cesca, una passione contagiosa - Alp Cub

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03.06.2013 Views

Quando Francesca è mancata, in modo improvviso e violento, quel 15 luglio del 2007, subito, il giorno stesso del funerale, ci è venuta la voglia, il desiderio di ricordarla, di far sapere l’importanza che aveva avuto per noi. Quando dico noi parlo del “Buniva”, dei suoi studenti, dei suoi colleghi, dei genitori che avevano avuto a che fare con Lei. Questo opuscolo nasce da questo desiderio. Francesca per il Buniva è stata importante, ha rappresentato una voce di stimolo, di critica, di entusiasmo in una fase in cui si è costruito insieme un pezzo di storia della scuola italiana e del nostro istituto. Erano gli anni dei convegni, delle sperimentazioni, dell’entusiasmo creativo, delle battaglie politiche e dei… collegi dei docenti infuocati. Dalle testimonianze emerge la sua grande umanità, la capacità di mettersi in relazione con gli studenti, la conflittualità creativa con i colleghi: insomma un’insegnante. Io sono arrivato al “Buniva” dopo la stagione delle grandi battaglie, ma ho incrociato Francesca più volte nella mia vita professionale e, oltre alla grande amicizia che ci legava, non scevra da momenti di scontro delle idee e di confronto anche aspro, la ricordo come persona paradossalmente rigorosa: Francesca era passione, era empatia, ma era anche metodo, capacità di cogliere la complessità e di dipanarla, cocciutaggine nel perseguire gli obiettivi, tenacia nello stimolare gli studenti, nel non mollarli mai: la revisione comune delle tesine per l’esame di stato, ad esempio, era veramente per gli studenti una sfida intellettuale. Questo opuscolo è un piccolo omaggio ad una grande persona. Fulvio G.

Quando Fran<strong>cesca</strong> è mancata, in modo improvviso e<br />

violento, quel 15 luglio del 2007, subito, il giorno stesso<br />

del funerale, ci è venuta la voglia, il desiderio di ricordarla,<br />

di far sapere l’importanza che aveva avuto per<br />

noi. Quando dico noi parlo del “Buniva”, dei suoi studenti,<br />

dei suoi colleghi, dei genitori che avevano avuto<br />

a che fare con Lei.<br />

Questo opuscolo nasce da questo desiderio.<br />

Fran<strong>cesca</strong> per il Buniva è stata importante, ha rappresentato<br />

<strong>una</strong> voce di stimolo, di critica, di entusiasmo in<br />

<strong>una</strong> fase in cui si è costruito insieme un pezzo di storia<br />

della scuola italiana e del nostro istituto. Erano gli anni<br />

dei convegni, delle sperimentazioni, dell’entusiasmo<br />

creativo, delle battaglie<br />

politiche e dei… collegi<br />

dei docenti infuocati. Dalle<br />

testimonianze emerge<br />

la sua grande umanità, la<br />

capacità di mettersi in relazione<br />

con gli studenti, la<br />

conflittualità creativa con<br />

i colleghi: insomma un’insegnante. Io sono arrivato al<br />

“Buniva” dopo la stagione delle grandi battaglie, ma ho<br />

incrociato Fran<strong>cesca</strong> più volte nella mia vita professionale<br />

e, oltre alla grande amicizia che ci legava, non scevra<br />

da momenti di scontro delle idee e di confronto anche<br />

aspro, la ricordo come persona paradossalmente<br />

rigorosa: Fran<strong>cesca</strong> era <strong>passione</strong>, era empatia, ma era<br />

anche metodo, capacità di cogliere la complessità e di<br />

dipanarla, cocciutaggine nel perseguire gli obiettivi, tenacia<br />

nello stimolare gli studenti, nel non mollarli mai:<br />

la revisione comune delle tesine per l’esame di stato,<br />

ad esempio, era veramente per gli studenti <strong>una</strong> sfida<br />

intellettuale.<br />

Questo opuscolo è un piccolo omaggio ad <strong>una</strong> grande<br />

persona.<br />

Fulvio G.

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