Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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03.06.2013 Views

ari nella produzione etrusco-corinzia e, soprattutto, in tutta la produzione etrusca la figura del registro principale degli aryballoi è sempre delimitata, sia in basso che in alto, da una o più bande dipinte (cui si possono aggiungere motivi riempitivi come sbaccellature e simili), con l‟unica eccezione del Pittore di Pozzuolo, che però decora solo balsamari di grandi dimensioni (cfr. SZILÀGYI 1998). Anche la qualità dell‟impasto indica una produzione corinzia, anche se solo approfondite analisi archeometriche sarebbero dirimenti. Per altri confronti, osservazioni e ipotesi di provenienza, si rimanda a SANTOCCHINI GERG c.d.s. Cronologia: ultimo quarto del VII sec. a.C. Stefano Santocchini Gerg – Incontri tirrenici. Le relazioni fra Fenici, Sardi ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.) Tesi di dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo. 162

5. I dati documentari. Analisi quantitative e qualitative 5.1 I contesti di rinvenimento Il primo “contesto” verificato è l‟Isola stessa, ovvero la quantificazione dei materiali nel rapporto fra siti indigeni e colonie fenicie, che qui di seguito viene presentato come riepilogo sintetico e con grafici sinottici. Vengono presentati grafici riguardanti i contesti di rinvenimento e la suddivisione dei materiali per classi produttive: bucchero, ceramica etrusco-corinzia, anfore commerciali, bronzo e altri materiali (fra questi sono compresi i rari frammenti in ceramiche d‟impasto, depurate o in altri metalli come l‟argento). Il dato oggettivo che oltre il 90% delle importazioni nell‟Isola riguardi le colonie fenicie, non può dipendere solo dalla storia degli studi e degli scavi isolani. Non v‟è dubbio che la ricerca archeologica dei siti fenici sia stata più intensa, ma un preminenza così evidente è dovuta in gran parte all‟esistenza in Sardegna di due mercati in parcati in parte autonomi, come verrà mostrato nello specifico capitolo 6.2. Come accennato nelle premesse i contesti di rinvenimento dipendono in parte da come e cosa è stato scavato in passato. Ciò è particolarmente evidente nel caso dei siti sardi, dove l‟attenzione dedicata principalmente all‟indagine delle torri nuragiche ha fortemente “inquinato” i dati archeologici. Il grafico dei contesti sardi (tab. 5a), già di per sé significativo, dev‟essere depurato da alcune distorsioni (tab. 5b): il dato del 7% di rinvenimenti da necropoli potrebbe risultare azzerato dalla constatazione che i 5 frr. in bucchero cui si riferisce, provengono tutti da ricognizioni di superficie del sito di Tuppedili (Villanovafranca) e che l‟afferenza a sepolture è del tutto ipotetica. Inoltre, anche il dato del 59% di materiali da abitato è inquinato dal fatto che la oltre la metà di questi proviene da ricerche di superficie. In questo modo diventa preminente il dato “reale”, ovvero che la maggior parte delle importazioni afferibili ad un contesto certo provengono dallo scavo di torri nuragiche. Questo dato, assieme alla tipologia delle forme importate (tab. 7), offrono le informazioni per le considerazioni esposte nel capitolo 6.1. Dei contesti di rinvenimento delle colonie fenicie si presentano tre grafici, poiché anche qui i dati sono profondamente condizionati dalla situazione delle ricerche. Considerando il totale dei siti risultano preminenti i rinvenimenti in contesti insediativi (tab. 6a) con il 76%, se depuriamo questo dato dei 317 esemplari dagli scavi del foro di Nora (tab. 6b) il dato scende al 56% e se, infine, non consideriamo né Nora né i frammenti inediti di cui al capitolo 4 si ottiene una proporzione inversa (tab. 6c), con le importazioni da corredo funerario al 54% e Stefano Santocchini Gerg – Incontri tirrenici. Le relazioni fra Fenici, Sardi ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.) Tesi di dottorato in Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo. 163

