cesca, una passione contagiosa - Alp Cub

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03.06.2013 Views

24 “Passione per quel che faceva” Il mio ricordo di Francesca, come persona e come professoressa, si compone di tanti, tantiss i m i episodi bizzarri e meno, capitati in luoghi e situazioni molto diverse. Ricordo come se fosse ancora qui tra noi, il suo modo d’essere donna, di approcciarsi alle persone, prorompente e dolce allo stesso tempo, apparentemente impulsivo, un mix di colori sempre sul lilla. La ricordo come una donna forte, ma con una sensibilità verso i problemi di tutti, davvero senza limiti. Ogni volta mi stupivo di quanta attenzione riservasse nei confronti di tutto ciò che faceva, ma mi stupiva soprattutto il suo modo di affrontare le persone. Era in grado di offrirti sempre l’attenzione di una madre. A volte pensavo lo facesse apposta…e che non fosse davvero così. Le sue parole risuonavano spesso come fulmini nei corridoi, ma come pioggia erano sempre pronte a dissuadersi e ad inondarti di affetto e

comprensione, in qualche breve momento di “tregua” con una dolcezza e una delicatezza davvero fuori dal comune. Le discussioni non mancavano mai, lei amava discutere, confrontarsi sempre, anche con scontri frontali a volte un po bruschi, sempre però, come unico e vero metodo di insegnamento. Spesso dopo le lezioni, negli intervalli, si parlava di fatti di cronaca, di politica e di relazioni della classe o tra i professori e la sua capacità nel pesare le parole mi trascinava spesso a uscire con lei a “fumare una sigaretta”, quando io lo odio il fumo; in quei momenti però lo facevo solo per ascoltarla, a volte non tanto interessato dal discorso che faceva, bensì più dal suo carisma, mi sentivo quasi in dovere di farlo, come se dovessi premiarla della sua passione, delle sue attenzioni nei nostri confronti. Francesca per me era anche questo. Passione per quello che faceva. Si vedeva lontano dei chilometri che amava il Suo lavoro anche se a tratti quasi delirava e si pentiva della scelta, penso più per autoconvincersi del contrario. Credeva nelle donne, questo tema rimbalzava sempre in ogni suo discorso, anche nella grammatica, una volta ci fece una testa così perché a qualcuno capitò per sbaglio di dire “gli” al posto di “le”, per Lei non rappresenta- va un semplice errore di sintassi, bensì lo vedeva più come un “oltraggio” al sesso femminile. Ammetto di averla quasi odiata alcune volte, perché apparentemente poteva sembrare “disordinata”, poco professionale nel consegnare i compiti, le tesine, nelle spiegazioni e perchè spesso da un niente si cominciava a discutere anche molto intensamente e non era difficile imbattersi in lei che se ne andava dalla classe sbattendo la porta, urlando come una pazza. Non sempre la capivamo. Bastava poco però, per accorgersi dei suoi molti impegni e delle sue attenzioni smisurate nei nostri confronti. Era molto fuori dai canoni della professoressa “modello”, ma penso che mai nessuna altra prof. fosse così in grado di ascoltarti, abbattendo ogni confine che un po’ separano noi studenti dai docenti. Ricordo le sue telefonate, le sue uscite dalla classe per cacciare via i casinisti dai corridoi, la sua disponibilità. Alla fine dell’anno pochi giorni prima dell’esame ci trovammo ancora una volta, per concludere le correzioni delle tesine, lei stava molto male, alcuni di noi non ci credevano, me compreso. Quella mattina andammo via arrabbiati, non si capiva come fosse possibile una cosa del genere a pochi giorni dall’esame, alcuni, si videro stravolgere il lavoro fatto. 25

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per quel che faceva”<br />

Il mio ricordo di Fran<strong>cesca</strong>,<br />

come persona e<br />

come professoressa, si<br />

compone di tanti, tantiss<br />

i m i episodi bizzarri e meno,<br />

capitati in luoghi e situazioni<br />

molto diverse. Ricordo come se<br />

fosse ancora qui tra noi, il suo<br />

modo d’essere donna, di approcciarsi<br />

alle persone, prorompente<br />

e dolce allo stesso tempo,<br />

apparentemente impulsivo, un<br />

mix di colori sempre sul lilla. La<br />

ricordo come <strong>una</strong> donna forte,<br />

ma con <strong>una</strong> sensibilità verso i<br />

problemi di tutti, davvero senza<br />

limiti. Ogni volta mi stupivo<br />

di quanta attenzione riservasse<br />

nei confronti di tutto ciò che faceva,<br />

ma mi stupiva soprattutto<br />

il suo modo di affrontare le<br />

persone. Era in grado di offrirti<br />

sempre l’attenzione di <strong>una</strong> madre.<br />

A volte pensavo lo facesse<br />

apposta…e che non fosse davvero<br />

così. Le sue parole risuonavano<br />

spesso come fulmini<br />

nei corridoi, ma come pioggia<br />

erano sempre pronte a dissuadersi<br />

e ad inondarti di affetto e

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