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Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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L‟uso funerario in ambiente fenicio era stato supposto in base soprattutto ai rinvenimenti <strong>di</strong><br />

Cartagine 94 e <strong>di</strong> Bithia 95, in quest‟ultimo caso anche per postulare la presenza <strong>di</strong> émporoi<br />

etruschi nelle città fenicie 96.<br />

In generale, nei siti fenici, si colgono delle costanti e alcune variabili “regionali”: come<br />

detto l‟aryballos e l‟alabastron compaiono quasi esclusivamente nelle necropoli, altra forma<br />

che si può trovare nel corredo delle tombe fenicie è la coppa etrusco-corinzia 97. Fra le<br />

variazioni locali si può citare – a titolo esemplificativo – il kantharos, che è attestato solamente<br />

nelle necropoli tharrensi con 29 esemplari, mentre nelle altre colonie fenicie si trova solo in<br />

abitato (109 esemplari, pari al 77%) 98. Questo dato si allinea ad altre <strong>di</strong>fferenze che marcano<br />

la variabilità culturale esistente fra le singole colonie fenicie 99.<br />

Tutte queste problematiche, alcune ancora aperte in letteratura, saranno riprese e<br />

approfon<strong>di</strong>te nel corso del capitolo 6.5.2, cui si rimanda.<br />

2000, p. 39, tav. 12; TARQUINIA 2001, p. 218 e tav. 89A). Tale presenza è ricondotta dal Torelli alla tra<strong>di</strong>zione del<br />

consumo <strong>di</strong> vino in Etruria prima dell‟introduzione del simposio secondo la modalità greca (v. anche TORELLI<br />

1989, p. 303).<br />

94 Per una panoramica generale delle importazioni etrusche nella metropoli punica, la cui necropoli aveva<br />

restituito ben 28 anforette (44% del totale dei buccheri), v. VON HASE 1993 (in particolare alle pp. 191-192 per<br />

le anforette). Per un quadro aggiornato, con riferimenti alle recenti scoperte da abitato, che la assimilano sempre<br />

più alla situazione sarda, v. BOTTO 2007, pp. 95-96.<br />

95 TRONCHETTI 1988, p. 56; BERNARDINI 2000, p. 179 e nota 18; ID. 2001, p. 182.<br />

96 ZUCCA 1986, p. 59; ID. 1989, p. 1078; TRONCHETTI 2000b, pp. 349-350.<br />

97 Con 12 esemplari a Tharros, 4 a Bithia e 1 a Monte Sirai. Su 61 coppe etrusco-corinzie <strong>di</strong> Sardegna, solo<br />

queste 17 provengono da necropoli, ma se depuriamo la percentuale delle presenze in abitato (pari al 69%) dei<br />

25 esemplari da Nora, la percentuale scende al 46%, mostrando una certa equivalenza fra le attestazioni da<br />

abitato e quelle funerarie. Purtroppo le lacune <strong>di</strong> cui in premessa non rendono ancora del tutto atten<strong>di</strong>bili questi<br />

dati; a questo proposito appare significativo il dato <strong>di</strong> Monte Sirai (del quale posse<strong>di</strong>amo materiale sia da<br />

necropoli che da abitato), dove il rapporto è in favore delle coppe dall‟Acropoli per 7 a 1.<br />

98 Il restante 2,8% sui 142 esemplari totali da siti fenici è rappresentato da due frr. dall‟area sacra del Coltellazzo<br />

<strong>di</strong> Nora (BONAMICI 2002, p. 256, nn. 2-3) e due dal tofet <strong>di</strong> Tharros (UGAS - ZUCCA 1984, p. 135, nn. 181-182).<br />

Per questi ultimi due ci sono dubbi sulla provenienza dal tofet: il primo (n. 181) proviene dalle falde orientali del<br />

colle <strong>di</strong> Su Muru Mannu, un‟area <strong>di</strong> pesanti sconvolgimenti e interventi anche in età romana, il pezzo potrebbe<br />

provenire dalla vicina necropoli (considerando anche l‟integrità della vasca). Sul secondo pezzo, catalogato fra<br />

quelli dal tofet, viene solo in<strong>di</strong>cata la provenienza dagli scavi <strong>di</strong> A. Ciasca del 1974 in quest‟area; trattandosi <strong>di</strong><br />

un fr. <strong>di</strong> piede è più probabile che provenga da un intervento d‟epoca successiva. Il tutto anche in considerazione<br />

del fatto che non vi è un solo prodotto etrusco rinvenuto nei tofet delle colonie fenicie, prova del fatto che la<br />

particolare ritualità ivi praticata non prevedeva la presenza <strong>di</strong> un vero e proprio “corredo” e comunque non la<br />

presenza <strong>di</strong> vasellame importato. Pur nella limitatezza dei dati <strong>di</strong>sponibili, una situazione simile appare anche nei<br />

siti sar<strong>di</strong>, dove gli unici 10 esemplari attestati sono stati rinvenuti in abitato (5 esemplari) e da semplici<br />

ricognizioni <strong>di</strong> superficie, con una significativa assenza nelle aree sacre, che sono il contesto che generalmente<br />

restituisce il maggior numero <strong>di</strong> importazioni etrusche.<br />

99 Di recente, ad esempio, BOTTO 2007, p. 102. Sulle <strong>di</strong>fferenze fra Tharros e Bithia, v. anche TRONCHETTI<br />

1996, p. 126; BERNARDINI 2000.<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 171

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