all’altare, gli dice qualche parola a voce bassa e si ritira. >.<br />
Era appunto la donna che era venuta a dirlo al prete, che risolse subito in cuor suo di esporre la vita,<br />
piuttosto che permettere un delitto spaventoso. Il prete si traveste, penetra nella via, trova la casa, sale<br />
le scale, entra nel corridoio, scorge l’armadio, lo apre ed afferra il ciborio.<br />
Un pensiero tuttavia lo colpisce. Fino qui, nessuno l’ha visto, ma se è sorpreso prima di varcare la<br />
soglia della casa sacrilega, egli sarà battuto, facilmente ucciso, e certamente spogliato del suo tesoro, e<br />
la profanazione non potrà essere impedita. Vi è tuttavia un mezzo sicuro di impedire l’insulto contro<br />
Gesù: Egli si comunicherà con le sante Specie, chiuse nel ciborio, e se viene arrestato, lui solo si<br />
troverà in pericolo. Ora quale non fu il suo stupore, scoprendo le Ostie, di vederle cosparse di una<br />
sostanza velenosa. I misteri vergognosi del sabato dovevano aver luogo in un’epoca lontana, e i giudei<br />
avevano ricorso a questo mezzo per impedire che si corrompessero.<br />
La morte sarà il risultato infallibile della Comunione progettata. Ebbene. Che importa la morte del<br />
santo prete? Egli morirà per Gesù Cristo suo diletto. Consuma quindi le sante Ostie avvelenate e torna a<br />
casa sua, senza che nessuno l’abbia scorto; con le labbra attaccate al suo crocefisso, aspetta la morte.<br />
Ma!…Oh prodigio! Nessun dolore lo assale! La sua salute non ne fu alterata.<br />
Egli visse a lungo come se non fosse stato mortalmente avvelenato, a testimonianza vivente di quello<br />
che può la fede nella santa Eucarestia.<br />
Il pastore e l’Ostensorio.<br />
Nato nel 1540 in un piccolo borgo del reame d’Aragona, S. Pasquale Baylon fu, durante la sua<br />
giovinezza, applicato alla guardia del gregge. La devozione verso l’Eucarestia brillò in lui dai suoi<br />
primi anni; ma le sue funzioni di pastore non gli permettevano di soddisfarla, secondo il suo desiderio;<br />
soltanto nelle domeniche e negli altri giorni di festa poteva passare lunghe ore in chiesa.<br />
Dio si degnò mostrare al suo servo quanto questa pratica gli fosse gradita.<br />
Un giorno che, obbligato ai campi per la guardia del gregge, non aveva potuto andare in chiesa per<br />
assistere al santo sacrificio, la campana del monastero gli annunziò l’Elevazione.<br />
Pasquale, che era inginocchiato levò a questo momento gli occhi al cielo; e quale non fu la sua<br />
meraviglia allo scorgere una stella di straordinario splendore! Poi il cielo stesso sembrò aprirsi ai suoi<br />
sguardi rapito e allo sguardo rapito del pastore apparve un’Ostia rinchiusa in un Ostensorio sostenuta<br />
da Angeli.<br />
Questo favore meraviglioso gli fu spesso rinnovato in seguito.<br />
42<br />
Eug. Couet: Miracles historiques.
La Comunione di un padre<br />
invece di un figlio morto.<br />
Era una sera d’inverno e il parroco di Reynès veniva chiamato in gran fretta al letto di un giovane<br />
moribondo, il quale abitava in una masseria lontana, nel territorio di Montalba. In pochi istanti il<br />
sacerdote fu pronto. Giunto alla casa, una fanciulletta si fece incontro al parroco:<br />
>. – Il Signore avrà pietà dell’anima sua, rincuorati,<br />
piccina. > - diceva la fanciulletta al sacerdote. Ma<br />
questi rispondeva: -- Ho con me il Signore, figliuola, e devo riportarlo nel tabernacolo prima<br />
dell’aurora.<br />
-- insisteva la fanciulla – mio padre<br />
prenderà il Signore! – e in così dire, con un gesto invitava il prete ad entrare.<br />
Nella stanza mortuaria l’intera famiglia pregava presso il letto di morte su cui era disteso un giovane<br />
di 22 anni. All’entrare del sacerdote portante il SS. Sacramento, quella devota famiglia si prostrò<br />
devotamente per adorare il Signore.<br />
Il padre di famiglia, avvicinandosi a lui, gli disse all’orecchio alcune parole che il sacerdote accolse<br />
con visibile commozione.<br />
Ad un cenno del buon vecchio tutti si ritirarono, lasciando solo il parroco e il buon campagnuolo.<br />
Prevedendo questi, sin dal mattino, che il figliuolo sarebbe morto prima dell’arrivo di Gesù<br />
Sacramentato, era rimasto a digiuno per fare la S. Comunione invece del morente ed a suo suffragio: e<br />
infatti egli si confessò e ricevette il Signore.<br />
>.<br />
Un contadino dei dintorni d’Altorff nel 1587 portava alla chiesa del suo villaggio una scatola<br />
ripiena di Ostie da consacrare. Egli entrò in un’osteria, per farsi dare da bere, con uno dei suoi amici<br />
che era stato fabbriciere della parrocchia.<br />
Quest’ultimo, nel corso della conversazione, chiese un’Ostia, e avendola ricevuta, si mise a contraffare<br />
il sacerdote alla consacrazione, cominciando a pronunziare le divine parole.<br />
L’ostessa, buona cattolica, lo riprese della sua imprudente canzonatura; ma quegli: >. Essa ritornò qualche istante dopo, ma trovò l’infelice profanatore<br />
steso a terra, che non dava più segni di vita, il miserabile era morto.<br />
43<br />
S. Erasmo. Lib. XX.
San Bonaventura.<br />
San Bonaventura, essendo semplice religioso, e non avendo ancora l’onore di essere rivestito della<br />
dignità sacerdotale, si asteneva spesso di comunicarsi per un sentimento di profonda umiltà, per il quale<br />
si riconosceva indegno di un’azione così augusta.<br />
Un giorno, assistendo alla santa Messa, immerso per il più sincero disprezzo di sé stesso, quando il<br />
sacerdote, prima dell’Agnus Dei, ebbe spezzata in tre parti la divina Ostia, si vide un angelo prendere<br />
dalle mani del sacerdote una delle parti della santa Ostia, poi in presenza di tutti i religiosi, dare la<br />
Comunione a San Bonaventura.<br />
Dio volle insegnargli con questo, che l’amore deve unirsi all’umiltà e che è meglio avvicinarsi per<br />
amore, che allontanarsi per umiltà dalla Mensa eucaristica.<br />
Questo santo, venne chiamato il dottore serafico, tanto era grande l’amore di Dio che gli infiammava il<br />
cuore. Giacendo sopra il suo letto di morte e trovandosi nell’impotenza di ricevere la Comunione per i<br />
vomiti continui, supplicò il suo superiore a volergli portare il Sacramento dell’altare, affinchè potesse<br />
almeno rendere l’ultimo respiro alla presenza del suo amato Salvatore.<br />
Il superiore appaga i suoi desideri: il santo ciborio gli è portato; e, per mostrare la fame e la sete che lo<br />
divorano di ricevere la S. Eucarestia, Bonaventura chiede al superiore di avvicinarlo al suo petto.<br />
O meraviglia! Si vede subito un angelo aprirgli il costato; poi, prendere un’Ostia nel ciborio e metterla<br />
nel cuore del santo, senza che restasse poi il minimo segno della ferita che gli aveva fatta.<br />
1793. Un villaggio d’Italia.<br />
44<br />
Acta Bolland., XIII julii.<br />
Nel 1793, in quell’epoca così triste per i delitti, un reggimento francese, che era in Italia, passò in un<br />
villaggio nel momento in cui infuriava un uragano che fu seguito da una grande pioggia.<br />
I soldati trovarono la chiesa aperta e vi entrarono per mettersi al riparo. Siccome era allora un tempo in<br />
cui si lavorava per distruggere la religione, e quelli, la cui fede e pietà non era ben radicata, si<br />
vantavano con gloria di essere empi, i soldati si comportarono nel tempio del Signore come nel luogo<br />
più profano. Alcuni proposero di far portare del vino e questa proposta fu accettata.<br />
Ne fu portato molto e siccome mancavano i bicchieri un soldato fu tanto empio di procurarsi un vaso<br />
sacro per l’orribile sacrilegio. Salì sull’altare, forzò la porta del tabernacolo, prese il ciborio, gettò a<br />
terra le Ostie sante, e tutto trionfante ritornò dagli amici.<br />
Ma era giunto il momento in cui il Signore si vendicava di questo disgraziato. Com’ebbe riempito il<br />
calice di vino, cadde morto. E perché si vedesse che questa morte non era che una vendetta di Dio, il<br />
calice profanato non poteva essergli tolto da nessuno. Bisognò ricorrere al curato della parrocchia che<br />
glielo levò subito senza fatica.<br />
Corblet: Hist, du Sacr. De l’Euch., tom. I, pag. 503.
