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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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sembrava «assolutamente da escludere, almeno per ora, la convenienza di secondare <strong>in</strong><br />

qualsiasi modo i movimenti nazionali tunis<strong>in</strong>o, marocch<strong>in</strong>o o alger<strong>in</strong>o» 152 . Francesco<br />

Cataluccio, <strong>in</strong> un saggio sul nazionalismo arabo edito dall’Istituto per gli Studi di Politica<br />

Internazionale 153 , prese <strong>in</strong> considerazione esclusivamente l’area geografica comprendente i<br />

paesi sotto mandato e la Penisola Araba, assieme all’Egitto, che però veniva considerato come<br />

un caso peculiare di nazionalismo, le cui radici affondavano <strong>in</strong> un passato pre-islamico. Dopo<br />

avere accennato, nella premessa, all’esistenza di un nazionalismo nordafricano, solidale con<br />

quello dell’Asia araba, osservando però che l’unione <strong>politica</strong> «tra regioni così distanti e con<br />

esigenze così opposte» era impensabile, lasciava semplicemente cadere l’argomento 154 . Ogni<br />

qual volta, da parte italiana, si parlava di sostegno alla causa nazionale araba, il riferimento<br />

era esclusivamente al Vic<strong>in</strong>o Oriente; l’esistenza di un nazionalismo nordafricano non era<br />

nemmeno contemplata, e all’Africa del nord non era riconosciuta alcuna fisionomia nazionale.<br />

Nel giugno 1939, mentre venti di guerra sempre più forti spiravano sul cont<strong>in</strong>ente europeo,<br />

Ciano annotò nel suo diario: «Il Duce vuole che con la Spagna si com<strong>in</strong>ci a def<strong>in</strong>ire il<br />

programma futuro per il Mediterraneo occidentale: Marocco <strong>in</strong>tegralmente alla Spagna;<br />

Tunisia e Algeria a noi» 155 . L’Italia <strong>fascista</strong> risolveva la nota contraddizione fra la sua <strong>politica</strong><br />

di “amicizia” verso il nazionalismo arabo nel Vic<strong>in</strong>o Oriente ed il suo dom<strong>in</strong>io coloniale sulla<br />

Libia, dist<strong>in</strong>guendo <strong>in</strong> maniera netta il Nord Africa dal resto del mondo arabo, ed illudendosi<br />

di potere considerare le due regioni, dal punto di vista della sua <strong>politica</strong> mediterranea, come<br />

dei compartimenti stagni separati.<br />

1.9 - I piani egemonici del fascismo nel Mediterraneo<br />

I progetti dell’Italia <strong>fascista</strong> per il futuro “lago italiano” rimasero a lungo nebulosi. Dal<br />

momento che la situazione di egemonia franco-britannica non faceva prevedere la possibilità,<br />

a breve term<strong>in</strong>e, di un rovesciamento degli equilibri nel Vic<strong>in</strong>o Oriente, negli anni Trenta non<br />

venne elaborato nessun progetto dettagliato di sistemazione <strong>politica</strong> dei paesi del<br />

Mediterraneo. A grandi l<strong>in</strong>ee, era comunque chiaro che il Nord Africa, Egitto escluso, sarebbe<br />

rimasto sotto il dom<strong>in</strong>io coloniale europeo. La suddivisione dei territori fra le tre potenze con<br />

<strong>in</strong>teressi nel Mediterraneo occidentale <strong>–</strong> Italia, Francia e Spagna <strong>–</strong> dipendeva dai futuri<br />

rapporti di forza, ma l’Italia non avrebbe avuto pace f<strong>in</strong>o a che almeno la Tunisia non fosse<br />

entrata a far parte del suo impero. L’Egitto e il resto del Vic<strong>in</strong>o Oriente sarebbero dovuti<br />

f<strong>in</strong>ire, anch’essi, nella sfera di <strong>in</strong>fluenza italiana, sebbene come stati formalmente<br />

<strong>in</strong>dipendenti. La soluzione più probabile era rappresentata da una serie di trattati bilaterali, sul<br />

modello di quelli stipulati dalla Gran Bretagna con l’Egitto o l’Iraq, che avrebbero sancito dei<br />

protettorati di fatto, o quanto meno dei rapporti preferenziali con l’Italia. La presenza italiana<br />

si sarebbe sostituita naturalmente a quella di Francia e Gran Bretagna, poiché queste ultime si<br />

erano completamente e def<strong>in</strong>itivamente screditate, con la loro <strong>politica</strong> mandataria e coloniale,<br />

agli occhi dei popoli orientali. Così, perlomeno, si illudevano Mussol<strong>in</strong>i e i suoi uom<strong>in</strong>i.<br />

In base al “Nuovo Ord<strong>in</strong>e” <strong>fascista</strong> 156 , cui si fece cenno <strong>in</strong> diverse occasioni, l’Italia<br />

avrebbe dunque acquisito nuovi territori esclusivamente <strong>in</strong> Africa. Gli obiettivi designati<br />

erano assai vaghi e mutevoli: uno sbocco all’oceano era considerato necessario per la potenza<br />

italiana, ma non era chiaro neppure di quale oceano dovesse trattarsi... bisognava congiungere<br />

152<br />

“Relazione di massima” del 15 luglio 1936, pubblicata <strong>in</strong> L. Goglia, “Il Mufti e Mussol<strong>in</strong>i”, cit., pp. 1216-<br />

1217<br />

153<br />

Francesco Cataluccio, Storia del nazionalismo arabo, ISPI, Milano 1939<br />

154<br />

Ivi, p. 8<br />

155<br />

G. Ciano, Diario, cit., p. 310 (14 giugno 1939)<br />

156<br />

Cfr. D. Rodogno, Il nuovo ord<strong>in</strong>e mediterraneo, cit., pp. 72-80<br />

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