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Anestetismi musicali. Breve saggio sull'utilizzo ideologico ... - Carducci

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20<br />

Daniele Stroppolo<br />

tre il meccanismo di immedesimazione con il divo popolare, irraggiungibile<br />

e al tempo stesso sempre vicino grazie alla sua onnipresente<br />

visibilità, allevia ogni senso di frustrazione nei confronti<br />

della propria impotenza sul mondo.<br />

Il modo di ascolto imposto dal prodotto, al tempo stesso<br />

promosso per una sua maggiore efficacia e necessario per la<br />

sua riuscita, è quello della deconcentrazione. Pochi particolari,<br />

evidenziati a proposito, distinguono brani estremamente<br />

simili gli uni agli altri e sempre uguali a se stessi, al punto che<br />

un ascolto concentrato risulterebbe insopportabile. L’ascolto<br />

atomizzato, che frammenta la musica superiore degradandola<br />

ai suoi singoli elementi, è invece l’unico possibile nella musica<br />

leggera, che è già frammentata in sé. L’aspetto che maggiormente<br />

colpisce l’ascoltatore alienato, incapace di cogliere l’essenza<br />

musicale, è quello del timbro, sintesi perfetta del feticcio<br />

del materiale, in questo caso lo strumento, e della ricezione<br />

facile, assimilabile a quella di un infante che predilige gli<br />

oggetti particolarmente colorati.<br />

Al piacere effimero dell’ascolto atomizzato corrisponde un<br />

immediato senso di nausea, riscontrabile nel fatto che l’ascoltatore<br />

di musica leggera necessita continuamente di nuovi brani<br />

in grado di fornirgli stimoli rinnovati, ma al tempo stesso sempre<br />

uguali a quelli precedenti. Vi è anzi un odio, un’ostilità marcatissima<br />

nei confronti di ogni novità sostanziale, che non può<br />

essere tollerata in alcun modo. Addirittura spesso si ricorre a<br />

citazioni di brani già noti affinché la novità possa risultare tale<br />

senza richiedere alcuno sforzo.<br />

Adorno chiude il proprio <strong>saggio</strong> con alcune considerazioni<br />

dedicate all’autentica nuova musica, all’avanguardia e in particolare<br />

alla scuola di Vienna che aveva ideato la tecnica di composizione<br />

dodecafonica. La produzione musicale di Schönberg o<br />

Webern risulta insopportabile al pubblico alienato non perché sia<br />

incomprensibile, ma al contrario perché esprime in maniera fin<br />

troppo diretta l’angoscia e lo spavento per una situazione cata-

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