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della morte <strong>di</strong> un confratello (brevia mortuorum) 126 . Questo sistema permetteva <strong>di</strong> essere informati<br />

sulle vicende delle altre case e <strong>di</strong> rinnovare il vincolo <strong>di</strong> carità che doveva teneva unita la Congre-<br />

gazione, perché in memoria del fratello defunto si celebrava l’ufficio funebre (obsequia, orationes)<br />

e grazie a questi brevia potevano essere aggiornati gli obituari dell’Or<strong>di</strong>ne, tipologia libraria certa-<br />

mente in uso anche a Camaldoli, per quanto non ne rimangano esemplari.<br />

Infine, il sigillo dell’Or<strong>di</strong>ne. Esso è attestato in via documentaria per la prima volta nel 1183 127 ,<br />

ma una miniatura della metà del sec. XII mostra già perfettamente formata l’immagine tra<strong>di</strong>zionale<br />

dei due pavoni (poi colombe) che si abbeverano ad uno stesso calice (kàntharos) 128 . L’iconografia<br />

attinge al repertorio paleocristiano e, più in<strong>di</strong>etro nel tempo, ad immagini classiche 129 .<br />

Nell’interpretazione della Magheri Cataluccio e <strong>di</strong> Fossa «i due pavoni, colorati <strong>di</strong> giallo-ocra, rap-<br />

presentano l’armonia <strong>degli</strong> opposti che attingono, in unità, la conoscenza immortale dalla fonte <strong>di</strong><br />

vita», in particolare sarebbe una simbologia eucaristica: la comune partecipazione al banchetto<br />

dell’agape come segno dell’unità dei Camaldolesi 130 .<br />

re ex congregatione Camaldulensi”». Ricorre anche in Martino III, Libri III de moribus I 54 (ed. MITTARELLI – COSTA-<br />

DONI, Annales Camaldulenses, VI, Codex, 24).<br />

126 Uso documentato anche per Vallombrosa al tempo <strong>di</strong> san Giovanni Gualberto († 1073). Ve<strong>di</strong> Andrea da Strumi, Vita<br />

sancti Iohannis Gualberti LI (PL 146, 785B-D): «Intra paucos <strong>di</strong>es expiravit. Ad memoriam cujus retinendam jam <strong>di</strong>cti<br />

monasterii Pater per Vallimbrosanam cunctam congregationem, sicut ex eorum mortuis mos est, ejus obitum per apices<br />

designavit».<br />

127 «Actum in claustro Camalduli cum sigillo calicis et columbarum». Ve<strong>di</strong> MITTARELLI – COSTADONI, Annales Camal-<br />

dulenses, IV, pp. 103-105; G. CACCIAMANI, Camaldolesi, in Dizionario <strong>degli</strong> Istituti <strong>di</strong> Perfezione 1, Roma 1974, 1724;<br />

MAGHERI CATALUCCIO – FOSSA, Biblioteca e cultura, pp. 282-290, 295.<br />

128 Arezzo, Biblioteca Città <strong>di</strong> Arezzo 363, framm. VI. 3 (Gregorio Magno, Moralia in Job). Il frammento è datato da<br />

Magheri Cataluccio e Fossa a fine XI/inizi XII sec., dalla Semoli (SEMOLI, Co<strong>di</strong>ci miniati camaldolesi, pp. 24, 48-49)<br />

alla metà del secolo XII.<br />

129 Ve<strong>di</strong> H. LECLERCQ, Canthare, in Dictionnaire d’Archéologie Chrétienne et de Liturgie II.2, Paris 1924, 1955-1969.<br />

Immagini analoghe sono documentate in epoca romana nei mosaici <strong>di</strong> Pompei, in epoca paleocristiana a Ravenna (Mau-<br />

soleo <strong>di</strong> Galla Placi<strong>di</strong>a) e a San Pietro in Vaticano (fontana costruita tra 498 e 514, oggi <strong>di</strong>strutta). Magheri Cataluccio –<br />

Fossa rimandano anche a L. CHARBONNEAU-LASSAY, Le Bestiaire du Christ, Milano 1975, pp. 623-625.<br />

130 La simbologia unitaria è chiara: unità nella <strong>di</strong>versità, movimento comune <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong>fferenti verso un centro co-<br />

mune. Ma, da parte mia, non sarei così sicuro che alle origini quel centro sia da intendere come l’eucarestia. Non con<strong>di</strong>-<br />

vido il presupposto espresso in MAGHERI CATALUCCIO – FOSSA, Biblioteca e cultura, p. 266: «Le stratificazioni succes-<br />

sive in genere non mo<strong>di</strong>ficano l’orientamento del nucleo originario» e l’idea della centralità dell’eucarestia nella liturgia<br />

camaldolese fin dalle origini (pp. 312-315). Mi sembra che la spiritualità eucaristica emerga a Camaldoli, come nel re-<br />

sto della Chiesa, soprattutto a partire dal secolo XIII. L’immagine è precedente e potrebbe non avere un senso specifico<br />

eucaristico, ma solo ecclesiale: misterico e unitario insieme.<br />

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