Arabghir in Armenia.<br />
Tra gli orribili massacri che insanguinarono l’Armenia nel 1895, un fatto straordinario e prodigioso<br />
avveniva nella città di Arabghir.<br />
Più di seicento armeni cattolici e gregoriani si erano rifugiati nella chiesa armena cattolica dove il<br />
sacerdote Stefano Imeliano, antico allievo del collegio di Propaganda, li aveva raccolti con la più tenera<br />
e sollecita carità. Chiuse le porte il sacerdote accende tutti i ceri all’altare, espone il SS. Sacramento e<br />
gli si prostra dinanzi assieme a tutto il suo popolo.<br />
Quindi esorta i fedeli a fare atti ferventi di contrizione e pronuncia su di loro le sacramentali parole<br />
della assoluzione.<br />
Le suppliche a Gesù si succedono vive e fervorose interrotte da singhiozzi, mentre fuori crepitano le<br />
fiamme degli incendi, e le scariche di fucile e le grida della folla sanguinaria spargono il terrore per<br />
tutta la città. E il rumore sinistro e spaventoso come l’incalzare della bufera si va sempre più<br />
avvicinando, e diviene ben presto lì vicino alla chiesa un fracasso infernale. E già le porte stanno per<br />
cedere agli sforzi rabbiosi degli assalitori, quando alla mente del Missionario viene un’idea singolare.<br />
Data ai fedeli un’altra assoluzione, si slancia alla porta principale della chiesa, l’apre completamente<br />
e con coraggio si presenta a quelle orde selvagge. Ma oh! bontà e protezione di Dio! Alla vista dei<br />
cristiani inginocchiati e preganti a voce alta dinanzi al santo altare sfolgorante di lumi, un panico<br />
terrore, si impossessa di quegli indemoniati, i quali tutt’altro che precipitarsi su quella folla inerme e<br />
tremebonda, si dànno a fuga precipitosa come se fossero inseguiti da un nemico invisibile.<br />
E’ cosi quei fortunati cristiani, grazie alla protezione e all’intervento di Gesù Sacramentato, poterono<br />
scampare a quell’inevitabile sterminio.<br />
45<br />
Miss. Catholiques, 6 Marzo 1896.<br />
Nel 1153, un giovane uomo di Colonia, figlio di un giudeo convertito al cristianesimo, essendosi<br />
avvicinato alla santa Mensa nella solennità pasquale, portò con se la santa Ostia con l’intenzione di<br />
servirsene a qualche sacrilegio.<br />
Ma appena uscito dalla chiesa un timore spaventoso si impadronì di lui; non sapendo più che fare della<br />
santa Eucarestia, entrò nel cimitero e nascose l’Ostia consacrata sotto la terra.<br />
Un sacerdote passava alla stessa ora per questo luogo; saputo dall’infelice giovane il sacrilegio<br />
commesso, volle levare la terra che copriva la divina Eucarestia, ma trovò l’Ostia cambiata in un<br />
bambino. Esso lo prese con rispetto per portarlo alla chiesa; tutto ad un tratto una luce abbagliante<br />
circondò questo fanciullo miracoloso che sfuggì dalle mani del sacerdote e disparve elevandosi verso il<br />
cielo.<br />
JOANN. TRITEMII: Cronica monast. Hirsang.
Un fanciullo apostolo.<br />
Un fanciullo di dieci anni, il cui padre non osservava più i suoi doveri religiosi, cadde ammalato.<br />
Obbligato a stare in letto per più mesi, il nostro giovinetto, pio come un angelo, fece la sua prima<br />
Comunione; poi trasformato, per il cuore di Gesù, in apostolo, disse a suo padre: >. Allora veniva appunto data la<br />
missione per gli uomini. Il padre non osò negare al suo figlio malato ciò che con tanto ardore gli<br />
domandava. Ma questo non era sufficiente per il cuore del nostro apostolo.<br />
Un altro giorno indovinò il pensiero del padre: >. Quale delicatezza in questa domanda! Il padre, piangendo, si getta al collo del figlio:<br />
>. E il giorno seguente riceve il Dio della sua prima<br />
Comunione, che aveva dimenticato da tanto tempo.<br />
Dopo il nostro fanciullo, contento, volò in Paradiso a ringraziare il Cuore di Gesù.<br />
>.<br />
Fratello, non dire: >.<br />
Questo è il solo orizzonte che conviene a un cristiano.<br />
Le Carmelitane d’Innsbruch.<br />
La speranza illimitata in Gesù nel SS. Sacramento si conservò sempre fra le Teresiane.<br />
Da fonte sicura ( cioè da un signore ora defunto, che contribuì molto alla fondazione di cui si vuol<br />
parlare ), ho udito il seguente racconto: Essendosi fondato in somma povertà il conventino delle<br />
Carmelitane Scalze presso Innsbruch nel Tirolo, le monache erano già riunite, e si aveva la casa, ma il<br />
sufficiente per vivere mancava.<br />
Una mattina la priora, vedendo la borsa vuota e così pure la dispensa, diede la borsa al sacrestano, e<br />
gli disse di metterla aperta davanti al tabernacolo. Intanto essa dietro la grata del coro si mise a<br />
domandare a Gesù Sacramentato il pane quotidiano.<br />
Non era ancora mezzogiorno che il sacrestano venne a portargli la borsa, in cui vi erano quindici<br />
napoleoni d’oro, che un signore sconosciuto vi aveva deposto.<br />
Figuriamoci come quelle buone serve di Dio lo avranno ringraziato per aver premiata così<br />
sollecitamente la filiale confidenza nel loro Bene Sacramentato.<br />
46
Un cattolico di Gouda, in Olanda, nel 1574 era in punto di morire; qualcuno dei suoi vicini,<br />
attaccati all’eresia di Calvino, non ebbero vergogna di ridere della sua religione in quell’istante<br />
supremo:<br />
>.<br />
E vestendosi degli ornamenti, che cercarono in fretta, cominciarono ad imitare la celebrazione dei santi<br />
misteri. Ma all’Agnus Dei fu chiamato il principale autore di questa parodia sacrilega; i suoi due figli<br />
erano morti e la sua moglie entrava in agonia. Egli stesso e quelli che l’avevano assistito furono morti<br />
all’indomani da una malattia pestilenziale.<br />
Quanto al cattolico ricuperò la salute per misericordia di Colui al quale aveva fino allora reso<br />
fedelmente testimonianza.<br />
Un rendimento di grazie al cielo.<br />
Il giorno era già avanzato, e si faceva buio; Rosa esce di chiesa, la vigilia della sua prima Comunione,<br />
pensosa e raccolta, entra in casa, le lacrime le rigano le guance: >. E la madre piangeva, benedicendo la figlia.<br />
Questa a tavola non mangiò, il suo cuore era pieno di emozione. Nella notte non dormì, ma pianse, e i<br />
suoi occhi non poterono chiudersi; Gesù occupava tutti i pensieri suoi.<br />
L’alba di Maggio traspare dalle finestre, Oh! felicità, il giorno è arrivato; Rosa si alza, facendosi il<br />
segno di croce, così il ciborio è benedetto prima di rinchiudere Gesù.<br />
Come una sposa si prepara ad andare incontro allo sposo, così essa si mette la sua veste bianca, il suo<br />
velo, la sua corona.<br />
Fra le ragazze curiose, Rosa passa con gli occhi bassi, vede i santi e gli angeli che dalle loro nicchie le<br />
sorridono e l’invitano. Ella non vede gli ornamenti della chiesa, né i fiori, né gli stendardi.<br />
Gesù l’occupa tutta, solo a Lui il suo cuore mormora segrete preghiere. La Messa è alla fine, Rosa<br />
riceve Gesù con le sue labbra semiaperte, poi resta immobile! Pure ebbrezze! estasi di paradiso! Quanto<br />
è dolce Gesù all’anima che ama!<br />
>. Ma Rosa non si muove; era<br />
stata esaudita: essa vide Gesù il giorno della sua prima Comunione ed andò a fare il suo ringraziamento<br />
in cielo.<br />
47
Il giorno dopo la Pasqua, dell’anno 1561, il curato di Nimega, Antonio Worst, dopo aver terminata la<br />
Messa, portò il santo Viatico ad un malato.<br />
Sul suo cammino incontrò due giovani, l’uno di Nimega, l’altro di Utrecht, che si divertivano con delle<br />
uova di Pasqua. All’avvicinarsi del curato, il giovane di Utrecht, che era stato allevato nella eresia<br />
calvinista, canzonò l’augusto Sacramento, e con aria spavalda: >.<br />
In così dire si pose l’uovo in bocca senza aver riguardo alla presenza del SS. Sacramento.<br />
Ma i fedeli, che questo bestemmiatore aveva scandalizzati, non tardarono a vedere la vendetta del cielo<br />
compiersi su quel disgraziato. L’uovo si arrestò nella sua gola, nonostante gli sforzi che esso fece per<br />
inghiottirlo; e presto, soffocato, cominciò a torcersi in orribili convulsioni; e nel momento in cui il<br />
prete, ritornava ad amministrare il SS. Sacramento al malato, portando ancora la SS. Eucarestia, il<br />
bestemmiatore sentì raddoppiare i suoi dolori; la sua gola, smisuratamente gonfia, scoppiò; ed egli<br />
spirò miseramente in presenza del Sacramento che aveva oltraggiato.<br />
Come prova che questo non era stato un incidente volgare, ma un castigo del cielo, si potè constatare<br />
che l’uovo, causa di quella terribile morte, invece di restare nella gola del giovane, era penetrato nella<br />
carne, e restava attaccato come un tumore ad una parte del collo.<br />
1384. Miracolo di Seefeld nel Tirolo.<br />
48<br />
Bredendach: Menologio eucaris., tom. II, pag. 606.<br />
Un uomo di Seefeld, ricco e potente, ma orgoglioso, chiamato Osvaldo Milser, esigeva, nel giorno del<br />
Giovedì <strong>Santo</strong>, che il suo curato lo comunicasse prima degli altri e che la Particola che riceverebbe<br />
fosse della grandezza di quella con la quale si comunicherebbe il sacerdote stesso.<br />
Ma nel Giovedì <strong>Santo</strong> del 1384 accostandosi il vanitoso per ricevere la Particola, non appena l’ebbe<br />
ricevuta si sentì vacillare, volle ritirarsi, ma ai suoi piedi si era aperta una voragine nella quale cadeva;<br />
cercò di reggersi, ma il marmo divenne morbido come cera. Allora vedendosi nell’impossibilità di<br />
salvarsi, gridò: Misericordia! Dio voleva solo umiliarlo, e subito la buca si chiuse e il terreno tornò<br />
solido. Quanto all’Ostia fu impossibile ad Osvaldo inghiottirla; essa era restata intatta sulle sue labbra e<br />
minacciava di soffocarlo. Il sacerdote la raccolse e la mise nel ciborio; allora il pane consacrato apparve<br />
coperto di goccioline di sangue.<br />
Osvaldo si convertì ed entrò in un monastero. L’Ostia si conservò duecento anni nella chiesa<br />
parrocchiale di Seefeld. Poi nel 1575 Ferdinando II, arciduca d’Austria, la fece trasportare nella<br />
cappella del Prezioso Sangue, dove si venera ancora.<br />
Bredenbach: Collat. Sacr., lib. I, cap. 35.
