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Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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Descrizione: piattello su basso piede; labbro a tesa a profilo orizzontale marcato da<br />

lieve risalto, orlo a margine modanato a gola fra due tori, presenta altresì un piccolo toro<br />

sulla parte superiore del labbro presso l‟orlo; vasca poco concava; bassissimo piede ad anello<br />

appena accennato.<br />

Bucchero nero pesante. Impasto depurato e compatto, tagliente in frattura, <strong>di</strong> colore grigio<br />

(gray 2.5Y-5/0); superficie (ove conservata) liscia e piuttosto opaca, <strong>di</strong> colore grigio-nero (very<br />

dark gray 2.5Y-3/0); in alcuni punti meglio conservati la superficie potrebbe essere stata nera<br />

(black 2.5Y-2/0); finissimi inclusi argento brillante e fini bianchi, abbondanti anche in<br />

superficie. Pur essendo compatto e ben depurato, l‟impasto tende comunque a <strong>di</strong>sperdere<br />

deboli tracce al tatto.<br />

Tipologia: assimilabile al tipo 1.A.1 in CAPPONI – ORTENZI 2006; tipo 160B2 in DEL<br />

VERME 1998, p. 207-208, fig. p. 200)<br />

Diffusione: Etruria interna.<br />

Confronti: cfr. non del tutto puntuale col piattello n. 323 in CAPPONI – ORTENZI 2006, p.<br />

300, dal quale si <strong>di</strong>scosta per una leggera <strong>di</strong>vergenza nella forma del piede e per la presenza<br />

del piccolo toro superiore (non riscontrato in alcuno dei numerosi esemplari del Museo C.<br />

Faina <strong>di</strong> Orvieto, né in esemplari rinvenuti <strong>di</strong>rettamente nel territorio chiusino, v. PAOLUCCI<br />

– RASTRELLI 1999; MINETTI – RASTRELLI 2001, p. 112, nn. 32B.23-25).<br />

Produzione: Chiusi.<br />

Cronologia: metà VI secolo a.C.<br />

754) Aryballos corinzio o etrusco-corinzio, inventario n° 11462 (tav. IX)<br />

Collezione Dessì (inv. 1322). Museo Archeologico Nazionale “G.A. Sanna”, depositi.<br />

H. 6,51 cm.; <strong>di</strong>am. orlo 3,65 cm., <strong>di</strong>am. max. 5,34 cm.; spess. 0,55 cm. Lo stato <strong>di</strong><br />

conservazione è piuttosto buono, nonostante la vernice evanide che si conserva solo in parte;<br />

una porzione del labbro è stata ricomposta in fase <strong>di</strong> restauro; sul fondo esterno è scritto a<br />

matita il numero “34” seguito forse da un “1”.<br />

Descrizione: aryballos globulare apodo con labbro a <strong>di</strong>sco, piccolo collo cilindrico, ansa<br />

a nastro impostata su labbro e spalla.<br />

Impasto ben depurato e compatto, leggermente saponoso al tatto e tagliente in frattura, <strong>di</strong><br />

color camoscio (very pale brown 10YR-7/4); superficie liscia <strong>di</strong> color camoscio (very pale brown<br />

10YR-7/4); inclusi non percepibili ad occhio nudo; la vernice è molto evanide, <strong>di</strong> colore<br />

rosso, e nei suoi residui vira da un rosso intenso (red 2.5YR-5/8) al bruno (very dusky red<br />

2.5YR-2.5/2).<br />

Decorazione: parte superiore del bocchello <strong>di</strong>pinto da linguette concentriche, non<br />

segnate a graffito. Altra serie <strong>di</strong> linguette concentriche sulla spalla. Il corpo presenta un unico<br />

palmipede (cigno) in posizione aral<strong>di</strong>ca sorante con gran<strong>di</strong> ali completamente spiegate e<br />

testa rivolta a destra, <strong>di</strong>pinto in toni <strong>di</strong> rosso e dettagli incisi. Lo spazio vuoto fra la testa e<br />

l‟ala sinistra è riempito con un motivo decorativo che ricorda una palmetta a tre foglie. Gli<br />

altri spazi vuoti presentano motivi riempitivi a rosetta (le più piccole con incisione a croce e<br />

la più grande ra<strong>di</strong>ata).<br />

Confronti: RASMUSSEN 1979, tav. 46, n. 312 (tomba 117 <strong>di</strong> Monte Abatone). Nonostante<br />

si tratti <strong>di</strong> un alabastron piriforme, il cfr. iconografico è piuttosto puntuale.<br />

Produzione: verosimilmente Corinto. Si propende per l‟attribuzione a fabbrica<br />

corinzia, considerando che i volatili in posizione aral<strong>di</strong>ca ad ali spiegate sono assolutamente<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 161

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