politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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52<br />
Danish era stato dimesso da presidente ed espulso dalla sala 81 . Ma la vittoria fu <strong>in</strong>utile, visto<br />
che il secondo congresso degli studenti asiatici a Roma fu anche l’ultimo 82 . Probabilmente, il<br />
governo italiano aveva perso <strong>in</strong>teresse nella confederazione, forse deluso dai suoi risultati.<br />
Dal 1935 <strong>in</strong> poi, dell’organizzazione degli studenti orientali si perdono semplicemente le<br />
tracce; il che la dice lunga sulla volontà o capacità del fascismo di dare seguito e concretezza<br />
alle sue <strong>in</strong>iziative, che avevano un carattere perlopiù propagandistico e d’immag<strong>in</strong>e. Secondo<br />
l’ambasciata francese a Roma, le trattative diplomatiche <strong>in</strong> corso tra Francia e Italia avevano<br />
consigliato di dare al congresso un rilievo molto <strong>in</strong>feriore, rispetto all’anno precedente 83 .<br />
In ogni caso, l’Italia <strong>fascista</strong> prese seriamente la sua nuova “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>”, ed il<br />
governo di Roma <strong>in</strong>coraggiò i suoi rappresentanti nel mondo arabo a svolgere un’attività<br />
<strong>politica</strong> sempre più energica e <strong>in</strong>tensa. Il ruolo dei consoli, per come era concepito dal<br />
Regime, andava ben oltre i compiti di ord<strong>in</strong>aria amm<strong>in</strong>istrazione. Essi dovevano, da un lato,<br />
esercitare uno stretto controllo politico sulle comunità di emigrati italiani, attraverso le varie<br />
associazioni, organizzazioni ed organi di stampa <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua italiana 84 ; dall’altro, curare i<br />
rapporti con la stampa locale, il mondo <strong>in</strong>tellettuale e politico, sp<strong>in</strong>gendosi f<strong>in</strong>o a compiere<br />
attività illegali come la diffusione di materiali di <strong>propaganda</strong>, e pers<strong>in</strong>o lo spionaggio 85 . La<br />
“fascistizzazione” della diplomazia era com<strong>in</strong>ciata, <strong>in</strong> maniera progressiva, a partire dagli<br />
anni Venti 86 ; diversi avvicendamenti furono decisi, ogni qual volta un rappresentante non<br />
sembrava all’altezza della missione affidatagli. Nel 1934, ad esempio, il vice-console a Hayfa<br />
Agost<strong>in</strong>i, che aveva problemi di salute, fu rimpiazzato da Moscato, perché, secondo il console<br />
francese a Gerusalemme, non aveva potuto condurre uno sforzo propagandistico abbastanza<br />
<strong>in</strong>tenso 87 . In un certo senso, anche la nom<strong>in</strong>a di Balbo a Governatore della Libia<br />
rappresentava la volontà di Mussol<strong>in</strong>i di dare grande risalto alla svolta nella sua <strong>politica</strong> araba<br />
(oltre a quella di sbarazzarsi di un pericoloso rivale). L’Italia cercò di promuovere rapporti di<br />
collaborazione ed amicizia con gli stati <strong>in</strong>dipendenti, o semi-<strong>in</strong>dipendenti, del Vic<strong>in</strong>o Oriente,<br />
perseguendo già dagli anni Venti una <strong>politica</strong> di penetrazione pacifica nel Mar Rosso 88 e<br />
nell'<strong>in</strong>tero mondo arabo. Cercò di stabilire una posizione <strong>politica</strong> dom<strong>in</strong>ante nello Yemen<br />
attraverso aiuti e trattati, mentre <strong>in</strong> Egitto provò a sfruttare l’amicizia fra Re Fu’ad e casa<br />
Savoia, per sottrarre la monarchia all’<strong>in</strong>fluenza britannica. Con Ibn Saud, i rapporti<br />
migliorarono dopo la f<strong>in</strong>e del conflitto con lo Yemen, nel 1934, soprattutto dopo che il<br />
sovrano, tradizionalmente attento a mantenere un misurato equilibrio nei rapporti con le<br />
potenze europee, scelse di mantenersi neutrale durante la guerra <strong>in</strong> Etiopia. Il rifiuto di Ibn<br />
Saud alla richiesta abiss<strong>in</strong>a di str<strong>in</strong>gere un trattato di amicizia, <strong>in</strong> considerazione delle tensioni<br />
81<br />
ASMAE, M<strong>in</strong>culpop, B. 172, Relazione non firmata, Roma 3 gennaio 1934. Probabilmente questa relazione e<br />
la precedente erano state scritte da G<strong>in</strong>o Scarpa, console a Calcutta, il cui biglietto da visita è allegato a diversi<br />
documenti di questo fascicolo.<br />
82<br />
Cfr. S. Fabei, Il fascio, la svastica e la mezzaluna, cit., pp. 48-54<br />
83<br />
LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° (8?), l’ambasciatore francese a Roma, Charles de Chambrun, al m<strong>in</strong>istro<br />
degli Esteri, Pierre Laval, 17 gennaio 1935<br />
84<br />
Dopo il 1928, il governo decise di discipl<strong>in</strong>are i Fasci italiani all’estero, affidandone il controllo ai consolati,<br />
mentre la gestione di tutte le attività degli emigrati italiani all’estero, comprese le scuole, passava<br />
progressivamente nelle mani della Direzione Generale degli Italiani all’Estero, diretta da Piero Par<strong>in</strong>i: Emilio<br />
Gentile, “La <strong>politica</strong> estera del partito <strong>fascista</strong>. Ideologia e organizzazione dei Fasci italiani all’estero (1920 <strong>–</strong><br />
1930)”, <strong>in</strong> Storia Contemporanea, XXVI, n. 6, 1995, pp. 949-950; L. De Caprariis, I Fasci italiani all’estero, cit.<br />
85<br />
Nel 1927, venne deciso di unificare la carriera diplomatica e quella consolare, fatto che sottol<strong>in</strong>eava<br />
l’accresciuta importanza dei consoli, <strong>in</strong> particolare per il loro ruolo nella fascistizzazione delle comunità italiane<br />
all’estero: Enrico Serra, “La burocrazia della <strong>politica</strong> estera italiana”, <strong>in</strong> R. J.B. Bosworth e S. Romano (a cura<br />
di), La <strong>politica</strong> estera italiana, cit., p. 85<br />
86<br />
Cfr. Fabio Grassi Ors<strong>in</strong>i, “Diplomazia e regime”, <strong>in</strong> V<strong>in</strong>cenzo Pellegr<strong>in</strong>i (a cura di), Amm<strong>in</strong>istrazione centrale<br />
e diplomazia italiana (1919-1943): fonti e problemi: atti del convegno, Certosa di Pontignano (Siena), 26-27<br />
aprile 1995, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1998<br />
87<br />
LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° 91, il console francese a Gerusalemme, D’Aumale, al m<strong>in</strong>istro degli<br />
Esteri, Louis Barthou, Gerusalemme 30 aprile 1934<br />
88<br />
R. Quartararo, L'Italia e lo Yemen, cit., p. 835