politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
50<br />
evitare frizioni con la Santa Sede 67 . Il M<strong>in</strong>istero degli Esteri, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, esam<strong>in</strong>ati i dati ufficiali,<br />
secondo cui appena 727 musulmani risiedevano <strong>in</strong> Italia nel 1931, di cui 217 a Roma, decise<br />
che al momento non era il caso di costruire neppure la moschea 68 . La vicenda mise <strong>in</strong> luce la<br />
natura di alcune resistenze che ostacolavano il pieno dispiegamento della “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>”<br />
<strong>fascista</strong>, come i timori di perdere il controllo politico sui sudditi coloniali, e l’ostilità degli<br />
ambienti cattolici tradizionalisti contro il cosiddetto “filo-islamismo”.<br />
La “<strong>politica</strong> musulmana” di Mussol<strong>in</strong>i ebbe il suo exploit alla f<strong>in</strong>e del 1933, con il primo<br />
Convegno degli Studenti Asiatici a Roma, che co<strong>in</strong>cise con l’<strong>in</strong>augurazione dell’Istituto per il<br />
Medio ed Estremo Oriente (IsMEO), presieduto da Giovanni Gentile 69 . All’organizzazione<br />
del convegno partecipò anche Shakib Arslan, che aveva com<strong>in</strong>ciato a collaborare con il<br />
governo italiano nell’estate dello stesso anno. L’importanza ed il carattere ufficiale<br />
dell’evento furono sottol<strong>in</strong>eati, oltre che dalla nom<strong>in</strong>a di un personaggio del calibro di Gentile<br />
a presidente dell’IsMEO, dall’<strong>in</strong>tervento <strong>in</strong> prima persona di Mussol<strong>in</strong>i, che si rivolse agli<br />
studenti con un solenne discorso. In esso sostenne che l’unione fra Oriente e Occidente,<br />
realizzata da Roma, «fu il motivo fondamentale di tutta la nostra storia. Da essa sorse la<br />
civiltà europea». Dalla ripresa di questi rapporti, a lungo tempo <strong>in</strong>terrotti, dipendeva il futuro<br />
stesso della civiltà: «Oggi Roma e il Mediterraneo, con la r<strong>in</strong>ascita <strong>fascista</strong>, r<strong>in</strong>ascita<br />
soprattutto spirituale, si volgono a riprendere la loro funzione unificatrice [...]. Come già altre<br />
volte <strong>in</strong> periodo di crisi mortali, la civiltà del mondo fu salvata dalla collaborazione di Roma e<br />
dell’Oriente, così oggi nella crisi di tutto un sistema di istituzioni e di idee che non hanno più<br />
anima e vivono come imbalsamate, noi, italiani e fascisti di questo tempo, ci auguriamo di<br />
riprendere la comune, millenaria tradizione della nostra collaborazione costruttiva» 70 .<br />
Mussol<strong>in</strong>i attribuì grande importanza a tale discorso, ed ord<strong>in</strong>ò personalmente alle<br />
rappresentanze <strong>in</strong> tutto l’Oriente, da Gerusalemme f<strong>in</strong>o a Tokio, di «dare la massima<br />
diffusione» alle sue parole 71 . Il M<strong>in</strong>culpop raccomandò di prestare grande attenzione alle<br />
reazioni da esse suscitate 72 .<br />
Le parole del “duce” erano tanto suggestive quanto vaghe, per non dire ambigue. Il tono<br />
pacifico e conciliatore di Mussol<strong>in</strong>i non bastava a nascondere il carattere potenzialmente<br />
m<strong>in</strong>accioso, e destabilizzante per gli equilibri <strong>in</strong>ternazionali, della sua proposta di<br />
“collaborazione” con l’Oriente. «L’opera cui gl’Italiani <strong>in</strong>tendono di acc<strong>in</strong>gersi», scriveva un<br />
giornalista francese, «ove non venisse svolta con estrema prudenza, potrebbe creare gravi<br />
imbarazzi alle Potenze europee, che posseggono <strong>in</strong> Asia territori e <strong>in</strong>teressi. Certamente non è<br />
questo il f<strong>in</strong>e che si propone l’on. Mussol<strong>in</strong>i» 73 . Nel suo noto discorso alla camera del 18<br />
marzo, Mussol<strong>in</strong>i r<strong>in</strong>carò la dose, dichiarando esplicitamente che «gli obbiettivi storici<br />
dell’Italia hanno due nomi: Asia e Africa», ed essi avevano «la loro giustificazione nella<br />
geografia e nella storia». La <strong>politica</strong> italiana, assicurava tuttavia il “duce”, aveva un carattere<br />
del tutto pacifico; l’espansione da lui <strong>in</strong>vocata era esclusivamente «spirituale, <strong>politica</strong>,<br />
economica» 74 . L’idea mussol<strong>in</strong>iana di una “penetrazione naturale” dovette apparire piuttosto<br />
nebulosa ai più, dato che sulla stampa estera comparvero diversi «<strong>in</strong>opportuni commenti»,<br />
67 ASMAE, AP, Libia 7, Tel. 68885, Roma 24 ottobre 1934, il Sottosegretario alle Colonie, Alessandro Lessona,<br />
al MAE<br />
68 ASMAE, AP, Libia 7, Tel. 235099/C, Roma 3 novembre 1934<br />
69 Virg<strong>in</strong>ia Vacca, “Inaugurazione di un Istituto per il Medio ed Estremo Oriente a Roma”, <strong>in</strong> Oriente Moderno,<br />
Gennaio 1934, pp. 17-18<br />
70 Virg<strong>in</strong>ia Vacca, “Convegno degli studenti asiatici a Roma e discorso di S. E. Mussol<strong>in</strong>i”, <strong>in</strong> Oriente Moderno,<br />
Gennaio 1934, pp. 18-19<br />
71 ASMAE, M<strong>in</strong>culpop, B. 172, Tel. 13546/C <strong>–</strong> P.R., Roma 31 dicembre 1933, f.to Mussol<strong>in</strong>i<br />
72 ASMAE, M<strong>in</strong>culpop, B. 172, Tel. 13407/C <strong>–</strong> P.R., Roma 26 dicembre 1933, f.to il capo di Gab<strong>in</strong>etto del<br />
MAE, Pompeo Aloisi<br />
73 Ubaldo Faldati, “Giudizio di Maurice Pernot sulla <strong>politica</strong> orientale dell'Italia”, <strong>in</strong> Oriente Moderno, Gennaio<br />
1934, p. 21<br />
74 Virig<strong>in</strong>ia Vacca, “Dichiarazioni di S. E. Mussol<strong>in</strong>i sulla <strong>politica</strong> orientale dell'Italia”, <strong>in</strong> Oriente Moderno,<br />
Aprile 1934, p. 150