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cesca, una passione contagiosa - Alp Cub

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60<br />

più a stare seduta e così si alza,<br />

compie qualche passo avanti ed<br />

indietro e poi si ferma e si piega<br />

in avanti cercando di toccare<br />

il pavimento con la punta delle<br />

dita. Mi distolgo dalla lettura e la<br />

guardo divertito:<br />

“Cosa fai?”<br />

“Mi stiro” Molti la guardano<br />

anch’essi divertiti, altri evidentemente<br />

privi di humor, con un po’<br />

d’imbarazzo.<br />

Giungiamo a Roma, l’attraversiamo<br />

con la metro perché l’Istituto<br />

di riunione è nell’estrema periferia,<br />

lavoriamo tutto il pomeriggio<br />

e la sera il meritato riposo. Tutti<br />

insieme in un ristorante tipico a<br />

fianco del Pantheon, incontriamo<br />

la meravigliosa nonna Nadia<br />

ed altri parenti; siamo loro ospiti<br />

e ci fanno trascorrere <strong>una</strong> serata<br />

indimenticabile.<br />

E poi c’è Fran<strong>cesca</strong> che partecipa<br />

al Collegio Docenti; occupa<br />

abitualmente la prima sedia della<br />

prima fila, ovviamente a sinistra<br />

per noi insegnanti che entriamo<br />

sempre dal fondo dell’aula magna,<br />

attorniata dai suoi amici ed<br />

abitualmente sferruzza: ho spesso<br />

avuto il sospetto che questi<br />

lavori a maglia siano delle “tele<br />

di Penelope” fatti durante queste<br />

riunioni e smontati di sera, ma<br />

non sono mai andato a fondo,<br />

limitandomi invece a prenderla<br />

un po’ in giro, avvicinandomi e<br />

recitando con aria seria espressioni<br />

che provengono da retaggi<br />

culturali infantili quando tante<br />

mamme facevano lavori a maglia:<br />

“Guarda che devi iniziare<br />

a calare di due maglie a giro se<br />

vuoi chiudere bene ...”. Lei come<br />

sempre sovrappensiero, abitualmente<br />

ci casca e mi guarda con<br />

sorpresa, giudicando forse il mio<br />

intervento consono ed appropriato,<br />

ma subito dopo capisce il<br />

bluff e bonariamente mi manda<br />

a stendere.<br />

I suoi interventi mi piacciono<br />

molto, sono lucidi, razionali, appropriati,<br />

soprattutto intrisi di un<br />

grandissimo rispetto per tutte<br />

le idee che vengono sviluppate<br />

in questa sede; nonostante<br />

il linguaggio chiaro e raffinato<br />

a Fran<strong>cesca</strong> però vengono dei<br />

dubbi ed immancabilmente si<br />

interrompe chiedendo a tutti<br />

noi: “Si capisce quello che voglio<br />

dire? Mi sto spiegando?” Attende<br />

un qualche cenno di assenso e<br />

prosegue. E poi c’è Fran<strong>cesca</strong> dei<br />

Consigli di classe, sempre pronta<br />

a difendere gli allievi più sciagurati,<br />

Fran<strong>cesca</strong> che prepara a fine<br />

anno scolastico il suo stupendo<br />

cous-cous per venti, trenta persone,<br />

da sola senza aiuto, Fran<strong>cesca</strong><br />

che scrive il suo diario<br />

quotidiano, Fran<strong>cesca</strong> che brucia<br />

l’hard-disk del suo computer e<br />

con esso anni di memorie, Fran<strong>cesca</strong><br />

che telefona tutte le sere<br />

alla sua bellissima ed importantissima<br />

mamma, Fran<strong>cesca</strong> che<br />

quando hai un po’ di tempo e la<br />

fort<strong>una</strong> d’incontrarla ti intrattiene<br />

con squisiti scambi culturali,

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