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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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abbastanza moderato. Da un lato, ciò evitava che le autorità ne vietassero la circolazione, o<br />

che <strong>in</strong>dagassero sulla loro provenienza, con il rischio che venisse scoperta la loro reale<br />

provenienza e che ne nascessero degli <strong>in</strong>cidenti diplomatici. In secondo luogo, la <strong>propaganda</strong><br />

troppo sfacciata <strong>in</strong>contrava la netta disapprovazione dei lettori arabi; come spesso ripetevano<br />

le rappresentanze italiane, le pubblicazioni più efficaci erano quelle che illustravano, <strong>in</strong> un<br />

tono neutro, la <strong>politica</strong> sociale del regime e le sue organizzazioni: corporazioni e s<strong>in</strong>dacati,<br />

provvidenze e riforme sociali, assistenza all’<strong>in</strong>fanzia ed alla maternità, scuola, educazione<br />

fisica dei giovani, dopolavoro, colonie estive ed <strong>in</strong>vernali, e così via. Come scriveva la<br />

legazione al Cairo nel 1938, lo stile doveva essere piano e il testo doveva contenere<br />

soprattutto dati e cifre, «consoni alla mentalità della massa dei lettori arabi» 157 . In realtà la<br />

mentalità c’entrava poco; piuttosto, ed <strong>in</strong> misura sempre maggiore man mano che si<br />

avvic<strong>in</strong>ava la guerra e le tensioni <strong>in</strong>ternazionali crescevano, gli arabi erano sempre più<br />

disillusi riguardo alle <strong>in</strong>tenzioni delle potenze europee nei loro confronti, e sempre meno<br />

permeabili alle varie campagne di <strong>propaganda</strong> a loro rivolte.<br />

Nel 1934 vennero <strong>in</strong>augurate le trasmissioni <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba di Radio Bari; com<strong>in</strong>ciate<br />

senza particolare enfasi 158 , f<strong>in</strong>irono per essere, se non il più efficace mezzo propagandistico<br />

dell’Italia, senza dubbio il più temuto dai suoi avversari. Non esisteva <strong>in</strong>fatti un modo per<br />

arg<strong>in</strong>are la diffusione delle sue trasmissioni, a parte l’azione diplomatica nei confronti<br />

dell’Italia, per sp<strong>in</strong>gerla a moderarne i contenuti. Radio Bari trasmetteva soprattutto musica<br />

araba, notiziari e conferenze, fondendo abilmente l’<strong>in</strong>trattenimento e l’<strong>in</strong>formazione con la<br />

<strong>propaganda</strong> antibritannica ed antifrancese, che prendeva solitamente non la forma degli<br />

attacchi diretti, ma della ripresa di notizie o articoli comparsi sulla stampa araba, che<br />

potevano creare imbarazzi alle due potenze. La stessa enfasi che venne posta, soprattutto dai<br />

britannici, sul pericolo rappresentato dalla <strong>propaganda</strong> di Radio Bari, ebbe la paradossale<br />

conseguenza di moltiplicarne gli effetti. Dei tentativi di contrastare le trasmissioni italiane<br />

attraverso dei programmi <strong>in</strong> arabo analoghi, da parte della Gran Bretagna e della Francia,<br />

furono messi <strong>in</strong> pratica relativamente tardi, e <strong>–</strong> pare <strong>–</strong> senza grande successo 159 .<br />

Assieme alla radio, il c<strong>in</strong>ema rappresentava, <strong>in</strong> apparenza, il mezzo propagandistico più<br />

<strong>in</strong>novativo e promettente. Almeno a partire dai primi anni Trenta, gli italiani fecero circolare<br />

diverse pellicole <strong>–</strong> documentari, notiziari e film <strong>–</strong> che vennero proiettate ad opera dei<br />

consolati, o delle organizzazioni locali come fasci e dopolavoro. Soprattutto agli <strong>in</strong>izi, le<br />

proiezioni erano pensate pr<strong>in</strong>cipalmente per gli scopi di politicizzazione e mobilitazione delle<br />

comunità italiane all’estero, che dovevano rappresentare la r<strong>in</strong>ascita della nuova Italia <strong>fascista</strong><br />

di fronte al mondo <strong>in</strong>tero. Ma i consoli italiani si resero subito conto che i film suscitavano un<br />

grande entusiasmo negli spettatori, compresi quelli stranieri, sia arabi che europei, che<br />

venivano talvolta <strong>in</strong>vitati alle proiezioni. Nell’aprile 1934, il console ad Alessandria, Fontana,<br />

descrisse la proiezione del film Camicia Nera come un grande successo. Il pubblico straniero<br />

non aveva espresso disapprovazione nemmeno nei punti <strong>in</strong> cui venivano denunciate le<br />

<strong>in</strong>giustizie subite dall’Italia, dopo la guerra, da parte delle altre Potenze. Solo alcuni episodi<br />

157<br />

ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 63, “Egitto 1938”, Tel. 1976, Cairo 27 maggio 1938, il m<strong>in</strong>istro al Cairo,<br />

Seraf<strong>in</strong>o Mazzol<strong>in</strong>i, al M<strong>in</strong>culpop<br />

158<br />

Ciano, nel suo diario, sostiene che l’<strong>in</strong>iziativa fu quasi casuale: «Quando io ero Sottosegretario alla<br />

<strong>propaganda</strong> fui sollecitato a sistemare un italo-arabo, fratello di un Vescovo, Monsignor Cattan. Lo presi al<br />

m<strong>in</strong>istero. Parlava bene l’arabo. Gli facemmo fare qualche conferenza e un notiziario. La cosa ebbe successo:<br />

molte lettere com<strong>in</strong>ciarono a giungere dalla Palest<strong>in</strong>a, Siria, Egitto. Perfezionammo la cosa. Poi dovemmo<br />

licenziare il Cattan perché di sua <strong>in</strong>iziativa <strong>in</strong>giuriava gli <strong>in</strong>glesi, con i quali allora i rapporti erano buoni. Ma,<br />

dato il successo dell’<strong>in</strong>iziativa, non la volli troncare e la cont<strong>in</strong>uai anche dopo la partenza del Cattan. Non<br />

credevo però di creare così un tanto risonante e nuovo motivo di contrasto con l’Inghilterra». G. Ciano, Diario,<br />

cit., p. 89 (24 gennaio 1938).<br />

159<br />

Su Radio Bari esistono diversi studi, ai quali si rimanda per un’analisi più approfondita: D. J. Grange,<br />

“Structure et techniques d’une propagande”, cit.; Id., “La propagande arabe de Radio Bari (1937-1939)”, cit.; C.<br />

MacDonald, “Radio Bari”, cit.

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