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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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M<strong>in</strong>istero. Che tale evoluzione fosse comunque <strong>in</strong>evitabile, o che fosse determ<strong>in</strong>ata<br />

dall’imm<strong>in</strong>enza del conflitto 174 , sta di fatto che l’attività italiana raggiunse durante il conflitto<br />

la sua massima <strong>in</strong>tensità 175 , e l’organizzazione propagandistica fece dei rapidi passi avanti. Le<br />

<strong>in</strong>iziative <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e sparso dei rappresentanti italiani vennero <strong>in</strong>quadrate <strong>in</strong> un’azione più<br />

coord<strong>in</strong>ata e coerente 176 . Nei paesi arabi, ciò significò soprattutto una maggiore attenzione<br />

verso la stampa; f<strong>in</strong>o al pr<strong>in</strong>cipio del 1935, <strong>in</strong>fatti, non si era andati molto più <strong>in</strong> là della<br />

pubblicazione di qualche articolo a pagamento. L’attenzione per quanto veniva scritto sui<br />

giornali locali non era affatto sistematica, e ci si limitava a reagire quando appariva qualche<br />

articolo particolarmente violento contro l’Italia. Per rimediare a questa situazione,<br />

particolarmente <strong>in</strong>cresciosa per l’Italia <strong>in</strong> un momento <strong>in</strong> cui le tensioni con l’Abiss<strong>in</strong>ia<br />

com<strong>in</strong>ciavano a provocare una serie di reazioni ostili sulla stampa araba, Mussol<strong>in</strong>i firmò, a<br />

maggio, un asciutto telegramma per l’Ambasciata italiana al Cairo:<br />

È necessario seguire con la più grande attenzione tutta la stampa e cioè non solo alcuni ma tutti i giornali,<br />

compresi i settimanali, le riviste illustrate, ecc. Tutto ciò che riguarda l’Italia deve essere telegraficamente<br />

segnalato al Sottosegretariato di Stampa 177 .<br />

Con ogni probabilità, lo stesso ord<strong>in</strong>e venne impartito anche alle rappresentanze<br />

diplomatiche del Vic<strong>in</strong>o Oriente, <strong>in</strong> Libano e Siria, Palest<strong>in</strong>a e Iraq. Da questo momento <strong>in</strong><br />

poi, <strong>in</strong>fatti, sia dall’Egitto 178 che da questi paesi com<strong>in</strong>ciarono a giungere a Roma<br />

regolarmente, di solito con cadenza settimanale, delle lunghe e m<strong>in</strong>uziose rassegne della<br />

stampa locale. Dopo l’<strong>in</strong>izio della guerra <strong>in</strong> Etiopia, l’Ambasciata al Cairo <strong>in</strong>iziò <strong>in</strong>oltre a<br />

pubblicare e distribuire bisettimanalmente una Rivista della stampa araba 179 , <strong>in</strong>iziativa<br />

considerata dal MAE «quanto mai opportuna e tempestiva <strong>in</strong> un momento nel quale <strong>in</strong>teressa<br />

sommamente seguire gli orientamenti dell’op<strong>in</strong>ione pubblica e della stampa araba di costà per<br />

i riflessi, che sempre <strong>in</strong> esse si rilevano, sui problemi orientali ed africani che si presentano,<br />

sulle divergenze fra i partiti e sulle rivalità delle Potenze, per cui il Cairo, nel giuoco delle<br />

<strong>in</strong>fluenze, diviene un punto di osservazione di prim’ord<strong>in</strong>e» 180 . Come abbiamo già detto,<br />

l’Egitto aveva un ruolo centrale nella <strong>politica</strong> araba italiana, per ragioni politiche,<br />

economiche, culturali, e nel corso della crisi italo-abiss<strong>in</strong>a la sua importanza divenne ancora<br />

maggiore 181 . L’Egitto era <strong>in</strong>fatti co<strong>in</strong>volto nel conflitto <strong>in</strong> maniera diretta, e sotto molteplici<br />

aspetti. Innanzitutto, vi era la presenza militare sul suo suolo della Gran Bretagna, pr<strong>in</strong>cipale<br />

alleata dell’Etiopia. Attraverso il Canale di Suez passavano tutti i rifornimenti italiani per le<br />

operazioni belliche <strong>in</strong> Africa Orientale, e una sua chiusura sarebbe stata probabilmente<br />

decisiva per le sorti del conflitto. Dall’Egitto sarebbe potuto partire un attacco britannico<br />

contro la Libia, nel caso <strong>in</strong> cui le tensioni avessero portato ad un conflitto diretto tra le due<br />

potenze; oppure, a sua volta, l’Italia avrebbe potuto <strong>in</strong>vadere il suo territorio per attaccare le<br />

basi militari britanniche. Inf<strong>in</strong>e, vi era la questione del Sudan, condom<strong>in</strong>io anglo-egiziano, al<br />

quale l’Egitto era fortemente <strong>in</strong>teressato, <strong>in</strong> particolare perché da essa passava la gran parte<br />

174 Renzo De Felice e Giordano Bruno Guerri hanno due op<strong>in</strong>ioni differenti <strong>in</strong> proposito; cfr. G. B. Guerri,<br />

Galeazzo Ciano, cit., p. 113<br />

175 Si veda ad esempio l’analisi della <strong>propaganda</strong> <strong>fascista</strong> <strong>in</strong> Francia durante il conflitto <strong>in</strong> B. Garzarelli,<br />

Parleremo al mondo <strong>in</strong>tero, cit., pp. 127-153<br />

176 N. Arielli, Fascist Italy and the Middle East, cit., p. 45 ss.<br />

177 ASMAE, AE, B. 292, Tel. 5019/c, 31 maggio 1935, f.to Mussol<strong>in</strong>i<br />

178 ASMAE, AE, B. 292, Tel. n 247 (parafrasato), Cairo 10 giugno 1935, Pagliano al MAE<br />

179 ASMAI, Libia 150/34, F. 154, Tel 3473, Cairo 4 novembre 1935, Ghigi al MSP<br />

180 ASMAI, Libia 150/34, F. 154, Tel. 71316, 21 novembre 1935, senza firma, la Direzione Generale Africa<br />

Settentrionale alla legazione al Cairo<br />

181 Sulla storia della comunità italiana <strong>in</strong> Egitto tra le due guerre cfr. M. Petricioli, Oltre il mito, cit., e <strong>in</strong><br />

particolare, riguardo all’attività di <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong> occasione della guerra d’Etiopia, le pp. 372-386. Cfr. anche<br />

Giuliano Procacci, Dalla parte dell’Etiopia. L’aggressione italiana vista dai movimenti anticolonialisti d’Asia,<br />

d’Africa, d’America, Feltr<strong>in</strong>elli, Milano 1984, pp. 92-107<br />

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