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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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2.5 - Gli altri canali della <strong>propaganda</strong> araba<br />

Oltre alla stampa periodica, l’Italia utilizzò come forma di <strong>propaganda</strong> anche i volant<strong>in</strong>i e<br />

gli opuscoli, soprattutto a partire dall’<strong>in</strong>izio della crisi italo-etiopica. Per conv<strong>in</strong>cere i<br />

musulmani del fatto che i loro confratelli <strong>in</strong> Etiopia venivano ridotti <strong>in</strong> schiavitù da un impero<br />

arretrato e barbarico, il governo italiano distribuì migliaia di copie di pubblicazioni, tradotte <strong>in</strong><br />

diverse l<strong>in</strong>gue tra cui quella araba 151 , con titoli come Ciò che G<strong>in</strong>evra non vuol vedere, o<br />

L’ultimo baluardo della schiavitù. Successivamente, vennero stampati soprattutto opuscoli,<br />

riccamente illustrati, che mostravano le realizzazioni dell’Italia <strong>fascista</strong> nelle sue colonie, ed<br />

esaltavano la sua <strong>politica</strong> nei confronti dei sudditi musulmani. Pubblicazioni di questo genere<br />

vennero diffuse ovunque nel mondo arabo, ed anche oltre: delle copie di Ciò che l’Italia fa<br />

per l’Islam <strong>in</strong> Africa, Strade romane <strong>in</strong> Africa Orientale, e altre pubblicazioni contro l’Etiopia<br />

schiavista, comparvero <strong>in</strong>fatti nell’Africa Occidentale francese 152 . Ma esse erano utili<br />

soprattutto laddove la stampa era pressoché <strong>in</strong>esistente, oppure controllata dalle autorità, o<br />

semplicemente rifiutava di pubblicare materiali per conto dell’Italia. In contesti come quello<br />

dell’Arabia saudita, dove <strong>–</strong> come scriveva sconsolato il m<strong>in</strong>istro d’Italia a Gedda, Sillitti, nel<br />

marzo 1939 <strong>–</strong> non esistevano «istituzioni culturali né associazioni, né teatri né c<strong>in</strong>ematografi,<br />

e nemmeno giornali e riviste» 153 , era impossibile <strong>in</strong>tensificare l’attività propagandistica, se<br />

non con la distribuzione diretta e mirata di opuscoli ed altre pubblicazioni ad alcune<br />

personalità scelte. Il console a Gedda distribuiva questo genere di materiali nelle sfere<br />

governative, presso le quali la <strong>politica</strong> <strong>fascista</strong> <strong>in</strong> Oriente, a quanto affermava, suscitava<br />

grande ammirazione. Gli opuscoli illustrati <strong>in</strong> arabo, purché scritti <strong>in</strong> forma espositiva <strong>–</strong> sia<br />

perché la <strong>propaganda</strong> sfacciata non era apprezzata, sia perché non vi era altra <strong>propaganda</strong><br />

straniera a cui ribattere <strong>–</strong> erano considerati utili, ma visto lo scarso numero di «elementi<br />

<strong>in</strong>tellettuali» del paese, un cent<strong>in</strong>aio di opuscoli ogni sei mesi erano sufficienti 154 . Anche <strong>in</strong><br />

Iraq, gli opuscoli f<strong>in</strong>irono per essere il mezzo di comunicazione più utilizzato ed efficace 155 .<br />

Spesso, assieme agli opuscoli illustrati <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba, le personalità arabe ricevevano anche<br />

dei libri sull’Italia o il fascismo, che di solito però erano <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua francese o italiana. Sulla<br />

base della documentazione esam<strong>in</strong>ata, sembra <strong>in</strong>fatti che il M<strong>in</strong>culpop non si sia mai preso la<br />

briga di tradurre <strong>in</strong> arabo opere di una certa consistenza, preferendo adoperare le traduzioni <strong>in</strong><br />

francese o <strong>in</strong>glese, l<strong>in</strong>gue solitamente conosciute dalle élite arabe occidentalizzate 156 .<br />

La distribuzione di volant<strong>in</strong>i e opuscoli di <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong>contrava quasi sempre le<br />

resistenze delle autorità, e doveva avvenire <strong>in</strong> maniera clandest<strong>in</strong>a e discreta; solitamente, i<br />

consolati <strong>in</strong>viavano le pubblicazioni direttamente alle personalità considerate più vic<strong>in</strong>e agli<br />

italiani o alle idee fasciste. In questo modo, però, non si raggiungeva un vasto pubblico, e non<br />

si conquistavano nuovi simpatizzanti. Un altro metodo era la diffusione di pubblicazioni,<br />

spesso firmate da prestanome, o effettivamente scritte da arabi sotto pagamento, la cui<br />

provenienza italiana era tenuta nascosta. Anche se, <strong>in</strong> teoria, il contenuto di questo genere di<br />

scritti non era soggetto ai v<strong>in</strong>coli degli articoli sulla stampa, il loro tono era quasi sempre<br />

151 M Tedesch<strong>in</strong>i Lalli, “La <strong>propaganda</strong> araba del fascismo e l’Egitto”, cit., p. 734 ss; N. Arielli, Fascist Italy and<br />

the Middle East, cit, p. 45 ss.. Sugli opuscoli di <strong>propaganda</strong> del M<strong>in</strong>culpop, con riferimento alla Francia, cfr.<br />

anche B. Garzarelli, Parleremo al mondo <strong>in</strong>tero, cit., pp. 143-146<br />

152 LC, K-Afrique, QG, 203, N° 157, Dakar 26 settembre 1936, il governatore generale dell’Africa Occidentale<br />

Francese al m<strong>in</strong>istro delle Colonie<br />

153 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 4, “Arabia Saudita. Gedda”, Tel. 07bis, Gedda 7 marzo 1939, il m<strong>in</strong>istro Luigi<br />

Sillitti al M<strong>in</strong>culpop<br />

154 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.4, “Arabia Saudita. Gedda”, Tel. 431, Gedda 12 aprile 1938, Sillitti al M<strong>in</strong>culpop<br />

155 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 135, “Irak 1938”, Tel. 561, Baghdad 7 aprile 1938, Gabbrielli al M<strong>in</strong>culpop<br />

156 I «volumi» pubblicati dal M<strong>in</strong>culpop <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba, a cui si riferisce Mario Tedesch<strong>in</strong>i Lalli, erano più<br />

modestamente dei pamphlet di poche dec<strong>in</strong>e di pag<strong>in</strong>e, con la sola eccezione della traduzione della Vita di<br />

Arnaldo di Mussol<strong>in</strong>i, che però fu un’<strong>in</strong>iziativa isolata del Fascio di Alessandria: M. Tedesch<strong>in</strong>i Lalli, “La<br />

<strong>propaganda</strong> araba del fascismo e l’Egitto”, cit., pp. 735-736<br />

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