1452. Ragusa, in Dalmazia.<br />
I turiboli degli angeli adoratori.<br />
Sant’Iacopo della Marca, una delle glorie dell’Ordine Francescano, predicava con molto zelo nella<br />
città di Ragusa, e Dio moltiplicava i <strong>miracoli</strong> sotto i suoi passi.<br />
Un giorno si era messo a provare, con l’autorità delle Scritture e dei santi Padri, che nell’augusto<br />
sacrificio della Messa i sacerdoti consacrano il Corpo vero e reale del Salvatore; esso sapeva che nel<br />
suo auditorio vi erano degli eretici che negavano ostinatamente questa verità, sostenendo che il culto<br />
dell’Eucarestia è una idolatria, perché vi si adora il pane e il vino.<br />
Vedendo che le sue parole non portavano la convinzione in quelle anime accecate, chiese ai religiosi<br />
del monastero di mettere da ambo i lati dell’altare un angelo adoratore tenente in mano un turibolo.<br />
Si vedranno delle cose meravigliose da questi due angeli. E prima di cominciare la Messa fece mettere<br />
nei turiboli della brace e dell’incenso.<br />
Quando fu all’elevazione dell’Ostia e poi del calice, tutti gli astanti videro le due statue muoversi,<br />
agitare i loro turiboli ed incensare il SS. Sacramento.<br />
Questo spettacolo rallegrò i cattolici e li confermò nella fede di questo mistero; gli eretici stessi si<br />
arresero alla verità e molti confessarono che Gesù Cristo è veramente e realmente nella SS. Eucarestia<br />
e che merita le nostre lodi e le nostre adorazioni.<br />
E questo prodigio non avvenne una sola volta, ma, nei giorni delle grandi feste, si vedevano i due<br />
angeli muoversi e agitare i loro turiboli. Questo prodigio cessò nel 1663 quando la chiesa rovinò e le<br />
statue furono preda delle fiamme.<br />
49<br />
P. Leone: L’Anno Serafico, tom. II, pag. 371.<br />
Questo fatto che racconto ebbe luogo presso Monte Cassino nel 1050 ed è narrato da<br />
S. Pier Damiani.<br />
Una donna, cedendo a delle suggestioni abbominevoli, portò nella sua casa il pane eucaristico per<br />
servirsene a non so quale maleficio… Il sacerdote se ne accorse in tempo e andò da lei per riprendere<br />
Il Sacramento <strong>Santo</strong>. Ma, svolgendo la biancheria nella quale era stato avviluppato, il corpo del Signore<br />
apparve visibile, occupando una metà della specie, mentre l’altra metà aveva conservata l’apparenza<br />
ordinaria.<br />
Dio volle con una testimonianza così manifesta confondere l’incredulità e l’eresia, che rifiutano di<br />
accettare la presenza reale nel mistero eucaristico.<br />
Sotto una sola metà del medesimo pane consacrato il corpo di Gesù Cristo si era reso visibile, lasciando<br />
all’altra la sua forma naturale, per meglio attestare la realtà della transustanziazione sacramentale che<br />
si compie nella SS. Eucarestia.<br />
Patrol. Latina, tomo CXLV, colonna 573.
I demoni loro malgrado, confessano<br />
e adorano Gesù Cristo in Sacramento.<br />
Nella città di Verona il demonio si faceva spesso vedere ad un uomo che aveva fatto con lui<br />
un’alleanza detestabile.<br />
Un giorno, mentre erano insieme, venne a passare il SS. Sacramento, che si portava ad un malato, e il<br />
mago, per quanto fosse indurito nel male, per un briciolo di religione rimastogli si gettò in ginocchio,<br />
sia che credesse ancora in fondo del cuor suo, sia che obbedisse all’usanza del paese; e, cosa mirabile!<br />
anche il demonio si inchinò per tutto il tempo che l’Eucarestia poteva vedersi.<br />
L’uomo. Tutto sorpreso, gli chiese che volesse dire ciò. Non ti sconcerti questo, rispose Satana, io e i<br />
miei siamo, nostro malgrado, costretti a prostrarci innanzi a Gesù, essendo scritto: Nel nome di Gesù si<br />
pieghi ogni ginocchio in cielo, in terra e nell’inferno; ed ogni lingua confessi che il Signor nostro<br />
Gesù Cristo è nella gloria di Dio padre.<br />
Il sacerdote dopo aver fatta la Comunione all’ammalato ritornava con il Ciborio vuoto, e il demonio<br />
manifestò rispetto di nuovo, ma non così profondo come prima non piegandosi che a metà.<br />
>. Non importa, rispose il demonio, io venero il luogo dove fu il Signore, essendo scritto:<br />
Adorabimus in loco ubi steterunt pedet ejus.<br />
Che se il maledetto non può esimersi dal tributare l’onore che ogni creatura deve al suo Creatore, quale<br />
scusa avranno tanti cristiani, che si mostrano poco rispettosi alla chiesa, e stanno in un contegno così<br />
sconveniente al santo sacrificio? Sarà poi necessario che il demonio stesso apra la bocca per<br />
confonderli? Il demonio, dice la Scrittura, crede e freme: Daemones credunt et contremiscunt.<br />
Terribile castigo.<br />
Sui giornali cattolici di Spagna si leggeva nel 1898 questo terribile fatto.<br />
L’ultimo giorno di carnevale di quell’anno si vide, con raccapriccio, passare nella piazza Colaligna di<br />
Barcellona, fra due file di curiosi, una sacrilega parodia.<br />
Tre giovinastri mascherati simulavano il corteo del santo Viatico, altri portavano torce accese ed altri<br />
un compagno sopra la barella, che fingeva di essere l’infermo viatico.<br />
Ad un tratto, costui fu preso davvero da improvviso malore. In fretta lo trasportarono alla vicina<br />
farmacia del signor Balach, ma inutilmente, perché dopo brevi momenti cessava di vivere.<br />
La stampa empia si guardò bene di parlare di questo fatto, che pure ha lasciato nella popolazione la<br />
più sinistra e profonda impressione.<br />
50
Maria SS. Patrona della prima Comunione.<br />
Formare i fanciulli a questo grande atto della vita, preparare il cuore alla prima visita di Gesù è certo<br />
la più dolce missione per Maria.<br />
Un giorno una madre ebbe una dolce visione: la Vergine Maria era presso la culla del suo bambino,<br />
gli sorrideva e copriva di fiori il suo lettuccio.<br />
Quel bambino era Alessandro Bertius le prime parole del quale, quando potè parlare, furono:<br />
>. Egli crebbe all’ombra del crocefisso. Ma già la luce del suo battesimo gli lasciava<br />
intravedere in fondo al suo cuore qualche particella meno pura, dove poteva germogliare il cattivo<br />
seme. Questo fanciullo di cinque anni si ricordò delle carezze e delle promesse di Maria, si armò di una<br />
disciplina con la quale puniva sulle sue membra delicate gli istinti che sentiva in sè per il male.<br />
Maria lo guidò e lo preparò alla sua prima Comunione.<br />
Quando giunse quel momento solenne, Alessandro credette vedere il suo cuore aprirsi e Gesù<br />
prenderne possesso in modo sensibile.<br />
Questa visione e questo ricordo lo incatenarono così potentemente al tabernacolo, che per tutta la città<br />
fu chiamato il fanciullo dell’altar maggiore. Maria ebbe per lui cure materne; nelle sue malattie gli<br />
temperava gli ardori della febbre, circondando di fiori il suo lettuccio.<br />
Così protetto dalla presenza amorevole di Maria, il pio fanciullo non prese mai parte a nessuna gioia<br />
mondana, a nessun trattenimento pericoloso, a nessuna ricreazione dissipante.<br />
E’ così che l’infanzia e l’adolescenza, poste sotto lo sguardo della Vergine santissima passeranno<br />
puramente e prepareranno alla Chiesa dei figli fedeli e al cielo dei cittadini ornati di ogni virtù.<br />
Bella maniera di comunicarsi.<br />
51<br />
Parterre di Nostra Signora della prima Comunione.<br />
Una povera serva si comunicava di frequente e lo faceva con gran fervore, ma si lamentava sempre di<br />
non saper comunicarsi bene. E perché? Le domandò un giorno la padrona. – Ah, signora, rispose, vedo<br />
gli altri che hanno il libro…chissà quante belle cose dicono al Signore!…Oh! se sapessi leggere!…<br />
…Ma dunque cosa fai, quando ti comunichi? – Niente, piango sempre…-- Che cosa piangi? – I miei<br />
peccati e la mia ignoranza. – E non fai altro? – Domando al Signore la grazia di amarlo, di essere buona<br />
e di andare in Paradiso. Recito poi gli atti di fede, di speranza, di carità e di contrizione, come mi ha<br />
detto il confessore, e prego la Madonna e il mio Angelo custode a supplire per me. – Che bella maniera<br />
di comunicarsi!<br />
Codesta buona donna non sapeva leggere, ma nella sua semplicità umile e fervente, piaceva più a Gesù<br />
Sacramentato che tante altre, le quali recitano un fascio di orazioni, che trovano nei libri, ma senza<br />
accompagnarle con lo spirito e con il cuore.
