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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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veniva sbandierata senza alcuna considerazione per le reazioni che essa poteva suscitare nel<br />

resto d’Europa e del mondo. A partire dalle altisonanti dichiarazioni di Mussol<strong>in</strong>i, f<strong>in</strong>o alla<br />

quotidiana ostentazione dei simboli nazionali e fascisti da parte delle comunità di emigrati<br />

all’estero, gli italiani erano conv<strong>in</strong>ti di dare un’immag<strong>in</strong>e di potenza e compattezza, ma allo<br />

stesso tempo favorivano preoccupazioni e tensioni <strong>in</strong>ternazionali <strong>in</strong> maniera assolutamente<br />

gratuita, dato che nessun obiettivo politico immediato giustificava simili comportamenti.<br />

In realtà, nonostante il rapido sviluppo dell’organizzazione, gli <strong>in</strong>granaggi della<br />

<strong>propaganda</strong> <strong>fascista</strong> nel mondo arabo erano piuttosto farrag<strong>in</strong>osi. La “<strong>politica</strong> araba” era tanto<br />

magniloquente quanto superficiale, e dilettantismo e improvvisazione erano la norma. Spesso<br />

mancava pers<strong>in</strong>o una conoscenza basilare del contesto culturale e sociale <strong>in</strong> cui si pretendeva<br />

di espandersi “naturalmente”. Gli italiani glorificavano la propria tradizione di “ponte fra<br />

l’Oriente e l’Occidente”, gli storici rapporti culturali e “spirituali” con il mondo arabo, ma<br />

nella realtà le attività di studio e ricerca rimasero conf<strong>in</strong>ate a pochi istituti, come l’IPO, e al<br />

lavoro di alcuni orientalisti di fama. Per dare un’idea di quale fosse il livello di effettiva<br />

promozione degli scambi culturali con gli arabi negli anni Trenta, basti considerare che alla<br />

richiesta del console a Gedda Sillitti, nell’aprile 1938, di una c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a di dizionari italianoarabo<br />

da distribuire fra commercianti e funzionari governativi, <strong>in</strong>teressati a sviluppare i<br />

rapporti con gli italiani 213 , Celesia rispose: «per quanto risulta a questa Direzione generale<br />

non esiste un dizionario Arabo-Italiano. Qualora fosse ritenuto <strong>in</strong> certo modo adatto allo<br />

scopo si potrebbero <strong>in</strong>viare alcune copie del Manuale di Conversazione pratica Italo-Arabo<br />

pubblicato dal padre Iamm<strong>in</strong> Scebabi» 214 . Si trattava di un libro di dialoghi, che era stato<br />

pubblicato vent’anni prima, nel 1908. La gran parte dei rappresentanti diplomatici nei paesi<br />

arabi non erano degli esperti di questioni orientali: del resto, l’Italia era una potenza coloniale<br />

relativamente giovane, e non aveva certo compiuto grandi sforzi per la formazione di una<br />

classe di funzionari esperti. Si aggiunga il fatto che, nonostante ciò che pensavano francesi e<br />

<strong>in</strong>glesi, il governo italiano era impegnato a far quadrare i bilanci, e cercava di ridurre al<br />

m<strong>in</strong>imo tutte le spese, comprese quelle per il personale di ambasciate e consolati; i risultati<br />

erano paradossali. Nel dicembre 1937 il console a Rabat, Fornari, dovette <strong>in</strong>viare a Roma un<br />

opuscolo di <strong>propaganda</strong> italiana, che aveva provocato le rimostranze del Residente francese,<br />

per farselo tradurre, perché né lui né nessun dipendente del suo ufficio conoscevano la l<strong>in</strong>gua<br />

araba 215 .<br />

Anche i materiali di <strong>propaganda</strong> del M<strong>in</strong>culpop non erano esenti da pecche. In occasione<br />

del viaggio di Mussol<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Libia, erano state diffuse al Cairo diverse fotografie, due delle<br />

quali presentavano degli errori grammaticali nella didascalia <strong>in</strong> arabo. Alcuni commenti<br />

malevoli erano apparsi sulla stampa ostile, che aveva messo <strong>in</strong> ridicolo la qualità<br />

dell’istruzione pubblica <strong>in</strong> Libia, per cui i sudditi dell’Italia <strong>fascista</strong> non erano <strong>in</strong> grado di<br />

mettere <strong>in</strong> fila due parole <strong>in</strong> arabo corretto 216 . Gli italiani, <strong>in</strong>somma, avrebbero difficilmente<br />

saputo chiedere un’<strong>in</strong>formazione stradale, sulle sponde del “mare nostrum” che pretendevano<br />

di conquistare. Forse anche per la mancanza di impiegati sufficientemente esperti della l<strong>in</strong>gua<br />

araba, le rappresentanze italiane venivano spesso <strong>in</strong>ondate di opuscoli <strong>in</strong> francese e <strong>in</strong>glese,<br />

anche laddove essi erano del tutto <strong>in</strong>utili. Nell’aprile 1938, qu<strong>in</strong>di non esattamente agli albori<br />

della <strong>propaganda</strong>, il console a Baghdad Gabbrielli doveva far notare al M<strong>in</strong>culpop che solo gli<br />

opuscoli <strong>in</strong> arabo potevano avere successo 217 , dato che <strong>in</strong> Iraq ben pochi conoscevano le<br />

l<strong>in</strong>gue straniere. In Egitto, secondo alcune relazioni dei consolati sulla <strong>propaganda</strong> relative<br />

tesi, non è affatto vero: Jennifer M. Dueck, The Claims of Culture at Empire’s End. Syria and Lebanon under<br />

French Rule, Oxford University Press, Oxford 2010, p. 122<br />

213<br />

ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.4, “Arabia Saudita. Gedda”, Tel. 431, Gedda 12 aprile 1938, Sillitti al M<strong>in</strong>culpop<br />

214<br />

ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.4, “Arabia Saudita. Gedda”, Tel. 906646/5, 29 maggio 1938, Celesia alla<br />

legazione a Gedda<br />

215<br />

ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 157, “Marocco 1937”, Tel. 6296/1049, Rabat 22 dicembre 1937, Fornari al MAE<br />

216<br />

ASMAE, M<strong>in</strong>culpop, B. 178, Tel. 4440/590, Roma 4 maggio 1937 (lettera non firmata a Balbo)<br />

217<br />

ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 135, “Irak 1938”, Tel. 561, Baghdad 7 aprile 1938, Gabbrielli al M<strong>in</strong>culpop<br />

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