5. I dati documentari. Analisi quantitative e qualitative<br />

5.1 I contesti <strong>di</strong> rinvenimento<br />

Il primo “contesto” verificato è l‟Isola stessa, ovvero la quantificazione dei materiali nel<br />

rapporto fra siti in<strong>di</strong>geni e colonie fenicie, che qui <strong>di</strong> seguito viene presentato come riepilogo<br />

sintetico e con grafici sinottici.<br />

Vengono presentati grafici riguardanti i contesti <strong>di</strong> rinvenimento e la sud<strong>di</strong>visione dei<br />

materiali per classi produttive: bucchero, ceramica etrusco-corinzia, anfore commerciali,<br />

bronzo e altri materiali (fra questi sono compresi i rari frammenti in ceramiche d‟impasto,<br />

depurate o in altri metalli come l‟argento).<br />

Il dato oggettivo che oltre il 90% delle importazioni nell‟Isola riguar<strong>di</strong> le colonie fenicie,<br />

non può <strong>di</strong>pendere solo dalla storia <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> e <strong>degli</strong> scavi isolani. Non v‟è dubbio che la<br />

ricerca archeologica dei siti fenici sia stata più intensa, ma un preminenza così evidente è<br />

dovuta in gran parte all‟esistenza in Sardegna <strong>di</strong> due mercati in parcati in parte autonomi,<br />

come verrà mostrato nello specifico capitolo 6.2.<br />

Come accennato nelle premesse i contesti <strong>di</strong> rinvenimento <strong>di</strong>pendono in parte da come e<br />

cosa è stato scavato in passato. Ciò è particolarmente evidente nel caso dei siti sar<strong>di</strong>, dove<br />

l‟attenzione de<strong>di</strong>cata principalmente all‟indagine delle torri nuragiche ha fortemente<br />

“inquinato” i dati archeologici. Il grafico dei contesti sar<strong>di</strong> (tab. 5a), già <strong>di</strong> per sé<br />

significativo, dev‟essere depurato da alcune <strong>di</strong>storsioni (tab. 5b): il dato del 7% <strong>di</strong><br />

rinvenimenti da necropoli potrebbe risultare azzerato dalla constatazione che i 5 frr. in<br />

bucchero cui si riferisce, provengono tutti da ricognizioni <strong>di</strong> superficie del sito <strong>di</strong> Tuppe<strong>di</strong>li<br />

(Villanovafranca) e che l‟afferenza a sepolture è del tutto ipotetica. Inoltre, anche il dato del<br />

59% <strong>di</strong> materiali da abitato è inquinato dal fatto che la oltre la metà <strong>di</strong> questi proviene da<br />

ricerche <strong>di</strong> superficie. In questo modo <strong>di</strong>venta preminente il dato “reale”, ovvero che la<br />

maggior parte delle importazioni afferibili ad un contesto certo provengono dallo scavo <strong>di</strong><br />

torri nuragiche. Questo dato, assieme alla tipologia delle forme importate (tab. 7), offrono le<br />

informazioni per le considerazioni esposte nel capitolo 6.1.<br />

Dei contesti <strong>di</strong> rinvenimento delle colonie fenicie si presentano tre grafici, poiché anche<br />

qui i dati sono profondamente con<strong>di</strong>zionati dalla situazione delle ricerche. Considerando il<br />

totale dei siti risultano preminenti i rinvenimenti in contesti inse<strong>di</strong>ativi (tab. 6a) con il 76%, se<br />

depuriamo questo dato dei 317 esemplari dagli scavi del foro <strong>di</strong> Nora (tab. 6b) il dato scende<br />

al 56% e se, infine, non consideriamo né Nora né i frammenti ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> cui al capitolo 4 si<br />

ottiene una proporzione inversa (tab. 6c), con le importazioni da corredo funerario al 54% e<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

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