cesca, una passione contagiosa - Alp Cub
cesca, una passione contagiosa - Alp Cub cesca, una passione contagiosa - Alp Cub
NON ACCONTENTARSI e non avere paura di cercare La mia compagna epistolare La nostra storia cominciò nel settembre 1998. Andai al Buniva a vedere l’orario provvisorio qualche giorno prima dell’inizio dei corsi. Era l’inizio del triennio ed ero ansioso di sapere quali nuovi prof ci sarebbero “toccati”. Spano … La mia zietta Cristina che ha solo 5 anni più di me e che aveva fatto ragioneria l’ave- va avuta. Era contentissima. Mi disse che la Spano era una persona fantastica. L’avremmo constatato col tempo! Ed in effetti ce ne rendemmo presto, più o meno tutti, conto … Il tempo scorreva e la Spano ci dedicava il suo tempo, la sua esperienza, la sua cultura. Non che fummo così sensibili da apprezzare e “approfittare” immedia- tamente di tale privilegio. A dire il vero (non posso parlare a nome di tutti natu- ralmente) ma eravamo piuttosto occupati a inventare stratagemmi per “fare” il meno possibile a scuola: per esempio durante le lezioni di italiano ci assegnava di volta in volta delle letture, sul solito libro verde in 6 tomi di cui abbiamo usato il 4%, si chiamava “dal testo alla storia, dalla storia al testo”. Era supposto che alla lezione successiva ci ponesse qualche domanda per vedere se avevamo capito. Ma siccome solamente 4 o 5 persone avevano svolto il compito ed ignoravamo completamente la lezione era preferibile non farsi scoprire: la strategia comune era di cominciare a fare domande ancora prima di lei, e bastava una domanda o due perché la Spano si lanciasse con tutto il suo cuore a darci come risposta quanto di più approfondito e completo potesse comunicarci (e noi tutti sap- piamo che in questo non aveva limiti). Senza curarsi della stupidità che spes- so caratterizzava le nostre domande. La Spano era la coordinatrice del nostro consiglio di classe: era sensibile alle nostre vicende, tanto quelle del gruppo quanto quelle individuali, tanto quelle scolastiche quanto quelle personali. Ed era sempre pronta a farsi in quattro per risolvere i problemi degli altri. Ci portò in gita per ben due volte in Emilia Romagna nel ’99 (in un primo momento avrebbe voluto portarci in Sardegna ed è solo a posteriori leggendo Mabrùk, che comprendo il suo desiderio di mostrarci la splendida terra di suo padre e della 35
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ACCONTENTARSI<br />
e non avere<br />
paura di cercare<br />
La mia compagna epistolare<br />
La nostra storia cominciò nel settembre 1998. Andai al Buniva a vedere l’orario<br />
provvisorio qualche giorno prima dell’inizio dei corsi. Era l’inizio del triennio<br />
ed ero ansioso di sapere quali nuovi prof ci sarebbero “toccati”. Spano … La mia<br />
zietta Cristina che ha solo 5 anni più di me e che aveva fatto ragioneria l’ave-<br />
va avuta. Era contentissima. Mi disse che la Spano era <strong>una</strong> persona fantastica.<br />
L’avremmo constatato col tempo! Ed in effetti ce ne rendemmo presto, più o<br />
meno tutti, conto …<br />
Il tempo scorreva e la Spano ci dedicava il suo tempo, la sua esperienza, la sua<br />
cultura. Non che fummo così sensibili da apprezzare e “approfittare” immedia-<br />
tamente di tale privilegio. A dire il vero (non posso parlare a nome di tutti natu-<br />
ralmente) ma eravamo piuttosto occupati a inventare stratagemmi per “fare” il<br />
meno possibile a scuola: per esempio durante le lezioni di italiano ci assegnava<br />
di volta in volta delle letture, sul solito libro verde in 6 tomi di cui abbiamo usato<br />
il 4%, si chiamava “dal testo alla storia, dalla storia al testo”. Era supposto che alla<br />
lezione successiva ci ponesse qualche domanda per vedere se avevamo capito.<br />
Ma siccome solamente 4 o 5 persone avevano svolto il compito ed ignoravamo<br />
completamente la lezione era preferibile non farsi scoprire: la strategia comune<br />
era di cominciare a fare domande ancora prima di lei, e bastava <strong>una</strong> domanda<br />
o due perché la Spano si lanciasse con tutto il suo cuore a darci come risposta<br />
quanto di più approfondito e completo potesse comunicarci (e noi tutti sap-<br />
piamo che in questo non aveva limiti). Senza curarsi della stupidità che spes-<br />
so caratterizzava le nostre domande. La Spano era la coordinatrice del nostro<br />
consiglio di classe: era sensibile alle nostre vicende, tanto quelle del gruppo<br />
quanto quelle individuali, tanto quelle scolastiche quanto quelle personali. Ed<br />
era sempre pronta a farsi in quattro per risolvere i problemi degli altri. Ci portò<br />
in gita per ben due volte in Emilia Romagna nel ’99 (in un primo momento<br />
avrebbe voluto portarci in Sardegna ed è solo a posteriori leggendo Mabrùk, che<br />
comprendo il suo desiderio di mostrarci la splendida terra di suo padre e della<br />
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