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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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esistenti fra Etiopia e Italia, era stato un gesto particolarmente apprezzato, tanto che Mussol<strong>in</strong>i<br />

approvò la proposta avanzata da Buti, di conferirgli un’onorificenza nazionale, <strong>in</strong> occasione<br />

della sua visita a Roma 89 . Ovviamente, l’Arabia Saudita si aspettava <strong>in</strong> cambio, oltre<br />

all’appoggio dell’Italia alla lotta nazionale degli arabi nel Vic<strong>in</strong>o Oriente, una serie di aiuti<br />

concreti, dalla fornitura di armi agli aiuti economici, da fornire dopo la soluzione della<br />

vertenza etiopica 90 . Tuttavia, sia a causa della reticenza italiana a dichiarare il suo aperto<br />

sostegno al nazionalismo arabo e palest<strong>in</strong>ese, sia per la profonda diffidenza di Ibn Saud verso<br />

Mussol<strong>in</strong>i, i rapporti tra i due non andarono mai oltre una cordialità di facciata 91 .<br />

Accanto agli aspetti pubblici e più appariscenti, la “<strong>politica</strong> musulmana” consisteva anche<br />

<strong>in</strong> alcuni rapporti di collaborazione, che si cercò di mantenere segreti, fra il governo italiano e<br />

diversi esponenti del nazionalismo arabo. La rete dei contatti italiani nel Vic<strong>in</strong>o Oriente non<br />

era molto estesa: <strong>in</strong> effetti, gli unici rapporti di un certo rilievo furono quelli con il Mufti di<br />

Gerusalemme al-Husayni e la sua cerchia, che avvenivano per il tramite della Delegazione<br />

siro-palest<strong>in</strong>ese a G<strong>in</strong>evra, guidata da Shakib Arslan e Ihsan al-Jabiri. Il governo italiano fece<br />

giungere, dal 1934 al 1938, un consistente flusso di denaro al nazionalismo palest<strong>in</strong>ese, allo<br />

scopo di creare difficoltà alla Gran Bretagna ed <strong>in</strong>debolirne l’<strong>in</strong>fluenza ed il prestigio nel<br />

Vic<strong>in</strong>o Oriente. Il sostegno materiale alla rivolta palest<strong>in</strong>ese si affiancava alla campagna<br />

propagandistica italiana nel mondo arabo, ed aveva obiettivi analoghi, ma non vi era un rigido<br />

legame fra le due <strong>in</strong>iziative. Il tentativo di penetrazione culturale, economica e <strong>politica</strong> nel<br />

mondo arabo andò <strong>in</strong>fatti avanti anche dopo che, per motivi di opportunità <strong>politica</strong>, i<br />

f<strong>in</strong>anziamenti al Mufti vennero a cessare nel 1938. Il console a Gerusalemme, De Angelis,<br />

prese contatto con al-Husayni nel maggio 1933, dopo che le relazioni erano state lungamente<br />

<strong>in</strong>terrotte, a causa della repressione <strong>fascista</strong> <strong>in</strong> Cirenaica. De Angelis gli disse che il suo<br />

persistente atteggiamento anti-italiano non arrecava alcun vantaggio né a lui, né alla causa<br />

dell’arabismo <strong>in</strong> genere. In risposta, scrisse il console a Mussol<strong>in</strong>i, «mi scior<strong>in</strong>ò, con mia vera<br />

sorpresa, quella vecchia serie di luoghi comuni sulle pretese oppressioni ed atrocità italiane <strong>in</strong><br />

Libia, che io credevo ormai rimasta solo nell’armamentario polemico di gazzettieri di ultimo<br />

rango. E, <strong>in</strong>fatti, non potei nascondere il mio stupore quando, per es., il Mufti parlava, con<br />

aria di conv<strong>in</strong>zione, del getto di <strong>in</strong>digeni musulmani da aeroplani italiani!» De Angelis<br />

sosteneva di essere riuscito a far cambiare idea al suo <strong>in</strong>terlocutore, le cui op<strong>in</strong>ioni erano<br />

frutto di «ignoranza» piuttosto che di «malafede». Il Mufti sembrò consapevole ed ammirato<br />

della «nuova forza che l’Italia rappresenta nel mondo», ed espresse la volontà di <strong>in</strong>contrare<br />

nuovamente il console. De Angelis non si fece una grande op<strong>in</strong>ione del leader arabo, che<br />

def<strong>in</strong>ì «di <strong>in</strong>telligenza mediocre e tarda, ma di carattere tenace»; era però conv<strong>in</strong>to della<br />

possibilità di sfruttare il suo vasto seguito «nella pratica di una <strong>politica</strong> verso i paesi<br />

mussulmani». L’atteggiamento del Mufti gli appariva dettato da considerazioni di solidarietà<br />

<strong>islamica</strong>, piuttosto che panaraba: lavorava «per farsi un piedistallo da santone dell’Islam», ed<br />

era disposto ad approfittare di qualsiasi circostanza favorevole per i suoi scopi 92 . In breve<br />

tempo, dopo che gli italiani ricucirono anche i rapporti con Shakib Arslan, si giunse ad un<br />

accordo fra l’Italia ed i nazionalisti siro-palest<strong>in</strong>esi, che prevedeva la concessione di<br />

f<strong>in</strong>anziamenti che, per il tramite di al-Jabiri, erano dest<strong>in</strong>ati a sostenere il Mufti nella sua<br />

azione <strong>politica</strong> e militare per la liberazione della Palest<strong>in</strong>a 93 . Nel settembre 1934, scriveva<br />

89<br />

“Il Direttore Generale degli Affari Politici, Buti, al Sottosegretario agli Esteri, Suvich”, Roma 2 maggio 1935,<br />

<strong>in</strong> DDI, 8° Serie, Vol. I, 126, pp. 117-118<br />

90<br />

“Colloquio del Capo del Governo e M<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i, con il Sottosegretario agli Esteri<br />

Saudiano, Hamza”, Roma 22 maggio 1935, <strong>in</strong> DDI, 8° Serie, Vol. I, 262, pp. 282-284<br />

91<br />

Ibn Saud <strong>in</strong>formò <strong>in</strong> diverse occasioni i britannici delle avance che riceveva dall’Italia: N. Arielli, Fascist Italy<br />

and the Middle East, cit., pp. 84-88<br />

92<br />

“Il Console Generale a Gerusalemme, De Angelis, al Capo del Governo e M<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i”,<br />

Gerusalemme 4 maggio 1933, <strong>in</strong> DDI, 7° serie, Vol. XIII, 526, pp. 585-587<br />

93<br />

L. Goglia, “Il Mufti e Mussol<strong>in</strong>i”, cit.; R. De Felice, Il fascismo e l’Oriente, cit., pp. 29-40; N. Arielli, La<br />

<strong>politica</strong> dell'Italia <strong>fascista</strong>, cit.<br />

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