Miracolo di Bolsena.<br />
Un prete tedesco assalito da dubbi sulla fede nella presenza di nostro Signore, sotto le sante Specie,<br />
chiese a Dio di dissiparli.<br />
In un pellegrinaggio che fece a Roma, l’anno 1263 si fermò a Bolsena, dove celebrò la Messa nella<br />
chiesa di Santa Cristina. Nel momento in cui spezzava l’Ostia sopra al calice, ne sgorgò vivo sangue,<br />
che si sparse sul corporale. Ogni goccia di sangue che cadeva sul corporale, portava l’impronta di una<br />
figura umana. Il terrore impedì al prete di terminare il santo sacrificio, e pose la santa Ostia nel<br />
tabernacolo.<br />
Esso andò a gettarsi ai piedi del papa Urbano IV, che in quel tempo abitava a Orvieto, per domandargli<br />
l’assoluzione dei suoi dubbi contro la fede. Il sovrano Pontefice fece portare a Orvieto il corporale<br />
misterioso e lo depose con gran pompa nella cattedrale, dove il popolo non ha cessato di venerarlo.<br />
Per onorare la SS. Eucarestia e conservare il ricordo di un così grande miracolo, Urbano IV istituì la<br />
festa del Corpus Domini, che fissò al giovedì dopo l’ottava di Pentecoste, e ordinò di celebrare la<br />
Messa e l’ufficio composto da S. Tommaso d’Aquino.<br />
Un’iscrizione, impressa sul marmo l’anno stesso, attesta e perpetua il miracolo.<br />
Nel momento della traslazione del santo corporale. Il Papa e i cardinali andarono incontro fino al ponte<br />
di un torrente, i bimbi portavano dei rami di ulivi. Il Papa lo ricevette in ginocchio e lo trasportò a<br />
Orvieto. Quattro gocce di quel Sangue miracoloso erano cadute su qualche lastra del pavimento di<br />
marmo. Queste lastre furono trasportate in un cripta, vicina alla chiesa di Santa Cristina, per essere<br />
esposta alla venerazione dei fedeli.<br />
La costituzione di Urbano IV, che istituì la festa solenne del SS. Sacramento, fu confermata nel<br />
concilio generale di Vienna, da Clemente V, l’anno 1311.<br />
Il Papa Giovanni XXII che gli successe, pubblicò la bolla di Urbano IV, ed è a quest’epoca che si fa<br />
risalire l’istituzione delle processioni solenni del SS. Sacramento.<br />
* * *<br />
Gesù Cristo stesso volle dare una salutare lezione a uno dei confessori di santa Francesca delle cinque<br />
piaghe del Terzo Ordine Serafico. Egli le aveva un giorno proibito di comunicarsi.<br />
La santa ne soffriva molto contentandosi di gemere ai piedi del suo divino Sposo. Ma ecco che, mentre<br />
assisteva alla Messa del suo confessore, al momento della comunione, il sacerdote si accorse che<br />
mancava una parte dell’Ostia. Fu colpito da viva ansietà, non potendo sospettare il prodigio che si era<br />
operato. La santa, per umiltà, non osava rivelare il meraviglioso favore che aveva ricevuto.<br />
Tuttavia, vedendo il suo confessore molto turbato, volle liberarlo, ella si avvicina dunque e gli dice:<br />
>.<br />
52<br />
Annali Francescani.
Miracolo dei Billettes ( Parigi ).<br />
Sotto il regno di Filippo il Bello ( 1290 ) una donna aveva dato in pegno le sue più belle vesti ad un<br />
ebreo per ottenere una piccola somma di denaro. Per la festa di Pasqua, volendo fare la Santa<br />
Comunione, chiese all’ebreo le sue vesti per questa circostanza.<br />
L’ebreo acconsentì a rimetterle la somma che le aveva prestata, purchè gli portasse l’Ostia che<br />
riceverebbe comunicandosi. La disgraziata promise e osò mantenere la promessa.<br />
Alla vista dell’Ostia divina il giudeo entrato in furore la forò a colpi di temperino, e si vide il sangue<br />
uscirne in abbondanza. Egli l’attaccò a un chiodo e la colpì con un bidente e poi con una lancia, e il<br />
sangue continuava a cadere.<br />
La gettò nel fuoco e l’Ostia stava sulle fiamme senza bruciare. La mise in una caldaia d’acqua bollente<br />
e l’acqua divenne subito rossa e l’Ostia sfuggendo dalla caldaia vi apparve Gesù Cristo come quando i<br />
giudei lo misero in croce. Questa vista riempì di spavento il miserabile, che corse a nascondersi in<br />
fondo alla sua casa.<br />
In questo tempo suo figlio gridava ai fanciulli della sua età: >.<br />
Una donna, sentendo queste parole, entrò nella casa del giudeo e fu testimone del doloroso spettacolo.<br />
Il clero, avvertito, venne a ricevere l’Ostia divina che si conservò parecchi anni.<br />
La casa del giudeo fu abbattuta e al suo posto si elevò una cappella che si vede ancora a Parigi nella via<br />
dei Billettes. Disgraziatamente essa è ai giorni nostri in potere dei protestanti. Il giorno anniversario del<br />
miracolo si celebra nella chiesa dei santi Giovanni e Francesco.<br />
53<br />
P. Thèodoric de S. Réné: Remarques historiques.<br />
Uno zelantissimo missionario, che aveva convertito alla fede molti eretici, trovato un giovane turco di<br />
belle maniere e di molto spirito, si adoperava per guadagnarlo alla fede.<br />
Il giovane lo ringraziò del suo zelo e delle sue premure, e lo assicurò che più volte gli era balenato alla<br />
mente l’idea di farsi cattolico, ma che a vedere le irriverenze e le profanazioni che i cristiani<br />
commettevano nelle loro chiese, si era convinto che doveva esser falsa quella religione, nella quale<br />
Iddio viene disprezzato fino nei suoi sacri templi.<br />
Nelle nostre moschee, soggiungeva, non si vedono tanti disordini, e la minima irriverenza viene<br />
severamente punita.<br />
Io devo quindi concludere che i cristiani stessi non credono, nel loro cuore, al Dio che adorano.<br />
E voltate le spalle al missionario, perseverò ostinato nella falsa sua religione.
