03.06.2013 Views

Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Più evanescenti sono alcune ipotesi riguardanti eventuali tombe appartenenti a genti<br />

etrusche, a Bithia come a Tharros. Per ciò che concerne i casi bithiensi, premesso che<br />

solitamente nelle tombe della necropoli arcaica compare – quando attestato – un solo vaso<br />

d‟importazione 157, l‟eccezionalità del corredo della tomba n. 239, contenente ben due<br />

anforette in bucchero associate a due coppe etrusco-corinzie, è stata segnalata come<br />

espressione <strong>di</strong> un‟ideologia estranea (soprattutto riguardo alle anforette) e ha portato a<br />

supporre la sepoltura <strong>di</strong> un etrusco 158.<br />

In<strong>di</strong>zio ancor più debole, ma comunque degno <strong>di</strong> nota per la sua unicità, è il corredo <strong>di</strong><br />

una tomba tharrense con anfora tirrenica attribuita al Pittore <strong>di</strong> Timiades 159. Oltre a<br />

rappresentare uno dei rarissimi esempi <strong>di</strong> ceramica attica arcaica in Sardegna 160, ciò che<br />

colpisce è il suo apparato decorativo: una scena erotica a carattere orgiastico, molto lontana<br />

dal “comune sentire” <strong>di</strong> un fenicio 161. Se già risulta <strong>di</strong>fficile immaginare quest‟anfora alla<br />

mensa <strong>di</strong> un fenicio, ancor più incomprensibile è che faccia parte del corredo funerario;<br />

tuttavia – rappresentando un unicum – varie possono essere le ipotesi, compresa quella della<br />

sepoltura <strong>di</strong> un etrusco, ma senza altre informazioni è più probabile che non si giunga mai<br />

ad una soluzione univoca.<br />

Tutti gli in<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> cui sopra si comprendono meglio tenendo presenti due caratteristiche<br />

delle imprese etrusche d‟oltremare: anzitutto l‟azione navale e la “espansione” etrusca non è<br />

sostanzialmente mai <strong>di</strong> tipo coloniale 162, ciò anche se il commercio etrusco tocca tutto il<br />

bacino del me<strong>di</strong>terraneo e oltre 163. Altra caratteristica essenziale è rappresentata dalla<br />

157<br />

TRONCHETTI 1981, p. 528; BERNARDINI 2000, p. 178. Oltre alla T. 239, le altre due eccezioni sono costituite<br />

dalla T. 9 con un “servizio” composto da olpe e coppa in bucchero e dalla T. 17 con aryballos e coppetta su<br />

piede etrusco-corinzi (UGAS – ZUCCA 1984, nn. 78, 81 e 85, 90).<br />

158<br />

ZUCCA 1986, p. 59; ID. 1989, p. 1080; TRONCHETTI 1988, pp. 56-57; BERNARDINI 2000, p. 179 e nota 18.<br />

159<br />

ZUCCA 2000, p. 198 e nota 22.<br />

160<br />

v. ZUCCA 2000; TRONCHETTI 2003, p. 177.<br />

161<br />

In generale, le produzioni fenicie – nel solco della tra<strong>di</strong>zione vascolare vicino-orientale – e le importazioni<br />

isolane non sono caratterizzate da decorazioni vascolari particolarmente ricche, e assai rare sono le scene<br />

figurate. Il “gusto” fenicio in genere non si rivolge all‟ideologia veicolata dalle iconografie (praticamente assenti<br />

le importazioni <strong>di</strong> ceramica attica a f.n. e greca figurata in genere, anche la ceramcia etrusco-corinzia figurata è<br />

limitata a motivi soprattutto decorativi, come quelli standar<strong>di</strong>zzati e corsivi dei “cicli tar<strong>di</strong>vi”). Le raffigurazioni<br />

<strong>di</strong> scene mitologiche sono praticamente assenti e ciò risponde ad una scelta precisa, se consideriamo la grande<br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questi tipi in Etruria, che è un recettore privilegiato <strong>di</strong> queste produzioni. Lievemente <strong>di</strong>verso il<br />

<strong>di</strong>scorso per le importazioni nei centri sar<strong>di</strong>, che mostrano una certa inclinazione verso una maggiore varietà <strong>di</strong><br />

oggetti in ceramica (anche attica arcaica oltre che greca in genere ed etrusca, cfr. TRONCHETTI 2005, p. 87) e<br />

bronzo (v. SANTOCCHINI GERG 2010, pp. 84-85). Come già accennato l‟assenza <strong>di</strong> ceramica attica arcaica si<br />

spiega in parte con una certa marginalità della Sardegna rispetto alle correnti commerciali greche (TRONCHETTI<br />

2002, p. 1097), ma – soprattutto – con una questione legata al “gusto” (MOREL 1986, p. 36) del mercato fenicio,<br />

cui evidentemente quel tipo <strong>di</strong> prodotti “non piace” (TRONCHETTI 2002, p. 1097), perché altrimenti avrebbe<br />

trovato negli Etruschi un re<strong>di</strong>stributore privilegiato <strong>di</strong> ceramica greca, in Etruria assai abbondante.<br />

162<br />

GRAN-AYMERICH 2002, p. 136; ad eccezione della colonia (probabilmente ceretana) <strong>di</strong> Nikaia/Aleria in<br />

Corsica e forse <strong>di</strong> qualche inse<strong>di</strong>amento stabile sulla costa francese, come Lattes.<br />

163<br />

Di recente G. Colonna (COLONNA 2006b, 13-18) ha ipotizzato una presenza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> mercanti etruschi nel<br />

sud della penisola iberica, in particolare a Huelva-Tartesso.<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 190

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!