politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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In molti altri casi, anche se non si giunse a simili estremi, venne alla luce una grande<br />
approssimazione nell’attività del M<strong>in</strong>culpop, assieme alla mancanza di coord<strong>in</strong>azione e<br />
comunicazione con le rappresentanza diplomatiche. A volte, il M<strong>in</strong>istero <strong>in</strong>viava di sua<br />
<strong>in</strong>iziativa materiali di <strong>propaganda</strong> del tutto <strong>in</strong>utili. Come già descritto <strong>in</strong> precedenza, la<br />
legazione italiana a Gedda ricevette delle fotografie da pubblicare sulla stampa locale,<br />
nonostante <strong>in</strong> tutto il paese non vi fosse un giornale illustrato. All’<strong>in</strong>circa a partire dal 1937, il<br />
M<strong>in</strong>culpop com<strong>in</strong>ciò ad <strong>in</strong>viare <strong>in</strong> tutti i paesi arabi, <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>tamente, z<strong>in</strong>chi di caricature<br />
anticomuniste. Se esse potevano avere una qualche efficacia laddove esistevano dei partiti<br />
comunisti, oppure nei paesi sotto il dom<strong>in</strong>io francese, <strong>in</strong> seguito alla vittoria del Fronte<br />
Popolare, <strong>in</strong> Egitto la legazione non ritenne opportuna la loro pubblicazione, sia perché non<br />
esisteva alcun serio movimento comunista locale, sia perché la loro provenienza sarebbe stata<br />
così palese da renderle controproducenti 227 . Vi erano poi episodi di pura e semplice sciatteria<br />
e disorganizzazione. Nel gennaio 1937, la legazione al Cairo dovette chiedere espressamente<br />
che sulle fotografie, <strong>in</strong>viate per essere distribuite gratuitamente alla stampa egiziana, fosse<br />
evitata l’applicazione di bolli e diciture che <strong>in</strong>dicavano la provenienza del M<strong>in</strong>istero per la<br />
Stampa e Propaganda, o dell’Istituto Luce 228 . Nel momento più delicato della guerra<br />
d’Etiopia, Ghigi si ritrovò senza materiali propagandistici, e chiese al governo della Libia che<br />
gli fossero <strong>in</strong>viate rapidamente pubblicazioni di qualsiasi genere, sull’attività colonizzatrice e<br />
la <strong>politica</strong> <strong>in</strong>digena <strong>in</strong> Libia, per far fronte alle frequenti richieste; <strong>in</strong> mancanza d’altro,<br />
potevano andare perf<strong>in</strong>o degli opuscoli turistici 229 !<br />
Dal punto di vista economico, la situazione era ben diversa da come la immag<strong>in</strong>avano<br />
francesi e britannici: il governo di Roma pretendeva risultati propagandistici di rilievo, ma<br />
concedeva f<strong>in</strong>anziamenti con il contagocce. Le considerazioni di bilancio avevano sempre la<br />
precedenza, e spesso gli uffici diplomatici si ritrovarono a fare i conti con riduzioni di<br />
personale e di fondi. Questa grande oculatezza f<strong>in</strong>anziaria non venne mai meno, neppure nelle<br />
occasioni più importanti per la <strong>propaganda</strong> italiana. Il console a Gerusalemme Mazzol<strong>in</strong>i, <strong>in</strong><br />
occasione delle celebrazioni libiche, aveva acconsentito alla richiesta di due importanti<br />
giornalisti <strong>–</strong> Jamal bey al-Husayni, membro del Comitato Supremo Arabo, capo del Partito<br />
Arabo Palest<strong>in</strong>ese e proprietario di al-Liwa’ di Gerusalemme, e Haris Sulayman al-Faruqi 230 ,<br />
figlio del proprietario di al-Jami‘a al-Islamiyya di Giaffa, orientato positivamente verso<br />
l’Italia <strong>–</strong> concedendo loro «passaggi di favore» sulle l<strong>in</strong>ee italiane verso la Palest<strong>in</strong>a. Avendo<br />
anticipato personalmente il denaro per i biglietti, il console scrisse a Celesia, supplicandolo di<br />
fargli ottenere un rimborso dalla sua Direzione Generale per la Propaganda, affermando di<br />
essere subissato da cont<strong>in</strong>ue richieste di denaro da parte di giornalisti e politici locali 231 .<br />
Celesia rispose però che il rimborso di una spesa non autorizzata preventivamente era<br />
contrario alla prassi, e che difficilmente il Capo di Gab<strong>in</strong>etto, Luciano, avrebbe derogato alle<br />
rigorose considerazioni di bilancio cui era v<strong>in</strong>colato 232 . Con ogni probabilità, Mazzol<strong>in</strong>i non<br />
rivide mai la somma anticipata.<br />
La cifra concessa alla legazione al Cairo, per la stampa e <strong>propaganda</strong>, era di 70.000 lire<br />
italiane, ovvero circa 750 sterl<strong>in</strong>e egiziane (al cambio del 1937), che dovevano coprire tutte le<br />
spese, compreso il funzionamento dell’AEO. Si trattava, dunque, di poco meno di 9.000<br />
227 ACS, M<strong>in</strong>culpop, Reports, B. 28, Report n° 67, Tel. 1651, Cairo 14 maggio 1937, il regio <strong>in</strong>caricato d’affari,<br />
Mell<strong>in</strong>i, al MSP<br />
228 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 62, “Egitto 1937”, Tel. 900710/3, Roma 21 gennaio 1937, Confalonieri a Mell<strong>in</strong>i<br />
229 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 61, “Egitto 1935”, Tel. 3726/58284, Cairo 18 novembre 1935, Ghigi al Governo<br />
della Libia<br />
230 Al-Jami‘a al-Islamiyya fu pubblicato a Giaffa dal <strong>1932</strong> al 1937 da Shaykh Sulayman al-Taji al-Faruqi; A.<br />
Ayalon, The press <strong>in</strong> the Arab Middle East, cit., p. 99<br />
231 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 170, “Palest<strong>in</strong>a 1937”, Tel. 1429, Gerusalemme 6 aprile 1937, Q. Mazzol<strong>in</strong>i a<br />
Celesia<br />
232 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 170, “Palest<strong>in</strong>a 1937”, Tel. 905356/757, Roma 24 aprile 1937, Celesia a Q.<br />
Mazzol<strong>in</strong>i<br />
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