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angelo mai altrove occupato viale delle terme di caracalla, 55a (roma)

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onde e flutti anche <strong>di</strong> notevoli proporzioni. Allo stesso modo, se lo potessimo guardare da vicino, il<br />

vuoto apparirebbe un mare in tempesta ribollente <strong>di</strong> ogni sorta <strong>di</strong> manifestazioni stravaganti,<br />

fenomeni che avverrebbero da sempre e in ogni dove. Lo spazio vuoto appare tale solo perché la<br />

creazione e la <strong>di</strong>struzione incessante <strong>di</strong> particelle si verifica in esso su intervalli temporali<br />

brevissimi (istantaneamente ed improvvisamente).<br />

All‘interno <strong>di</strong> GO DAI il “vuoto istantaneo ed improvviso“ <strong>di</strong> Xabier Iriondo è formato da musica,<br />

pittura, visual e danza e si materializza così:<br />

- DAMO SUZUKI NETWORK (Damo Suzuki, Manuel Agnelli, Cristiano Calcagnile, Roberto<br />

Dell’Era, Rodrigo D’Erasmo, Xabier Iriondo, Gianni Mimmo) - improvvisazione<br />

- FUZZ ORCHESTRA - avant heavy rock trio<br />

- MISTAKING MONKS (Gianni Mimmo, Cristiano Calcagnile, Xabier Iriondo) - free jazz + visuals<br />

- GIANO (danza <strong>di</strong> Maddalena Gana, azione <strong>di</strong> Giordano Giorgi, suono <strong>di</strong> Marco Carcasi)<br />

Xabier Iriondo<br />

Giano nasce nel 2004 dall’unione del performer Giordano Giorgi e della danzatrice Maddalena<br />

Gana. Negli anni realizza spettacoli e performance in Italia e all’estero. Indaga il doppio, l’universo<br />

sotterraneo e la realtà materica; manifesta la relazione maschile-femminile. In Contengo_opera<br />

alchemica sulla trasformazione, l’ultimo progetto durato cinque anni, Giano ha esplorato in cinque<br />

spettacoli i cinque elementi della natura, raccogliendo intuizioni in viaggi attraverso il mondo.<br />

Sviluppa il rapporto tra corpo e suono con la collaborazione <strong>di</strong> musicisti dal vivo (tra cui Roberto<br />

Bellatalla, Mattia Coletti, Xabier Iriondo, Kar).<br />

Mistaking Monks è musica ed immagini, le delizie dell’incerto e della molteplicità. Dei contorni<br />

intrattenibili, un focus mobile, un opaco abbraccio e un tempo palindromo. Come se l’aria fosse <strong>di</strong><br />

finissima sabbia in sospensione e con improvvisi squarci puliti, <strong>di</strong> una nitidezza insostenibile. Una<br />

ricezione ipnotica, una me<strong>di</strong>tazione forse, ospita una musica mantica che procede per straor<strong>di</strong>nari<br />

strappi e lievi ri-allineamenti, sempre insostanziali. E una singolare/tria<strong>di</strong>ca appartenenza.<br />

www.amiranirecords.com/gianni.html<br />

www.xabieririondo.com<br />

I Fuzz Orchestra sono sempre tre, ma fanno sempre più rumore: una chitarra satura <strong>di</strong> fuzz (va da<br />

sé), una batteria e un noisepiano fatto <strong>di</strong> gira<strong>di</strong>schi, ra<strong>di</strong>o, lettore cd, effetti, mixer e quant‘altro.<br />

Una sorgente <strong>di</strong> <strong>di</strong>aloghi cinematografici, estratti <strong>di</strong> documentari, suoni d‘ambiente e rumori,<br />

suonata e amplificata come fosse uno strumento. Frammenti politici <strong>di</strong> Italia che producono senso,<br />

<strong>di</strong>alogano con chitarra e batteria e moltiplicano la potenza già enorme dei loro fendenti. Riff hard<br />

monolitici, accelerazioni, stasi tesissime, ritmi ossessivi, sventagliate <strong>di</strong> sax. Questo è il sound dei<br />

Fuzz Orchestra che, a <strong>di</strong>cembre, usciranno con il loro terzo <strong>di</strong>sco.<br />

www.myspace.com/fuzzorchestra<br />

Quando lasciò i Can dopo l‘album “Future Days” la figura <strong>di</strong> Damo Suzuki era già così venerata<br />

che l‘iconoclasta per antonomasia John Lydon (poi Rotten con i Sex Pistols) si propose come suo<br />

sostituto. Mark E Smith, l‘altro grande antipatico del punk inglese, gli ha de<strong>di</strong>cato una canzone (I<br />

am Damo Suzuki) e i Can sono citati come influenza e gruppo più amato da una miriade <strong>di</strong> gruppi<br />

a partire da Joy Division e Julian Cope (Can-head per sua stessa definizione) fino ad arrivare a<br />

Ra<strong>di</strong>ohead passando per Blonde Redhead. James Murphy, produttore, remixer supremo e leader<br />

degli LCD Soundsystem sfoggia con orgoglio la t-shirt <strong>di</strong> “Future Days” in decine <strong>di</strong> foto<br />

promozionali e il primo concerto dei Can è citato nel testo <strong>di</strong> “Loosing My Edge” come uno dei<br />

momenti più importanti della storia del rock.<br />

Non è facile spiegare il motivo <strong>di</strong> tanta stima, né definire a parole la musica dei Can. Bisogna solo<br />

ascoltare senza pregiu<strong>di</strong>zi e la loro <strong>di</strong>scografia si rivela come una sterminata miniera <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong>ssima musica e idee seminali, nel senso che le loro intuizioni sono veramente dei semi dai<br />

quali sono germogliati migliaia <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi, gruppi e composizioni. La loro forza era un collettivo<br />

straor<strong>di</strong>nario e una capacità <strong>di</strong> improvvisare <strong>mai</strong> più eguagliata. L‘improvvisazione o per usare le<br />

parole <strong>di</strong> Damo la “composizione istantanea”, appunto, è il cuore della musica dei Can. Tre <strong>di</strong>schi<br />

soprattutto hanno creato la leggenda: “Tago Mago”, “Ege Bamyasi” e “Future Days”. Damo Suzuki<br />

è la voce e il volto <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>schi e il suo posto nella storia del rock è inciso col fuoco. Oggi Damo<br />

è un vagabondo della musica: si muove <strong>di</strong> città in città, <strong>di</strong> nazione in nazione, <strong>di</strong> continente in<br />

continente appoggiandosi a una rete <strong>di</strong> musicisti straor<strong>di</strong>nari.<br />

www.damosuzuki.com

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