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Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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contesto abitativo 87, in quanto solitamente essi sono destinati al corredo funerario delle<br />

tombe fenicie, verosimilmente connesso alla ritualità funeraria, che prevede la costante<br />

presenza <strong>di</strong> un contenitore per olii e unguenti, funzione che nel caso della ceramica <strong>di</strong><br />

produzione locale è assolta dalla brocca con orlo espanso. La forma più frequentemente<br />

attestata è il contenitore per bere, sia nel tipo della coppa-kylix (6 esemplari) sia – soprattutto<br />

– del kantharos 88 (25 esemplari, pari al 70% del totale dei buccheri), la tipologia più frequente<br />

nel bucchero importato in Sardegna. Fra i kantharoi il tipo più comune è il Rasmussen 3e, che<br />

è anche il più <strong>di</strong>ffuso fra quelli destinati all‟esportazione in tutto il bacino del Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Per quanto riguarda l‟orizzonte cronologico è piuttosto <strong>di</strong>fficile proporre datazioni<br />

specifiche: la totalità dei materiali sono comunque ascrivibili all‟arco compreso fra l‟ultimo<br />

quarto del VII e la prima metà del VI secolo a.C. Per la fase cronologica più alta, un piccolo<br />

frammento <strong>di</strong> coppa (n° 497), probabilmente del tipo Rasmussen 2a 89, sembra trovare<br />

confronto con le imitazioni etrusche 90 delle c.d. “coppe ro<strong>di</strong>e ad uccelli” 91, e da inquadrarsi<br />

così nell‟ultimo quarto del VII secolo; tre frammenti <strong>di</strong> coppa (<strong>di</strong> cui uno, n° 494, del tipo 3b<br />

Rasmussen sono databili all‟ultimo quarto del VII o, meno probabilmente, al primo quarto<br />

del secolo successivo. Nessuno dei pezzi sembra scendere oltre la metà del VI secolo, in<br />

chiave con il restante materiale fenicio e nuragico e con la fase <strong>di</strong> massima frequentazione del<br />

sito, che cessa proprio nel pieno del secolo.<br />

I materiali sono <strong>di</strong>ffusi in modo piuttosto omogeneo in tutta l‟area; le concentrazioni (v.<br />

fig. 2) sono riferibili ai settori più intensamente e profondamente indagati, come il settore 1<br />

con il “Vano A” (integralmente scavato) e il settore 2 nella zona della porta pedonale e, alle<br />

sue spalle, la strada e l‟area della “Capanna 2”. Questa grande capanna ellittica, che ingloba<br />

una rotonda nuragica in opera isodoma <strong>di</strong> una fase precedente (ma ancora parzialmente in<br />

uso nella fase fenicia), ha funzione sacra e la grande quantità <strong>di</strong> buccheri emersa in questo<br />

settore, potrebbe avere una relazione con la destinazione dell‟e<strong>di</strong>ficio; tuttavia questa ipotesi<br />

<strong>di</strong> lavoro potrà essere suffragata solamente dai dati quantitativi che emergeranno nel<br />

proseguo dello scavo negli altri settori.<br />

87 Altri casi: un aryballos da Nora (RENDELI 2009, n. 250); due da Villasimius (MARRAS 1988, pp. 230-232) e<br />

uno da Bithia, forse dall‟abitato (UGAS - ZUCCA 1984, n. 59). In Etruria anche gli unguentaria sono riferibili alla<br />

ritualità connessa al simposio ed allo “stile <strong>di</strong> vita” della classe aristocratica (v. TORELLI 1989, p. 304), sia nel<br />

caso delle attestazioni da abitato sia del banchetto funerario. I pochi esemplari <strong>di</strong> cui sopra riflettono<br />

evidentemente i rari casi nei quali i balsamari possono essere ricondotti ad episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> socialità fenicia. Dei 34<br />

aryballoi rinvenuti in Sardegna (<strong>di</strong> cui 27, pari all‟80%, provengono da contesto sepolcrale), molti hanno la<br />

superficie abrasa e la pittura evanide, che non consente attribuzioni specifiche; in almeno 13 casi è ben<br />

riconoscibile la decorazione lineare a fasce anulari con linguette sulla spalla, come l‟esemplare dal nuraghe Sirai,<br />

schema assai <strong>di</strong>ffuso e datato da Gilda Bartoloni (BARTOLONI 1972, p. 224) al periodo 575-550/540 a.C.<br />

88 Si precisa che alcuni frammenti, date la insufficienza <strong>di</strong>mensionale e la mancanza <strong>di</strong> caratteristiche<br />

<strong>di</strong>scriminanti, sono stati attribuiti a tale forma, pur nella consapevolezza che potrebbero appartenere anche a<br />

kyathoi o calici. Tale scelta è stata operata anche in considerazione della corrispondenza funzionale dei tre tipi <strong>di</strong><br />

“coppa”. Ai calici, ed in ipotesi al tipo Rasmussen 3a, è stato riferito un solo fr. <strong>di</strong> orlo, per la presenza delle<br />

caratteristiche solcature orizzontali nella parte me<strong>di</strong>ana del labbro (n° 492). Nel caso specifico del nuraghe Sirai,<br />

sono state attribuite ai kantharoi anche nove frr. <strong>di</strong> ansa, una parte delle quali potrebbe appartenere, oltre che a<br />

kyathoi, anche a piccole olpai/attingitoio; la decisione, pur se opinabile, è stata compiuta considerando la<br />

preponderanza dei kantharoi (<strong>di</strong> cui sono pervenuti frr. <strong>di</strong> orlo, labbro, vasca e piede) e l‟assoluta mancanza <strong>di</strong><br />

olpai o anforette.<br />

89 v. in particolare RASMUSSEN 1979, tav. 37, n. 215<br />

90 Cfr. CAERE 1981, p. 77, tav. V, 5h; COEN 1991, p. 56, n. 49.<br />

91 Abbondantemente importate in Etruria (v. COEN 1991, p. 96).<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 136

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