cesca, una passione contagiosa - Alp Cub

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03.06.2013 Views

26 Avessimo intuito un dolore del genere sarebbe stata un’altra cosa credo. Eppure non ci voleva lasciare da soli, a starci dietro si stancò moltissimo credo. Mi diede i suoi numeri di telefono, mi spiegò dove abitava, come dovevo fare per trovarla. La sua vita privata era diventata anche nostra. Se ci penso adesso mi viene solo da rimpiangere quelle volte che apparentemente la si odiava. Un giorno decisi di andare a trovarla, poiché avevo da chiederle molte cose, le telefonai, rispose il marito che con una voce che ancora ricordo, mi disse che Francesca stava male e l’avrebbero ricoverata all’ospedale. Quella voce non aggiunse altro. Li capii che davvero c’era qualcosa di importante che non andava. Di lei in me rimane la convinzione che una persona, in qualità di essere umano, ha enormi possibilità se lo vuole di cambiare le proprie condizioni di vita, di ra- Borghesi, sangria e telefonino S i dovrebbe iniziare ricordando la professoressa Spano, o “Spanotta” (come lei mi firmò il mio annuario l’ultimo giorno dell’anno scolastico 2006/2007, esattamente il giorno prima che le sue condizioni peggiorassero) come la persona gionamento, tramite il dialogo, il confronto aperto, lo studio e la passione ardente come unico mezzo di “genio”. Ha insegnato a molti, me compreso, a non odiare mai le proprie passioni, il proprio modo d’essere, bensì trasferirli al di fuori di noi stessi, in modo che tutti possano vederli, capirne le differenze, scoprire e comprendere la vera passione che c’è dietro, traendone così, sempre un insegnamento. Per quanto possa essere stato breve un solo anno scolastico passato con Lei, se penso a quei momenti, avverto la Sua mancanza. È stato purtroppo un incrocio di vite molto rapido il nostro, ma allo stesso tempo incredibilmente intenso. Ci manchi Francesca. Marco BARBERIS che più si è avvicinata alla mia persona in tutta la mia vita scolastica. Vorrei ricordare alcuni dei momenti più felici e spiritosi che ricordo al riguardo. Io e Francesca abbiamo sempre avuto forti ed accesi dibattiti, riguardanti il nostro distinto pen-

siero riguardo all’ideale comunista ed abbiamo criticato molte volte quei posti che rispecchiavano il lusso sfrenato. A questo riguardo, uno dei più divertenti momenti passati in sua compagnia fu durante la sua e la mia ultima gita scolastica degli anni della scuola superiore (svoltasi a Barcellona nell’Aprile del 2007). La professoressa Spano organizzò tutto meticolosamente dallo sbarco in terra catalana al ritorno in Piemonte. Una sera, volle portare noi studenti della classe 5° B eta a mangiare la famosa Paella in un ristorante il cui indirizzo era tratto dalla sua inseparabile guida turistica mille usi. Lei mi diceva durante il tragitto verso il ristorante: ”Stai tranquillo il posto lo conosco ti ho detto, ci siamo andati assieme a Polia anni fa!!”, mentre io le chiedevo dove ci stesse portando. Arrivati sul posto la cara professoressa scoprì che il posto che lei ricordava era proprio quello ma, il ristorante era completamente differente: tende di tessuto pregiato, camerieri che esercitavano la loro professione tutti vestiti con giacca e bianca camicia e servivano il vino con classe, ecc … Francesca venne da me guardandomi con un sorriso nascosto e con tono ironico mi disse: ”Scusa, non credevo che il posto fosse così borghese, se per caso il conto è troppo caro … nessun problema” e si rivolse alla classe “prendete cosa volete che io mi sono portata a presso lo stipendio” l’intera classe rise e si stupì (penso) di avere una professoressa dinanzi che, si “abbassava” ad offrire il proprio stipendio per una cena. All’interno del locale il tavolo era troppo corto per poterci far sedere tutti assieme ed io, quattro miei compagni ci sedemmo ad un’altra tavola assieme alla Spano. Il clima che si manifestò per tutta la durata della cena (come confermano anche i miei ex compagni) fu pieno di felicità ma anche di serietà, dove ognuno poteva dire la propria e le risate di Francesca accompagnavano il tutto. Alla fine della cena dopo un'altra caraffa di sangria offerta dalla nostra accompagnatrice e dopo il nostro ritorno all’albergo, la serata si concluse con un brin-

siero riguardo all’ideale comunista<br />

ed abbiamo criticato molte<br />

volte quei posti che rispecchiavano<br />

il lusso sfrenato. A questo<br />

riguardo, uno dei più divertenti<br />

momenti passati in sua compagnia<br />

fu durante la sua e la mia<br />

ultima gita scolastica degli anni<br />

della scuola superiore (svoltasi a<br />

Barcellona nell’Aprile del 2007).<br />

La professoressa Spano organizzò<br />

tutto meticolosamente dallo<br />

sbarco in terra catalana al ritorno<br />

in Piemonte. Una sera, volle portare<br />

noi studenti della classe 5° B<br />

eta a mangiare la famosa Paella<br />

in un ristorante il cui indirizzo<br />

era tratto dalla sua inseparabile<br />

guida turistica mille usi. Lei mi<br />

diceva durante il tragitto verso il<br />

ristorante: ”Stai tranquillo il posto<br />

lo conosco ti ho detto, ci siamo<br />

andati assieme a Polia anni fa!!”,<br />

mentre io le chiedevo dove ci<br />

stesse portando. Arrivati sul posto<br />

la cara professoressa scoprì<br />

che il posto che lei ricordava era<br />

proprio quello ma, il ristorante<br />

era completamente differente:<br />

tende di tessuto pregiato, camerieri<br />

che esercitavano la loro professione<br />

tutti vestiti con giacca<br />

e bianca camicia e servivano il<br />

vino con classe, ecc … Fran<strong>cesca</strong><br />

venne da me guardandomi con<br />

un sorriso nascosto e con tono<br />

ironico mi disse: ”Scusa, non<br />

credevo che il posto fosse così<br />

borghese, se per caso il conto è<br />

troppo caro … nessun problema”<br />

e si rivolse alla classe “prendete<br />

cosa volete che io mi sono portata<br />

a presso lo stipendio” l’intera<br />

classe rise e si stupì (penso) di<br />

avere <strong>una</strong> professoressa dinanzi<br />

che, si “abbassava” ad offrire il<br />

proprio stipendio per <strong>una</strong> cena.<br />

All’interno del locale il tavolo era<br />

troppo corto per poterci far sedere<br />

tutti assieme ed io, quattro<br />

miei compagni ci sedemmo ad<br />

un’altra tavola assieme alla Spano.<br />

Il clima che si manifestò per<br />

tutta la durata della cena (come<br />

confermano anche i miei ex<br />

compagni) fu pieno di felicità ma<br />

anche di serietà, dove ognuno<br />

poteva dire la propria e le risate<br />

di Fran<strong>cesca</strong> accompagnavano<br />

il tutto. Alla fine della cena dopo<br />

un'altra caraffa di sangria offerta<br />

dalla nostra accompagnatrice e<br />

dopo il nostro ritorno all’albergo,<br />

la serata si concluse con un brin-

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