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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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Obbligarli dunque ad abitare <strong>in</strong> un posto fisso significa far loro perdere il bestiame; perdendo questo<br />

perdono il loro capitale e così diventano i servi dei colonizzatori che gli impongono tutto quel che<br />

vogliono.<br />

Che sappiano i fautori di questa <strong>politica</strong> che il mondo musulmano li segue e li tiene responsabili della<br />

scomparsa dell’elemento arabo di questi paesi 18 .<br />

Al-Siyasa accusò l’Italia di volere «abolire ed elim<strong>in</strong>are la forma ed il colore arabo del<br />

paese», allontanando gli <strong>in</strong>digeni dai posti occupati durante il dom<strong>in</strong>io turco «per non lasciarli<br />

partecipare nella direzione del paese», commettendo verso di essi maltrattamenti ed<br />

<strong>in</strong>giustizie, e di cercare di sfruttare la Libia come sfogo per l’eccesso di popolazione e di<br />

disoccupati <strong>in</strong> patria 19 . Anche al-Ahram, sebbene <strong>in</strong> tono più moderato, non nascose forti<br />

dubbi sulla <strong>politica</strong> di Graziani <strong>in</strong> Cirenaica 20 . I primi tentativi di trasformare l’immag<strong>in</strong>e del<br />

colonialismo italiano <strong>in</strong> Libia cadevano, dunque, nel vuoto.<br />

2.2 - I fuoriusciti libici dopo la f<strong>in</strong>e della resistenza armata<br />

Uno dei problemi politici che apparivano più urgenti, per gli italiani, era quello dei<br />

fuoriusciti libici che si erano stabiliti nel resto del mondo arabo. Alcuni di essi svolgevano<br />

un’attività propagandistica contro il colonialismo italiano <strong>in</strong> Libia, attraverso articoli sulla<br />

stampa e la diffusione di pamphlet, che era piuttosto efficace nell’orientare l’op<strong>in</strong>ione<br />

pubblica araba contro l’Italia; senza dubbio, l’organizzazione più attiva <strong>in</strong> questo senso era il<br />

Comitato di Difesa di Tripoli e Barqa, con sede a Damasco, e diretto da Bashir al-Saʻdawi 21 .<br />

Ma, almeno <strong>in</strong>izialmente, gli italiani erano preoccupati soprattutto della m<strong>in</strong>accia potenziale<br />

costituita dalla comunità libica <strong>in</strong> Egitto, che non solo era la più numerosa, ma era anche<br />

raggruppata attorno ad alcuni dei capi più importanti della Sanusiyya, la confraternita che<br />

aveva guidato la resistenza anti-italiana <strong>in</strong> Cirenaica, ed <strong>in</strong> particolare al suo leader Idris al-<br />

Sanusi, detto dagli italiani il “Gran Senusso”, il quale si trovava <strong>in</strong> Egitto da diversi anni 22 .<br />

Gli italiani ritenevano che la Sanusiyya, alla prima occasione, avrebbe cercato di riorganizzare<br />

la lotta armata, e di tornare <strong>in</strong> Cirenaica a combattere contro di loro. Per questo motivo<br />

cercarono di sorvegliare attentamente ogni mossa dei suoi capi <strong>in</strong> Egitto, e fecero<br />

costantemente pressioni sul governo egiziano, che aveva accolto i fuoriusciti libici, ma<br />

solamente a patto che essi abbandonassero ogni attività <strong>politica</strong> contro l’Italia. Non bastava<br />

che l’Egitto si fosse impegnato a segnalare preventivamente alle autorità italiane tutti i<br />

movimenti dei membri della famiglia al-Sanusi 23 : gli italiani avrebbero voluto che la<br />

18<br />

ASMAE, AE, B. 256/1, F. “<strong>1932</strong>. Libia, Tunisia, Algeria, Marocco”, Tel. 2521/916, Bulkeley 16 luglio <strong>1932</strong>,<br />

Cantalupo al MAE, “La scomparsa dei nomadi <strong>in</strong> Cirenaica”, articolo tradotto, da al-Jihad, 2 luglio <strong>1932</strong><br />

19<br />

ASMAE, AE, B. 256/1, F. “<strong>1932</strong>. Libia, Tunisia, Algeria, Marocco”, “Il fallimento della colonizzazione<br />

italiana nella Tripolitania”, traduzione manoscritta, da al-Siyasa, 24 febbraio <strong>1932</strong>. Al-Siyasa era nato<br />

nell’ottobre 1922 come organo del Partito Liberale Costituzionalista, ad opera di Muhammad Husayn Haykal,<br />

scrittore di talento e <strong>in</strong> seguito m<strong>in</strong>istro dell’educazione. Il quotidiano, sebbene non molto diffuso, era<br />

caratterizzato da una buona qualità: A. Ayalon, The press <strong>in</strong> the Arab Middle East, cit., p. 77<br />

20<br />

ASMAE, AE, B. 256/1, F. “<strong>1932</strong>. Libia, Tunisia, Algeria, Marocco”, Tel. 2521/916, Bulkeley 16 luglio <strong>1932</strong>,<br />

Cantalupo al MAE, “L’Italia a Tripoli”, articolo tradotto, da al-Ahram, 7 luglio <strong>1932</strong><br />

21<br />

L’attività del Comitato <strong>in</strong> Siria è descritta <strong>in</strong> maniera più approfondita nel Cap. 4, pp. 128-132. Sull’attività<br />

<strong>politica</strong> di Bashir al-Sa‘dawi, ed <strong>in</strong> generale sulle vicende dei fuoriusciti libici nel periodo del colonialismo<br />

italiano <strong>in</strong> Libia, cfr. Anna Bald<strong>in</strong>etti, The Orig<strong>in</strong>s of the Libyan Nation. Colonial Legacy, Exile and the<br />

Emergence of a New Nation-State, Routledge, London 2010.<br />

22<br />

Idris al-Sanusi aveva lasciato la Libia nel gennaio 1923; A. Del Boca, Gli italiani <strong>in</strong> Libia. 1. Tripoli bel suol<br />

d’amore, cit., pp. 442-443<br />

23<br />

ASMAI, Libia 150/33, F. 150, Notiziario n° 10, 22 novembre 1935<br />

43

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