Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari
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Fr. <strong>di</strong> vasca <strong>di</strong> probabile bacile in lamina bronzea decorato a treccia impressa o gouilloche con bottone<br />
centrale. Definito in NICOSIA 1981, p. 443 come “prodotto etrusco <strong>di</strong> stile orientalizzante”.<br />
3.41. Triei (OG)<br />
3.41.A. Bau Nuraxi. Inse<strong>di</strong>amento sardo<br />
Scavi 1984-85 a cura della Soprintendenza Archeologica nel complesso nuragico <strong>di</strong> Bau<br />
Nuraxi <strong>di</strong> Triei. Nuraghe quadrilobato con inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> capanne attorno. Di queste sono<br />
stati scavati 10 ambienti; nel vano 7 si è rinvenuto un piccolo ripostiglio <strong>di</strong> bronzi. I frr. dei<br />
due bacili bronzei erano sopra una sorta <strong>di</strong> bancone. La lamina è frammentaria e<br />
accartocciata, piegata e ripiegata, probabilmente destinata alla fusione e/o alla<br />
tesaurizzazione.<br />
725) Fr. <strong>di</strong> labbro e vasca <strong>di</strong> bacile in bronzo<br />
(SANGES 2002, p. 482, fig. 1/a-b.)<br />
Bacile <strong>di</strong> tipo a orlo perlato. Dato il cattivo stato <strong>di</strong> conservazione, il pezzo è <strong>di</strong>fficilmente attribuibile<br />
ad una tipologia specifica (in generale cfr. ALBANESE-PROCELLI 1985).<br />
726) Fr. <strong>di</strong> labbro e vasca <strong>di</strong> bacile in bronzo<br />
(SANGES 2002, p. 482, fig. 1/c-d.)<br />
Dato il cattivo stato <strong>di</strong> conservazione, il pezzo è <strong>di</strong>fficilmente attribuibile ad una tipologia specifica (in<br />
generale cfr. ALBANESE-PROCELLI 1985).<br />
3.42. Villaputzu – Loc. Santa Maria (CA)<br />
3.42.A. Sarcapos. Inse<strong>di</strong>amento “fenicio”<br />
Come detto nelle premesse, Sarcapos potrebbe essere considerato come inse<strong>di</strong>amento<br />
misto sardo-fenicio. I rinvenimenti sono il frutto <strong>di</strong> varie ricognizioni negli anni 1981-1984<br />
sul sito <strong>di</strong> S. Maria, con continuità inse<strong>di</strong>ativa dal nuragico a età bizantina. Ricerche <strong>di</strong> E.<br />
Usai nel 1981; <strong>di</strong> R. Zucca nel 1981; <strong>di</strong> A.M. Costa – R. Zucca nel periodo 1981-1984. Sito nel<br />
quale F. Barreca riconobbe lo scalo fluviale sul Flumendosa citato dalle fonti antiche <strong>di</strong><br />
Sarcapos, centro fenicio in funzione <strong>di</strong> rotta verso l‟Etruria (BARRECA 1967b, p. 114) o emporion<br />
misto (UGAS – ZUCCA 1984, p. 91). R. Zucca (ZUCCA 1984, p. 535) osserva che l‟ampia e varia<br />
gamma <strong>di</strong> materiali d‟importazione potrebbe essere imputabile ad una pluralità <strong>di</strong> emporoi.<br />
Fra le importazioni greche si contano coppe ioniche B2 e attiche (coppa dei Piccoli Maestri).<br />
Inoltre frr. <strong>di</strong> una coppa B2 <strong>di</strong> imitazione locale. Le importazioni proseguono in età classica<br />
con ceramica attica a f.r., a v.n., e ceramica etrusca a f.r. (piatti tipo Genucilia). I materiali<br />
fenici e punici si estendono dal VII al III-II sec. a.C., al limite superiore sono ascrivibili frr. <strong>di</strong><br />
anfore <strong>di</strong> tipo c.d. "tirrenico". I materiali sono conservati al Museo Archeologico Nazionale <strong>di</strong><br />
Cagliari.<br />
727) Fr. <strong>di</strong> corpo <strong>di</strong> oinochoe in bucchero<br />
Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />
Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 99