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Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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1994, p. 109, n. 15), con esemplari redatti anche a cilindretto. A parere <strong>di</strong> O. Dräger in IOZZO<br />

2007, p. 34, gli esemplari chiusini e orvietani <strong>di</strong>penderebbero da creazioni originali <strong>di</strong> Vulci.<br />

Confronti: a puntuale confronto è richiamabile un‟olletta da Chiusi (IOZZO 2007, p. 33,<br />

n. 16, con rimando bibliografico a LEVI 1935, p. 132; v. anche VIMERCATE 2007, p. 10, n. 37) datata al<br />

terzo quarto del VI sec., sia per forma che per sintassi decorativa. Molto simile per apparato<br />

decorativo, con qualche <strong>di</strong>fferenza nella forma, ad un‟olletta conservata a Würzburg e <strong>di</strong><br />

incerta attribuzione chiusina (CVA 51 (1983) Würzburg 3, p. 22, n. 3). Di tipologia simile,<br />

ancorché meno riccamente eseguita e decorata, è un‟olletta in bucchero nero transizionale<br />

dalla necropoli <strong>di</strong> Crocifisso del Tufo <strong>di</strong> Orvieto (CAPPONI – ORTENZI 2006, p. 170, n. 144),<br />

databile al secondo quarto del VI secolo.<br />

Produzione: Chiusi.<br />

Cronologia: terzo quarto del VI sec. a.C.<br />

750) Calice in bucchero, inventario n° 12436 (tav. VIII)<br />

Collezione Dessì (inv. 1336). Museo Archeologico Nazionale “G.A. Sanna”, depositi.<br />

H. 12,62 cm.; <strong>di</strong>am. orlo 13,61 cm., <strong>di</strong>am. piede 9,71 cm.; spess. 0,36 cm. Il pezzo<br />

presenta qualche lieve sbeccatura presso l‟orlo ed il piede.<br />

Descrizione: calice su alto piede; orlo arrotondato e labbro a profilo obliquo<br />

leggermente curvo; vasca troncoconica svasata e carenata a spigolo vivo non decorato; piede<br />

me<strong>di</strong>o alto a tromba, svasato cavo, a margine piatto verticale.<br />

Bucchero nero pesante. Impasto depurato e compatto, tagliente in frattura, <strong>di</strong> colore grigio<br />

scuro (dark grey 2.5Y-4/0); superficie liscia e quasi lucida, <strong>di</strong> colore nero (black 2.5Y-2/0);<br />

finissimi inclusi argento brillante e bianchi, abbondanti anche in superficie (più rari i<br />

bianchi). Il pezzo è stato cotto in ambiente non perfettamente riducente, la superficie si<br />

presenta infatti <strong>di</strong> colorazione non omogenea, tendente al nero-verdastro (dark olive black 5Y-<br />

2.5/1) presso la vasca e al rossastro in parti del piede, soprattutto interno.<br />

Decorazione: sotto l‟orlo sono incise due solcature parallele, cui segue una fascia<br />

baccellata realizzata con fregio <strong>di</strong> linguette non rilevate e margine incavato, probabilmente<br />

realizzate a cilindretto, anche se le aste <strong>di</strong>scendenti non sono sempre <strong>di</strong> uguale lunghezza. Il<br />

passaggio da vasca a piede è marcato da un piccolo toro.<br />

Tipologia: tipo 1.A.1.d in CAPPONI – ORTENZI 2006; tipo 140a2 in DEL VERME 1998.<br />

Diffusione: tipo <strong>di</strong>ffuso sostanzialmente solo in Etruria interna.<br />

Confronti: con leggere <strong>di</strong>fferenze, cfr. nn. 213-214 e 216 in CAPPONI – ORTENZI 2006.<br />

Produzione: Chiusi o Orvieto.<br />

Cronologia: metà VI sec. a.C.<br />

751) Calice in bucchero, inventario n° 11027 (tav. VIII)<br />

Collezione Dessì (inv. 1334). Museo Archeologico Nazionale “G.A. Sanna”, depositi.<br />

H. 5,71 cm.; <strong>di</strong>am. orlo 13,52 cm., <strong>di</strong>am. piede 7,43 cm.; spess. 0,58 cm. Il pezzo<br />

presenta una serie <strong>di</strong> sbeccature su tutta la superficie, <strong>di</strong> cui una <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più gran<strong>di</strong><br />

interessa l‟orlo; all‟interno della vasca si notano una serie <strong>di</strong> graffiature più o meno oblique,<br />

anche <strong>di</strong> qualche centimetro <strong>di</strong> lunghezza; il fondo vasca risulta profondamente abraso e<br />

graffiato, come per operazioni ripetute (verosimilmente <strong>di</strong> epoca moderna, anche se non<br />

dovute a lavaggio eccessivo). Sulla parete esterna è scritto a matita il numero “391”.<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 159

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