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Incontri tirrenici. - Università degli Studi di Sassari

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proposte alcune ricostruzioni storiche (riguardanti l‟oggetto e gli agenti <strong>degli</strong> scambi e la<br />

valenza dei prodotti <strong>tirrenici</strong>) che, alla luce dei più recenti rinvenimenti, possono essere –<br />

almeno in parte – riconsiderate e perfezionate.<br />

La ricerca ha permesso <strong>di</strong> reperire esemplari ine<strong>di</strong>ti, fra scavo e ricognizioni museali,<br />

soprattutto dalla regione del Sulcis; ciò significa che i nuovi dati non coprono<br />

sistematicamente l‟intera Isola e non permettono quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> trarre conclusioni esaustive valide<br />

per tutta la Sardegna. Tuttavia, poiché i nuovi ine<strong>di</strong>ti si riferiscono quasi tutti a tre siti della<br />

regione del Sulcis, in questo caso la copertura è piuttosto completa e, riflettendo una realtà<br />

omogenea e una base documentale oggettiva, permettono alcune analisi e interpretazioni<br />

storico-archeologiche presentate nei capitoli conclusivi.<br />

Si sottolinea altresì che gli esemplari ine<strong>di</strong>ti qui presentati colmano un‟importante lacuna<br />

negli abitati arcaici delle colonie fenicie, anche se in modo parziale. Provenendo da Sulky, da<br />

Monte Sirai e dall‟omonimo Nuraghe essi propongono, come detto, un quadro piuttosto<br />

“completo” per gli abitati fenici del Sulcis. Escludendo il ricco repertorio offerto dai nuovi<br />

dati <strong>di</strong> Nora 22, ancora pesano le assenze dagli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Tharros, Othoca, Bithia,<br />

Cuccureddus, Sarcapos, ed il vuoto completo della Karales arcaica. Ai fini della presente<br />

ricerca, ma soprattutto per gli stimolanti sviluppi futuri, occorre sottolineare l‟aspetto<br />

quantitativo dei dati offerti dai tre siti sulcitani e da Nora. Si deve considerare infatti che gli<br />

scavi nei siti qui esaminati hanno riguardato superfici estremamente limitate. Infatti i settori<br />

dello scavo del “Cronicario” <strong>di</strong> Sant‟Antioco che hanno restituito materiali etruschi sono<br />

limitati agli approfon<strong>di</strong>menti in un piccolo vano (IIG) <strong>di</strong> pochi metri quadrati e un area<br />

(Settore IV) <strong>di</strong> circa 60 mq.; a Monte Sirai, la cui Acropoli copre oltre 2 Ha., i 33 frammenti<br />

oggetto <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o provengono dagli strati profon<strong>di</strong> <strong>di</strong> due vani (C33-C35) <strong>di</strong> circa 25<br />

mq. totali. La superficie indagata presso il Nuraghe Sirai è molto più estesa, ma a ben vedere<br />

i due settori che hanno restituito la maggioranza dei reperti (ovvero gli unici due che sono<br />

stati integralmente scavati) sono il “Vano A” del Settore B, <strong>di</strong> ca. 15 mq., e l‟area attorno alla<br />

capanna sacra del Settore A <strong>di</strong> circa 100 mq. Anche a Nora la situazione non è granché<br />

<strong>di</strong>ssimile: i 317 frammenti etruschi provengono infatti dai limitati saggi nell‟area del foro<br />

romano e in massima parte da riempimenti <strong>di</strong> età ellenistico-romana; anche i 29 frammenti in<br />

bucchero dall‟area sacra del Coltellazzo provengono da un unico strato in un saggio <strong>di</strong> pochi<br />

metri quadrati 23. Se consideriamo dunque che i settori indagati riguardano una percentuale<br />

quasi insignificante della superficie <strong>degli</strong> originari abitati arcaici, si può intuire che i siti<br />

sulcitani e Nora, in potenza, potrebbero restituire migliaia <strong>di</strong> vasi etruschi. Non si intende<br />

22 RENDELI 2009.<br />

23 BONAMICI 2002, p. 259.<br />

Stefano Santocchini Gerg – <strong>Incontri</strong> <strong>tirrenici</strong>. Le relazioni fra Fenici, Sar<strong>di</strong> ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Storia, Letterature e Culture del Me<strong>di</strong>terraneo. 13

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