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Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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5.3 Influenze etrusche in Sardegna: imitazioni e ispirazioni<br />

Un uso abituale della ceramica etrusca dovrebbe lasciare un segno, con fenomeni<br />

imitativi, sulla produzione locale; si tratta <strong>di</strong> una questione poco trattata 100, perché complessa<br />

in sé e perché presuppone una buona conoscenza sia delle produzioni etrusche che <strong>di</strong> quelle<br />

locali. Alcuni stu<strong>di</strong> circoscritti hanno affrontato questi riflessi sulle produzioni fenicie 101<br />

come su quelle sarde 102, con risultati incoraggianti, che dovrebbero essere <strong>di</strong> stimolo per<br />

ricerche future più approfon<strong>di</strong>te. In generale, e succintamente, si può osservare come nei<br />

confronti dell‟elemento sardo 103 l‟influenza etrusca pare agire in modo più <strong>di</strong>retto, con vere e<br />

proprie imitazioni, non solo <strong>di</strong> forma vascolare 104 ma anche d‟impasto 105; mentre nel caso<br />

delle produzioni ceramiche fenicie si colgono delle “ispirazioni”, anche piuttosto libere 106, <strong>di</strong><br />

un modello in qualche maniera “ideale”, ma fortemente impregnato dal gusto locale,<br />

esempio ne è un calice dalla necropoli <strong>di</strong> Monte Sirai che si ispira al tipo Rasmussen 4b, ma<br />

che – oltre ad essere molto più aperto del “modello” etrusco – viene realizzato con il piede ad<br />

umbone piatto sospeso tipico dei piatti fenici 107; altri esempi più recenti provengono sempre<br />

da Monte Sirai: si tratta <strong>di</strong> una coppa carenata 108 e <strong>di</strong> un‟oinochoe trilobata 109. Accanto a<br />

100 MOREL 1986, pp. 36-37.<br />

101 MARRAS 1982; TRONCHETTI 1988, pp. 58-59; ID. 2002b.<br />

102 UGAS 1986; MADAU 1986; ID. 1988; D‟ORIANO 2004; SANTOCCHINI GERG 2010.<br />

103 Per le importazioni nei siti sar<strong>di</strong> e per l‟ipotesi <strong>di</strong> un “mercato sardo”, piuttosto vivace e <strong>di</strong>namico, con una<br />

propria domanda e offerta <strong>di</strong> beni, in parte parallelo e autonomo rispetto a quello della Sardegna meri<strong>di</strong>onale<br />

delle colonie fenicie, in qualche modo “in<strong>di</strong>pendente” anche nella forma <strong>degli</strong> scambi, si è trattato anche in altra<br />

sede (SANTOCCHINI GERG 2010).<br />

104 Cfr. UGAS 1986, p. 44.<br />

105 A Monte Olla<strong>di</strong>ri <strong>di</strong> Monastir vi sono esempi <strong>di</strong> vasi che imitano forme aperte etrusche anche negli impasti,<br />

una sorta <strong>di</strong> ceramica depurata acroma dell‟Etruria meri<strong>di</strong>onale (UGAS – ZUCCA 1984, nn. 54, 55) ed un<br />

bicchiere <strong>di</strong> probabile imitazione, in impasto più grezzo (ID., n. 53). Altri vasi in “bucchero” grigio-verdognolo,<br />

anche definito “bucchero eolico”, potrebbero essere considerati <strong>di</strong> produzione locale d‟imitazione, si tratta <strong>di</strong><br />

esemplari ancora da Monastir (ID., nn. 88, 101), da San Sperate (ID., n. 36); da Nuraminis (ID., n. 105) e da<br />

Villanovafranca (ID., n. 105a).<br />

106 BARTOLONI 1982, p. 294; TRONCHETTI 2000b, p. 347.<br />

107 MARRAS 1982, p. 296; BARTOLONI 2000a, p. 144, n. 6, fig. 25, tav. XLI, c. In seguito, L.A. Marras (MARRAS<br />

1992) ha riveduto la sua interpretazione, facendo derivare questa “tazza carenata” da forme aperte in ceramica<br />

fine samaritana.<br />

108 Rinvenuta nella T. 257 (GUIRGUIS 2010, pp. 121-122, figg. 195-196); la coppa viene ritenuta produzione<br />

fenicia influenzata dalle produzioni greche. Lo stu<strong>di</strong>oso pur richiamando modelli greco-orientali ed etruschi,<br />

nota giustamente la <strong>di</strong>vergenza formale con le coppe ioniche tipo B2 e in ceramica etrusco-corinzia e trova<br />

dunque un confronto con le produzioni attiche del tardo arcaismo. Tuttavia, considerando che nel Sulcis le<br />

kylikes attiche arcaiche non sono attestate e che lo sono invece in buona misura le coppe in bucchero, si propone<br />

qui <strong>di</strong> ricercare il “modello” d‟ispirazione proprio nelle coppe in bucchero, ed in particolare nel tipo 3c<br />

Rasmussen, caratterizzate (come in questo esemplare) da una carenatura accentuata e dalla spalla verticale e<br />

attestate a Nora (RENDELI 2009, nn. 19, 113) a Bithia (UGAS – ZUCCA 1984, n. 48) e nella stessa Sulky (cat. n°<br />

409). L‟ansa orizzontale rivolta verso l‟alto non è così frequente nelle coppe in bucchero ed effettivamente più<br />

comune nelle kylikes attiche, ma – come <strong>di</strong>cevamo – le ispirazioni sono piuttosto libere, come <strong>di</strong>mostrato –<br />

anche in questo caso – dal piede ad umbone piatto sospeso tipico dei piatti fenici (cfr. i piatti delle vicine TT.<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 172

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