VI secolo. Egina in Cilicia.<br />
I due stiliti.<br />
A trenta miglia circa dalla città di Egina in Cilicia, vivevano due stiliti divisi da una distanza di<br />
seimila passi. Uno di essi era in comunione con la santa chiesa cattolica; l’altro, che viveva da più<br />
lungo tempo sulla colonna, era nel numero dei più ardenti seguaci dell’eresia di Severo, e non cessava<br />
di perseguitare il cattolico con le sue invettive.<br />
Quello sopportava con pazienza quegli ingiusti attacchi. Infine per mettervi un termine, risolse di<br />
domandare all’eretico una porzione del pane della comunione dei severiani.<br />
L’eretico, orgoglioso di questa vittoria sul suo avversario, non esitò ad arrendersi ai suoi desideri e<br />
mandò a quello, che considerava già come uno dei suoi fratelli, un pane portato dall’ultima assemblea<br />
dei severiani.<br />
Il cattolico aveva voluto tentare una prova; non era per debolezza che aveva agito, ma per ispirazione<br />
del cielo. Esso supplicava Dio di rafforzare la sua fede nell’adorabile mistero dell’altare, e confondere<br />
l’impostura dell’empio provocatore.<br />
Preparò quindi una caldaia di acqua bollente, e, ricevuto il pane dell’eretico, in presenza del<br />
messaggero che glielo aveva portato, lo gettò nel liquido bollente, e subito il pane si disfece non<br />
restandone la minima traccia. Allora animato da una viva fede, prende la santa Eucarestia che<br />
conservava per comunicarsi, e la getta pure nella caldaia; ma l’acqua subito si raffredda e l’Ostia santa<br />
galleggia sulla superficie intatta, senza neppure essere bagnata. >.<br />
54<br />
De Vitis, t. X,c. 29.
Un monaco, chiamato Giusto, appartenente al monastero fondato da S. Gregorio nella sua casa<br />
paterna, sul monte Celio in Roma, si era reso colpevole di una colpa grave, tenendo nascosta una certa<br />
somma di denaro, contrariamente alle leggi monastiche.<br />
Questo fatto essendo stato scoperto durante l’ultima malattia del religioso, S. Gregorio proibì ai suoi<br />
confratelli di andarlo a visitare e consolare.<br />
Non lasciò avvicinare a Giusto che un fratello, incaricato di dirgli che gli altri monaci si allontanavano<br />
da lui per orrore della sua colpa. Giusto, vivamente colpito da questa condotta, morì poco dopo nel<br />
pentimento del suo peccato. Ma il santo abate proibì che il corpo del defunto fosse posto in terra santa.<br />
Fu seppellito in un letamaio e ordinò che fossero gettate su lui le monete che si erano trovate in suo<br />
possesso.<br />
Un sentimento di compassione riempì nonostante l’anima di Gregorio. Fece venire a sé il superiore del<br />
monastero, e gli disse tutto afflitto: >.<br />
Il superiore obbedì immediatamente a questo ordine. Dopo i trenta giorni il defunto apparve nella<br />
notte a suo fratello: >.<br />
Suo fratello si affrettò a far conoscere ai monaci ciò che aveva saputo; e questi calcolando con cura i<br />
giorni, riconobbero che in quel giorno il santo sacrificio era stato offerto per l’anima di Giusto per la<br />
trentesima volta.<br />
55<br />
S. Gregorio Magno: De Missae Sacrificio.
1257. Ratisbona in Baviera.<br />
Il Crocefisso e il calice.<br />
Un prete celebrava la santa Messa, quando fu assalito da dubbi violenti sulla consacrazione del<br />
calice: è possibile che poche parole pronunciate da un uomo cambino il vino nel sangue di Gesù cristo?<br />
Ma mentre questo doloroso pensiero tormentava la sua anima, egli si arresta indeciso prima di fare<br />
l’elevazione del calice; e un leggero rumore si produce improvviso al disopra dell’altare; dal grande<br />
crocefisso di legno che è sopra al tabernacolo, l’immagine del Salvatore stende lentamente il suo<br />
braccio verso il celebrante che pronuncia le parole della consacrazione, gli toglie il calice dalle mani e<br />
lo tiene esposto alle adorazioni dei fedeli.<br />
Il prete cade in ginocchio; al dubbio è successo lo spavento e l’angoscia: ma subito la fede, una fede<br />
ormai inestinguibile nel mistero tre volte santo della consacrazione, si accende in lui; confessa la sua<br />
colpa e chiede perdono del suo dubbio versando abbondanti lacrime.<br />
Allora, per ricompensa del suo pentimento e della sua umiltà, il salvatore abbassa il braccio e rimette il<br />
calice in mano del suo ministro sconsolato.<br />
La cappella del miracolo esiste ancora, restaurata con gusto, è stata consacrata il 18 settembre 1855 da<br />
mgr. Valentino.<br />
Annerito dai secoli, il Crocefisso miracoloso è al posto di onore, come un testimone della fede e degli<br />
omaggi di tante generazioni che sono venute a pregare ai suoi piedi.<br />
Georg.Ott. : Miracoli <strong>Eucaristici</strong>, pag. 210; P. Conel: Miracles Historiques, pag. 60.<br />
56
Valenza in Spagna.<br />
San Tommaso Villeneuve racconta questo fatto confidatogli da un suo amico, giovane giudeo,<br />
convertito in pericolo di morte, con queste parole:<br />
.<br />
535. Guarigione di un uomo<br />
muto e paralitico.<br />
Per scongiurare le rovine di cui i Goti minacciavano Roma, Sant’Agapito andò a Costantinopoli<br />
dall’imperatore Giustiniano.<br />
Un giorno mentre attraversava una piccola città della Grecia, gli si presentò un uomo muto che era<br />
anche colpito in tutte le parti del corpo. La famiglia dell’infelice scongiurava il pontefice a rendergli la<br />
parola e le forze. Intenerito dalle lacrime del padre e della madre, Agapito dice loro: Avete la fede? –<br />
Sì, noi speriamo che in nome di Dio e per l’intercessione del Principe degli Apostoli sarà liberato dalle<br />
sue infermità. Questi atti di fede commossero ancor più il cuore del pontefice; pregò, ricorse al santo<br />
sacrificio della Messa per ottenere un miracolo della potenza divina.<br />
Dopo la immolazione della santa vittima, prese un’Ostia consacrata e l’avvicinò al paralitico, steso<br />
senza forza presso il santuario: avendolo preso per le braccia in presenza di tutto il popolo, lo fece<br />
alzare e camminare solo senza appoggio. Gli presentò poi il prezioso Corpo di Cristo; e appena l’Ostia<br />
ebbe toccato le labbra di quell’uomo, la sua lingua paralizzata si scioglie e si mette altamente a<br />
pubblicare le meraviglie che Dio nell’Eucarestia operava in lui.<br />
57<br />
S. Gregorio Magno: Dial., 1. III, c. 3.
Il desiderio del S. Viatico.<br />
Tra le montagne della Svizzera, non molti anni fa, picchiarono alla canonica di una chiesa<br />
parrocchiale. Chi è là? Esclama il parroco; ed una voce risponde: Vada nel tal luogo, porti con sé il<br />
SS. Sacramento, per un uomo che sta per morire. Il parroco si levò immediatamente, prese una sacra<br />
Particola e, dopo che la chiuse in una teca d’argento, la pose in una borsa che aveva appesa al collo, ed<br />
accompagnato dal sacrestano che aveva un fanale, montò a cavallo ed andò verso il luogo che gli era<br />
stato indicato. Qui vi incontrò un vecchio contadino, che, vedendo il suo curato con la SS. Eucarestia,<br />
tentava di mettersi in ginocchio. Ed il curato gli disse: Chi è l’infermo nella vostra famiglia?<br />
Nessuno, per grazia di Dio. Si fecero diligenti ricerche presso le famiglie che abitavano nei dintorni,<br />
ma, per quanto si chiedesse, di malati non ce n’erano! Il parroco allora stava per ritornarsene alla sua<br />
parrocchia e il buon vecchio gli disse: Signor curato, giacchè vi trovate qui, vi farebbe piacere deporre<br />
Il Santissimo nella cappellina che è qui vicina, e poi confessarmi e comunicarmi? Ben volentieri,<br />
rispose il parroco: e fu fatto come piacque al buon vecchio.<br />
Dopo che l’ebbe Comunicato, il curato se ne tornava a casa. Ma non fece nemmeno duecento passi che<br />
si sente correr dietro un giovanotto, che gridava affannato: Signor curato, accorrete, che al babbo è<br />
venuto un colpo. Ed era proprio così! Tornato indietro, il parroco trova il buon vecchio, che prima<br />
aveva comunicato, preso da un repentino malessere, ed agonizzante! ma che tutto lieto in volto e sereno<br />
gli disse: >. Dopo poco tempo, con sentimenti della più<br />
profonda pietà, sempre assistito dal suo curato, il buon vecchio con la pace dei giusti rendeva lo spirito<br />
al suo Creatore!<br />
V. Postel: L’angelo della Prima Comunione.<br />
Potere della santa Messa.<br />
Racconta S. Gregorio Magno che un cristiano venne un giorno fatto prigioniero e messo ai ceppi<br />
lontano dalla sua patria. Sua moglie, dopo averlo invano atteso per lungo tempo, e convinta che fosse<br />
morto, dispose che ogni settimana, a giorno fisso, venisse celebrata una Messa per il riposo dell’anima<br />
sua. Dopo lunghi anni il prigioniero riacquista la libertà, ritorna in patria, dove trova ancora in vita la<br />
moglie, a cui racconta le passate sofferenze, il dolore dell’esilio, i tormenti della schiavitù e come tutto<br />
gli fosse però stato raddolcito da un avvenimento miracoloso che spesso si ripeteva.<br />
Ogni settimana, in un dato giorno, i suoi ceppi si spezzavano; ed un soave sentimento di<br />
consolazione, una forza di pazienza, un’intera sommissione alla volontà di Dio gli sgorgavano in cuore.<br />
Stupita la donna gli domandò in qual giorno avvenisse tale meraviglia. Era quello stesso in cui essa<br />
faceva celebrare la santa Messa per lui. L’Ag<strong>nello</strong> immacolato spezzava ogni volta in quello stesso<br />
momento i ceppi della sua schiavitù.<br />
Lontano dalla patria, dalla famiglia, dagli amici, non una, ma molte anime che ci sono care scontano in<br />
una prigione di fuoco le passate colpe. Ed è in nostra mano il portar loro soccorso! Ogni giorno<br />
possiamo offrire per loro la vittima divina, la quale certo non volle prodigiosamente spezzare i ceppi di<br />
una schiavitù corporale se non per farci intendere come ella liberi le anime dai vincoli del peccato.<br />
58<br />
S.Gregorio: Homil. 37 in Evang.
