politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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la Libia all’Etiopia per sboccare sull’Oceano Indiano, oppure espandersi verso l’Atlantico,<br />
attraverso Algeria e Marocco? Di fatto, l’<strong>in</strong>tera costa africana del Mediterraneo, assieme al<br />
Mar Rosso, costitutiva un possibile obiettivo delle rivendicazioni territoriali fasciste 157 . Solo<br />
con l’<strong>in</strong>izio della Seconda Guerra Mondiale, gli italiani com<strong>in</strong>ciarono ad <strong>in</strong>travedere la<br />
possibilità di realizzare le proprie ambizioni mediterranee, e, soprattutto dopo l’<strong>in</strong>gresso nel<br />
conflitto nel giugno <strong>1940</strong>, a riflettere seriamente sull’assetto politico da dare all’Africa e al<br />
Vic<strong>in</strong>o Oriente, una volta sconfitti gli alleati. Non si può dire che i numerosi progetti che si<br />
susseguirono tra il <strong>1940</strong> ed il 1943 fossero realistici, ma le <strong>in</strong>tenzioni italiane furono messe<br />
nero su bianco. Dopo la sconfitta della Francia, Mussol<strong>in</strong>i accantonò temporaneamente le sue<br />
pretese territoriali su Corsica, sulla Tunisia e Gibuti, soprattutto per favorire un rapido<br />
armistizio. Non era certo una r<strong>in</strong>uncia def<strong>in</strong>itiva, ma semplicemente un espediente tattico.<br />
Poco dopo, il “duce” ottenne il controllo delle forze francesi <strong>in</strong> tutti i porti del Mediterraneo, e<br />
la facoltà di decidere della consistenza delle truppe della Francia <strong>in</strong> Marocco, Algeria, Tunisia<br />
e Siria 158 . Qu<strong>in</strong>di, <strong>in</strong> previsione della conferenza di pace, che si credeva imm<strong>in</strong>ente, il<br />
M<strong>in</strong>istero degli Esteri elaborò un «piano di pace» a dir poco predatorio, anche se, ovviamente,<br />
esso conteneva delle richieste massime, da cui partire per le trattative. A parte l’annessione di<br />
Nizza, Corsica e Malta, l’Italia rivendicava <strong>in</strong> territorio africano la Tunisia, una parte<br />
dell’Algeria, l’Africa Equatoriale francese f<strong>in</strong>o al lago Ciad, nonché la Somalia britannica e<br />
francese, e una fetta del Sudan, per collegare territorialmente la Libia all’Africa Orientale.<br />
Oltre a ciò, veniva rivendicato lo Yemen (alla faccia della “<strong>politica</strong> di amicizia” del periodo<br />
tra le due guerre), Aden ed altre due isole nel Mar Rosso, ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il S<strong>in</strong>ai e parte della costa<br />
araba sud-occidentale, che avrebbero permesso il controllo di Suez. Con i paesi arabi dest<strong>in</strong>ati<br />
a divenire <strong>in</strong>dipendenti, cioè Egitto, Palest<strong>in</strong>a, Transgiordania, Siria ed Iraq, l’Italia <strong>in</strong>tendeva<br />
stabilire la propria egemonia attraverso una serie di trattati bilaterali. Arabia Saudita e Turchia<br />
avrebbero <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e dovuto riconoscere la posizione di predom<strong>in</strong>io italiano, <strong>in</strong> cambio di alcune<br />
cessioni territoriali 159 . Un documento dello stesso periodo, pubblicato da Ra<strong>in</strong>ero, precisava<br />
che gli stati del Vic<strong>in</strong>o Oriente sarebbero divenuti <strong>in</strong>dipendenti, ma con la «conclusione di<br />
trattati di mutua assistenza tra ognuno di questi Stati con l’Italia accompagnati<br />
dall’occupazione di taluni punti strategici per garantire questi Stati da m<strong>in</strong>acce alla loro<br />
<strong>in</strong>dipendenza e <strong>in</strong>tegrità» 160 . Nel corso dell’anno, gli italiani si fecero trasportare<br />
dall’entusiasmo per l’andamento della guerra, aumentando ulteriormente le proprie pretese sui<br />
territori del mondo arabo 161 . Al di là dei cont<strong>in</strong>ui rimaneggiamenti, con l’<strong>in</strong>clusione ed<br />
esclusione di nuovi territori dai piani italiani, le l<strong>in</strong>ee generali del “Nuovo Ord<strong>in</strong>e” del<br />
Mediterraneo rimasero comunque costanti. Il futuro del Vic<strong>in</strong>o Oriente era rappresentato dalla<br />
versione italiana dell’empire by treaty britannico, poiché un sistema di trattati bilaterali con<br />
dei deboli stati arabi <strong>in</strong>dipendenti appariva come la via più facilmente percorribile, per<br />
garantirsi l’egemonia nella regione. Un memoriale-studio dell’agosto <strong>1940</strong> sul futuro della<br />
Palest<strong>in</strong>a, opera probabilmente dell’ex console a Gerusalemme Mazzol<strong>in</strong>i, escludeva ogni<br />
ipotesi di unità araba 162 , che avrebbe avuto come conseguenza la nascita di una nazione di 70<br />
milioni di abitanti, controllante i due terzi delle coste mediterranee. La Palest<strong>in</strong>a sarebbe stata<br />
unita, al massimo, alla Transgiordania <strong>in</strong> un’unica entità territoriale, e poiché il Re d’Italia<br />
157<br />
R. H. Ra<strong>in</strong>ero, La <strong>politica</strong> araba di Mussol<strong>in</strong>i, cit., pp. 70-71<br />
158<br />
Josef Schröder, “I rapporti fra le potenze dell’Asse e il mondo arabo”, <strong>in</strong> Storia Contemporanea, II, n. 1,<br />
1971, p. 153. Sulla <strong>politica</strong> dell’Italia <strong>fascista</strong> verso il mondo arabo durante la Seconda Guerra Mondiale, cfr.<br />
anche R. De Felice, Il fascismo e l’Oriente, cit., pp. 40-123; Łucasz Hirszowicz, The Third Reich and the Arab<br />
East, Routledge & Kegan Paul, London 1966<br />
159<br />
J. Schröder, “I rapporti fra le potenze dell’Asse e il mondo arabo”, cit., p. 154<br />
160<br />
R. H. Ra<strong>in</strong>ero, La <strong>politica</strong> araba di Mussol<strong>in</strong>i, cit., p. 72<br />
161<br />
Ivi, p. 73 ss.<br />
162<br />
Secondo De Felice, che peraltro non presenta alcuna evidenza a sostegno della sua affermazione, Mussol<strong>in</strong>i<br />
riteneva <strong>in</strong>vece l’<strong>in</strong>dipendenza, e l’unità del Medio Oriente arabo, come «un esito scontato»: R. De Felice, Il<br />
Fascismo e l’Oriente, cit., pp. 23-24