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Maria Pia Paoli - S. Antonino “vere pastor et bonus pastor”: storia e mito <strong>di</strong> un modello<br />

Era stata del resto la conoscenza della “sacra pagina” a costituire secondo Antonino la miglior<br />

testimonianza della dottrina del Dominici che, essendo tanto amante della povertà, non volle possedere<br />

né libri per leggere e pre<strong>di</strong>care, né ad<strong>di</strong>rittura la Bibbia 64 . Un particolare questo riportato da Antonino<br />

che, consolidandosi come una sorta <strong>di</strong> topos agiografico funzionale all’affermazione e <strong>di</strong>ffusione delle<br />

osservanze francescana e domenicana 65 , ricorre anche nelle biografie stesse de<strong>di</strong>cate al santo<br />

arcivescovo a cominciare da quella scritta dal suo contemporaneo Vespasiano da Bisticci fino a quella<br />

più compilativa che nel 1557 fu composta dal domenicano Giovan Maria Tolosani: Antonino, infatti,<br />

mentre era assai solerte nel provvedere che ogni prete avesse almeno il breviario, “non ebbe mai libro<br />

che fusse suo” e quando ne aveva bisogno lo prendeva dalla biblioteca del convento <strong>di</strong> San Marco o da<br />

quella <strong>di</strong> San Domenico <strong>di</strong> Fiesole 66 . Attorno al possesso del libro, oggetto per l’epoca costoso, si<br />

convogliavano istanze <strong>di</strong>verse e dense <strong>di</strong> significati che testimoniano dello spirito <strong>di</strong> emulazione<br />

sviluppatosi fin dalle origini tra i due or<strong>di</strong>ni men<strong>di</strong>canti 67 . La stessa azione <strong>di</strong> riforma intrapresa dal<br />

Dominici e ricostruita da Antonino nelle Cronache è subor<strong>di</strong>nata a questo aspetto. L’ amore per i poveri<br />

e l’osservanza del voto <strong>di</strong> povertà, che si testimoniava anche col non possedere libri <strong>di</strong> sorta, Bibbia<br />

inclusa, sono considerati segni <strong>di</strong> santità e precedono nello schema della narrazione-agiografia tutto<br />

quanto il Dominici aveva fatto nel frattempo in qualità <strong>di</strong> riformatore del convento <strong>di</strong> San Domenico <strong>di</strong><br />

Venezia; solo a quel punto il suo “odor vitae adeo <strong>di</strong>ffusus est per orbem” che si moltiplicarono i conventi in<br />

Lombar<strong>di</strong>a, in Sicilia, a Roma ecc 68 .<br />

In questo contesto denso <strong>di</strong> significati sottintesi e <strong>di</strong> riferimenti agli sviluppi concreti<br />

dell’osservanza domenicana, proprio il libro sembra alla fine costituire una sorta <strong>di</strong> filo rosso nella vita<br />

stessa <strong>di</strong> Antonino da quando adolescente e desideroso <strong>di</strong> farsi accettare dal Dominici nell’or<strong>di</strong>ne<br />

domenicano si presentò al convento <strong>di</strong> Santa Maria Novella <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> col Decretum <strong>di</strong> Graziano sotto il<br />

braccio <strong>di</strong>ligentemente appreso a memoria, fino a quando, uomo maturo, quello stesso Decretum aveva<br />

ormai ampiamente assimilato ed utilizzato nei ponderosi tomi della Summa e negli scritti più agili dei tre<br />

confessionali, che si fece rilegare dall’ amico cartolaio Vespasiano da Bisticci. 69<br />

2. Le litterae e la salute delle anime: modelli <strong>di</strong> confessione da S. Antonino a Savonarola.<br />

Nel Proemio al confessionale Curam illius habe, detto anche Confessionale volgare o Me<strong>di</strong>cina dell’anima<br />

(1442), Antonino rivolgendosi ai confessori, in particolare ai sacerdoti con cura d’anime, ai vescovi, e ai<br />