1608. Miracolo di Faverney.<br />
Nel 1608, il 24 del mese di Maggio, si operò un gran miracolo nella chiesa di Nostra Signora di<br />
Faverney, diocesi di Besancon.<br />
Ogni anno, per la festa di Pentecoste, vi era un gran concorso di popolo in quella chiesa per l’acquisto<br />
di una indulgenza plenaria concessa dal Sommo Pontefice, Clemente VIII.<br />
Era costume per questa cerimonia di alzare un altare di legno e riccamente decorato all’entrata del coro.<br />
Quell’anno, durante la notte, si appiccò il fuoco a questo altare, dove si conservavano due Ostie<br />
rinchiuse in un ostensorio, tra due cristalli, e fu ridotto in cenere l’altare, i gradini e il tabernacolo,<br />
i lini, i tappeti e gli ornamenti; solo l’ostensorio, dove riposavano le due Ostie, non fu danneggiato<br />
dalle fiamme, ma restò incolume allo stesso posto, senza alcun sostegno, sospeso in aria per trentatrè<br />
ore di seguito.<br />
Dopo queste trentatrè ore, mentre un sacerdote del vicinato celebrava il santo sacrificio, dopo<br />
l’elevazione dell’Ostia l’ostensorio discese lentamente senza l’aiuto di nessuno e alla vista di una folla<br />
immensa andò a posarsi sopra di un corporale, preparato per questa circostanza.<br />
Dopo le più severe ed esatte informazioni, l’arcivescovo di Besacon dichiarò, con un atto pubblico,<br />
che il fatto era miracoloso. Una delle Ostie è ancora conservata a Faverney, dove si espone alla<br />
venerazione dei fedeli il lunedì di Pentecoste.<br />
I profumi dell’Eucarestia.<br />
59<br />
M. Bowin: Relation fidèle du miracle, Vesoul, 1887.<br />
Ecco una bella storia raccontata da Lamothe-Tenes:<br />
>.<br />
I cuori dei fanciulli innocenti sanno distinguere così i profumi celesti. Come non espanderà odore di<br />
Dio colui che ha nel suo cuore Gesù?
L’Eucarestia custodita dai federati.<br />
Il 9 Aprile del 1871, alle dieci di sera, i federati circondano la chiesa di S. Giovanni e di S. Francesco,<br />
situata in via Charlot, a Parigi, si impadroniscono di tutte le uscite e mettono i sigilli a tutte le porte.<br />
Il domani il frate incaricato di amministrare questa parrocchia, nel portarsi alla scuola dove egli<br />
insegnava, rimase meravigliato nel vedere un gruppo di guardie nazionali davanti alla chiesa.<br />
Le figure sinistre che vede, qualche bestemmia che ode, gli spiegano il motivo della loro presenza.<br />
Mettendo il piede nella sua classe, riconosce il funzionario che guardava la porta di comunicazione<br />
con la chiesa. Era una brava persona che certamente non desiderava il trionfo del Comune, e pure,<br />
come tanti altri, lo sosteneva con le sue armi e la sua persona, sia per timore, sia per necessità.<br />
--Buon giorno, amico, gli dice il frate, che fate là? Quale incarico per un uomo come voi? – Ah! Non<br />
me ne parlate, caro padre, è orribile! – Io ho un servizio da chiedervi, mio bravo. – Quale? Tutto ciò<br />
che vorrete, basta che lo possa. – Avrei qualcosa da prendere nel tabernacolo, potrei entrare nella<br />
chiesa? – Impossibile, la mia consegna è severa, severissima; io vengo fucilato, se lascio entrare<br />
qualcuno. – Allora come fare? – Rinunciare al vostro impegno o esporvi ad essere fucilato. – Ciò non<br />
m’importa, basta che abbia il tempo di prendere quello che voglio.<br />
-- Non avete paura voi? – E perché? – Ebbene, io sono cristiano, so quello che voi volete prendere nel<br />
tabernacolo, è il buon Dio. Andate e fate presto. Se vi vedono sarete fucilato e io pure; ma andate, il<br />
tempo stringe, fra qualche minuto mi leveranno di qui.<br />
Il frate vola al tabernacolo, prende il <strong>Santo</strong> Sacramento, lo avvolse in un corporale, e fuggì via, per<br />
portare il prezioso tesoro nel suo convento. La guardia nazionale si getta in ginocchio, presenta le armi,<br />
e accompagna il frate fino alla porta che dà sulla via Charlot.<br />
L’angelo dell’Eucarestia aveva allontanato ogni sguardo indiscreto. La chiesa fu poi saccheggiata,<br />
l’altare spogliato, il tabernacolo profanato; ma il Corpo di Gesù Cristo venne preservato da un’orribile<br />
profanazione.<br />
60
1337. Deggendorf, in Baviera.<br />
Il bambino Gesù e i giudei profanatori.<br />
Una povera serva aveva impegnato i suoi migliori abiti presso un negoziante ebreo, e, non avendo<br />
denari per riprenderli, lo supplicò di renderglieli per qualche giorno.<br />
Il mercante che cercava da molto tempo il mezzo di procurarsi delle Ostie consacrate, promise alla<br />
debole donna di restituirle i suoi abiti, quando gli avesse portate dieci particole.<br />
L’infelice accettò , e dopo essersi accordata per la decima volta alla sacra Mensa nella chiesetta di<br />
S. Martino, corse a portare al giudeo il frutto dei suoi orribili sacrilegi.<br />
Le furono rese le sue vesti, ma appena uscita da quella casa cadde morta come fulminata.<br />
Questo castigo del cielo non fece nemmeno impressione sui giudei. Essi si riunirono la notte seguente<br />
presso il possessore delle sacre Ostie, per sfogare la loro rabbia contro Gesù Cristo nell’Eucarestia, e si<br />
diedero a trafiggere con lesine le sacre Ostie: ma gocce di vivo sangue cominciarono allora ad uscire<br />
dalle trafitture, e volendo quegli scellerati metterle in pezzi, le colpirono ripetutamente con le spine di<br />
un roseto selvatico.<br />
Le sante Specie rimasero intatte sotto i loro colpi e <strong>nello</strong> stesso tempo apparve un grazioso bambino<br />
che rimproverava la loro crudeltà.<br />
I giudei gettarono allora le Ostie in un forno per consumarle; ma esse restarono intatte in mezzo alle<br />
fiamme, e per la seconda volta i miserabili videro apparire un bambino di meravigliosa bellezza.<br />
Lungi dall’intenerirli, questa vista raddoppiò la loro rabbia; pongono essi le Ostie su di una incudine, e<br />
si sforzano di schiacciarle a colpi di martello, ma inutilmente, e ad un tratto in mezzo a raggi luminosi,<br />
si mostra nuovamente il bambino la cui grazia sembra implorare pietà.<br />
Uno spavento indicibile si impadronisce allora dei giudei: per farne sparire ogni traccia, vogliono<br />
mangiare le Ostie; ma mentre le avvicinano alla bocca si cambiano nuovamente in un pargoletto che si<br />
dibatte fra le loro mani.<br />
Non sapendo più che fare riempiono un sacco di sostanze avvelenate, vi mettono le sante Specie e le<br />
gettano in un pozzo. Essi sperano di aver così nascosto il loro delitto; ma qualche giorno dopo, l’acqua<br />
avvelenata del pozzo cagionava la morte a tutti a quelli che ne bevevano. Ne furono accusati i giudei.<br />
Nella notte si udivano dei lamenti uscire dal pozzo. Un ebreo che conosceva la storia senza esserne<br />
stato complice, la rivelò.<br />
Gli abitanti si impadronirono allora dei giudei, ne massacrarono una parte, cacciando gli altri dalla<br />
città. Quanto alle sante Ostie furono trovate intatte in fondo al pozzo.<br />
Fu subito edificata una chiesa in onore della SS. Eucarestia; e le Ostie prodigiose vi si conservano<br />
ancora intatte, e numerosi pellegrinaggi giungono a Deggendorf a venerarle.<br />
61<br />
Georg. Ott.: Eucharistie- Buch, p. 241.
