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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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<strong>in</strong>feriore 101 . Ma non era solo una questione di cifre: alla larga diffusione corrispondeva una<br />

elevata qualità, tecnica e di contenuti, e la stampa egiziana aveva un prestigio <strong>in</strong>discusso<br />

nell’<strong>in</strong>tero mondo arabo, dove era ampiamente letta. Al-Ahram non era solo il quotidiano <strong>in</strong><br />

l<strong>in</strong>gua araba più diffuso, ma anche uno dei più <strong>in</strong>fluenti sull’op<strong>in</strong>ione dei lettori, dentro e fuori<br />

dall’Egitto. Soprattutto <strong>in</strong> paesi con una stampa poco evoluta, come il Marocco o l’Arabia<br />

Saudita, per fare una <strong>propaganda</strong> efficace tra gli arabi, era più conveniente ottenere<br />

l’appoggio dei grandi quotidiani egiziani, largamente diffusi, piuttosto che di quelli locali, i<br />

quali <strong>–</strong> quando non erano diretta espressione delle autorità ufficiali <strong>–</strong> erano perlopiù di bassa<br />

qualità ed avevano scarso seguito. Scriveva nel 1938 Gabbrielli, da Baghdad, che non era<br />

difficile far pubblicare sui giornali locali articoli di carattere generale sul fascismo e sull’Italia<br />

imperiale; tuttavia, la stampa irachena aveva «assai scarsa importanza ed efficacia», una<br />

tiratura molto limitata, e «nessuna autorità», <strong>in</strong> Iraq come nel resto del mondo arabo 102 . La<br />

stampa di tutti i paesi arabi era <strong>in</strong> ampia misura <strong>in</strong>fluenzata da quella egiziana, e da essa<br />

riprendeva notizie ed op<strong>in</strong>ioni. Nell’agosto del 1935, la legazione a Baghdad rilevò le aperte<br />

simpatie della stampa irachena per l’Etiopia, che gli impedivano di pubblicare materiali<br />

propagandistici italiani. Il reggente era conv<strong>in</strong>to che la stampa locale fosse sovvenzionata da<br />

una qualche organizzazione di <strong>propaganda</strong> anti-italiana con sede <strong>in</strong> Egitto 103 , ma la<br />

rappresentanza italiana a Bulkeley (Alessandria) escluse tale ipotesi; semplicemente, i giornali<br />

iracheni riprendevano gli articoli ostili all’Italia, che comparivano di frequente su alcuni fogli<br />

egiziani come il Ruz al-Yusuf 104 .<br />

In alcuni paesi, poi, la <strong>propaganda</strong> sulla stampa locale era semplicemente impossibile, a<br />

causa della sua arretratezza. Verso la f<strong>in</strong>e del 1936, il m<strong>in</strong>istro italiano a Gedda ricevette dal<br />

MSP delle fotografie, che non poté far pubblicare perché, semplicemente, non vi era <strong>in</strong> tutto il<br />

paese alcun giornale illustrato 105 . Nel 1937, <strong>in</strong> Arabia non esisteva alcun quotidiano, e solo tre<br />

settimanali di scarso rilievo, su quali non era possibile pubblicare articoli propagandistici;<br />

tant’è che il consolato consigliò al M<strong>in</strong>culpop di fare <strong>propaganda</strong> sui giornali egiziani, i quali<br />

<strong>in</strong>vece erano diffusissimi nel paese 106 . La situazione <strong>in</strong> Iraq, per fare un altro esempio, era<br />

solo leggermente migliore. Nel maggio 1934, l’unico giornale attrezzato per riprodurre<br />

fotografie era l’Iraq Times, <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese e sovvenzionato dai britannici, il che non<br />

permetteva al m<strong>in</strong>istro italiano di farvi pubblicare i materiali che riceveva da Roma 107 .<br />

Qualche mese dopo, tuttavia, Porta chiese l’<strong>in</strong>vio di cliché fotografici, da fornire<br />

gratuitamente al giornale al-‘Alam al-‘Arabi, che stava per <strong>in</strong>iziare a pubblicare una rubrica<br />

con illustrazioni 108 .<br />

Era dunque naturale che la <strong>propaganda</strong> italiana sulla carta stampata si concentrasse<br />

sull’Egitto. La gran parte delle campagne contro l’Italia venivano promosse dalla stampa<br />

egiziana; anche l’attività del Comitato di al-Saʻdawi a Damasco, solitamente, veniva rilanciata<br />

dall’Egitto, e conosciuta così <strong>in</strong> tutto il mondo arabo. Al Cairo, per questo motivo, le pag<strong>in</strong>e<br />

del Giornale d’Oriente venivano utilizzate senza risparmio da Cantalupo, e poi dai suoi<br />

successori 109 , per contrastare le accuse della stampa locale. Il giornale italiano era nato per<br />

101 Ivi, p. 95 e p. 153<br />

102 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 135, “Irak 1938”, Tel. 812, Baghdad 2 giugno 1938, Gabbrielli al M<strong>in</strong>culpop<br />

103 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 135, “Irak 1935”, Tel. 651, Baghdad 5 agosto 1935, il reggente della legazione al<br />

M<strong>in</strong>istero per la Stampa e Propaganda (d’ora <strong>in</strong> poi MSP)<br />

104 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 135, “Irak 1935”, Tel. 2262/s.p.131, Bulkeley 13 settembre 1935<br />

105 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.4, “Arabia Saudita 1937”, Tel. 917, Gedda 23 novembre 1936, il m<strong>in</strong>istro d’Italia<br />

al MSP<br />

106 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.4, “Arabia Saudita 1937”, Tel. 998, Gedda 29 ottobre 1937, A. Paveri Fontana al<br />

M<strong>in</strong>culpop<br />

107 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 135, “Irak 1934”, Tel. 497/153, Baghdad 1 maggio 1934, Porta al MAE<br />

108 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 135, “Irak 1935”, Tel. 1286/382, Baghdad 9 novembre 1934, Porta al MAE<br />

109 Roberto Cantalupo fu m<strong>in</strong>istro d’Italia al Cairo f<strong>in</strong>o al 12 agosto <strong>1932</strong>, quando venne dest<strong>in</strong>ato a Rio de<br />

Janeiro, e sostituito dal conte Emilio Pagliano: Ettore Rossi, “Nuovo m<strong>in</strong>istro d'Italia”, <strong>in</strong> Oriente Moderno,<br />

Settembre <strong>1932</strong>, p. 461<br />

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