politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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In primo luogo, è possibile riscontrare degli elementi di novità nella <strong>politica</strong> <strong>fascista</strong> verso<br />
il mondo arabo, negli anni Trenta. La retorica dell’Italia come ponte fra Oriente e Occidente<br />
esisteva da lungo tempo, così come il tentativo di sfruttare a f<strong>in</strong>i politici le “colonie” di<br />
italiani emigrati 131 e di accrescere l’<strong>in</strong>fluenza italiana nei paesi arabi. In epoca liberale,<br />
tuttavia, questa <strong>politica</strong> si mantenne su b<strong>in</strong>ari assai tradizionali, limitandosi sostanzialmente<br />
ad una competizione con le altre potenze europee. In gran parte, poi, tale <strong>politica</strong> si fondava<br />
sul tentativo di far leva sul ruolo dell’Italia come centro della cristianità, per ottenere dei<br />
diritti nel Vic<strong>in</strong>o Oriente, ad esempio nella tutela dei luoghi santi <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a, o per strappare<br />
alla Francia il ruolo di tutela delle m<strong>in</strong>oranze cristiane del Levante 132 . Con sporadiche<br />
eccezioni, come quella di Enrico Insabato 133 , gli italiani non presero <strong>in</strong> alcuna considerazione<br />
i rapporti con l’Islam 134 , né con il nazionalismo arabo, il quale aveva le sue radici<br />
nell’elemento musulmano. La <strong>politica</strong> araba dell’Italia, f<strong>in</strong>o agli anni Trenta, era<br />
fondamentalmente una “<strong>politica</strong> cristiana” 135 . Lo stesso Mussol<strong>in</strong>i, nei primi anni di governo,<br />
agì <strong>in</strong> maniera prudente e non si discostò dalle l<strong>in</strong>ee della <strong>politica</strong> estera liberale. Sebbene,<br />
secondo Rosaria Quartararo, egli avesse già <strong>in</strong>trapreso una <strong>politica</strong> di espansione nel Vic<strong>in</strong>o<br />
Oriente nel 1922-25 136 , essa era una <strong>politica</strong> di potenza del tutto tradizionale. Mussol<strong>in</strong>i rifiutò<br />
ad esempio, nel 1926, di dare qualsiasi <strong>in</strong>coraggiamento al nazionalismo egiziano, per<br />
considerazioni di prudenza legate alla <strong>politica</strong> coloniale <strong>in</strong> Libia, e perché ciò andava contro<br />
gli <strong>in</strong>teressi italiani nel mondo musulmano 137 . La <strong>politica</strong> medio-orientale <strong>fascista</strong>, nella sua<br />
fase <strong>in</strong>iziale, prendeva soprattutto la forma di una <strong>in</strong>tensa <strong>propaganda</strong> verso le comunità di<br />
emigrati italiani 138 . Tutto ciò com<strong>in</strong>ciò a cambiare, verso la f<strong>in</strong>e degli anni Venti, quando<br />
apparve chiaro che la diffusione del nazionalismo nel Vic<strong>in</strong>o Oriente impediva ormai ogni<br />
ipotesi di dom<strong>in</strong>io diretto europeo sulla regione; anche i mandati di tipo A non erano,<br />
chiaramente, dest<strong>in</strong>ati a durare. In l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio, Mussol<strong>in</strong>i e i suoi uom<strong>in</strong>i non avrebbero<br />
certo disdegnato qualche acquisizione territoriale, magari nel Levante, dove si erano <strong>in</strong>frante<br />
le illusioni italiane al tempo dei trattati dopo la Grande Guerra. Ma una simile eventualità non<br />
appariva, ormai, realistica; le sole voci di una cessione del mandato francese sulla Siria<br />
avevano scatenato delle dure reazioni, abbastanza eloquenti da consigliare all’Italia di cercare<br />
altre vie per i suoi progetti di egemonia mediterranea.<br />
Nei primi anni Trenta, qu<strong>in</strong>di, la situazione <strong>politica</strong> del Vic<strong>in</strong>o Oriente sp<strong>in</strong>se l’Italia<br />
<strong>fascista</strong> ad <strong>in</strong>augurare una nuova <strong>politica</strong>, che, per dist<strong>in</strong>guere dalla precedente “<strong>politica</strong><br />
araba” possiamo chiamare <strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>. Significativamente, “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>” o<br />
“musulmana” erano le espressioni abitualmente usate da Mussol<strong>in</strong>i, e dagli uom<strong>in</strong>i del<br />
fascismo, negli anni Trenta 139 . La “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>”, per la prima volta, mirava a co<strong>in</strong>volgere<br />
131 All’<strong>in</strong>izio del Novecento, gli italiani facevano confusione tra le colonie vere e proprie e le “libere” colonie di<br />
emigrati, sovrapponendo colonialismo ed emigrazione; Giampaolo Calchi Novati, Fra Mediterraneo e Mar<br />
Rosso. Momenti di <strong>politica</strong> italiana <strong>in</strong> Africa attraverso il colonialismo, Istituto Italo-Africano, Roma 1992, pp.<br />
80-81<br />
132 Sulla <strong>politica</strong> dell’Italia liberale verso l’Impero Ottomano, cfr. Marta Petricioli, L’Italia <strong>in</strong> Asia M<strong>in</strong>ore.<br />
Equilibrio mediterraneo e ambizioni imperialiste alla vigilia della prima guerra mondiale, Sansoni, Firenze<br />
1983<br />
133 Cfr. A. Bald<strong>in</strong>etti, Orientalismo e colonialismo, cit.; Carlo Gotti Porc<strong>in</strong>ari, Rapporti italo-arabi (1902 <strong>–</strong><br />
1930) dai documenti di Enrico Insabato, E.S.P., Roma 1965<br />
134 Nella <strong>politica</strong> italiana verso la Palest<strong>in</strong>a, negli anni Venti, si preferì cercare appoggio negli ebrei, dato che<br />
l’Islam era considerato «<strong>in</strong> ritirata» e privo di qualsiasi ruolo politico di rilievo; G. Carocci, La <strong>politica</strong> estera<br />
dell’Italia <strong>fascista</strong>, cit., p. 211<br />
135 Ivi, pp. 204-210. Secondo Chaim Weizmann, <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a la <strong>politica</strong> del Vaticano e del governo italiano erano<br />
una cosa sola; N. Arielli, Fascist Italy and the Middle East, cit., p. 10<br />
136 R. Quartararo, Roma tra Londra e Berl<strong>in</strong>o, cit., Vol. 1, p. 295<br />
137 N. Arielli, Fascist Italy and the Middle East, cit., p. 24. Sull’atteggiamento di Mussol<strong>in</strong>i verso il nazionalismo<br />
egiziano cfr. anche G. Carocci, La <strong>politica</strong> estera dell’Italia <strong>fascista</strong>, cit., pp. 219-221<br />
138 R. Quartararo, “L'Italia e lo Yemen”, cit., p. 816<br />
139 I riferimenti alla “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>” nella pubblicistica di epoca <strong>fascista</strong> sono <strong>in</strong>numerevoli; fra i tanti, G<strong>in</strong>o<br />
Cerbella, Fascismo e islamismo, Maggi, Tripoli 1938, pp. 27-29. “Politica musulmana dell’Italia” è il nome del<br />
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