cesca, una passione contagiosa - Alp Cub

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03.06.2013 Views

56 come sempre inadeguata al ruolo che mi compete, Francesca ebbe a dirmi delle parole e a farmi fare alcune riflessioni che mi sollevarono completamente. Anche se lei non conosceva né attori, né eventi, né fatti, né relazioni, né problemi riuscì a farmi stare veramente bene. Penso che Francesca fosse una persona ed una DONNA veramente particolare. La cosa più triste che mi rimane della sua assenza è il rammarico di non avere avuto il tempo di conoscerla bene, in maniera profonda, di non aver potuto condividere con lei più Vita, più tutto… Ho ricevuto la notizia della malattia di Francesca in un momento per me particolarmente doloroso. La notizia mi ha scioccato. Ho voluto salutarla in ospedale. Quell’incontro è stato drammatico: lei mi ha riconosciuta subito e stanca mi ha detto: “ Stai tranquilla, va meglio, ci rivediamo a scuola a settembre!” Non è andata così ed io lo sapevo all’uscita da quella stanza. Avevo voluto vederla per salutarla: nella mia vita è successo troppe volte di non avere avuto l’occasione di salutare chi se ne stava andando, per motivi di distanze

fisiche da coprire, e questa cosa era stata dolorosa. Il 25 agosto ho partecipato alla presentazione del libro che Francesca ha scritto con altre donne: “La Parola e le pratiche. Donne protestanti e femminismi” ed. Claudiana. Quella presentazione è stata anche una commemorazione di Francesca. Qualcuno che la conosceva bene, parlando di momenti di confusione vissuti durante la stesura del libro ha commentato una sua caratteristica: la sua passione per il lavoro a maglia, e ha detto: “Ricordate, Francesca aveva la passione, che io condivido, di lavorare a maglia. Io tengo ben distinti i gomitoli e mi sono sempre chiesta come facesse ad orientarsi nel groviglio di fili con cui lavorava contemporaneamente. Ma alla fine i suoi lavori erano meravigliosi. Ecco, Francesca era così: a volte sembrava confusionaria ma alla fine tutto andava al posto giusto.” Ho ripensato allora al lavoro svolto a scuola da Francesca (sui curricoli delle materie, alla semplificazione del lavoro nel documento di classe delle 5e, al modello di giudizio Oh come ci manca Francesca! In questo inizio anno, ogni tanto percorrendo i corridoi del Buniva, la vedo venirmi di presentazione dei ragazzi all’esame di Stato). Ho ripensato alla sua capacità di tessere relazioni contemporaneamente con diverse realtà e di ricucire gli strappi anche facendosi da parte. Allo smarrimento del nostro ultimo incontro a scuola: era disperata perché aveva “perso” il lavoro di trascrizione sul computer dei giudizi dei suoi allievi di 5a. L’ho consolata, ho cercato di calmarla e poi l’ho vista sparire nell’aula dove ci sarebbe stato lo scrutinio. Perché non l’ho abbracciata? Perché non sono riuscita a fare di più? Lei, con me nella sua situazione, probabilmente l’avrebbe fatto! Ecco, pensando a Francesca mi ritorna sempre un sentimento di RAMMARICO, quello di non averle dimostrato di più tante cose… La consapevolezza che non sempre quando rimandiamo, riusciremo poi a recuperare il tempo per fare, per dire, per essere. Anna Maria RIZZO Pinerolo 25/10/07 incontro, con la sua andatura tipica, inclinata fortemente dalla parte della pesantissima borsa e con l’altro braccio sollevato all’altezza giusta per cercare di 57

fisiche da coprire, e questa cosa<br />

era stata dolorosa.<br />

Il 25 agosto ho partecipato alla<br />

presentazione del libro che<br />

Fran<strong>cesca</strong> ha scritto con altre<br />

donne: “La Parola e le pratiche.<br />

Donne protestanti e femminismi”<br />

ed. Claudiana.<br />

Quella presentazione è stata<br />

anche <strong>una</strong> commemorazione<br />

di Fran<strong>cesca</strong>. Qualcuno che la<br />

conosceva bene, parlando di<br />

momenti di confusione vissuti<br />

durante la stesura del libro ha<br />

commentato <strong>una</strong> sua caratteristica:<br />

la sua <strong>passione</strong> per il lavoro<br />

a maglia, e ha detto: “Ricordate,<br />

Fran<strong>cesca</strong> aveva la <strong>passione</strong>,<br />

che io condivido, di lavorare<br />

a maglia. Io tengo ben distinti<br />

i gomitoli e mi sono sempre<br />

chiesta come facesse ad orientarsi<br />

nel groviglio di fili con cui<br />

lavorava contemporaneamente.<br />

Ma alla fine i suoi lavori erano<br />

meravigliosi. Ecco, Fran<strong>cesca</strong> era<br />

così: a volte sembrava confusionaria<br />

ma alla fine tutto andava<br />

al posto giusto.” Ho ripensato<br />

allora al lavoro svolto a scuola<br />

da Fran<strong>cesca</strong> (sui curricoli delle<br />

materie, alla semplificazione del<br />

lavoro nel documento di classe<br />

delle 5e, al modello di giudizio<br />

Oh come ci manca<br />

Fran<strong>cesca</strong>! In questo<br />

inizio anno, ogni tanto<br />

percorrendo i corridoi<br />

del Buniva, la vedo venirmi<br />

di presentazione dei ragazzi<br />

all’esame di Stato). Ho ripensato<br />

alla sua capacità di tessere<br />

relazioni contemporaneamente<br />

con diverse realtà e di ricucire<br />

gli strappi anche facendosi da<br />

parte. Allo smarrimento del nostro<br />

ultimo incontro a scuola:<br />

era disperata perché aveva “perso”<br />

il lavoro di trascrizione sul<br />

computer dei giudizi dei suoi<br />

allievi di 5a. L’ho consolata, ho<br />

cercato di calmarla e poi l’ho<br />

vista sparire nell’aula dove ci sarebbe<br />

stato lo scrutinio. Perché<br />

non l’ho abbracciata? Perché<br />

non sono riuscita a fare di più?<br />

Lei, con me nella sua situazione,<br />

probabilmente l’avrebbe fatto!<br />

Ecco, pensando a Fran<strong>cesca</strong> mi<br />

ritorna sempre un sentimento<br />

di RAMMARICO, quello di non<br />

averle dimostrato di più tante<br />

cose… La consapevolezza che<br />

non sempre quando rimandiamo,<br />

riusciremo poi a recuperare<br />

il tempo per fare, per dire, per<br />

essere.<br />

Anna Maria RIZZO<br />

Pinerolo 25/10/07<br />

incontro, con la sua andatura<br />

tipica, inclinata fortemente dalla<br />

parte della pesantissima borsa<br />

e con l’altro braccio sollevato<br />

all’altezza giusta per cercare di<br />

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