Una prima ed ultima Comunione.<br />
Nelle Missioni Cattoliche, anno 1856, si legge quanto un Missionario scriveva da Canton un Cina.<br />
Esso fu chiamato una sera presso un bambino di quattordici anni che era in pericolo di morte.<br />
Il poverino non aveva ancora fatto la sua prima Comunione per la mancanza del prete cattolico ed era<br />
in ritardo nell’istruzione religiosa. Dopo essersi confessato con i sentimenti di un dolore sincero,<br />
quando il missionario gli parlò di fare la sua prima Comunione per viatico: -- >.<br />
Fu istruito per quanto la lingua cinese lo permetteva dal prete straniero. Il catechista interprete gli<br />
spiegò cosa è l’Eucarestia, e quello che bisogna fare prima e dopo la Comunione.<br />
Il bimbo imparò tutto in un’ora, e lo ripete come se l’avesse studiato per molti anni.<br />
Il missionario si ritirò.<br />
--Padre, restate ancora, gli disse, questa dottrina è così bella! Gesù si dà a noi! Oh com’è buono<br />
Gesù! E grosse lacrime cadevano dai suoi occhi. Il giorno dopo il sacerdote gli portò il suo dolce Gesù.<br />
Egli si alzò, e volle ricevere in ginocchio sul letto il suo caro Salvatore. Dopo aver pregato con fervore<br />
angelico in compagnia di sua madre e di qualche cristiano intenerito:<br />
-- Ora, padre, disse, non temerò più di comparire davanti a Dio, perché Gesù è con me.<br />
-- No, figlio mio, rispose il missionario, e perché tu sia più accetto al Signore, io ti do l’Estrema<br />
Unzione, che ti aiuterà a morire bene e a cancellare le ultime tracce delle tue colpe. Prega Gesù e Maria<br />
di assisterti ed eccitarti di nuovo alla contrizione.<br />
Allora esso si mise a piangere a calde lacrime, ripetendo i nomi di Gesù, di Maria e di S. Pietro suo<br />
patrono. – O mio Gesù, ripeteva, presto io spero di vederti! Maria Santissima, S. Pietro, pregate per<br />
me! Quando si scoprirono i suoi piedi, si videro orribili ulcere, il corpo era enfiato, l’estremità<br />
ghiacciate. Si vedeva che non aveva più che poco tempo da vivere. Ricevette con tutti i segni di un<br />
predestinato l’indulgenza in articulo mortis; dopo di che si addormentò del sonno eterno.<br />
Luce, forza e santità, ecco i frutti raccolti in qualche ora da un semplice fanciullo, sotto l’influenza<br />
della sua prima Comunione.<br />
Appena ebbe conosciuto il Dio del tabernacolo, si era slanciato verso di Lui.<br />
62
Furto sacrilego impedito<br />
Per una visita al SS. Sacramento.<br />
Un tentativo di furto sacrilego si veniva compiendo nella notte dal 26 al 27 di Ottobre dell’anno 1900,<br />
nella cappella delle religiose Domenicane di Mazères in Spagna. Fu come per un miracolo che la sacra<br />
pisside con le sacratissime Particole sfuggì dalla mano di un audace profanatore del tabernacolo.<br />
Una giovane suora, novizia, rientrando in dormitorio poco prima della mezzanotte, si sentì spinta dal<br />
desiderio di salutare Nostro Signore; ma aprendo la porta del coro la parve di vedere un lume nella<br />
sacrestia della chiesa. Spaventata di questa insolita cosa, rientra in dormitorio; ma non potendo cedere<br />
alla forza di una voce interiore che le faceva presagire il sacrilego delitto prossimo a compiersi, ritorna<br />
indietro e coraggiosamente scende nella cappella senza lume, e, rischiarata appena dai raggi della luna<br />
vibrati attraverso i vetri del sacro edificio, ella arriva in mezzo alla cappella e si dirige verso l’altare,<br />
dove scorge un uomo di alta statura che sta forzando la serratura della sacra custodia.<br />
Cadendo in ginocchio e stendendo la braccia, ella grida; Miserabile!…Il buon Dio!…Lo scellerato si<br />
gira con gli occhi spalancati per l’odio e la sorpresa, si lancia come un forsennato sulla debole donzella,<br />
la stringe per la gola, le dà un forte calcio e prende la fuga.<br />
Quella dolce voce, quella figura bianca nella penombra della notte calma dovettero sgomentare<br />
l’assassino. La povera novizia restò quasi un’ora svenuta sul pavimento.<br />
Ritornata ai sensi, il suo primo pensiero fu di dirigere a Gesù Sacramentato una ardente preghiera di<br />
riparazione non senza una fiume di lacrime, e poi di andare a svegliare le consorelle.<br />
Allora la comunità tutta intera discese nella cappella, e si passò il resto della notte a pregare e piangere.<br />
All’alba il Padre Sans, cappellano del monastero, celebrò la santa Messa fra le lacrime, in<br />
ringraziamento al Signore per la preservazione così straordinariamente provvidenziale del suo santo<br />
tempio. O Gesù Ostia, perdono per gli infelici profanatori dei vostri tabernacoli!<br />
Parce, Domine, Parce populo tuo!<br />
63
Il naufragio Baraca.<br />
Agatone, vescovo di Palermo, navigando alla volta di Roma, chiamato dal Papa Pelagio II, andò<br />
incontro a grandi pericoli di naufragio, specialmente per una tempesta che si era subito scatenata sul<br />
vascello con tanto furore che ne strappò le vele, i cordami e altre cose.<br />
Non avendo nulla da sperare negli uomini, marinai e passeggeri rivolsero lo sguardo supplichevole al<br />
cielo, il solo che poteva salvarli in quel terribile momento.<br />
E mentre tutti erano raccolti in preghiera un marinaio, chiamato Baraca, occupato a dirigere<br />
un’imbarcazione rimorchiata dal vascello, fu assalito da un’onda spaventosa ed enorme che, spezzando<br />
la grossa fune che legava la barca al vascello, trasportò questa e l’infelice marinaio molto lontano.<br />
Il vascello dopo aver corso più volte pericolo di essere inghiottito dai flutti, poteva finalmente, per<br />
protezione divina, approdare all’isoletta di Ustica presso la Sicilia.<br />
Del misero naufrago si credette da tutti che, non avendo potuto avere più sue notizie, fosse perito<br />
miseramente fra le onde, e il vescovo Agatone celebrò, tre giorni dopo, il santo Sacrificio della Messa<br />
per il riposo dell’anima sua. Ripreso poi il viaggio, non senza fatiche e disagi, si giunse finalmente al<br />
porto di Roma. Ma quale fu la sorpresa e la gioia del santo Vescovo al vedere sul lido il marinaio<br />
Baraca già pianto perduto!<br />
Il marinaio raccontò allora come la sua barca fosse stata cento volte sommersa dal furore dei flutti, e<br />
che egli con sforzi indicibili, si aggrappava alla carena a fior d’acqua durante tutto il viaggio, finchè<br />
sfinito da questa lotta continua, spossato da una estrema debolezza, accresciuta dalla mancanza di cibo,<br />
già vicino a soccombere, venne salvato da un soccorso insperato.<br />
>.<br />
Il vescovo si informò del giorno e del momento in cui gli era giunto quel soccorso prodigioso, e non<br />
fu difficile constatare che era avvenuto nell’ora stessa in cui aveva celebrato per lui il santo Sacrificio.<br />
Mentre si offriva al cielo in suo favore il pane eucaristico, un pane materiale, necessario alla<br />
conservazione della sua vita, gli era stato somministrato certo da un angelo; ed era appena terminato il<br />
santo Sacrificio che il vascello scampava il misero dal naufragio.<br />
64<br />
Dai Dialoghi di S. Gregorio Magno.
