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Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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2. Le relazioni fra l‟Etruria e la Sardegna, storia <strong>di</strong> una problematica<br />

2.1 Cenni <strong>di</strong> storia <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong><br />

La storia <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> sui rapporti fra Etruria e Sardegna è lunga quasi quanto la Storia<br />

stessa. Già suo “padre” Erodoto (I, 166-167) ci raccontava della prima battaglia navale<br />

“storica”, quella <strong>di</strong> Alalia, altrimenti detta del Mare Sardonio, combattuta da Etruschi e<br />

Punici alleati contro i Focesi. L‟origine stessa delle due regioni è in qualche modo<br />

in<strong>di</strong>ssolubilmente legata nel mito: se uniamo al noto passaggio erodoteo (I, 94) sull‟origine<br />

li<strong>di</strong>a dei Tirreni lo scolio 25 b (W.C. Greene, eis ton Timaion), ne ricaviamo che l‟ecista<br />

Tyrrénos figlio <strong>di</strong> Atys dette il nome all‟Etruria e sua moglie Sardò all‟isola fino ad allora nota<br />

come Argyróphleps nesos. Diodoro (V, 13-15) ci <strong>di</strong>ce che il grande conquistatore della<br />

Sardegna fu Ίόλαος, nipote e compagno <strong>di</strong> Eracle, fondatore <strong>di</strong> Όλβíαν e <strong>di</strong> altre città<br />

dell‟Isola. Se a ciò aggiungiamo il passo <strong>di</strong> Strabone (V, 2,7) che <strong>di</strong>ce che gli Eracli<strong>di</strong> che<br />

accompagnarono Iolao in Sardegna erano Tirreni, ritorniamo alla presenza <strong>di</strong> Etruschi<br />

nell‟Isola, presenza cui si ricollega il teonimo del popolo <strong>degli</strong> Aisaronensioi, abitatori della<br />

costa orientale secondo Tolomeo (III, 3, 5-6).<br />

Anche la moderna storiografia si è occupata della questione molto precocemente. Il primo<br />

momento, che ha inizio già a metà del „700, si concentrò su quelle che erano le evidenze<br />

all‟epoca più note e rilevanti, in particolare quelle <strong>di</strong> architettura funeraria. Ciò in chiave con<br />

il gusto e gli interessi sette-ottocenteschi, che miravano quasi esclusivamente alla scoperta<br />

dei “tesori” celati nelle strutture tombali.<br />

Ad attirare l‟attenzione dei primi “archeologi”, che all‟epoca erano piuttosto <strong>degli</strong> eru<strong>di</strong>ti<br />

indagatori, furono le analogie fra le strutture sarde a tholos e quelle con copertura a doppio<br />

spiovente e gli “omologhi” etruschi. Ciò nel tentativo, essenzialmente, <strong>di</strong> definire a quale<br />

civiltà appartenesse il primato della “scoperta” della pseudo-cupola e della fasla-volta.<br />

L‟altro importante filone che guidò la ricerca storiografica fu lo stu<strong>di</strong>o delle analogie fra la<br />

piccola statuaria in bronzo della tra<strong>di</strong>zione etrusca ed i bronzetti sar<strong>di</strong>. Ad inaugurare<br />

quest‟ultimo ambito fu uno dei primissimi e più illustri “storiografi”, ovvero Joachim<br />

Winkelmann, che nel suo Geschichte der Kunst des Altertums (Dresda, 1762-63) accostava<br />

alcuni bronzetti protosar<strong>di</strong> del Museo Kircheriano <strong>di</strong> Roma alla bronzistica etrusca. Pochi<br />

anni più tar<strong>di</strong>, nel 1773, Stanislao Stefanini (De veteribus Sar<strong>di</strong>niae lau<strong>di</strong>bus oratio habita) fu il<br />

primo ad istituire parallelismi architettonici fra la forma dei nuraghi e le tombe etruschi,<br />

facendo riferimento in particolare alla «Tanella <strong>di</strong> Pitagora» presso Cortona, un piccolo<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 22

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