“secolari”, ovvero ai laici, tracciava una sorta <strong>di</strong> gerarchia del sapere utile al cristiano, che partendo dalle<br />

SS. Scritture arrivava al Decretum, a S. Gregorio, a S. Agostino, a Catone, Seneca e Cicerone. Era la<br />

letteratura volgare <strong>di</strong> un secolo prima, quella degli scrittori fiorentini come Dante e Boccaccio ad essere<br />

maggiormente penalizzata, mentre fra i classici erano Ovi<strong>di</strong>o e Terenzio, ovvero la poesia amorosa e la<br />

comme<strong>di</strong>a, a non possedere i necessari requisiti per la salute delle anime. Vescovi e sacerdoti, retori e<br />

grammatici, poeti e filosofi, tutti sono messi davanti alla possibilità <strong>di</strong> prendere atto <strong>di</strong> tali requisiti<br />

raggiungibili attraverso strumenti <strong>di</strong>versi dai consueti<br />

64 Dopo aver descritto il Dominici in base alle qualità fisiche e morali, cioè “statura magnus”, “incessu gravis” e<br />

“pauperibus et ignobilis affabilis”, Antonino si soffermava sulla sua rigida osservanza del voto <strong>di</strong> povertà che lo fece<br />

“tantus paupertatis amator, ut non solum argentum et aurum ei deesset etiam in via, aut in vestimentis duplicatis, sed nec<br />

libros ad legendum, et prae<strong>di</strong>candum, nec Bibliam possideret.”.(Cfr. D. Antonini, Chronicorum,Tertia pars, cit., pp.682-683).<br />

65 Cfr. A. Vauchez, La sainteté en Occident aux derniers siècles du Moyen Age d’après les procès de canonisation et les documents<br />

hagiographiques, Rome, Ecole Française de Rome, 1981, in particolare le pp. 457-622 e anche ID., Culture et Sainteté d’après les<br />

Procès de canonisation des XIIIe et XIVe siècles in Le scuole degli or<strong>di</strong>ni men<strong>di</strong>canti (secoli XIII_XIV), To<strong>di</strong>, 1978, pp. 153-172<br />

66 Cfr. V. dA BISTICCI, Vita <strong>di</strong> Sant’Antonino in S. Antonino, Lettere precedute dalla sua vita scritta da V. Da Bisticci, <strong>Firenze</strong>,<br />

Barbèra, Bianchi & C., 1859, p.29 e G. Tolosani, La storia <strong>di</strong> S.Antonino nella quale si narra come per la sua santità fu creato<br />

arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> da papa Eugenio IV e <strong>di</strong> molti miracoli fece in vita e doppo morte, <strong>Firenze</strong>, 1557, p.29.<br />

67 Numerosi sono gli episo<strong>di</strong> narrati nelle vite <strong>di</strong> san Francesco che riguardano la sua rigida interpretazione del voto <strong>di</strong><br />

povertà che non <strong>di</strong> rado lo mise in contrasto coi novizi desiderosi <strong>di</strong> letture e<strong>di</strong>ficanti e poco propensi a rinunciare al<br />

possesso del salterio o del breviario (cfr. Fonti francescane. Scritti e biografie <strong>di</strong> san Francesco d’Assisi. Cronache e altre Testimonianze<br />

del primo secolo francescano. Scritti e biografie <strong>di</strong> S.Chiara d’Assisi, vol. I, Movimento francescano, Assisi, 1977, pp. 1310-1311).<br />

68 Cfr. D. Antonini, Chronicorum, Tertia pars cit., p. 683.<br />

69 Cfr. MORÇAY, Saint Antonin cit., p. V. Sulla tra<strong>di</strong>zione iconografica <strong>di</strong> S. Antonino raffigurato sovente davanti a uno<br />

scrittoio e con un libro in mano cfr. I. Venchi, S. Antonino attraverso i secoli:fama, fortuna delle sue opere, iconografia, in S. Antonino e<br />

la sua epoca cit., pp.340-341.<br />

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