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cesca, una passione contagiosa - Alp Cub

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52<br />

Il mio ricordo di <strong>cesca</strong><br />

…eravamo di ritorno da Praga, esausti, consumati dal sonno ma pieni di<br />

<strong>una</strong> felicità luminosa che quel viaggio ci aveva regalato. Trovai Fran<strong>cesca</strong><br />

nel vagone ovviamente fumatori, che tranquilla si fumava la cicca, assa-<br />

porandosi gli ultimi attimi di quella felice parentesi scolastica che aveva<br />

organizzato con tanto amore; sedetti con lei e me ne accesi <strong>una</strong> pure io.<br />

Con i suoi occhi azzurri e intensi mi guardò un po’ di sbieco e mi disse: ”si<br />

vede che non sei felice, si sente a pelle che non vuoi tornare…”. In effetti la<br />

nebbia di Praga e lo sguardo speciale di <strong>una</strong> persona, prima sconosciuta,<br />

con cui però in quella settimana avevo condiviso quasi tutto, mi avevano<br />

creato uno stato di ansia mista a panico che minava la mia smania di avere<br />

tutto sempre sotto controllo. Ero preda di <strong>una</strong> piacevole confusione men-<br />

tale e lei se ne era accorta prima di altri. Parlammo un po’, lei mi fece capire<br />

l’importanza di non accontentarsi e di non avere paura di cercare, di non<br />

aver paura di sbagliare; sono problemi, quelli del cuore, che a volte sembra-<br />

no proprio insuperabili. Quella sera ho capito la sua capacità di guardare<br />

l’anima delle persone, di considerare un’adolescente <strong>una</strong> donna, un ragaz-<br />

zo un adulto. Mai nel confronto con lei mi sono sentita sminuita. Da quel<br />

viaggio iniziai a scrivere a Fran<strong>cesca</strong> e lei a rispondermi, lettere, telefonate,<br />

e-mail o caffè veloci da lei per raccontarci cosa succedeva nelle nostre vite:<br />

il mio viaggio in Tunisia, il suo in America, la morte della mamma, la nuova<br />

casa di Torre, la mia decisione di ricominciare l’Università. Fino a marzo del<br />

2007, quando andai da lei con M. e F. a fare merenda, era un sabato pome-<br />

riggio di vento, la trovammo in giardino a piantare fiori. In quell’occasione<br />

ci regalò <strong>una</strong> copia di Mabrúk, un libro per un gruppo di amici da passarci e<br />

leggere a turno, con la promessa di<br />

un cous cous finale nell’estate.<br />

L’estate della sua partenza.<br />

L’estate di Fran<strong>cesca</strong>.<br />

Alba<br />

M.

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