INDICE ( 2 )<br />
VI secolo. – Sarlat nel Perigord.—<br />
un morto risuscitato………………………………..Pag. 3…………………………………………...<br />
S. Tommaso d’Aquino………………………………….. 3…………………………………………...<br />
S. Tommaso lodato da N. Signore……………………….4…………………………………………...<br />
Beato Giovanni d’Avila………………………………….4…………………………………………...<br />
Il cieco e l’Eucarestia…………………………………….5…………………………………………..<br />
Nel 1381 alcuni briganti………………………………….5…………………………………………..<br />
S. Gregorio……………………………………………….5…………………………………………..<br />
La SS. Eucarestia e le api……………………………….. 6…………………………………………..<br />
1381. Miracolo di Nordlingen……………………………6…………………………………………..<br />
Un protestante davanti all’Eucarestia…………………….7…………………………………………..<br />
Santa Geltrude……………………………………………7…………………………………………..<br />
Nel mese di Maggio 1869………………………………..8…………………………………………...<br />
1859 Arabghir in America –<br />
Beato Ladislao di Gielniow…………………………….. 8…………………………………………...<br />
Una donna di età avanzata……………………………….9…………………………………………...<br />
Quarto secolo –<br />
Donatisti profanatori divorati dai cani………………….. 9…………………………………………...<br />
1790. Vinz-la-Chièsaz……………………………………9…………………………………………..<br />
1380 e 1652. Boxtel e …--<br />
Corporale e tovaglie insanguinate……………………….10………………………………………….<br />
A Viluena, in Spagna, nel 1601………………………….10………………………………………….<br />
1592.L’Escuriale in Spagna –<br />
Il discepolo di Zwingle e l’Ostia di Gorkum…………….11………………………………………….<br />
Un vecchio contadino cinese…………………………….11………………………………………….<br />
1567.Napoli. la peste e il SS. Sacramento –<br />
Il monte illuminato……………………………………….12…………………………………………<br />
I riti <strong>Eucaristici</strong> giudicati da un protestante………………12…………………………………………<br />
S. Francesco di Paola…( due racconti del <strong>Santo</strong> )…….…13……………………..…………………..<br />
S. Isidoro…………………………………………………14………………………………………….<br />
Gli Angeli e il <strong>Santo</strong> Viatico –<br />
S. Vincenzo in Spagna.…………………………………..14………………………………………….<br />
Un sacerdote meravigliosamente assistito da Maria……..15…………………………………………<br />
1668. Miracolo degli Uhnes …..…………………………15…………………………………………<br />
XIII Secolo. ( Svizzera ) –<br />
Il SS. Sacramento ritrovato in un fiore …………………..16…………………………………………<br />
Santa Matilde……………………………………………..16…………………………………………<br />
Narra il Verme ……………………………………..…….17…………………………………………<br />
Il <strong>Santo</strong> viatico –<br />
procurato ed accompagnato da Maria SS. ……………….17…………………………………………<br />
S. Caterina da Siena………………………………………17…………………………………………<br />
Maria incoraggia a comunicarci…………………………..18………………………………………...<br />
65
Racconta S. Anastasio…………………………………….18………………………………………...<br />
Il 10 Maggio 1718 D. Giovanni Scotti …………………...18………………………………………...<br />
Un protestante convertito………………………………….18………………………………………..<br />
Ciò che vale una Messa detta in onore di Maria…………..19………………………………………..<br />
1382.Il Cavaliere del SS. Sacramento……………………..19………………………………………..<br />
Grandi furono le grazie ……………………………………20……………………………………….<br />
Maria ama Gesù in noi …..…………………………pag. 20…………………………………………<br />
I divini sponsali………………………………………..…20…………………………………………<br />
1714. Marsiglia.—<br />
Apparizione nella chiesa dei Cordiglieri ………………...21…………………………………………<br />
Un’altissima ed antica quercia piega la sua cima ………..21…………………………………………<br />
Una conversione, frutto dell’Adorazione …………..……22………………………………………...<br />
Lanciano VII secolo ……………………………..……….22………………………………………...<br />
L’arciduca Massimiliano…………………………………23…………………………………………<br />
1345. Miracolo di Amsterdam……………………………23…………………………………………<br />
1399. Posen –<br />
Il SS. Sacramento rispettato dai buoi……………………..24………………………………………...<br />
Guglielmo di Gand, nella sua opera………………………24………………………………………...<br />
1649. Quito. –<br />
L’Ostensorio di grani di sabbia fatto dalle formiche……..25…………………………………………<br />
Devozione di Anna Maria Taigi all’Eucarestia…………..25…………………………………………<br />
Beata Maria degli Angeli, Carmelitana…………………..26…………………………………………<br />
976. Miracolo di Cantorbèry……………………………..27…………………………………………<br />
1273. Miracolo di Lanciano…………………………….. 27…………………………………………<br />
1192. Erfurt in Germania –<br />
la santa particola e l’acqua cambiata in sangue…………. 28…………………………………………<br />
Il Ciborio salvato dalle fiamme…………………………..29…………………………………………<br />
Ricompensa per aver ascoltata una Messa –<br />
il miracolo di Cebrero…………………………………….29…………………………………………<br />
Miracolo nel 1595……………………………………….. 30…………………………………………<br />
1899. Il Corpus Domini,, --<br />
ed i bestemmiatori d’Aubeny……………………………..30………………………………………...<br />
Il miracolo Eucaristico di S. Antonio……………………..31………………………………………...<br />
Miracolo eucaristico di Avignone…………………………31………………………………………..<br />
1491. Niedermorschwihr in Lorena.—<br />
il miracolo delle tre spighe……………………………….. 32………………………………………..<br />
Devozione di Anna Maria Taigi all’Eucarestia……………32………………………………………..<br />
Istruzione di Maria sulla disgrazia di coloro –<br />
che si comunicano male……………………………………33………………………………………..<br />
1605. Dulaca ( Isole Filippine ) –<br />
Castigo di una Comunione sacrilega……………………....33………………………………………..<br />
Guarigione ottenuta dall’Eucarestia……………………….34………………………………………..<br />
Casi che non sono casi……………………………………..34………………………………………..<br />
66
Una Messa in cielo con Maria…………………………….. 35……………………………………….<br />
595. Miracolo di Roma……………………………………..35……………………………………….<br />
Un martire dell’Eucarestia………………………………….36……………………………………….<br />
1564. Luchent in Spagna –<br />
I concerti angelici………………………………………….. 37………………………………………<br />
1631. Samur. - I giovani profanatori………………………..37………………………………………<br />
Il minatore sepolto vivo…………………………………….38……………………………………….<br />
San Bernardo libera un’indemoniata –<br />
in virtù del santo sacrificio della Messa……………………39……………………………………….<br />
Herimondo di Rèmond…………………………………….. 39………………………………………<br />
Il Barone Arturo S..,……………………………………….. 40………………………………………<br />
1553. Il miracolo di Braine…………………………………40……………………………………….<br />
1194. Miracolo d’Augsbourg……………………………….41………………………………………<br />
Un angelo riparatore……………………………………….. 41………………………………………<br />
Le Ostie avvelenate…………………………………………42………………………………………<br />
Il pastore e l’Ostensorio…………………………………….42……………………………………….<br />
La Comunione di un padre –<br />
invece di un figlio morto……………………………………43………………………………………<br />
Un contadino dei dintorni d’Altorff…………………………43……………………………………...<br />
San Bonaventura…………………………………………….44………………………………………<br />
1793. Un villaggio d’Italia…………………………………..44……………………………………...<br />
Arabghir in Armenia…………………………………………45……………………………………...<br />
Nel 1153, un giovane uomo di Colonia,……………………..45……………………………………...<br />
Un fanciullo apostolo……………………………………….. 46……………………………………..<br />
Le Carmelitane d’Innsbruch………………………………….46……………………………………..<br />
Un cattolico di Gouda, in Olanda, nel 1574………………….47……………………………………..<br />
Un rendimento di grazie nel cielo…………………………….47…………………………………….<br />
Il giorno dopo la Pasqua, dell’anno 1561,…………………….48…………………………………….<br />
1384. Miracolo di seefeld nel Tirolo………………………….48…………………………………….<br />
1452. Ragusa, in Dalmazia –<br />
i turiboli degli angeli adoratori………………………………..49…………………………………….<br />
Questo fatto che racconto ebbe luogo –<br />
presso Monte Cassino nel 1050……………………………….49…………………………………….<br />
I demoni loro malgrado, confessano –<br />
e adorano Gesù Cristo in Sacramento…………………………50……………………………………<br />
Terribile castigo……………………………………………….50…………………………………….<br />
Maria SS. Patrona della prima Comunione……………………51……………………………………<br />
Bella maniera di comunicarsi………………………………….51……………………………………<br />
Miracolo di Bolsena……………………………………………52…………………………………...<br />
Gesù Cristo stesso volle………………………………………..52……………………………………<br />
Miracolo dei Billettes ( Parigi )………………………………..53……………………………………<br />
Uno zelantissimo missionario………………………………….53……………………………………<br />
VI secolo. Egina in Cilicia – I due stiliti……………………….54…………………………………...<br />
67
Un monaco, chiamato Giusto…………………………………..55…………………………………...<br />
1257. Ratisbona in Baviera –<br />
il Crocefisso e il calice…………………………………………56…………………………………...<br />
Valenza in Spagna……………………………………………..57 …………………………………...<br />
535. Guarigione di un uomo muto e paralitico……………….. 57……………………………………<br />
Il desiderio del S. Viatico………………………………………58…………………………………...<br />
Potere della santa Messa……………………………………….58……………………………………<br />
1608. Miracolo di Faverney…………………………………….59…………………………………..<br />
I profumi dell’Eucarestia………………………………………..59…………………………………..<br />
L’Eucarestia custodita dai federati………………………………60………………………………….<br />
1337. Deggendorf, in Baviera –<br />
il Bambino Gesù e i giudei profanatori…………………………61…………………………………..<br />
Una prima ed ultima Comunione……………………………….62…………………………………..<br />
Il naufrago Baraca………………………………………………63…………………………………..<br />
Il CONTENUTO DI QUESTO FASCICOLO E’ STATO TRASCRITTO MANUALMENTE<br />
DA UN VECCHIO LIBRETTO DI ORAZIONI DEL 1935, CON ESPRESSIONE<br />
LETTERARIA DELL’EPOCA.<br />
S.Cesario di Lecce 2007 a cura di Ferraioli Nicola<br />
68